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L'epidemia di solitudine tra i gay


Amor-fati

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Ilromantico

Ghost non ci siamo. Il mio discorso non ti quadra perché stai facendo dei ragionamenti antiquati e limitati forse dai tuoi tempi e dalla tua località.

Con ambiente gay non mi riferisco minimamente né ai locali né alle associazioni. È un discorso nettamente più semplice, i gay fanno networking e non è per nulla raro organizzare feste ed eventi dove vengono invitati moltissimi gay che tra loro non si conoscono minimamente. Io per esempio ho socializzato con gay di tutti i tipi e anche rivelanti nel panorama proprio per questa semplicissima ragione. Inoltre, moltissimi amici etero hanno a loro volta amici gay e viceversa. Insomma credo che ci sia una vera e propria società gaya che di fatto ormai ti ritrovi dappertutto, rispetto a questa tua visione antiquata e ghettizzata.

 

Sugli etero. Mi stupisco eccome perché trovo che siano una serie di cliché senza senso e rabbrividisco che li faccia un gay. Nemmeno certi omofobi fanno piu simili ragionamenti.

Ci sono etero ed etero e gay e gay. Dipende tutto dalle proprie attitudini e personalità. Moltissimi amici gay hanno un rapporto tremendamente fraternale coi loro amici etero e condividono anche hobby 'etero' come calcio, macchine, ecc.(se è questo quello che ti domandi). Io dal canto mio mi annoio con buona parte di certi gay ad esempio, ma ho comunque amici gay perché dipende dalla personalità e affinità.

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@@Ilromantico, quella che tu presenti, tanto per rimanere nel tuo personaggio, non è la situazione italiana . Qui non esiste il panorama e non esistono i gay influenti nella realtà di tutti i giorni, e con tale situazione qui si vive . Qui abbiamo gli arrhenius, i demò, i ghost, il forum, non possiamo perdere tempo a fantasticare dietro alla meravigliosa vita del tuo paese fatta di eventi e networking (che poi se siete così avanti, che cazzo vi serve avere gli eventi gay? o forse avete ancora il ghetto pure voi solo un po' più dorato? :D ) .

 

Comunque, dato che qui c'è tanto spazio, mi piacerebbe sapere il rapporto amicale dei forumisti italiani con gli eterosessuali maschi, almeno abbiamo da allargare un po' la statistica . Parliamo di rapporto fraternale ovviamente, non di amicizia per l'uscita in gruppo ogni tanto .

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i gay fanno networking e non è per nulla raro organizzare feste ed eventi dove vengono invitati moltissimi gay che tra loro non si conoscono minimamente.

è tanto che manchi dall'Italia, vero?

no, perchè qua il giorno che cominceremo davvero a fare rete è ancora al di là da venire... 

 

 

mi piacerebbe sapere il rapporto amicale dei forumisti italiani con gli eterosessuali maschi, almeno abbiamo da allargare un po' la statistica

amici etero frociaroli (e frociarole) ne ho, anche molto fraterni.

 

Anche perchè, essendo gayo dichiarato a tutti fin da 16enne, non ho mai avuto problemi a dichiararmi omorikkione con chiunque.

E quelli a cui la cosa avrebbe potuto dare fastidio - fare schifo, si sono automaticamente allontanati da sè

Edited by freedog
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Si può dire che non esiste un ambiente gay, perchè esistono

solo tante nicchie separate, uguali e diverse

 

Ma se ciò che volete dire è questo, aspettatevi che io vi chieda:

perchè i gay socializzano per nicchie separate e distinte, visto che

sono una unica minoranza?

 

Ok siamo uniti di fronte ai servizi delle Iene, di fronte alla curiosità

morbosa degli eterosessuali, di fronte alle stupidaggini sulla promiscuità etc

 

Questo certamente è un bene, ma è ovviamente una unità politica :

Ci uniremo per combattere Trump e ci diremo che è vitale estendere le

politiche antibullismo in ogni distretto scolastico del paese in quelli rurali

e conservatori etc

 

Resta il fatto che però se l'ambiente gay svapora e si divide in mille rivoli

che neanche noi sappiamo categorizzare, chi si approccia al mondo gay

finirà fatalmente per valutare: alcolismo, dipendenza da droga, sesso a rischio

HIV, suicidi e disagi vari ( parlo dell'approccio sociologico scientifico )

 

Comportamenti individuali che a livello statistico possono segnalare una

maggiore o minore sofferenza sociale del gruppo gay rispetto a quello etero

 

A quel punto io posso dire: ok le Iene sono dei bastardi ed i sociologi-psicologi

etc forse no, non posso sbarazzarmene con uno scatto di unità politica, di reazione e

difesa, MA in ogni caso la cosa non riguarda la mia nicchia io sono un gay di serie A

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perchè i gay socializzano per nicchie separate e distinte, visto che sono una unica minoranza?

beh, potremmo scovare millantamila cause, solo per fermarci all'italica situazione.

le prime che mi vengono in mente sono:

  • un retaggio dei primordi anarcoidi - indiano metropolitani degli anni 70 (amore libero, rifiuto della famiglia patriarcal-borghese eccetera: continuo ad essere straconvinto che se Mario Mieli vedesse che ci stiamo batendo per il matrimonio gay, ci incenerirebbe TUTTI col lanciafiamme)
  • la cronica litigiosità tra le diveh a capo delle ass.ni (e la concorrenza che si fanno nei locali..)
  • la percentuale -ancora MOLTO alta- di velate, che non fanno branco-gruppo per non diventare visibili
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mmm no ci devo pensare, quello che ho scritto non mi convinceva e la voce n.3  mi diceva

 

delete, delete, delete...

Edited by Efestione7
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Ecco, proprio perchè ci sono molteplici realtà, anche l'infelicità non è mai la stessa . Quella da bullismo, quella da incomprensioni con la famiglia, quella per le insoddisfazioni nel trovare un partner, quella nel non riuscire a trovare un partner GIUSTO, quella nel voler essere qualcosa di diverso da sè stessi come riflesso dal trovarsi diversi dagli altri, quella di voler avere una posizione sociale differente, sono tutte condizioni che possono essere concomitanti o singole, e creeranno un senso di disagio più o meno forte, più o meno vicino alla fune o all'autodistruzione .

 

Gli eterosessuali non sono infelici? No, anzi hanno molte cause simili alle nostre : bullismo, assenza di una partner per aspetto fisico poco piacente, la programmazione della propria vita routinaria in cui ci si ficca come in un cul de sac per trovare rifugio e da cui poi non si riesce ad uscire, etc.

 

In genere, s'intende . Ci sono eterosessuali così come omosessuali felicissimi, chiaro . Ma dell'infelicità del maschio eterosessuale non trovo molto da leggere eppure quanti vanno a prostitute? quanti si fanno l'amante? mica crederemo che sia per eccesso di arrapamento : lo si fa perchè qualcosa manca, perchè si è infelici . E dal giro amanti/puttane etc direi che molti sono infelici, eppure tutti zitti .

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Gli eterosessuali non sono infelici? No, anzi hanno molte cause simili alle nostre : bullismo, assenza di una partner per aspetto fisico poco piacente, la programmazione della propria vita routinaria in cui ci si ficca come in un cul de sac per trovare rifugio e da cui poi non si riesce ad uscire, etc.

 

Ma infatti le cause dell'infelicità o, più modestamente, dell'insoddisfazione sono molteplici e riguardano sia persone inclini all'omoerotismo sia persone inclini all'eteroerotismo:

non si vede perché l'omoerotismo in sé sia causa d'infelicità o d'insoddisfazione, se non in un ambiente omofobo.

Ma qualsiasi condizione fisica, psichica, sociale che sia diversa da quella della maggioranza delle persone  tra cui si vive e che sia invisa a questa maggioranza per qualche ragione storica, può essere causa d'infelicità o d'insoddisfazione:

ad esempio l'essere mancini o l'essere negri.

Edited by Mario1944
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Il motivo per cui ne parliamo è che - all'estero

perchè da noi direi vi sia un sostanziale disinteresse -

fanno studi in cui risulta che MAGGIORE è l'incidenza

di depressione e problemi psicologici, maggiore l'incidenza

di alcolismo e tossicodipendenze, maggiore il tasso di incidenza

di sieropositività etc

 

Il tutto è stato interpretato -poi- come sintomatico di una epidemia

di solitudine.

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Ilromantico

@freedog

Credo che ormai l'Italia negli ultimi anni abbia recuperato il tempo perso. Mi sembra strano che non esista una certa socialità gaya né a Milano né a Roma. Ne siete sicuri?

 

@ghost77

Credo che il punto sia proprio l'infelicità data per l'appartenenza a una minoranza. Le infelicità sono diverse e hanno diversi gradi, anche se è tutto molto soggettivo e dipende anche dalla propria intelligenza.

I propri non-handicap comunque ci danno modo di vedere e disprezzare la gente che è infelice per cazzate. un etero con figli, moglie, casa, bambini, buon stipendio e inconstantamente infelice si dimostra terribilmente stupido e ingrato verso la vita.

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Credo che il punto sia proprio l'infelicità data per l'appartenenza a una minoranza.

 

DIfficile che la semplice appartenenza ad un minoranza sia per ciò stesso causa d'infelicità od almeno d'insoddisfazione:

a parte le inclinazioni personali, è almeno necessario, ma non sufficiente, che si tratti di minoranze odiate o disprezzate.

Quindi non è l'essere inclini all'omoerotismo in sé, che può essere causa d'insoddisfazione o d'infelicità, ma semmai almeno l'essere  inclini all'omoerotismo in un ambiente omofobo.

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E' questa correlazione tra depressione e tossicodipendenze che non mi torna

e mi piacerebbe leggere dei dati a tale proposito.

 

Tutti i problemi di mancata accettazione di sé li vedo concentrati tra i quindici e i venticinque anni

- a parte qualche individuo più tardivo - e in questa fascia sappiamo che i suicidi tra i gay sono più alti.

E sono soprattutto concentrati nella provincia

 

Il mondo del chemsex - a parte qualche individuo più precoce - è praticato da over 35,

con discrete o buone disponibilità economiche, in ambiente metropolitano.

 

Mettere nella stessa pentola il ragazzino depresso del forum che vive in Calabria ed è innamorato dell'amico etero

col quarantacinquenne palestrato che ogni weekend si fa fistare in sauna a Barcellona, strafatto di mdma e viagra

solo perché sono entrambi gay mi fa davvero ridere.

E mi fa ancora più ridere l'idea che la depressione del primo sia connessa con l'abuso di sostanze del secondo.

Nessuno farebbe mai sociologia in questo modo sugli eterosessuali.

 

I gay soffrono maggiormente di depressione e consumano più stupefacenti degli etero? Certo.

Ma il fatto che ci sia correlazione non significa che ci sia un nesso causale.

Da adolescenti i gay assumono meno droghe perché di solito non sono inseriti in un "branco"

e temono le situazioni in cui si abbassano le difese mentali; piuttosto bevono il tè con le amiche.

A trentacinque anni però il "branco" si è sciolto e gli etero si sono sposati e hanno bambini

e un gay ha più tempo e soldi per sperimentare, senza moglie e figli a controllarlo.

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Ilromantico

@mario1944

Si, ma stiamo dicendo la stessa cosa alla fine dei giochi.

 

@almadel

Credo che ti sei auto-risposto da solo no? Metropolitano e con disponibilità economiche vuol dire solo un gay emancipato(e solo perché ai giorni nostri le metropoli garantiscono una discreta tolleranza gay). Non ha alcun senso paragonare il gay lavoratore di barcellona con il ragazzetto del paese della Calabria. Il primo è emancipato, l'altro no e anche se lo fosse non ci sarebbe una sufficiente società gaya.

Il punto è proprio capire perché certi gay sfruttino l'emancipazione in modo distruttivo e continuino a vivere con una visione dell'omosessualità da taboo. Non è nemmeno il chemsex o le saune o le dark o il grindr ossessivo in sé il problema, ma il circondarsi di nulla nonostante le possibilità economiche e di ambiente.

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Liquidi, infatti, lo diceva già il filosofo Pippo F. quarant'anni or sono :"ora vivo in un'ampolla,son materia informe e molla"

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I gay soffrono maggiormente di depressione e consumano più stupefacenti degli etero? Certo. Ma il fatto che ci sia correlazione non significa che ci sia un nesso causale.

Veramente se c'è una correlazione statistica solida e provata, al netto di tutte le variabili di controllo, di solito c'è un nesso di tipo causale in gioco. Che non vuol dire necessariamente A causa B, ma anche B che causa A, o magari C che causa sia A che B. 

 

Da adolescenti i gay assumono meno droghe perché di solito non sono inseriti in un "branco" e temono le situazioni in cui si abbassano le difese mentali; piuttosto bevono il tè con le amiche. A trentacinque anni però il "branco" si è sciolto e gli etero si sono sposati e hanno bambini e un gay ha più tempo e soldi per sperimentare, senza moglie e figli a controllarlo.
E questo infatti è un possibile nesso causale. 

In ogni caso questa discussione è del tutto inutile. Il problema ha una parte identificabile chiaramente e sulla quale è possibile agire: l'omofobia. Questo lo sappiamo già e non c' molto da discutervi sopra. E poi ha un altro problema, ed è quello che @@Salamandro ha notato col video di Bauman e che non è solo gay: siamo diventati liquidi. Questo problema, a mio avviso, è di scala talmente immensa da non essere più risolvibile. La "solidità" di cui parla Bauman è un po' quello che Kierkegaard chiamava la "vita etica": basata sulla costruzione di cose durevoli nel tempo: la carriera, la famiglia. Come tale, essa richiede una rinuncia alla vita estetica (Aut-Aut), e questa una volta era una scelta banale, anzi, non era una scelta: ti sposavi chi dicevano i tuoi genitori e facevi il lavoro che avevano deciso loro, "mettevi la testa a posto". Non restavi solo di sicuro, anche se era assai facile restare male accompagnati.

Oggi la vita etica è una scelta, ed è una scelta incredibilmente radicale, non la fa nessuno; perché si dovrebbe, dopotutto? Per non restare soli? La verità è che oggi si sta benissimo da soli, almeno rispetto al passato. C'è internet, che vuoi di più? Non sei mai davvero solo, perché bisognerebbe fare rinunce per sentirsi meno soli?

Non credo ci sia bisogna che dia il mio giudizio sulla situazione perché, come spesso accade, la descrizione stessa del fenomeno per come è formulata trasuda giudizio. Ma anche il giudizio in questione è inutile perché le forze che sono in gioco sono di natura biologica e storica, non v'è nulla che si possa fare per opporsi all'onda. 

Resta solo da chiedersi perché noi gay ne soffriamo di più. Ed è ovvio: ci siamo arrivati per primi... 

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