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Non è mai abbastanza?


Beppe_89

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Ciao a tutti,

 

ho aperto un sacco di topic in questi giorni e mi scuso se vi sto smaronando i coglioni.. ma è stata una settimana in cui ho pensato molto.. e quindi ho scritto molto. 

 

Dunque inizio citando questa massima: "l'intelligenza senza ambizione è come un uccello senz'ali" ... penso l'abbiate sentita già tutti... ecco.. penso sia una delle massime più idiote ed irritanti che siano mai state pensate. 

 

In questo ultimo periodo, ma in realtà anche prima, ho capito come quasi tutte le persone che mi circondano ragionino secondo questa logica...

 

Io sono sempre stato curioso e questo mi ha sempre portato a migliorarmi, a fare cose nuove.. per me stesso, per il semplice gusto di farle. 

 

Questo però non basta, non puoi fare quello ti piace solo per il gusto di farlo... devi fare sempre qualcosa in più. Se sei "intelligente", uso il termine tra virgolette perché lo intendo qui come la maggior parte delle persone lo intende (sbagliando a mio avviso) devi per forza raggiungere la cima e quando hai raggiunto la cima devi andare oltre, e quando sei andato oltre devi andare ancora più lontano. 

 

Mi devo rassegnare a questa logica?

 

Non posso semplicemente fare quello che mi incuriosisce senza pensare che non è abbastanza per me? che devo per forza fare di più?

 

Ho già passato un periodo in cui avevo deciso di dire: ok folks! u know what? let's play this game!  .. e non avevo altro in testa se non il competere con gli altri, dimostrare di essere migliore, di fare le cose meglio degli altri... In quel periodo penso di avere ferito un sacco di persone con il mio comportamento ed in primis, me ne sono reso conto dopo, ho ferito me stesso.

 

Per fortuna le ferite si rimarginano, anche quelle più profonde. 

 

Ho smesso di fare "quello che gli altri volevano che io facessi" e sono tornato a fare quello che volevo io, coi miei tempi, con le mie priorità, con le mie regole... però mi sto rendendo conto che non funziona.. che non puoi... non puoi fare quello che vuoi... gli altri non te lo permettono.. 

 

Se vuoi fare parte del gioco devi stare alle regole, e le regole non le decidi tu. 

 

Questa la riflessione astratta; ora i dettagli nel particolare:

 

sono andato in un paese straniero, senza conoscere nessuno, ho incominciato da zero, ho cambiato due lavoretti per mantenermi nel giro di sei mesi, fatto due tirocini, imparato una nuova lingua, l'afrikaans (o almeno le basi :D), poi ho trovato un lavoro.. mi sono sbattuto affinché mi tenessero dopo i tre mesi di prova..e così è stato; mi hanno fatto il contratto a tempo indeterminato. 

 

e ora?

 

Ora quel lavoro non è "abbastanza".. è nel mio campo però non mi da possibilità di crescere ulteriormente.. 

 

ma... se a me non importasse?

 

se "crescere ulteriormente" non mi importasse?

 

L'unico modo per realizzare se stessi è diventare il Presidente della Galassia?

 

Non si può essere felici decidendo di fermarsi? 

 

 

 

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Se chiedi "se a me non importasse?" deduco che per te sia abbastanza, e forse dall'esterno giungono spinte per andare ancora oltre. O forse sei semplicemente influenzato da questo modo di pensare diffuso?

Se davvero "crescere ulteriormente" non ti interessa, penso tu debba sentirti soddisfatto di quello che hai raggiunto finora, senza pensare ad un'ulteriore crescita; credo proprio che in un certo senso la felicità stia anche nel fermarsi e nel capire di aver raggiunto un obiettivo, disinteressandosi di un futuro più o meno lontano, ponendosi magari qualche obiettivo per così dire "minore".

Cerca di dare poco peso a ciò che gli altri si aspettano tu faccia, non puoi accontentare tutti, ma forse puoi accontentare te stesso! :)

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Wow, che bello l'afrikaans! Comunque, sono d'accordo con te, e mi è anche piaciuta la tua riflessione in merito questo argomento. Una persona intelligente può apprendere ciò che le pare, e non farsi influenzare dall'opinione altrui, già il voler imparare cose nuove e sperimentare con entusiasmo esperienze prima mai fatte, è una bella cosa. Ci sono anche persone intelligenti che però non hanno nessuna voglia di applicarsi, e nessuno deve "obbligarle" a fare grandi cose, l'importante è, anche se si fa poco nonostante il grande intelletto che avrebbe potuto portare ben oltre, essere soddisfatti di se stessi.

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Ora quel lavoro non è "abbastanza"

 

Dipende da dove arriva la voce dell'autosabotaggio.

 

Se è esterna dubito che la prenderesti in considerazione avendo chiare le idee sulle tue ambizioni, sulla tua gerarchia di valori, sul significato che attribuisci all'esistenza umana.

 

Se invece è interna allora devi capire con delicatezza che cosa è ancora in grado di scatenare la violenza del conformismo dentro di te, e perché non riesci ancora a proteggerti, a salvaguardare l'idea che hai creato della tua vita e l'immagine che persegui di te stesso.

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Beppino mio, è una domanda che in questo periodo mi sto ponendo anch'io.

I casi della vita mi stanno portando in contatto con gente che si prefigge degli obiettivi, che elabora strategie. Gente "che sa 'a sente calla", come dicono a Bergamo.

Ed io, di riflesso, sto nuovamente rileggendo il Tao te ching. Perché il loro modo di approcciarsi all'esistenza è giusto, ma il mio non è sbagliato. Io vivo nascosto - e mi piace, mi ci trovo bene, è il mio ambiente naturale.

Non so se ti sono stato d'aiuto, ma questo è il contributo che posso darti.

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non è mai abbastanza, no, per alcuni molto più che per altri...

 

quanto alla massima per la quale l'intelligenza senza ambizione sarebbe un uccello senz'ali, meglio strisciare a due o più zampe piuttosto che asservire la tua capacità di ragionare, comprendere e mettere in pratica a quello che la totalità di indefiniti altri si aspetta, presumibilmente, tu comprenda e metti in pratica.

 

a mio avviso, l'autonomia di giudizio è il presupposto imprescindibile di un'intelligenza che sia davvero tale...

 

la volontà, non necessariamente l'ambizione, fa il resto.

 

sei giovane: la tua inquietudine è sana.

 

ma se vivessi nell'urgenza di mettere in pratica ogni cosa che il cuore e la testa ti domandano di fare, non credo che la tua esistenza, volgendola verso l'illimitato, potrebbe mai arrestare ad altro che al Caos, il tuo destino.

 

metti ordine nelle tue priorità, senza fretta.

e, quando la totalità di quegli indefiniti altri che rumoreggia ora in te se ne starà zitta e muta, al cospetto del tuo Desiderio, ben consapevole di essere vivo, sarà certamente il momento di agire.

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Se sei insoddisfatto, devi capire da cosa nasce questa tua insoddisfazione. Hai passato un periodo nel quale hai cercato di competere con gli altri. Non penso che qualcuno ti abbia puntato una pistola in testa perchè tu lo facessi. E' stata una tua scelta. E poi hai capito che non era la tua strada. Non ti interessava essere il primo della classe.

 

L'ambizione per alcuni è positiva, perchè spinge l'individuo a fare, a raggiungere un obiettivo. Ma ha i suoi lati negativi. Per esempio quando per ambizione non ci facciamo scrupoli di metter in cattiva luce il collega di lavoro, per esempio. 

 

Fare qualcosa per il semplice gusto di farle, secondo me è l'atteggiamento giusto da tenere nella vita. Perchè in tal modo non sei vincolato da un obiettivo da raggiungere. L'obiettivo da raggiungere può esserti di stimolo, ma è anche controproducente. Se non riesci a raggiungerlo o vedi troppi ostacoli, questi ti demotiveranno. E perderai lo stimolo che avevi per fare quella determinata cosa. Mentre il fare per amore del fare in sè, se davvero è quella la vera motivazione, non te la toglierà nessuno. Quindi, secondo me, sei sulla strada giusta.

Tu dici di volere "crescere". Io credo che sia un desiderio legittimo che tu non devi ostacolare. Solo devi capire in quale direzione andare. Mi pare che tu confonda il "crescere" con il primeggiare, con essere ambiziosi.  Ma se "crescere" vuol dire fare qualcosa per gli altri... perchè ti devi "accontentare" di dove sei arrivato? Devi essere ambizioso non per essere il primo, se questo per te non significa nulla, ma per tanti altri motivi...

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Fare qualcosa per il semplice gusto di farle, secondo me è l'atteggiamento giusto da tenere nella vita.

Concordo.

Si può essere benissimo primi della classe, se quella è la nostra natura e non uno sforzo compulsivo; altrimenti, si può essere benissimo uomini e basta.

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Concordo.

Si può essere benissimo primi della classe, se quella è la nostra natura e non uno sforzo compulsivo; altrimenti, si può essere benissimo uomini e basta.

 

L'hai spiegato bene! L'obiettivo non dev'essere quello di diventare il primo in qualcosa, ma quello di migliorarci in quel determinato campo. E non è la stessa cosa! I due obiettivi sono diversi!

Ora mi viene in mente la storia di Van Gogh. Nella sua vita ha venduto pochi quadri, ed era povero. Però nelle lettere che scriveva al fratello, raccontava di come lui si sentisse bene ogni qualvolta si metteva a dipingere. Penso che per lui dipingere fosse qualcosa che sentiva dentro, qualcosa di più forte di lui. Ma non si può certo dire che nella sua vita abbia avuto successo. Il successo gli è arrivato dopo la sua morte. Questi sono casi rari (o no?) ma volevo dire che il successo forse non è sempre quello che si vede nelle storie dei film!

 

Quindi, Beppe_89, non devi per forza diventare il "Presidente della Galassia". Vuoi diventare qualcuno per essere ammirato?, oppure vuoi fare quello che ti piace e che ti fa sentire realizzato?

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Si chiama insoddisfazione cronica. C'è chi l'ha per la carriera,chi per i partner,chi per i soldi, ecc.

 

Io sono sempre stato del pensiero contrario, sacrificare parte della tua vita per una carriera credo non meriti la pena molte volte visti i compromessi richiesti. Il discorso non vale se sono carriere mosse dalla passione e ci si senta realizzati, ma sembrano pochi quelli che non pensano di aver dovuto fare pesanti rinunce.

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Io sono tutt'altro che insoddisfatto.

Io sono " troppo" soddisfatto di quello che faccio.. a tal punto che gli altri non si spiegano il perchè della mia soddifazione e pensano quindi che io sia poco ambizioso.

Perchè alla soddifazione, secondo quelli che mi circondano, non ci si dovrebbe arrivare mai.

Se ci arrivi significa che ti sei in realtá "accontentato".

 

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Edited by Beppe_89
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Io sono tutt'altro che insoddisfatto.

Io sono " troppo" soddisfatto di quello che faccio.. a tal punto che gli altri non si spiegano il perchè della mia soddifazione e pensano quindi che io sia poco ambizioso.

Perchè alla soddifazione, secondo quelli che mi circondano, non ci si dovrebbe arrivare mai.

Se ci arrivi significa che ti sei in realtá "accontentato".

 

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Fattela con altra gente, secondo me la cosa importante è trovare un lavoro decente che ti piaccia un minimo ma ancora di più mettere radici.

 

La vera ambizione oggi è radicarsi, senza radici vere non ci sono rapporti umani validi e non può esserci felicità pochi cazzi a riguardo.

 

Andate in capo al mondo a fare gli scienziati e rimarrete sempre sradicati, scegli un luogo e che sia per sempre

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Beppe, facevo un discorso generico, non ti conosco :). Se sei soddisfatto o no tocca a te deciderlo.

 

Credo che tu debba scrollarti di dosso questa sindrome dei pareri altrui. Se tu sei sei soddisfatto frega zero il parere altrui. Ti dico pure che certa gente si crede più soddisfatta o figa trovandosi oggettivamente in situazioni più insoddisfacenti di quelle proprie.

Io ho sempre fatto lavori particolari di cui vado orgoglioso perché poco comuni e con begli ambienti lavorativi, eppure mai pavoneggiato di questo e mi annoia pure parlare dei miei lavori. Per me non esistono lavori di categorie A o Z, l'importante è che ti permetta di andare a fine mese e ti dia tempo per vivere la vita. Nonostante ciò ho ricevuto pareri non richiesti da gente che fa lavori di merda(alias sottopagati, sfruttati,ecc.) e che sente la necessità di sminuire il mio lavoro.

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La vera ambizione oggi è radicarsi, senza radici vere non ci sono rapporti umani validi e non può esserci felicità pochi cazzi a riguardo.

 

In Italia ero, e sono, fortemente radicato.. forse però è proprio per questo che ho deciso di andarmene.

 

Fossi in te non sarei così certo che la serenità arrivi quando si riescono a mettere radici.  

 

 

 

a fare gli scienziati

 

Come osi? :D non sono un cervellone ingegnere...sono uno scapestrato architetto e designer :P  

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In Italia ero, e sono, fortemente radicato.. forse però è proprio per questo che ho deciso di andarmene.

 

Fossi in te non sarei così certo che la serenità arrivi quando si riescono a mettere radici.

 

 

Come osi? :D non sono un cervellone ingegnere...sono uno scapestrato architetto e designer [emoji14]

Avanti su vai a fare l impiegato alle Poste e poi scegli il colore delle tende all Ikea con il tuo ragazzo.

 

La vita va semplificata! Un weekend ogni tanto alle terme di Salsomaggiore e 15 giorni in Sicilia in estate, Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi.

 

Le radici sono affettive, francamente ho difficoltà a comprendere come sia possibile metterle in giro per il.mondo.

 

In genere chi vive fuori o non ha radici o scappa da problemi o per estrema necessità.

 

Ad ogni modo non so concepire una felicità senza radici mentre la so concepire senza essere brillanti sul.lavoro

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Avanti su vai a fare l impiegato alle Poste e poi scegli il colore delle tende all Ikea con il tuo ragazzo.

 

@iron84

 

Sì quello è il modo migliore per andare in depressione :D

 

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@iron84

 

Sì quello è il modo migliore per andare in depressione :D

 

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Ah beh la vita è questa sia che tu viva in un posto figo o sfigato all Ikea ci passerai contaci!
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