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Status di rifugiati per gli omosessuali provenienti da paesi in cui sono perseguitati


Iride

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Mi è capitato di recente di chiedermi cosa avrei fatto se fossi nata in un paese dove i diritti LGBT non sono riconosciuti, e l'essere omosessuale può portare a conseguenze gravi sul piano della salute personale (leggi morte).

 

Manco a farlo apposta, oggi ho letto un articolo linkato dalla Uaar:

http://genova.repubblica.it/cronaca/2016/09/06/news/_io_in_fuga_dal_gambia_all_italia_perche_gay_-147252367/

 

che parla di un giovane del Gambia che questa primavera è riuscito ad ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato perché omosessuale.

 

Il ragazzo racconta che nel suo paese aveva cominciato a diffondersi la voce della sua omosessualità (che secondo la Sharia equivale alla condanna a morte), al che ha deciso di fuggire in Senegal, e successivamente in Libia, da dove è partito per l'Italia, raggiungendo Lampedusa.

 

Nonostante abbia letto il link sulla pagina Facebook della Uaar, la maggior parte dei commenti che ho letto era del tipo "questi dicono che so' froci e diventano rifugiati" e "come si fa sapere se è veramente gay?" ma su quest'ultimo sorvolerei educatamente.

 

La domanda che mi faccio è la seguente: si tratta (come penso io) di un motivo valido per ottenere lo status di rifugiati in un paese?

Ci sono altre alternative? Ci sarebbe, cioè, anche la minima possibilità di restare nel proprio paese e riuscire a passare inosservati come omosessuali quando questo ne va della propria vita?

 

E infine: secondo voi c'è il rischio reale che altri richiedenti asilo si dichiarino omosessuali esclusivamente per ottenere lo status di rifugiati? A parer mio non molti musulmani sarebbero disposti a fingersi omosessuali, ma non ne ho veramente idea.

Edited by Iride
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E' un tema spinosissimo, insomma tiri fuori domandoni del tipo "come nascono i bambini" "come si fa a capire se un rifugiato è gay" "cosa ha fatto Dio l'ottavo giorno?" ecc. Ricordo che l'anno scorso ci fu una polemica molto forte in Repubblica Ceca dal momento che era l'ultimo paese dell'UE ad avere (anche se credo inutilizzati) alcuni istituti legislativi che permettevano alle autorità di fare "accertamenti" non meglio chiariti per capire se un richiedente asilo stava dicendo la verità sul proprio orientamento sessuale. Il rischio di raggiri non so se sussista, ma effettivamente l'ostracismo violentissimo cui il rifugiato sarebbe sottoposto nel momento in cui è chiamato a fare un coming out ufficiale credo che di per se stesso riesca a frenare l'ipotetico problema.

 

In fin dei conti uno si potrebbe anche porre il medesimo dubbio sul rifugiato che dichiara di essere ateo, e per questo perseguitato: in determinati paesi (Egitto, Bangladesh, Arabia Saudita ecc) essere atei o comunque dichiararlo pubblicamente è un crimine perseguito penalmente, ma come faccio a capire che chi ho davanti è ateo oppure un religioso in cerca di fuga? Vale credo lo stesso ragionamento. Così come vale lo stesso ragionamento per un richiedente asilo che fugge da una guerra civile affermando di essere un civile perseguitato dai militari, o chi scappa da una guerra etnica affermando di essere di un'etnia di minoranza che sta subendo persecuzione da parte delle forze ufficiali.

 

Purtroppo sono poco informato su queste tematiche quindi non so come materialmente avvenga la raccolta di dichiarazioni ai fini della compilazione/accettazione della domanda di asilo, ma credo che le autorità si sincerino principalmente di appurare che il ritorno in patria del rifugiato ne comporterebbe l'automatica incarcerazione o comunque punizione a livello giuridico, per questo o per quel motivo.

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La domanda che mi faccio è la seguente: si tratta (come penso io) di un motivo valido per ottenere lo status di rifugiati in un paese?

 

Certamente sì, infatti il profugo de quo l'ha ottenuto per questo:

si tratta di violazione di diritti umani fondamentali.

Ovviamente è necessario che il profugo fugga in un Paese dove l'omosessualità non sia legalmente perseguita, come appunto l'Italia.

 

 

 

 

Ci sono altre alternative? Ci sarebbe, cioè, anche la minima possibilità di restare nel proprio paese e riuscire a passare inosservati come omosessuali quando questo ne va della propria vita?

 

Ebbe' certo:

dissimulare un comportamento che può avere effetti capitali, salva la vita, ma la capacità di dissimulare dipende dalle singole persone, inoltre dissimulare con estranei può essere più facile che dissimulare in famiglia o con persone con cui si convive quotidianamente.

 

 

 

 

E infine: secondo voi c'è il rischio reale che altri richiedenti asilo si dichiarino omosessuali esclusivamente per ottenere lo status di rifugiati? A parer mio non molti musulmani sarebbero disposti a fingersi omosessuali, ma non ne ho veramente idea.

 

Chiaramente è possibile che ci sia simulazione, anche se non penso essa dipenda poco o molto dall'essere o no musulmani, ma piuttosto dalla repulsione che, in forza della propria formazione culturale, non solo religiosa, ciascuno può avere contro l'omoerotismo.

D'altronde si possono invocare molteplici ragioni politiche o religiose o sociali o razziali eccetera, quindi non mi pare che la simulazione d'essere omosessuale sia quella preferibile e neppure preferita, considerando anche che spesso l'omoerotismo è aborrito dagli stessi compagni di sventura, come dimostra la relazione citata.

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E' vero ma tenete conto che una richiesta simile di per sè non verrebbe fatta da qualche fondamentalista, per quanto disperato, per la loro becera mentalità, nessuno dichiarerebbe una cosa simile.
Inoltre la stragrande maggioranza di chi parte ha una famiglia nel paese di origine, quindi una volta accertata la presenza di moglie e figli la vedo dura dimostrare la propria omosessualità.

Per quanto semplice come richiesta da fare, la ritengo residuale.

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Effettuare test medici è una violazione dei diritti umani

A questo pronunciamento ufficiale si è giunti a seguito

del cd "test fallometrici" adottati nella repubblica Ceca

 

In conseguenza la fonte di prova principale è la testimonianza

del richiedente, che sarà sottoposto ad interrogatorio per valutarne

anche la credibilità

 

Mentre per quanto riguarda la situazione nel paese di origine possono

essere disponibili informazioni di ordine generale, che possono avallare

il convincimento sul "timore di persecuzione" ( non basta una mera

discriminazione o stigmatizzaizione altrimenti tutti gli omosessuali del

terzo mondo potrebbero chiedere asilo ) o comunque costituire un indicatore

anche per la valutazione della testimonianza

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Ma vi pare che un Pakistano eterosessuale e musulmano

si inventerebbe mai di essere per lo status di rifugiato

quando può inventarsi di essere ateo od oppositore politico?

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Mentre per quanto riguarda la situazione nel paese di origine possono

essere disponibili informazioni di ordine generale, che possono avallare

il convincimento sul "timore di persecuzione" ( non basta una mera

discriminazione o stigmatizzaizione altrimenti tutti gli omosessuali del

terzo mondo potrebbero chiedere asilo ) o comunque costituire un indicatore

anche per la valutazione della testimonianza

In base a questo si dovrebbe accordare lo status di rifugiato a un omosessuale russo?

In Russia la legge non vieta i comportamenti omosessuali, ma condanna con il carcere la "propaganda" omosessuale e il parlare di omosessualità con minori. Nei fatti però la discriminazione è così forte che a volte esistono delle ronde di quartiere organizzate dai cittadini (di solito giovani) che si occupano di fare spedizioni punitive contro i ragazzi gay o sospetti tali, e qualche volta ci scappa il morto.

Però tecnicamente non ci sono delle leggi direttamente contro gli omosessuali, basta la frequenza delle discriminazioni?

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Non sono a conoscenza di casi specifici sulla Russia

 

Il timore di persecuzione può però derivare anche

da situazioni ambientali che prescindono dalla legislazione

generale del paese, tipo:

 

-- nel mio paesino siberiano sono stato pestato a sangue ( ho visto pestare a sangue un altro )

-- la polizia non ha fatto niente per perseguire i colpevoli

-- la mia famiglia vuole impormi un matrimonio eterosessuale ( impone ad altri il matrimonio )

 

In un caso del genere c'è o ci potrebbe essere in parte sia

la persecuzione, se i fatti sono riferibili a me, che il timore di persecuzione

se i fatti sono riferibili ad altri che sono gay come me

 

Non basta l'inesistenza di una legge che mi tuteli dalla discrimazione

se riesco a dimostrare concretamente il timore di persecuzione però

ho il diritto di asilo

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Ma vi pare che un Pakistano eterosessuale e musulmano si inventerebbe mai di essere per lo status di rifugiato quando può inventarsi di essere ateo od oppositore politico?

 

Non so se sia più  pericoloso in una comunità  musulmana dichiararsi ateo oppure credente omosessuale:

ho il sospetto che sia molto più pericoloso l'ateismo.

E forse anche il dichiararsi oppositore politico non è di tutta tranquillità.

Tutto considerato l'omosessualità potrebbe essere considerata un male minore....

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Tutto considerato l'omosessualità potrebbe essere considerata un male minore....

 

Sono incline a concordare su questo punto.

Anche nelle varie confessioni cristiane l'omosessualità e l'ateismo sono oggetto di pesanti critiche, ma la seconda è una scelta attiva, mentre la prima no. La religione cristiana è disposta ad accettare un omosessuale che si astenga da rapporti sessuali non considerati appropriati, mentre per un ateo non ci sono proprio vie di scampo in tale senso.

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Non ho detto che devono fingersi Atei in Arabia Saudita,

ho detto che farebbero prima a fingersi Atei in Italia.

Anche ammesso che essere gay in A.S. sia meglio di dichiararsi Atei

è comunque evidente che tra fingersi Atei o gay in Italia la prima è assolutamente più facile

(anche perché ti permette di avere una famiglia senza che si scopra la truffa).

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In realtà ciò che capita - se parliamo di rifugiati musulmani gay

è che molti preferiscono dire che il cugino è andato in giro a dire

che sono omosessuali e quindi sono dovuti scappare perchè erano

in pericolo a causa della circolazione di queste "voci"

 

A fatica ammettono di aver avuto comportamenti omosessuali

 

Nella sostanza il gay musulmano racconta storie di Outing ma preferirebbe

lasciare nel vago la questione della sua identità, perchè se ne vergogna

Paradossalmente tende a rispondere contro il suo interesse a causa della

sua stessa omofobia

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Non ho detto che devono fingersi Atei in Arabia Saudita, ho detto che farebbero prima a fingersi Atei in Italia.

 

L'avevo capito:

infatti mi sono riferito ai problemi dell'omosessuale mussulmano nel rivelarsi ai suoi correligionari in Italia, come risultano dall'intervista di Repubblica citata da Iride:

"Racconta la sua storia a bassa voce, mentre nella stanza accanto dormono i suoi coinquilini dell'Africa occidentale, profughi e musulmani come lui. «Non devono sapere nulla, non lo accetterebbero», spiega".

 

Dubito che, se si fosse finto ateo, i correligionari l'avrebbero accettato, anzi, tutto considerato penso che per un credente, anche non fanatico, l'ateismo sia un'empietà ben peggiore della sodomia e questo sia per Cristiani sia per Musulmani sia per Ebrei, il che per altro è anche logico, dato che il peccatore di sodomia viola la legge divina, ma non necessariamente la rifiuta, mentre l'ateo rifiuta sic et simpliciter l'idea stessa di dio.

 

 

 

 

Anche ammesso che essere gay in A.S. sia meglio di dichiararsi Atei

 

Non so se sia meglio, se non altro perché in Arabia le pene sono molto soggette alla discrezionalità del giudice, ma è un fatto che dichiararsi atei, cioè rifiutare Allah, integra per ciò stesso la fattispecie delittuosa, mentre essere omosessuali a rigore non integra in sé e per sé la fattispecie delittuosa in assenza d'atti sodomitici, dato che il reato sta appunto nel congiungersi carnalmente con un altro uomo, non nell'essere omosessuale.

similmente la cosa è trattata nella concezione cristiana tradizionale.

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Perlopiù è proprio come dice Hinzelmann, anche nel caso si tratti di cristiani. In linea di massima è piuttosto difficile essere sicuri al 100% che siano veramente omosessuali, perché sono molto resti a parlare e non vogliono neppure frequentare associazioni tipo Arcigay dove magari saprebbero aiutarli in questo senso. Però il fatto che di richieste per questo motivo ne arrivino molto poche aiuta a dare veridicità. Poi c'è anche il fatto che bene o male, almeno nelle città più grandi, si sono create delle comunità nazionali che danno un aiuto al di fuori di quelli istituzionali, far girare troppo la voce potrebbe alienare la comunità, per quello i rifugiati gay tengono un basso profilo in genere.

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Ad un omosessuale in fuga, l'Italia è l'ultimo dei paesi occidentali in cui verrebbe in mente di chiedere asilo politico ...

 

Penso che uno che fugge dal fuoco non si preoccupi tanto della temperatura ambiente del Paese dove cerca scampo, quanto piuttosto si preoccupi di trovarlo il più vicino ed accessibile gli sia possibile.

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In realtà secondo i vari trattati non ci sarebbe possibilità di scelta eh. E i paesi firmatari dei trattati a tutela dei rifugiati avrebbero l'obbligo di accogliere e tutelare chi ne abbia diritto. ( non come l'Italia che fa proseguire verso nord) Non è che uno che scappa dalla guerra o dalla fame possa fare ricerche e scegliere il paese dove andare in base ai possibili benefit. Almeno non è questo che era stato previsto dalle risoluzioni a favore dei rifugiati.

Edited by Salamandro
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Penso che uno che fugge dal fuoco non si preoccupi tanto della temperatura ambiente del Paese dove cerca scampo, quanto piuttosto si preoccupi di trovarlo il più vicino ed accessibile gli sia possibile.

 

Infatti c'è persino chi lo chiede in Turchia o in Ungheria o in Ruanda se sei un gay ugandese ... comunque la mia era solo una provocazione ...  

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