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quando ti piace molto ma non sei innamorato


marcusss

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frequento da tre mesi un ragazzo che mi piace molto  da tutti i punti di vista ma non sono innamorato nel senso che lo amo seppur gli voglio molto bene perchè lui è favoloso e dolcissimo con me...

Lui penso sia cotto, e gia da un bel po', io sto continuando perchè spero possa nascere l'amore ma chiaramente gia da un po' lui vorrebbe piu attenzioni da me , mi vede freddo ecc. Non so che fare perchè lasciarlo non vorrei poi rimpianti dopo ma neanche posso forzarmi a sentirlo piu di quanto ne senta il bisogno o dirgli cose tenere che per il momento non sento.

Penso alle vacanze estive e le immagino a divertirmi con i miei amici in qualche tipico posto gaio e non ad una vacanza d'amore a parigi tuttavia spero che questa cosa possa mutare col tempo. Sono già 3 mesi e forse l'amore dovrebbe essere già scattato?

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Non ti piace abbastanza

 

E sicuramente non quanto quello che lui prova per te

 

Ragiona su questo, sii onesto con te stesso ed eventualmente staccati per il bene di entrambi

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E' altamente improbabile che le cose cambieranno col passare del tempo

 

Al massimo peggioreranno, nel senso che sarà ancora più difficile per te divincolarti, anche perché se già adesso percepisci troppe aspettative dell'altro, figuriamoci fra qualche mese quanto saranno ulteriormente cresciute; aspettando non farai altro che fare più male al tizio cotto di te senza riuscire comunque a sottrarti dai sensi di colpa.

 

Una volta chiusa, le cose potrebbero tornare ad evolversi in tanti modi, ma almeno il meccanismo attuale fortemente disfunzionale (adorazione sognante sua vs senso di colpa paralizzante tuo) sarà finalmente spezzato.

Edited by Sampei
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No non credo cambieranno. Soprattutto se proseguite nella frequentazione.

Ritengo che faresti bene a chiudere ora. È meglio per entrambi.

Credo spetti a te affrontare la situazione.

Non sarà facile, x esperienza.

Ma sii determinato se decidi di farlo.

 

Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk

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Conosco troppo bene questa situazione.con lui ti ci trovi bene, é serio,fisicamente ti piace pure,sembra la persona perfetta ma...non scatta quel qualcosa che ti fa pensare che il rapporto possa diventare serio e andare oltre. quindi che fare???

Io in qualche occasione sono passata per la stronza della situazione per averlo lasciato.

ma forse non sono così etero come tanti credono e sono arrivata al punto che non potevo più far finta di niente e illudere forse anche me stessa!!!

Mollare questo ragazzo sarebbe un grande atto di generosità da parte tua.Almeno io in base alla mia esperienza la vedo così.Lascialo senza rimpianti e non guardarti mai indietro!!

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Tre mesi! Mi sembrano già sufficienti per capire se può andare o no.. se non è nato niente di importante in questi mesi non credo abbia senso continuare. Anche se non c'è un tempo prestabilito ( l'amore può esserci da subito o dopo un tot di tempo, dipende da vari fattori).. però 3 mesi sono tanti.

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Sono già 3 mesi e forse l'amore dovrebbe essere già scattato?

sì, ed anche il piacere di starci insieme.

In assenza di ciò, diglielo al più presto nel modo più tranquillo che ti riesce.

Soffrirà un po', e forse anche Tu nel recitare una parte poco.. simpatica.

Facci eventualmente sapere come è andata..

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Io questa cosa qui proprio non la capisco. In che senso "ti piace" ma non sei innamorato? Capisco "mi sta simpatico ma non sono innamorato (perché è poco attraente o poco brillante)", "è intelligente ma non sono innamorato (perché è poco attraente o poco compatibile caratterialmente)", e ancora posso capire "è carino ma non sono innamorato (perché non mi piace caratterialmente, o non è bravo a letto etc)"... ma "mi piace ma non sono innamorato" detta così non la capisco proprio. Se non ti innamori vuol dire proprio che non ti piace, o che non ti piace abbastanza. Almadel ha suggerito di piantarla lì con esattamente quelle parole, dal mio punto di vista devo dire che tutte le volte che mi hanno detto una cosa del genere sono rimasto di sasso senza capirci un cazzo. E non sono mai stato dall'altra parte, nemmeno, perché quando non funziona con qualcuno è sempre perché non mi piace abbastanza e so di solito anche dire cosa c'è che non va. Magari non lo faccio col diretto interessato per delicatezza; può essere che non si voglia dire qual è la specifica sorgente di incompatibilità/insoddisfazione perché l'altro non la avverta come una propria mancanza, questo lo capisco e l'ho fatto anche io... ma il non saperlo dire neanche a sé stessi veramente è fuori dalla mia comprensione. Anche per questo personalmente non mi sento neanche in grado di dare un suggerimento preciso.

Certo suppongo che se dopo tre mesi ancora non ci si sente "innamorati" debba esserci qualche problema di fondo, insoddisfazione sessuale, o conversazione noiosa o qualcosa del genere. Ma non capisco l'elemento indicibile e magico della faccenda.

Edited by FreakyFred
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freaky lui è un bel ragazzo, a letto non va bene ma va BENISSIMO, è molto intelligente, mi adora e mi fa stare bene. Apparentemente non c'è nulla che non vada. Ma se devo dire che ci impazzisco,questo no tuttavia ci sono persone che so che hanno detto ti amo dopo quasi un anno.... Non riesco a lasciarlo perchè appunto mi fa stare bene e non vorrei rimpiangerlo e fare cazzate.

Se penso ad altri ragazzi , pure del passato, c'è chi mi faceva morire solo a guardarlo ma si limitava ad essre una cosa estetica in quanto non frequentandoli non so se mi sarebbero piaciuti da altri punti di vista. Non che questo ragazzo non mi piaccia esteticamente anzi mi piace però non scatta ( per ora....)

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Io non sono piu un 21 enne, ho 30 anni e sono stato poco tempo single .

Da quando mi sono lasciato col mio ex che mi piaceva molto ma col quale c'erano tante cose che non andavano che mi facevano capire che non saremmo durati troppo, ho capito che ora ho finito col fidanzarmi e "perdere " anni con persone che mi piacciono molto ma che capisci non sono quelle con cui ci staresti tutta la vita perchè ora sono ancora giovane e fresco ma non voglio arrivare a 35 anni che capisco di essere stato in un altro fidanazamnto "inutile". Mi sono ripromesso di fidanzarmi solo quando troverò la persona che mi fa impazzire e con la quale vorrò vivere (in relazione monogama) il resto della mia vita, ma forse rincorro una chimera, qualcosa che non esiste . Non so. Io spero di no.

Con questo non voglio dire che col mio attuale ragazzo andrà male.Ma che per fidanzarmici devo capire queste cose.

Forse qui chi è un po' piu grandicello capisce cosa voglio dire

Edited by marcusss
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Lui ti ha detto "ti amo"?

E tu come hai risposto?

Da quando si pronunciano quelle due parole la cosa si ufficializza, prima si può restare nello status di frequentazione, anche se tu percepisci che si è già andati decisamente oltre.

 

Non ti piace abbastanza ed è difficile che le cose cambino, quindi forse è già ora di parlarne.

 

Ho già vissuto una situazione simile, che ho portato avanti per troppo tempo.

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@FreakyFred, un giorno ti innamorerai e capirai

quali sono le differenze tra "piacersi" ed "essere innamorati".

:)

Forse. O forse no.

 

Nel senso che secondo me esiste proprio una fetta di popolazione (che quantitativamente non saprei proprio definire...) per cui questa differenza non sussiste. L'"essere innamorati" va a coincidere con il "mi piace tanto". Non è una questione di saper aspettare né di esperienze, né di sapersi conoscere, è solo una diversità delle persone.

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Forse qui chi è un po' piu grandicello capisce cosa voglio dire

 

Sì e no mi pare di capire che il tuo problema nasca dal fatto

che pur avendo 30 anni, per un considerevole periodo di tempo

hai avuto una relazione da cui non riuscivi ad uscire

 

Questo spiega la tua perplessità, il tuo timore di finire in una

situazione simile e ritroverti a 35 anni con la sensazione di aver

perso tempo, essere meno giovane etc

 

Il punto è che da un lato vorresti "impazzire" d'amore, dall'altro

vorresti una relazione "utile" in senso razionale

 

Esplicitamente nel concetto di relazione utile metti "monogama" e

"durevole" ( possibilmente per tutta la vita ) desideri abbastanza legittimi

o legittimati, contro cui si può obiettare poco...quindi io niente ti dico

 

Automaticamente questo mi induce una sorta di sensazione, su un tuo

timore di poter essere "giudicato"

 

Il "pazzo" non ha paura di essere giudicato, il pazzo è sconsiderato

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Forse. O forse no.

 

Nel senso che secondo me esiste proprio una fetta di popolazione (che quantitativamente non saprei proprio definire...) per cui questa differenza non sussiste. L'"essere innamorati" va a coincidere con il "mi piace tanto". Non è una questione di saper aspettare né di esperienze, né di sapersi conoscere, è solo una diversità delle persone.

 

In realtà volevo implicitamente dare dell'anaffettivo a FreakyFred

anzi dell'aromantico visto che siamo nella AromanticAwarnessWeek.

:)

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@FreakyFred, un giorno ti innamorerai e capirai quali sono le differenze tra "piacersi" ed "essere innamorati". :)
Oh please, non cercare di vendermi questi abracadabra. L'amore è quello che succede quando metti insieme l'istinto sessuale e quello sociale; non esiste l'innamoramento come quella specie di fenomeno paranormale con cui si vuol vendercelo. 

L'amore, messo nei termini che dici tu, è una mitologia laica con le sue liturgie e, ovviamente, i suoi misteri della fede. Se a qualcuno interessasse davvero sviscerare la psicologia di marcusss troveremmo sicuramente cosa c'è che non va: potrebbe essere che lui cerca nel partner qualcuno che gli ricordi mamma o papà, potrebbe essere che vuole essere trattato male invece che bene, potrebbe essere che ha il disturbo narcisistico e vorrebbe un codipendente, che sia crocerossino e vorrebbe un malato psichiatrico... e potrebbe anche essere che si aspetti da una relazione qualcosa di magico che non è, e dunque sia insoddisfatto da una relazione reale. le motivazioni potenziali sono infinite, e questo tipo di analisi è fuori dalla portata del forum, nonostante l'hobby della psicoterapia a distanza sia una patologia locale dura ad estinguersi. 

Ma un altro atteggiamento che rivela in modo particolare l'aspetto di "religione laica" dell'amore è quello "eh, ma tu non condividi perché non hai fede, la fede non si spiega con la scienza, la fede prova l'amore". In questo caso mi si accusa di non essere stato mai innamorato, nonostante tutte le sensazioni che vengono descritte dalle persone innamorate io le abbia provate eccome, e dunque tutto provi che io sono stato innamorato, che so esattamente di che si tratta e ho tutti i preziosi "titoli" per parlarne. E' esattamente come fanno i credenti con gli atei: "tu non puoi capire, non hai fede". E il bello è che lo dicono anche agli ex-credenti!

 

Il problema vero è che quando dico queste cose faccio la cosa che da fastidio a tutti i credenti: rompo la magia facendo domande tipo "ma su cosa si basa ciò che dici?" o "ma che cosa ti manca nella pratica?" e il terribile "ma le prove oggettive dove stanno?"

Purtroppo però la soluzione agli enigmi del cuore si trova per la stessa strada per cui si trovano le risposte a tutti gli altri enigmi: attraverso la ricerca e l'osservazione e anche una buona dose di distacco e disincanto. Dico "purtroppo" perché attraverso la scusa della "magia dell'amore" si può evitare di affrontare la realtà dei propri bisogni emotivi e sessuali, che a volte può essere imbarazzante o dolorosa (può essere difficile ammettere, che so, che ti piace l'idea di essere trattato di merda dal partner, o che ti piace il partner ricco, o che so io, che per poterci stare insieme deve avere i piedi belli - ed ogni riferimento a fatti o persone reali è casuale :asd: ), o di prendersi le responsabilità delle proprie scelte. Se l'amore è solo una "magia" che ti capita come nei film, allora quando non capita non c'è una spiegazione razionale, e se non c'è una spiegazione razionale io non devo fare nessun cambiamento nella mia vita...

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Nel senso che secondo me esiste proprio una fetta di popolazione (che quantitativamente non saprei proprio definire...) per cui questa differenza non sussiste. L'"essere innamorati" va a coincidere con il "mi piace tanto". Non è una questione di saper aspettare né di esperienze, né di sapersi conoscere, è solo una diversità delle persone.

 

Sì, appoggio questa fresca semplicità del nostro kraddone, però solo se intesa nella più precisa sfumatura almadelliana della questione. E oso svolgere ulteriormente la semplificazione, introducendo una banale variabile temporale: Marcuss in cuor suo in questo periodo della sua vita non sta cercando una relazione ("fra qualche mese mi vedo a passare l'estate con gli amici in giro, non mano nella mano come due piccioncini"). E nel momento in cui si forza ad averla, si sente ovviamente soffocare. Nonostante ciò si forzerà nel preservare il tutto.

 

Non ho ancora avuto modo di coniare un termine per definire questo stato psichico, peraltro molto comune: temporaneamente lo definirei "Sindrome da Ruolizzazione"

 

Potrei però coerentemente definirla SPAD - "Sindrome del Principe Azzurro Disoccupato" in modo da renderla perfetto contraltare ad incastro dell'altrettanto drammatica SSCO - "Sindrome della Scarpetta di Cristallo in Omaggio" di cui tanto abbiamo avuto lieta occasione di discorrere altrove.

Edited by Sampei
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SSCO - "Sindrome della Scarpetta di Cristallo in Omaggio"

Questa me la sono persa... 

 

Comunque se vogliamo dare al topic una sfumatura più sociologica e anche scientifica, prendendo spunto da ciò che dice Krad, l'innamoramento è uno stato di dipendenza psicologica analoga a quella da droghe, fumo o alcol. 

La differenza che passa fra una persona innamorata e una che non è innamorata è che la persona innamorata sente la sofferenza del distacco come una crisi d'astinenza, e la vicinanza, viceversa, con l'ebrezza della droga. Possono esserci i motivi più disparati per cui nasce questa situazione di dipendenza, ma si tratta dell'unica cosa che distingue la persona innamorata da quella non innamorata.

 

Laddove in due ci si piaccia e ci si piaccia a tutto tondo, tutto ciò che serve per l'innamoramento è sul terreno e dunque esso dovrebbe venir fuori naturalmente. Se questa dipendenza non sorge nonostante l'esperienza abbia una piacevolezza a tutto tondo, non vuol dire che manca l'incanto mistico e non c'è niente da fare, vuol dire che c'è qualcos'altro sotto. E in effetti, ora che Sampei mi ci ha fatto pensare, il fatto di non volere davvero, al fondo del cuore, una relazione, è un motivo più che sufficiente per bloccare l'insorgere dell'innamoramento. E' un caso perfino banale di paura dell'impegno, non si permette che l'innamoramento avvenga perché la verità è che non lo si vuole. Magari si vuole avere il sesso garantito, i regalini, le coccole, ma nessuna forma di impegno, e allora ci si guarda bene dall'innamorarsi. 

L'innamoramento non deve avvenire per forza, ovviamente, se uno non vuole innamorarsi ci saranno valide motivazioni dietro. Tuttavia se al fondo del cuore non ci si vuole innamorare non ci si può aspettare che l'amore arrivi e ti porti via come un tornado vincendo ogni resistenza, non funziona quasi mai così.

 

Io suggerisco sempre di far pace col cervello e capire che cosa si vuole, prima di mettere in atto comportamenti che vadano in una direzione o in un'altra.

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Freaky che al momento io non sia predispostissimo è un fatto certo.

Ma stai certo che se trovo chi mi fa perdere la testa mi fidanzo e mi ci accaso.

Non inseguo una chimera , credo almeno. Ci sono persone che non le posso guardare tanto che mi piacciono pero non so come andrebbe una eventuale storia con loro quindi magari pure con loro farei questo discorso, se peró con queste persone mi ci dovessi pure trovare caratterialmente impazzirei d'amore , lo so.

Il ragazzo che frequento a me piace molto fisicamente e non solo,c è poi una intera sessuale molto bella e forte ma qualcosa non sta andando. Chiamala chimica o chiamala " non ti piace abbastanza" peró quel qualcosa ancora non è scattato.

Comunque è chiaro che non è magia: è attrazione fisica + attrazione sessuale + attrazione caratteriale.A questo aggiungiamo peró un doversi trovare, coincidere...un pizzico di chimica forse

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un pizzico di chimica forse

Proprio non riesci a dire che non sei interessato ad una relazione al momento? Non c'è nulla di male nel dirlo, non devi sentirti sbagliato o in colpa.
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Si potrebbe dire che l'innamoramento sia comparabile alla dipendenza da sostanze come tutti gli altri meccanismi affettivi che scattano nelle altre relazioni umane. Nel nostro corpo, dopotutto, circolano sostanze biochimiche che procurano piacere quando ci troviamo in compagnia di amici - la felicità e la piacevolezza di quei momenti dipendono proprio da ciò - o quando ci occupiamo (ci prendiamo cura) di qualcuno, siano essi figli o animali - da qui l'attaccamento-accudimento ''genitoriale''. Figuriamoci con l'innamoramento, che concetra una serie di sensazioni su un'unica persona e in un lasso di tempo piuttosto ristretto e veloce...

 

Detto in questi termini si toglie un po' di ''magia''? Certamente, ma non esiste altro - a meno che non si creda in qualche forma soprannaturale di spirito-anima da cui dipenderebbero in ultima istanza le sensazioni e gli stati d'animo. @@FreakyFred la mette forse in termini troppo ''freddi'', quasi si potessero svilire tali meccanismi in virtù del loro essere, appunto, ''materiali'' e meccanici. Invece, no: son ciò che rende la vita bella, piacevole, degna di essere vissuta. Il fatto che non ci sia un ''ordine più grande'' non degrada queste relazioni, queste sensazioni e meccanismi a ''distrazioni'', ''finzioni''.

 

Saremmo anche ''programmati'' biologicamente a riconcorrerli perché magari funzionali alla vita di gruppo, alla socializzazione, alla riproduzione e dunque, per tutto ciò, al proseguimento della specie, ma è ciò che noi siamo, non c'è altro di più vero ''oltre''. Sta tutto quindi nel viverli con gioia quando possiamo provare queste sensazioni e avere un certo controllo quando questi si esauriscono...

 

...tranne nei casi in cui le relazioni affettive divengono una specie di ossessione, cioè nel momento in cui l'altro diviene un mero oggetto di desiderio-posesso e noi annulliamo - di pari passo - la nostra individualità, diventando da ''interdipendenti'' (come tutta la vita sulla Terra) a ''dipedenti'' (questa davvero un illusione della nostra mente) di una persona (o cosa...).

 

Ecco, forse - in questi casi in cui almeno una delle persone coinvolte nel rapporto si rende conto di non saper gestire i propri singoli innamoramenti - è una fortuna piacersi soltanto che non essere innamorati. :D

 

Su caso specifico di marcusss, invece, potrebbe essere semplicemente come dice il nostro @@Sampei.

Edited by Layer
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davydenkovic90

 

 

la vita è un sogno, e c'è un mondo di baci stellari per te. Così insegna Valeria Marini.

Purtroppo in pochi sanno carpire la saggezza e la profondità di questo grande insegnamento.

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Ciò che pare non trasparire da Freaky e ciò che voi non prendete molto sul serio è questo imho, che nonostante le cose stiano così (da quel che sappiamo), in questi termini meccanici e materialisti, tutto ciò non elude la possibilità di vivere la vita come un sogno. Non perché essa sia tutta rosa e fiori, un'illusione autoindotta, ma perché i rapporti e la realtà possono essere talmente meravigliosi, stupefacenti da non essere intaccati da qualsiasi considerazione di ordine filosifico-scientifico, di cui non rappresentano che una parte sola, e non la più autentica in assoluto.

 

Le persone che difatti vivono disilluse fanno una vita molto grama, fanno una non-vita. Perché? Perché l'esistenza non è solo vita biologica, di sopravvivenza... è molto di più: è vita sociale (il rapporto che abbiamo con i nostri simili in società, ma anche con gli animali, le piante, l'ambiente, e la Terra in generale), è vita affettiva e spirituale (ciò che noi sentiamo, fisicamente-e-mentamente, in tutto quel che facciamo), è vita culturale (tutte le ''sovrastrutture'' nate dall'esperienza, dalla conoscenza, dall'intelletto e dal vivero assocciati).

 

La vita si basa su tanti meccanismi automatici, chimico-fisici, ma non si esaurisce in essi. Convive con le considerazioni di tipo intellettuale, ma anche con gli istinti. Vive di opere d'arte e piccole cose quotidiane. Accosta discorsi sulla vita extraterrestre su qualche pianeta attono a stelle lontane e i baci stellari di Valeria Marini. I primi, i meccanismi biologici, ci permettono di fare - sentire, produrre, ecc. - tutto ciò, e non possono che suscitare altra meraviglia, quando ne diventiamo consapevoli.

 

E' così per gli altri animali, figuriamoci per l'uomo, che questi meccanismi è riuscito a conoscere e - in buona parte - comprendere...

 

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Concludo qui i miei interventi poco attinenti con la discussione. ;)

Edited by Layer
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Ragazzi, si può sempre giocare nella vita, si può sempre far finta su tante cose... per esempio facciamo quasi sempre finta di essere immortali, perché altrimenti pare tutto insensato. Non è quello il punto, io sono un grandissimo fan del gioco, dello scherzo, del far finta, perché se fai finta abbastanza bene il tutto finisce con l'essere quasi-vero.

Il punto non che si possa, o addirittura si debba far finta per vivere. Il punto è che se ci si scorda del tutto che si sta facendo finta, che alla base di tutto c'è qualcosa di molto concreto e materiale, si passa dal gioco innocente all'ignoranza colpevole, dal recitare all'imbrogliare, dal fare finta al prendersi in giro da soli.

Far finta che l'amore sia qualcosa di più del suo sostrato chimico si può, ma se si inizia a credere davvero e a tutto tondo a questo inganno si finisce con l'adottare comportamenti e visioni del mondo disfunzionali, dannose; se io combatto questa visione magico-religiosa dell'ammmoreh è principalmente per questo: è disfunzionale! Io vi dico, se credessi che la recita in questione è funzionale, gli direi coltivala come lo dico a tutti, ma quando è disfunzionale allora bisogna porsi le domande, e vanno poste con l'occhio fisso ai freddi, materialistici, crudeli fatti della vita. 

X dice che il tipo gli piace ma che non si innamora. Lo dice come un semplice dato di fatto, "la magia non avviene". Questa visione delle cose però è disfunzionale, perché trattando la cosa come una magia e accettando passivamente il mistero della fede per cui non avviene, non entra mai in contatto con le ragioni vere per cui la semplice reazione chimica non sta avvenendo. Dunque eventuali problemi sottostanti vengono semplicemente elusi e lasciati a risolversi da soli. E può essere che si risolvano da soli, ma con questo approccio non si progredisce nella conoscenza di sé stessi e dei propri bisogni e desideri, col risultato che la prossima volta lo scenario si ripete copia conforme.  Se uno arriva qui sul forum tormentato ed indeciso sul da farsi perché non capisce come mai succede in lui quello che sta succedendo, io vado a guardare nella chimica e nella psicologia per trovare qualche risposta, perché dire semplicemente "eh, non è capitata la magia" significa prenderci in giro tutti e non rispondere, un'illusione non diversa e non meno deleteria di quella del principe azzurro, e anzi ad essa strettamente collegata. 

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