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Manifestazione "Diritti ora": fallimento?


Milziade

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La manifestazione del 10 marzo è stata attesa e accolta dalla comunità glbt con grande slancio, entusiasmo e speranza. I numeri della piazza sono stati soddisfacenti, i colori e le iniziative che la hanno animata come sempre sorprendenti.Sicuramente la manifestazione ha avuto il merito di rianimare ancora l'attenzione sulla tematica dei diritti e di evidenziare il fatto che ci sono molti cittadini mediamente incazzati pronti a sostenerli.Cosa allora non è andato e non va?purtroppo tanto, a mio parere, tante cose che mi lasciano l'amaro i bocca e mi fanno guardare a quella manifestazione con profonda delusione e scoramento, come all'ennesima occasione perduta.Innanzitutto quella che era nata come una manifestazione per pungolare il governo, per segnalare la profonda insoddisfazione di fronte al ddl sui DICO, una manifestazione che, se non certamente antigovernativa, si rivolgeva principalmente al governo criticamente, si è trasformata in una manifestazione per i DICO, con tanto di sfilata di parlamentari e ministri.Sicuramente ci sono delle associazioni o dei gay che sono pronti ad accontentarsi o che ritengono i DICO una ottima conquista, ma questa non è certamente la posizione di tutti e questa varietà non è emersa per nulla.Tutto il movimento e tutte le associazioni sono state messi di fatto in sordina dalla politica di palazzo e dai ministri. Anche visivamente, simbolicamente, quando i rappresentanti delle associazioni glbt presenti sul palco della manifestazione sono stati frettolosamente allontanati per lasciar posto ai ministri (fatti comodamente sedere per "superiori" esigenze televisive). Io mi chiedo era una manifestazione del movimento GLBT? i ministri hanno posizioni note e hanno modo di uscire in tv e sulla stampa quotidianamente. Forse anche per la diretta televisiva sarebbe stato più utile e interessante ascoltare le voci delle associazioni piuttosto che quelle dei soliti noti. Io credo che molti dei manifestanti sarebbero volentieri rimasti a casa a vedersi il programma dalle loro poltrone piuttosto che stare ore in piedi a sostenere chi o cosa? Le stesse coppie gay presenti sul palco erano li a far da paravento di un nulla assoluto e non hanno avuto modo di interagire con i ministri "filtrati" banalmente dalle pessime conduzioni che facevano loro domande da libro cuore.La conduzione appunto (specie quella del semi-ignoto Diaco, ma anche quella della più vicina al movimento Delia Vaccarello) è stata pessima, banalizzante: le domande rivolte ai ministri erano del tipo "ministro cosa le è costato presentare questo ddl?" "che cosa dice a questa piazza?" per poi perdersi in lunghi monologhi-predica assolutamente fuori luogo e non rappresentativi di nessuna delle realtà organizzate del movimento glbt (Diaco a detto: "siamo qui per i diritti individuali"... ma dico io non volevamo almeno il riconoscimento della coppia? bho). Gli interventi che hanno lasciato il segno in generale sono stati pochissimi, Vladimir Luxuria e Franco Grillini, se la sono cavata con delle battute... particolarmente penose proprio quelle di Grillini rivolte a Casini e Berlusconi che sono rispettivamente convivente e risposati: embeh? fatti loro... credo che come movimento noi sosteniamo il diritto al divorzio e i diritti dei conviventi... sono incoerenti? ma nessuno di noi li ha votati aspettandosi diritti da parte loro, perché Grillini non si è rivolto al suo Segretario Fassino, che è contro la parità dei diritti? a Rutelli col quale sta andando a fare un partito assieme? alla senatrice DS Serafini che sostiene che i diritti delle coppie non sono una priorità?Troppo facile strappare gli applausi sparando sulla croce rossa. Ma se fossi in Grillini, di fronte al nulla che ha ottenuto, al ghetto politico in cui lo ha relegato il suo partito, mi sarei dimesso da deputato e dai DS, almeno avrei salvato la Dignità!E il ministro Ferrero che ha sostenuto che quella poteva essere una manifestazione pro unione se solo si fosse svolta prima delle elezioni? ma ci siamo forse scordati che esattamente un anno fa, prima delle elezioni appunto, un simile evento fu bollato da Prodi come una pagliacciata da evitare? l'Osservatore Romano definendo la manifestazione una carnevalata non ha fatto che ri-citare i politici a un anno di distanza!!E i risultati? All'indomani della manifestazione il dibattito si è concentrato sulle dichiarazioni dei ministri, sull'opportunità della loro presenza in piazza, su Mastella, sugli equilibri di governo... non un concetto nuovo è risuscito a passare. Non le argute considerazioni (per quanto prolisse alla luce dello spazio lasciato poi alle altre associazioni) della Presidente di Arcilesbica Francesca Polo, che ha sfatato molti falsi miti sulle famiglie glbt, sulla Costituzione italiana, sulle nostre richieste etc, non il monito di Imma Battaglia, che ha messo in guardia dal considerare i nostri voti scontati, non il rapido affondo di Rossana Praitano (Presidente del Mario Mieli) che ha detto che i DICO non ci soddisfano per nulla e che vanno per lo meno migliorati.Queste sono solo alcune delle considerazione negative che mi vengono in mente ma credo che anche voi avrete da aggiungere e anche io mi riservo di ritornarci...Ma ci si chiede ora di chi è la colpa di tutto ciò? A mio parere è solo nostra, del movimento glbt diviso e soprattutto asservito. Altro che lobby gay, qui il movimento tutto è stato strumentalizzato dalla politica, lo notava altrove equalmarriage. I partiti utilizzano le associazioni, in particolare la più grande e rappresentativa (Arcigay) per fare accettare ai gay proposte e condizioni che risultano sempre più offensive delle dignità e persino delle nostre intelligenze.E del resto è stato detto chiaramente dal palco che la manifestazione è stata finanziata dai partiti... Intendiamoci molti politici hanno saputo fare interventi interessanti e di apertura, ma il punto è che noi conosciamo le loro posizioni e gli italiani le conoscono o hanno altri mezzi per conoscerli. La manifestazione doveva dare voce alle nostre richieste e alle nostre voci. e invece siamo stati noi ancora una volta a piegarci e ad ascoltare loro a fare da docile claque o da fischiatori a comando.Davvero mi stupisce tanta acredine verso Mastella et similia... Loro hanno le loro idee e le loro posizioni politiche chiare, nessuno di noi si aspettava regali da loro.Le critiche e fischi dovremmo farceli da soli, dovremmo riservarli ai leader del movimento che per loro interessi personali o per incapacità ci fanno servi del potere, ai partiti che abbiamo votato per sostenere i nostri diritti e che dopo averci illusi, o blanditi con belle parole, sono prontissimi ad abbandonarci alla prima occasione, quando si tratta di tradurre le promesse in pratica.Non credo di svelare i grandi segreti dicendo che Sergio Lo Giudice (Presidente uscente di Arcigay) è il presidente in pectore della commissione contro la violenza e il bullismo che sarà costituito presso il Ministero delle Pari Opportunità, doveva dare il suo obolo alla Pollastrini? bene... ma crede di aver reso un servigio al movimento e alla nostra dignità? pensa che la ministra Pollastrini, a cui vanno resi gli onori della armi per aver per lo meno tentato di proporre una legge dignitosa, abbia portato a casa un risultato positivo?La carne al fuoco è molta... Andrea Maccarrone

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Il contenuto politico della Manifestazione è stato quello che dice Milziade e da questo punto di vista io non ho niente da aggiungere. Gli interventi sul podio dei vari politici del tutto penosi e pietosi, ma riflettono la situazione data, e la subalternità del movimento glbt (ma siamo sicuri che esista?) ai partiti.La Pollastrini, aiutata da intervistatori in ginocchio, ha parlato in continuazione «a Prodi», a lui si è continuamente rivolta per spiegargli le ragioni per cui non poteva non essere là. Vien da dire: ma che le faceva Prodi se lei non si giustificava?Grillini è diventato un battutaro. Lo Giudice la solita cinghia di trasmissione.Il senso del discorso della Pollastrini è stato: non faremo niente per voi, ma capiamo le vostre speranze; cercheremo di migliorare questa legge, e tutti sappiamo che non ci riusciremo; voi siete discriminati, questa è la situazione, ma vogliamoci bene. Un discorso parrocchiale di sinistra.Detto questo, c'è stata una partecipazione maggiore del previsto, il che, per la pigra Roma e la pigra Italia, è una nota positiva. Piazza Farnese era stata scelta sulla base di un istinto difensivo. Nelle ultime settimane qualcuno aveva pensato, dati gli ultimi eventi, di spostare la manifestazione in un posto più ampio, ma la cosa è caduta nel vuoto. Credo ci sia da lamentare scarsa operatività, una situazione abbastanza sclerotizzata. A livello psicologico/individuale, una nota di gioia, un senso di collettività condivisa, e poter scaricare anche un po' di rabbia. Su un alto palazzo della Piazza, lo slogan più bello: IO DICO Zapatero!Un'altro, che mi ha fatto morire dal ridere: Zapatero Santo subito!Eppure sono bastate queste belle e ludiche e pulite battute a fare incazzare terribilmente la Santa sede! Posso dirlo? nella splendida Piazza Farnese, io mi sentivo protetto dalla Francia e dalla sua Ecole, che ci guardava.

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Diciannove dirigenti DS-Gay left hanno scritto ieri una lettera pubblica a Fassino, Rutelli e Prodi per avvertirli che: "noi non possiamo fare il partito democratico con chi la pensa come loro due" ( ndr Bindi&Binetti )Detto così sembra un poco avvilente....nel senso che la questione è posta in termini strettamente personali--o noi o loro -- ci sarebbe poi la richiesta che nel manifesto del Partito Democratico sia inserito il rifiuto di ogni discriminazione, che per certi versi politicizza il conflitto, per altro verso però pare la richiesta di una foglia di fico tant'è che Benedino stesso ci dice che in ogni caso "la convivenza coi teodem sarà una sida continua"Ora, dico io, se il problema è addirittura questo...cioè un problema così pregiudiziale rispetto ai DiCo, è evidente che le convivenze restano sullo sfondo. Siamo passati dalle convivenze fra omosessuali alla convivenza fra Grillini e la Binetti.... :bah:Il dato positivo, oltre la manifestazione numerosa, è che c'è una tenue speranza che i gay-DS siano messi, contro la loro volontà con le spalle al muro dal loro stesso partito, cercheranno però una ricomposizioneperchè ci sono gay di Rifondazione Comunista che meditano da venti anni di fargli pagare il conto della Bolognina...Per certi versi la manifestazione di Sabato aveva per oggetto questo, una prova di forza tutta interna allasinistra, che si è giocata sulle presenze dei referenti politici ( PRC-Verdi-DS-SDI...sono tutti soggetti collaterali al cd. movimento-che non c'è come soggetto politico...) Non è che sia entusiasmante ma la politica è fatta anche di prove di forza, rapporti di potere e certo pure di carriere politiche.

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La lettera aperta inviata da Graziella Bertozzo, nota attivista di "Facciamo Breccia"  e una delle animatrici delle manifestazione "NO VAT", propone alcune interessanti riflessioni politiche sulla manifestazione del 10, sulle reazioni cattoliche e sulle prospettive del movimento GLBt. La metto qui così come propotsa sul sito del Mario Mieli http://www.mariomieli.org/spip.php?article127

15 marzoOsservatorio Bertozzo Una carnevalata, per di più isterica, i cui autori sono persone irrispettose. Questa l’opinione dell’Osservatore romano sulla manifestazione di sabato sui Dico. Io c’ero, ed avevo anche uno di quei cappelli "isterici" e "offensivi" con la scritta NO VAT in capo...E’ stato un modo perchè fosse visibile che, secondo il coordinamento Facciamo Breccia di cui faccio parte, il Vaticano vuol imporre al parlamento italiano la propria opinione non tanto sulle questioni di fede, ma soprattutto sulle questioni riguardanti l’organizzazione politico-sociale.Meno Vaticano o -meglio- NO VAT, rappresenterebbe in Italia meno incitamento alla violenza contro gay, lesbiche, trans, donne e uomini non conformi al modello di vita proposto da quella chiesa. E una normativa che punisca gli insulti a causa dell’orientamento sessuale dovrebbe essere inserita nel codice italiano prima ancora di eventuali norme sulle unioni civili. Chissà, dovessero cominciare a pagare, magari ci penserebbero due volte... Visto che al soldo attaccati sono (vedi ICI, acqua che vien loro pagata dai/dalle cittadini/e di Roma, contributi alle loro scuole, alle loro radio, 8 per mille.......)Nell’articolo, l’Osservatore rileva che "erano in molti, fra l’altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all’estero. Bambini - scrive il quotidiano del Papa - la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l’immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare.”Ero “mascherata”? Ho utilizzato i bambini presenti?Mascherata mi ha il Vaticano quando a sette anni mi travestì da sposina... E continua a mascherare da sposine anche oggi le bambine di quell’età. Almeno io la mitra in capo l’ho messa a me stessa, non certo ai bambini che erano in piazza...Carnevalate? E le loro processioni? Mai vista Sant’Agata a Catania? Nulla contro il carnevale ma, per favore, usiamo lo stesso metro…E sul rispetto dei bambini, un po’ di umile silenzio (non è la loro specialità?) da parte di chi, come Ratzinger, è uscito da un processo negli Stati Uniti, dov’era imputato per favoreggiamento della pedofilia, per il solo fatto di essere diventato capo di stato, da parte di chi sta chiudendo delle diocesi all’estero perché in fallimento a causa dei danni che si trovano a pagare per le violenze sessuali perpetrate dai loro sacerdoti.Il Vaticano si deve rassegnare ad un fatto: se interviene direttamente in politica sarà trattato né più né meno che come un potere politico e, come ogni potere politico, contro di lui saranno usate le armi dell’ironia da parte di chi quel potere subisce. Semplicemente questo è accaduto sabato in piazza: non più uomini mascherati da donne (troppo facile…), ma donne ed uomini che mettevano alla berlina i loro copricapo e i loro vezzi, quelli di un potere esclusivamente maschile che pretende di governare le nostre vite.Certo, i partiti di governo –tutti– non avrebbero voluto la nostra presenza, perché in Italia, senza l’appoggio del Vaticano, delle sue banche, delle sue scuole, del suo potere, è difficile rimanere al governo: era però proprio diretto a loro il nostro messaggio che, evidentemente, era condiviso dalla piazza più della posizione dell’organizzazione (non è sfuggito il forfait di Cecchi Paone invitato pressantemente a “non parlar male” del Vaticano). Il messaggio era: vi hanno eletti i/le cittadini/e italiani/e, cattolici/che e non, ed è a loro che dovete rendere i conti. Ha ragione chi dice che per un ministro italiano ha poco senso andare in piazza: se ha bisogno di farlo significa che non è in grado di portare avanti le medesime istanze nelle stanze dei bottoni, controllate –evidentemente- da emissari di poteri che di democratico hanno ben poco (Andreotti per esempio, lui sì davvero maschera di se stesso, ha ben altri padrini e padroni…)Era una manifestazione pro o contro il governo?Personalmente non definisco questo un governo di centro-sinistra, ma un governo di unità nazionale (fatta eccezione per l’UDC, tutti i partiti costituzionali sono al governo: Forza Italia non è democratica al proprio interno, la Lega è secessionista e AN proviene dal partito fascista). Non sono contraria a priori ad un governo di unità nazionale, visto che effettivamente in Italia si corre il rischio di un regime totalitario, ma è necessario averne consapevolezza, e soprattutto, è necessario che tale governo rivendichi la sovranità dello stato.Questa è la vera emergenza, oggi, in Italia: la democrazia, attaccata continuamente da un regime totalitario come quello d’oltre tevere, che sicuramente non parla la lingua della democrazia, visto che si rappresenta attraverso un sovrano assoluto.E sia chiaro che non ho parlato di religione in un solo rigo di quanto ho scritto.Ho parlato però di etica, di etica laica della politica, senza la quale davvero non c’è nulla da trasmettere ai/alle giovani, di qualsiasi tipo di famiglia siano parte.Etica della politica, educazione alla democrazia e alla legalità, di cui troppo spesso si parla a vanvera, onestà intellettuale, politica non più usata per il proprio tornaconto personale, uomini e donne politici/che abili non tanto ad occupare poltrone, quanto piuttosto a creare spazi di civiltà e di dibattito, ad occuparsi dell’emergenza famiglia, emergenza non perché attaccata dai gay, dalle lesbiche e dai trans, ma perché minata al proprio interno dalla violenza sulle donne, incapace di trasmettere valori, valori che i mezzi di comunicazione, in mano a piccoli uomini graditi al potere, non sanno riconoscere, diventando così mezzo di amplificazione di un vuoto riempito da “tette-vallette-sfruttatori” più o meno legali. E quando di altro si parla, in questo caso di omosessualità, quelli sono gli strumenti che, purtroppo, accomunano nell’ignoranza maghi e apprendisti dello schermo e della politica. E’ di un’altra politica che abbiamo bisogno, di una politica coraggiosa, di persone intelligenti, che usino un linguaggio comprensibile, che parlino di ciò che conoscono e che sappiano ascoltare per conoscere ciò da cui sono lontani.Lo stesso movimento gay e lesbico si è dimostrato poco coraggioso nel momento in cui ha creduto di poter rivendicare la propria dignità senza dar fastidio a nessuno: abbiamo dato fastidio noi con i nostri poco ortodossi cappelli, ma ancor più hanno dato fastidio i gay e le lesbiche che, senza chiasso né ironia, hanno portato i loro figli in piazza.E proprio questi ultimi si sono sentiti dire che i loro figli sarebbero cresciuti meglio in una tribù africana (sperando che il Vaticano smetta di impedire l’unica difesa contro l’AIDS per i paesi -e non le tribù- africani…) Sono partita dalle carnevalate per giungere più lontano, ma quel cappello in capo con la scritta NO VAT ha rappresentato semplicemente l’unico modo in cui rendere visibile una richiesta mia – e non solo mia – di spazio civico, di dibattito vero, la mia legittima pretesa di non essere più chiamata deviante, offesa, ridicolizzata, esposta alle violenze del bullo di turno, ma di essere considerata a tutti gli effetti un soggetto politico.Non è grave il fatto che io mi sia messa una mitra in testa, è grave piuttosto il fatto che io sia stata costretta a farlo.Graziella Bertozzograziellabertozzo@libero.it
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Caro Milziade,qual è l'opinione negativa prevalente circa le manifestazioni gay dell'eterosessuale medio ?( a volte pure di alcuni omosessuali...)che siano delle carnevalate....E' una opinione che ha come riferimento il gay pride, ovvero una manifestazione di orgoglioomosessuale, il cui carattere politico risiede esclusivamente nella rivendicazione orgogliosadi una identità e appartenenza ( e nel messaggio: uscite allo scoperto, per le strade delle vostre città ) Ammettiamo per amor di retorica che possa esser vero....( ovviamente io non sono d'accordo...ma resta il fatto che questa percezione c'è)la manifestazione del 10 Marzo però era una classica manifestazione politica, percerti versi un anti gay prideE' evidente quindi lo spregiudicato uso propagandistico del termine per attingere ad un luogocomune, che urta nel merito contro ogni regola di buon senso...d'altronde all'epoca del divorziodicevano ai bambini che i loro genitori si sarebbero separati, se non andavano a votare alreferendum...cioè non è la prima volta che la chiesa ricorre alla propaganda.La domanda fondamentale resta, perchè noi non facciamo contropropaganda? perchèsiamo in effetti così poco coraggiosi? Grillini ha riservato le sue battute a Casini e Berlusconinon a Ratzinger...Certo la chiesa è potente, non a livello di consenso ( soprattutto a SX ) ma di potere.Certo il governo è debole, se poi lo giustifichiamo nel suo perenne carattere emergenziale( qui rilevo una contraddizione...) non possiamo criticarlo.Forse però dobbiamo ammettere pure le nostre debolezze.Il fatto che questa richiesta di riforma ci viene più come input europeoche per il fatto di essercela guadagnata sul campo, noi.Tanto è vero che ad oggi dopo una campagna di insulti ributtanti alcuni temevanodi non riempire Piazza del popolo. Per questo forse un cambiamento positivo puònascere da quella piazza piena di gente

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Io Avevo già in anticipo criticato la presentazione di Diaco... Ieri si è reso gioustizia da solo in un intervista aparsa su Avvenire (http://www.db.avvenire.it/pls/avvenire/ne_cn_avvenire.c_leggi_articolo?id=736185&id_pubblicazione=34), che lo mostra per che è: un conservatore cattolico. Del resto che uno, solo perché è stato (improvvidamente) scelto da arcigay per presentare un evento, si arroghi il diritto di dire cosa deve chiedere il movimento omosessuale mi sembra del tutto allucinante! Ma Giudicate voi...

INTERVISTA«Ho zittito i fischi di piazza Farnese La linea di Cecchi Paone è perdente Il movimento omosessuale deve affrancarsi dal muro contro muro e dialogare Codice civile per i conviventi» Pierluigi Diaco: vi spiego il mio disagio su quel palco Da Milano Paolo Viana Ha riascoltato per alcuni giorni il disagio provato in piazza Farnese e ora lo tira fuori tutto d'un fiato. Replicando a Cecchi Paone, dissociandosi (di nuovo) dagli slogan contro la Chiesa e rivendicando il merito di aver mantenuto la manifestazione pro Dico «nei binari della serietà». Ma per Pierluigi Diaco, il conduttore di Onorevole Deejay su Rtl e Temporale su Sky Canale Italia 813, le polemiche di sabato scorso dimostrano anche un'intrinseca debolezza dei sostenitori del disegno di legge governativo sui Dico, «che non sarà mai approvato se non ritroveranno un canale di dialogo con la Chiesa». Cos'ha provato quando Cecchi Paone se ne è andato da piazza Farnese, accusando lei e l'Arcigay di essere succubi del Vaticano e della Cei? Disagio e tristezza, ma ho anche capito che ero stato ingannato. Cecchi Paone non si era presentato alle prove ed è arrivato poco prima del momento in cui avrebbe dovuto salire sul palco, giusto in tempo per polemizzare e andar via. Un gesto isterico, condito da insulti, ma non solo questo. Qual è il retroscena? Cecchi Paone non ha accettato l'impostazione della manifestazione. Alessandro Zan aveva concordato con me e la collega Delia Vaccarello una conduzione equilibrata, l'unica che avrei accettato perché è nelle mie corde e nella mia formazione. Da cattolico, non potevo certo condurre una manifestazione contro la Chiesa, tant'è vero che quando sono partiti striscioni e slogan contro Mastella, Andreotti e la Cei li ho zittiti. Secondo noi, la manifestazione doveva esprimere rispetto verso tutte le posizioni e questo giustifica anche il patrocinio del Comune di Roma. Cecchi Paone la vedeva diversamente, ma non si è neppure presentato alla riunione organizzativa per parlarne. Ha semplicemente spento il cellulare e qualche ora dopo si è presentato in piazza per creare il caso. L'addio di Cecchi Paone è la metafora di un dialogo impossibile? Dimostra che una parte del movimento gay sbaglia tutto, incattivendosi contro la Chiesa, che invece ha il diritto di proporre la sua dottrina e alla quale è dovuto grande rispetto. L'atteggiamento di Cecchi Paone, che è mosso da una grande passione civile anche se il suo outing è coinciso con la sua campagna elettorale per le europee, ripropone una posizione gay macchiettistica, che pretende di cambiare l'Italia e non porta ad alcun risultato. Sabato molti fischiavano l'Udeur e la Margherita, cioè gli unici a poter decidere se trasformare o meno i Dico in legge. Quel che è peggio, i fischi alla Chiesa demoliscono la speranza di un rispetto reciproco. Chi si comporta così difende la propria ideologia, non i diritti. I Dico sono un diritto? Si possono riconoscere alcuni diritti agli individui che convivono, su questo sono d'accordo, ma è sufficiente utilizzare il codice civile. Non condivido la scelta di impegnare il governo in questo provvedimento, preferirei che la soluzione scaturisse dal dibattito del Parlamento, proprio per svuotarla di significati troppo ideologici. Crede veramente che si possa raggiungere un accordo in Parlamento? Solo ritrovando un dialogo con la Chiesa, che per gli italiani rappresenta molto, sia come istituzione che come realtà fatta di uomini, di associazioni, di volontariato. Il dibattito cammina sulle gambe del rispetto reciproco e ci sono molti personaggi che seguono questo registro, fortunatamente, da Veltroni a Berlusconi, dalla Serafini alla Santanché, da Fassino a Rutelli. In mezzo, c'è Mastella, ingiustamente fischiato sabato. Il Guardasigilli è stato l'unico a difendere la parte più nobile della storia di un Paese che cresce dialogando, la storia democristiana. Da cattolico liberale, dò un consiglio a Grillini: se vuole davvero arrivare ai Dico pensi a una nuova proposta con chi fa politica con il buon senso.
Ho messo io in Blu alcune frasi che mi sono apparse più assurde: "ho zittito i fischi?" ma chi si crede di essere? Si domanda perché ci stanno quei fischi? Non certo perché la Chiesa Cattolica propone la sua dottrina in materia di morale sessuale o familiare, ma perché pretende di imporre le sue visioni a tutti, non solo ai cattolici (che anche secondo la dotttina dovrebbero essere lasciati liberi di peccare, altrimenti dove va a finire il libero arbitrio?) ma anche ai non cattolici, ai cattolici che la pensano diversamente, ai laici, agli atei... e non solo Le posizioni della chiesa non sono espresse con serenità ma sono cariche di odio ed esprimono giudizii di valore su persone e sulle lloro leggitime scelte o inclinazioni. Se tutti i giorni io me ne venissi sui giornali e in TV dicendo che il papato deve essere abolito perché è un anacronismo di origine medioevale, un regime monarchico assoluto che non rispetta i diritti umani, che il celibato dei preti è contro natura? la Chiesa acceterebbe le mie parole come leggitima espressione della mia libertà di pensiero? Non credo. Si è sempre dimostrata molto salda e inamovibile nella difesa di tutti i privilegie tutti i poteri. andando non contro natura, ma a mio parere, contro lo stesso spirito Cristiano... Ma io Cristiano non sono e mi astengo per il momento dall'esprimere simili invasioni di campo. Sarebbe troppo chiedere la medesima "astensione"?Quanto poi all'affermazione che la cultura del Dialogo Passa da Berlusconi a rutelli credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro!Una Risposta a Diaco arriva però anche dal Cassero di Bologna
Caro Pierluigi Diaco,Arcigay è la principale Associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano.Se una persona di mondo come Lei, non riesce a fare una distinzione culturale e politica tra cattolicesimo e gerarchia vaticana, significa che s'identifica nelle posizioni di potere espresse da oltretevere, piuttosto che riconoscersi nel sentimento democratico e fraterno dei tanti "cattolici adulti" di questo paese frastornato dalle urla di Santa Romana Chiesa.Significa che per lei la gerarchia e il cesaro-papismo sono tutto. Lei, Pierluigi Diaco, è un ciellino. Se ne faccia una ragione. E la prossima volta, vada al meeting di Rimini; si troverà a suo agio. Anche lì è pieno di omosessuali - anche se sono meno simpatici - .Per fortuna che dopo le sue censorie parole ha parlato uno spirito libero come Don Franco Barbero.Della manifestazione Diritti Ora! vogliamo ricordare le sue parole:"Domani porterò nella mia messa quell'amore che oggi ho sentito qui; quell'amore che il Vaticano non capisce. Non c'è nessuna parentela fra Gesù Cristo e ifaraoni della Città del Vaticano. Siamo uno stato laico dove gli uomini e le donne scelgono se credere o non credere. Ma attenti! Chi condanna l'amore deve chiedersi perché è passato all'opposizione del popolo di Dio."Ci permettiamo, caro Diaco, di darle un amichevole suggerimento. Invece di cercare una quotidiana presenza mediatica, si ritiri per qualche tempo dalle scene, vada a passare un periodo di riflessione e ritrovi serenità e coraggio. E faccia anche un salto alla comunità di base di Don Franco Barbero. L'accoglieranno a braccia aperte, con quella fratellanza che la sua Chiesa spietata ha dimenticato da secoli.Meno presenzialismo e più orgoglio e autonomia di pensiero, per dirla con una frase utile a tutti e a tutte.La salutiamo con sincero affetto,l'Arcigay "Il Cassero".PS: non se la prenda se per qualche anno non le chiederemo d'intervenire alle iniziative del movimento gay e lesbico italiano. Lo sa bene anche lei: gli attacchi più disgustosi al movimento sono quelli avanzati dagli stessi gay. E a noi Zeffirelli non è mai piaciuto.
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Credo che la manifestazione sia stata all'altezza delle aspettative e, tutto sommato , di segno largamente positivoPosso capire lo sfogo e anche la delusione di chi vorrebbe che venissero compiuti passi avanti piu' significativi però, questo è il punto, dobbiamo fare sempre i conti con la realtà.Da che mondo è mondo la cultura dominante non è mai stata progressista: il potere si basa sul consenso ( sia esso ottenuto con derive pebliscitarie che attraverso le regole delle piu' evolute democrazie) .La cultura dominante è, per definizione: semplice, condivisa, largamente compresa.A ben guardare quello che domina il senso comune è il "nazional-banale" La società è dominata da luoghi comuni, da abitudini comuni, da comportamenti comuni. La nonstra vita è scandita da ricorrenze alle quali non riusciamo a sottrarci: Natale, il capodanno, il carnevale, il festival di San Remo, San Valentino ( che , peraltro non c'entra un bel nulla con gli innamorati) La festa della mamma, la festa del papà, la commemorazione dei defunti...E poi tutti a seguire le partite di calcio, a tuffarci nel mare di Rimini...tutti in coda appassionatamente sulle autostrade.Non è facile essere "uomini contro" cioè non iscriversi al "pensiero unico" Tentare di ragionare con la propria testa. Nulla di ciò che la società offre agevola lo spirito critico, l'analisi dei problemi, la visione prospettica degli scenari futuri.L'avversione verso l'omosessualità non è che uno dei tanti pensieri banali, fatto di luoghi comuni, di falsità.Il potere ha sempre odiato gli intellettuali, i diversi, gli scienziati, i pensatori.Per il potere il cittadino deve essere docile, accomodante, addomesticato; proprio come un cagnolino al guinzaglio.Ogni tanto mi chiedo se non mi trovo dentro un gigantesco Truman Show e, semmai ci fossi in mezzo, quando mi sarebbe dato di uscirne.Mi fa tenerezza pensare agli uomini e donne "libro": quelli di fahrenheit 451 che, davanti alla sistematica distruzione della cultura, si difendevano imparando i libri a memoria; come a dire: "potete bruciare i libri, ma non me"Solo che il "panem et circenses" funziona, funziona molto bene e gli iscritti al "nazional-banale" sono così tanti da offuscare la sparuta minoranza che gli si oppone.Gramsci parlava dello "ottimismo della ragione" Io, parafrasandolo, parlerei del "pessimismo della ragione" giacchè la ragione, quella strana cosa che orgogliosamente ancora esibisco, mi dice che il trend a venire non è foriero di nessuna buona nuova.E' un pessimismo globale che riguarda i diritti delle persone, il diritto degli esseri sezienti, il diritto di Gea di sopravvivere ad un animale ingombrante e problematico come l'uomo.

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Il problema se l'avversione e il pregiudizio verso l'omosessualità sono i pensieri banal popolari che la manifestazione voleva contrstare sarebbe leggittimo aspettarsi che lo faccia o per lo meno che ci provi.Se come presentatore si sceglie un tale che dice quel che dice poi sull'Avvenire, se anziché dare parola ai manifestanti e alle associazioni si sceglie di dare un nuovo palco ai soliti noti possiamo dire di aver fatto il possibile per cambaire le cose?Certo poi, ripeto i manifestanti erano colorati, numerosi, speranzosi. Ma sono stati utilizzati nel peggiore dei modi e io spererei che quella folla possa sprimere uno scatto di orgoglio.Io sono convinto che se riusciamo a comunicare davvero i nostri valori, le nostre richieste, alla fine simo noi vincenti. Però non dobbiamo avere paura di confrontarci e non dobbiamo avere paura di noi stessi. Intendo dire non ha senso nascondersi dietro personaggi rassicuranti, dissimulare la nostra identità e i nostri obiettivi per ottnere un poi' di falsa compassione. Dobbiamo avere il coraggio di diventare agenti sociali attivi, veri, anche nella nostra quotidianità.

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Carissimi,anche io e il mio ragazzo siamo tornati a casa con l'amaro in bocca.Eravamo felici di "fare numero" (anzi di "essere moltitudine" come si usa dire negli ambienti di una certa sinistra movimentista); ma non avevamo nulla da fare oltre a questo.Assistiamo. Leggiamo i giornali, andiamo alle manifestazioni, scriviamo sui forum.Ci indignamo: eccome se lo facciamo. Ogni giorno facciamo più spazio nelle nostre pance, per poter ospitare fegati sempre più ingrossati.E, per una volta, la colpa non è del vino rosso.Alla Manifestazione eravamo tra Farnese e Campo dei Fiori.Non c'era nulla che avessimo davvero voluto sentire; sapevamo tutto, ci bastava esserci.Nuovi amici, nuovi amanti hanno preso il posto dei vecchi; è vero.Eppure sapevamo che gli altri, quelli che mancavano della nostra tribù (troppo punk, antiproibizionista e intellettuale per salire di nuovo su un palco); erano lontani.Lontani, sì: a Berlino, a Barcellona, a Londra.Loro si erano stancati di assistere al massacro quotidiano della loro gioventù e delle loro aspirazioni: sentimentali come lavorative, culturali e politiche. Etiche, persino.Qualcuno ha citato il "pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà".Non è la volontà che ci manca: però soffriamo della consapevolezza di essere residuali; di essere numeri che le statistiche possono trascurare, di essere cifre che la democrazia non pesa.Mi piace la definizione di "governo di unità nazionale"; ma ormai questa parola non ha il gusto fresco della Resistenza, ma l'odore di Weimar: l'odore della paura che piace a chi ha il naso da lupo.Non so in Campo dei Fiori, sdraiati ai piedi di Bruno, che animali metaforici fossimo. So che avevamo tutti la voglia di prendere il volo per l'ennesima migrazione alla spicciolata: lasciare una patria infelice, ritrovare gli amici lontani; lontani dalla retorica triste, dall'ipocrisia e dal malaffare; sognando l'Italia bella dall'esilio.

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L'ottimismo della volontà, il pessimismo della ragione....quantomeno potevano prendere un conduttore che fossealmeno favorevole ai DiCo.... :eek:Cioè l'atteggiamento da maestrina del Diaco, che ha tutta l'aria del compagno di classe antipatico che non passa il compito, cade insieme alla sua critica alla piazza e a Cecchi Paone, quando dichiara di essere contrario pure ai DiCo. Chiaro che la sua presenza dovesse essere in qualche modo collegata alla diretta RAI: ovvero una conduzione televisiva in qualche modo di garanzia. Le insinuazioni "alla Zeffirelli" a questo punto lasciano il tempo che trovano, il  dilettantismo organizzativo dell'Arcigay emerge clamorosamente, si sono limitati alle credenziali gossippare per esprimere il loro gradimento?Se il 10% degli italiani fossero gay consapevoli, militanti etc. etc. decideremmo l'esito delle elezioni generalie conteremmo più della chiesa, che probabilmente serve a Diaco per la sua carriera giornalistica ( perchè anche come cattolico mi pare evidentemente opportunista... :salut: )Certo questo ruffianesimo clericale, pure di un Diaco qualunque, la dice lunga sul loro recupero di poterecerto la scelta di questo Diaco la dice lunga sulle nostre capacità di organizzazionecerto la nostra presenza è un segno di civiltà che deve più alla volontà che alla ragioneTuttavia se il numero è potenza ed in qualche misura è vero, condannati alla residualità non siamoquella piazza ci dice che forse su poche cose, possiamo ritrovarci in molti. Questo ad esempio un gaypride non ce l'avrebbe detto...

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Scusa Hinzelmann, perché un Pride non potrebbe dirci che su alcune cose ci ritroviamo in molti?Cosa ha in più o di diverso Piazza Farnese?Quando il dibattitto intorno al diritto di manifestare per il world Pride nell'anno del giubileo è assurto a sibolo della libertà di espressione in generale i numeri e l'adesione di tantissime realtà civili sono stati enormi!Sulla vexata questio se la manifestazione del 10 marz era Pro o Contro il governo... ripensandoci ho fatto una nuova "assurda" connessione.Nei giorni precedenti Sergio Lo Giudice, che è stato anche colui che ha voluto dare all'evento un tono così ministeriale-parlemtare, si era chiaramente espresso dicendo che si trattava di una manifestazione a sostegno del governo.Ebbene unite questo con il fatto che lui, ormai presidente uscente di Arcigay, dovrebbe essere nominato dal Ministro Pollastrini alla Presidenza dell'osservatorio sulla violenza e lil bullismo di cui dicevo già prima. Se il governo fosse caduto, o cadesse prima, questa nomina, in tutta evidenza salterebbe...Ora non voglio dire che lui abbia condizionato la sua scelta di posizionamento della manifestazione ( e del movimento GLBT) su queste considerazioni personali, ma anche il fatto che il sospetto possa insorgere lo poneva in una condizione di fatto di "conflitto di interessi". Correttezza e sensibilità politica avrebbero forse dovuto indurlo ad astenersi o a defilarsi da quelle dichiarazioni e da quelle scelte organizzative, che sapeva benissimo nojn esprimere la totatlità del movimento glbt e nemmeno la totalità di un Argigay, ormai avviato verso le sue scelte congressuali.Insomma, per lo meno una decisa caduta di stile...

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Caro Milziade,quello fu merito in gran parte del Presidente del Consiglio Amato,che disse che avrebbe voluto vietare la manifestazione, anche se purtroppo laCostituzione non lo consentiva....perchè a Roma c'era il giubileo.Tuttavia spero si possa ripetere l'exploit sulla rivendicazione positiva dei diritti. :sisi:( anche se l'indignazione reattiva è in termini generali più mobilitante e unificante di quella propositiva--breve OT : quanta gente sarebbero riusciti a portare in piazzai cattolici per la famiglia senza creare il nemico Di.Co? E' pure un nemico abbastanza improbabile...ma funziona )Il 10 Marzo c'era una piazza consapevole, altre volte non è stato così, auspicoche la cosa prosegua il 6 Giugno.Se vai a guardare la mozione Mancuso è firmata da Grillini, Lo Giudice, Benedino, Silvestri,Zan...cioè un po' tutta la "struttura". Una struttura debole in questo momento perchè lacerata dal problema del partito democratico, tuttavia compatta nella scelta del collateralismo e della gestionecentralistica dell'associazione. Non ne farei una questione strettamente personale, direi che è una logica d'insieme: tanto è vero che Zan poi si è dimesso dai DS dopo la manifestazione mica da Arcigay.

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  • 2 weeks later...
Rei_Kashino

Io credo che quella manifestazione sia stata un fiasco totale, con le associazioni che non hanno detto mezza parola, se non arcigay che era lì per avere visibilità e basta, con Lo Giudice che ci ha venduti per i suoi comodi, con Marrazzo che non ha esitato a sfruttare per l'ennesima volta cadaveri caldi per mostrarsi come persona sensibile, e i politici che erano lì a darci finti zuccherini, a farsi vedere in tv.L'unica cosa decente è che tutto il tempo sono stato a fischiare, Vaccarello e Diaco in primis, che a me certo non m'hanno zittito, i ministri e i parlamentari, che hanno avuto il coraggio di dire che la manifestazione era pro governo; ho fischiato con soddisfazione, nonostante le froce dalle orecchie sensibili che erano lì a dirmi "ma che te fischi?", come se per loro fosse una bella manifestazione.Contenti loro.

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