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I miti da sfatare sul fumo


Rotwang

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Simon Chapman, professore emerito in Sanità Pubblica all’Università di Sydney, ha scritto un articolo per la testata britannica The Conversation, in cui, alla luce dei suoi quarant’anni di esperienza nel campo, ha spiegato come alcuni fatti dati per veri rispetto al fumo non siano altro che leggende.
Chapman ha quindi smentito quelli che considera dieci dei miti più falsi sul fumo, ma come è possibile capire dalla sua lista, il suo atteggiamento non è certo revisionista in senso positivo, ma anzi teso a condannare in modo ancora più deciso questa diffusa abitudine.
Ecco i punti che il professore ha definito dei “miti” sul fumo:
  1. Le donne fumano più degli uomini

    Le donne non hanno mai fumato più degli uomini. Di tanto in tanto, un sondaggio mostra che in una fascia d’età questo possa avvenire, ma dalla prima diffusione di massa del fumo nei primi decenni del secolo scorso, gli uomini hanno sempre fumato più delle donne.

    Nel 1945, in Australia, fumava il 72 per cento degli uomini e il 26 per cento delle donne. Nel 1976, gli uomini erano scesi al 43 per cento e le donne erano salite al 33 per cento.

    Come risultato, i tassi di mortalità connessi al tabacco sono sempre stati molto superiori negli uomini che nelle donne. Sembra per esempio improbabile che i tassi di cancro al polmone nelle donne possano raggiungere anche la metà dei picchi visti tra gli uomini negli anni Settanta.

    Probabilmente chi continua a insistere dicendo che le ragazze fumano di più sta solo esprimendo un’indignazione sessista che maschera la sua ignoranza sui dati reali.

  2. Le campagne per smettere non funzionano sui fumatori meno abbienti

    In Australia, tra il 20 per cento più ricco della popolazione, il numero di fumatori si attesta sull’11 per cento, mentre tra il 20 per cento più povero si arriva al 27,6 per cento. Questo significa quindi che le campagne che incentivano a smettere di fumare non funzionano sui meno abbienti?

    No: semplicemente, molti dei più economicamente avvantaggiati non iniziano proprio a fumare (il 60,5 non ha mai fumato, contrariamente al 49,6 dei meno abbienti).

    Ma quando si tratta di smettere di fumare, le persone più povere sono “in vantaggio” con il 66,6 per cento rispetto al 47,7 per cento dei più ricchi.

  3. Le campagne allarmistiche non funzionano

    Innumerevoli studi hanno chiesto il motivo per cui gli ex-fumatori avessero smesso, e la risposta più diffusa ha sempre avuto attinenza con i rischi per la propria salute. Ad esempio, uno studio nazionale statunitense ha mostrato come la "preoccupazione per la propria attuale o futura salute" sia stata nominata dal 91,6 per cento degli ex-fumatori, rispetto al 58,7 per cento relativo al danno economico.

    Se le informazioni e gli avvisi sulle terribili conseguenze del fumo "non funzionano", dov’è che questi fumatori hanno preso coscienza di questi rischi? Le campagne allarmistiche dunque funzionano

  4. Il tabacco da rollare è più 'naturale' delle sigarette ordinarie

    Le persone che fumano tabacco da sigarette fai-da-te spesso sostengono che sia poco dannoso perché "naturale" e privo degli additivi chimici delle sigarette industriali.

    Se però si esaminano, per esempio, dati del 1991 forniti da WD & HO Wills, si noterà come in  879.219 kg di sigarette fossero presenti 1.803 kg di additivi (lo 0,2 per cento), mentre in 366.036 kg di tabacco “naturale”, il tasso era del 22,5 per cento.

    Questo tipo di tabacco è infatti conservato tramite aromatizzanti e umidificanti chimici in grado di impedire che il tabacco si secchi quando i fumatori lo espongono all'aria per rollarsi una sigaretta.

  5. Quasi tutte le persone affette da schizofrenia fumano

    È vero che le persone con problemi di salute mentale sono molto più propense a fumare: una meta-analisidi 42 studi sul fumo nei pazienti  affetti da schizofrenia ha evidenziato una media del 62 per cento di  fumatori. Il problema è che, di questi 42 studi, il più citato e noto è quello che dà l’88 per cento di fumatori tra gli schizofrenici (un piccolo studio del 1986 su soli 277 pazienti ambulatoriali), così che oggi è comune nei media dire che circa il 90 per cento degli schizofrenici fuma.

  6. Tutti conoscono i rischi del fumo

    La conoscenza dei rischi del fumo si può misurare in quattro livelli:

    Livello 1: aver sentito che il fumo aumenta i rischi per la salute.

    Livello 2: essere consapevoli del fatto che malattie specifiche siano causate dal fumo.

    Livello 3: comprendere con precisione il significato, la gravità e le probabilità di poter sviluppare malattie legate al tabacco.

    Livello 4: accettare personalmente che i rischi inerenti i livelli di 1-3 si applicano anche al proprio rischio di contrarre tali malattie.

    Il Livello di conoscenza 1 è sicuramente molto alto, ma più si sale di livello e più i numeri diminuiscono. Pochissime persone, per esempio, sanno che due fumatori a lungo termine su tre moriranno di malattie connesse al fumo, né il numero medio di anni che i fumatori perdono rispetto a una normale aspettativa di vita.

  7. È possibile ridurre i rischi per la salute semplicemente riducendo la quantità di sigarette

    È vero che se si fumano cinque sigarette al giorno, piuttosto che venti, il rischio di morte precoce diminuisce (anche se è bene sapere quali sono i rischi per chi fuma da 1 a 4 sigarette al giorno).

    Ma almeno quattro grandi studi come questo hanno dimostrato una riduzione dei danni non significativa.

    Se si vuole ridurre il rischio, smettere del tutto dovrebbe essere l’obiettivo.

  8. L'inquinamento atmosferico è la vera causa del cancro ai polmoni

    L'inquinamento atmosferico è inequivocabilmente un grave rischio per la salute, ma non ha a che fare con i danni specifici causati dal fumo. Basta riportare il fatto che l’incidenza più alta di cancro del polmone in Australia si rileva nelle aree del paese più rurali e meno inquinate.

  9. I fumatori non dovrebbero cercare di smettere senza medicinali o un aiuto professionale

    Tra i due terzi e i tre quarti dei fumatori ha smesso senza l’aiuto di terapie sostitutive della nicotina, farmaci prescritti o cliniche specializzate.

    Quindi, il metodo più di successo per smettere di fumare è semplicemente smettere.

  10. Molti fumatori arrivano a un’età molto avanzata, quindi non può essere così dannoso

    Certo, nello stesso modo in cui molti acquistano biglietti della lotteria con la convinzione che almeno un vincitore ci sarà. 

 

Siete fumatori? Concordate?

Edited by Rotwang
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Punto 1: sempre più uomini smettono di fumare mentre si assiste ad un aumento del numero di donne fumatrici. Questo è quello che ho letto. Tuttavia non sta a significare che ci sono più fumatrici che fumatori, parlando in assoluto. Quindi concordo.

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