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Togliamo il "velo": omologazione o punto di partenza per la parità dei diritti?


lux

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Sondaggio di Al Maghrebiya: l'85% delle donne di fede musulmana che vive in Italia ritiene che sia uno strumento di sottomissione e di controllo da parte della comunità maschile - di Veruska AnconitanoLe musulmane non sopportano più il velo. E la Santanché presenta la legge antiveloDaniela Santanchè (An), Carolina Lussana e Paola Goisis (Lega), Chiara Moroni (Fi), Luisa Santolini (Udc) e Dorina Bianchi (Dl) hanno presentato una proposta di legge che vieta di coprire con un velo "in tutto o in parte il capo o il viso dello studente" per evitare ogni forma di discriminazione e favorire l'integrazione.Nel caso in cui il divieto non venisse osservato, il preside e i professori promuoveranno "uno o più incontri con la famiglia dello studente" per spiegare le ragioni e gli obiettivi del divieto per evitare di prendere i provvedimenti disciplinari che saranno stabiliti da un regolamento.Il provvedimento, che è stato sottoscritto in maniera bipartisan da esponenti della maggioranza e dell'opposizione, ha sottolineato la promotrice Daniela Santanchè, è nato "dopo un dialogo con le donne musulmane in Italia"e si tratta di una "una proposta di libertà" perchè "a 12 anni, l'età in cui le bambine devono cominciare a mettere il velo, non c'è consapevolezza e quindi non c'è scelta" e invece con la legge "nessuna donna dovrà mettere il velo per costrizione, ma solo per libera scelta e per convinzione'".Infatti secondo un sondaggio condotto da Al Maghrebiya, l'unico organo di informazione il lingua araba diffuso in Italia, l'85% delle donne musulmane che vivono in Italia ritiene che il velo sia uno strumento di sottomissione e di controllo da parte degli uomini.Dal sondaggio, condotto su un campione di 500 donne in prevalenza originarie del Marocco, ma anche egiziane, tunisine, algerine, somale e eritree, emerge che l'85% delle donne islamiche porta il velo "per timore" e che il 95% ritiene che l'obbligo del velo non sia un precetto del Corano ma discende da una sua interpretazione forzata, mentre il 78 per cento lo considera un ostacolo all'integrazione dell'immigrazione nella società; il 98% delle intervistate definisce inoltre la loro situazione dei diritti e delle libertà individuali "insoddisfacente o del tutto insoddisfacente".Alla domanda su quali siano le situazioni che quotidianamente provocano alle donne immigrate maggiori problemi e sofferenze, il 42% ha risposto "la disparità di diritti tra uomo e donna nella famiglia e nell'educazione dei figli", mentre il 30% la "mancanza di un'istruzione adeguata e la difficoltà di accedere al mondo del lavoro".Quasi nove donne su dieci ritiene che le bambine non siano in condizione di maturare una scelta consapevole sull'uso del velo e il 63% delle interpellate si è detto favorevole ad un provvedimento di legge che impedisca l'uso del velo islamico nelle scuole italiane fino ai 16 anni.Al di là della bontà o meno della proposta della legge, ci si chiede se davvero la strada per l'integrazione passi attraverso l'omologazione; non sarebbe meglio evitare di imporre per legge l'abbandono di una tradizione, giusta o sbagliata che sia, per lasciare invece spazio alla libera scelta?fonte: LiberoNews

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Mother Fucker

per me come non si deve vietare il crocifisso in classe per forza, cosi non si deve costringere o vietare il velo per le donne, dovrebbe essere soltanto una libera scelta,mi dispiace che ci sono queste leggi, perchè sono testimonianza di una grande ingerenza religiosa e quindi di meno libertà individuale.

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Questo modello di legge è quello che già esiste in Francia. A me non piace perché mi sembra impositiva su una cosa come l'abbigliamento. In fin dei conti anche andare vestiti è un'imposizione culturale e religiosa (oltre che una protezione dal freddo)... La scuola può e deve proporre modelli di integrazione, conoscenza, autonomia delle ragazze e quant'altro, non può imporre e non può uniformare.Del resto anche sul piano strettamente religoso i bambini subiscono tante scelte dei genitori, dal battesimo, alla circoncisione, alle comunioni, a certi modelli etc. Possiamo criticare ma fanno anche parte della cultura delle scelte individuali e familiari e mi sembra difficile ipotizzare uno Stato che voglia entrare nelle coscienze, nei costumi individuali , nelle cultura, nelle scelte religiose... sarebbe un vero Stato Etico, che non mi attira per nulla... a meno che ovviamente queste pratiche non siano profondamente in contrasto con i valori democratici e col rispetto di tutti e soprattutto della donna (esempio infibulazione, violenze domestiche, riduzione in schiavitù etc).Diverso il caso del crocifisso in aula. Qui non si parla dell'abbigliamento di qualcuno ma di un simbolo religioso che la scuola, istituzione pubblica e agenzia educativa, propone e impone a tutti gli studenti indipendentemente dalle loro conzioni o scelte religiose. Una cosa è se io vado a scuola con una crocetta al collo una cosa e se me la trovo lì dietro la cattedra!!!

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Sono ben altre,secondo me, le cose da rendere obbligatorie per l'integrazione. Una su tutte: corsi di italiano. Molti stranieri sono nel nostro paese e non sanno parlare la nostra lingua. Come possiamo pretendere che siano le donne, che magari ricoprono un ruolo passivo all'interno della famiglia, che prendano l'iniziativa per emanciparsi e integrarsi? Bisogna rendere obbligatorie cose meno legate alla sfera religiosa e personale!

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E' una proposta di legge che mi trova d'accordo nella sostanza ed in linea di principio. Bisogna però valutare le ricadute sociali e la reale applicabilità della legge. Il vero problema è che la cultura integralista, qualcunque cultura integralista è incompatibile con quella occidentale. Dovrebbe essere soppresse anche molte comunità cattoliche :sisi:

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Molti stranieri sono nel nostro paese e non sanno parlare la nostra lingua.
Se è per quello, anche molti italiani... basta fare un giretto in questo forum... :asd:Comunque, a parte gli scherzi, mettere il velo dev'essere una scelta. Io all'università seguivo le lezioni con una cara amica marocchina che portava il velo per scelta e che sarebbe stata a disagio senza. Fa parte della sua educazione, della sua cultura, della sua religione. Non è mai stato un ostacolo nel rapporto interpersonale, anche perchè i trentini sono un popolo pacifico e ospitale. Posso immaginare che nelle grandi città e in altre zone d'Italia possa essere addirittura pericoloso girare con il velo in testa. Basta vedere il servizio mandato in onda l'altra sera dalle Iene...
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il velo deve essere una scelta e non un obbligo..sarebbe gia un passo in avanti..
Esattamente. L'ideale sarebbe poter eliminare con le leggi la mentalità "sottomessa" che alcune donne musulmane hanno (e che non sempre corrisponde al velo). Ma visto che questo non è possibile, neanche si possono limitare le libertà individuali in questo modo.Altrimenti, bisognerebbe vietare anche i crocifissi al collo, i punti rossi sulla fronte delle donne indiane, la barba lunga degli ebrei ortodossi, le bandierine arcobaleno, le maschere di carnevale, i passamontagna... In ogni modo, dall'articolo non capisco in cosa consista effettivamente la proposta di legge: è un divieto...
una proposta di legge che vieta di coprire con un velo "in tutto o in parte il capo o il viso dello studente"
...o un divieto di costrizione?
lasciare invece spazio alla libera scelta
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ombra della notte

anche nella mia università c'è una ragazza magrebina,e anche per lei il velo èuna scelta che ha fatto dopo i suoi 20 anni...lei mi ha spiegato che portano il velo per limitare la loro vanità e quindi non incorrere nel peccato e che anche gli uomini devono fare in modo di non essere troppo vanitosi...secondo me il vero poblema è che molti ce l'hannoa morte con i musulmani a causa di tutto quello che succede,secondo me quello che dovrebbero fare nelle scuole è la chiarezza cioè spiegare che religione è l'islamismo,chi sono quelli che si fanno esplodere(poveri pazzi),e soprattutto perchè usano il velo...le leggi possono aiutare le ragazze che non vogliono,ma quelle che vogliono dove le mettiamo?dobbiamo tutelare anche loro...

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Bè.. io credo che sia piuttosto giusta questa legge..Purtroppo la maggior parte di queste donne non scelgono di mettere il velo, ma gli viene imposto dal marito, non si sa neanche per quale preciso motivo, visto che non è il corano ad imporlo, ma a mio avviso un eccessivo rigore religioso, che guarda caso però va a discapito delle donne. E' uno dei tanti atteggiamenti dell'uomo islamico che mirano a rendere la donna invisibile, ed io questo non lo tollero. Non tollero che questi atteggiamenti ci siano nei loro paesi, figuriamoci nel mio. Non sopporto assolutamente il modo in cui vengono trattate le donne nei paesi islamici, è ora che le cose inizino a cambiare almeno quida noi, non possono decidere di rimanere qui in Italia non adattandosi alle nostre leggi, e comportandosi come se fossero ancora nel loro paese!

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Sono ben altre,secondo me, le cose da rendere obbligatorie per l'integrazione. Una su tutte: corsi di italiano.
Sono totalmente d'accordo. Sono la lingua, la scuola, la comunicazione che creanol'integrazione, e questo è quello che si fa in tutti i Paesi che storicamente hanno un forte afflusso di immigrati, dall'Africa o dall'Oriente, quali Francia e Gran Bretagna.
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Dr_Funkenstein

Sono d'accordissimo con chi dice che dovrebbe trattarsi semplicemente di una scelta più che mai libera, e nessuno dovrebbe metterlo con la paura di essere giudicata (o discriminata) dagli altri...

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Ho una domanda da fare.Se un padre mussulmano pretende che la figlia porti il velo e se non lo fa le rende la vita impossibile; noi cosa dobbiamo fare?Dobbiamo spiegare al padre che queste pressioni sono inaccettabili?Se un padre italiano non vuole che la figlia esca con la minigonna, l'ombelico di fuori, le calze a rete e gli stivali; noi come dobbiamo comportarci?Suppongo la soluzione sia la medesima.I minorenni fanno quello che dicono i loro genitori e ogni progresso di emancipazione è responsabilità solo del minore.Non vorrei mandare i carabinieri a casa di una famiglia per tutelare il diritto degli adolescenti ad avere un piercing o no?

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Daniela Santanchè (An), Carolina Lussana e Paola Goisis (Lega), Chiara Moroni (Fi), Luisa Santolini (Udc) e Dorina Bianchi (Dl) hanno presentato una proposta di legge che vieta di coprire con un velo "in tutto o in parte il capo o il viso dello studente" per evitare ogni forma di discriminazione e favorire l'integrazione.
Io non ho notizia diretta di questa pdl, ma dal topic di Lux credo manchi qualcosa: il velo è «vietato a scuola», come del resto sembrerebbe presupposto in ciò che segue.Ora, e se è così, non è vero, come dice il caro Milziade, che questa pdl è analoga a quella che è stata approvata in Francia: è molto diversa. Qui il divieto del velo a scuola è motivato con il proposito di «evitare ogni forma di discriminazione e favorire l'integrazione»; in Francia per non offenbdere la laicità dello Stato, che non tollera che in un luogo pubblico e laico come la scuola siano portati o vi siano esibiti simboli religiosi. La differenza è enorme.
Se un padre mussulmano pretende che la figlia porti il velo e se non lo fa le rende la vita impossibile; noi cosa dobbiamo fare?I minorenni fanno quello che dicono i loro genitori e ogni progresso di emancipazione è responsabilità solo del minore.
Se la legge resta formulata in quei termini e con quello scopo, sono d'accordo con te, Almadel. Se invece fosse formulata come in Francia, essa non si intrometterebbe nella sfera del privato (ove determinate credenze e tradizioni sono patrimonio dei singoli, e sottomesse alla dialettica 'emancipativa' che tu bene identifichi), ma ne limiterebbe solo l'ingresso o esibizione nella sfera pubblica, necessariamente laica. In ogni caso sono d'accordo sul principio che «ogni progresso di emancipazione è responsabilità solo del minore», anche e proprio nel senso che gli spetta: gli spetta il diritto di impugnarlo e agirlo lui.
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Apprezzo la "proposta di libertà", e la possibilità di rimuovere uno strumento di sottomissione e di controllo da parte della comunità maschile, ma secondo me le bambine/donne con il velo totale o parziale, nei luoghi pubblici non ci potrebbero comunque stare. E da parecchio tempo. Secondo il Testo unico di pubblica sicurezza del 1931, si vieta di comparire mascherati in luogo pubblico, e la legge del 1975 sull'ordine pubblico, proibisce l'uso di mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico (se sul velo parziale posso far finta di niente, così non è per quello totale, che qui in Italia, che dovrebbe essere uno stato laico, interpretando qusta legge non si può mettere, c'è poco da integrare). Indipendentemente dal fatto di apprezzare molto una proposta del genere, fatta con lo scopo di favorire l'integrazione, io più che di omologazione o punto di partenza per la parità dei diritti, la vedrei finalmente come una possibilità di far rispettare delle leggi già vigenti... :sisi:

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