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Ma se vuoi suicidarti perchè non uccidi te stesso e basta?


lecosechenondici

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Spesso nei casi di cronaca si legge di persone che prima di uccidersi uccidono i loro cari. Spesso mi sono chiesto perchè, ma non mi sono mai addentrato nella questione. Poco fa si è accesa la lampadina: "Se mi uccido loro soffriranno. Magari gli verrà il PTSD, magari la depressione, magari vorranno suicidarsi a loro volta. L'unico modo per evitarlo è portarli via con me."

Cosa ne pensate? Potrebbe essere una spiegazione valida? Non il ragionamento in sè, che ovviamente è insano, ma la motivazione per cui un suicida è prima omicida.

 

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Credo che ogni singolo caso abbia la sua storia.

 

Penso a quei genitori che uccidono i figli e poi sé stessi per motivi economici.

 

Penso a quelli che in un raptus omicida dopo la chiusura di un rapporto, ammazzano il compagno e poi si ammazzano (vuoi perché psicotici, vuoi perché non vogliono finire in carcere).

 

Insomma, non me la sentirei di fare una generalizzazione, secondo me ogni caso va analizzato a parte.

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Credo che ogni singolo caso abbia la sua storia.

 

Penso a quei genitori che uccidono i figli e poi sé stessi per motivi economici.

 

Penso a quelli che in un raptus omicida dopo la chiusura di un rapporto, ammazzano il compagno e poi si ammazzano (vuoi perché psicotici, vuoi perché non vogliono finire in carcere).

 

Insomma, non me la sentirei di fare una generalizzazione, secondo me ogni caso va analizzato a parte.

Certamente ogni caso è a sè ma spesso ci sono molte somiglianze nel comportamento degli individui. Comunque non mi riferivo ad assassini in preda a raptus ma a depressi che vogliono porre fine alla propria vita e che (forse) uccidono i cari in funzione di questo e non il contrario.

 

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Comunque non mi riferivo ad assassini in preda a raptus ma a depressi che vogliono porre fine alla propria vita e che (forse) uccidono i cari in funzione di questo e non il contrario

 

Sinceramente ritengo assassini anche i depressi che prima di porre fine alla propria vita, uccidono i propri cari.

 

Una madre che uccide i figli e poi si suicida, è sicuramente in fase depressiva.

 

Un amante lasciato che uccide l'ex e poi si suicida, è sicuramente in fase depressiva (e probabilmente pure ossessiva).

 

Insomma, l'omicidio sembra scaturire dalla forma depressiva ma con sfumature diverse.

 

Non trovo un filo conduttore, mi sembrano tutti casi psichiatrici a sé stanti.

 

Probabilmente qualcuno che abbia studiato l'argomento (psicologi? psichiatri?) ne sapranno sicuramente di più al riguardo.

 

Altro motivo per cui non mi sento di trarre ipotesi.

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a depressi che vogliono porre fine alla propria vita e che (forse) uccidono i cari

Il fatto è che le diagnosi psichiatriche sono complesse e non se ne può citare solo una parte. Per esempio, una persona può essere depressa e anche schizofrenica; la depressione e l'ideazione suicida sono comorbidità comuni a molti disturbi. Ci sono alcuni temi in comune tra chi si suicida e chi lo fa portando con sé altre persone, ma esistono anche differenze importanti.

 

Poi su questi argomenti è difficile parlare restando sul vago, anche perché ogni caso fa storia a sé.

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Personalmente, concepisco il suicidio come l'atto più egoisticamente violento che possa esserci.

Penso che conosciamo tutti il modo di dire del tizio che si taglia gli attributi per far dispetto alla moglie, no? Ecco, a me pare che la dinamica sia proprio la stessa: mi privo della mia pur di far male agli altri.

Chiunque siano questi "altri" (il mondo in generale, gli amici, i famigliari), l'importante è che arrivi il messaggio: che mi dia fuoco nel parcheggio della ditta che mi ha licenziato o mi butti dal balcone per essere visto dalla morosa che mi ha appena lasciato, il dover far sapere dimostra che questo gesto ha per il suicida una connotazione comunicativa ben precisa.

L'auto-annichilamento è il voler negare diritto di replica, è la violenza di mettere l'interlocutore in uno stato di difficoltà (presunta o reale): dal mio punto di vista, da qui a uccidere materialmente persone che sto comunque progettando di far soffrire, non c'è molta differenza.

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Io suppongo che il meccaniso che porta a uccidere se stessi e i propri parenti sia del tipo di non riuscire a vedere una via di uscita per se stessi e gli altri e dunque non resta altro che ammazzarsi tutti.

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Da totale profano, mi vengono in mente alcune ipotesi (forse ridicole):

1 - uccidere qualcuno prima di suicidarsi forse aiuta ad entrare in contatto con la morte, a renderla una cosa più familiare, a sentirsi meno estranei ad essa

2 - forse il suicida crede, o spera, in un aldilà, o in un luogo in cui si va dopo la morte, e non vuole andarci da solo

3 - forse il suicida vuole morire ma non accetta che questa sorte tocchi solo a lui, quindi nella sua follia crede di soffrire di meno nella morte se non è da solo

4 - forse il suicida non ha ancora tutte le ragioni per suicidarsi, ed uccidere i propri cari gli dà un motivo in più per porre fine alla propria vita

 

ma ribadisco che non so nulla di psicologia, di criminologia ecc, quindi magari sto dicendo ovvietà o cose senza senso ahah

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molto probabilmente la disperazione unita alla depressione in alcuni momenti ti può portare a tenere comportamenti inimmaginabili. purtroppo sono delle disgrazie quelle che non si riescono a capire proprio xke avvenute in momenti di "pazzia" 

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Cosa ne pensate?

 

Mio padre che sbuffa e si arrabbia....mentre guarda il telegiornale

 

Praticamente un tormentone immutabile, in presenza di due tipi di notizie

 

1) una qualunque notizia su Berlusconi

 

2) un omicidio-suicidio presentato al Tg come "dramma dell'amore" "dramma in famiglia"

 

Mentre nel caso di Berlusconi, il problema si è ridimensionato con il calare delle

sue fortune, per i familicidi mi tocca assistere alla puntuale sfuriata di mio padre

contro il televisore ed il telegiornale...perchè:  "non si uccide per amore" " chi uccide

i familiari li ritiene una estensione di se stesso" "uccidessero se stessi e basta" Lol

 

In realtà si incavola per il modo in cui la notizia è presentata cioè come "dramma"

dell'amore o familiare etc

 

Secondo mio padre quindi uccidere i familiari è nella sostanza un "atto di potere"

e la retorica familista dei telegiornali per lui è qualcosa di insopportabile e falso

 

Io sono più "laico" e "moderato" nel senso che ipotizzo la possibilità anche del crollo

di una visione "idealizzata" della famiglia, non ci vedo solo una manifestazione di potere

di tipo aggressivo, ma la possibilità del crollo di una idealizzazione familiare che rende un

fallimento insopportabile ( e quindi omicidio-suicidio )

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Cosa ne pensate?
il suicidio con annesso omicidio non è un atto di grazia per alleviare la sofferenza altrui :sisi: è semplicistico affermare ciò.

Cercare di trovare una spiegazione nella follia di chi non sta bene è  follia. 

Nel momento in cui togli la vita ad altri comunque le fai soffrire e dannare tra pene fino al silenzio. Non vedo tutta sta grazia e misericordia. 

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Secondo me uno che cerca di far sapere alla gente che vuole suicidarsi in realtà non vuole uccidersi

Mito comune e pericoloso.

 

Un'ampia percentuale di chi minaccia il suicidio poi mette in pratica il suo avvertimento. Prendete sul serio ogni minaccia.

 

Ricordate che la maggior parte delle persone che si tolgono la vita ha comunicato prima la propria intenzione, in modo palese o con segnali discreti.

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Una madre che uccide i figli e poi si suicida, è sicuramente in fase depressiva.

mica è detto:

do you remember Medea? 


 

 

Secondo mio padre quindi uccidere i familiari è nella sostanza un "atto di potere" e la retorica familista dei telegiornali per lui è qualcosa di insopportabile e falso

ha TOTALMENTE ragione 

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Difficilissimo rispondere.

 

Però il suicidio è una fra le decisioni in assoluto più razionali che esistano. Perché? Perché è una soluzione ottimale. E' la risoluzione più efficiente in assoluto dei problemi della vita di una persona.

 

Quindi in quest'ottica è estremamente razionale che un genitore che vede come impossibile la risoluzione delle sue difficoltà economiche uccida se stesso e i figli che da lui dipendono economicamente.

 

Così come estremamente razionale è il suicidio di chi si convince che "non può vivere" senza il suo partner. L'omicidio del partner è separato dal suicidio: l'omicidio è la punizione vendicativa per il dolore subito, o per l'umiliazione sofferta, il suicidio è a sé stante e deriva dalla constatazione che ora senza l'amato non è più possibile vivere.

 

Il suicidio è razionalità pura, la razionalità suprema della fine della speranza.

 

E' la soluzione in assenza di soluzioni.

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Così come estremamente razionale è il suicidio di chi si convince che "non può vivere" senza il suo partner.

e in base a cosa però decide che il suo (ex?) partner non può più vivere senza di lui?

non credo che chi ha sti progetti sia uso chiedere il parere alla sua dolce metà:

mi pare più probabile che imponga (con le cattive..) l'idea.

 

Insomma, è un atto/progetto MOLTO egoistico e per nulla interessato a quanto possa dire-fare-pensare l'altro (o gli altri)

Edited by freedog
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mica è detto: do you remember Medea?

 

Quello è un altro discorso.

 

Là si parla di funzione catartica della tragedia greca (o del mito in generale).

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lecosechenondici

il suicidio con annesso omicidio non è un atto di grazia per alleviare la sofferenza altrui :sisi: è semplicistico affermare ciò.

Cercare di trovare una spiegazione nella follia di chi non sta bene è follia.

Nel momento in cui togli la vita ad altri comunque le fai soffrire e dannare tra pene fino al silenzio. Non vedo tutta sta grazia e misericordia.

Non ho detto che il ragionamento è sensato e giusto, ma che è sensato nella testa del folle. E il folle, se non ha un grave ritardo mentale, ragiona. Diversamente da chi non lo è ma ragiona.

 

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Dipende dalla situazione personale del possibile suicida, ci sono tante variabili in corpo.

Penso al pilota Germanwings che si è portato dietro tutto l'aereo con se, in effetti il mio pensiero sarebbe "Farò un gran  casino così finalmente si accorgeranno che avevo bisogno, dopo essersene sbattuti di me tutta una vita". Il che indica più rabbia e vendetta verso la società più che un atto di potere in senso stretto.

Allo stesso modo nei drammi familiari potrei pensare che commettano prima l'omicidio per avere una forma di vicinanza in quel momento, o forse perchè si sentirebbero più in colpa a lasciare nel dolore qualcuno cui sono legati.

In qualunque caso non si riesce a soppesare queste volontà in maniera lucida e logica come tenti di fare, devi vivere davvero una fase suicida depressiva per capire come funziona un cervello in quel momento, di tutte le convenzioni sociali e di pensiero che saltano e si smembrano in concetti nuovi.

Il suicidio è forse il miglior rimedio in alcune situazioni, più correnti filosofiche lo ammettono o anche lo incoraggiano in certe situazioni, d'altronde è l'immediata fine di sofferenze e dolori indicibili, non c'è sempre una soluzione che risolva un problema e in quel caso può essere giusto eliminare la causa del problema, cioè eliminare la vita.

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Io la vedo al contrario.

Non vedo un suicida che vuole trascinare altre persone con sé,

vedo un omicida che non riesce a immaginare la sua vita dopo la morte della vittima.

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Behh .... Non credo che qualcuno uccida i propri cari per non farli soffrire dopo il proprio suicidio. Anzi, secondo me quelli che si suicidano dopo aver ucciso i propri parenti lo fanno per il terrore delle conseguenze una volta scoperti e non perchè avessero in mente di farlo.

 

Quelli che, invece, vogliono suicidarsi per problemi personali di vario genere, lo fanno senza ammazzare nessun altro prima.

 

Certo, ci sono sempre eccezioni, ma, sempre secondo me, quelli che uccidono qualcun altro prima di uccidere se stessi, lo fanno durante un raptus di follia senza aver pianificato nessun crimine.

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Anzi, secondo me quelli che si suicidano dopo aver ucciso i propri parenti lo fanno per il terrore delle conseguenze una volta scoperti e non perchè avessero in mente di farlo.

 

Non è così, è assolutamente sbagliato

 

I criminologi parlano di sindrome di Sansone

 

Al di là di questo, si può anche non concordare

con questo tipo di diagnosi

 

Una costante è che fin dall'inizio per la modalità del

crimine, l'omicida sa che non potrà occultare il crimine

né ci prova minimamente

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Non è così, è assolutamente sbagliato

 

I criminologi parlano di sindrome di Sansone

 

Al di là di questo, si può anche non concordare

con questo tipo di diagnosi

 

Una costante è che fin dall'inizio per la modalità del

crimine, l'omicida sa che non potrà occultare il crimine

né ci prova minimamente

 

Molti ci provano eccome ad occultare ogni prova possibile. A volte anche riuscendoci per anni mentendo o riuscendoci per tutta la vita.

La maggior parte non ha il sangue freddo per poterlo fare e, su questo, credo che non ci siano dubbi, ma non si può mai parlare di qualcosa di "assoluto" quando si tratta di psicologia e comportamenti umani.

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Ma scusami qui parliamo di omicidio e suicidio, non di chi si uccide perchè

10 anni dopo lo incastrano con la prova del DNA

 

Semplicemente sono due diverse tipologie di crimine

 

E' ovvio che io posso suicidarmi 10 anni dopo, o in carcere ma non è un

caso di omicidio-suicidio che implica una contestualità delle due condotte

criminali

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Ma scusami qui parliamo di omicidio e suicidio, non di chi si uccide perchè

10 anni dopo lo incastrano con la prova del DNA

 

Semplicemente sono due diverse tipologie di crimine

 

E' ovvio che io posso suicidarmi 10 anni dopo, o in carcere ma non è un

caso di omicidio-suicidio che implica una contestualità delle due condotte

criminali

 

Ti ho fatto l'esempio di assassini che riescono con successo ad occultare le prove perchè, nel post precedente, avevi scritto che " una costante è che fin dall'inizio per la modalità del crimine, l'omicida sa che non potrà occultare il crimine né ci prova minimamente".

Qundi, il termine "costante" non mi sembra attinente.

 

Il suicidio dopo un omicidio può avvenire per svariate ragioni che possono andare dal senso di colpa che travolge improvvisamente alla paura di una vita futura fatta di carcere o tribunali, ma non solamente perchè l'omicida sia già rassegnato all'impossibilità di occultare le prove del crimine commesso.

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E va bene che ti devo dire...hai ragione tu XD

 

Ma che razza di risposta sarebbe?

Qui ognuno scrive la propria opinione (siamo su un forum proprio per questo) per confrontarsi e non per far prevalere il proprio punto di vista con frasi assolutiste del tipo "è assolutamente sbagliato" e "non è così".

 

Detto ciò: grazie, ma non mi interessa che tu mi dia ragione ;)

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Non è un problema di opinioni...è un problema

di mele e pere e della incapacità di distinguere

le prime dalle seconde

 

Se la ragione la vuoi così tanto, sta pur certo che non l'avrai.

Se confondi le pere con le mele, allora, il problema di comprensione di un testo è il tuo e di nessun altro.

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