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San Diego approva risoluzione pro-matrimoni gay


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San Diego approva risoluzione pro-matrimoni gay

 

San Diego (California) - settembre 2007 - Il consiglio comunale e il sindaco della Città di San Diego hanno scelto in questi giorni di mettere la firma della Città californiana dalla reputazione conservatrice a un memorandum in favore dei matrimoni tra gay da inviare alla Corte Superma della California in occasione della battaglia legale per i matrimoni tra gay, come hanno fatto molte altre Città californiane, tra cui Los Angeles, San Jose, Long Beach, Oakland, W Hollywood, ecc per non parlare di San Francisco.

 

Giorni fa il Sindaco aveva annunciato di porre il veto a questa iniziativa, poichè schierato con il manitenimento dello status quo (unioni civili simil-nuziali ma no al matrimonio vero) lasciando i gay con l'amaro in bocca e la speranza che il Consiglio comunale votasse per ignorare tale veto; poi invece ha cambiato totalmente idea pensando ai gay membri del suo staff e della sua famiglia, fra cui la sua figlia lesbica e, tra le lacrime, ha annunciato pubblicamente la sua adesione all'iniziativa... spiegando che il concetto di "separate but equal" non è un qualcosa che può appoggiare e che non sarebbe più riuscito a guardare in faccia sua figlia se avesse continuato ad aderire alla linea politica secondo cui la sua vita affettiva valeva di meno del matrimonio di lui e sua moglie.

 

Il video dell'annucio è qui (a me ha fatto venire i brividi, quasi piangere):

http://cbs5.com/video/?id=26888@kpix.dayport.com

 

Intanto, dal piccolo Stato USA del Maryland arriva la notizia che la Corte Suprema (lì chiamata Court of Appeals) ha rovesciato una sentenza di grado inferiore (pro-matrimoni tra gay) e quindi respinto la richiesta della comunità gay locale mirante a dichiarare discriminatorio, quindi incostituzionale, illegale, il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso.

La Corte, dopo un esame di nove lunghi mesi, ha emesso una inaspettata sentenza di rifiuto nella quale dà ragione in tutto e per tutto alle tesi dei gruppi religiosi omofobici e dell'amministrazione statale, che fin da subito si è fermamente opposta alla battaglia legale della comunità gay. La sentenza emessa è stata giudicata da molti (me incluso) allucinante, molto ma molto superficiale, e piena di distorsioni della realtà. Secondo la Corte, ad esempio, le leggi matrimoniali non violano il principio di nondiscriminazione sulla base del sesso poichè sia gli uomini che le donne possono sposarsi con una persona del sesso opposto; un po' come se esaminando i divieti verso i matrimoni tra persone di razza diversa (cioè tra bianchi e neri) molto in voga in USA nei decenni passati, la Corte avesse affermato che le leggi non discriminano sulla base della razza poichè sia i bianchi sia i neri possono sposarsi con una persona della loro stessa razza (manca totalmente la consapevolezza che il diritto all'eguaglianza, quindi a non essere discriminati, sulla base della razza, del sesso, ecc è un diritto della persona e non di gruppi, di categorie, e la consapevolezza che il diritto a sposarsi implica per definizione il poter sposare "la persona di propria scelta"). Sempre secondo la Corte, inoltre, la richiesta delle organizzazioni omosessuali non rientrerebbe nel generico diritto al matrimonio ma in un nuovo, mai visto, diritto... quello al matrimonio con una persona del proprio sesso. E così via assurdità dopo assurdità.

 

In risposta, le principali organizzazioni gay dello Stato (sconcertate dalla sentenza) si sono dette pronte a battersi affinchè il Parlamento dello Stato intervenga in proposito, avendo il coraggio di fare ciò che i giudici supremi locali si sono rifiutati di fare: permettere anche ai gay di sposarsi. Ma la strada è in salita: il governatore dello Stato non sembra essere d'accordo. E' possibile che entro breve ne esca fuori un temporaneo compromesso (delle unioni registrate o roba del genere), ma anche no.

Per consultare la sentenza ( http://mdcourts.gov/opinions/coa/2007/44a06.pdf )

 

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In America c'è un principio di common law e quindi possono uscire esiti diversi delle Corti

preposte a legiferare sul matrimonio gay come mostra il caso del Maryland. Ma questi pronunciamenti sono comunque espressione di una società che dibatte e si interroga apertamente su questioni scottanti e sono positivi in quanto tali, anche perché credo che daranno materia alle opposte rivendicazioni ed eccezioni dei gay e delle lesbiche.

 

Il caso di S. Diego è emozionante e bellissimo, c'è dietro tutta una civiltà positiva d'ordine sia etico che giuridico. In ultima analisi, il travaglio del Sindaco rinvia alla presenza espressa attiva di gay e lesbiche (i suoi collaboratori, la figlia) nella società civile, e quindi al loro potere di esercitare una pressione (in questo caso quasi una pressione passiva, qualcosa che pesava nella coscienza del Sindaco), al principio di uguaglianza, e a quel diritto alla felicità che è enunciato fin dall'inizio nella costituzione degli americani.

 

Grazie a Equal di tenerci informati e aggiornati sul tema consultando le fonti originali.  :kiss:

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