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17/02/1992 - 17/02/2017


smile93

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<< Che ci fosse la corruzione in Italia si è sempre saputo, la classe dominante promanava questo puzzo di fogna che tutti sentivano, il famoso "turarsi il naso">>. La lucida analisi di Indro Montanelli sullo "scandalo delle tangenti" sottolinea come la caduta del Muro di Berlino e la fine del comunismo, abbiano creato i presupposti per mettere sotto processo un intero sistema politico ed economico, segnando uno spartiacque nella storia della Repubblica Italiana.

 

Alle 17:00 di lunedì 17 febbraio davanti al Pio Albergo Trivulzio (ente pubblico milanese che ospitava una casa di riposo per anziani) un'autovettura dei carabinieri attende il momento giusto per far scattare l'operazione. Dentro la vettura c'è anche il giovane sostituto procuratore della Repubblica Antonio Di Pietro che sta indagando su un giro di tangenti nella sanità meneghina. Di concerto con il magistrato, l'imprenditore Luca Magni entra nell'edificio per consegnare una "mazzetta" da 7 milioni di lire all'ingegnere Mario Chiesa presidente del Pio Albergo Trivulzio ed esponente del partito socialista.

Intascati i soldi, Chiesa viene tratto in arresto per concussione e messo sotto interrogatorio. E' l'episodio chiave che scatena una bufera giudiziaria nello scenario politico nazionale e nel mondo dell'imprenditoria e dell'alta finanza. L'inchiesta denominata Mani pulite, è condotta da un pool di magistrati, guidati dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, tra i quali oltre a Di Pietro figurano anche Gherardo Colombo e Ilda Boccassini.

Il quadro politico di quel periodo vede l'approssimarsi delle elezioni politiche (fissate per il 5 aprile), in vista della quale si profila un'alleanza tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista Italiano, quest'ultimo atteso dai festeggiamenti per il centenario della nascita.
La notizia dell'arresto di Chiesa in questo contesto è destabilizzante e mette sulla graticola politici di tutte le forze parlamentari.

Le rivelazioni dell'ex presidente del Trivulzio fanno emergere un quadro più fosco di quello che i giudici si aspettavano e fanno scattare le manette per 8 imprenditori coinvolti negli appalti della sanità lombarda. In primavera arrivano i primi avvisi di garanzia per politici e personaggi istituzionali, travolti da un fiume in piena che mina alle fondamenta i principali partiti italiani: dal PSI alla DC, passando per il Partito Democratico della Sinistra (ex PCI).

Non passa giorno che giornali e tg non aprano con un bollettino aggiornato di indagini arresti, tra i quali compaiono semplici impiegati pubblici accanto ad alti funzionari dello Stato, noti imprenditori ed esponenti dell'alta finanza. Il terremoto è in atto e sul banco degli imputati ci sono soprattutto i partiti, accusati di finanziarsi illecitamente attraverso mazzette milionarie versate da imprenditori amici.

In questo clima rovente si va al voto e i cittadini indignati dalle vicende di "Mani Pulite" fanno sentire la propria protesta, penalizzando i grandi partiti e premiando forze emergenti come la Lega di Umberto Bossi. Nel frattempo, una prima significativa ammissione sul ricorso al finanziamento illecito arriva alla Camera dal segretario del Psi Bettino Craxi che, rivolto agli altri colleghi, parla di una diffusa consuetudine << all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale>>.

Nel proseguimento dell'inchiesta si manifesta un aspetto di notevole drammaticità: in tanti tra le persone coinvolte preferiscono togliersi la vita, altri non reggono la vergogna del carcere e muoiono di crepacuore. Le indagini a fine anno arrivano a toccare i vertici della classe dirigente, su tutti i Craxi che, dopo 4 avvisi di garanzia per reati di corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, è costretto a dimettersi dal PSI, dopo averlo guidato per quasi 17 anni.

La sua parabola di uomo delle istituzioni va incontro a un graduale declino fino alla latitanza ad Hammamet (Tunisia), da dove non farà più rientro in Italia.
Insieme a lui spariscono dalla ribalta politica numerosi personaggi di rilievo mentre alcuni, come Giulio Andreotti, ne escono fortemente ridimensionati; medesima sorte tocca a grandi partiti come la DC, il PSI, il PSDI e il PLI che, dopo aver scritto un pezzo importante di storia italiana, tramontano definitivamente.

Ciò fa di Tangentopoli una cesura epocale che segna l'inizio di una seconda Repubblica. Oltre alle 1300 sentenze tra condanne e patteggiamenti, l'inchiesta produce forti conseguenze su più versanti, in primis su quello giudiziario con l'abolizione delle immunità parlamentare, mediante la modifica dell'articolo 68 della Costituzione.

 

Sul piano politico si affacciano nuove personalità, destinate ad occupare la scena nei decenni successivi.

 

 

Saranno passati anche 25 anni, da TANGENTOPOLI, ma oggi le cose sono cambiate ??  I vari casi recenti, non sembrano indicare che ci sia stato un cambiamento, piuttosto una continuazione più o meno marcata a seconda dei casi.

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Bettino pagò un po per tutti, molte altre teste sarebbero dovuto cadere (e non mi riferisco ai suicidi dei tanti coinvolti tra cui Moroni, Cagliari e Gardini) , visto anche il marciume che si è continuato a creare fino ai giorni nostri. Forse anche la magistratura poteva lavorare meglio e in modo più imparziale.

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