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Il nostro rapporto con la religione


Catilina

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Immagino che la maggior parte degli utenti di questo forum siano atei o agnostici. Se ci sono credenti magari molti di costoro hanno comunque assunto posizioni conflittuali con la religione 

 

sarebbe utile riassumere il rapporto di ciascuno con la religione, sentire chi non se n'è estraniato malgrado l'omofobia di base del cristianesimo, nonché l'evoluzione dell'estraniamento dalla religione di tutti gli altri

 

nel mio caso ovviamente l'ateismo è scaturito da fattori che non hanno mai avuto legami con l'omofobia

 

immagino anche che questo topic non sia una novità qui, ma non ne ho trovati di simili aperti recentemente  

 

 

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nel mio caso ovviamente l'ateismo è scaturito da fattori che non hanno mai avuto legami con l'omofobia

 

Idem per me, anche perché dei e religioni di dei sono tanto numerosi nelle tradizioni umane, che non è difficile, anche per chi non possa o non voglia escogitarsi qualche cosa su misura, trovare dei o religioni esenti da omofobia.

 

Tuttavia preliminarmente sarebbe da chiarire che "ateo" ed "ateismo" sono concetti, dispregiativi, d'invenzione di coloro che credono negli dei e negli obblighi religiosi verso gli dei:

propriamente non siamo noi "atei" a rifiutare gli dei e le loro religioni, ma sono i credenti negli dei ad affermare cose indimostrabili e comunque indimostrate.

La differenza non è irrilevante od artificiosamente cavillosa, ma è importante in ordine all'onere della prova, che non è nostro, ma dei credenti.

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non è difficile, anche per chi non possa o non voglia escogitarsi qualche cosa su misura, trovare dei o religioni esenti da omofobia.

 

Di solito i gay che hanno qualche forma di spiritualità

si danno in massa al Buddismo o al Neopaganesimo

e una percentuale significativa a un qualche cristianesimo appunto "su misura".

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Di solito i gay che hanno qualche forma di spiritualità si danno in massa al Buddismo o al Neopaganesimo

 

In massa?:

se lo dici tu....

 

 

 

 

una percentuale significativa a un qualche cristianesimo appunto "su misura".

 

Per quello che ne so io, ci sono anche quelli che rimangono cristiani e specificamente cattolici ritenendosi semplicemente peccatori, come del resto può accadere per chi cada in qualunque peccato ordinariamente ripetibile.

Non saprei tuttavia dire quali siano le percentuali, benché abbia il sospetto che le creazioni "su misura" non siano molto frequenti:

più facile credo sia rifiutare senz'altro la rigidità della dottrina oppure sottomertivisi soffertamente.

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io non faccio testo. Sono nato e cresciuto in una famiglia atea, quindi non sono diventato ateo, ma mi ci sono trovato.

Forse per questo non mi sento virulentemente anti-cristiano come molti che hanno una formazione cattolica e se ne discostano bruscamente. 

 

Poi, inutile dire che, crescendo, ho trovato nuovi motivi per permanere in questa convinzione e rafforzarla. Motivi che poco hanno a che vedere coi rapporti delle chiese verso l'omosessualità, veramente poco.

 

Comunque ha ragione Mario. Un omosessuale può restare benissimo cristiano (cattolico), a patto di considerarsi peccatore, e di dolersi per il reiterato peccato. Se non accettasse questo stato, cadrebbe nel temibile 'bricolage religioso'.

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Il mio ateismo ha preso forma spontaneamente, da solo, a partire dalla mia famiglia, tradizionalmente laica (a parte qualche ritualità pro-forma sempre vissuta comunque come tale) ed indipendentemente dall'omosessualità. Ho avuto inoltre l'impulso specifico di una piccola vicenda: quando avevo dodici anni, ho chiesto al don, che ci faceva lezione di religione, come mai definiva "evangelizzazione del Nuovo Mondo" la carneficina epocale con cui gli spagnoli fecero piazza pulita degli amerindi razziando tutto l'oro e l'argento. Non mi ha risposto, è diventato tutto rosso, gli si è gonfiata la pappagorgia sotto il colletto, mi ha preso il diario seccato e mi ha messo la nota. Da quel giorno mi sono sentito finalmente libero da ogni condizionamento e ho potuto definirmi.

 

Comunque in adolescenza ho sempre vissuto in un ambiente molto laico per fortuna, per esempio al liceo facevano religione solo quattro persone su ventisei, avevamo anche tre compagni di classe di provenienza protestante tedesca, alcuni insegnanti molto pasoliniani, quindi l'ambiente era molto pulito e vivace, non c'erano cappe conformiste.

 

Paradossalmente ho notato maggiore asfissia all'università, ma questo è dovuto alla struttura sociale della mia città, storicamente strangolata dal ciellinismo militante della dirigenza di tutte le principali istituzioni (collegi universitari, università, policlinico, tribunale, ordini professionali).

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Il mio rapporto con la religione è praticamente inesistente, dato che le mie convinzioni in merito si discostano largamente da quanto professato dalle principali confessioni religiose.

Malgrado i miei genitori anch'essi non nutrano una grande convinzione religiosa, in infanzia mi obbligarono a frequentare il catechismo e, di riflesso, a percorrere le tappe dei sacramenti principali, imponendomi la partecipazione ad almeno una tra le messe domenicali: vuoi forse per consuetudine, o vuoi per rispetto verso i miei nonni visceralmente cattolici, dovetti perseguire tali tappe controvoglia.

Mi definisco ateo, privo di alcuna fede religiosa - escludendo, a tal proposito, le mie personalissime e controverse convinzioni in merito... :asd: - e come già espresso da qualcuno che m'ha preceduto, tale distanza prescinde dalle posizioni omofobe. 

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Persi la fede con lo studio della biologia fondamentalmente.

 

Oggi in pratica con gli etero che si sposano (in chiesa sempre meno) tardi negli anni e con i molti divorzi non e' che ci sia una gran differenza tra etero e gay sui peccati sessuali perpetuati regolarmente.

 

L'unica differenza e' che gli etero possono sposarsi in chiesa e rimanere sposati tutta la vita con la stessa persona. Ma quanti lo fanno percentualmente ?

 

i peccati sessuali col nuovo papa per la prima volta da millenni sono diventati non prioritari a scapito di nuovi peccati sociali (avere ricchezza materiale, mancato aiuto al prossimo, non rispetto del creato cioe' non essere ecologici, non rispetto delle leggi sul lavoro e mancato aiuto ai paesi poveri). In pratica sto papa e' il primo papa che e' piu' aderente al vangelo rispetto alla dottrina cattolica.

 

Le altre religioni tipicamente hanno pure discriminato i gay in quanto minoranza non conforme alle tipiche norme etero usuali.

Edited by marco7
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Io mi ritengo cattolico, pur con vari difetti e problematiche.

Non ritengo di classificare me, l'ambient eVeneto (ultra cattolico di destra) o simili, secondo me bisogna guardare i singoli indivisdui in questo caso.

Così come ho visto persone clericali molto aperte e disponibili, se vogliamo con idee progressiste molto simile alle nostre e persone chiuso al 1800 o anche indietro che non voglio capire e aprirsi a nuove idee. Fare di tutta un erba un fascio in questo caso è assolutamente fuor viante.

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Onestamente non ho molti problemi a definirmi cattolico, credente e abbastanza praticante. Il rapporto con la religione e la fede e' alla fine qualcosa di estremamente personale che poco ha a che vedere col proprio orientamento sessuale, almeno secondo me. Questo non mi impedisce di essere critico con la Chiesa Cattolica come istituzione, ma un conto e' il rapporto personale con la fede un altro e' quello con l'Istituzione. Di fondo io mi rifaccio all'unico grande insegnamento del vangelo, ama il prossimo tuo, Gesu' non ha mai specificato poi le varie eccezioni della serie ama solo gli etero che mettono su famiglia ma poi a morte gli omosessuali, questi concetti sono frutto di un piu' vasto retroterra culturale. Quindi finche' si parla di quell'insegnamento non vedo una grande contraddizione tra il mio essere gay ed essere cattolico allo stesso tempo. 

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Onestamente non ho molti problemi a definirmi cattolico, credente e abbastanza praticante. Il rapporto con la religione e la fede e' alla fine qualcosa di estremamente personale che poco ha a che vedere col proprio orientamento sessuale, almeno secondo me. Questo non mi impedisce di essere critico con la Chiesa Cattolica come istituzione, ma un conto e' il rapporto personale con la fede un altro e' quello con l'Istituzione. Di fondo io mi rifaccio all'unico grande insegnamento del vangelo, ama il prossimo tuo, Gesu' non ha mai specificato poi le varie eccezioni della serie ama solo gli etero che mettono su famiglia ma poi a morte gli omosessuali, questi concetti sono frutto di un piu' vasto retroterra culturale. Quindi finche' si parla di quell'insegnamento non vedo una grande contraddizione tra il mio essere gay ed essere cattolico allo stesso tempo. 

Mi rispecchio moltissimo in quello che hai scritto!

 

Quando scrivete che un omosessuale per essere cattolico deve sentirsi peccatore, sbagliate. La fede, qualunque essa sia, è personale, non dimenticatelo.

Edited by Giuca
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Se i peccatori si sentissero peccatori quando peccano forse non peccherebbero.

 

Dovrebbero almeno sentirsi peccatori dopo aver peccato, altrimenti sono irrecuperabili e continueranno a peccare come spesso fanno molti gay cattolici o anche etero divorziati.

 

Qualsiasi sesso fuori dal matrimonio cattolico per la chiesa romana e' peccato, non dimenticatelo. Dalle seghe ai rapporti "prematrimoniali".

Edited by marco7
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Se i peccatori si sentissero peccatori quando peccano forse non peccherebbero.

 

Se non si sentissero peccatori quando peccassero, non riconoscerebbero quella dottrina etica che condannasse il loro peccato.

 

 

 

 

Quando scrivete che un omosessuale per essere cattolico deve sentirsi peccatore, sbagliate. La fede, qualunque essa sia, è personale, non dimenticatelo.

 

La fede è personale, ma le regole etiche sono comuni.

In ogni caso l'omosessuale cattolico non deve sentirsi peccatore per sé stesso, ma solo quando compie atti peccaminosi:

non è esattamente la stessa cosa, anzi la cosa è molto diversa.

Del resto lo stesso vale per il goloso, l'accidioso, il superbo, il lussurioso (etero)  ed anche l'eretico, lo scismatico eccetera.

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Bah.

Io sono stato battezzato, ed è una delle cose che non perdonerò mai alla mia famiglia. Sono stato anche portato in chiesa perché non fossi "quello strano" (figura che poi sono comunque diventato), ed anche questo non è passibile di perdono.

Poi c'è stata la ricerca, il desiderio, il bisogno dell'assoluto - e cosa può affascinarti meglio di un una religione che predica bene e razzola male?

Ho accarezzato l'idea di farmi prete: dostoevskijano ante litteram, anticipavo il principe Stavrogin nella smania di distruggere la mia propria esistenza e ritrovare qualcosa di totale.

Tant'è che ho fatto anche l'aiuto-catechista, per un periodo.

 

Quando mi sono liberato dal giogo mentale (e ne ricordo il momento preciso) ho vissuto prima un attimo di sbandamento, poi un distacco passivo e infine un allontanamento sempre più convinto e marcato.

Oggi non mi pongo la questione dell'aldilà, della divinità e altre stronzate da tè delle cinque: oggi mi preoccupa l'hic et nunc, una realtà che mi sfugge e che provo a comprendere.

Ho trovato molte risposte nel Taoismo che, però, non è una religione (non in senso occidentale): non pretende di aver ragione, non uccide chi non la pensa diversamente, non impone il suo credo e cose del genere.
Muoiano le religioni (specie quelle rivelate)! Vivano le filosofie!

 

Forse per questo non mi sento virulentemente anti-cristiano come molti che hanno una formazione cattolica e se ne discostano bruscamente. 

Presente!

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Io mi reputo credente in Cristo. E credo di essere fortunato ad avere come Dio un bel giovane che si sacrifica per me! E non un Dio vendicatore e crudele!!! Gesù Cristo o lo si crede oppure no: è un atto di assoluta fede.....

Io nel mio piccolissimo e modestissimo domandarmi negli anni se credervi o meno ho trovato la risposta tante volte nella pace serena delle SUE parole!!!

Altro discorso è l'obbedienza ad una Struttura Clericale che della fede ha fatto spesso strumento di prevaricazione e potere....in questo io non mi riconosco!!!

Ma sono pienamente convinto che Gesù esista, sia Dio e salvi ogni singolo essere umano!

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Io sono stato battezzato, i miei genitori (non credenti) mi hanno fatto frequentare il catechismo fino alla comunione lasciandomi poi libertà di scelta e ho lasciato. Mai stato credente; nel tempo sono passato dall'ateismo positivo (Dio non esiste!), all'agnosticismo (non so se Dio esista) al disinteresse per la questione (vivo come se non ci fossero dei e spiego i fenomeni naturali senza riferimenti a divinità, ma non nego che possano esistere, non mi interessa discuterne).

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sarebbe utile riassumere il rapporto di ciascuno con la religione

 

Molto conflittuale :D

Come @loco ad un certo punto ho pensato di farmi prete...ma non c'era nessuno struggimento dostoevskjiano, solo fifa blu di essere finocchio, e di conseguenza mi dicevo che se avessi preso i voti avrei potuto evitare di affrontare tutta la faccenda della sessualità.

 

Se do ascolto al lato più reattivo del mio carattere la (seppur timida) apertura della chiesa nei confronti dell'omosessualità mi fa decisamente incazzare (perché io da bravo credente c'ho provato sul serio a vergognarmi e pentirmi dei miei atti impuri mannaggia! E mo' basta il voemossebbene...??? Anch'io a 15 anni capivo che il nocciolo del messaggio cristiano omofobo non è, ma ero omofobo perché me l'avete insegnato voi cazzo!!!)...nella mia mente ho separato moralità e religiosità solo MOLTO tardi, gli atei della classe li guardavo pure un filo di sbieco.

Com'è nella tradizione dei buoni cattolici, poi ho pure rovesciato tutto, assumendo comportamenti esageratamente trasgressivi solo perché trasgressivi non appena ve n'è stata l'occasione.

 

Ora non mi raccapezzo più tanto colle religioni organizzate.

Do molta importanza al fatto di fede (anche se io non ne ho); credo sia davvero foriero di forza d'animo l'aver fede (qualsiasi ne sia l'oggetto), specie per chi fatica ad essere del tutto razionale...io magari sono intellettuale, ma ecco, non sono sempre "razionale".

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E credo di essere fortunato ad avere come Dio un bel giovane che si sacrifica per me!

Mmmmmmmmmmmmmmh...

Un bel figliuolo a cui puoi fare riferimento, e che non a caso ha suscitato un interesse sterminato ed infinite rielaborazioni dal tono smaccatamente omosessuale, è quel gran figaccione di san Sebastiano.

Molto meglio del figlio del capo, dai.

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Onestamente non ho molti problemi a definirmi cattolico, credente e abbastanza praticante. Il rapporto con la religione e la fede e' alla fine qualcosa di estremamente personale che poco ha a che vedere col proprio orientamento sessuale, almeno secondo me. Questo non mi impedisce di essere critico con la Chiesa Cattolica come istituzione, ma un conto e' il rapporto personale con la fede un altro e' quello con l'Istituzione. Di fondo io mi rifaccio all'unico grande insegnamento del vangelo, ama il prossimo tuo, Gesu' non ha mai specificato poi le varie eccezioni della serie ama solo gli etero che mettono su famiglia ma poi a morte gli omosessuali, questi concetti sono frutto di un piu' vasto retroterra culturale. Quindi finche' si parla di quell'insegnamento non vedo una grande contraddizione tra il mio essere gay ed essere cattolico allo stesso tempo. 

 

 

Mi rispecchio moltissimo in quello che hai scritto!

 

Quando scrivete che un omosessuale per essere cattolico deve sentirsi peccatore, sbagliate. La fede, qualunque essa sia, è personale, non dimenticatelo.

 

Ragazzi, comprendo la vostra posizione, ma non sono d'accordo.

 

E' vero: il rapporto con la fede è personale, ma aver fede e avere una forte religiosità non equivale certo a essere cattolici. Credere negli insegnamenti di Cristo e seguirli non vuol dire essere cattolici, semmai vuol dire essere cristiani.

 

Professarsi cattolici è un parolone, soprattutto se si è gay. Non esiste scarto tra la religione cattolica e l'Istituzione della sua Chiesa, perché l'una rappresenta l'altra. Perché essere seguaci di S. Romana Chiesa implica credere ciecamente in una ben precisa dottrina teologica (che lascia ben poco spazio all'interpretazione personale) fatta di dogmi e di precetti, ivi incluso il rifiuto dell'omosessualità.

 

Io sono cresciuto per anni in ambienti cattolici e per anni mi sono definito cattolico...ma lo studio della filosofia, dell'antichità classica, del pluralismo religioso e culturale mi hanno aiutato ad aprire la mente e a capire che fa semplicemente ridere l'idea che una religione possa arrogarsi il diritto di essere l'unico e vero credo, il diritto di imporre agli altri quello che devono pensare o fare. Pertanto il passo verso l'agnosticismo è stato breve

In più sono gay: come potrei professarmi seguace di una religione per la quale il mio destino è quello di bruciare per l'eternità tra le fiamme dell'infermo? Un gay che si professa cattolico ipso facto recita un mea culpa.

 

Quindi è vero: un cattolico gay è per definizione un peccatore...potrà non sentirsi tale, ma agli occhi della Chiesa di cui si professa fedele è così.

 

E quindi quando m89 afferma: "Finche' si parla di quell'insegnamento non vedo una grande contraddizione tra il mio essere gay ed essere cattolico allo stesso tempo" commette un'imprecisione. Perché siamo tutti d'accordo a dire che è cosa buona e giusta amare il prossimo, ma essere cattolici non significa mica solo quello!

Edited by KingRenly
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Beh va anche detto che nessuno è in grado di dire

quali siano gli insegnamenti di Gesù Cristo

 

Nel senso che sono un insieme di massime morali

prive di un senso compiuto

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Io sono stato battezzato, i miei genitori (non credenti) mi hanno fatto frequentare il catechismo fino alla comunione lasciandomi poi libertà di scelta e ho lasciato. Mai stato credente; nel tempo sono passato dall'ateismo positivo (Dio non esiste!), all'agnosticismo (non so se Dio esista) al disinteresse per la questione (vivo come se non ci fossero dei e spiego i fenomeni naturali senza riferimenti a divinità, ma non nego che possano esistere, non mi interessa discuterne).

 

Come va posta la domanda, circa l'esistenza di Dio?

La filosofia, che come si sa, non è un sapere di tipo positivo, né procede progressivamente (pace Hegel), ha tra i suoi campioni chi ha saputo dirimere la faccenda con gran disinvoltura; per me Kant coll'aneddoto dei cento talleri li batte ancora tutti.

 

Se poi si va in cerca della causa ultima...padre Pizarro l'ha detta giusta:

https://www.youtube.com/watch?v=tIdWKjo0tcA#t=6m48s

Beh va anche detto che nessuno è in grado di dire

quali siano gli insegnamenti di Gesù Cristo

 

Nel senso che sono un insieme di massime morali

prive di un senso compiuto

 

Per quello ci si dà all'ermeneutica! 

 

Sarà banale ricordarlo, ma il cattolicesimo è tutto paolino. 

E' colle lettere di San Paolo che la coerenza se ne va allegramente a sancazzo :D

Edited by schopy
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Come va posta la domanda, circa l'esistenza di Dio?

Sono la persona sbagliata cui chiederlo, perché, come ho detto, non mi interessa discuterne. Vivrei la mia vita allo stesso modo che esista o non esista una divinità; gli dei, se esistono, non sono necessari per dare un senso alla vita, né influenzano la mia quotidianità.

 

Quindi nulla mi importa della prova ontologica o delle cinque vie e relative confutazioni. Noto di nuovo, però, che molti di voi limitano il concetto di dei al Dio delle religioni abramitiche con le caratteristiche di onnipotenza, perfezione, ecc. che lo contraddistinguono. Questo mostra come, per quanto uno possa essere ateo, comunque ha ricevuto dei condizionamenti culturali dall'ambiente religioso che lo circonda.

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Questo mostra come, per quanto uno possa essere ateo, comunque ha ricevuto dei condizionamenti culturali dall'ambiente religioso che lo circonda.

Inevitabile.

E dalle sottili conseguenze che non stiamo qui a specificare.

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io faccio parte di quella categoria di atei che non hanno maturato subito le proprie posizioni. Non che prima fossi credente, bensì solo indeciso e per un po' mi ero illuso di essere sulla strada che mi avrebbe condotto all'accettazione degli insegnamenti che avevo ricevuto a catechismo.

Da piccolo il primo impatto con la religione l'avevo avuto attraverso il presepe. Credevo che la capanna con Gesù bambino, Maria, Giuseppe, il bue, l'asino e tutto l'armamentario circostante si trovassero perennemente in cielo sopra le nuvole (un po' come Solenghi, Bonolis Laurenti nella pubblicità di Lavazza).

Poi però già a scuola e poi a catechismo ho compreso che Gesù era stato anche un uomo adulto e che sembrava essere vissuto sulla terra. Fu da allora che iniziarono le mie prime perplessità, perché gli adulti intorno a me mi avevano ribadito tante volte che non esistessero innumerevoli personaggi di fantasia, mentre non smentivano tutti gli aspetti fantasiosi che comportavano gli insegnamenti religiosi. Ovviamente gli adulti religiosi sostenevano con  forza la veridicità dei miracoli, della resurrezione di cristo e soprattutto l'esistenza di un dio benevolo che in quanto tale sembrava contraddirsi al primo ragionamento che scattava nella mia testa.

Queste incongruenze cominciarono a turbarmi già dagli anni delle elementari, rafforzate dal fatto che i miei coetanei sembravano non porsi i miei stessi interrogativi. Allora ero convinto che la loro "serenità" fosse il segno della loro accettazione spontanea dei dogmi della religione; solo in seguito cominciai a capire che la maggior parte di loro erano per lo più indifferenti e passivi a riguardo. Ricordo che provai a esternare tutte le mie insicurezze agli adulti ma non ottenevo mai risposte soddisfacenti. I miei genitori erano agnostici e mi rispondevano solo che nessuno poteva in realtà fornirmi risposte concrete a certi interrogativi e che infondo nessuno al mondo le aveva nemmeno per sé. Gli adulti religiosi (compreso il parroco) invece tendevano a mostrarsi ottimisti e arrivavano a sostenere che i miei dubbi erano il segno di una sensibilità che mi avrebbe portato in seguito a una fede profonda. Queste ultime posizioni per un pò mi dettero una certa fiducia a continuare a seguire il catechismo e a ricevere i sacramenti. Ma contemporaneamente le mie perplessità non venivano mai meno, tant'è che negli anni delle medie espressi inizialmente il desiderio di non ricevere la cresima, ma subito ci ripensai con la scusa che tirò fuori mia nonna di avere così la strada preclusa per il matrimonio (come se il rito civile non esistesse). Negli anni del liceo per un po' credetti di essere sulla strada giusta per accettare i dogmi della religione una volta x tutte. Questo perché in quel periodo avevo sviluppato una visione dell'universo alquanto teleologica. La mia visione era di un universo panteistico. Tuttavia anche una visione del genere strideva parecchio con l'immagine del dio benevolo della religione, tant'è che stavo pensando a una soluzione che non escludesse la scelta di una religione diversa da quella cristiana, e che fosse meno incongruente, ma ovviamente non ce ne erano.

Alla fine, giunto alla maturità, anche quella visione panteistica dell'universo si è in me deteriorata, insieme alla fiducia in qualunque dottrina religiosa o ideologica. Sono giunto a maturare una visione profondamente scettica e negativa dell'umanità e dell'universo, che mi hanno portato ad assumere una posizione nichilista, ignostica e ovviamente atea.

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Ragazzi, comprendo la vostra posizione, ma non sono d'accordo.

 

E' vero: il rapporto con la fede è personale, ma aver fede e avere una forte religiosità non equivale certo a essere cattolici. Credere negli insegnamenti di Cristo e seguirli non vuol dire essere cattolici, semmai vuol dire essere cristiani.

 

Professarsi cattolici è un parolone, soprattutto se si è gay. Non esiste scarto tra la religione cattolica e l'Istituzione della sua Chiesa, perché l'una rappresenta l'altra. Perché essere seguaci di S. Romana Chiesa implica credere ciecamente in una ben precisa dottrina teologica (che lascia ben poco spazio all'interpretazione personale) fatta di dogmi e di precetti, ivi incluso il rifiuto dell'omosessualità.

 

Io sono cresciuto per anni in ambienti cattolici e per anni mi sono definito cattolico...ma lo studio della filosofia, dell'antichità classica, del pluralismo religioso e culturale mi hanno aiutato ad aprire la mente e a capire che fa semplicemente ridere l'idea che una religione possa arrogarsi il diritto di essere l'unico e vero credo, il diritto di imporre agli altri quello che devono pensare o fare. Pertanto il passo verso l'agnosticismo è stato breve

In più sono gay: come potrei professarmi seguace di una religione per la quale il mio destino è quello di bruciare per l'eternità tra le fiamme dell'infermo? Un gay che si professa cattolico ipso facto recita un mea culpa.

 

Quindi è vero: un cattolico gay è per definizione un peccatore...potrà non sentirsi tale, ma agli occhi della Chiesa di cui si professa fedele è così.

 

E quindi quando m89 afferma: "Finche' si parla di quell'insegnamento non vedo una grande contraddizione tra il mio essere gay ed essere cattolico allo stesso tempo" commette un'imprecisione. Perché siamo tutti d'accordo a dire che è cosa buona e giusta amare il prossimo, ma essere cattolici non significa mica solo quello!

Capisco molto bene il tuo punto e in effetti si sono stato impreciso usando cattolico al posto di cristiano. Poi credimi vengo da una famiglia ipercattolica e mia madre pur non sapendo di me mi ricorda a più riprese di come i gay siano una deviazione diabolica, quindi so come ragionano. Detto questo peccatore o meno se c'è un al di là ce la vedremo io e la mia coscienza.

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E credo di essere fortunato ad avere come Dio un bel giovane che si sacrifica per me!

Che Cristo sia stato un bel giovane è un'invenzione iconografica posteriore, quando fu assimilato spesso ad Apollo o Zeus, dato che nei Vangeli non c'è alcuna descrizione del suo aspetto fisico.

Perché era di stirpe ebraica è probabile che abbia avuto tratti somatici per nulla conformi all'ideale di bellezza greca, cui fu idealmente assimilato nelle rappresentazioni dal III / IV secolo in poi, infatti secondo Celso si tramandava fosse stato piccolo di statura e d'aspetto piuttosto brutto e volgare.

 

Altro discorso è l'obbedienza ad una Struttura Clericale che della fede ha fatto spesso strumento di prevaricazione e potere....in questo io non mi riconosco!!!

Ma è anche vero che di quella fede tale "struttura clericale" è stata inventrice e formatrice:

chi pretende di conservare la fede cattolica o cristiana ripudiando la Chiesa che l'ha inventata e formata mi sembra simile ad un figlio che voglia ripudiare il proprio padre giudicandolo indegno, ma voglia conservare per sé gelosamente il patrimonio di lui!

 

Anch'io a 15 anni capivo che il nocciolo del messaggio cristiano omofobo non è

Forse non è specificamente omofobo, ma è certo genericamente sessuofobo.

 

E' colle lettere di San Paolo che la coerenza se ne va allegramente a sancazzo

Coerenza rispetto a che cosa?:

se rispetto ai Vangeli, non dimenticare che essi sono posteriori ed alcuni forse di molto rispetto agli scritti paolini, tutti necessariamente anteriori al 64, quindi semmai si tratterebbe di misurare la coerenza dei Vangeli rispetto a Paolo!

se rispetto all'insegnamento di Cristo, bisognerebbe presupporre che i Vangeli siano stati più aderenti a tale insegnamento di quanto sia stato Paolo, benché gli scritti di questo fossero anteriori ai Vangeli; certamente l'anteriorità non è necessariamente ragione di poziorità per fedeltà all'originale, tuttavia su che basi si può misurare la fedeltà ad un originale ignoto?

Edited by Mario1944
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Poi credimi vengo da una famiglia ipercattolica e mia madre pur non sapendo di me mi ricorda a più riprese di come i gay siano una deviazione diabolica, quindi so come ragionano.

Diabolicamente, ecco come ragionano.

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Mario ha pienamente ragione, quelli che si professano cattolici "ma non credono nella chiesa", hanno veramente pochissima consapevolezza, non sanno quello che fanno. Vivono nel paradosso senza rendersene conto.

 

Detto questo, io, per quanto ateo, mi considero un cattolico, anzi, mi dovrò sempre considerare un  cattolico mio malgrado.

Perchè riconosco, tranquillamente, la funzione culturale che l'ambiente ha avuto su di me che, ripeto, sonp ateo di famiglia.

Non sono cattolico perchè "ho certezza nelle cose sperate", citando Paolo, ma perchè sono nato in provincia di Roma.

Banalmente, entrando in una chiesa pretendo gli stucchi, una chiesa protestante mi pare, spontaneamente, un capannone industriale. 

Banalmente, mi voglio riservare il privilegio di avere sempre Dio e i santi in bocca, e di bestemmiare, cosa che per un non cattolico è impensabile.

Un po' meno banalmente, voglio poter considerare assurdità la dottrina della Grazia o della predestinazione, che non sono solo sofismi teologici...

potrei continuare tre giorni oscillando fra banalità e sofisticherie.

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