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Michela Murgia stronca un libro di Fabio Volo


Rotwang

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Michela Murgia, a Quante Storie su Rai 3, condotto da Corrado Augias, nella sua rubrica letteraria ha affrontato per la prima volta un libro di Fabio Volo.

 

Oggi non è il giorno della stroncatura e tuttavia davanti a un'urgenza bisogna essere capaci di sovvertire il proprio calendario, perché l'urgenza c'è ed è la bruttezza e l'inutilità dell'ultimo libro di Fabio Volo, che s'intitola 'A cosa servono i desideri', edito vergognosamente da Mondadori. Ora, io quando ho iniziato a tenere questa rubrica mi sono fatta una promessa intimamente: non stroncare mai un libro di Fabio Volo per la stessa ragione per cui non si spara sulla Croce Rossa e la ragione è anche che Fabio Volo è sempre uno che ha mostrato misura di se stesso, è uno che si è sempre reso conto di che cosa scriveva e non si è mai preso troppo sul serio, questa è una cosa che ho sempre molto apprezzato; quindi io non avrei mai stroncato un libro di Fabio Volo se Fabio Volo i libri li avesse fatti come ha fatto gli altri, cioè scrivendoli. Il problema è che questo libro, che da qui in poi chiamerò 'libroide', non è scritto, cioè le pagine interne non sono scritte ma sono compilate in forma di taccuino, con delle domande e delle frasi con dei puntini e praticamente Fabio Volo e Mondadori hanno pubblicato un libro che sperano che siano i lettori a scrivere, a finire, e uno si chiede per quale ragione si faccia una cosa del genere. Allora, perché ho detto che questo libro è un libroide: è una definizione di Gian Arturo Ferrari, uno che i libri e l'editoria li conosce molto bene, Libroide è una cosa che è fatta dello stesso materiale dei libri, ha la stessa forma dei libri ma non è un libro, questo non lo è effettivamente, le frasi che ci sono all'interno sono di questo tipo: "Quando da adolescente sono stato un mito per i miei amici?" l'invito è al lettore appunto a farsi questa domanda e a darsi una risposta marzullianamente; "Se facessero un film sulla mia vita di che genere sarebbe?" questa è una domanda interessante e la risposta potrebbe esserlo altrettanto; "La mia relazione di coppia mi fa crescere o scaccia la paura di stare solo?" quindi domande che un guru consiglierebbe ai suoi lettori, segno che quella leggerezza Fabio Volo l'ha persa, ecco diciamo così l'ultima, lui dice "Ho trovato un taccuino in soffitta che conteneva queste domande e queste risposte che mi son fatto quando avevo vent'anni e mi hanno reso la persona che sono - l'ultima domanda è - cosa non capisce la gente di me?" Fabio non capiamo, perché scrivi cose del genere e perché le pubblichi? I soldi non sono una giustificazione sufficiente, gli alberi si vendicheranno, non passare nei boschi perché non sai come può reagire la natura a uno spreco di cellulosa di questo tipo.

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Se il libro é inutile questa critica lo è ancora di più perché di fatto non critica, ma sfotte e basta.

 

Potremmo definirla criticoide.

 

Il libro non ti interessa? Non comprarlo.

Di sprechi di carta sono piene le librerie.

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davydenkovic90

non  mi sono mai preoccupato dell'esistenza dei libri di fabio volo.

li ho sempre sentiti nominare come oggetti mitologici e non intendo iniziare a entrare nel merito adesso.

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Anche le risposte di chi dice di essere disinteressato e/o critica chi critica sono rispostoidi. Vivendo in una nazione democratica, le critiche sono libere ed estese a tutto.

Edited by Rotwang
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Si ma questa non è una critica costruttiva.

 

Io posso dire "il libro di Volo fa schifo". Ok. Sicuramente fa schifo, ma visto che pare essere una critica letteraria si potrebbe ampliare un pochino questa critica portandola ad un livello superiore alla prima media.

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La critica della Murgia è argomentata dai. Volendo si potrebbe contestare che una scrittrice si occupi di fare critica, parlando di scrittori viventi che, in fondo, sono suoi "concorrenti".

 

"Gli alberi si vendicheranno" :D

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Vedemdo le fotine di murgia direi che lei e' gelosa che volo e sua moglie pesano 50 kg meno di lei. Forse lei e' pure segretamente innamorata di volo e non le va giu' che lui si e' fatto la moglie piu' giovane e istruttrice di palestra.

 

Le fotine non mentono mai.

Edited by marco7
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Me lo sono gustato. <3

 

Ve lo ricordate vero che...

 

 

...Brian aveva scritto un libro lasciando vuoto per metà? La metà bianca doveva scriverla il lettore...

 

Vero che parlare male della "letteratura" di Fabio Volo è come parlare male della musica di Gigi D'Alessio, troppo facile e prevedibile.

 

La Murgia tuttavia ha argomentato, ha spiegato che questa volta Volo non ha nemmeno scritto un libro, ha presentato al pubblico il concetto di "libroide" (che io non conoscevo, e non credo di essere l'unico).

 

E poi è una questione di principio (e io AMO le questioni di principio).

Non è che se una cosa fa cagare dobbiamo farci il callo o passarci sempre sopra perché sappiamo che tanto è così o che tanto parlarne è una perdita di tempo. Infatti poi le aberrazioni diventano standard e la gente ci crede pure (vedi i progetti della De Fillippi). Almeno li amassimo in quanto aberrazioni!

 

Cioè questo miracolato di Volo deve poter vivere scrivendo e nemmeno sentire la più ovvia delle critiche?

Edited by SerialHenry
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La Murgia proprio oggi ha pubblicato questo sul suo profilo Facebook:

 

Io li amo quelli che "è brutto che uno scrittore parli dei libri di altri scrittori". Amici del giaguaro, avete veramente ragione. A Calvino, Pavese, Celati e Pontiggia non glielo deve aver fatto notare nessuno che era meglio che tenessero le carriere separate, però siete ancora in tempo a dirlo a Citati, a Trevi, a Ciabatti, a Ferrero, a Siti, a Craveri, a Valerio e a diversi altri. Provate con una cosa così: "Cari scrittori e care scrittrici che passate la vostra vita tra i libri degli altri, che li curate, li traducete, li fate e rifate pubblicare e soprattutto più di ogni altro li leggete, come potete non vedere quanto sia fuori luogo che ne parliate?" 

La logica ferrea insita nel ragionamento li convincerà sicuramente.

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Ma certo che gli scrittori possono parlare di altri libri ^^ ma se parlano bene di contemporanei, o se stroncano libri di un passato remoto, non verranno criticati per possibile concorrenza sleale XD

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Cultora


 


Complice un video virale ed entusiasmante della critica letteraria Michela Murgia, si è parlato tantissimo, forse anche troppo, del nuovo “libro” di Fabio Volo: A cosa servono i desideri. L’ultima “fatica”, edita da Mondadori, è in libreria e nel momento clou dell’anno, specialmente per le vendite, la settimana di Natale, si è aggiudicato addirittura il quinto posto nella classifica dei libri più venduti in Italia.


 


Il “libro” (importante inserire le virgolette, dato che non meriterebbe questo appellativo) ha fatto molto scalpore e ha alzato un polverone di polemiche che non accennano a fermarsi. Ma perché sono state mosse così tante critiche? Non è difficile scoprirlo, basterebbe recarsi in qualsiasi libreria per capire meglio e giudicare. Effettivamente, come ha già detto Michela Murgia, non ci troviamo di fronte ad un libro, ma bensì a delle pagine vuote. Ma cerchiamo di essere più chiari.


 


“L’opera” è suddivisa in due parti ben distinte, nella prima parte sono inserite una serie dicitazioni e frasi estrapolate da libri che a detta dell’autore gli hanno donato il coraggio, nell’arco della sua vita, di inseguire i propri sogni. Fin dalla prima parte il libro suscita tantissime perplessità, ma teniamo le polemiche per il pezzo forte. La seconda parte invece è costituita da una serie di domande, una per ogni pagina, seguite da tanti puntini di sospensione, che avrebbero il compito di far prima riflettere il lettore e successivamente di far compilare le pagine bianche; in poche parole non è un libro da leggere, ma un libro da scrivere. Tutto ciò è leggibile in pochissimi minuti, al modico prezzo di 12 euro.


 


All’apertura del libroide, come si diverte a chiamarlo la Murgia, sorge spontanea una domanda: perché qualcuno dovrebbe esser spinto a pagare una tale cifra per leggere delle citazioni o delle pagine vuote? La risposta è molto semplice; tutto ciò è una mera operazione commerciale. Il nome di Fabio Volo da tantissimi anni ormai è sinonimo di vendite, seppur sinonimo di scarsa qualità letteraria, e non a caso è stato pubblicato nel periodo natalizio: giorni in cui le persone si riversano nelle librerie alla ricerca del regalo di Natale perfetto. Il libro come regalo è sinonimo di garanzia, dona spessore culturale sia a chi lo acquista, sia a chi lo riceve e permette spesso di spendere un prezzo modico.


 


Con questo testo si è però raggiunto il limite; più che un libro sembrerebbe infatti una parodia di un libro o una presa in giro nei confronti del mondo editoriale. Michela Murgia critica aspramente Fabio Volo, ma non mette in risalto il fattore più importante, che dovrebbe farci comprendere molto sulla lettura in Italia: il libro, nonostante la rara bruttezza e l’inutilità, risulta tra i più venduti della scorsa settimana.


Edited by Rotwang
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in poche parole non è un libro da leggere, ma un libro da scrivere

 

Non è libro, dunque, ma un'agenda.. un diario..  Non vedo dove sia il problema. Non penso che Volo lo abbia pubblicizzato come romanzo. Evidentemente chi lo ha acquistato aveva bisogno di un diario in parte pre compilato in cui poter scrivere i propri pensieri.

 

Ma ce ne sono tanti altri in vendita in libreria.. perché se l'ha fatto Volo è uno scandalo? 

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Già, mi pare di capire che si tratta al più del "libro-strenna" natalizio, sotto le feste escono sempre, oltre a taccuini e agendine, libri fotografici, biografie di personaggi famosi...e però, tanto per dire, anche un mio prof di filosofia ha atteso San Valentino per far uscire il suo libretto sui miti d'amore, e pure l'ultimo romanzone di Franzen dal titolo Purity da noi è uscito il giorno della festa della donna.

 

Semmai quello che fa rabbia (Murgia, dillo!) è che Mondadori distribuisca qualsiasi cosa targata Fabio Volo...ecco, su questo posso convenire.

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davydenkovic90
Con questo testo si è però raggiunto il limite; più che un libro sembrerebbe infatti una parodia di un libro o una presa in giro nei confronti del mondo editoriale. Michela Murgia critica aspramente Fabio Volo, ma non mette in risalto il fattore più importante, che dovrebbe farci comprendere molto sulla lettura in Italia: il libro, nonostante la rara bruttezza e l’inutilità, risulta tra i più venduti della scorsa settimana.

 

Non è una presa in giro nei confronti del mondo editoriale, Fabio Volo non è così geniale. Il libro di Fabio Volo è come il cd di Natale di Laura Pausini. E' fatto solo perché si sa che venderà quelle tot copie, che il ricavo sarà tot e, non solo Volo, ma anche tantissime altre persone che lavorano in quel settore, a tutti i livelli, mangeranno grazie a questo successo.

La Mondadori ha avuto un'intuizione valida: chi legge volo, non ama leggere in generale. E quindi proponiamo loro una cosa che non va nemmeno letta, se la regaleranno, ci giochicchieranno un po' come fanno i bambini all'asilo e socializzeranno fra pandori, panettoni e spumanti.

(E poi, chi ha detto che i libri vengano comprati per essere letti? I libri hanno altre importanti funzioni, al giorno d'oggi: se uno ha un tavolo a casa che traballa, ad esempio, o ancora, se uno arreda casa con un certo stile, le librerie e le mensole di design andranno ripempite di qualcosa: in questo caso ci stanno da dio i classici un po' di nicchia, non i Malavoglia o i Promessi sposi... meglio I Buddembrook o l'Assommoir che nessuno ha mai letto o leggerà mai, ma fanno tanto bohemien bourgeois anche coi mobili Ikea.)

 

Non capisco neanche il considerare il libro come "forma sacra". Come riscuotono successo i film, i cd, i piatti, i vestiti di cattivo gusto, riscuotono successo anche i libri di cattivo gusto perché tanta gente ha cattivo gusto.  Questa gente fruisce di questo genere di libro perché se leggesse Tristram Shandy non ne sarebbe interessata e mollerebbe dopo due pagine. Quindi è giusto che questi libri esistano, che stiano nelle librerie e che stiano anche nelle classifiche ai primi posti, se è questo che la gente vuole e non ci vedo niente di sorprendente o di particolarmente allarmante.

 

Poi, ripeto, io non ho mai visto un libro di Fabio Volo in libreria e mai sfogliato, ne sento solo parlare da chiunque come libri-spazzatura per antonomasia e probabilmente è proprio per questo che hanno successo e fama: nasce tutto dalla pubblicità, in fondo.

Edited by davydenkovic90
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Quello che chiediamo a Mondadori è che faccia girare un po' la ruota, e che caspita.

il mondo è pieno di cialtroni pure più divertenti di Fabio Volo...mica dovremo aiutare sempre lui?

Se lo sarà pagato il mutuo no? :D

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