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Situazione difficile... andare all'estero?


Aderus

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Salve a tutti, sono nuovo di questo forum. Mi sono iscritto per ricevere qualche consiglio o se qualcuno ha vissuto/vive la mia stessa situazione. Cercherò di essere il più breve possibile. Sono gay, ho 22 anni e non sono dichiarato. Abito in un paesino molto piccolo, e si sa, nei paesi tutti conoscono tutti. La mentalità dove vivo è molto bigotta, arretrata, in poche parole l'omosessualità non è stata sdoganata, anzi... I miei amici, ai quali comunque voglio molto bene, sull'argomento non sono molto flessibili e quindi mi ritrovo costretto a fingere. Vivo insieme a mia mamma e mio fratello, con mio padre non ho alcun tipo di rapporto, giustamente, un padre assente e violento, sia psicologicamente (nei confronti di me e mio fratello) e fisicamente (nei confronti di mia madre). Quando avevo 5 anni mia mamma l'ha cacciato di casa. Mia madre ha sofferto comunque tanto e ne è uscita distrutta (15 anni insieme ad un uomo del genere ti distruggono). Ora sta bene, ma le conseguenze comunque ci sono, è una persona molto fragile e sensibile, motivo per il quale con lei non me la "sento" di aprirmi e dargli un'ulteriore "dispiacere". Per dispiacere intendo il fatto che comunque per un genitore può essere destabilizzante, soprattutto all'inizio e, ahimè, non me la sento. Non che avere un figlio gay sia un dispiacere, spero di aver trasmesso bene il messaggio che intendevo e di non aver offeso nessuno. Frequento l'università e sono un po' indietro, un po' tanto. Ho avuto 2 sole esperienze, l'ultima si è conclusa a Luglio. Un ragazzo, più o meno delle mie parti, conosciuto casualmente su una chat, un ragazzo splendido. Questa esperienza è durata 3 mesi, poi lui ha chiuso, mi vedeva solamente come un amico al quale comunque vuole molto bene. Io ho sofferto tanto, troppo forse. Entrambi non dichiarati e tutto vissuto all'oscuro. Nei 2 mesi successivi ci siamo sentiti (su mia iniziativa) si è no, 6 volte, a volte per sapere come stava, 1 volta ho riprovato, ma nulla, per lui le cose non sono cambiate e non cambieranno. E' stato comunque sempre molto gentile e mi ha dato anche dei consigli. Non gli posso dire nulla a lui, non poteva darmi di più, però ho sempre desiderato un ragazzo d'oro. Mi chiede di rimanere più in là in buoni rapporti, rifiuto e gli confido che andrò da uno psicologo ed è qui che scopro che io sono un dipendente affettivo. Questo ragazzo adesso è all'estero. Sono gay, padre assente, non sono dichiarato ed io, appena trovo un ragazzo, mi ci appoggio completamente. Perché ricevo affetto e protezione che una figura maschile (mio padre) non mi ha mai dato. La mia storia familiare, il rifiuto e l'indifferenza di mio padre (che comunque ancora adesso incontro per il mio paese, ma non ci salutiamo), mi ha portato alla dipendenza affettiva, sia che sia gay che non. Sono gay e il fatto di non avere nessuno con cui parlarne agevola ancora di più il mio attaccamento all'eventuale partner, quelle rare volte che lo incontro, poiché le possibilità di spostamento e di conoscenza sono poche, le bugie da dire sono tante. Scopro di non sentirmi libero. Scopro che sto viaggiando verso l'infelicità totale. Con la psicologa stiamo innanzitutto lavorando sul mio problema, la dipendenza affettiva, e la mia autostima e poi affrontare anche l'argomento del CO. Sto soffrendo, sia perché devo staccarmi da questo ragazzo, tagliare quel cordone affettivo che mi lega a lui, sia perché sono da solo ad affrontare questo percorso. Ho i miei amici, ma da finto etero. Se arrivo a fare CO, mi ritroverò ancora più solo di quanto già non lo sia. Stavo valutando quindi di partire per l'estero ed essere così pienamente me stesso, non riesco più a sopportare tutto questo e mi sento infelice, non mi sento libero. Dall'altra parte però, così, devo lasciare l'università... Ed anche questa non è una scelta facile, ho paura di pentirmene.. Non so davvero cosa fare... ho paura e non so se sto solo scappando, se sono un codardo... Vorrei ricevere qualche consiglio, un confronto se possibile, se qualcuno ha vissuto la mia stessa situazione... grazie in anticipo a chi mi risponde...

Edited by Aderus
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Quanto tempo ti manca a finite l'uni ?

 

Potresti far valere all'estero l'uni che hai fatto in italia e finirla all'estero ?

 

1 annetto all'incirca per prendere la triennale... alla seconda domanda non ne ho idea, ma non credo, dovrei prima prendere la laurea e poi trasferirmi con quel titolo...

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Tua mamma immagino sia a conoscenza delle tue psicosedute, no? Quale pensa sia la causa, se non sei dichiarato?

La tua situazione è molto comune ai giovani gays di provincia, sperduti nelle desolate lande italiche, motivo per cui sfogliando il forum son certo che troverai tante esperienze da cui attingere preziosi consigli.

Hai mai valutato l'idea di continuare l'università in un grande polo italico, unendo cosi l'utile (trasferimento nazionale, proseguimento degli studi) al dilettevole (tante nuove conoscenze, e discretà possibilità di conoscere gays)?

Non pensare che l'estero sia sempre e solo la luce in fondo al tunnel: anzi, vista la fragilità intrinseca di cui parli, sarebbe indicato rimanere, almeno per ora, in casuccia Italia.

In bocca al lupo!

Edited by Laen
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Tua mamma immagino sia a conoscenza delle tue psicosedute, no? Quale pensa sia la causa, se non sei dichiarato?

La tua situazione è molto comune ai giovani gays di provincia, sperduti nelle desolate langhe italiche, motivo per cui sfogliando il forum son certo che troverai tante esperienze da cui attingere preziosi consigli.

Hai mai valutato l'idea di continuare l'università in un grande polo italico, unendo cosi l'utile (trasferimento nazionale, proseguimento degli studi) al dilettevole (tante nuove conoscenze, e discretà possibilità di conoscere gays)?

Non pensare che l'estero sia sempre e solo la luce in fondo al tunnel: anzi, vista la fragilità intrinseca di cui parli, sarebbe indicato rimanere, almeno per ora, in casuccia Italia.

In bocca al lupo!

Ciao, grazie per il consiglio. Sì, mia madre ne è a conoscenza, sa solamente che io vado perché negli anni non ho elaborato il rifiuto e la violenza psicologica subita da mio padre, il che è vero... io molte cose le ho represse e non le ricordo. Motivo della mia dipendenza affettiva. Lei adesso si sente molto in colpa per via dell'uomo che ha scelto, perché vede in me ripercussioni dettate da ciò che abbiamo vissuto... e sta soffrendo per me e quindi la verità in toto non mi sento proprio di dirgliela. Sì, ho valutato anche la possibilità di trasferirmi in una città, andare all'estero è sempre stato il mio sogno, però come hai detto tu giustamente devo valutare bene, tenere conto anche della mia fragilità personale. Ti ringrazio...

Edited by Aderus
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Concentrati su te stesso e finisci l'uni. Finisci il percorso psicologici e tra un annetto se te la senti puoi andare all'estero o provare in un'altra città.

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Io farei un passo alla volta e cercherei di portarea a casa sempre qualche cosa. Per cui finisci l'università e poi valuta se fare la magistrale li, o in un altra città. Per l'estero io valuterei uando sei pronto per lavorare, non prina, sprecheresti troppe energie per niente e per avere un lavoro insulso. Cerca anche, nei limiti del possibile, di conoscere più persone ed allargare la cerchia, so che è difficile ma potrebbe aiutarti anche psicologicamente

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Una persona che soffre di dipendenze affettive che va a vivere all'estero? Aspetta di risolvere i tuoi problemi, datti un altro pò di tempo

No, questo lo so. Infatti, prima sto affrontando questo percorso. Ora è più di un mesetto e comunque sto ottenendo dei risultati. All'inizio la sofferenza è stata tanta, ho dovuto recidere ogni contatto con questo ragazzo (seppur lui non si sia comportato male con me) ed è questo quello che mi ha fatto più male, oltre al fatto di scoprire di avere la dipendenza affettiva. Finito questo percorso di centralizzazione di me stesso volevo partire per l'estero... il CO, qui, mi sembra impossibile, c'è veramente molto bigottismo dove abito io... ho paura di quando affronteremo il discorso/processo del CO, sebbene la psicologa mi ha detto che è una mia scelta, ovviamente io non sono obbligato ma che porta sicuramente ad una maggiore libertà, spontaneità ed un miglioramento della mia vita. Questo è vero. Ma potrei ottenere il risultato opposto, ritrovarmi completamente solo... Ho questo problema, ma non avere nessun appoggio, nessuno con cui parlarne al di fuori di un eventuale rapporto di coppia, amplifica ulteriormente questa mia problematica, per questo il CO, per me, sotto questo punto di vista, mi potrebbe essere di grande aiuto..

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Ciao, innanzitutto chapeau, sei molto coraggioso per la tua età, hai e stai affrontando delle "robette" niente male: la tua famiglia l'università te stesso. Secondo me ci sta essere un po' giù e nonostante tutto sei qui a parlarcene, ripeto molto coraggioso direi quasi fico! Io fossi stato in te mi sarei incasinato ancora di più, invece tu vai per la tua strada, zoppicando ma vai.

Secondo me al momento se poco obbiettivo è stai prendendo le cose di petto ( e ci sta con quello che ti succede). Dovresti fermarti un attimo e essere più pragmatico, voglio dire invece di andare all'estero ,magari una città più grande tipo un capoluogo qui in Italia e poi magari andare all'estero. L'università pensi di rimetterti in pari? É veramente quello che vuoi fare? Ci sono anche altre opportunità.

La tua famiglia...qua non mi pronuncio il co lo devi decidere te, non pensare che tu possa dare un dispiacere, il dispiacere se lo creano da soli sta a te ad aiutarli a capire. Io ho voluto solo darti degli spunti e penso da quello che ho letto che hai il fegato di farcela e realizzarti ne sono sicuro!

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Adesso è inutile andare a vivere all'estero, perché spezzi alcune vicinanze che ti sono molto utili (psicologa, università) e metti in ballo immediatamente una serie di problematiche che potresti ancora rimandare senza troppe conseguenze negative (madre distrutta, coming out). La situazione paradossalmente, per come è messa è favorevole a farti affrontare con grado di priorità su tutto proprio la questione della dipendenza affettiva e del superamento della relazione conclusa.

 

Alle sedute psicologiche devi affiancare la ricostruzione della tua persona e questo lo puoi fare dedicandoti ai tuoi interessi personali con grande intensità e sviluppandone di nuovi oltre a fare una serie di nuove esperienze che prima non avresti mai fatto. Sport, hobby, arte, corsi, volontariato, viaggi, hai solo l'imbarazzo della scelta. Naturalmente va da sé che devi cancellare numero, contatti, foto, social networks, messaggi, chat e qualsiasi altra merda virtuale relativa alla vecchia relazione, e buttare nella spazzatura anche tutti gli oggetti e i regali che te la ricordano.

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Ciao, innanzitutto chapeau, sei molto coraggioso per la tua età, hai e stai affrontando delle "robette" niente male: la tua famiglia l'università te stesso. Secondo me ci sta essere un po' giù e nonostante tutto sei qui a parlarcene, ripeto molto coraggioso direi quasi fico! Io fossi stato in te mi sarei incasinato ancora di più, invece tu vai per la tua strada, zoppicando ma vai.

Secondo me al momento se poco obbiettivo è stai prendendo le cose di petto ( e ci sta con quello che ti succede). Dovresti fermarti un attimo e essere più pragmatico, voglio dire invece di andare all'estero ,magari una città più grande tipo un capoluogo qui in Italia e poi magari andare all'estero. L'università pensi di rimetterti in pari? É veramente quello che vuoi fare? Ci sono anche altre opportunità.

La tua famiglia...qua non mi pronuncio il co lo devi decidere te, non pensare che tu possa dare un dispiacere, il dispiacere se lo creano da soli sta a te ad aiutarli a capire. Io ho voluto solo darti degli spunti e penso da quello che ho letto che hai il fegato di farcela e realizzarti ne sono sicuro!

Ti ringrazio per l'incoraggiamento e la fiducia :)

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Adesso è inutile andare a vivere all'estero, perché spezzi alcune vicinanze che ti sono molto utili (psicologa, università) e metti in ballo immediatamente una serie di problematiche che potresti ancora rimandare senza troppe conseguenze negative (madre distrutta, coming out). La situazione paradossalmente, per come è messa è favorevole a farti affrontare con grado di priorità su tutto proprio la questione della dipendenza affettiva e del superamento della relazione conclusa.

 

Alle sedute psicologiche devi affiancare la ricostruzione della tua persona e questo lo puoi fare dedicandoti ai tuoi interessi personali con grande intensità e sviluppandone di nuovi oltre a fare una serie di nuove esperienze che prima non avresti mai fatto. Sport, hobby, arte, corsi, volontariato, viaggi, hai solo l'imbarazzo della scelta. Naturalmente va da sé che devi cancellare numero, contatti, foto, social networks, messaggi, chat e qualsiasi altra merda virtuale relativa alla vecchia relazione, e buttare nella spazzatura anche tutti gli oggetti e i regali che te la ricordano.

Sì, ci sto provando. Ho già tagliato ogni tipo contatto con lui. Per il resto, sì, forse è meglio affrontare una cosa per volta e poi valutare meglio...

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Concordo con gli altri ragazzi, prima di prendere in considerazione l'estero ti conviene finire la triennale e nel mentre continuare il tuo percorso con la psicologa.

Raggiungere risultati come il laurearsi ti aiutera' a essere piu forte e migliorera' la tua autostima. Come suggeriva Sampei anche sport, hobbies e altre attivita' ti potrebbero aiutare.

 

Detto questo io all'estero ci vivo e a dir la verita' e' un esperienza che consiglio a tutti nella vita, pero' soprattutto all'inizio puo' essere molto difficile, in questo momento mi sembri un po fragile e potresti non essere nelle condizioni ideali per affrontare alcune difficolta'.

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ho avuto una storia in parte simile alla tua ... ed ho scelto di andare via, ma i parametri erano diversi:1) nonostante l infanzia difficile non subivo di alcuna patologia,2) l università l avevo appena iniziata quindi non avevo molto da perdere..... a distanza di 6 anni posso dirti che rifarei mille volte la stessa scelta ...però ti ripeto io da perdere avevo poco, e l opportunità lavorativa era veramente ottima.... quello che mi sento di dirti è di valutare con lucidità la situazione ... cioè se non riesci a sopportare più il modo " finto" in cui vivi allora parti ...ti servirà per crescere!

però non sottovalutare i tuoi problemi, trovarti da solo potrebbe si aiutarti ad affrontarli con più tranquillità, ma potrebbe anche essere un ulteriore mazzata sul tuo equilibrio...

in bocca al lupo

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ho avuto una storia in parte simile alla tua ... ed ho scelto di andare via, ma i parametri erano diversi:1) nonostante l infanzia difficile non subivo di alcuna patologia,2) l università l avevo appena iniziata quindi non avevo molto da perdere..... a distanza di 6 anni posso dirti che rifarei mille volte la stessa scelta ...però ti ripeto io da perdere avevo poco, e l opportunità lavorativa era veramente ottima.... quello che mi sento di dirti è di valutare con lucidità la situazione ... cioè se non riesci a sopportare più il modo " finto" in cui vivi allora parti ...ti servirà per crescere!

però non sottovalutare i tuoi problemi, trovarti da solo potrebbe si aiutarti ad affrontarli con più tranquillità, ma potrebbe anche essere un ulteriore mazzata sul tuo equilibrio...

in bocca al lupo

Ciao, ti ringrazio per la risposta. La mia comunque non è una patologia. Esiste il dipendente affettivo patologico ma io non sono a questi livelli fortunatamente. La mia è una condizione dettata da molti fattori. Sono andato io, di mia spontanea volontà dallo psicologo perché ho capito che, al di là del partner, c'era qualcosa di sbagliato nel mio approccio relazionale. Sono giovane ed è una fortuna che io me ne sia accorto così presto. Devo solo imparare ad essere sicuro di me stesso, aumentare la mia autostima e conservare una mia indipendenza quando entro in una relazione, invece di appoggiarmi al partner che diventa il mio punto di riferimento. Devo stare bene con me stesso, questo è quanto :) Ti ringrazio molto per i tuoi consigli comunque, ti faccio anche io un grande in bocca al lupo.

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