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La filosofia di Henry Thoreau


Rotwang

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Il più delle volte, una vita moderna di successo implica usare molta tecnologia, essere in costante connessione con altre persone, lavorare molto duramente per più denaro possibile e fare ciò che viene detto. Perciò può sorprendere che alcuni dei migliori consigli sulla vita moderna vengano da uno scrittore disoccupato che visse da solo nei boschi e si rifiutò di pagare le tasse.

 

Henry David Thoreau ci ricorda l'importanza della semplicità, dell'autenticità e di una decisa disobbedienza. Nacque nel 1817 a Concord, una modesta cittadina a ovest di Boston. Suo padre era un fabbricante di matite e sua madre un'affittacamere. Iniziò a frequentare l'università di Harvard nel 1833, ma rifiutò le carriere normali come giurisprudenza e medicina, e quella ecclesiastica. Più tardi, Thoreau strinse un'importante amicizia con il filosofo trascendentalista americano Ralph Waldo Emerson. Il trascendentalismo è una filosofia secondo cui la realtà spirituale è più importante di quella materiale per vivere una vita appagante. Emerson e il suo trascendentalismo influenzarono profondamente Thoreau. Inoltre, Emerson aiutò Thoreau a trovare un posto in cui potesse concentrarsi sulla scrittura. Il filosofo aveva un pezzo di terra nei boschi che circondano il vicino lago Walden e nel 1845 permise a Thoreau di costruirci un capanno di 3 metri per 4,5. Nei due anni passati nel capanno, Thoreau scrisse la prima stesura della sua opera più importante, Walden, ovvero vita nei boschi, che poi pubblicò nel 1854. Sarebbe diventato un testo di riferimento sulla scoperta di sé.

 

Thoreau sostenne che la sua fuga al lago Walden non fu semplicemente un rilassante ritiro nella foresta. Si trasferì lì "per vivere profondamente e succhiare il midollo della vita", scrisse. "Andai nei boschi perché desideravo vivere in modo consapevole, per affrontare solo i fatti essenziali della vita e vedere se fossi in grado di imparare ciò che poteva insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non avevo vissuto".

Dopo qualche tempo nel capanno, Thoreau scoprì uno stile di vita diverso, più consapevole. Per prima cosa, giunse alla conclusione che abbiamo realmente bisogno di pochissime cose. Suggerì che pensiamo ai nostri averi in termini del poco che possiamo ricavarne anziché di quanto possono darci. Riuscì a sostentarsi lavorando soltanto un giorno alla settimana. Sottolineò che per fare a piedi le 30 miglia di un viaggio in treno ci vuole un giorno, ma guadagnare i soldi del biglietto richiede più di una giornata di lavoro. Come il suo amico Emerson, Thoreau apprezzava profondamente ciò che definì autosufficienza. Diffidava della società e del progresso che pretendeva di aver compiuto. "L'uomo civilizzato ha costruito la carrozza", disse, "ma ha perso l'uso dei propri piedi".

Credeva che l'indipendenza economica dalle altre persone e dal governo era cruciale e, benché avesse compreso che ogni tanto abbiamo bisogno di compagnia, sentiva che, troppo spesso, usiamo gli altri per riempire i vuoti della nostra vita interiore che abbiamo paura di affrontare. Per Thoreau, l'obiettivo di imparare a vivere da solo non riguardava tanto il sapere svolgere le faccende quotidiane, quanto piuttosto il diventare un buon compagno per se stesso, facendo affidamento innanzitutto su di sé per l'amicizia, la confidenza e la guida morale. "Insisti tu stesso, non imitare mai", scrisse. Soprattutto, bisognerebbe cambiare se stessi prima di cercare di cambiare il mondo.

 

Thoreau, inoltre, considerava la tecnologia una distrazione spesso superflua. Vedeva i vantaggi pratici delle nuove invenzioni, ma sapeva anche che queste innovazioni non potevano affrontare le vere sfide della felicità personale. "Le nostre invenzioni sono di solito graziosi giocattoli che distraggono la nostra attenzione dalle cose serie... Abbiamo grande fretta di costruire un telegrafo magnetico dal Maine al Texas, ma, forse, il Maine e il Texas non hanno nulla di importante da comunicare".

 

Thoreau pensava che invece dovremmo guardare alla natura, che è piena di significato spirituale. Riteneva che animali, foreste e cascate avessero un valore in sé per la loro bellezza e per il loro ruolo nell'ecosistema. Possiamo comprendere meglio noi stessi considerandoci parte della natura, come natura che guarda alla natura, piuttosto che come una forza esterna, che della natura è padrona. Soprattutto, la natura fornisce il significato che denaro, tecnologia e opinioni altrui non possono dare, insegnandoci a essere più umili e consapevoli, favorendo l'introspezione e la scoperta di sé. Questo stato mentale, non il denaro o la tecnologia, offre un vero progresso. Thoreau dichiarò ottimisticamente: "Spunta solo il giorno che ci trova svegli. Molto è il giorno che deve ancora sorgere. Il sole non è che una stella mattutina". Forse la migliore testimonianza del valore delle sue idee di contemplazione individuale e autenticità personale è che esse lo portarono a potenti conclusioni politiche.

 

Thoreau sosteneva che il popolo è moralmente obbligato a contestare un governo che sostenga leggi ipocrite o palesemente ingiuste. Quindi si rivolse a quella che definì disobbedienza civile, ovvero resistere pacificamente a leggi immorali, per protesta.

Nel giugno del 1846 rifiutò di pagare la sua imposta pro capite per evitare di finanziare la guerra messicano-statunitense e la schiavitù. "Non chiedo si abolisca immediatamente il governo, chiedo immediatamente un governo migliore", scrisse dopo aver passato la notte in prigione. Soltanto quando fu ripreso dai riformatori successivi il suo saggio Disobbedienza civile divenne uno dei testi più importanti della filosofia politica americana nella storia; influenzò Gandhi, Martin Luther King e la resistenza antinazista. Nonostante i suoi anni da eremita, Thoreau ci insegna come affrontare la società moderna, paurosamente vasta, altamente interconnessa e moralmente preoccupante. Ci esorta a essere autentici, non semplicemente evitando la vita materiale e le sue distrazioni, ma impegnandoci nel mondo e ritirando il nostro sostegno al governo quando riteniamo che agisca in modo ingiusto. La sua opera resiste e ci ricorda quanto sia importante eliminare le distrazioni del denaro, della tecnologia e delle opinioni altrui per vivere secondo la nostra natura migliore e più autentica.

 

Siete d'accordo?

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Ho sentito parlare di questo libro per la prima volta, nella trasmissione di Rai Tre, "Pane Quotidiano" di Concita De Gregorio, nella rubrica "il libro che ti ha cambiato la vita".

Da allora ce l'ho sempre in mente e mi riprometto di leggerlo.

Mi fa piacere leggere una recensione di questo libro.

E' un po' datato, e mi domandavo in che stile fosse stato scritto.

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