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Un oppositore ai pronomi di genere neutro


Rotwang

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Un docente universitario canadese ha acceso una polemica rifiutando di usare pronomi di genere neutro. È cattivo o una vittima?

 

Il professore di psicologia Jordan Peterson dell'Università di Toronto ne aveva abbastanza di quella che ha visto nel campus come la dilagante cultura della "giustizia sociale guerriera e degli attivisti di sinistra radicale".

 

Ha realizzato una serie di videoconferenze prendendo di mira un certo politicamente corretto. Si è concentrato sulla legislazione canadese sui diritti umani, che vieta la discriminazione sulla base dell'identità di genere e dell'espressione.

 

Il dottor Peterson era particolarmente frustrato a dover usare pronomi alternativi, come chiesto da studenti trans o dal personale, come singolari 'they' o 'ze' e 'zir', utilizzati da alcuni al posto di 'he' o 'she'.

 

Dalla sua opposizione si è generata una tempesta politica e culturale che non mostra segni di cedimento. Una conseguente manifestazione per la libertà di parola è stata disturbata con spintoni e rumori partiti in mezzo alla folla. Mentre Peterson ha detto che la serratura del suo ufficio è stata bloccata con la colla.

Nello stesso tempo l'Università di Toronto ha detto di aver ricevuto minacce di denuncia per essere "contro le persone trans nel campus".

 

I suoi datori di lavoro hanno avvertito che, mentre sostengono il suo diritto alla libertà accademica e di parola, poteva entrare in conflitto col codice dei diritti umani dell'Ontario col suo rifiuto ad usare pronomi alternativi di genere richiesti. Hanno, inoltre, aggiunto di aver ricevuto minacce di denuncia da parte di studenti e docenti riguardo i suoi commenti ritenuti "inaccettabili, emotivamente inquietanti e dolorosi", chiedendogli di smettere di ripeterli. In entrambi i casi il dottor Peterson non fa marcia indietro.

 

"Ho studiato l'autoritarismo per lungo tempo - per 40 anni - e stanno cominciando, dai tentativi della gente, a controllare il 'territorio' ideologico e linguistico" ha detto alla BBC. "Non c'è modo o possibilità che io usi parole composte da persone che stanno facendo questo."

 

Il dottor Peterson è anche interessato dalla proposta di legge federale sui diritti umani "di elevare ad espressioni d'odio" il suo rifiuto di usare pronomi di genere alternativi. Gli esperti legali non sono d'accordo.

 

Il Bill C-16, attualmente all'esame del Parlamento del Canada, proibisce la discriminazione in base alla legge nazionale sui diritti umani sulla base dell'identità di genere e d'espressione. Il disegno di legge riguarda il governo federale ed è regolata sempre a livello federale da luoghi di lavoro come industrie, banche o compagnie aeree. Si estendono anche disposizioni sul discorso d'odio sulle persone transgender nel codice penale canadese.

 

Il dottor Petersen potrebbe affrontare sanzioni previste dal codice dei diritti umani dell'Ontario, che ha esteso la sua protezione alle persone trans nel 2012. Le sanzioni vanno da multe a formazioni obbligatorie anti-discriminazione. Ma Peterson non si oppone alle persone trans o ai pronomi 'tradizionali' coi quali preferiscono considerarsi.

 

"Se la persona transessuale vuole essere considerata come lui o lei, mi ci rivolgo così" ha detto. Ma sostiene che termini come 'identità di genere' o 'espressione di genere' sono troppo ampi, sono 'proposizioni costruzionistiche sociali radicali' e vengono utilizzate per sottomettere gli avversari.

 

"Ci sono due alternative a questo" ha detto. "Una è la schiavitù, il silenzio, con tutta la repressione e il risentimento che genererà, e l'altro è il conflitto definitivo. La libertà di parola non è solo un altro valore. È il fondamento della civiltà occidentale."

 

Un collega del dottor Peterson all'Università di Toronto, Lee Airton, sostiene allarmisticamente che sia un 'pendio scivoloso' indulgere sui limiti della libertà di parola, "Se effettivamente ascoltate e analizzate gli argomenti, diventa molto chiaro che non si tratta di libertà di parola, ma che si tratta di ridurre le esigenze delle persone transgender come eccessive e illegittime."

 

Airton, che chiede personalmente di essere chiamato con 'they', riconosce che le persone possano trovare pronomi alternativi molto stridenti, ma aggiunge che se entrambe le parti sono aperte e accomodanti, "non è un grosso problema". "Questa non è una libertà di dibattito, non è uno scandalo" ha detto Airton.

 

 

#JeSuisPeterson #NoQueer

Edited by Rotwang
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mi trova confuso questa cosa, io ho conosciuto ragazzi e ragazze transessuali, sia ragazzi che erano ragazze e viceversa.

e tutti erano concordi nell'affermare che a una persona transessuale indipendentemente da che punto sia la sua transizione, ci si debba rivolgere col genere di destinazione, per cui si usano pronomi femminili quando un ragazzo vuole diventare ragazza e pronomi maschili nel caso opposto.

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Il problema mi ricorda molto quello del politicamente corretto. Come spesso accade è utile trovare una equilibrata via di mezzo: da una parte non si può negare l'importanza delle parole e il loro impatto sul modo di pensare delle persone (vedi Orwell), dall'altro non ha senso demonizzare certe parole perché usate da alcune persone con connotazioni negative o che non ci piacciono.

 

Inoltre, non bisogna dimenticarsi di valutare caso per caso: non è la stessa cosa se questo signore usa i tradizionali pronomi he/she senza intento discriminatorio e se lo fa per rimarcare rifiuto o disprezzo per i transessuali. D'altra parte, la posizione del professore mi sembra inutilmente arroccata.

 

Serve più equilibrio da entrambe le parti.

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Ha ragione lui.

Il politicamente corretto portato agli estremi è dannoso e limita la libertà di espressione, che negli USA tra l'altro è quasi sacralizzata (è enunciata nel primo emendamento della costituzione).

È un fenomeno ancora poco diffuso da noi, ma che imperversa nei paesi anglosassoni e specialmente nei campus universitari (vedasi "trigger warning" e "safe space").

Ed è una cosa ampiamente sbeffeggiata associata alla figura del "social justice warrior" cioè del "guerriero della giustizia sociale".

Si noti che il professore non si rifiuta di riferirsi ad un FtM con "lui" e ad una MtF con "lei" e se così non fosse anch'io lo biasimerei, ma si rifiuta di non poter neanche riferirsi ai maschi come maschi e alle femmine come femmine per assecondare i capricci di un numero davvero esiguo di persone e di dover per questo usare pronomi inventati e artificiosi.

Questa pretesa si basa unicamente su un'autodeterminazione radicale e priva di qualsiasi fondamento scientifico, a differenza che nel caso della persona transessuale in cui viene diagnosticato un disturbo dell'identità di genere che per essere risolto necessita di una transizione.

Domani mi sveglio e posso decidere arbitrariamente di sentirmi quello che voglio, ma non posso pretendere che gli altri debbano assecondarmi pena sanzioni e multe.

Edited by Uncanny
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La questione è scottante, se ci opponiamo come Trump i Repubblicani

e la Chiesa Cattolica, abbiamo l'applicazione ad un caso concreto della

teoria del Gender

 

D'altronde viviamo in un paese in cui il divieto del "Lei" lo impose Benito

Mussolini e non una Commissione sui diritti umani dell'Ontario

 

E' chiaro che in Italia in realtà il problema ancora non si pone, l'agenda

della cd Gender Neutrality, della grammatica gender etc è di là da venire

noi subiamo una sorta di opposizione preventiva su aspetti che in realtà

precedono la questione

 

Anche l'idea di imporre una forma di linguaggio inclusivo nei confronti delle

persone transgender, se richiesto da esse, si scontra con il dato oggettivo che

nessuna persona trans italiana chiede di rivolgersi a lei/lui con un linguaggio neutrale

 

Quindi il tutto ci appare un po' esotico

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E' chiaro che in Italia in realtà il problema ancora non si pone, l'agenda

della cd Gender Neutrality, della grammatica gender etc è di là da venire

noi subiamo una sorta di opposizione preventiva su aspetti che in realtà

precedono la questione

 

Anche l'idea di imporre una forma di linguaggio inclusivo nei confronti delle

persone transgender, se richiesto da esse, si scontra con il dato oggettivo che

nessuna persona trans italiana chiede di rivolgersi a lei/lui con un linguaggio neutrale

 

Quindi il tutto ci appare un po' esotico

 

Tesoro mio, nell'associazionismo italiano LGBTIQAEKFJHY è già una realtà.

Edited by Rotwang
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La questione è scottante e bisognerebbe discuterne

 

Coi "Tesoro mio" non si va lontano

 

La questione è scottante ma l'hai già liquidata come tuo solito perché hai deciso che ancora non ci riguarda, ciao tesoro.

Edited by Rotwang
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Non è che l'ho deciso io...è una realtà

 

E' dal 2005 che negli USA è partita questa polemica

ed è sulla base di queste polemiche che la Chiesa Cattolica

ha fondato la sua battaglia contro la Gender Theory che poi ha

dispiegato contro unioni civili e adozioni in Italia ( perchè a questo

stadio noi siamo ancora...)

 

I gay italiani pare abbiano deciso che è una cosa totalmente

inventata

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Non è che l'ho deciso io...è una realtà

 

Una tua realtà, evita di tirare in ballo quello che non c'entra niente con l'argomento, tipo Chiesa cattolica (cosa c'entra in Canada che è una chiesa come un'altra?) e teoria gender (cosa c'entra ancora in Canada?), è povertà intellettuale del radical shit italiano medio per spiegare anche quello che non comprende o non intende comprendere. Opporsi alle cretinate non è credere alla teoria gender (alias queer). Già che parti prevenuto in questa discussione la dice lunga su quale virus stia infettando il movimento gay di questo paese: la c*glionite queer.

Edited by Rotwang
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Onestamente, credo che la Chiesa Cattolica sia semplicemente omofobica e la teoria gender l'abbia messa su solo per poter essere omofobica senza dichiararsi apertamente omofobica. Poi che abbia importato una retorica ed una tecnica comunicativa da paesi dove si pongono anche quest tipo di questioni è un problema secondario; la Chiesa non si oppone ai pronomi neutri e basta, o incontrerebbe un forte consenso anche nella comunità LGBT; semmai usa i pronomi neutri come scusa per dire e fare porcate.

 

Comunque il mio parere su pronomi neutri, asterischi e roba simile è che siano stronzate. Il tipo di cui sopra accetta di utilizzare per i transessuali il pronome di destinazione. Non vuole però applicare ingegnerie linguistiche artificiose per venire incontro a esigenze abbastanza ridicole di minoranze quasi inesistenti. Sono pronto a capire le esigenze personali di chiunque, ma altra cosa è trasformare esigenze personali in problemi sociali, e non mi si può venire a raccontare che se uso il femminile o il maschile per te che sei "agender" ti sto causando una sofferenza tale da farne un problema sociale e politico. A me causa sofferenza se qualcuno accanto a me mette il parmigiano sulla pasta, è una mia idiosincrasia particolare e mi causa sofferenza notevole; e quindi che facciamo, avvio un partito per proibirlo? Faccio i picchetti nelle mense universitarie? Suvvia...

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Airton, che chiede personalmente di essere chiamato con 'they', riconosce che le persone possano trovare pronomi alternativi molto stridenti, ma aggiunge che se entrambe le parti sono aperte e accomodanti, "non è un grosso problema". "Questa non è una libertà di dibattito, non è uno scandalo" ha detto Airton.

 

Sul serio?

C'è qualcuno che vuole farsi chiamare "essi"? Al plurale?


Io credo che la questione sia connessa alla transfobia tipica dei queer.

 

Il ragionamento è: "Visto che le persone trans hanno il diritto a venir chiamate col genere d'arrivo

allora perché io non posso farmi chiamare al plurale?"

 

E' analogo agli omofobi che dicono: "Ma se due uomini possono sposarsi,

perché allora io non posso sposarmi col mio cane o col mio skateboard?"

 

Perché se il genere è una costruzione sociale

allora ciascuno di noi ha il diritto di scegliere

se è essere maschio o femmina, singolare o plurale, umano o opossum.

Chi ne farà la spese? Le persone transessuali, ovviamente.

 

Purtroppo ogni volta che ho provato a sollevare il problema su questo forum

mi è stato risposto che era un problema di come in Italia si recepisse la teoria queer...

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Ehm già, sofismi da canadesi.

Mi pare che tutti abbiano già centrato il punto, ovvero che nella quasi totalità dei casi le persone trans preferiscono ci si rivolga loro col pronome dell'identità di genere desiderata.

 

Sono pronto a capire le esigenze personali di chiunque, ma altra cosa è trasformare esigenze personali in problemi sociali, e non mi si può venire a raccontare che se uso il femminile o il maschile per te che sei "agender" ti sto causando una sofferenza tale da farne un problema sociale e politico

 

Non posso che concordare; io raramente ho intravisto "violenza di genere" nella declinazione di sostantivi e aggettivi.

 

E' dal 2005 che negli USA è partita questa polemica

ed è sulla base di queste polemiche che la Chiesa Cattolica

ha fondato la sua battaglia contro la Gender Theory che poi ha

dispiegato contro unioni civili e adozioni in Italia ( perché a questo

stadio noi siamo ancora...)

 

Forse mi sono perso qualche passaggio; non credo si possano mettere sullo stesso piano l'acquisizione concettuale che l'identità di genere sia anche frutto di una scelta/sia un costrutto sociale e l'utilizzo di un vocabolario che per dirsi politicamente corretto faccia a meno di declinare linguisticamente il genere.

 

Per me di formazione vagamente queer  l'essenzialismo in fatto di genere e sessualità dà sempre un po' problema, ma non mi spingo tanto in là da utilizzare la desinenza "-*" al di fuori della comunicazione inerente all'argomento. Come tutti sappiamo la "Gender Theory" è l'accorpamento piuttosto artificioso di diverse linee di indagine proposte trent'anni fa già da Foucault, Butler, etc...


Perché se il genere è una costruzione sociale

allora ciascuno di noi ha il diritto di scegliere

se è essere maschio o femmina, singolare o plurale, umano o opossum.

Chi ne farà la spese? Le persone transessuali, ovviamente.

 

Sì, questo è irrispettoso nei riguardi di chi affronta lunghi percorsi per approdare al genere opposto al sesso di nascita; 

ma è un fatto di buon senso. Le ns. battaglie hanno a fondamento la compassione, non ci si può permettere di trasformare le quisquilie linquistiche in boomerang.

 

Se poi si vuole approfondire la faccenda in termini di filosofia del linguaggio, ci si vuol dedicare allo studio della relazione di "denotazione", di "connotazione", di "senso", di "significato"...occorre affrontare la cosa con strumenti comuni ed un canone condiviso.

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In Italia, almeno sui social, ho notato che da alcuni gruppi di femministe e gruppi queer è usato l'asterisco per ricreare artificiosamente il genere neutro, perché il plurale al maschile quando ci si riferisce sia a maschi che femmine sarebbe maschilista e patriarcale (motivazione femminista) oppure perché non comprenderebbe i cosiddetti non-binari (motivazione queer).

Ovviamente chiunque sano di mente si farebbe una bella risata leggendo queste motivazioni, ma c'è chi ci crede davvero.

Edited by Uncanny
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Forse mi sono perso qualche passaggio; non credo si possano mettere sullo stesso piano l'acquisizione concettuale che l'identità di genere sia anche frutto di una scelta/sia un costrutto sociale e l'utilizzo di un vocabolario che per dirsi politicamente corretto faccia a meno di declinare linguisticamente il genere.

 

Oh il Codice dei diritti Umani dell'Ontario è pur sempre

un atto di un certo rilievo

 

 

 

I suoi datori di lavoro hanno avvertito che, mentre sostengono il suo diritto alla libertà accademica e di parola, poteva entrare in conflitto col codice dei diritti umani dell'Ontario col suo rifiuto ad usare pronomi alternativi di genere richiesti. Hanno, inoltre, aggiunto di aver ricevuto minacce di denuncia da parte di studenti e docenti riguardo i suoi commenti ritenuti "inaccettabili, emotivamente inquietanti e dolorosi", chiedendogli di smettere di ripeterli

 

Se questo è vero significa che se richiesto da persone che lo preferiscono

devi usare l'espressione gender neutral e se non lo fai incorri in conseguenze

per violazione del codice dei diritti umani dell'Ontario

 

Pare poi di dedursi che vi sia una legge federale in corso di approvazione di tenore

simile

 

Capisco che visto dall'Italia il tutto possa apparire strano, ma pare che sia così

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Sul serio? C'è qualcuno che vuole farsi chiamare "essi"? Al plurale?

Questo ha una sua ragione. Nella lingua inglese non esiste il maschile neutro, dunque chiamare una persona generica di cui non si sa il sesso "him" è un errore grammaticale. Quando si parla di qualcuno di cui non si sa il sesso si usa dunque il plurale, che invece è neutro. Per esempio "one should be careful not to hurt themselves".

Ritengo comunque assurda l'idea di espandere questo utilizzo agli "agender".

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Beh sì il Canada è noto ormai da anni per essere deliziosamente, ossessivamente, acrobaticamente gentile dal punto di vista giuridico.

 

Credo che nel nuovo Codice del Québec ci sia addirittura qualche articolo introduttivo dedicato alla centralità della gentilezza nei rapporti fra i cittadini e al rispetto cortese dell'armonia collettiva.

 

Settimanalmente il presidente, le personalità pubbliche e le istituzioni varie diffondono ossequiosi video di felicitazioni alle minoranze e agli stranieri, affettuosisimi comunicati stampa colmi di tenere e stucchevoli attenzioni, e in occasione di ogni anche più insignificante e misconosciuta festività un tripudio di auguri e dolcissime carinerie d'ogni genere.

 

E' vero, per un italiano, abituato ad essere trattato dalle istituzioni col ritegno che si deve ad una carogna di vacca che putrefa sul marciapiede, può sembrare folle una disquisizione del genere, mentre per loro ha senso.

Edited by Sampei
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Beh sì il Canada è noto ormai da anni per essere deliziosamente, ossessivamente, acrobaticamente gentile dal punto di vista giuridico.

 

Credo che nel nuovo Codice del Québec ci sia addirittura qualche articolo introduttivo dedicato alla centralità della gentilezza nei rapporti fra i cittadini e al rispetto cortese dell'armonia collettiva.

 

Settimanalmente il presidente, le personalità pubbliche e le istituzioni varie diffondono ossequiosi video di felicitazioni alle minoranze e agli stranieri, affettuosisimi comunicati stampa colmi di tenere e stucchevoli attenzioni, e in occasione di ogni anche più insignificante e misconosciuta festività un tripudio di auguri e dolcissime carinerie d'ogni genere.

 

E' vero, per un italiano, abituato ad essere trattato dalle istituzioni col ritegno che si deve ad una carogna di vacca che putrefa sul marciapiede, può sembrare folle una disquisizione del genere, mentre per loro ha senso.

 

1) In Canada c'è il primo ministro e non il presidente essendo un Reame del Commonwealth.

 

2) Armonia collettiva sa tanto di Grande Fratello.

 

3) Quello che vediamo su Trudeau è tutto mercato elettorale mediatico che risulta sempre comodo, pure all'estero.

 

4) Che un italiano qualunquista ed esterofilo oltre che queer si senta trattato così dal suo Stato e guarda con gli occhioni invidiosi il Canada non me ne può fregare di meno, qui non si sta parlando di tolleranza o di apertura delle istituzioni e dei suoi cittadini con le diverse minoranze: si sta parlando di una coglionata tutta made in Canada e no, non ha affatto senso non per la mia provenienza, non ha senso punto, anzi è follia.

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Ritengo comunque assurda l'idea di espandere questo utilizzo agli "agender".

 

Cito la terminologia segnalata dalla Commissione dell'Ontario

 

Gender identity: each person’s internal and individual experience of gender. It is a person’s sense of being a woman, a man, both, neither, or anywhere along the gender spectrum. A person’s gender identity may be the same as or different from their birth-assigned sex.

For most people, their sex and gender identity align. For some, it does not. A person may be born male but identify as a woman, or born female but identify as a man. Other people may identify outside the categories of woman/man, or may see their gender identity as fluid and moving between different genders at different times in their life.

 

Gender expression: how a person publicly presents or expresses their gender. This can include behaviour and outward appearance such as dress, hair, make-up, body language and voice. A person’s chosen name and pronoun are also common ways people express their gender. Others perceive a person’s gender through these attributes.

All people, regardless of their gender identity, have a gender expression and they may express it in any number of ways. For trans people, their chosen name, preferred pronoun and apparel are common ways they express their gender. People who are trans may also take medically supportive steps to align their body with their gender identity.

 

Trans or transgender: an umbrella term that describes people with diverse gender identities and gender expressions that do not conform to stereotypical ideas about what it means to be a girl/woman or boy/man in society. “Trans” can mean transcending beyond, existing between, or crossing over the gender spectrum. It includes but is not limited to people who identify as transgender, transsexual, cross dressers or gender non-conforming (gender variant or gender queer).

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non ha affatto senso non per la mia provenienza, non ha senso punto, anzi è follia.

 

5) Eheh la tua provenienza è tutto: di' la verità che ti piacerebbe un casino poter disquisire sulla minaccia dei Pronomi Giender con gli assessori di Piacenza invece non puoi perché loro non ti amano come solo Justin sa fare. E perché poveri non ne sanno poi granché di Gyender. Quindi devi per forza parlare del Canada, perché solo lui ti ama a tal punto - pur essendo tu un profugo nazionalcattolico - da permetterti di scrivere due cosine sul queer-gomblotto. E' un dramma senza uscita piccolo mio. 

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Cioè la Commissione dell'Ontario nella distinzione tra espressione di genere ed identità di genere è più avanti delle mie sofisticherie...?

 

Per esempio "one should be careful not to hurt themselves".

 

Ma non mi vengono in mente utilizzi col pronome soggetto, anche se trovo or ora una pagina che tira fuori esempi tratti da Shakespeare...

mi arrendo!

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E' vero, per un italiano, abituato ad essere trattato dalle istituzioni col ritegno che si deve ad una carogna di vacca che putrefa sul marciapiede, può sembrare folle una disquisizione del genere, mentre per loro ha senso.

Sicuramente meglio in quel modo che come si fa da noi, su questo non ci piove. Credo però nelle virtuose vie di mezzo. Se qualcuno mi chiedesse di iniziare a utilizzare il pronome "loi" per riferirsi a certe categorie di persone onestamente credo che pianterei anche io la grana come il tipo del topic. 

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Cioè la Commissione dell'Ontario nella distinzione tra espressione di genere ed identità di genere è più avanti delle mie sofisticherie...?

 

Se sia più avanti o più indietro non lo so , certo coloro che

ritengono che una posizione simile sia l'applicazione della

gender theory direbbero di no.

 

Noi potremmo anche ritenere che sia preferibile la gender theory

della Commissione dei diritti umani dell'Ontario alla Gender theory

Biblica sostenuta dalla chiesa cattolica e dai reazionari etc

 

Ma io a questo neanche sono arrivato, mi sono limitato ad indicare

il fatto che se si tratta di un livello di decisione di questo tipo, non possiamo

liquidare la questione in tre righe, come sofisticheria di studenti radicali etc

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Ma io a questo neanche sono arrivato, mi sono limitato ad indicare

il fatto che se si tratta di un livello di decisione di questo tipo, non possiamo

liquidare la questione in tre righe, come sofisticheria di studenti radicali etc

 

Ok, allora diciamoci pure felici che in Canada ci si possa lambiccare su questioni molto più sofisticate & sottili di quelle più "urgenti" de noantri...

Mi pare che @Almadel  abbia sollevato uno spunto interessante

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Mi pare che @Almadel abbia sollevato uno spunto interessante

 

Non lo so, mi sembra che @freakyfred abbia già spiegato

che l'uso del plurale ha una sua ragion d'essere grammaticale

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Non mi riferivo a quello, ma al desiderio di molti trans di farsi chiamare col pronome del genere di destinazione.


Sicuramente meglio in quel modo che come si fa da noi, su questo non ci piove. Credo però nelle virtuose vie di mezzo. Se qualcuno mi chiedesse di iniziare a utilizzare il pronome "loi" per riferirsi a certe categorie di persone onestamente credo che pianterei anche io la grana come il tipo del topic. 

 

Eh sì, che per aver sollevato una critica legittima il tizio dell'articolo possa aver "emotivamente inquietato" qualcuno...non lo digerisco.

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Non mi riferivo a quello, ma al desiderio di molti trans di farsi chiamare col pronome del genere di destinazione.

 

Beh  ma questa è una constatazione scontata già fatta da me

In Italia neanche si sa che esiste negli USA questa possibilità

e che molte persone transgender la prediligono

 

Ma non è che venga imposto di rinunciarvi se leggi #21

viene imposto di rispettare la scelta di ogni persona, vuoi

di identificarsi con il genere di destinazione, se lo preferisce,

vuoi di identificarsi in modo neutrale, se lo preferisce.

 

Ed è il fatto di non rispettare questa scelta individuale che viene

ritenuto motivo di discriminazione e/o di "turbamento emotivo"

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É un ricordo vecchio di qualche anno, ma ricordo di aver avuto una lettrice australiana alle superiori per un paio di settimane. La stellina un bel giorno ha iniziato a decantare la beltá della legislation del suo paesello in tema di cartoline, del tipo che gli auguri per le festività religiose venivano stampati sui prodotti commerciali con la denominazione "happy holiday" omettendo la...qualificazione (natale, hannuka ramadam etc).

Ebbene noi lerci cattoitalici ci mostrammo stupiti e lei pure: dovevamo comprendere la ratio, cioé evitare di offendere i sentimenti religiosi altrui. Ad un tipo particolarmente insistente chiese: ma come, non ti offenderesti a leggere "felice ramadam" tra i prodotti di un supermercato? La risposta dell'italomerda ovviamente é stata "no"

Il canada é un'altra grossa colonia spopolata e capisco possano permettersi di giocare agli svizzeri(ignorando che gli svizzeri sono criptonazisti), ma se davvero credono che le istanze queer siano rappresentative di esigenze reali e non comprendono che servono solo a dei pazzi per imporre una visione delle cose che appartiene solo alla loro voglia di rompere le palle, #iovototrump

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