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La Chiesa scomunica Repubblica per un'inchiesta sui costi della Casta cattolica


Roby

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1 – LA CHIESA SCOMUNICA “LA REPUBBLICA”

Ezio Mauro per la Repubblica

 

Con una reazione senza precedenti, in soli due giorni il giornale dei vescovi "Avvenire" e il settimanale "Famiglia Cristiana" si sono scagliati contro l´inchiesta giornalistica di "Repubblica" su quanto costa la Chiesa cattolica agli italiani, firmata da Curzio Maltese. Se aggiungiamo che anche Papa Benedetto XVI, ricevendo giovedì il nuovo ambasciatore d´Italia presso la Santa Sede, ha affrontato l´argomento (per spiegare che la Chiesa non ha mire di potere, non pretende privilegi, non aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale, perché ha un interesse profondo per il bene) allora è doveroso concludere che un´indagine giornalistica sta creando un effetto a catena nei Sacri Palazzi, forse perché il tema è in Italia inusuale.

 

"Avvenire" parla di "totali menzogne e mezze verità", mentre sottolinea come la Chiesa cattolica italiana "non goda di alcuna garanzia, perché dipende solo ed esclusivamente dagli italiani, che oggi la sostengono, domani chissà".

 

"Famiglia Cristiana" si domanda invece addirittura "chi vuole ridurre al silenzio i cattolici italiani" e denuncia gli "attacchi alla Chiesa", spiegandoli così: "I preti vengono visti e raccontati come libertini pedofili e molestatori sessuali, veri figli di Sodoma e Gomorra, mentre la Chiesa è rappresentata come un carrozzone fallimentare, simile alla Cassa per il Mezzogiorno, destinataria di aiuti di Stato".

 

Il giornale sostiene ancora che non c´è nulla di meglio di storie di sesso e soldi ("che comunque riguardano singoli individui") per "stuzzicare istinti morbosi" e ricorda, infine, l´importanza della presenza cattolica nel Paese, oltre al "prezzo più alto" pagato dal mondo cattolico al terrorismo e alla mafia. Perché, conclude il settimanale, "si pretende di bandire l´intelligenza cattolica dallo spazio pubblico"?

 

Rispondiamo brevemente, perché l´inchiesta di Maltese (che parla di soldi – lo ricordiamo – e non di sesso) non ha bisogno di difese e nelle prossime puntate si illustrerà da sola. Non sappiamo chi voglia "ridurre al silenzio" i cattolici, ma ammesso che qualcuno ne abbia l´intenzione, che cosa c´entra "Repubblica" e che cosa c´entra soprattutto il libero lavoro d´inchiesta di un giornale sul costo della Chiesa per gli italiani?

 

Condurre un´indagine giornalistica, raccogliere opinioni, presentare cifre e rendiconti presi da fonti ufficiali cattoliche, perché deve costituire una minaccia o addirittura un progetto per bandire il pensiero cattolico dallo spazio pubblico? Non ci risulta che esistano, magari in qualche clausola non conosciuta del Concordato, aree riservate e precluse al libero lavoro giornalistico. Oppure ai finanziamenti della Chiesa si deve applicare una sorta di inedita servitù giornalistica, non prevista per le altre istituzioni, italiane e occidentali, e in vigore soltanto nei Paesi non democratici?

 

2 - QUANTO CI COSTA LA CHIESA (L’INCHIESTA CHE HA SCATENATO LA RABBIA DEL VATICANO)

Curzio Maltese per La Repubblica

 

«Quando sono arrivato alla Cei, nel 1986, si trovavano a malapena i soldi per pagare gli stipendi di quattro impiegati». Camillo Ruini non esagera. A metà anni Ottanta le finanze vaticane sono una scatola vuota e nera. Un anno dopo l' arrivo di Ruini alla Cei, soltanto il passaporto vaticano salva il presidente dello Ior, monsignor Paul Marcinkus, dall' arresto per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. La crisi economica è la ragione per cui Giovanni Paolo II chiama a Roma il giovane vescovo di Reggio Emilia, allora noto alle cronache solo per aver celebrato il matrimonio di Flavia Franzoni e Romano Prodi, ma dotato di talento manageriale. Poche scelte si riveleranno più azzeccate.

 

Nel "ventennio Ruini", segretario dall' 86 e presidente dal ' 91, la Cei si è trasformata in una potenza economica, quindi mediatica e politica. In parallelo, il presidente dei vescovi ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico italiano e all' interno del Vaticano, come mai era avvenuto con i predecessori, fino a diventare il grande elettore di Benedetto XVI. Le ragioni dell' ascesa di Ruini sono legate all' intelligenza, alla ferrea volontà e alle straordinarie qualità di organizzatore del personaggio.

 

Ma un' altra chiave per leggerne la parabola si chiama "otto per mille". Un fiume di soldi che comincia a fluire nelle casse della Cei dalla primavera del 1990, quando entra a regime il prelievo diretto sull' Irpef, e sfocia ormai nel mare di un miliardo di euro all' anno. Ruini ne è il dominus incontrastato. Tolte le spese automatiche come gli stipendi dei preti, è il presidente della conferenza episcopale, attraverso pochi fidati collaboratori, ad avere l' ultima parola su ogni singola spesa, dalla riparazione di una canonica alla costruzione di una missione in Africa agli investimenti immobiliari e finanziari.

 

Dall' otto per mille, la voce più nota, parte l' inchiesta di Repubblica sul costo della chiesa cattolica per gli italiani. Il calcolo non è semplice, oltre che poco di moda. Assai meno di moda delle furenti diatribe sul costo della politica. Il "prezzo della casta" è ormai calcolato in quattro miliardi di euro all' anno. "Una mezza finanziaria" per "far mangiare il ceto politico". "L' equivalente di un Ponte sullo Stretto o di un Mose all' anno".

 

Alla cifra dello scandalo, sbattuta in copertina da Il Mondo e altri giornali, sulla scia di La Casta di Rizzo e Stella e Il costo della democrazia di Salvi e Villone, si arriva sommando gli stipendi di 150 mila eletti dal popolo, dai parlamentari europei all' ultimo consigliere di comunità montane, più i compensi dei quasi trecentomila consulenti, le spese per il funzionamento dei ministeri, le pensioni dei politici, i rimborsi elettorali, i finanziamenti ai giornali di partito, le auto blu e altri privilegi, compresi buvette e barbiere di Montecitorio.

 

Per la par condicio bisognerebbe adottare al "costo della Chiesa" la stessa larghezza di vedute. Ma si arriverebbe a cifre faraoniche quanto approssimative, del genere strombazzato nei libelli e in certi siti anticlericali. Con più prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all' anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale.

 

La prima voce comprende il miliardo di euro dell' otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell' ora di religione («Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire», nell' opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c' è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all' ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell' ultimo decennio, di 250 milioni.

 

A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un' inchiesta dell' Unione Europea per "aiuti di Stato". L' elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l' Ici (stime "non di mercato" dell' associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l' elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l' Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini.

 

Il totale supera i quattro miliardi all' anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all' anno, più qualche decina di milioni. La Chiesa cattolica, non eletta dal popolo e non sottoposta a vincoli democratici, costa agli italiani come il sistema politico. Soltanto agli italiani, almeno in queste dimensioni. Non ai francesi, agli spagnoli, ai tedeschi, agli americani, che pure pagano come noi il "costo della democrazia", magari con migliori risultati. Si può obiettare che gli italiani sono più contenti di dare i soldi ai preti che non ai politici, infatti se ne lamentano assai meno. In parte perché forse non lo sanno.

 

Il meccanismo dell' otto per mille sull' Irpef, studiato a metà anni Ottanta da un fiscalista all' epoca "di sinistra" come Giulio Tremonti, consulente del governo Craxi, assegna alla Chiesa cattolica anche le donazioni non espresse, su base percentuale. Il 60 per cento dei contribuenti lascia in bianco la voce "otto per mille" ma grazie al 35 per cento che indica "Chiesa cattolica" fra le scelte ammesse (le altre sono Stato, Valdesi, Avventisti, Assemblee di Dio, Ebrei e Luterani), la Cei si accaparra quasi il 90 per cento del totale.

 

Una mostruosità giuridica la definì già nell' 84 sul Sole 24 Ore lo storico Piero Bellini. Ma pur considerando il meccanismo "facilitante" dell' otto per mille, rimane diffusa la convinzione che i soldi alla Chiesa siano ben destinati, con un ampio "ritorno sociale". Una mezza finanziaria, d' accordo, ma utile a ripagare il prezioso lavoro svolto dai sacerdoti sul territorio, la fatica quotidiana delle parrocchie nel tappare le falle sempre più evidenti del welfare, senza contare l' impegno nel Terzo Mondo. Tutti argomenti veri. Ma "quanto" veri?

 

Fare i conti in tasca al Vaticano è impresa disperata. Ma per capire dove finiscono i soldi degli italiani sarà pur lecito citare come fonte insospettabile la stessa Cei e il suo bilancio annuo sull' otto per mille. Su cinque euro versati dai contribuenti, la conferenza dei vescovi dichiara di spenderne uno per interventi di carità in Italia e all' estero (rispettivamente 12 e 8 per cento del totale). Gli altri quattro euro servono all' autofinanziamento. Prelevato il 35 per cento del totale per pagare gli stipendi ai circa 39 mila sacerdoti italiani, rimane ogni anno mezzo miliardo di euro che il vertice Cei distribuisce all' interno della Chiesa a suo insindacabile parere e senza alcun serio controllo, sotto voci generiche come "esigenze di culto", "spese di catechesi", attività finanziarie e immobiliari.

 

Senza contare l' altro paradosso: se al "voto" dell' otto per mille fosse applicato il quorum della metà, la Chiesa non vedrebbe mai un euro. Nella cultura cattolica, in misura ben maggiore che nelle timidissime culture liberali e di sinistra, è in corso da anni un coraggioso, doloroso e censuratissimo dibattito sul "come" le gerarchie vaticane usano il danaro dell' otto per mille «per troncare e sopire il dissenso nella Chiesa». Una delle testimonianze migliori è il pamphlet "Chiesa padrona" di Roberto Beretta, scrittore e giornalista dell' Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

 

Al capitolo "L' altra faccia dell' otto per mille", Beretta osserva: «Chi gestisce i danari dell' otto per mille ha conquistato un enorme potere, che pure ha importantissimi risvolti ecclesiali e teologici». Continua: «Quale vescovo per esempio - sapendo che poi dovrà ricorrere alla Cei per i soldi necessari a sistemare un seminario o a riparare la cattedrale - alzerà mai la mano in assemblea generale per contestare le posizioni della presidenza?».

 

«E infatti - conclude l' autore - i soli che in Italia si permettono di parlare schiettamente sono alcuni dei vescovi emeriti, ovvero quelli ormai in pensione, che non hanno più niente da perdere». A scorrere i resoconti dei convegni culturali e le pagine di "Chiesa padrona", rifiutato in blocco dall' editoria cattolica e non pervenuto nelle librerie religiose, si capisce che la critica al "dirigismo" e all' uso "ideologico" dell' otto per mille non è affatto nell' universo dei credenti.

 

Non mancano naturalmente i "vescovi in pensione", da Carlo Maria Martini, ormai esiliato volontario a Gerusalemme, a Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia, che descrive così il nuovo corso: «I vescovi non parlano più, aspettano l' input dai vertici. Quando fanno le nomine vescovili consultano tutti, laici, preti, monsignori, e poi fanno quello che vogliono loro, cioè chiunque salvo il nome che è stato indicato». Il già citato Vittorio Messori ha lamentato più volte "il dirigismo", "il centralismo" e "lo strapotere raggiunto dalla burocrazia nella Chiesa".

 

Alfredo Carlo Moro, giurista e fratello di Aldo, in uno degli ultimi interventi pubblici ha lanciato una sofferta accusa: «Assistiamo ormai a una carenza gravissima di discussione nella Chiesa, a un impressionante e clamoroso silenzio; delle riunioni della Cei si sa solo ciò che dichiara in principio il presidente; i teologi parlano solo quando sono perfettamente in linea, altrimenti tacciono».

 

La Chiesa di vent' anni fa, quella in cui Camillo Ruini comincia la sua scalata, non ha i soldi per pagare gli impiegati della Cei, con le finanze scosse dagli scandali e svuotate dal sostegno a Solidarnosc. La cultura cattolica si sente derisa dall' egemonia di sinistra, ignorata dai giornali laici, espulsa dall' universo edonista delle tv commerciali, perfino ridotta in minoranza nella Rai riformata. Eppure è una Chiesa ancora viva, anzi vitalissima.

 

Tanto pluralista da ospitare nel suo seno mille voci, dai teologi della liberazione agli ultra tradizionalisti seguaci di monsignor Lefebrve. Capace di riconoscere movimenti di massa, come Comunione e Liberazione, e di "scoprire" l' antimafia, con le omelie del cardinale Pappalardo, il lavoro di don Puglisi a Brancaccio, l' impegno di don Italo Calabrò contro la 'ndrangheta. Dopo vent' anni di "cura Ruini" la Chiesa all' apparenza scoppia di salute. È assai più ricca e potente e ascoltata a Palazzo, governa l' agenda dei media e influisce sull' intero quadro politico, da An a Rifondazione, non più soltanto su uno.

 

Nelle apparizioni televisive il clero è secondo soltanto al ceto politico. Si vantano folle oceaniche ai raduni cattolici, la moltiplicazione dei santi e dei santuari, i record di audience delle fiction di tema religioso. Le voci di dissenso sono sparite. Eppure le chiese e le sagrestie si svuotano, la crisi di vocazioni ha ridotto in vent' anni i preti da 60 a 39 mila, i sacramenti religiosi come il matrimonio e il battesimo sono in diminuzione. Il clero è vittima dell' illusoria equazione mediatica "visibilità uguale consenso", come il suo gemello separato, il ceto politico.

 

Nella vita reale rischia d' inverarsi la terribile profezia lanciata trent' anni fa da un teologo progressista: «La Chiesa sta divenendo per molti l' ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l' ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo». Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger. (Hanno collaborato Carlo Pontesilli e Maurizio Turco)

 

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4 mld sono un po' tanti....

 

L'attacco feroce a Repubblica ricorda tanto certi politici.. Meglio non entrare nel merito in Vaticano, vero?

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Beh che dire se non che la verità fà male? Una sinistra seria farebbe campare la chiesa solo con i soldi delle offerte della domenica. E se fosse per me neanche con quelli  :D

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Scandalizzarsi per le inchieste di questo tipo è assolutamente ridicolo. Anche secondo me ci sono esagerazioni, come ad esempio l'inclusione delle spese per il Giubileo del 2000 nei "costi della Chiesa" (visto che si è trattato, al contrario, di un investimento cospicuo per il turismo). Ma l'Avvenire che si lamenta della faziosità di Repubblica è il classico asino che dà del cornuto al bue!

 

Non entro comunque nel merito delle critiche di Maltese alla Chiesa, anche perché alcune affermazioni mi sembrano tanto generiche da sfociare nel qualunquismo (il potere di Ruini, le parole di Ratzinger decontestualizzate...). Non voglio certo difendere la Chiesa, però ho visto inchieste fatte meglio.

 

Se fossimo su Wikipedia avrei aggiunto diversi {{citazione necessaria}} all'articolo che apre il thread.  :love:

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Guest Aleister

Senza entrare nel merito dell'agire della Chiesa, che secondo me non sempre opera nel modo migliore, sono dell'idea che raramente soldi siano spesi meglio che nella Chiesa Cattolica, qua in Italia :love:

Intendo che, senza entrare nel particolare dove talvolta discordo per modalità e tipologia di azione, c'è da fare di tutto per impedire sfaldamenti, degrado ed eventuali problemi di sopravvivenza e azione per la Chiesa. La mancanza di denaro potrebbe sicuramente costituire un grosso ostacolo alla sopravvivenza.

 

Questo ovviamente è sotto il mio punto di vista :love:

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Aleister, avevo già offerto alla tua riflessione questo articolo mettendone il link nel topic "Cristianesimo e omosessualità". Là non hai ritenuto di dovermi rispondere, mentre qui ci esponi la tua valutazione:

"sono dell'idea che raramente soldi siano spesi meglio che nella Chiesa Cattolica".

 

Questo, che a mio avviso è un luogo comune, viene ampiamente contestato proprio nell'articolo che tu commenti. Ma tu butti lì la tua "idea" senza motivarla...

Dovresti spiegare come e perché. secondo te, i soldi dell'8 per mille (assegnati alla Chiesa con il perverso meccanismo illustrato dall'articolo e gestiti dai vertici della CEI) sono da considerarsi "ben spesi". In questo modo il tuo intervento arricchirebbe il dibattito: il tuo rispettabilissimo "punto di vista", in un topic di questo tipo, dovrebbe appunto confrontarsi con "la notizia".

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Guest Aleister

L'ho già detto perché, in realtà, ma lo esplicito il più chiaramente possiibile: secondo me la Chiesa è un bene ed è di importanza capitale che perseveri, è un polo spirituale a cui, allo stato attuale, non è possibile rinunciare. Poi capisco che al giorno d'oggi la gente, perturbata dal materialismo imperante, preferisca un'enorme quantità di sprechi, o acquistare una serie di oggetti costosissimi e perfettamente inutili senza batter ciglio, anziché una briciola dei propri soldi vada a sovvenzionare la Chiesa :love:

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Senza entrare nel merito dell'agire della Chiesa, che secondo me non sempre opera nel modo migliore, sono dell'idea che raramente soldi siano spesi meglio che nella Chiesa Cattolica, qua in Italia :love:

Intendo che, senza entrare nel particolare dove talvolta discordo per modalità e tipologia di azione, c'è da fare di tutto per impedire sfaldamenti, degrado ed eventuali problemi di sopravvivenza e azione per la Chiesa. La mancanza di denaro potrebbe sicuramente costituire un grosso ostacolo alla sopravvivenza.

 

Questo ovviamente è sotto il mio punto di vista :gha:

 

Guarda ti dico solo che un cardinale molto famoso ha speso ben 500000 euro per ristrutturare un appartamento di 60 metri quandri.  :love:

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anziché una briciola dei propri soldi vada a sovvenzionare la Chiesa :love:

 

Una briciola? 4 mld una briciola?

 

Per me l'Italia li può anche dare quei soldi alla santa sede, ma le prentendano dalle offerte la domenica in chiesa, non dal mio Irpef. COn 4 mld di euro si cambia la faccia alla sanità in Italia. Oppure mettetela come tassazione aggiuntiva. Se io voglio pago l'8%0 dell mio irpef e finanzio la santa sede, ma è una mia scelta libera e consapevole, non un obbligo. Scommettiamo che nessuno più la pagherebbe?

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Aleister

volevo appunto invitarti a commentare la notizia (i dati forniti da Maltese nella sua inchiesta e la reazione di Avvenire e Famiglia Cristiana) e a non fare solo affermazioni di tipo ideologico.

 

Se non ti piace l'esempio portato da Sugar, te ne fornisco uno io con i dati:

in "una grande città del Nord" che ti lascio indovinare... è stata realizzata una nuova chiesa da 1000 posti della quale la città non aveva nessun bisogno; nella mente del vescovo doveva essere una "nuova cattedrale" ma per usufruire dei finanziamenti dell'8 per mille è stata presentata come "nuova parrocchia". Quasi la metà dei preti della diocesi, interpellati con voto segreto, si è dichiarata contraria alla realizzazione di questa chiesa. Bene, la chiesa è stata fatta lo stesso, come puoi leggere in questo articolo:

http://www.cdbchieri.it/rassegna_stampa_2005/carlevaris_cattedrale.htm

da cui traggo una critica che c'entra molto con il soggetto dibattuto in questo topic. E sono parole di un prete, non di un giornalista:

chiedete i soldi dell'8 per mille mostrando le immagini della suora o del prete che va nella casa dei poveri, e invece voi i soldi li spendete per mettere su delle cattedrali che non hanno più alcun senso oggi

 

Poi magari vai a vedere come e quanto è utilizzata quella chiesa realizzata coi soldi dei contribuenti, sia attraverso l'8 per mille ma anche attraverso i contributi della Regione, della Provincia, del Comune, del Ministero delle Finanze, delle banche e tutti quelli che vengono ringraziati dalla Diocesi:

http://www.diocesi.torino.it/santovolto2006/indice.htm

 

E infine spiegami perché dovremmo essere contenti che i nostri soldi vadano a finanziare, anche contro la nostra volontà, questo tipo di iniziative (sempre che tu abbia capito il meccanismo dell'8 per mille che tanto ti piace).

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Guest Aleister

Non ho mai detto che la Chiesa sia un organismo perfetto e sano. Da una 50ina di anni c'è stato un notevole declino, secondo me, e questo senz'altro è dovuto alla progressiva "corruzione" che l'incedere della modernità ha operato anche sulla Chiesa Cattolica, come su tutto il resto.

 

Da qualche anno la Chiesa ha assunto il volto di una azienda.

 

Probabilmente nella mente degli attuatori tutto ciò è conforme all'adattamento ritenuto necessario per sopravvivere ai tempi in cui ci troviamo, basti pensare alla deformazione o completa rimozione di certi simboli fondamentali e quindi, a mio avviso, insostituibili.

Purtroppo questo modo di agire ha portato ai problemi che affliggono qualunque organismo così strutturato e di simili dimensioni, incluso lo spreco.

 

Mi chiedi dispiegarti perché dovresti essere contenta tu di pagare l'8x1000, ma al massimo posso spiegarti perché sono contento io, se ancora non è chiaro: la Chiesa è il grande baluardo religioso occidentale. Già allo stato attuale la spiritualità in occidente è gravemente compromessa, talvolta assente e spesso deformata nei modi più astrusi: la Chiesa non è certamente quella che vorrei, ma è certamente meglio così che assente :love:

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Già allo stato attuale la spiritualità in occidente è gravemente compromessa, talvolta assente e spesso deformata nei modi più astrusi: la Chiesa non è certamente quella che vorrei, ma è certamente meglio così che assente :love:

Curioso il tuo punto di vista, considerando che la più grande adulteratrice e violentatrice di religioni che si ricordi nella storia dell'uomo è proprio la Chiesa, da sempre intenta a storpiare, rivisitare e in genere riadattare a suo uso e consumo le sue stesse radici prim'ancora che altre tradizioni. A mio avviso, chiunque abbia a cuore la tradizione spirituale occidentale, dovrebbe parimenti avere in sommo odio la Chiesa.

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Guest Aleister

Eru la questione è semplice: cosa al posto della Chiesa?

Chi può guidare le persone nel loro percorso spirituale via dal crescente egoismo, razionalismo e materialismo?

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Aleister, sei pure anti-conciliare?

 

In effetti quando la chiesa esigeva le DECIME invece di questo misero 8 per mille, la spiritualità occidentale era al suo apogeo, mi immagino.

 

La Chiesa non è mai stata tanto pura come oggi.

Mai come oggi evita di mescolarsi con il potere temporale, come ai tempi dello Stato Pontificio.

Mai come ora è combattutto il nepotismo e la corruzione.

Vi ricordate le Indulgenze?

E le parole di fuoco di Dante contro i Papi che mettevano figli e figliocci in ogni carica...

 

La Chiesa oggi è migliore.

E non per l'Ecumenismo; sepolto ancora in fasce da Wojitila e Ratzinger.

Non perchè ora le Crociate le fanno i Protestanti o perchè l'Index Librorum Prohibitorum piace più all'Islam...

 

No.

La Chiesa oggi è migliore perchè sono di più coloro che la criticano e non può più permettersi di indulgere nella corruzione di un tempo.

Il mondo è più democratico e la Chiesa non nasconde altrettanto bene le proprie falle.

 

Materialismo? Individualismo?

Mali di quale società? Della nostra?

 

Mi sembra di sentir parlare Catone...

Come se l'Oro piacesse più agli Impiegati di oggi che agli Operai di ieri o ai Contadini dell'altro ieri!

Come se vivessero nel Lusso più l'attuale Presidente del Consiglio, che il Re d'Italia o l'Imperatore di Roma!

 

Ma suvvia!

Quale materialismo vedete che non sia stato sempre identico, se non inferiore!

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Guest Aleister

Almadel, c'è poco da discutere, parliamo su due piani diversi. L'attaccamento ai beni terreni c'è sempre stato, ed è sempre stato un "peccato" commesso da tutti gli uomini, ora come prima. Quello che era molto minore è il modo di indulgere. Non c'è quasi più un sentimento simile nella gente, e quelli che ancora lo mantengono sono etichettati dagli altri come bigotti, o come repressi :love:

C'è un chiaro rovesciamento dei valori.

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Almadel, non capivo sulle prime quale fosse l'allusione nascosta nella "cinquantina d'anni": poi, contando faticosamente sulle dita, sono arrivata alla conclusione che Aleister si riferisse davvero al Concilio come inizio della decadenza della Chiesa cattolica.

Allora, Aleister, temo che tu abbia le idee un po' confuse: questa tua frase

 

la Chiesa è il grande baluardo religioso occidentale.

 

che esprime un tipo di visione fortemente anti-conciliare, è del tutto coerente con quello del Papa attualmente regnante: poi però le conseguenze logiche sono, mi dispiace dirlo, quelle che illustra Maltese nella sua inchiesta. E, per inciso, anche il fatto che la Chiesa cattolica di oggi se la prenda tanto con l'omosessualità.

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Ah, Clara!

Mi par chiaro da quale piano scriva Aleister, no?

Se non stiamo buoni ci cita i "Protocolli dei Savi di Sion"(o meglio ce li avrebbe citati, se adesso gli Ebrei non fossero una sorta di nuovo baluardo occidentale)  :love:

 

Io capisco, anche, questa difesa dei valori occidentali.

Quanto opere mirabili ha fatto l'Europa!

 

Peccato che non ci sia libro, dipinto, musica, antibiotico, scoperta o invenzione

che sia possibile attribuire a un prete cattolico.

 

E quasi non ve ne sono che non provengano da atei, Ebrei, pagani, cristiani dissidenti od omosessuali.

(Salvi i casi in cui la Chiesa abbia messo - come per la Cappella Sistina - l'unica cosa di cui ha da vantarsi: il DENARO)

 

E con che ONORE la Chiesa Cattolica si pone in Europa!

Quale mirabile baluardo dell'Occidente è l'Italia, di fronte alle protestanti Germania e Gran Bretagna!

 

E con che ONORE nel Mondo!

Il meraviglioso Sud America cattolico quanto fa sfigurare il Nord America!

 

Il Razionalismo contro cui si scaglia Aleister è l'UNICA EREDITA' dell'Età Classica, sopita da secoli di Irrazionalismo.

Dove si costruivano acquedotti, s'è tornati alle capanne; dove si mettevano in scena Tragedie, si son rappresentate processioni e carnevalate; dove si applicava lo Ius Romanum, s'è preferito l'arbitrio di sovrani "investiti da Dio".

 

Quando noi lodiamo l'Occidente, Clara; pensiamo a TUTTO quello che la Chiesa ha osteggiato.

Soprattutto quando lo lodiamo contrapponendo all'Islam, per esempio...

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Guest Aleister

Preciso soltanto che per me nessuna forma tradizionale è superiore all'altra :love:

 

Per il resto concludo qui i miei interventi, è stato un piacere :love:

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Guarda ti dico solo che un cardinale molto famoso ha speso ben 500000 euro per ristrutturare un appartamento di 60 metri quandri.  :gh:

 

Ovviamente saranno 60 mq in un palazzo storico e meritano anche il costo (cmq non poco,lo ha foderato in oro? :gha:)

 

Il problema è che la chiesa cattolica e in genere le chiese cristiane e non cristiane (pensiamo alle ricchezze degli imam iraniani che sono state la motivazione principale della rivolta contro lo scià che voleva metterci sopra le mani) sono ricchissime.

Solo i beni artistici del Vaticano messi in vendita basterebbero a sfamare la gente che muore di fame in Africa per decenni  ;)

Chiaro c'è pure un problema di conservazione dei beni artistici che sono patrimonio comune dell'umanità... però è stridente il contrasto tra preti che prima predicano l'amore del prossimo e l'aiuto ai poveri e gli stessi preti che vivono in palazzi enormi tra ricchezze sfacciate,portano abiti e gioielli sfarzosi come primedonne  :awk:

La tradizione?

Ma san Pietro non era un pescatore e i primi cristiani non erano la feccia della società,schiavi,liberti,sfruttati etc?

 

Sul baluardo dell'occidente di Aleister poi...  :cry:

Per noi gay è stato un bel baluardo peccato che usava il fuoco dei roghi  :gh:

C'è solo da sperare che il serpente non rialzi la testa,magari mettendosi assieme al dragone islamico che adesso francamente mi sembra più pericoloso.

Altro che baluardo dell'occidente  ;) 

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Ma insomma, Aleister, dai... Non vorrai mica dirmi che credi ancora che la Chiesa esista veramente per altri scopi oltre alla propria sopravvivenza (come d'altronde ogni altra forma politica)?

Se la Chiesa volesse veramente difendere dal materialismo e bla bla bla farebbe come il San Francesco dei Fioretti a predicare vestita di sacco tra la gente, invece che dettare dei diktat oculatamente scelti per non lasciare nessuna libertà di pensiero e azione (oddio ho fatto la citazione... e che citazione! Che Dio mi salvi...). Lo Stato Italiano e la Chiesa vivono in simbiosi. La Chiesa li plasma a sua immagine e somiglianza (ovvero a suo uso e consumo) lo stato li imbonisce con la sicurezza e i diritti e bla bla bla e la FIAT fornisce le macchine per tutti.

La Chiesa non nasce da una necessità: è la necessità che nasce dalla Chiesa!

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La Repubblica ha fatto bene a scrivere quell'inchiesta sulla Chiesa Cattolica, siamo in un paese democratico, e più che legittimo esprimere opinioni e diffondere informazione come ha fatto la repubblica

 

Allo stesso modo la chiesa ha fatto bene a Scomunicare la Repubblica, la comunità cattolica richiede un certo comportamento per esserne parte, e se qualcuno non rispetta questi doveri comportamentali è giusto che ne sia escluso

 

Se la Chiesa volesse veramente difendere dal materialismo e bla bla bla farebbe come il San Francesco dei Fioretti a predicare vestita di sacco tra la gente, invece che dettare dei diktat oculatamente scelti per non lasciare nessuna libertà di pensiero e azione (oddio ho fatto la citazione... e che citazione! Che Dio mi salvi...).

 

Dubito che la chiesa seguirebbe il tuo consiglio, sempre  che al papa non venga in ictus al cervello

 

Secondo te una chiesa, indifferentemente se buona o cattiva del tuo punto di vista, ha più possibilità di agire con una certa quantità di capitale o facendo San Francesco?

San Francesco Rinnovo la dimensione morale del mondo e della chiesa stessa, ma i bambini dee paesi poveri e devastati da malattie carestie e guerre non li salvi con i buoni propositi ma attraverso mezzi e opere che hanno un costo in capitale, spesso non indifferente!

 

Inoltre la chiesa ha una sua visione non democratica dello stato e della società, non impone nessun obbligo, combatte solo perchè si arrivi a una società fondata sui valori cattolici attraverso i mezzi democratici

 

Naturalmente non condivido molte idee della chiesa cattolica, ma non si può certo accusarla di tiranneggiare, siamo in un paese democratico, se la maggioranza degli individui desidera una società sul modello dei valori cattolici, c'è poco da fare, non possiamo imporre le nostre idee di uguaglianza e rispetto reciproche alla gente, al massimo possiamo dare il buon esempio guidati dalla saggezza e dalla compassione verso il prossimo, non certo scagliandoci contro un istituzione che per quanto possa non piacere, non è il male in persona

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Kropotkin (e altri)

in questo topic non si sta discutendo di una scomunica, semplicemente perché scomunica non c'è stata... Il titolo

La Chiesa scomunica Repubblica

è una trovata giornalistica per cercare di sintetizzare la notizia e non è molto felice: in questo caso la chiesa cattolica non ha scomunicato nessuno, tantomeno un giornale... (che non è tecnicamente scomunicabile!).

 

Meglio hanno fatto quei siti che hanno titolato

Avvenire scomunica Repubblica

dimenticando però di aggiungere anche Famiglia Cristiana... Comunque almeno quest'ultimo titolo rende meglio l'idea che si tratta di una polemica tra giornali e usa il termine scomunica in modo ironico.

 

Qui si discute "solo" (e scusa se è poco!) di quanto costa la chiesa cattolica ai cittadini italiani, partendo proprio dai dati contenuti nell'inchiesta di Curzio Maltese...

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Ezio Mauro per “la Repubblica”

 

 

«Finiamola». Con questo invito che ricorda un ordine il Cardinal Segretario di Stato della Santa Sede, Tarcisio Bertone ha preso ieri pubblicamente posizione contro l´inchiesta di Repubblica sul costo della Chiesa per i contribuenti italiani, firmata da Curzio Maltese. «Finiamola con questa storia dei finanziamenti alla Chiesa – ha detto testualmente il cardinal Bertone –: l´apertura alla fede in Dio porta solo frutti a favore della società». Per poi aggiungere: «C´è un quotidiano che ogni settimana deve tirare fuori iniziative di questo genere. L´ora di religione è sacrosanta».

 

Non ci intendiamo di santità, dunque non rispondiamo su questo punto. Ma non possiamo non notare come il tono usato da Sua Eminenza sia perentorio e inusuale in qualsiasi democrazia: più adatto a un Sillabo. L´attacco vaticano riguarda un´inchiesta giornalistica che analizza i costi a carico dei cittadini italiani per la Chiesa cattolica, dalle esenzioni fiscali all´otto per mille, al finanziamento alle scuole private, all´ora di religione: altre puntate seguiranno, finché il piano di lavoro non sia compiuto.

 

Finiamola? E perché? Chi lo decide? In nome di quale potestà? Forse la Santa Sede ritiene di poter bloccare il libero lavoro di un giornale a suo piacimento? Pensa di poter decidere se un´inchiesta dev´essere pubblicata «ogni settimana» o con una diversa cadenza? E´ convinta che basti chiedere la chiusura anticipata di un´indagine giornalistica per evitare che si discuta di «questa storia»? Infine, e soprattutto: non esiste più l´imprimatur, dunque persino in Italia, se un giornale crede di «tirar fuori iniziative di questo genere» può farlo. Salvo incorrere in errori che saremo ben lieti di correggere, se riceveremo richieste di rettifiche che non sono arrivate, perché nessun punto sostanziale del lavoro d´inchiesta è stato confutato.

 

La confutazione, a quanto pare, anche se è incredibile dirlo, riguarda la legittimità stessa di affrontare questi temi. Come se esistesse, lo abbiamo già detto, un´inedita servitù giornalistica dell´Italia verso la Santa Sede, non prevista per le altre istituzioni italiane e straniere, ma tipica soltanto di Paesi non democratici. In più, Sua Eminenza è il Capo del governo di uno Stato straniero che chiede di «finirla» con il libero lavoro d´indagine (naturalmente opinabile, ma libero) di un giornale italiano. Dovrebbe sapere che in Occidente non usa. Mai.

 

Stupisce questa reazione quando si parla non dei fondamenti della fede, ma di soldi. E tuttavia se la Chiesa – com´è giusto – vuole far parte a pieno titolo del discorso pubblico in una società democratica e trasparente, non può poi sottrarsi in nome di qualche sacra riserva agli obblighi che quel discorso pubblico comporta: per tutti i soggetti, anche quelli votati al bene comune. Anche questo è un aspetto della sfida perenne, e contemporanea, tra democrazia e religione.

 

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Concordo a pieno con Ezio Mauro. Spiace però che simili moti d'orgoglio li abbiano solo quando ad essere attaccato è il loro lavoro e non quando l'ingerenza è di altra natura.

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