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Comitiva Gay


Guilty_Boy

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Guilty_Boy

In primis, spero di non aver sbagliato la sezione del forum purtroppo sn nuovo di quì, cmq vi ho scritto per avere un vostro parere. Sono quasi tre anni che, attraverso dure ricerche nella rete, sono riuscito a trovare diversi ragazzi e ragazze gay e lsb "poco visibili" della mia città formando una comitiva (che in passato è arrivata a raggiungere anche le 15 persone!). Ora siamo molto affiatati, frequentiamo locali, bar e disco "gaye" e stiamo bene insieme. Nonostante ciò, ogni volta che parlo di comitive d questo genere, gli altri ragazzi gay c restano un po' diffidenti, o addirittura scandalizzati come se fosse una cosa anormale.. secondo voi perchè?

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Non lo sò io pure ho fatto la stessa cosa a Civitavecchia ma diversamente da te gli altri mi chiedono se facciamo le orgie e ci rimangono male quando rispondo di no dicendo che non gl'interessa :salut:

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DaveKawena82

Ma non ho capito se sono scandalizzati dal fatto che avete formato una comitiva e che queindi siete affiatati (e quindi, secondo uno stupido stereotipo, anche esplicitatamente gay, leggi ostentate le vostre scelte sessuali) o perchè siete poco visibili. In tutti e due casi il motivo dello scandalo mi sembra palese: invidia! Non ci sono riusciti loro quindi criticano voi! Comunissimi meccanismi psicologici di proiezione su altri di difetti propri.

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E' capitato anche a me,soprattutto in passato... pura invidia nel sapere che qualcuno riesce a fare una vita sociale normale e avere amicizie non associando ogni minima cosa al fare sesso con qualcuno!

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e se invece lo vedessere come una ghettizzazione? ovvero: visto che siete gay uscite solo con gay?Quindi lo interpretano come una cosa negativa perchè sembra una fuga?Sono solo idee buttate li eh? io non ho mai avuto una comitiva gay, e non ho mai vissuto niente del genere, quindi non posso realmente sapere quale sia la visione degli altri... solo potrebbe anche essere questa.

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Parlo personalmente, ma quando capitava a me, chi muoveva le critiche era gente che una vita al di fuori del giro di altri gay non aveva, e quel poco che faceva era muoversi da un letto all'altro e da una sauna all'altra, ed erano in tanti, da giovani a vecchie ciabatte!

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Parlo personalmente, ma quando capitava a me, chi muoveva le critiche era gente che una vita al di fuori del giro di altri gay non aveva, e quel poco che faceva era muoversi da un letto all'altro e da una sauna all'altra, ed erano in tanti, da giovani a vecchie ciabatte!
Concordo pienamente!Io sulla ghettizzazione avrei molto da dire: secondo me è inevitabile e necessaria e sono dell'idea che alla fine piace anche a noi gay per varie ragioni, il fatto stesso di scrivere su questo forum io l vedo come una forma di ghettizzazioneIo non considero uno scandalo la ghettizzazione a condizione che le porte del ghetto non siano chiuse!
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cioè saresti favorevole anche ai quartieri gay e alle squadre sportive per soli gay e agli alberghi e cose così? :look:La ghettizzazione è sempre negativa, perchè non si tratta di frequentare anche gay o posti per gay, ma solo quelli. Altrimenti non è ghettizzazione.

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Il termine ghetto/ghettizzazione sono usati a sproposito, se riferiti alla volontà degli omosessuali di stare assieme: volontà e desiderio sani e sacrosanti, visto che secoli e secoli di società e storia non fanno che volerli separati, marginali, invisibili. Il ghetto era un recinto nel quale gli ebrei erano «rinchiusi». «Vi chiudete in un ghetto!» è tra le tante accuse lanciate contro gli/le omosessuali quella più ridicola, e anche quella storicamente più indigeribile.Ci dispiace dover ricordare che il ghetto fu recinto obbligatorio per il popolo ebraico istituito dalla Chiesa cattolica. Non ci si rinchiudeva in un ghetto, ma si veniva rinchiusi e chi rimaneva fuori rischiava la frusta, la prigione e persino la vita (Daniele Scalise, Men on men 2).Il vero ghetto è quello del silenzio coatto, della negazione dell'identità, dell'invisibilità, della autoreclusione in un mondo invisibile, del vivere in una società in cui non si è né veri cittadini né portatori di diritti.

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cioè saresti favorevole anche ai quartieri gay e alle squadre sportive per soli gay e agli alberghi e cose così? :D
Non ci vedo nulla di male Ovviamente caro isher non ho mai inteso il ghetto medioevale dove la gente è costretta ad entrare :salut:
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cioè saresti favorevole anche ai quartieri gay e alle squadre sportive per soli gay e agli alberghi e cose così? :look:La ghettizzazione è sempre negativa, perchè non si tratta di frequentare anche gay o posti per gay, ma solo quelli. Altrimenti non è ghettizzazione.
Ma quale ghetto e ghetto, queste iniziative (quartieri gay, squadre gay, locali gay) servono proprio per raggiungere una certa visibilità e far notare agli altri che i gay sono persone normali. Se la società non conosce la realtà gay sarà dura che ci accetta, ma sarà più facile che rimanga ferma nei suoi pregiudizi. Di certo non è co, silenzio che ci si fa conoscere. :)Sport week di alcune settimane fa ha parlato delle olimpiadi dei gay, ne ha parlato in modo molto aperto, e pensare che sport week viene letto da chi si compra la gazzetta (e che quindi non ci si aspetta una grande apertura mentale). Se non si fossero fatte le olimpiadi gay, credi che noi gay avremmo avuto risalti anche in una rivista letta in un ambiente omofobo come quello sportivo / calcistico?? :roll:Comunque, tornando IT, io abito vicino a Saronno e anche io ho una compagnia gay, usciamo, andiamo al pub, andiamo in piscina a nuotare, facciamo i giri in bici per i bucolici boschi della Brianza e andiamo in discoteca assieme...Niente orge in sostanza :salut::D :D
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sarà. Dal mio punto di vista è limitante. L'unico modo per convivere con gli altri è mischiarsi a loro. Non crearsi piccole oasi felici che, spesso e volentieri, divengono l'unica cosa che si ha/fa nella vita.Poi, certo, c'è chi riesce a vivere queste cose in maniera sana, ma ci sono anche tante persone che conosco che non entrano in un locale o in una discoteca se non è dichiaratamente per gay perchè non vogliono mischiarsi a chi non è come loro. Questo è il danno maggiore.Alla società non si fa conoscere la realtà gay creando squadre in cui gli etero non possono giocare o alberghi in cui non possono entrare, si dimostra semplicemente che proprio coloro che si battono in teoria di pù per la convivenza, per l'accettazione e per pari diritti 'discriminano' a loro volta.

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Ovviamente caro isher non ho mai inteso il ghetto medioevale dove la gente è costretta ad entrare
No no, caro Sugar, non mi riferivo certo a te: la mia era solo una precisazione filologica sull'uso improprio di un termine. Capisco che è difficile e forse vano andare contro un uso comune sì stupido ma invalso (ma non è vano puntualizzarlo quando chi lo usa, sotto apparenze magari bon ton, vuole semplicemente colpire la socialità gay, con tutto quel che da essa può seguire: maggiore forza, spensieratezza, autoriconoscimento, solidarietà, altro). Ma il fatto è che quell'uso è anche insopportabile e insultante, perché è rivolto contro persone che dall'avvento del cristianesimo e dei monoteismi in poi sono state costrette a segregarsi, nascondersi e stare nell'ombra; e dire proprio a loro, se escono allo scoperto e parlano e agiscono come Soggetti, unendosi, socializzando, costituendosi come soggetto anche sociale, «vi ghettizzate», è veramente ignobile.Quanto alle ultime battute della discussione, vorrei aggiungere:1. io non trovo niente di male in forme di comunitarismo gay. Il comunitarismo non è la «soluzione finale» ai nostri problemi, ma è un elemento accettabile e positivo, di cui tra l'altro a un certo momento della vita si può proprio sentire il bisogno.2. uno dei privilegi di essere gay - penso quando sono nei miei momenti più sereni ma anche più lucidi - è che possiamo appartenere contemporaneamente a due mondi, non a uno solo. Ho letto da qualche parte un autore che sottolinea come, nella stessa giornata, un/a omosessuale transiti continuamente da un mondo all'altro. E' una ricchezza: può esserlo.Forse chiamarli mondi può shockare qualcuno, ma sarebbe ipocrita negare che, quale che sia il termine che si voglia usare, le cose stanno proprio così. Negarlo significherebbe credere che la «ricomposizione» è data, esiste. Non è così. La mia generazione (50enne) l'ha cercata, ma appunto essa è qualcosa che va ricercato, perché non c'è. Quindi almeno delle dosi di comunitarismo gay sono positive perché sono solo la trasformazione in positivo di qualcosa che esiste già ma solo come fatto negativo (o avente molti tratti negativi).
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La mia esperienza in fatto di comitiva gay è stata molto negativa, e non sono più disposto a ripetere l'esperienza. Si sono scopati tutti l'uno con l'altro, e quando anche a me è stato fatto un certo tipo di avances, io ho gentilmente declinato. Da allora sono partite le maldicenze e le cattiverie sul conto mio. Se in disco io rimorchiavo e loro no, la volta successiva inventavano scuse per non portarmi. Se un loro amico di fuori veniva da noi insieme ad altri suoi amici, io non ne venivo mai messo al corrente. Se facevo commenti profondi e intelligenti, per loro questo era un modo per ostentare i miei studi e i miei interessi letterari, e se indossavo begli abiti, anche in tal caso, secondo loro era soltanto un modo per farmi bello e per sfoggiare vestiti che loro non avrebbero mai potuto nemmeno lontanamente permettersi. Io li ho sempre frequentati e rispettati uno per uno, ma apprendere del veleno che hanno sputato su di me, mi ha molto deluso. Da allora comitive gay lungi da me! Mi trovo molto meglio con gli etero e i bisex.

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Valmont, probabilmente non era la comitiva giusta per te, ma mi chiedo.. perche' ci uscivi invece di pensar a creartene un'altra?

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Non ho mai amato le compagnie in generale, quelle gay poi ancora meno. Prima di tutto perché i rapporti sono spesso superficiali e anche quando i legami paiono saldi in realtà si dimostrano fragilissimi. Mi è capitato di vedere compagnie di persone affiatatissime che si consideravano grandissimi amici (a detta loro) sfaldarsi come neve al sole per questioni banali e futili, piccole gelosie, ripicche, o semplicemente per nessun motivo sostanziale al punto da non frequentarsi nemmeno più (che poi è il destino di tutte le compagnie numerose).Poi in genere in queste "allegre" compagnie non si fa altro che spettegolare o parlar male di qualcuno o in generale di parlare di cazzate.A me piace rapportarmi agli altri in modo più "intimo" e preferisco uscire con poche persone alla volta piuttosto che uscire in gruppo.

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vorrei fare solo una precisazione... può esser si un brutto termine ghettizzare, ma è italiano anche in questa accezione: forma di isolamento sociale, politico, ideologico o sim. a cui è soggetta, anche non coattivamente, una minoranza di persone.Ora, il mio zingarelli è vecchio, ma non credo sia cambiata così tanto la lingua (ma do per buono un errore di stampa).Neanche io trovo nulla di male in forme di comunitarismo gay, quando queste non diventano ossessione.E ci sono gay che evitano così accuratamente il 'mondo etero' che sembrano potersene uscire da un momento all'altro con discorsi quasi iù razzisti di quelli degli omofobi stessi (quando non lo fanno proprio, ma preferisco non pensarci).C'è gente che cambia in negativo frequentando solo ambienti gay, e altre che invece ne traggono forza, e trovano un valido appoggio.Sono questi lati negativi che queste iniziative si trascinano dietro che contesto, perchè basterebbero piccole cose per mitigarne gli effetti.

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Dal mio punto di vista è limitante. L'unico modo per convivere con gli altri è mischiarsi a loro. Non crearsi piccole oasi felici che, spesso e volentieri, divengono l'unica cosa che si ha/fa nella vita.Poi, certo, c'è chi riesce a vivere queste cose in maniera sana, ma ci sono anche tante persone che conosco che non entrano in un locale o in una discoteca se non è dichiaratamente per gay perchè non vogliono mischiarsi a chi non è come loro. Questo è il danno maggiore.
Anch'io sono convinto che bisogna vivere tra gli altri. Forme di comunitarismo (se poi bisogna scomodare questo termine) coatto, irriflesso, come quelle che tu descrivi, non sono quelle cui penso io. Il primo movimento omosessuale dell'Europa contemporanea - Arcadie, attivo tra il 1954 e il 1982: e badate che 30 anni sono tanti! - predicava proprio questo, sottolineando la necessità di «être partout», e valori come la discrezione, il contegno, una certa serietà. Oggi è considerato un movimento «conservatore», con un giudizio molto semplificatorio, (ma è in atto anche una rivalutazione, recentissima), ma in Francia è potuto sorgere il FHAR, movimento rivoluzionario, dirompente, solo perché prima c'era stata questa capillare penetrazione «dolce» dell'omosessualità nella società. Quindi il discorso è necessariamente complesso.
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Non ho mai amato le compagnie in generale, quelle gay poi ancora meno. Prima di tutto perché i rapporti sono spesso superficiali e anche quando i legami paiono saldi in realtà si dimostrano fragilissimi. Mi è capitato di vedere compagnie di persone affiatatissime che si consideravano grandissimi amici (a detta loro) sfaldarsi come neve al sole per questioni banali e futili, piccole gelosie, ripicche, o semplicemente per nessun motivo sostanziale al punto da non frequentarsi nemmeno più (che poi è il destino di tutte le compagnie numerose).
Io queste cose (e anche quelle che non ho quotato) le ho ritrovate pari pari negli etero. E non parlo di gruppi di 30 persone, ma anche di meno di 10. A dimostrazione che la gente è sempre uguale...
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Vorrei fare una puntualizzazione su la parola «comitiva». Deve nascere per successive aggregazioni, a partire magari da un nucleo-base, tra gente che si sceglie, e non si trova più o meno casualmente ad essere "sommata". Per me i rapporti, alla base, sono a due - e ho sempre vissuto così. Poi c'è il regalo divino: un trio. Tre persone amiche che veramente sono tali e si completano anche stando, coltivando interessi, facendo cose, in tre. Ecco, una comitiva gay dovrebbe essere un'opera anche di costruzione che ricalchi, per quanto possibile, questo modello, di successivi ampliamenti, aggregazioni, procedendo per prove ed errori, e credendoci. Può sembrare utopistico, ma un po' di utopia, non tanta, ma un po', ci vuole, nella vita.

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Bside06 ha centrato in pieno l'argomento. Io ci sono uscito finchè non ho saputo delle calunnie e delle cattiverie coniate apposta su di me. Uno di loro in particolare ha cercato di mettermi in cattiva luce agli occhi di un altro, dicendo che io ci provavo con il suo ragazzo (ma quando mai? Che assurda pretesa!). Mi hanno fatto passare per uno che va a letto con tutti (guarda caso, non sono mai andato a letto con nessuno di loro, e le persone con cui l'ho fatto si contano sulle dita delle mani), c'era chi arrivava addirittura al punto da fare le mie imitazioni dicendo frasi come: "Ho appena fatto uno spuntino con 4 pagine dell'enciclopedia Utet", e tutti a ridere alle mie spalle, quando dovrei essere io a ridere per la loro pochezza culturale e la loro ignoranza! Naturalmente mi sono allontanato, e da questa esperienza ho tratto un validissimo insegnamento di vita: quando qualcuno sa di essere mediocre e di non valere niente, e sa che voi valete e che vi trovate ad un livello a loro molto superiore, tali soggetti, non potendo arrivare al vostro livello, cercano di trascinare voi verso il loro, in un contesto di altrettanta mediocrità e bassezza. Ho cercato di farmi altre amicizie, ma in un gruppetto non si faceva altro che parlare di Beyoncè e Britney Spears, e in un altro... via libera alle proposte indecenti! E se io dicevo che volevo solo l'amicizia, loro mi rispondevano che della mia amicizia non sapevano che farsene, perchè volevano altro. Una sera andai ad una festa con un tipo conosciuto da poco. Il padrone di casa aveva messo a disposizione una camera affinchè gli invitati potessero ritirarsi (anche in 3, 4, 5 la volta) e dare semaforo verde a certe maialate di cui io non ho proprio alcun bisogno. Così me ne andai senza salutare nessuno.Proprio per queste ragioni, ammetto di non provare molta simpatia per il mondo gay. Io non sono certo uno stinco di santo, è vero, ma le maialate e le cattiverie tra omosessuali sono inenarrabili, e non mi dite che tra etero è la stessa cosa perchè non è affatto così. Io mi sento molto più appagato dal rapporto (anche sessualmente parlando) con una ragazza e dalle amicizie con gli etero, piuttosto che da persone omosessuali. E quando sento parlare di cortei, di manifestazioni, di omosessuali che lottano per i diritti civili, le convivenze e le adozioni... mi viene da ridere. Quali diritti? E' già troppo che "al porcaio" sia stato concesso il diritto di esistere. So già che ora queste mie affermazioni faranno scatenare un vespaio; indubbiamente non generalizzo, tra gay ci sono anche delle belle persone. Il difficile è trovarle!

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A questo punto devo ritenermi fortunato a non aver mai conosciuto persone del genere, anche a me 'e capitato di andare a feste in cui conoscevo solo l'amico che mi ci aveva portato ma si son limitate ad esser feste, e le compagnie in cui giravo eran ben lontane da far cose tra di loro! Posso quindi intuire il tuo sconforto verso tutta la categoria avendo tu avuto pessime esperienze ma rincuotati che non tutti son cosi'! ciao!

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Se le cose stanno così perchè scrivi su un forum gay? Non è in fondo una comitiva virtuale? Bene o male scrivono sempre gli stessi! La verità è che senti il bisogno di comunicare con altri gay. Le persone che ti hanno deluso le ho incontrate pure io ma si riconoscono a colpo d'occhio basta evitarle come la peste ed il gioco è fatto

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Hinzelmann

Vediamo di fare ordine...Che i gay possano essere a volte pettegoli e maldicenti, soprattutto in gruppo, è cosa nota.Certe accentuazioni di spudorataggine nascono in effetti per un fatto del tutto ovvio, che i gayspesso vivono il resto della settimana in un clima di più o meno forte autocensura, quindi a voltetendono ad esagerare quando sono tra loro. Quindi bisogna apprendere il linguaggio e registrarsiun minimo per avere le armi dialettiche giuste, nel qual caso ti assicuro che la musica cambia :sisi:Quanto agli interessi da condividere, se mancano, mancano...hai sbagliato compagnia.Qui si paga solo il dato numerico, siamo di meno ed è più difficile trovare la compagniache ci piace.Quindi, nel secondo caso hai poco di che antipatizzare coi gay. Non è colpa dei gay se il90% della popolazione non è gay.

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Se le cose stanno così perchè scrivi su un forum gay? Non è in fondo una comitiva virtuale? Bene o male scrivono sempre gli stessi! La verità è che senti il bisogno di comunicare con altri gay. Le persone che ti hanno deluso le ho incontrate pure io ma si riconoscono a colpo d'occhio basta evitarle come la peste ed il gioco è fatto
Infatti quando mi sono presentato (anzi, vai pure a leggere quello che ho scritto), ho specificato che sono capitato qui per puro caso, e che mi aveva colpito un forum gay pieno di contenuti, in cui discutere di tanti argomenti: dal lavoro alla scuola, dai libri al cinema... Ovvio che se mi sono iscritto è per comunicare con altri gay (o comunque bisex)!
Vediamo di fare ordine...Che i gay possano essere a volte pettegoli e maldicenti, soprattutto in gruppo, è cosa nota.Certe accentuazioni di spudorataggine nascono in effetti per un fatto del tutto ovvio, che i gayspesso vivono il resto della settimana in un clima di più o meno forte autocensura, quindi a voltetendono ad esagerare quando sono tra loro. Quindi bisogna apprendere il linguaggio e registrarsiun minimo per avere le armi dialettiche giuste, nel qual caso ti assicuro che la musica cambia :salut:
Le tue parole sono esatte, Hinzelmann! Ancora una volta hai parlato saggiamente. Però preferisco impiegare il mio tempo libero con i miei studi, o con il volontariato in ospedale, dove vedo persone morire tutti i giorni, e dove c'è gente che soffre davvero, e che ha bisogno di grande appoggio, calore e conforto umano. Figuriamoci se posso occuparmi di acquisire le armi dialettiche per fronteggiare 4 trogloditi il cui unico pensiero del giorno dopo è la crema di Lancome, o che si domandano "chissà come ce l'ha quello!!!!". Ti pare???Hinzelmann, ti chiedo una cosa che non c'entra nulla: perdonatemi l'off-topic: ma il tuo avatar è la foto di un Nativo Americano?edit: uniti post consecutivi. Se hai dimenticato un pezzo, usa il pulsante modifica a lato del post.
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DemonedellAurelio
In primis, spero di non aver sbagliato la sezione del forum purtroppo sn nuovo di quì, cmq vi ho scritto per avere un vostro parere. Sono quasi tre anni che, attraverso dure ricerche nella rete, sono riuscito a trovare diversi ragazzi e ragazze gay e lsb "poco visibili" della mia città formando una comitiva (che in passato è arrivata a raggiungere anche le 15 persone!). Ora siamo molto affiatati, frequentiamo locali, bar e disco "gaye" e stiamo bene insieme. Nonostante ciò, ogni volta che parlo di comitive d questo genere, gli altri ragazzi gay c restano un po' diffidenti, o addirittura scandalizzati come se fosse una cosa anormale.. secondo voi perchè?
non so se darti la mano o stringerti forte tra le mie possenti bracciaio cerco una comitiva gay seria/cerco di formarla da due annisenza risultati, alla fine vogliono tutti il pisello e non hanno capito che io con amici o presunti tali NON scoposei fortunato, sono contento per te, anche invidioso a dir la veritàcontinua così
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Io sinceramente non capisco certi problemi. Nel mio gruppo c'è gente che tromba come un riccio e gente praticamente asessuata, effeminata e maschile, travestiti e non. Sinceramente c'è rispetto per tutti, si ha solo voglia di stare insieme. I pettegolezzi? Si fanno ma si dicono in faccia più che altro si scherza. Certo se ci mettiamo a cercare l'amico figo, intellettuale ecc non si arriva mai.

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DemonedellAurelio

Non centra "scopa tanto o poco" ma CON CHI. Scopare tanto o poco non lo fa ne uno fico ne uno sfigato. Ognuno agisce per come si sentese vabbèl'amico deve essere fico scusa? ma se è un amico che te ne frega se è fico o un cesso?tanto alla fine siamo alle solite, tutti "amici" e poi in realtà si cerca la scopata della situazione. No vabbè ma l'autoinganno dei gay è "amicizia complice".C H E S C H I F OOrmai sono sempre piu convinto che l'amicizia tra due gay (stesso sesso) è difficilissima, come lo è per un uomo etero e una donna etero. L'unico caso in cui posso crederci, è la TOTALE non attrazione reciproca a sto punto, che è l'unica cosa che terrebbe lontane due persone allo stato "amico" e non "amico complice".In chat mi fanno sempre la domanda "che cerchi", e quando trovi quelli che non ti dicono "io cerco sesso", ti dicono "io cerco un amico complice".Beh si, bravi tuttiL'unica amicizia sincera per un gay tuttosommato, credo che sia verso le ragazze, in cui non c'è attrazione fisica. Sarebbe l'equivalente di due ragazzi etero.Etero sul serio eh, non come quelli che dicono di esserloe poi si trombano un altro amico etero :salut:

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Hinzelmann
Le tue parole sono esatte, Hinzelmann! Ancora una volta hai parlato saggiamente.  :D Però preferisco impiegare il mio tempo libero con i miei studi, o con il volontariato in ospedale, dove vedo persone morire tutti i giorni, e dove c'è gente che soffre davvero, e che ha bisogno di grande appoggio, calore e conforto umano. Figuriamoci se posso occuparmi di acquisire le armi dialettiche per fronteggiare 4 trogloditi il cui unico pensiero del giorno dopo è la crema di Lancome, o che si domandano "chissà come ce l'ha quello!!!!".  Ti pare???
Non mi pare proprio...Se tu mi avessi risposto che preferivi impiegare il tuo tempo libero frequentando belle ragazze o compagnie etero maschiliallora ti avrei detto: OK ma non vedo come tu possa mettere sullo stesso piano, tempo libero con i gay e privazione del tuo tempo libero mediante attività, certamente lodevoli, ma altrettanto certamente non ricreative!!Insomma, il paragone serata in un locale con amici gay e il veder morire una persona lo capisci anche da solo che fa acqua da tutte le parti...Quanto al discorso che i gay vogliono solo scopare come ricci....è ovvio che se uno va in un club trova gente che è lì per quello.Se uno va ad una associazione culturale o politica oppure ad un festival cinematografico come quello di Milano, il discorso cambia.Poi è ovvio che, formata la compagnia, magari si va a vedere un film d'essai in lingua originale o quello che volete voi, cioè in posti ove si è mescolati ad etero. Basta andare alla prima di un'opera per vedere gruppi di melomani clamorosamente gay.OT è un polinesiano....beve da una noce di cocco!! :salut:
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