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Le associazioni gay aderiscono al family day


sugar85

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Roma, 19 mar. - Family pride? Ci saremo anche noi.Un cartello di associazioni omosessuali e delle famiglie di fatto (Agedo-associazione genitori di omosessuali, Arcigay, Arcilesbica, Famiglie arcobaleno e Liff-Lega italiana famiglie di fatto) ha annunciato la propria adesione alla manifestazionecattolica del 12 maggio: "Anche noi parteciperemo alla manifestazione del 12 maggio per le famiglie, perche' anche le nostre sono famiglie italiane".Le associazioni gay sottoscrivono gli impegni bandiera dei cattolici che promuovono la manifestazione: "Crediamo che le politiche per le famiglie vadano consolidate.Chiediamo piu' assistenza per gli anziani, piu' asili nido, piu' agevolazioni per le famiglie numerose, piu' case popolari". E aggiungono: "Chiediamo il rispetto della Carta dei diritti fondamentalidell'Unione europea che stabilisce in modo distinto il diritto a sposarsi e il diritto a costituire una famiglia, anche fuori del matrimonio".Per questi motivi, conclude la nota, "e su questi presupposti parteciperemo alla manifestazione del 12 maggio perle famiglie italiane in piazza San Giovanni, a Roma. Perche' noi siamo famiglie".
Cosa ne pensate? e' opportuno partecipare secondo voi? Nel manifesto della manifestazione pare non sia presente la parola dico e coppie di fatto quindi ufficialmente non è contro il DDLLA risposta del forum delle famiglie non si è fatta attendere
ROMA, 19 MAR - Le associazioni di omosessuali ''saranno le benvenute al Family Day'': parola di Giovanni Giacobbe, presidente del Forum delle associazioni familiari, l'organizzazione che oggi ha indetto la manifestazione per il 12 maggio.''Noi - spiega Giacobbe - apriamo la manifestazione a tutti i cittadini italiani, ovviamente la piazza non e' proprieta' privata di nessuno e chiunque puo' intervenire''.''Ovviamente - precisa poi - mi auguro che il loro intervento non sia un unintervento di disturbo ma di partecipazione. Non abbiamo preclusioni nei confronti di nessuno''.Giacobbe definisce infine ''molto positivo'' l'esito della riunione di oggi delle associazioni cattoliche che ha portato alla decisione di indire il Family Day: ''ha visto - afferma - l'unita' di intenti di tutte le organizzazioni''. ''Ma soprattutto - conclude - auspichiamo che si coinvolga tutta la societa' civile, non solo i cattolici, perche' noi difendiamo ilmatrimonio civile.La nostra e' una battaglia non a difesa dei valori cattolici, ma dei valori della Costituzione''.
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Uhm, se fossero tante persone la partecipazione avrebbe un peso notevole, favorevole secondo me. Dopotutto anche noi siamo per la famiglia, non esclusivamente eterosessuale. Tranne quando ci sono stati episodi molto spiacevoli in passato, abbiamo un'idea positiva della famiglia, che è diversa da quella idilliaca che a volte può appannare la mente.Manifestando in favore di un riconoscimento per le coppie, si esprime il desiderio di costruire nuove famiglie. Il problema è come viene visto questo concetto di famiglia.Smussiamo gli angoli, mettiamo al centro l'amore tra due persone e da lì possiamo illustrare quale rilevanza sociale, quale apporto benefico possano portare le unioni anche se tra omosessuali.Immaginiamo che il 10 marzo ci fossero state alcune associazioni per la famiglia nel corteo che si è svolto. Cosa ne penseremmo?

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Mah.....non sono convinto.Se devo dirla tutta mi sembra una manifestazione retorica culturalmente molto retrò.Che significa "difendere la famiglia" ? La famiglia non è sotto attacco "ideologico" è scompaginata da molti fattori: basso reddito, mancanza di abitazioni, mancanza di sbocchi positivi per i giovani in cerca di prima occupazione ( ma anche di seconda!) Incertezza sul futuro, precarizzazione , denatalità, incognita per il futuro delle pensioni, insicurezza sociale,aumento della microcriminalità.La famiglia non la si difende con le encicliche e le novene ma con serie politiche di sviluppo.Di demagogia sulla famiglia se ne fa anche troppa: ma che volete che sia una parziale detassazione per i figli a carico, l'assegno per il bebè; se poi non ci sono scuole materne, se non esistono politiche per il sostegno della maternità e via dicendo.Non c'è modo migliore di sostenere le famiglie che quello di sviluppare l'economia, affrontare le nuove sfide del mercato globale con interventi innovativi sulle strutture e infrastrutture del paese.Ci vuole piu' competitività, piu' qualità, piu' ricerca, piu' intelligenza politica ( fino a pochi mesi fa il centrodestra ha visto Cina e India come "nemici" contro i quali adottare dazi doganali) Questi sono i mali che affliggono la famiglia non i DICO. Solo che, il clericalismo, congiuntamente alla conservazione perbenista cerca il "capro espiatorio" da addurre come pretesto per la rovina della società.La CEI si scaglia contro il relativismo. Bisogna essere ciechi e sordi per non accorgersi dell'ondata conservatrice che tenta di riprendersi le conquiste di laicità, gli spazi di democrazia (divorzio, aborto..), i diritti civili conquistati in questi ultimi trent'anni.Ne abbiamo avuto avvisaglie con il referendum sulla fecondazione assistita. I tamburi di guerra delle gerarchie ecclesiali rullano da tempo e non certo per intonare il Te deum.Ecco che il nazional-banale si mischia alla menzogna di un dirigismo politico che vuole una italietta di provincia allineata e coperta su posizioni moderate, perbeniste e antiliberali.Intervenire ad una manifestazione così ? Forse sarebbe tatticamente giusto; ma io non ce la farei, nemmeno turandomi il naso.

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http://www.forumfamiglie.org/manifesti.phpSì alla famiglia, no ai pacs ( per differenziare non per discriminare )III. La posizione del Forum delle associazioni familiari1.- Si possono avere leggi ordinarie sulle convivenze non fondate sul matrimonio?In altre parole, Ë ipotizzabile un intervento del legislatore ordinario, compatibile con la vigente costituzione? La risposta Ë totalmente negativa.In primo luogo Ë necessario individuare una linea di differenziazione chiara tra famiglia e “nonfamiglia”, evitando processi di familiarizzazione di situazioni che alla famiglia non possono essere assimilate.2.- Circa le convivenze tra persone del medesimo sesso.Il sistema costituzionale definito dagli articoli dedicati alla famiglia, come si Ë gi‡ avuto modo di precisare, configura l’istituto familiare sulla base di rapporti affettivi stabili che abbiano nel matrimonio il loro fondamento e nella procreazione la, quantomeno tendenziale, proiezione.Ciò comporta che la convivenza affettiva di carattere sessuale tra due persone dello stesso sesso Ë al di fuori del sistema delineato dalla Costituzione, con la conseguenza che tale unione o convivenza non ha copertura costituzionale nè può essere qualificata come rilevante dal legislatore ordinario.
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Letto questo, non vedo perchè le associazioni gay dovrebbero partecipare, se non per fare azione di disturbo. Che forse forse non sarebbe neanche una brutta cosa. Mi piacerebbe vedere Mastella impallidire quando nota che nessuno ride alle sue cretinate e che quelli in prima fila hanno qualcosa sotto gli occhi... qualcosa che gli ricorda la moglie... oddio, è fard? :awk:

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Gay.it ha creato un sito dove pubblicare le foto delle persone che vivono in coppia di fatto l'indirizzo è www.familyday.tv se qualcuno di voi desidera mandare la foto del primo anniversario di convivenza siete benvenuti :sisi:

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In Questa agenzia di stampa DIRE la risposta inequivoca dla forum delle famiglie a chi pensava di aderire con una piattaforma estensiva.

Roma, 21 mar. - Contro ogni interpretazione estensiva o eccessivamente inclusiva del Family day e del Manifesto delle associazioni cattoliche che ne costituisce la piattaforma, Giovanni Giacobbe, del Forum famiglie, uno dei promotori dell'iniziativa, puntualizza: "Credevamo di aver spiegato tanto chiaramente, sotto il profilo culturale, sociale e antropologico, la nostra bocciatura del disegno di legge governativo sui cosiddetti Dico".Ma "il ripetersi di interpretazioni segnate dall'ambiguità e che spingerebbero, addirittura, i sostenitori dei Dico a venire in piazza San Giovanni il 12 maggio, ci vediamo costretti a intervenire".E' evidente, dice Giacobbe, che "basta una lettura attenta del Manifesto per cogliere la nostra contrarietà ai Dico: non li abbiamo mai nominati perché il tema è affidato alla valutazione parlamentare e può darsi che per il 12 maggio, abbiano già cambiato nome". Ma, appunto, il documento non lascia dubbi, dice il presidente di Forum famiglie: "Smontiamo alla radice il ddl Bindi-Pollastrini sotto il profilo antropologico e giuridico, facendo appello al dettato costituzionale e alla famiglia fondata sul matrimonio".
Il Circolo Mario Mieli ha quindi tratto le conseguenze di questa presa di posizione (che a dire il vero era chiara nelle intezioni sin dall'inizio) con questo comunicato stampa.
21 marzoMieli: Family Day? Non possumus Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli valuta i fondamenti e gli scopi del Family Day come totalmente agli antipodi rispetto alle richieste del movimento omosessuale e transessuale italiano, ma anche come contrapposti a qualunque idea nuova e diversa di famiglia. Con occhio più attento le basi del Family Day mettono in discussione la possibilità stessa di riconoscimenti e tutele per i comportamenti personali e affettivi dei cittadini non coincidenti con l’etica cattolica.I promotori dell’evento del 12 maggio dichiarano in modo inequivocabile che la ragione del loro manifestare è la difesa del modello di famiglia tradizionale, inteso come quello basato esclusivamente sui canoni della religione cattolica. Tale difesa si traduce nella richiesta che solo tale modello debba essere previsto nell’ordinamento italiano, a scapito di qualunque novità normativa per le forme diverse di famiglia, sia pure esistenti nella realtà (coppie di fatto eterosessuali e coppie omosessuali in genere).E’ perfettamente legittimo, anzi è la virtù più grande di una democrazia, che ognuno possa scendere in piazza a favore o contro qualcosa. Il Mario Mieli, democratico e laico fino all’osso, riconosce l’utilità e il valore prezioso di ogni manifestazione dove si esprimano pacificamente richieste e opinioni di singoli o di gruppi di cittadini. E’ indubbia l’importanza che tali contenuti emergano chiari, affinché il dibattito culturale e politico non ne venga inquinato, e affinché ognuno, che scelga di aderire o meno, ne sia pienamente consapevole e responsabile.E’ chiaro come il sole che il Family Day non è a favore della famiglia, intesa ampiamente come entità storico-sociale, e nemmeno vuole spingere per i cosiddetti "aiuti alle famiglie", al di là dei corollari usati strumentalmente, come ad esempio i sostegni ai redditi deboli. La manifestazione è contro le tutele giuridiche rivolte ad ogni tipo di famiglia diversa da quella ritenuta giusta dai promotori. Conseguenza lapalissiana è che la manifestazione è contro ogni riconoscimento delle coppie omosessuali, dunque contraria ad ogni raggiungimento della piena equiparazione di tutti i cittadini, al di là del loro orientamento sessuale.Il Circolo Mario Mieli vede invece nell’appuntamento del Pride del 9 giugno a Roma l’occasione per tutti di scendere in piazza per rivendicare contenuti esattamente contrari a quelli del Family Day, in perfetta coerenza con 35 anni di battaglie politiche e culturali del movimento omosessuale e transessuale. Il Family Day caricherà il Pride di ulteriore urgenze e necessità. Il Pride unitario e nazionale, ossia posto da tutte le associazioni omosessuali e transessuali italiane, si fonderà sui concetti di laicità, piena autodeterminazione dei singoli, pari dignità e pari diritti, temi sicuramente condivisi anche da molte persone che gay non sono e che troveranno in quell’appuntamento l’occasione per ribadirli con forza.Valutiamo quindi come impossibile che qualunque associazione gay possa trovare nel Family Day un qualsiasi tipo di vicinanza, così come immaginiamo impossibile che le singole persone omosessuali e transessuali possano aderire a idee che negano la loro stessa esistenza.Rossana PraitanoPresidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
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Caro Milziade, a mio parere, il Family Day non è altro che una manifestazione contro gli omosessuali camuffata da "giornata a sostegno della famiglia tradizionale". Non ha alcun altro scopo che questo, e lo dimostra il fatto che non è stata mai organizzata prima d'ora, nemmeno durante i cinque anni di governo Berlusconi le cui politiche sociali hanno azzerato quel poco di supporto che era ancora previsto per le famiglie.Sono sempre più convinto che i promotori del "Family Day" non siano affatto contrari ai Di.Co (il numero impressionante di convivenze ne è una riprova), che farebbero molto comodo anche a loro: sono solamente contrari alla loro estensione alle coppie omosessuali. Non potendo però venire così allo scoperto, si dichiarano contrari a qualunque riconoscimento delle coppie di fatto tout court. Il "Family Day" servirà solo a consacrare l'ipocrisia di una fetta della società italiana.

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Guarda io concordo. con tutto questo parlare di famiglia la stanno trasmormando in un feticcio.Una cosa è voler sostenere LE famiglia una cosa è voler affermare che è famigliA solo quello che dico io. In questo modo si fa di quella che è un'istituzione umana, sociale, un idolo e non si aiutano le persone che vivono nelle famiglie vere.Le persone che vivono nelle famiglie divetano solo ostaggio di uno scontro ideologico che non ha nulla di sensato e nulla di utile per nessuno.

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Concordo, Milziade. Aggiungo anche che trovo ridicolo che sostengano questo fantomatico modello unico di famiglia "sotto il profilo culturale, sociale e antropologico". Denota un bel grado di ignoranza, dal momento che, come sai, non esiste un unico tipo di famiglia, ma diversi tipi, a seconda della cultura, dell'epoca e della geografia. Parlare quindi di (una) famiglia "sotto il profilo culturale, sociale e antropologico" non ha alcun senso, giacché già oggi la "tipica" famiglia italiana non è più quella di 30 anni fa, e non ha più nulla a che vedere con quella di un secolo fa.

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Prima ancora dell'adesione di alcune associazioni gay è pervenuta l'adesione del comitato promotore del Mainifesto per l'uguaglianza dei diritti (http://www.matrimoniodirittogay.it ), con motivazioni e sfumatore leggermente dverse.

Dichiarazione di Sergio Rovasio, radicale, membro della Direzione della Rosa nel Pugno:"Il Comitato promotore del Manifesto per l'eguaglianza dei diritti,  che chiede l'accesso all'istituto del matrimonio civile  anche per le persone lesbiche e gay (www.matrimoniodirittogay.it ), e che ha raccolto in pochi giorni migliaia di adesioni, aderisce alla grande manifestazione del Family Day per chiedere insieme a tutte le realtà familiari esistenti la parificazione dei diritti. La scelta di questa data è significativa: il 12 maggio è l'anniversario della vittoria sul divorzio ed è giusto riconoscere la possibilità a chiunque di farsi (o rifarsi) una famiglia: ai divorziati eterosessuali così come alle persone lesbiche e gay. La scelta di questa data non può essere casuale e ce ne rallegriamo".
Altro invito alla partecipazione eccellente è quello di Katia Belillo responsabile diritti civili del Pdci nonché ex ministro delle pari opportunità. La Belillo, che ha ricordato anche di aver scelto di essee una madre single ha detto: «Al Family Day dovremo essere tutti in piazza, ognuno con la sua famiglia. Comprese le coppie di fatto, quelle omosessuali e le ragazze madri. La mia è una provocazione per evitare che quella manifestazioni diventi un momento di discriminazione, una calamita in grado di attirare personaggi in grado di catalizzare strumentalmente pregiudizi e intolleranza contro i diritti civili».L'adesione di una alcune sigle gay ha invece fatto venire l'orticaria al nostro caro Ministro della Giustizia, al quale va riconosciuto il merito di andare dritto al cuore della questione e di non nascondersi dietro a false frasi di circostanza. Mastella, che era stato tra i primi ad aderire ha dettoal Corriere della Sera: «Un'eventuale partecipazione degli omosessuali alla manifestazione sembrerebbe un comportamento scostumato, politicamente ed eticamente»  Rivolgendosi  a Franco Grillini ha chiarito di «non essere venuto da te quando avete fatto la manifestazione in Piazza Farnese. Ora abbiate rispetto». Per Mastella la partecipazione dei gay all'evento di Piazza San Giovanni sarebbe «una provocazione bella e buona; se ci vengono a dire che anche loro 'sono famiglia' fanno uno sgarbo».Pacate e venate di una certa amarezza mi sembrano invece le riflessioni di Aurelio Mancuso (Segretario nazionale Arcigay), che sul suo blog (http://blog.libero.it/mancuso/) espime una riflessione critica molto chiara rispetto all'adesione di Arcigay al Family day:
SE E COME ANDARE AL FAMILY DAYLa data del 12 maggio evoca un ricordo immediato: è il giorno in cui tanti anni fa il referendum sul divorzio venne battuto. E’, quindi, una ricorrenza preziosa, che ci ricorda come gli anni ’70 hanno segnato la società italiana. La famiglia da quel momento è uscita profondamente cambiata. Non più una prigione, soprattutto per le donne, ma un luogo dove poter teoricamente costruire rapporti paritari, democratici, di vera solidarietà. Il cammino è ancora lungo, perchè la cronaca ci insegna che il quadro sociologico di riferimento è variegato: tante le coppie paritarie e serene, molti, troppi, i matrimoni dove il dominio machista è di casa, incredibile il numero dei delitti, violenze sulle donne e i bambini. Coerentemente a questa situazione, si è sviluppata nella societΰ italiana una articolazione di famiglie, nuclei affettivi, libere unioni, che attende risposte politiche e normative da una politica vecchia ed incapace di guardare alla concretezza dei vissuti. In questa situazione, in evidente polemica con il tentativo (timido e pasticciato) del governo di proporre un disegno di legge, è organizzato il meeting cattolico del 12 maggio "Family Day".Convocato sulla base di un testo dai toni superficialmente concilianti, nella sostanza però ripropositivi dell’idea che la famiglia è esclusivamente quella che nasce da un matrimonio (persino quello civile, che da concubinaggio oggi assurge ad essere ritenuto lecito), il Pride cattolico tenta con la forza della piazza di imporre un modello unico, cui soprattutto le istituzioni e i partiti si debbono attenere. Si tratta, a guardare bene, di un mediocre atto di testimonianza, quasi un gesto disperato per convincere l’opinione pubblica che il nemico numero uno è la supposta disgregazione dei valori, il libertinaggio dei costumi, il protagonismo omosessuale. Bisogna prestare attenzione a questo messaggio, perchι gode di un ampio consenso, di grandi appoggi mediaciti e politici, del sicuro sostegno ideale e finanziario della CEI e del Vaticano. Il partito dellla famiglia tradizionale scende in campo, tentando di cancellare conquiste e mutamenti, che troppi ingenuamente danno per aquisiti per sempre. Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno hanno dichiarato che parteciperranno all’evento.Bisogna però chiarire bene come. Non certo aderendo al manifesto di convocazione! Assurda anche l’ipotesi che Arcigay, che da alcuni mesi ha giΰ programmato il suo Congresso nazionale a Milano dall’11 al 13 maggio, possa decidere di rinviare l’assise. Risulterebbe incredibile che la più grande associazione gay e lesbica italiana pensasse, che per motivi mediatici, fosse più funzionale rubare un pezzetto della scena ai cattolici organizzando una presenza massiccia ad una manifestazione avversaria e nei fatti discriminatoria rispetto alle nostre rivendicazioni. Al Family Day, deve essere presente una delegazione di coppie lgbt, con e senza figli, che dialoghi con le persone lì riunite, evidenziando, cosμ anche politicamente, che la realtà non può essere rimossa.Ma con le sigle che hanno promosso questa manifestazione, e in particolare con i loro vertici (cui dietro stanno i vari Betori, Fisichella ecc.) non è possibile alcuna compromissione e sconto. Il Congresso Arcigay, e le prese di posizione di tutte le altre sigle lgbt, dovranno chiarire bene, che il nostro Family Day è il Pride del 9 giugno! Lì omosessuali, eterosessuali, bisessuali, trans, transgender in coppia o single, proclameranno la loro volontà di ottenere finalmente in questo paese "pari diritti e pari dignità", in difesa della laicità, per l’affermazione del pluralismo ed articolazione dei progetti di vita.Senza se e senza ma!
Ho pensato di inserire queste dichiarazioni o riflessioni esterne per arricchire di elementi il confronto. Anche nel mondo glbt è, infatti, aperto il confronto sull'opportunità di partecipare o meno all'evento e in che termini.Oltrettuto la situazione e in evluzione e le varie adesioni che man mano giungono fanno certmente pensare. Per esempio pare abbia aderito "Forza Nuova"... allora vogliamo stare nella stessa piazza con chi ci picchia?D'altro canto vale anche la considerazione di non lasciare che un tema centrale come quello che riguarda la famiglia venga usato come una clava contro di noi per dirci che noi vogliamo distruggere e disgregare la famiglia. Questo, oltre che falso è inaccettabile. Nessuno può pretendere di avere il monopolio su qualcosa che riguarda la vita di tutti.
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Una "adesione" su presupposti del tutto contrari a quelli del manifesto del comitato promotore, come quella delle organizzazioni glbt, è ovviamente provocatoria. D'altronde non avrebbe senso -fatta la provocazione-partecipare materialmente, se non per sabotare la manifestazione de facto. Altrimenti ha ragione Mancuso non si rinvia il congresso nazionale della più grande organizzazione glbt, solo per essere lì...mi parrebbe far troppo onore all'avversario, basta mandare una delegazione, votata  al confronto con...Forza Nuova :sisi:

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Più che aperto io definirei il mondo delle sigle GLBT diviso e lacerato. Questo, come sempre in politica, non gioca affatto a "nostro" vantaggio. Possibile che mai nulla possa essere deciso senza le solite litigate, le solite prese di posizione, il solito arroccarsi dietro a "presunte rappresentanze" di questa o quella idea, politica o culturale?Ora siamo arrivati ad una divisione che ha dell'assurdo: da un lato le coppie gay, dall'altra i single. Cerchiamo di essere coerenti. Il Pride è la manifestazione di diritto la più importante, la più impegnativa e la più rappresentativa della nostra realtà. In essa sfocia tutta la varietà del mondo GLBT, su questo penso siano tutti d'accordo (basti solo vedere le infinite discussioni che ne caratterizzano la scelta - luogo, data, organizzazione). Ovvio che d'altro canto non abbiamo i numeri per fare del Pride una contromanifestazione al Family Day. Non tanto per l'effettiva rappresentanza dell'evento, quanto per i soliti e ben noti problemi di visibilità, outing, disinteresse e lassismo imperante.Buona cosa sarebbe, a mio avviso, una partecipazione in massa anche al Family Day, non tanto come forma di boicottamento della manifestazione, quanto per la dimostrazione di un'effettiva esigenza di una legislazione che tuteli la famiglia, in ogni sua forma. Daremmo indubbiamente fastido, e molto probabilmente subiremmo attacchi di ogni genere. Ma non possiamo ulteriormente lasciare parlare chi ci calpesta, come persone e come coppie, e permettere che una manifestazione (sulla quale interpretazione concordo con THX1138) possa essere usata apertamente o indirettamente contro di noi. Per questo io preferirei che ogni sigla GLBT italiana si organizzasse e scendesse in piazza quel giorno, fianco a fianco con chi ci odia, sotto l'egida dell'ipocrisia del "Giorno della famiglia".

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Mi permetto di inserire altri due contributi al confronto.Uno è un articolo della giovane scrittrice Cristiana Alicata, pubblicato su metro e sul suo blog (http://wordwrite.wordpress.com/)Mi sembra che le sue riflessioni si avvicinano non poco a quelle di ALexarcus su alcuni punti, e poi si concentra sulla questione femminile che fin'ora abbiamo abbastanza trascurato (del resto sono interevnuti solo maschietti mi pare).

ANDARCI. Non certo perché day fa rima con gay. E nemmeno per “disturbare”, come qualcuno ha sussurrato, spaventato e sopreso dalla adesione di molte associazioni omosessuali.Certo in realtà il Family Day è nato ed appoggiato in contrasto con la legge dei Dico ed in difesa dei valori della Costituzione. Saremmo d’accordo anche noi omosessuali, infatti. Basterebbe estendere l’articolo 29 della Costituzione anche a noi.Ma parliamo di Famiglie e del perchè tutti i ministri, tutte le parti politiche e anche noi omosessuali dobbiamo essere presenti quel giorno.In Italia, fare un figlio per una donna che lavora è diventato un sacrificio sovrumano. Tutto sembra dirle: se vuoi fare un figlio non puoi lavorare. Comunque non puoi fare un lavoro da uomo: riunioni interminabili, orari assurdi, straordinari. Al massimo, mia cara, puoi fare l’impiegata perchè anche se ti assenti nessuno se ne accorge (sarà vero poi?) Quando torni ricominci (o non trovi più la scrivania e ti fanno fare altro). Come faccio, io Azienda, ad affidarti incarichi di responsabilità se tu da un momento all’altro, donna tra i 28 e i 35 anni, mi ti metti in maternità ed io devo anche pagarti! Scherziamo?Non parliamo delle donne precarie. E delle piccole aziende che fanno firmare la lettera di licenziamento alle donne assunte da depositare in caso di gravidanza. Così beccano i sostegni pubblici perchè assumono, ma in caso di maternità fuori dalle scatole.La verità è che fare delle leggi per la famiglia non significa fare pagare meno tasse ai singoli nuclei. Questi sono palliativi assistenziali non risolutivi. Significa fare delle leggi che consentano alle donne di fare dei figli, di avere dei nidi aziendali e condominiali, di essere tutelate anche oltre i 3+3 mesi post parto. Che inchiodino i padri alle loro congiunte responsabilità. E’ vero: il bambino ha bisogno della mamma. La società, l’Italia, ha bisogno di bambini. Ma la società ha anche bisogno che la donna, per essere una brava madre e una brava moglie/compagna, sia realizzata e per alcune donne realizzarsi, significa anche fare carriera. Leggi per la Famiglia significa migliorare la qualità della Scuola Pubblica, non solo quella dei quartieri “bene”, affinchè ci siano luoghi dove il bambino cresca davvero, anche se entrambi i genitori lavorano.La mia paura è che non si vogliano fare leggi sulla Famiglia perché farle significa assottigliare la differenza uomo-donna che esiste in questo paese. Significa concedere alle donne troppo spazio. Così si accusano i Dico di essere contro la Famiglia, per nascondere quello che c’è veramente dietro: un parlamento di maschi, anziano rispetto al’età dei parlamenti europei, lontano dalla realtà giovane e dinamica che pure esiste Italia.La manifestazione del 12 maggio va politicamente annullata con la presenza di tutti gli schieramenti, perchè la famiglia è una valore dell’Italia, né etero, né omosessuale, né di destra , né di sinistra.
L'altro è invece di segno totalmente opposto. si tratta di un acuto comunicato dell'Associazione palermitana Articolo Tre, che spiega le ragioni della non adesione e criticando apertamente Arcigay e Arcilesbica, manda nel mondo dei sogni irrealizzabili l'unità del movimento Glbt su questo punto e la discesa compatta in piazza delle associazioni glbt per scardinare il disegno che sta dietro il family day.Credo che l'idea originaria (di scardinamento attraverso la partecipazione) era in effetti stimolante e forse positiva. Ma decisamente è stata gestita male. A mio parere si è bruciato troppo sull'acceleratore, bruciando l'impatto mediatico di un'eventuale adesione del mondo glbt e non approfondendo in anticipo le consideraioni pro e contro. L'unità va costruita anche nel dialogo. Non si può pensare nell'effetto trascinamento anche perché Le perplessita sulla gestione della Manifetsazione Diritti ora (di cui mi sono anche fatto portatore) hanno davvero attraversato nel profondo le associazioni glbt facendo perdere di auterovolezza ad Arcigay.Del resto che persino all'interno di Arcigay non si siano dati il tempo della riflessione è testimoniato dalle riflessioni di aurelio Mancuso che è il segretario nazionale di quell'associazione!!Vi invito a leggere con molta attenzione questo lungo comunicato perché è interessante.
Family Day" e "Family Gay”. Nessuna "chiamata alle armi" dei nuclei familiari, il 12 maggio, a Piazza San Giovanni, ma "un'eventuale partecipazione degli omosessuali alla manifestazione sembrerebbe un comportamento scostumato, politicamente ed eticamente". "Se ci vengono a dire che anche loro sono famiglia fanno uno sgarbo". Così il ministro Mastella dichiara a proposito dell’adesione di alcune note associazioni omosessuali al Family Day.Parole assolutamente coerenti con il pensiero teo-dem-con che anima una parte consistente dell’attuale maggioranza di centro sinistra. Lo stesso che ha prodotto un vespaio di polemiche attorno al DDL del Governo Prodi pur essendo, i Dico, il risultato di un compromesso che ha tenuto conto, quasi esclusivamente, delle richieste del mondo cattolico e, quasi per nulla, di quelle dei movimenti omosessuali.Ma in realtà il nostro Guardasigilli offre spunto ad una riflessione che dovrebbe coinvolgere tutto il nostro movimento, dal momento che le due più grandi associazioni nazionali, Arcigay ed Arcilesbica, hanno scelto di aderire ad una manifestazione, il Family Day, organizzata e sostenuta da chi ha un’idea estremamente chiara sul tipo di famiglia che essi riconoscono, l’unica che merita tutele e garanzie da parte dello Stato. «La famiglia - spiega il manifesto - è un bene umano fondamentale dal quale dipendono l'identità e il futuro delle persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia fondata sull'unione stabile di un uomo e una donna, e aperta a un'ordinata generazione naturale, i figli nascono e crescono in una comunità d'amore e di vita, dalla quale possono attendersi un'educazione civile, morale e religiosa». E’ questa la famiglia per la quale il manifesto del Family Day chiede alle persone di scendere in piazza.Il cartello delle associazioni omosessuali che ha aderito alla manifestazione del prossimo 12 maggio ha motivato le sue personali ragioni di partecipazione. Tuttavia, la manifestazione indetta dal forum delle famiglie (cattoliche), come tutte le manifestazioni di piazza, avrà la sua identità specifica: quella, giustamente, che solo e soltanto gli organizzatori vogliono darle. Chi ha organizzato la manifestazione del 10 marzo “Diritti Ora” sa bene queste cose.Dunque, chi sarà a Piazza San Giovanni il 12 maggio è giusto che sia chi condivide lo spirito e gli intenti di quella manifestazione. Nessuno può inventarsi forme di partecipazione che non siano in sintonia con il documento prodotto dagli organizzatori, altrimenti si fa una contro-manifestazione.E’ una logica di buon senso, prima ancora che di democrazia.Al Family Day, benché non espressamente organizzato contro i Dico, parteciperanno tanti di quegli esponenti del mondo politico che, negli ultimi mesi, in nome della difesa della famiglia tradizionale, hanno espresso giudizi odiosi ed hanno mosso attacchi verbali violenti ed inqualificabili nei confronti dei cittadini e delle cittadine omosessuali del nostro Paese.Questa manifestazione, come si va delineando dalle adesioni che sta ricevendo, sarà la piazza di chi è palesemente contrario alle battaglie ed alle richieste portate avanti dai movimenti lgbtq. Anche se gli organizzatori hanno deciso di tagliare dal documento condiviso il riferimento esplicito ai Dico, non occorre essere troppo maliziosi per comprendere le ragioni politiche del Family Day. Una manifestazione di tal genere come mai adesso, proprio quando esiste un Governo che ha previsto un ministero della famiglia e, quindi, politiche ad hoc? Come mai non prima, quando di politiche per la famiglia c’è scarsa traccia in tutti i precedenti Governi? Davvero i Dico ed il riconoscimento delle coppie omosessuali non c’entrano nulla? Infatti, sì che c'entrano.E tra gli organizzatori non vi sono forse tante associazioni cattoliche e singole personalità che sono e saranno tra i più agguerriti oppositori delle istanze del movimento omosessuale?Anche noi riteniamo che la presenza di associazioni omosessuali al Family Day sia una scelta politica “scostumata”, ma, ovviamente, per motivi diametralmente opposti a quelli espressi dal Ministro Mastella.La scelta di Arcigay ed Arcilesbica, meno quella di Agedo che è un’associazione di genitori di figli omosessuali, ci disorienta come minimo.Se una parte del movimento omosessuale sta seguendo la strada di una finta e forzata assimilazione ed omologazione ad un modello di famiglia per ottenere una manciata di diritti, si e ci condanna ad un fallimento su tutti i fronti.La fruizione dei nostri diritti di piena cittadinanza non può e non deve passare per un modello di famiglia accettato od accettabile, ma solo ed esclusivamente per i principi di eguaglianza e non discriminazione di ogni singolo individuo. Non è dalla famiglia, qualunque essa sia, che si costruiscono la dignità, la rispettabilità e le garanzie giuridiche che spettano ad ogni cittadino/a, ma è esattamente il contrario. La famiglia e le famiglie si costruiscono attraverso il rispetto e la tutela della dignità e dei diritti delle singole persone.Le nostre famiglie, o quelle che vogliamo, non sono uguali a quella di cui ci parlano la Binetti, Mastella, Buttiglione, i due Casini, Ruini e compagnia cantante. Le nostre famiglie sono profondamente differenti rispetto a quel mondo di valori a cui i teo-dem-con ed i crociati dell’ultima ora vogliono ancorare il concetto di famiglia tradizionale. Le nostre famiglie non si sentono minacciate dai diritti altrui e non scendono in piazza per chiedere la difesa di privilegi. Infatti, cos’è un diritto, quando esso si fonda sulla negazione dei diritti altrui? Il Family Day, proprio per questo, assomiglia tanto alla manifestazione di una corporazione che vuole mantenere i propri privilegi sociali ed economici a discapito di altri. Attraverso la discriminazione di chi non può o non vuole entrare in certi modelli.Le nostre famiglie sono “naturalmente” differenti da quella concepita e sostenuta da chi ha promosso la manifestazione del 12 maggio, perché non si fondano sulla gerarchia dei ruoli e dei generi, dove, secondo la più “nobile” tradizione patriarcale, c’è sempre un ruolo ed un genere subordinato: quello della donna, quello femminile. Non sarà certo un caso se tra gli organizzatori del Family Day troveremo gli stessi che sono contrari alla legge 194 sull’aborto e che hanno sostenuto l’orrenda e vergognosa legge 40 sulla procreazione assistita.La natura e la struttura delle nostre relazioni e, quindi, delle nostre famiglie è differente. Ha ragione chi afferma questo tra i nostri oppositori, e noi cittadini e movimenti omosessuali dovremmo esserne orgogliosamente consapevoli.Perché affermare queste differenze non giustifica e non ammette, in uno Stato laico e democratico, l’esistenza o l’assenza di norme giuridiche che possano ledere i principi di eguaglianza e non discriminazione di tutti i cittadini dinnanzi alla legge.Perché affermare queste differenze significa essere un movimento che va oltre le semplici richieste sindacali, promuovendo una vera crescita civile e culturale del nostro Paese.E’ per questo che riteniamo inconcepibile e paradossale che un’associazione omosessuale possa aderire e partecipare ad una manifestazione come quella del Family Day e scendere in piazza a fianco di chi sostiene valori e battaglie diametralmente opposti a quelli che il movimento lgbtq porta avanti, faticosamente, da oltre un quarto di secolo. Arcigay ed Arcilesbica si assumono la responsabilità politica di una simile adesione e della conseguente perdita di credibilità che rischiano di subire agli occhi di tutti gli altri soggetti associativi gay, lesbici e transgender e, soprattutto, di tutte le persone lgbtq per i cui diritti affermano di combattere ed esistere in questo nostro Paese sempre più omofobo ed intollerante e di cui Piazza San Giovanni, il 12 maggio, prevedibilmente, ne sarà il teatro. Articolo TreAssociazione Omosessuale di Palermohttp://www.articolo3palermo.org
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Ottimo: abbiamo più o meno tutti i punti di vista espressi sulla questione. Adesso la parola agli utenti:Che ne pensate? Ci andreste? No? Perchè? Quale punto di vista vi convince di più? (evitate di quotare gli articoli, fate solo riferimento all'autore)Milziade, quale è la tua opinione? :sisi:

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Sono d'accordo con entrambi.La Famiglia Eterosessuale è un valore anche per i gay.Partecipare a una manifestazione contro il suo manifesto politico non è molto democratico (seppur non illegittimo)Quindi Almadel, dall'alto della sua inutile autorità, vi lascia libertà di coscienza.

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Questa sì che è una bella domanda!  :asd:Allora premetto che essendo nel direttivo del Circolo Mario Mieli io mi riconosco in gran parte nella posizione espressa dal nostro Presidente... (tanto per evitare nascondimenti e fraintendimenti)Detto questo le mie riflessioni personali sono più contorte. Quando ho avuto la prima notizia di questo evento proggettato l'idea "partecipiamo anche noi", pensata prima in senso paradossale e poi concreta mi è subito balenata e poi si stava rafforzando. Il mio desiderio sarebbe quello appunto di non avallare la parossistica divisione "Cattolici Pro Famiglia", "Omosessuali Contro Famiglia": noi abbiamo famiglie di origine e ci creaiamo le nostre famiglie e le nostre unioni, o ci barcameniamo in solitudine come possiamo: chiedere pari diritti e dignità non vuol dire andare contro i diritti altrui.Paradossalmente dicevo: "Ci teniamo tanto alla famiglia che vogliamo che anche le nostre siano riconosciute"E poi: "sosteniamo gli articoli 29- 30 etc della costituzione? Sì! E allora leggiamoli, da nessuna parte si paral di esclusività uomo-donna, e da nessuna parte si dice che bisogna ecludere altri tipi di aggregazione".Detto questo a me sembrava indubbio che una partecipazione con dei distinguo dei gay, in forma composta, ma che apparirebbe inevitabilmente provocotaria, potrebbe catturare molto l'attenzione dei media e depotenziare il valore che i cattolici le vogliono dare. Sarebbe una forma di boicottaggio essendoci. E se curata bene avrebbe potuto parlare alla società civile come mi hanno dimostrato le parole di mia mamma (che per me rappresenta la percezione media dei fatti che ci riguardano).Io avrei atteso fino a qualche giorno prima per dare l'adesione per evitare di bruciare la notizia così presto e di aprire questo putiferio ora. Inoltre avrei cercato di valutare meglio un manifesto alternativo su cui puntare.Ora la pioggia delle adesioni più disparate (da Mastella a Forza nuova, da Ferrero - in piazza farnese pro Dico il 10 marzo, a Piazza San giovanni antiDico il 12 Maggio?- ad Argigay) ha solo creato una confusione e mi ha indotto a riconsiderare la mia posizione.Onestamente per quanto attiene lo stile politico di partecipazione agli eventi organizzati da altri, hanno ragione ad Articolo tre, non si dovrebbe partecipare per il solo spirirto provocatorio (anche se la loro manifestazione è volutamente provoatoria).Come la prendermmo se Forza nuova aderisse al Pride? Se il forum delle famiglie venisse per dirci che le nostre non sono posizioni valide?Allora mi sembra chiaro che questo meeting di Piazza San giovanni è contro di noi.Lasciamoli fare!Noi replicheremo in modo democratico esprimendo il massimo della partecipazione e anche di elaborazione politica per il Pride del 9 Giugno!!!

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Dopo i primi comunicati del Mario Mieli e di Articolo Tre, che ho già riportato sopra si sono moltiplicati gli interventi di altri noti esponenti del movimento glbt.In una stringata missiva Imma Battaglia presnde posizione a Fianco del Circolo Mario Mieli.Imma Battaglia:

io penso che l'adesione alla manifestazione del 12 maggio sia una inutile provocazione che nonfa latro che alimentare lo scontro e il fondamentalismo omofobico, fare politica significa analizzare le situazioni e scegliere con attenzione le mosse da fare, l'adesione al family day verrà letto dalla "gente comune" come una provocazione inutile e contribuirà ad aumentare la confusione sul dibattito delle unioni civili e darà la convinzione che la ns battaglia è contro la Chiesa, la famiglia e i cattolici, e questa non è la mia battaglia.
A Lei, e alle questioni già sollevate in particolare da Articolo Tre replica a nome dell'Agedo Giovanni Dall'Orto (direttore di Pride)Giovanni dall'Orto:
Mi permetto di fare notare che: * Agedo è una associazione di FAMIGLIE di omosessuali. Che il papa possa dire loro che una manifestazione sulla/per la famiglia non li riguarda, me lo aspetterei, che se lo dicono dei gay... sinceramente non so cosa pensare. * Agedo non è una associazione gay, e non è quindi legata alle strategie, spesso piccine, bizantine e miopi, del movimento gay, ma alle proprie. Agedo non deve mandare in parlamento (o in consiglio comunale, se è per quello) nessun suo esponente, quindi può muoversi con maggiore libertà. Quella di coscienza.Personalmente invece io ritengo un'ottima mossa l'adesione alla manifestazione di maggio di Agedo e di Famiglie Arcobaleno, dato che la presenza delle famiglie dei gay e delle famiglie di gay modifica il senso stesso dell'iniziativa, costringendo gli organizzatori a specificare se il loro è un "family day" o un "anti-family day" ("alcune famiglie sono piu' famiglie delle altre"? Passi per i gay (si fa per dire), ma per i miei genitori, sposati in chiesa, se sono una famiglia di serie B, hanno diritto che qualcuno glielo dica in faccia, spieghi il perché e si assuma la responsabilità politica di quel che fa. Vediamo se il paese apprezzerebbe il fatto che delle mamme siano cacciate da una manifestazione per la famiglia!).Sia gli organizzatori, sia i contestatori dell'adesione di Agedo non hanno capito che la famiglia italiana è cambiata, nei fatti, ma non nell'ideologia ufficiale. La presenza delle famiglie "altre" mette sul tappeto in modo stridente proprio questo: la famiglia che chiamano a raccolta gli organizzatori del family day non è piu' la sola famiglia concepibile, e non è neppure maggioritaria. Mentre la famiglia di cui parlano i contestatore è un'astrazione, che prescinde dal dato reale, da "qui ed ora", dal dato concreto, da ciò, insomma, che viviamo per davvero.Chiamarsi fuori dalla sfida di dimostrarlo significa ricadere una volta di piu' nell'attendismo e nell'immobilismo che hanno caratterizzato il movimento gay in tutti questi anni.Occorre invece spezzare la pigrizia mentale e l'incapacità di guardare avanti che ci ha dato in passato mostri come l'opposizione decennale del Circolo Mario Mieli ai Pacs, la dichiarazione di Vladimir Luxuria appena eletta che ha proclamato al mondo che "i Pacs non sono nel programma di governo dell'Ulivo"; bontà sua, e la vergogna dei dirigenti Arcigay che chiedendo a Cecchi Paone, prima che intervenisse a Roma il 10 marzo, di non attaccare la Chiesa, lo hanno fatto abbandonare il campo lanciando la meritatissima accusa di essere "democristiani dentro".Le piazze servono anche per confrontarsi e lanciare delle sfide politiche. Qualcuno di noi il coraggio di farlo lo ha. Se ad altri questo coraggio manca, amen. La rivoluzione si fa con le persone che si hanno, e non con quelle che si vorrebbe avere.Giovanni Dall'Orto:
Anche Sergio Lo Giudice, Presidente Arcigay, replica e chiarisce la posizione della sua associazione, direttamente criticata.Sergio Lo Giudice
Cara Imma, cari/ e tutt/e, l’annuncio di Agedo , Arcigay , Arclesbica, , Famiglie Arcobaleno e Liff di partecipare al family day ha avuto il grande merito di mettere a fuoco le contraddizioni di quella manifestazione ( contro i diritti di una parte della popolazione e non , genericamente, PER la famiglia) e di dare una visibilità al di sopra delle previsioni ad un messaggio comunicativo che per noi non è facile fare passare: anche noi siamo famiglie, e chi mette in contrapposizione i diritti della “Famiglia” con quelli delle nuove famiglie compie un’operazione strumentale ed ideologica. Non abbiamo ancora deciso se parteciperemo effettivamente: questo dipenderà da diversi fattori, a partire da una valutazione delle reazioni provenienti dal fronte cattolico. Tuttavia, vorrei sgombrare il campo da un equivoco: il timore espresso da Imma – che in questo esprime un’esigenza e una sensibilità che condivido - di assumere il ruolo dei provocatori. Se qualcuno di noi alla fine sarà veramente in quella piazza dovrà farlo in modo intelligente. Se cartelli o travestimenti anticlericali hanno trovato – giustamente – piena cittadinanza nella nostra manifestazione del 10 marzo, portare quel tipo di comunicazione dentro la manifestazione organizzata dalle organizzazioni cattoliche sarebbe stupido e  controproducente. Altro sarebbe avere in piazza la mamme dell’ Agedo , le famiglie arcobaleno con le loro carrozzine e le nostre coppie.Articolo Tre ha la preoccupazione esattamente opposta e ribadisce la macchietta di Arcigay omologata, familista ecc. Se c’è ancora qualcuno in questo paese che non ha capito che proprio l’immagine delle nostre famiglie come serenamente “”””normali” “” ( fra mille virgolette, please, non mi citate Sandro Penna!) è la più rivoluzionaria e la più temuta dagli integralisti, chieda a Ruini cosa ne pensa.Sergio Lo Giudice
Imma, risponde ad entrambi a stretto giro, rimarcando la sua posizione e attancando Arcigay per l'eccessivo presenzialismo. Imma Battaglia:
io non credo che l'adesione alla manifestazione abbia messo in evidenza le contraddizioni ma rispetto le buone intenzioni della vs azione però permettetemi di dire che le valutazioni non devono essere fatte solo in termini mediatici ma di effetto rispetto ai ns comuni obbiettivi e visto che stiamo ricostrunedo a fatcia una unità di movimento forse valeva la pena di confrontarci.ripeto ricordate il 2000 la storia è importante le provocazioni sono deleterie per tutti.AGEDO e famiglie arcobalena hanno un altro ruolo e la loro adesione è sacrosanta, forse ogni tanto il silenzio vale oro, non bisogn apparire per forzami permetto di fare notare che la posizione di agedo e famiglie arcobaleno alla manifestazione è una altra cosa rispetto ad arcigay.a volte bisogna saper lasciare spazio agli altri e non apparire per forza, le provocazioni in questo momento creeranno solo distacco e omofobia e nessuna solidarietà.
Poi non dite che non vi porto documenti esclusivi...  :asd:Come sembra evidente le diverse posizioni si delineano sempre più chiaramente, portando le loro ragioni.Resta da capire La vostra posizione...Per Almadel: Apprezziamo la tua concessione salomonica... ma questo ci aiuta poco a capire cosa ne pensi tu... E allora dicci almeno che fai: vai o non vai? Illuminaci prima che passeremo a definirti da salomonico ti a Pilatesco!! :sisi:
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La provocazione ( partecipiamo, siamo anche noi famiglia ) non ha sortito grandissimi effettili ha costretti a pronunciarsi contro i DiCo, che era il risultato che poteva essere raggiunto, ma a sinistra non c'è stato un Mastella a far casino, per amplificare il carattere antigovernativo della manifestazione. Quindi la provocazione ha funzionato per la parte che poteva, senza il concorso deipolitici. Se questo è vero, come per me è vero, bisogna prendere atto che tale sostegnomancherà anche in presenza di ulteriori iniziative. Partecipare è una ulteriore provocazionelo è oggettivamente dato che si partecipaa titolo di contromanifestazione. A meno dinon essere così ingenui da credere che bastievitare le carnevalate ( come insinua Lo Giudice )per non esserlo:come se veramente i cattolici credessero alla propriapropaganda....O di credere che un confronto sia possibile ( Dall'Orto )

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Il punto è la «mancanza di garanzie» per una ipotetica partecipazione. Una partecipazione dovrebbe infatti essere debitamente preparata, anche con delle garanzie, dato che si parte dal presupposto, largamente condiviso, purtroppo, che essa sia una «provocazione». Se mancano queste garanzie, se non c'è una voce democratica all'interno del Comitato promotore che si pone questo problema, e quello dell'«inclusione» di chi è o aspira anch'esso a essere famiglia, e che, come ben dice Almadel, riconosce la famiglia eterosessuale, beh vuol dire che questa manifestazione è intrinsecamente anti-democratica. E allora non ci si va, ma per questo.

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Se io fossi stato Lo Giudice, avrei fatto come Lo Giudice.1) Avrei detto ci andiamo2) Avrei lasciato scoprissero la loro omofobia3) Sarei rimasto a casa (questo lo lascia solo intendere...)Avrei delegato la "provocazione " all'Agedo come ha fatto la Battaglia e mi sarei preparato già i commenti per i cartelli omofobici di Forza Nuova.La Battaglia e Lo Giudice sanno come funziona.Al momento preferiscono fingere di non pensarla allo stesso modo per fare un po' il gioco delle parti e battibeccare.

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Ancora non abbiamo capito cosa faresti se fossi in te per ora...Io a commento delle parole di Dall'Orto voglio dire che, non capisco molto qual'è la differenza di cui si può vantare Lagedo rispetto ad Arcigay.Intendo dire: Se il manifesto del Forum delle Famiglie Cattoliche è quello omofobico e che tende ad assolutizzare il concetto DI FAMIGLIA trasformandolo in un monolite e un idolo, fuori dal tempo e dalla storia, se il loro vero obiettivo è quello di attaccare l'estensione dei diiritti alle coppie omosessuali e qualsiasi possibile avvicinamento, che andrebbero a fare le nostre mamme e i nostri papà lì? a dire che anche loro non vogliono che le nostre unioni non vengano riconosciuti?

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Io proprio non ci andrei all'OMOFOBO-DAY, perche' di questo si tratta, ed il concetto di difendere la famiglia penso spieghi da solo il motivo, difenderla da che cosa? Mi sembra di aver capito poi che, in conclusione, Niente Family Day per Arcigay e Arcilesbica.Vorrei infine sottoporvi l'opinione della carissima senatrice Anna Serafini, ops, mogliettina di Fassino: "Serafini: Condivido il manifesto di chi sfilerà" Il manifesto sarebbe il seguente: «il sostegno alla famiglia così come viene definita dalla Costituzione, e la non equiparazione con altre forme di convivenza o relazione affettiva» E quindi il commento di Aurelio Mancuso:"A SENTIRLI PARLARE DI FAMIGLIA E VALORI, I NOSTRI ULIVISTI SEMBRANO I NEOEVANGELICI" Ragazzi, ma non vi sentite mortalmente traditi da questa parte della sinistra italiana?

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Ragazzi, ma non vi sentite mortalmente traditi da questa parte della sinistra italiana?
Si :salut: sul partito democratico ho già scritto ed evito di ritornarci comunque o si fà la legge sulle unioni civili o non voto più Ds (il partito democratico non lo voto a prescindere)
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L'unica (magra) consolazione è che ho votato Rosa nel Pugno. Di DS non mi sono mai fidato e il futuro PD è un "mostro medievale", come scrive Aurelio Mancuso.Detto questo, non so più quale futuro ci aspetti, non solo in termini di diritti civili, ma per tutto quanto.

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Volete parlar male della nascente Balena Rosa?L'allegro partitonzo dal 33% che verrà ad annichilire le nostre prospettive politiche da qui all'eternità?Io mi auspico il Partitone anche a Sinistra (Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani e Diessini Laici). Navigherebbe intorno al 12%-18% e rimarrebbe o eternamente all'opposizione o dovrebbe allearsi con questa bella gente.Gli amici della RnP sono tanto simpatici quando parlano di diritti civili; ma quando aprono bocca sull'Iraq li seppellirei in un formicaio. :roll:Li ho votati alla Camera e tornassi indietro non credo lo rifarei. A coerenza fanno il paio con i Comunisti Italiani (questi ultimi vanno al Gay Pride e sono amici di Castro; quegli altri protestano contro la pena di morte in Cina e non contro quella degli USA...).Sul Partito Democratico e sul futuro politico del Movimento, varrebbe la pena di aprire un topic a parte. Questo teniamocelo per i commenti sul Family day...

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ridotti allo status di formiche, che crudeltà... concedigli almeno la tana di una talpa o di un criceto Quanto al Family Day per come si son messe le cose,direi che siamo oramai tutti abbastanza d'accordo sul non andare.Dal mio punto di vista sarebbe stato più problematico se la partecipazionefosse stata possibile e tatticamente opportuna. Non mi sarei piaciuto adover sostenere la sacra "Famiglia" seppur con secondi fini

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L'ennesimo caso di schizofrenia politica, per chi se lo fosse perso...***Lucia Annunziata: perché andrò al Family Day."Decisione individuale e privata di un elettore qualunque dell’Ulivo. Ma se persino nel più «laico» dei partiti della coalizione di governo, quale i Ds, ci sono segnali di una riflessione in merito, forse è tempo che una serie di scelte individuali vengano dichiarate."Potete leggere il resto al link:http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=2660&ID_sezione=29&sezione=

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Lucia Annunziata non ha vergogna di dichiarare:«la foga della battaglia con la Chiesa ha spostato i Dico su toni di estremismoomosessuale».E ancora:«la legge sui Dico è diventata infatti infinitamente più rilevante diquello che è nella realtà del Paese per il suo significato simbolico»- non ha nemmeno il pregio della novità, perché il concetto fu espresso più chiaramente e seccamente (bisogna pur riconoscerlo) da D'Alema oltre un anno fa. Termina avvertendo: «Recenti sondaggi sul calo di popolarità del governo sostengono che i Dico vi giocano un grande ruolo: non è questo forse un monito?»

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Termina avvertendo: «Recenti sondaggi sul calo di popolarità del governo sostengono che i Dico vi giocano un grande ruolo: non è questo forse un monito?»
Evidentemente non la sfiora che forse la popolarità cala per il modo patetico in cui stanno gestendo la questione, e non per i contenuti del ddl in sè. Ma ha la scusante di essere l'Annunziata... :gh:
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