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Rai, l'altro lato che non fa ascolto....


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DAL IL FATTO QUOTIDIANO

Rai, inchiesta a Torino sull’evasione Iva nella raccolta pubblicitaria

Tra gli indagati anche l’ex direttore generale della partecipata del Tesoro Lorenza Lei, che è stata al vertice della ex Sipra (oggi Rai Pubblicità). Buco da 110 milioni di euro.
 

Un buco da 110 milioni. Cifra stimata per difetto. Il sospetto è che la Rai, nella sua raccolta pubblicitaria, per alcuni anni e fino al 2012, abbia evaso il fisco omettendo di versare l’Iva. Ipotesi ancor più grave se consideriamo che la Rai è nei fatti un’azienda di Stato e che, oltre al paniere della pubblicità, dispone del gettito pubblico costituito dal canone. Se nella pattuglia dei grandi evasori italiani, in un futuro prossimo, potremo annoverare persino l’azienda di Viale Mazzini – e sarebbe un record, visto che è indirettamente partecipata proprio dal ministero dell’Economia e delle Finanze – lo valuterà la Procura di Torino che ieri ha disposto una sfilza di perquisizioni tra il capoluogo piemontese, Milano e Roma.

 

Obiettivo: stabilire se i tanti nomi inglesi e francesi, elencati fino al 2012 tra i committenti e destinatari della pubblicità targata Sipra (oggi si chiama Rai Pubblicità), siano davvero stranieri; o se, invece, trattasi nella sostanza di una interposizione, per coprire clienti italiani. Nel secondo caso, infatti, la Sipra avrebbe dovuto versare l’Iva che, invece, non viene corrisposta quando i clienti sono comunitari ma non italiani.

 

Per ottenere una prima risposta al quesito, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Torino hanno perquisito 13 soggetti, tra persone fisiche e private. L’inchiesta della procura guidata da Armando Spataro nasce da una segnalazione dell’Agenzia delle entrate (la direzione piemontese che si occupa dei grandi contribuenti) che, all’esito dell’istruttoria, invia ai pm una nota, con annessa ipotesi di reato. Il parterre di perquisiti e indagati è di rango elevato, a partire da Lorenza Lei. La prima e unica donna che abbia rivestito il ruolo di direttore generale della Rai (dal maggio 2011 al luglio 2012), nonché presidente del Cda di Rai Corporation, nel settembre 2012 occupava la poltrona di amministratore delegato di Sipra assumendo poi, nel novembre 2013, il ruolo di presidente in Rai Pubblicità.

 

Perquisito anche Fabrizio Piscopo, attuale amministratore delegato di Rai Pubblicità, l’uomo che nel novembre 2012 viene chiamato, dall’ex direttore generale Rai Luigi Gubitosi, a ristrutturare la Sipra, portando l’azienda, due anni dopo, a invertire il trend negativo. A loro si aggiungono Roberto Sergio, ex presidente del cda Rai, oggi responsabile ad interim della direzione di Radio Rai e Maurizio Braccialarghe, fedelissimo dell’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, assessore con lui sotto la Mole ma soprattutto, a suo tempo, amministratore delegato della Sipra. L’elenco viene completato da Aldo Reali (anch’egli nel vecchio cda Sipra), Fabio Belli (Chief financial officer Rai Pubblicità) e Luciano Bechis (procuratore e responsabile pro tempore del settore amministrazione finanza e controllo di Sipra).

Per la Rai – che è anche nel mirino della Procura di Roma per un’inchiesta nata nel 2015 su presunte mazzette pagate dall’imprenditore David Biancifiori per accaparrarsi commesse – si tratta di un altro boccone indigesto da mandar giù. Sarebbe davvero difficile spiegare come sia stato possibile, se fosse accertato, che un’azienda controllata, seppure indirettamente, dal ministero dell’Economia, abbia potuto ordire e realizzare un’evasione fiscale. E per comprendere quali venti spirino in viale Mazzini, è sufficiente sapere che ieri, in cda, i consiglieri di opposizione, sostenuti da gran parte della maggioranza, hanno obbligato Antonio Campo Dall’Orto a invertire l’ordine del giorno, sottoponendolo a una sorta di processo, sulle sue ultime scelte prese senza consultare il cda, dal nuovo contratto di Milena Gabanelli passando per l’accordo commerciale con la Tim. Un antipasto della probabile resa dei conti, rimandata al primo cda previsto dopo il Festival di Sanremo.

 

Aggiornamento di redazioneweb alle 13 dell’8 febbraio: 

La Guardia di Finanza ha visitato gli uffici della Rai a Torino e a Roma. Gli accertamenti riguardano, appunto, presunte irregolarità fiscali della concessionaria di pubblicità. L’indagine è concentrata su un giro di fatturazioni che avrebbe portato a un abbattimento dell’Iva. 

 

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Se ti consola in svizzera per anni abbiamo pagato abusivamente l'iva sul canone che forse ora ci ridanno.

 

Non penso possa succedere in Italia, lo stato dovrebbe rimborsare se stesso.

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Ormai non mi sorprende più nulla, dove ci sono legami tra politica ed economia, ci sono sempre derive lampanti di ingordigia. Ovvio che ci siano ovunque vista la natura corrotta dell'uomo, ma in quei campi ci si sollazza molto di più.

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