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Buonismo 2.0 o Razzismo?


Saramandasama

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Saramandasama

Come certo saprete, il famoso esperto informatico Aranzulla è stato vittima di un'aggressione a Milano.

Le sue esternazioni sulla sua pagina Facebook non hanno mancato però di suscitare polemiche

 

"

Tram 9, Milano. 12:52, pieno giorno. A un paio di fermate dalla Stazione Centrale, una persona di colore, di quelle che salviamo dalla guerra, fuori di sé, probabilmente ubriaca o sotto effetto di stupefacenti, ha iniziato ad urlarmi contro ed ha cercato di aggredirmi sul tram 9.

Sono scappato dal tram 9 ed entrato dentro il Palazzo della Regione Lombardia per chiamare il 112 (gentilissimi e rapidi). Sono un po' spaventato, ma sto bene. Ma forse una riflessione più generale va fatta....

P.S. Vorrei chiarire a scanso di equivoci, dopo aver visto alcuni commenti: io sono per accogliere qualsiasi persona di qualunque"

 

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/05/10/news/milano_immigrazione_salvatore_aranzulla_facebook-165085505/?ref=fbpr

 

Anche secondo voi il suo sfogo è stato razzista? Oppure no? Vi considetate buonisti?

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anni fa fuoi fatto oggetto, sulla metro di Roma, degli improperi di un matto, che tornava da una manifestazione a favore dei palestinesi

aveva compreso, con un solo sguardo e al di là di ogni possibile dubbio, che ero un pericoloso esponente del sionismo mondiale

non so se fosse ubriaco o strafatto, comunque era un bianco di mezza età e parlava perfettamente italiano

Edited by conrad65
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Saramandasama

Essendo gay non gli darei mai della checca isterica...

Però non si può nemmeno far finta che il problema sicurezza non stia diventando preoccupante..

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Gli individui che sono per l'accoglienza di solito non vivono come la gente comune, in mezzo al degrado e alla criminalità portati dall'immigrazione.

Vivono in un mondo protetto fatto di sanità privata, di scuole private, di quartieri "puliti", quindi è facile per loro essere tolleranti.

Poi quando gli capita di trovarsi di fronte qualche risorsa che gli fa vedere l'arricchimento che porta, allora magari cambiano idea.

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Hinzelmann

Scappare dentro al palazzo della Regione Lombardia

perchè un ubriaco ti urla contro...è una cosa che qualora

mi capitasse mai di fare non pubblicherei, perchè sono cresciuto

in una società che mi insegnava che era un comportamento

di cui vergognarsi.

 

Può essere un mio limite essere stato educato ad essere capace

di affrontare i problemi ed a vergognarmi di farmi prendere dal panico

 

Tuttavia mi rendo conto di essere oramai un uomo fuori dal tempo

il sensazionalismo idiotocratico vi ha formato a credere che qualunque

sfogo emotivo è legittimo

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Saramandasama

Oddio, gli sfoghi emotivi molte volte hanno una costruzione politica alle spalle, non credo sia questo il caso..

 

Mantenere una buona visibilità di una pagina Facebook -o dei social in generale- potrebbe essere la risposta. Abbiamo esempi di chi ci ha fatto una carriera creando e gestendo polemiche social o abbandonandosi a propri sfoghi emotivi, sempre ironici, si intende..

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il razzismo contro i clandestini è il nuovo "giustizialismo"

 

laddove prima in era berlusconiana si faceva passare come negativa la (più che giusta) tendenza a volere che i corrotti finissero in manette, adesso ogni cosa detta contro i clandestini è diventata sinonimo di razzismo

 

siamo capaci di scandalizzarci per il tono acceso con cui viene raccontata una cosa sbagliata, e non per la cosa sbagliata di per sé

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ma l'altra gente che era con lui sul tram? Che ha fatto? Era solo?

 

Se il sig, Aranzulla fosse vissuto a fine anni '60, a Milano, che faceva? Non andava mai più in banca? Si trincerava, al pian terreno rigorosamente, in un commissariato di polizia?

Edited by Bloodstar
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Saramandasama

 

 

 

 

siamo capaci di scandalizzarci per il tono acceso con cui viene raccontata una cosa sbagliata, e non per la cosa sbagliata di per sé

That's it!

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Volevo ricordare ai salviniani eccitati e a quella coglioncella di Aranzulla che le persone possono soffrire di disturbi psichici indipendentemente dal colore della pelle.

 

Basta farsi qualche mese di metropolitana a Milano (non perché è Milano ma solo perché è un concentrato ultradenso di popolazione) per vedere quanto è scoppiata la gente, non capisco in quale mondo fatato viveva il princi.

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Non capisco come sia possibile che nel mio quartiere - col 25% di stranieri -

io sia stato picchiato e derubato solo da un Padovano e da un Napoletano.

(Ho anche sventato un furto da parte di Napoletani ai danni di un Nigeriano)

Una volta un ragazzino Rom non mi ha restituto 5 euro che gli avevo prestato

ma per sdebitarsi mi ha presentato una sua amica...

Anche i matti del tram - ne abbiamo due, un maschio e una femmina -

da noi sono entrambi italiani: una padovana, l'altro non saprei.

 

Mi chiedo se il mio antirazzismo dipenda da questo,

oltre alla grande quantità di immigrati che mi sono scopato negli anni.

 

A onor del vero sembra che dal 1995 - anno in cui è cominciata l'immigrazione di massa -

tutti i crimini violenti in Italia sono stabili o addirittura diminuiti,

segno che non sono io a vivere in una bolla, ma i razzisti ad avere timori ingiustificati.

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Saramandasama

 

Io vorrei solo che le coop nostrane fossero come quelle svedesi.

Perché sarà inevitabile l'ascesa dei Salvini, se si continua sottostimare o negare il problema. Vedi il caso ONG..

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il sensazionalismo idiotocratico vi ha formato a credere che qualunque sfogo emotivo è legittimo

ti lovvo 


 

 

A onor del vero sembra che dal 1995 - anno in cui è cominciata l'immigrazione di massa - tutti i crimini violenti in Italia sono stabili o addirittura diminuiti, segno che non sono io a vivere in una bolla, ma i razzisti ad avere timori ingiustificati.

ti lovvo #2 

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Saramandasama

Ilpost

 

La parola «buonismo» fu inventata dal professor Ernesto Galli Della Loggia in un editoriale intitolato «L’Ulivo di Prodi o Garibaldi» pubblicato il 1° maggio 1995 sulla prima pagina del Corriere della sera. Da allora ha avuto un’immensa fortuna, è stata ripetuta da chiunque, in qualunque circostanza e contesto, da esponenti politici, giornalisti famosi, in rete, nei bar, perché serve a ribaltare in insulto una qualità, la bontà che dovrebbe essere la più importante tra le virtù cristiane. L’antecedente storico e linguistico diretto, quasi letterale, è il termine «pietismo», utilizzato dopo il 1938 contro chi spendesse qualche parola in favore degli ebrei vessati dalle leggi razziali. Fu un termine diffuso, di uso comune nel discorso pubblico, con cui si impediva ogni pietà ed esitazione. Ancora nel 1948 nell’Enciclopedia Treccani alla voce «Fascismo» si legge: «È altresì noto come il “pietismo” filosemitico fosse anche nei ranghi del partito, e fin nelle sommità (Balbo, per esempio), largamente diffuso». Anche durante il fascismo, una virtù, la pietà, l’essere pietosi, fu distorta e ribaltata in un vizio e in una debolezza, in modo da assolversi preventivamente da ogni colpa, per esempio quella di rastrellare e mandare a morire gli ebrei italiani.

Si torna a parlare di «buonismo» dopo il caso delle due donne rom rinchiuse in una gabbia e filmate con i telefonini da due impiegati della catena di supermercati Lidl perché sorprese a frugare nell’area dove viene portata la merce fallata. Chiunque abbia protestato o si sia scandalizzato di fronte alle risate dei carnefici e alla grida delle vittime è stato liquidato come «buonista». In un articolo su Repubblica, Roberto Saviano ha proposto di abolire il termine, ormai diventato «una specie di scudo contro qualsiasi pensiero ragionevole, contro qualsiasi riflessione in grado di andare oltre il raglio della rabbia e la superficialità del commento». Ma abolire una parola è impossibile, e forse sbagliato, soprattutto se questa parola svolge una funzione sociale e politica importante, centrale nel discorso pubblico. Come ha scritto Michele Serra, il «buonismo» «è un alibi insostituibile», perché «serve a ridurre ogni moto di umanità o di gentilezza a un’impostura da ipocriti, e di conseguenza ad assolvere ogni moto di grettezza e di disumanità».

L’uso del termine «buonismo» è un classico esempio di marketing negativo, estremo perché basato su una doppia negazione. Come in pubblicità si possono esaltare le caratteristiche negative di un prodotto per aumentarne il desiderio, così in politica si possono svalutare quelle positive dell’avversario per apprezzare le proprie. La realtà è che nessuno, nemmeno Salvini, ha il coraggio di dire apertamente di avere liberamente scelto di essere cattivo e spietato, e può immaginare di avere consenso su questo. Così sceglie di svalutare chi sceglie l’opzione contraria, bollandola come sentimentale e ipocrita, quando è evidente che l’ipocrisia è tutta nella scelta di mascherarsi e nascondersi dietro la caricatura dell’altro. Per questo, il modo più efficace di rispondere all’accusa è ribaltare di nuovo il significato morale del termine.

La parola buonismo non va abolita, va rivendicata. È il tentativo – la scelta – di provare a essere buoni e pietosi, sempre, verso gli innocenti come verso i colpevoli, verso gli ebrei deportati e i clandestini sbarcati, verso le rom trattate come animali dannosi e gli impiegati della Lidl probabilmente esasperati dalle continue visite delle donne rom e sicuramente convinti, nella loro ignoranza bestiale, di fare solo uno scherzo da condividere in rete. Il buonismo e il pietismo definiscono l’atteggiamento di chi, comunque, si sforza di comprendere le ragioni degli altri e le circostanze che li spingono a comportarsi male. La pietà di noi buonisti deve valere per tutti, perfino per Salvini che sicuramente racconta a se stesso e a suo figlio di avere delle buone ragioni, anche se nasconde ipocritamente a se stesso e agli altri la propria interessata ipocrisia. È buonista chi scommette sul fatto che ci si possa capire, anche quando è difficile, quasi sovrumano. È buonista chi vuole distinguere sempre, perché rifiuta di sprofondare nell’ignorante pigrizia autoassolutoria della categorizzazione, è buonista chi respinge la logica amici/nemici e cerca di non cedere mai alla tentazione incivile di fare di tutta l’erba un fascio.

Un giudice buonista non condannerebbe gli impiegati della Lidl al licenziamento. Gli imporrebbe di trascorrere un mese in vacanza in un campo rom, con i bambini rom e le donne rom, per cercare di capire come vivono e perché rubano, a mangiare con loro, dormire con loro. Si farebbero un’idea più complessa, anche nel male. E un giudice veramente buonista, ma buonista buonista, buonista fino alla meravigliosa imbecillità dei buoni davvero, li spedirebbe a fare una vacanza di lusso, magari al Billionaire Malindi Resort di Briatore, insieme alle due donne rom che hanno rinchiuso in gabbia, ripagando queste ultime del sacrificio con ricchi buoni sconto alla Lidl e con la licenza a vita di frugare nell’area della merce fallata tutte le volte che vogliono. Dopo un mese insieme probabilmente tutti e quattro sarebbero persone migliori. Il buonismo è concedere la buona fede agli altri, anche quando non c’è. È desiderare di fidarsi perché se finisce la volontà di comprendersi – ed è quello che sta succedendo anche in Italia – finisce la civiltà e non ha senso la democrazia. Roberto Saviano e Michele Serra terminano i loro articoli citando il Maestro Yoda: «La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza». Le fasi della paura, dell’ira, dell’odio per molti sono passate. Siamo dentro la sofferenza, quindi bisogna ricominciare dalle parole: e se nessuno vuole concedere più la parola buoni a chi si sforza di esserlo, vada per buonisti, che in fondo è lo stesso.

 

 

 

 

Tutto questo buonismo è stucchevole!

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Anche secondo voi il suo sfogo è stato razzista? Oppure no? Vi considetate buonisti?

 

Perché si tratterebbe di uno sfogo razzista?

L'unica inferenza contestabile è quella implicita alla proposizione "Ma forse qualche rflessione generale va fatta..." proprio perché le riflessioni generali si fanno guardando le statistiche e non i fatti singoli. Sarei molto più incline ad un'indagine che miri a validare o squalificare la veridicità delle statistiche piuttosto.

 

Sono cresciuto in provincia e fino ai vent'anni ero infastidito anche da quelli del paese limitrofo se "invadevano" quella che consideravo la "mia" zona; andando a vivere in città, confrontandomi un po' col mondo ho capito che invece molte mie paure erano fuori luogo, e che talvolta era più difficile avere a che fare coi miei congiunti che con stranieri, carcerati, barboni :D

 

Su di un mezzo pubblico una volta ho pure pagato il biglietto a un nigeriano perché 'sto cazzo di controllore non faceva partire il bus e avrei fatto tardi...

e mica volevo fare l'eroe della situazione, solo risolverla. Se con due euro sistemo la cosa pigliati 'sti due euro e finiamola lì.

La parola buonismo non va abolita, va rivendicata. È il tentativo – la scelta – di provare a essere buoni e pietosi, sempre, verso gli innocenti come verso i colpevoli, verso gli ebrei deportati e i clandestini sbarcati, verso le rom trattate come animali dannosi e gli impiegati della Lidl probabilmente esasperati dalle continue visite delle donne rom e sicuramente convinti, nella loro ignoranza bestiale, di fare solo uno scherzo da condividere in rete. Il buonismo e il pietismo definiscono l’atteggiamento di chi, comunque, si sforza di comprendere le ragioni degli altri e le circostanze che li spingono a comportarsi male.

 

Bah se la mettiamo giù così magari sono più "buonista" di quanto credo!

Più passa il tempo più mi convinco di essere fondamentalmente molto incline alla mediazione e molto "democristiano", se esiste un senso bello di intendere il termine.

Edited by schopy
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Anche secondo voi il suo sfogo è stato razzista? Oppure no? Vi considetate buonisti?

 

E' facilissimo da scoprire.

Basta prendere quello che ha scritto Aranzulla e scrivere "Meridionale"

 

"Tram 9, Milano. 12:52, pieno giorno. A un paio di fermate dalla Stazione Centrale, una persona meridionale, di quelle a cui paghiamo la sanità e le pensioni,

fuori di sé, probabilmente ubriaca o sotto effetto di stupefacenti, ha iniziato ad urlarmi contro ed ha cercato di aggredirmi sul tram 9.
Sono scappato dal tram 9 ed entrato dentro il Palazzo della Regione Lombardia per chiamare il 112 (gentilissimi e rapidi). Sono un po' spaventato, ma sto bene. Ma forse una riflessione più generale va fatta...."

 

Un Meridionale si sentirebbe offeso?

O spaventato dalla "riflessione generale" che andrebbe fatta?

Se la risposta è "Sì" si tratterebbe di uno sfogo razzista.

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Saramandasama

Al Settentrione la riflessione generale al tempo fu fatta eccome, ed elettoralmente i vari Bossi e Maroni ne derivarono un consenso molto forte

 

Ma non si tratta di una riflessione policitizzata in questo caso, (non credo che l'Aranzulla voglia fondare un partito politico), si tratta più di uno sfogo di pancia, che evidentemente riflette il nostro esprit du temps. Altrimenti non si spiegherebbe il consenso di sua eccellenza Marine..

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Una volta un ragazzino Rom non mi ha restituto 5 euro che gli avevo prestato ma per sdebitarsi mi ha presentato una sua amica...

comportamento quantomeno bizzarro, incomprensibile, forse maschilista, eterosessista (da chiunque provenga)

 

lo sfogo un tantino razzista lo è laddove pone l'accento sul colore della pelle dell'aggressore

Edited by prefy
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La vera domanda è: perché una cosa del genere, scritta probabilmente come sfogo, da una persona random, dovrebbe fare notizia?

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Saramandasama

La vera domanda è: perché una cosa del genere, scritta probabilmente come sfogo, da una persona random, dovrebbe fare notizia?

Perché ha una pagina social con migliaia di iscritti. Sveglia, siamo nel 2017!!

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Basta prendere quello che ha scritto Aranzulla e scrivere "Meridionale"

 

Io ammetto che sono anni che uso la storiella dell'ebreo da te sempre menzionata (in questo caso però in versione meridionale) e che a mio avviso ti fa sempre vincere a mani basse quando ci son discussioni del genere :asd:

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Ilromantico

Il punto è che i buonisti strumentalizzano i concetti di razzismo per difendere il loro mondo di occhi foderati di prosciutto e di nuvole di marshmallow. Il razzismo è il discriminare TUTTE le persone di una certa cultura, razza, colore, origine, orientamento, ecc.

Credo che il razzismo puro sia un fenomeno davvero eradicato e che TUTTI qui dentro siamo contro il razzismo, ciò nonostante ci sono elementi che rendono complessa la teoria, elementi come cultura, provenienza e usi e costumi.

Insomma, purtroppo, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e la provenienza o il background culturale di alcune persone può cozzare con la civiltà che li ospita.

Di esempi ne abbiamo a bizzeffe nella quotidianità, ma mi limito a citarne uno alquanto stupido e innocuo come i tanti africani che chiamano 'amigo' chiunque e importunano in continuazione.

 

Detto ciò, credo di capire cosa provato da aranzulla, è una sensazione molto violenta perché non ti aspetti proprio che avvenga da parte di soggetti svantaggiati e bisognosi d'aiuto. Questo è il punto che shocka.

 

@almadel

Basta sostituirlo con padano. Non posso credere che nel 2017 ci sia ancora qualcuno che faccia razzismo becero nord vs sud.

Edited by Ilromantico
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Perché ha una pagina social con migliaia di iscritti. Sveglia, siamo nel 2017!!

Si posso capire se qualche iscritto gli chiede cosa avesse voluto dire. Quello che non capisco è perché addirittura finire sui giornali per una frase del genere che ha toni veramente bassi. Ognuno poi vede quello che vuole vedere.

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Hinzelmann

 

 

Al Settentrione la riflessione generale al tempo fu fatta eccome, ed elettoralmente i vari Bossi e Maroni ne derivarono un consenso molto forte Ma non si tratta di una riflessione policitizzata in questo caso, (non credo che l'Aranzulla voglia fondare un partito politico), si tratta più di uno sfogo di pancia, che evidentemente riflette il nostro esprit du temps. Altrimenti non si spiegherebbe il consenso di sua eccellenza Marine..

 

Prescindendo dal caso specifico e riferendosi al problema

generale che ci sta dietro, cioè la cd. invasione di migranti

economici, la soluzione "cattiva" è sotto gli occhi di tutti da

anni

 

L'intervento militare europeo in Libia per chiudere il rubinetto

 

Se una persona di destra con le palle pensa realmente che siamo

invasi, la soluzione che dovrebbe proporre è : andiamo in guerra

e risolviamo il problema

 

Questa sarebbe una vera risposta politica di destra "cattiva"

 

Peraltro è di oggi la notizia che il tasso di disoccupazione in Europa

sommando a coloro che sono in cerca di lavoro, gli scoraggiati ed i

sottooccupati che fanno minijob o part time ma vorrebbero lavorare

di più è al 18%

 

La disoccupazione giovanile si concentra nei paesi frontalieri ( Spagna

Grecia ed Italia ) che potrebbero fornire la leva militare

 

Certo i paesi del nordeuropa dovrebbero almeno aprire i portafogli per la

logistica, gli approvvigionamenti e l'armamento

 

In fondo la Libia è un paese di pochi milioni di abitanti, io penso che 100.000

uomini dovrebbero bastare per ristabilire l'ordine

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Ilromantico

Il punto è che il problema non si limita alla Libia, è più generico e generalizzato. A parte che ormai i governi non sono più abituati ad andare in guerra, ma ciò nonostante non è nemmeno quello il punto. Ormai ci sono immigrati di tutti i tipi e da diverse zone, facilitati anche dalle politiche permissive e dalla facilità di viaggiare in aereo, macchina, barca o altro. Di per sé l'immigrazione non è un problema, ma dipende dai numeri e soprattutto da come viene gestita da ambe le parti. La gestione è stata fatta oggettivamente male e continua ad essere così, basterebbe fornire dei corsi di 'educazione civica' e dei valori del paese ospitante e mettere in chiaro le cose, pena l'espulsione o il non rinnovo della residenza.

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ma con uno che riesce a contraddirsi sfoderando in poche righe perle tipo

 

 

Credo che il razzismo puro sia un fenomeno davvero eradicato

e

 

 

tanti africani che chiamano 'amigo' chiunque e importunano in continuazione.
 

come si fa a discutere?

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Saramandasama

Si posso capire se qualche iscritto gli chiede cosa avesse voluto dire. Quello che non capisco è perché addirittura finire sui giornali per una frase del genere che ha toni veramente bassi. Ognuno poi vede quello che vuole vedere.

Perché se hai una pagina che supera, che ne so i 500k iscritti, sei considerato un influencer. I giornali online, che sono altra cosa rispetto a quelli cartacei, campano sul click facile (o clickbait). Il nome di un influencer molto letto, anche se, solitamente tratta di argomenti specifici, è sempre tenuto in considerazione.

Molto spesso i vari influencer con pagine molto grandi aspirano ad essere notati e a finire come opinionisti o in qualche giuria televisiva a fare i big money..

Non è il caso dell'Aranzulla, che ha saputo capitalizzare bene il suo talento di esperto informatico. Ma certamente una pagina social ben gestita è una fonte di pubblicità efficiente e a basso costo

Edited by Salamandro
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Hinzelmann

 

 

i governi non sono più abituati ad andare in guerra

 

Ed allora il discorso è chiuso

 

Se siamo diventati dei popoli di lagnose checche

isteriche che non vanno più in guerra, i popoli virili

fanno bene ad abusare di noi

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L'intervento militare europeo in Libia per chiudere il rubinetto

 

Io lo propongo spesso ai Leghisti,

ma loro preferirebbero affondare i barconi....

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