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Noi minori afghani di Atene


Sampei

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Riporto l'articolo di F. P. Blazquez apparso il 10 gennaio 2017

 

Fonte: http://www.tpi.it/mondo/grecia/minori-afghani-si-prostituiscono-atene-elliniko-camp

 

 

"Noi, minori afghani di Atene, costretti a prostituirci con gli anziani pur di sopravvivere

 

Bloccati nella capitale, migliaia di minori stranieri non accompagnati vendono il loro corpo agli anziani, a cifre irrisorie, per sostenersi e poter lasciare la Grecia
minori-afghani-si-prostituiscono-atene-o

Nella foto: Faarooq, 22 anni, seduto nel parco di fronte al campo profughi di Elliniko dove ogni notte si prostituisce con un gruppo di amici. Credit: Francesco Pistilli

ESCLUSIVO DA ATENE - Amir è un ragazzo afghano di 16 anni e ha un grande sogno: diventare medico. Ogni notte attraversa la strada, attento a non farsi vedere, e con un gruppo di amici si addentra nel buio di un parco di fronte al campo profughi di Elliniko, nel quale vive da mesi, alla periferia di Atene. 

Ma lui e i suoi compagni non giocano a nascondino in mezzo alla boscaglia. Aspettano i clienti. Ogni notte si prostituiscono per meno di trenta euro, sotto gli occhi del governo greco, che gestisce il campo e fa finta di non vedere. 

Dietro un albero, ben nascoste, le decine di preservativi e fazzoletti usati sono il racconto di quello che accade tra i cespugli quando cala il sole. All'interno di questa cornice desolante avvengono gli incontri tra i minori non accompagnati, provenienti dall'Afghanistan, e gli uomini greci, perlopiù anziani, in cerca di rapporti sessuali a pagamento. 

"La prima volta è successo nei pressi di piazza Syntagma, in pieno centro. Un vecchio mi si è avvicinato e mi ha fatto l'occhiolino. Solo dopo ho capito", racconta Amir, seduto su una delle panchine del parco. "A volte mi toccano. Mi si siedono accanto e mi stringono il braccio per farmi capire che vogliono venire a letto con me. Guarda, ti faccio vedere come fanno".

Amir mima il gesto, sorride nervosamente e non si sofferma troppo sui dettagli. È visibilmente spaventato. Chiede di non essere immortalato in viso e di falsificare la sua identità. Nessuno deve scoprire quello che fa quando esce dal recinto del campo di Elliniko.

"Sono musulmano e fare sesso con questi uomini mi provoca un grande senso di colpa. Per questo cerco di non far sapere a nessuno del campo quello che in realtà facciamo. Me ne vergogno", spiega Amir, senza mai alzare gli occhi da terra. "Credo che questi vecchi siano malati di mente, ma ho bisogno di soldi per comprarmi i vestiti, per mangiare quello che mi piace e per potermi comprare le sigarette".

È arrivato ad Atene circa un anno fa. È orfano: i suoi genitori sono entrambi morti in Afghanistan. I suoi fratelli e le sue sorelle, invece, sono rimasti tutti nella provincia afghana del Panjshir e lui ha raggiunto la Grecia da solo, dopo un lungo viaggio in mare, alla ricerca di un futuro migliore. Proprio come i restanti 2.300 minori stranieri non accompagnati presenti in tutto il Paese, secondo l'ultimo rapporto E.K.K.A/Unicef.

"Se non facessi questo lavoro non avrei nulla. Non avrei soldi e non potrei nemmeno parlare con i miei fratelli", racconta, tirando fuori dalla tasca il suo smartphone. Amir è anche uno dei 60mila migranti e rifugiati bloccati in Grecia, a seguito al controverso accordo Ue-Turchia, entrato in vigore a marzo del 2016.

Non può nemmeno andare a scuola, dal momento che nei campi statali l'istruzione viene seriamente trascurata, fatto salvo per le lezioni di lingua che in alcune strutture sono tenute dai migranti stessi o dai volontari internazionali, per un'ora al giorno. Secondo un recente rapporto dell'Unhcr, la probabilità che i rifugiati non possano frequentare la scuola è cinque volte superiore alla media globale. 

Non lavora né studia Amir, che da mesi vive in una tenda all'interno del vecchio terminal delle partenze di Hellinikon, l'ex aeroporto internazionale di Atene, all'interno del quale il governo greco ha improvvisato il campo di Elliniko, che oggi ospita circa 3mila migranti, provenienti principalmente dall'Afghanistan. Gli aerei abbandonati, sulla pista che ora è il cortile di casa, sono solo un ammasso spettrale di ferraglia e polvere, ma Amir li osserva ogni giorno e rivolge lo sguardo verso il cielo, in direzione della Francia e dei suoi sogni. 

 

I minori stranieri non accompagnati in Grecia iniziano a vendere il loro corpo proprio perché vogliono trasferirsi altrove. E vogliono farlo il più in fretta possibile. Sognano tutti il nord Europa, proprio come Amir. La Grecia e questo vecchio aeroporto abbandonato sono solo una delle tappe di un'avventura più grande di loro, che il più delle volte diventa una vera e propria ossessione. 

I ragazzi hanno bisogno di soldi per pagare i trafficanti e partire, ma spesso si ritrovano a dover soddisfare bisogni primari, restando così intrappolati in questo giro di prostituzione minorile. Molti di loro iniziano contemporaneamente a fare uso di droghe: chi per noia, chi per disperazione. In questi casi, il sesso a pagamento diventa il mezzo più semplice e rapido per potersi pagare le sostanze. 

Il parco degli orrori

A Pedion Areos, un parco in pieno centro noto agli ateniesi per lo spaccio e la prostituzione minorile, incontro Said. Dice al mio traduttore, un afghano sulla trentina che lavorava per la Nato, di avere vent'anni, ma è difficile credergli. Ne dimostra molti di più. Le mani di Said, un afghano Hazara dagli occhi a mandorla che vive e dorme in strada, sono invase dalle piaghe. 

Trascorre le sue giornate a fumare una nuova droga, ricavata dall'acido delle batterie delle automobili, in una radura all'ingresso del grande parco, insieme a un gruppo di tossicodipendenti. È la sisa: la droga della crisi, anche conosciuta come "la droga dei poveri". Said non sembra troppo interessato alle chiacchiere e ha solo un obiettivo: trovare la sua dose giornaliera. 

Oltre il cancello del parco, si erge lo scheletro di una città in declino, che conserva ancora il fascino di una grande capitale e i sogni disperati di chi la vive. Come Alexis, un ragazzo greco di 34 anni che sogna di tornare a fare il fotografo. Ha studiato all'università e parla un perfetto inglese. Porta sempre con se un sacchetto sgualcito di plastica nel quale conserva alcune matite colorate e un foglio. Disegna. E si buca. E così evade dall'universo spettrale nel quale è piombato da tempo.

Basta fare un giro verso sera per i vialetti desolati del parco, per imbattersi in almeno una trentina di vecchi seduti sulle panchine nascoste tra gli ulivi. Alcuni fanno finta di camminare e quando si sentono osservati, si girano di scatto, nevrotici. Altri guardano nel vuoto e aspettano.

Altri ancora non hanno problemi a manifestare le loro voglie. "Cercate dei giovanotti? Se li trovate fatemelo sapere, mi raccomando, li sto cercando anche io", rivela un anziano sulla sessantina, con una risata sinistra e famelica. La risata di chi aspetta da ore la sua prossima preda.

Tutti sanno chi aspettano questi vecchi. Anche Tassos Smetopoulous, un assistente sociale greco, e una delle poche persone che da anni si occupa del problema della prostituzione minorile ad Atene.

Quasi ogni giorno si reca nel parco di Pedion Aereos e con i ragazzi dell'unità di strada della cooperativa Steps si occupa di cucinare e distribuire pasti caldi ai tossicodipendenti e ai senzatetto che passano di lì, tra cui Said e Alexis. Quando lavora con i minori stranieri non accompagnati, preferisce agire da solo. 

"Mi avvicino per conto mio, per non spaventarli. Solitamente chiedo loro se hanno bisogno di qualcosa, di documenti o informazioni. Non voglio invadere il loro spazio, facendomi subito dire se si prostituiscono o meno", racconta Smetopoulous. "Cerco di parlare con loro, soprattutto per capire la loro situazione, dar loro una speranza e aiutarli a tornare a credere in loro stessi". 

"La maggior parte di loro non può lavorare perché ha meno di diciotto anni. Per questo in tanti iniziano", spiega l'assistente sociale, mentre ci mostra una radura nascosta del parco, dove l'unico spettatore agli incontri tra minori e anziani sembra essere un pettirosso che zompetta sulle foglie secche e i profilattici usati. "È molto difficile stabilire quanti siano i bambini che si prostituiscono. Non esiste al momento alcuna associazione che raccolga dati a riguardo o si occupi seriamente del problema". 

Un bambino di quindici anni, che vende il suo corpo in pieno giorno al parco, ha rivelato a Smetopoulous di conoscere personalmente almeno 150 dei 3mila ragazzi di età compresa tra i 15 e 25 anni che si pensa si prostituiscano in tutta Atene.

Giorgios Kyritsis, il portavoce del coordinatore del governo greco per le politiche migratorie, ha dichiarato a TPI che "le agenzie del ministero per le politiche migratorie assicurano che nessun caso di prostituzione e/o violenza sessuale si sia verificato all'interno dei campi gestiti dal governo", aggiungendo come "ad ogni modo, i campi sono aperti e il ministero non può essere al corrente di quello che accade a tutti i migranti che escono dalle strutture".

A detta del portavoce, la polizia non è al corrente di alcun caso di prostituzione minorile che coinvolga minori rifugiati, ma in ogni caso le autorità restano vigili e in allerta poiché considerano questa eventualità estremamente grave. 

Gli incontri sessuali

Faarooq ha 22 anni e tanto coraggio. Anche lui è afghano, di Mazar-i Sharif, e vive nel campo profughi di Elliniko, nella tenda accanto a quella di Amir. Di fronte alla porta dei fatiscenti bagni comuni, in un corridoio stantio del terminal, accanto all'area riservata alla preghiera, Faarooq sorride e ci mostra quella che da qualche mese chiama casa. Pochi metri quadrati di tela, separati dalle altre tende con una distesa di lenzuola colorate.

Oltre le grandi vetrate dell'aeroporto un tramonto porpora bagna il mare nel quale si affaccia il parco dove ogni notte si ripetono gli incontri. Un rituale osceno a cui la maggior parte di loro si è tristemente abituato.

 

"Questi uomini hanno una bella vita e solitamente arrivano con una bella macchina. Quando non facciamo sesso con loro in macchina o nel parco qui davanti, andiamo a casa loro, al caldo. Dura una decina di minuti e poi me ne vado", racconta Faarooq. "Quando usciamo di notte nel parco, uno di noi fa da palo, per assicurarsi che nessuno arrivi o ci veda". 

Faarooq è molto portato per le lingue. Ha iniziato gli studi di giurisprudenza in Afghanistan, che non ha potuto concludere, e ha provato a cercare un lavoro come sarto ad Atene, racconta. Ma non ha trovato nulla. E così ha iniziato a prostituirsi. Come lui, che ha speso circa 7mila euro per raggiungere l'Europa e si è ritrovato bloccato in un limbo, sono migliaia i ragazzi giovani che presi dallo sgomento cedono agli orrori della strada.

"Ho smesso di andare a Pedion Areos. È pieno di eroinomani e una volta sono stato attaccato di notte. Hanno provato a rubarmi il telefono. Per questo adesso cerchiamo di girare sempre in gruppo. Saremo una decina in tutto, nel campo, e sono tutti più piccoli di me. Per andare dai clienti normalmente facciamo i turni, per poter mangiare e dormire tra un incontro e l'altro", spiega.

"Ormai ho esperienza, sai? So bene che cosa significa quando un uomo mi guarda sull'autobus o in treno e mi sorride. Lo capisco, so quello che vuole. Posso leggerglielo negli occhi", si ferma un momento e scorre le foto sullo schermo del suo Samsung. Ne mostra una in cui rischia la vita agganciato sotto a un tir e con orgoglio confessa: "Questo sono io. Voglio attraversare il confine. Ci voglio riprovare"."

 

Credits: The Post Internazionale, 10 gen 2017

Edited by Sampei
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però anche questo articolo è scritto nello stile del "mattino" di Padova

senza considerare le connessioni con l'altra discussione già iniziata da @Alma, o le suggestioni su Pasolini e le borgate che ha tirato fuori @Hinzelmann,

mi domando se fosse il caso di buttarla sui "vecchi omosessuali pervertiti" che si aprofittano degli ingenui ventenni afgani bisognosi e li trascinano tra mille "orrori" (sesso anale?)

Non so neanche bene cosa dire, o cosa avrebbe dovuto dire il giornalista, a pelle sento che è sbagliato poi magari altri sapranno spiegare perchè

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Come fai a sapere che ad atene non ci siano veramente i vecchi pervertiti che vanno a pagamento coi migranti 15ennii afgani bel demo' ?

 

Io di per se prendo la notizia per vera e non vedo motivi per dire che non sia vero.

 

Quel che vedo sbagliato nell'articolo e' l'uso del verbo "costretti' nel titolo in quanto il tutto si svolge su base "volontaria". Se i greci dessero migliore assistenza ai migranti, i 15enni non sarebbero "costretti" a prostituirsi. Stessa cosa se i migranti non fossero migrati.

 

I vecchi greci che li comprano sono solo opportunisti e non carcerieri.

Edited by marco7
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l'uso del verbo "costretti'

 

 

 

li trascinano tra mille "orrori"

 

Sono osservazioni interessanti, non ci avevo pensato

 

Mi vengono in mente gli articoli "underground" che poco tempo fa avevano svelato (cioè, lo svelano periodicamente con toni da novità assoluta) il mondo dei giovani markettari e dei ricchi clienti, politici, uomini d'affari e uomini di chiesa, fra Roma e dintorni

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Veramente anche i profughi e gli stranieri minorenni alla stazione Termini si prostituiscono molto piccoli a vecchi occidentali, alcuni pedofili, fingere che non esistano questi pervertiti accresce e drammatizza il problema, anche se capisco che certe frocie non vogliono che si dica che esistono i pedofili, a parte nel clero, non sta bene voglio dire, la pedofilia esiste solo nella Chiesa romana, fuori è un'invenzione dei moralisti.

 

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2016/02/26/news/viaggio-tra-gli-orchi-della-stazione-termini-1.252014

 

http://espresso.repubblica.it/archivio/2016/02/18/news/noi-i-ragazzi-dello-zoo-di-roma-1.250863

Edited by Rotwang
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esistono i pedofili

 

No.

Guarda, se c'è un delitto per il quale sono a favore della pena di morte, è la pedofilia.

Suppongo che tu, nella tua ignoranza a tutto tondo dalla quale ti rifiuti di uscire, ignori che la pedofilia ha per oggetto persone in età prepuberale, bambini appunto.

Bene, dai due articoli dell'Espresso che hai postato, (per la verità anche da quello dell'Internazionale, ma non conosco la legge greca sull'età del consenso), emerge che i reati commessi sarebbero quelli di prostituzione minorile, non "atti sessuali con minori degli anni 14".

Dentro a quest'ultima fattispecie ricadono anche gli atti di pedofilia, hai presente la teoria degli insiemi che si insegna in prima elementare? 

Dunque, accontentandoci delle parentesi: {sesso con minorenni[sesso con under14(pedofilia)]}.

In uno dei due articoli è scritto chiaramente: uno degli indagati afferma di essersi sempre accertato dell'età dei minori. Cosa significa? Che ha avvicinato maggiori degli anni 14.

 

Questa distinzione(triplice) è fondamentale per inquadrare il problema: ci sono dei giovani stranieri, non necessariamente minorenni(nell'Internazionale si parla di 15-25 anni-io stesso correrei il rischio di essere considerato un fanciullo strappato all'infanzia se accettassi una cena pagata da un cinquantenne-).

Questi giovani di fatto sono lasciati nello squallore e nella povertà a causa delle scadenti misure di accoglienza e si prostituiscono per mantenersi. Di fronte a questa realtà comune ad Atene come a Roma, mi chiedo:

 

1- solo i maschi si prostituiscono? (quindi è solo prostituzione omosessuale?)

2- perchè si parla in termini di costrizione, dal momento che è volontaria?

3- perchè si parla di infanzia rubata, dal momento che si tratta di adolescenti e di giovani adulti?

 

Si tratta evidentemente di cattivo giornalismo, ripropone un grande classico alla "balletti verdi" sui torvi vecchi omosessuali, non a scopo direttamente omofobo, ma strumentalmente per impressionare il pubblico e martellare con la propaganda sull'"accoglienza".

 

 

Beninteso, queste sono riflessioni rivolte al forum, non a te, che sei solo il destinatario apparente del post(e non sei in grado di affrontare l'argomento su basi serie)

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No.

Guarda, se c'è un delitto per il quale sono a favore della pena di morte, è la pedofilia.

Suppongo che tu, nella tua ignoranza a tutto tondo dalla quale ti rifiuti di uscire, ignori che la pedofilia ha per oggetto persone in età prepuberale, bambini appunto.

 

Ah perché tu pensi che certi pedofili non vadano anche con minorenni alla soglia della pubertà? Comunque la prostituzione minorile è una piaga tanto quanto l'abuso di minori e la pedofilia.

 

dai due articoli dell'Espresso che hai postato, (per la verità anche da quello dell'Internazionale, ma non conosco la legge greca sull'età del consenso), emerge che i reati commessi sarebbero quelli di prostituzione minorile, non "atti sessuali con minori degli anni 14".

Dentro a quest'ultima fattispecie ricadono anche gli atti di pedofilia, hai presente la teoria degli insiemi che si insegna in prima elementare? 

Dunque, accontentandoci delle parentesi: {sesso con minorenni[sesso con under14(pedofilia)]}.

In uno dei due articoli è scritto chiaramente: uno degli indagati afferma di essersi sempre accertato dell'età dei minori. Cosa significa? Che ha avvicinato maggiori degli anni 14.

 

Guarda che andare con adolescenti quattordicenni non è pedofilia ma spesso abuso di minori e prostituzione minorile ruotano in tale universo, è questo che cerchi di rifuggire nella tua mente immorale, che legittima tutto questo.

Si tratta evidentemente di cattivo giornalismo, ripropone un grande classico alla "balletti verdi" sui torvi vecchi omosessuali, non a scopo direttamente omofobo, ma strumentalmente per impressionare il pubblico e martellare con la propaganda sull'"accoglienza".

 

Beninteso, queste sono riflessioni rivolte al forum, non a te, che sei solo il destinatario apparente del post(e non sei in grado di affrontare l'argomento su basi serie)

 

Il cattivo giornalismo lo vede il disinformato perbenista bigotto come te, che grida al complotto anti-gay da buon vittimista che si inventa attivista e paladino della giustizia sotto questi articoli che forse non ha letto o non ha capito. Se fosse per te abuso di minori, prostituzione minorile e pedofilia sarebbero legittime e legalissime, quindi poche fandonie. Non sai affrontare alcun discorso seriamente senza metterci in mezzo la tua isteria ignorante e schizzinosa. La tua risposta si è ridotta tutta a contestare un certo giornalismo che nel tuo cervello affumicato connette omosessualità ai vecchi pervertiti che pagano giovani immigrati, sei scemo o lo fai.

Edited by Rotwang
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tu pensi che certi pedofili non vadano anche con minorenni alla soglia della pubertà?

 

ma che argomento è? E' una generalizzazione indebita, una fallacia logica, che caxxo scrivi, travaglio dei miei stivali

 

 

 

La tua risposta si è ridotta tutta a contestare un certo giornalismo che nel tuo cervello affumicato connette omosessualità ai vecchi pervertiti che pagano giovani immigrati, sei scemo o lo fai.

 

Scusa, su che cosa dovrei rispondere? Stiamo discutendo su tre articoli e li stiamo commentando. Nel merito è questo l'argomento del topic.

Da un giornale mi aspetto un reportage circostanziato sulle realtà della prostituzione minorile connessa all'arrivo dei profughi, non una serie di luoghi comuni sui "vecchi pervertiti con le auto di grossa cilindrata"

Questa non è neanche omofobia, è un curioso concentrato di vari argomenti (gli anziani fanno schifo, i ricchi sono immorali, la prostituzione è una forma di schiavitù a favore del pagante, cultura del sospetto verso il mondo omosessuale etc) tesa a confezionare un prodotto giornalistico che ha un preciso scopo propagandistico.

 

Su questo discutiamo.

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Ah perché tu pensi che certi pedofili non vadano anche con minorenni alla soglia della pubertà?

Non facciamo confusione tra pedofilia, una malattia psichiatrica in cui un adulto è sessualmente attratto principalmente da bambini in età prepuberale, e l'atto di abuso sessuale su un bambino.

 

Solo una parte degli abusi sessuali sui bambini sono compiuti da pedofili, così come non tutti i pedofili molestano i bambini.

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Non facciamo confusione tra pedofilia, una malattia psichiatrica in cui un adulto è sessualmente attratto principalmente da bambini in età prepuberale, e l'atto di abuso sessuale su un bambino.

 

Solo una parte degli abusi sessuali sui bambini sono compiuti da pedofili, così come non tutti i pedofili molestano i bambini.

 

Ma un pedofilo quando va con bambini automaticamente ne sta abusando, sono due cose strettamente connesse, ciao e piacere di averti aiutato.

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@Hinzelmann,

 

Nella misura in cui sono stato chiamato in causa, rinvierei a quanto precedentemente

scritto sulla prostituzione minorile: possono crearsi situazioni di emergenza sociale che

consiglierebbero forme di intervento, ma in genere quando si creano queste situazioni è

perchè esistono dei problemi grossi, che esulano da quello della prostituzione in sé ed i

governi non li affrontano mai etc

 

A suo tempo avevo fatto l'esempio del crollo del muro di Berlino che determinò la libertà

di movimento e quindi l'afflusso di minorenni a vario titolo in fuga da famiglie o paesi che

si riversarono in massa a Praga e/o Budapest

 

Non conoscendo i fatti di Atene, direi che possa essere uno di questi casi di "emergenza sociale"

in cui è l'offerta a fare la domanda, anche sulla base della mia esperienza di giovane turista a

Praga che non era minimamente disposto a pagare alcunché e non batteva chiodo...Lol

 

La prostituzione potrebbe essere solo maschile, nella misura in cui i profughi sono solo maschi

cioè se ad Atene i profughi sono maschi al 98% -come in Italia- è possibile che la prostituzione

possa anche essere quasi solo maschile

 

Se parliamo di Afghanistan può anche essere che la prostituzione minorile sia favorita da un effetto

"Pasolini" cioè da una legittimazione culturale della prostituzione di un adolescente che non è ancora

un maschio adulto o lo sta diventando e quindi non ancora del tutto obbligato a diventare eterosessuale

 

Poichè l'atto omosessuale è moralmente inaccettabile nella misura in cui è un atto di sottomissione sessuale

che priva della identità maschile, in un contesto economico di soggezione ed ad una età in cui la  inferiorità è

codificata e non sono ancora diventato un maschio adulto, diventa lecito eccepire alla regola generale.

 

Inoltre il ragazzo sente vergogna per ciò che sta facendo e questa vergogna si traduce nel disprezzo per il cliente

soprattutto di fronte ad un intervistatore ( nonostante il cliente sia attivamente ricercato, circuito etc ) che a sua volta

è scandalizzato ed alla ricerca di un effetto sensazionalistico etc

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