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Leggendo "sentite le voci"?


yrian

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No, non è che mi sento Giovanna d'Arco...Mi riferisco ad un fenomeno ancora tutto da studiare. Cioè alla dimensione immaginativa della lettura.Siamo abituati a "classificare" la letteratura in un modo erroneo: la pensiamo affine alle arti figurative, in quanto produce un oggetto materiale - il libro. Ma un libro funziona in maniera molto diversa da un quadro, non occorre certo che sia io a spiegarlo.La letteratura è piuttosto simile alla musica (certo, anche qui mutatis mutandis), in quanto vive in una dimensione acustica e diacronica - non visiva e sincronica come un quadro.La domanda è dunque la seguente: quando leggete, vi sembra di "sentire" nella testa la "voce del libro"? E, in caso affermativo, che forma assume? La vostra, quella della mamma o della nonna che vi leggevano le favole da piccoli, quella che immaginiate possa avere l'autore, quella del prof, quella dell'annunciatore televisivo? E' maschile o femminile, grave o acuta, stentorea o suadente, entusiasta o pacata?E, inoltre, quale rapporto assume con l'immaginazione visiva? Vi capita più di "sentire la voce" o di "farsi il film"? Quanto realisticamente immaginate la vicenda, nel caso di letteratura narrativa?A me personalmente capita di "sentire" sempre una voce maschile non meglio definibile, che sicuramente mi è familiare, ma non è la mia né di altri che conosca. Il che non è strano, perché sono un radiodipendente (e spesso molti libri che "leggo" in realtà li "ascolto" recitati alla radio); la cosa strana è che, se si tratta ad esempio di un autore a me ben noto o di una autrice dalla scirttura molto "femminile", la voce anonima ne assume le caratteristiche: non posso leggere Calvino senza sentire la sua inconfondibile voce o la Christie senza visualizzare la nonnina sadica con un the in una mano e un pugnale nell'altra...Inoltre, poiché per il mio lavoro sono abituato a lavorare sulle sinergie di linguaggi diversi, oltre alla voce narrante mi immagino anche la scena nei dettagli, persino la scena più irreale. Il mio occhio vede la apgina ma registra ben altro. Ogni tanto mi "risveglio" e mi accorgo che ho davanti solo carta e inchiostro...

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A me succede, spesso però mi da come fastidio...mi spiego...mi sembra come se stessi leggendo ad alta voce...e da sempre...è motivo di distrazione da parte mia...quindi quando mi capita, devo fermarmi per un pò...e poi riniziare a leggere... :bah: sono strana lo so...

E, inoltre, quale rapporto assume con l'immaginazione visiva? Vi capita più di "sentire la voce" o di "farsi il film"? Quanto realisticamente immaginate la vicenda, nel caso di letteratura narrativa?
Per quanto riguarda questo, è una cosa che mi capita quasi sempre..amo definire i personaggi man mano che leggo il libro..e dare ad ognugno la propria voce..(no questo non mi da fastidio, sempre piu strana io :P)Una cosa che odio, è quando leggo un libro da cui hanno tratto un film, che ho gia visto....non riesco a crearmi un personaggio nella mente e a dargli una voce diversa da quella che già gli hanno attribuito nel film....Comunque, per quanto riguarda "la voce" narrativa, quelle poche volte che permetto alla mia testa di continuare a sentirla, assume sempre lo stesso tono, basso, calmo...e femminile normalmente....
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Quando leggo mi capita sempre di "sentire le voci". Generalmente le parti narrative le immagino con la mia voce anche se il libro è scritto da una donna (non ci avevo mai pensato a questo O_O ) mentre se si tratta di dialoghi mi capita di sentire le voci "modificate" nel senso se il personaggio che parla è vecchio avrà una voce piu' vecchia, se è femmina avra' una voce femminile e via dicendo. Poi quando ci sono le scene descrittive o le azioni cerco di farci il filmino mentale, ricostruire graficamente i testi letti mi aiuta a immedesimarmi :bah:

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Per quanto mi riguarda, la voce narrante è sempre maschile, ha un timbro di voce piuttosto profondo che non tradisce alcuna emozione; nel caso dei personaggi, invece, elaboro sempre voci differenti. Questo vale anche per l'aspetto: a mano a mano che l'autore delinea l'aspetto dei protagonisti, esso si delinea nella mia mente e, una volta terminata la lettura, mi sembra quasi che la sua figura non poteva assolutamente essere diversa da quella.

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penso che la letteratura sia come la musica: una cosa strana.le note non sono altro che suoni, le lettere altro che segni...ma un insieme di note messe in un certo modo può dare una melodia...anallogamente un insieme di lettere messe con una certa logica può dare un testo... leggendo un libro mi immagino sempre l'ambientazione, i volti, le scene...e anche quelle piccole cose che il libro non dice ma che possiamo immaginare grazie alla nostra fantasia (se il libro dice "piove" io non solo mi immagino le gosse d'acqua ma anche una luce isolata di un lampione...non so se ho reso l'idea)certe volte mi immergo talmente tanto che non sento più mia mamma che mi chiama per la cena :bah:

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beh, la risposta non e' univoca. Mi capita, si, di "vedere" davanti a me, come se fossi al cinema, la rappresentazione di quel che sto leggendo. Ma capita raramente, solamente quando mi immedesimo e tanto nel libro. Ricordo ad esempio ai tempi delle medie, leggendo il Signore degli Anelli, che mi sentivo veramente nella Terra di Mezzo, e quindi ero calato talmente nella storia, che "interpretavo" di volta in volta i vari personaggi, delineandone tutti i tratti fisici e vocali :)Ultimamente mi capita molto meno, vuoi per scelte magari piu' infelici di lettura, vuoi per minore fantasia mia, vuoi perche' ho preso l'abitudine di leggere spesso a voce alta, obbligandomi a leggere piu\ lentamente e scandendo le parole :bah: (eh, si, sono un po' fuori di testa)... pero' capita ancora (ad esempio mi e' successo con il ciclo dei Racconti di San Francisco, dove ogni personaggio ormai per me ha una sua fisionomia e una voce, ma per paradossi, seppur il romanzo mi sia piaciuto, non e' successo con Una voce nella notte, dove il gioco stesso di racconto radiofonico trascritto avrebbe in teoria facilitato la creazione di una "voce narrante" o delle voci dei personaggi... eppure no, non ero cosi' calato nell'atmosfera)Fatti salvi alcuni eccezionali casi, devo poi dire che la voce narrante che mi capita di "crearmi" normalmente e' una voce maschile abbastanza neutra nei toni, non riconducibile ad alcuna persona di mia reale conoscenza.

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Decisamente sì. Mi capitava già da piccina e fino a pochi anni fa, quando leggevo qualcosa che mi coinvolgeva molto. Da quando ho preso a "studiare" teatro e recitazione però è diventata una sorta di mania compulsiva. Ed, a meno che non conosca la reale voce dell'autore/autrice, la voce narrante è sempre la mia.

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Dipende.Se ho visto il film tratto dal libro, oltre alle voci degli attori/doppiatori vedo anche le immagini del film, tranne quelle che mi tocca inventare perchè nel film non hanno trovato luogo.Se leggo un libro con luoghi a me familiari, vedo anche quelli e mi immagino le varie scene.Quanto alle voci, le sento anche io.Generalmente sento una voce, che è maschile o femminile a seconda che il libro sia scritto da un uomo o da una donna. Questa voce, piuttosto neutra, senza particolari connotazioni, se non quella di essere maschile o femminile, funge da voce narrante.Le voci dei protagonisti invece sono inventate, generalmente hanno una tonalità neutra, ma assumono caratteristiche più tipiche se il tono di ciò che dicono è "standard" o meno; cioè se i protagonisti sono arrabbiati o entusiasti, ad esempio.Poi in ogni caso dipende dal grado di coinvolgimento.Anche se è inevitabile sentire una voce, perchè mi sembra quasi impossibile leggere senza sentire qualcuno dentro di te che "legge" producendo un sonoro internamente. Altrimenti sarebbe impossibile leggere, credo. :beer:

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Per mia sfortuna purtroppo no. Succede per le prime righe, poi l'area della mia mente che si occupa di decifrare le parole (superallenata) supera di molto quella che le traduce in linguaggio; un po' come abbassare il volume della radio per intenderci. :sisi:

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