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[Film] Rosso Istanbul


Rotwang

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Dopo Il bagno turco (1997) e Harem Suare (1999), che lo consacrarono come regista, Ferzan Özpetek, regista turco naturalizzato italiano torna nella sua città natale, Istanbul, che ha continuato a frequentare negli anni ma nella quale non ha più girato dal secolo scorso, portando sempre sul grande schermo la sua città d'adozione, la vecchia Roma o Lecce e il Salento, posti d'elezione per mare e assolato fascino barocco.

 

Rosso Istanbul è un film del 2017, liberamente ispirato dal suo romanzo omonimo, con attori interamente turchi e con la mitica Serra Yimaz, per una storia che ha la sua chiave nell'effetto nostalgia. Il regista ha girato a Istanbul in un momento particolarmente delicato tra emergenza terrorismo e la stretta di Erdogan sui diritti civili.

 

Lo scrittore Orhan Sahin torna a Istanbul dopo vent'anni di assenza volontaria, per aiutare il famoso regista Deniz Soysal a scrivere il suo primo romanzo. Orhan si ritrova intrappolato con nostalgia nei luoghi dove è nato e vissuto, venendo coinvolto nei legami con i familiari e gli amici di Deniz, protagonisti del suo libro.

 

Edited by Rotwang
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  • 2 weeks later...
  • 2 weeks later...

Allora, recensisco:

primo dato: c’è pochissima Istanbul, eppure dovrebbe essere l’ambientazione: questo è un film di interni, di piani alti, con la città vista ad altezza drone o con ampie panoramiche.C'è pochissima strada e poche scene di gente indaffarata.

Tutto scorre tra scrittori, intellettuali, architetti, loft e luoghi standard, sofisticati e cosmopoliti; insomma, si potrebbe essere ovunque, il film si perde come il personaggio che senza motivo non si trova più e la cui ricerca farà da motore alla storia. 

Dà l'idea che di tutto quel che vorrebbe essere non ci sia molto: è debole la ricerca delle radici culturali, non c'è un gran rapporto con l’ambiente, non si percepiscano suoni, profumi e consistenze locali, Istanbul non pare mai davvero rossa e perfino la sua particolarità più evidente (il Bosforo) resta fin troppo sullo sfondo.

Ed è strano che proprio Ozpeteck, che ama molto i luoghi, che cura la scenografia per ambientare al meglio le sue storie nei posti, nelle stanze o negli ospedali più giusti, qui non riesce a fare lo stesso con una città. La sua città.

Insomma, per tutto il film c'è una noiosa ricerca di un qualcosa cui non si sa dare un nome -o una forma-, ma di cui si avverte la mancanza.

Lo stesso finale, che dovrebbe ricongiungere l’uomo all’ambiente immergendovelo,

sembra solo un banale happy end tranquillizzante, non la fantastica chiusura del cerchio che vorrebbe essere

Edited by freedog
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L'ho appena visto. Che dire, poetico e lento, più di altri film di Özpetek. Istanbul è lo sfondo della storia, di nostalgie, di timori e di riflessioni esistenziali. Non è vero che non ci sono scene in città, ma sono limitate perché le condizioni di questi anni in Turchia non credo consentano lunghe riprese all'aperto in una città come questa. Carino, a me è piaciuto, forse il finale è un po' in sospeso, ma promosso.

 

P.S: il protagonista è il classico daddy mediterraneo dannatamente affascinante, me lo farei male.

Edited by Rotwang
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I film italiani due stanze e tinello . A me opeztek proprio non va giù alcuni suoi film sono terribili e a dire il vero anche Le Fate Ignoranti mi ha irritato. Come descrivete sto film mi sa che non me lo vado a vedere ehehe

 

Inviato dal mio SM-G903F utilizzando Tapatalk

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Non è vero che non ci sono scene in città

per citare un acidone di mia conoscenza,

ma sai leggere????

 

io scrissi

 

 

 c’è pochissima Istanbul, eppure dovrebbe essere l’ambientazione

Se intitoli il film Istanbul, mi aspetto non dico mezz'ora di sapori, odori & afrori del suk,

però qualche esterno giorno (o notte) in più di qualche panoramica dall'alto mi pare il minimo sindacale!


poi lo so bene (e l'hanno chiarito pure alla proiezione stampa) che hanno avuto millantamila difficoltà a girare in esterno (mancati permessi, cavilli burocratici a iosa eccetera).

Solo che non mi entusiasma come soluzione che abbiano risolto il problema spostando l'azione in un loft anonimo che potrebbe essere di qsi città occidentale

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Se intitoli il film Istanbul, mi aspetto non dico mezz'ora di sapori, odori & afrori del suk,

però qualche esterno giorno (o notte) in più di qualche panoramica dall'alto mi pare il minimo sindacale!

poi lo so bene (e l'hanno chiarito pure alla proiezione stampa) che hanno avuto millantamila difficoltà a girare in esterno (mancati permessi, cavilli burocratici a iosa eccetera).

Solo che non mi entusiasma come soluzione che abbiano risolto il problema spostando l'azione in un loft anonimo che potrebbe essere di qsi città occidentale

 

Da un critico - presunto - cinematografico mi aspetto maggiore profondità di così. Istanbul è solo un pretesto, se vuoi vedere quel che dici tu guardati un documentario sulla città, non un film ambientato laggiù. Maronna che superficialità, adesso ho capito perché stronchi tutti i film esistenti.

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si chiama AMBIENTAZIONE: 

non l'ho inventata io

ma pare che sia importante in un film o per raccontare una storia in qualsivoglia modo...

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