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New Queer Cinema: tentativo di una definizione


Hinzelmann

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Cosa è il New Queer Cinema?

 

Questa è la definizione di wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/New_Queer_Cinema

 

E' una descrizione che non mi soddisfa perché infilandoci dentro Warhol, Fassbinder, Almodovar

autori ed opere addirittura precedenti il conio della stessa espressione che vorrebbe definire, mi

pare finisca per renderla del tutto generica ed equivalente a cinema LGBT

 

Quindi inutile

 

Quando poi si cita Hitchcock che è pure Etero e noi cinefili gay amiamo a dispetto dei suoi

film omofobi, secondo me si scade nell'insensatezza  Il ché a me appare paradossale nel momento in

cui fior di registi e critici quando parlano dell'opera loro o di loro colleghi, non possono fare a meno di

parlare di "new queer cinema" a volte addirittura di stilarne dei "manifesti" ed è chiaro che lo fanno

riferendosi a certi film di un certo periodo ( anni '90 ) o di certi Autori che ancora si identificano in quel

cinema ( Todd Verow ; Bruce La bruce ed altri cattivi ragazzi che del Cinema della normalità non ne vogliono

sapere )

 

Tento quindi una mia definizione che ha il merito di poter aprire una discussione e quantomeno

capire qualcosa di più della storia del Cinema Lgbt

 

In primo luogo qualcosa di "Nuovo" - mi riferisco a New - ha senso di esistere rispetto a qualcosa

di "vecchio" o Old

 

Se esiste un "New Queer Cinema" è perchè prima è esistito un "Queer Cinema" e con questa formula

si identificano quei film della  Hollywood classica che in epoca di Censura legale non potevano trattare

esplicitamente di temi gay ; fra questi certamente film come Freaks di Tod Browning ( in cui i mostri sono

normali ) e di James Whales ( in cui i mostri sono umani - Frankestein, la moglie di Frankestein - e gli

umani "normali" sono invece mostruosi - il castello maledetto fuoco incrociato etc )

 

Il Queer Cinema è quindi un cinema sulla "diversità",

 

Un Cinema che rivendica il valore della diversità senza però dirne il nome e quindi sviluppando una "sensibilità"

ed una "estetica" che sfida in modo indiretto una Censura ed era questa censura - non più legale, ma Sociale - che

dopo l'AIDS si trattava di aggredire negli anni '90

 

Questa volta però in modo diverso: diretto e con spirito di ribellione

 

Ecco in Poison di Todd Haynes lo scienziato che isola l'elisir della sessualità umana, ma diventa un lebbroso

un appestato ( come in un film horror di Whale o degli anni '50 )

 

Ecco Swoon di Tom Kalin che racconta ancora una volta il caso di Leopold e Loeb, ma lo fa in una chiave

diversa rispetto a Hitchcock - Nodo alla gola ; o Frenesia del Delitto - compulsion del 1959

 

E poi ovviamente Gregg Araki ( la trilogia dell'apocalisse degli adolescenti e misterious skin )

 

Gus Van Sant ( Belli e Dannati un altro "diverso" ) e Psycho ( significativamente un'altra riscrittura di un

film di Hitchcock solo apparentemente rigirato uguale scena per scena )

 

Francois Ozon ( che va oltre il genere fa gira nei '90 : Sitcom gli Amanti Criminali )

 

A questi aggiungerei gli Autori come Bruce La Bruce O Todd Verow che sviluppano una loro poetica

della sessualità diversa o "perversa" sfidando i limiti fra cinematografia e pornografia fino a commistionare

i due generi o tutti gli Autori che trattano l'omosessualità "oscura" ( O Fantasma ; Notre Paradis )

 

Inutile dire che qui in Italia il Cinema della normalità omosessuale riscuote maggior successo del Cinema

della diversità ( tutto siamo fuorché gay ribelli Lol )

 

A me personalmente non risulta un film italiano ascrivibile al genere ( cinefili del forum : ce n'è almeno uno? )

 

Vi ritrovate in questa definizione?

 

Quali film o autori che possono rientrare in questa descrizione prediligete?

 

 

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ti risparmio il papirone sulle definizioni teoriche perchè ti voglio bene,

e mi limito a un paio di notazioni *pratiche*.

 

Intanto il cinema italiano: le tematiche gay le tratta poco (e male..)  per vari motivi, dalla pavidità di produttori & autori che non vogliono rogne coi preti al fatto che, quando lo ha fatto, quasi sempre o s'è limitato alle macchiette da avanspettacolo (citofonare Fellini Satyricon) o a storie noir (vedi la Madame Royale di Caprioli con un Tognazzi en travesti, che cmq diede una grande prova d'attore, o La caduta degli dei e Morte a venezia viscontiani e il Pasolini crepuscolare di Salò). 

Negli ultimi anni qsa s'è mosso (penso a commedie godibili tipo Come non detto), ma siamo ancora alla nicchia o poco più.

Insomma, siamo anni luce indietro rispetto alla narrazione americana o asiatica (c'è un gran bel filone tra SudCorea, Hong Kong, Giappone, Singapore, Taipei e dintorni che raccontano un'omosessualità molto più serena rispetto a quella sofferta & cupa che descriviamo noi; vedi Ozpetek, per capirci).

 

Autori: se l'Almodovar prima maniera coi suoi personaggi surreali ha lasciato il posto a grotteschi Amanti passeggeri che mi perplimono assai, c'è un Ang Lee (che gay non è) che sa descrivere benissimo la gayezza nei suoi vari aspetti (dalla favolosità del Banchetto di nozze alla sofferenza di Brokeback mountains).

E cmq non dimenticherei la poesia del Canto d'amore di Genet o i turbamenti dell'Età acerba di Techinè

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...di vagamente queer o camp in ambito italiano io ricordo poco.

Le macchiette del Fellini Satyricon sono le macchiette di tutti i film del tardo Fellini (dalla seconda metà dei '60 in poi).

Pasolini colla sessualità aveva un rapporto irrisolto, e i froci dei suoi film al più son froci e non gay; forse il protagonista di Teorema può essere ascritto a personaggio queer, data la carica rivoluzionaria del messaggio di cui si fa latore, ma quello è un film particolarmente allegorico, dove il sesso s'interseca con altri temi (sacralità, frugalità, pauperismo).

Visconti, che affronta l'omoerotismo da Ossessione in poi, m'è sempre piaciuto, ma pure io lo trovo decadente, morboso, melodrammatico.

 

Gli unici due film italiani recenti a tema gay che ho visto (a parte quelli di Ozpeteck) sono stati delle grosse delusioni (Diverso da chi? Good As You).

 

Cosa è il New Queer Cinema?

 

Questa è la definizione di wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/New_Queer_Cinema

 

E' una descrizione che non mi soddisfa perché infilandoci dentro Warhol, Fassbinder, Almodovar

autori ed opere addirittura precedenti il conio della stessa espressione che vorrebbe definire, mi

pare finisca per renderla del tutto generica ed equivalente a cinema LGBT

 

Wikipedia cita una fonte (B. Rudy Rich) che non conosco, perciò m'è difficile contestare qualcosa che non m'è noto di prima mano...altrimenti correggerei la pagina, come ho fatto in altre occasioni.

 

Se esiste un "New Queer Cinema" è perchè prima è esistito un "Queer Cinema" e con questa formula

si identificano quei film della  Hollywood classica che in epoca di Censura legale non potevano trattare

esplicitamente di temi gay ; fra questi certamente film come Freaks di Tod Browning ( in cui i mostri sono

normali ) e di James Whales ( in cui i mostri sono umani - Frankestein, la moglie di Frankestein - e gli

umani "normali" sono invece mostruosi - il castello maledetto fuoco incrociato etc )

 

Come sai, a parer mio nei film che tu nomini s'è visto più queer di quanto ce ne fosse.

 

Temo che la categoria queer si presti ad usi molto equivoci, di cui sono consapevoli anche gli studiosi di cultural studies con cui ho avuto a che fare. Se la forza del queer risiede nella capacità di provocare nuove riflessioni, o dislocamenti di significato che aiutino a rileggere opere filmiche, letterarie, artistiche, precedentemente gravate da interpretazioni troppo tradizionali...fare le pulci al queer diviene molto poco queer :D

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Devo dire che concordo in larga parte con Hinzel e la voce di wikipedia andrebbe riaggiustata (però ho letto solo quella linkata in italiano, magari nei prossimi giorni vado a vedere quella inglese).

 

Il new queer cinema identifica un periodo che riguarda l'inizio degli anni 90, ciò non significa che non si possano riconoscere una serie di progenitori; non ci sta, secondo me, Hitchcock, mentre Warhol e Morrissey molto di più secondo me, come anche Waters e Almodovar.

Su di una eventuale definizione di Old Queer Cinema sarei più dubbioso devo dire...

 

Le caratteristiche del NQC sono innanzitutto di trattare l'omosessualità in modo positivo, fuori da vecchi stereotipi o moralismi (omosessualità da espiare solo con la morte del personaggio). La concezione è chiaramente quella di un gay post-Stonewall, e l'omosessualità (ma anche la bisessualità) viene dichiarata e trattata per sé stessa, senza letture simboliche o suggerimenti che vadano colti da spettatori "sensibili".

Altre importanti caratteristiche sono uno spirito indipendente, ambizioni militanti, una certa sfrontatezza. Non è teoricamente necessario che il regista sia un omosessuale dichiarato, anche se poi di fatto fu così. In virtù dello spirito indipendente sopra nominato, il NQC ha trattato pochissimo gli ambienti della borghesia o del ceto medio, mentre fioccavano storie di marginalità giovanile, on the road ecc. Per questo toglierei dal novero cose come Il banchetto di nozze, e inserirei tra i progenitori i registi citati, che comunque formalmente non consideriamo nel NQC, mentre una cosa come Making love non può esserci collegata.

 

Idealmente, istituirei anche una fine al NQC, e propongo l'uscita di Brokeback mountain nel 2005, il primo vero film hollywoodiano, con una produzione una regia e degli attori protagonisti di rilievo e di richiamo, in cui l'amore gay è stato l'argomento principale e centrale.

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Come sai, a parer mio nei film che tu nomini s'è visto più queer di quanto ce ne fosse.

 

Su questo dissentiamo da tempo...XD

 

Il tuo problema è che certamente esageri, perché neghi tendenzialmente l'evidenza

cioè quei film in cui pur non pronunciandosi la parola gay ( perché non si poteva )

la derivazione da testi teatrali o sceneggiature gay è innegabile o il regista era un

gay dichiarato ( Whale ) o - come fu in alcuni casi - sia il regista sia lo sceneggiatore

sia alcuni attori erano gay per quanto non dichiarati etc

 

Ad ogni modo anche qualora fosse vero che i gay hanno visto, che so, ne La moglie di

Frankenstein, più queer di quanto vi fosse, questo non sarebbe SOLO un problema di Critici o

storici, sarebbe anche un problema di Isherwood e Bachardy che poi girano Frankenstein, la vera

storia e di Morrisey-Warhol e poi di Bill Condon che gira Gods and Monsters ( Oscar alla sceneggiatura )

fino ad arrivare ad American H.S. : Freakshow, per cui essendone scaturito un filone di prodotti  - per certi

versi - sarebbe diventato vero, nonostante i possibili dubbi sul piano storico ( che beninteso io non ho )

 

 

 

 

propongo l'uscita di Brokeback mountain nel 2005

 

Convenzionalmente ci può stare, direi ( salvo alcuni film o autori underground americani )

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Le caratteristiche del NQC sono innanzitutto di trattare l'omosessualità in modo positivo, fuori da vecchi stereotipi o moralismi (omosessualità da espiare solo con la morte del personaggio). La concezione è chiaramente quella di un gay post-Stonewall, e l'omosessualità (ma anche la bisessualità) viene dichiarata e trattata per sé stessa, senza letture simboliche o suggerimenti che vadano colti da spettatori "sensibili".

Altre importanti caratteristiche sono uno spirito indipendente, ambizioni militanti, una certa sfrontatezza. Non è teoricamente necessario che il regista sia un omosessuale dichiarato, anche se poi di fatto fu così. In virtù dello spirito indipendente sopra nominato, il NQC ha trattato pochissimo gli ambienti della borghesia o del ceto medio, mentre fioccavano storie di marginalità giovanile, on the road ecc. Per questo toglierei dal novero cose come Il banchetto di nozze, e inserirei tra i progenitori i registi citati, che comunque formalmente non consideriamo nel NQC, mentre una cosa come Making love non può esserci collegata.

Concordo sulle caratteristiche che citi, e proprio perchè dà dell'omosessualità una visione *normale* e indubbiamente positiva, secondo me Il banchetto di nozze rientra appieno in quel filone: anche se Ang Lee non è gay, sa tratteggiare molto bene personaggi omosex (chissà, lo aiuterà qualche sceneggiatore della nostra sponda?).

 

 

Idealmente, istituirei anche una fine al NQC, e propongo l'uscita di Brokeback mountain nel 2005, il primo vero film hollywoodiano, con una produzione una regia e degli attori protagonisti di rilievo e di richiamo, in cui l'amore gay è stato l'argomento principale e centrale.

Brokeback "primo film holliwoodiano"??

Sicuro?

cosucce come Philadelphia (che di Oscar ne ha vinti!) sono di 10-15 anni prima; ok, era sull'Aids, ma di certo l'omosessualità di Tom Hanks e Banderas (che all'epoca non era innamorato della gallina Rosita..) non era un dettaglio secondario nella trama..

 

Quanto alla fine del NQC: proprio per quella vitalità & positività che vedo quando giro per i festival, non credo che sto filone si stia esaurendo e aspetterei a dire che sia finito

Edited by freedog
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A me personalmente non risulta un film italiano ascrivibile al genere ( cinefili del forum : ce n'è almeno uno? )
Pensa che ti ripensa, ho sempre trovato vicino alla visione di Almodovar Pappi Corsicato. Se c'è stato un fermento NQC in Italia, probabilmente Libera e I buchi neri possono esserne le vere espressioni... dovrei ridare un occhio alla filmografia di quegli anni per verificare se ci sia qualcos'altro.

 

secondo me Il banchetto di nozze rientra appieno in quel filone

 
Mancano però in questo film le ambizioni militanti, la sfrontatezza, c'è una descrizione degli ambienti palesemente borghese, e poi Ang Lee di spirito indie non ne ha poi così tanto; per questo lo terrei fuori.

 

Brokeback "primo film holliwoodiano"?? Sicuro? cosucce come Philadelphia (che di Oscar ne ha vinti!) sono di 10-15 anni prima; ok, era sull'Aids, ma di certo l'omosessualità di Tom Hanks e Banderas (che all'epoca non era innamorato della gallina Rosita..) non era un dettaglio secondario nella trama..

Certo che sono sicuro! Ti pare che uno come me possa dimenticare Philadelphia?
E' vero che è un film potente, ma gli argomenti principali erano aids-discriminazione-processo. La storia d'amore c'è, ma è secondaria, certo non principale e centrale come ho scritto per Brokeback mountain.
Poi si può non essere d'accordo, per carità! Ma quello che ho scritto l'ho scritto a ragion veduta, e non dimenticando nulla. Brokeback è stato rivoluzionario nel cinema mondiale.

 

( salvo alcuni film o autori underground americani )

Beh i film indipendenti a tema si continuano a fare dopo il 2005, certo, ma faticherei a farli rientrare nella corrente NQC.

Edited by Krad77
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Beh forse il problema è che "l'immagine positiva dei gay" non è un criterio valido

 

Perché - penso e spero - al di là di come ognuno di noi la pensi sugli anni '90 e

sul New Queer Cinema, speriamo tutti che si possa continuare sempre - prima, dopo

e durante - a dare una immagine positiva dei gay Lol

 

Secondo me un peso - molto terra-terra - ce l'ha invece la carica anche polemica

o la cifra di denuncia che ebbero questi primi film di registi dichiarati, che ad Ang Lee

manca perché non era un regista gay 

 

Ang Lee in effetti è un "ponte" fra gay ed etero, fra pubblico gay e pubblico etero

quindi io lo collocherei decisamente nel filone del cinema della normalità e dello

sdoganamento, che certamente ci fu anche negli anni '90: Philadelphia, Il Banchetto

di Nozze, In & Out etc

 

Come minimo dovremmo dire che l'immagine positiva non è un criterio sufficiente

dopodiché è chiaro che la storia d'amore ha segnato una svolta rispetto alla tematizzazione

di temi più specifici come AIDS e CO ( cioè negli anni '90 passano temi più circoscritti, politici )

cioè secondo me è vero che con Brokeback Mountain ( piaccia o meno ) una svolta si realizza

forse per aver trattato il tema in modo diretto e attraverso una narrazione oggettiva, drammatica

( rispetto anche al tradizionale melodramma gay? Non so, azzardo )

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Certo che sono sicuro! Ti pare che uno come me possa dimenticare Philadelphia?

E' vero che è un film potente, ma gli argomenti principali erano aids-discriminazione-processo. La storia d'amore c'è, ma è secondaria, certo non principale e centrale come ho scritto per Brokeback mountain..

 

ecco il busillis su cui non ci troviamo!!

Per come la vedo io, non è indispensabile che affinchè un film, old o new queer, sia gay-themed debba basarsi su di una storia d'amore:

per esempio, adoro Drole de Felix (un road movie francese di una quindicina d'anni fa che conosceremo sì e no in 5), dove c'è tutto tranne che una love story!

Edited by freedog
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Drole de Felix è un bel film, ma si vede che è gay ( fatto da un gay )

ci sono un sacco di problemi: AIDS disoccupazione razzismo un tradimento

sessuale la famiglia assente e le radici etc

 

Il tutto si giustifica e si spiega in questo viaggio interiore, che "scioglie" i

problemi esistenziali di una intera vita ( credo, se non ricordo male )

 

Ma è 100% gay

 

Il Banchetto di Nozze ci è piaciuto ( a noi gay ) perché finalmente c'era leggerezza

ci voleva un etero forse all'epoca che trovasse il modo di fare una commedia non

stereotipata, facendo finta che non esistessero problemi. Al contempo il pubblico etero

veniva sgravato da ogni senso di colpa etc

 

Con questo non voglio dire che il film valga di meno sul piano estetico però in Brokeback

mountain i problemi vengono mostrati, detti, potrebbe esserci non un salto di qualità sul piano

estetico, quanto un progresso sociale che consente di narrare quella storia ( dire l'intera verità? )

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Hinzel, Freedog, quanto mi volete fare scrivere stamattina? Guardate che ho smontato dal turno di notte un'ora fa, e ho anche avuto una accesa discussione con la mia responsabile, non sono così lucido!

Beh forse il problema è che "l'immagine positiva dei gay" non è un criterio valido

Io lo trovo validissimo ma non certo l'unico.
Credo che nel NQC fosse basilare passare il messaggio che l'omosessualità non era di per sé malvagia, seppure gli omosessuali potessero essere reietti, sbandati, e in queste vite al margine, anche criminali. Esemplari i giovani ladri e prostituti di Belli e dannati di cui è innegabile un'innocenza nascosta, ma si può vedere anche The doom generation, uno sgozzamento dietro l'altro che culmina nella drammatica scena del cane investito. 
La rottura del NQC consisteva quindi nel liberarsi non solo dello stereotipo del gay effeminato, macchietta, donna mancata che poteva essere divertente ma rimaneva negativo perché sposava di fatto un'ottica maschilista e eteronormativa; ma anche liberarsi dallo stereotipo del gay come macchiato dalla colpa che non può sopravvivere al finale del film, eliminato tramite omicidio o suicidio. Su di questo credo si potrebbero fare numerosi esempi, ed è stato il NQC ad impegnarsi maggiormente per determinarne la fine.
 

 

ecco il busillis su cui non ci troviamo!!

Per come la vedo io, non è indispensabile che affinchè un film, old o new queer, sia gay-themed debba basarsi su di una storia d'amore:

per esempio, adoro Drole de Felix (un road movie francese di una quindicina d'anni fa che conosceremo sì e no in 5), dove c'è tutto tranne che una love story!

No aspetta. Io non ho scritto che Philadelphia non è gay-themed; ci mancherebbe altro! Lo è eccome, come pure lo è Drole de Felix - La strada di Felix, che considero un capolavoro assoluto (e dove, se vogliamo dirla tutta, il protagonista fa sesso).
Philadelphia, semplicemente, non lo considero valido a terminare il momento NQC perché, visto da un'ottica militante, può sembrare il film che cerca di far digerire l'omosessualità al grande pubblico in primis tramite la pietà per la condizione di malattia del protagonista (con contorno di avvocati omofobi dipinti come viscidi e sgradevoli). La sessualità e la affettività del protagonista devono restare in secondo piano, non sono sbattuti in faccia... ed è per questo che parlo di Brokeback mountain del 2005, non si nasconde dietro a nulla, i sentimenti e il sesso sono lì, a nudo per il pubblico. Ang Lee riesce a portare nel mainstream quello sbattere in faccia le cose tipico del NQC, sarà forse spogliato della rabbia militante ma il suo senso del drammatico (Brokeback è un film drammatico, dopotutto) gli dà una potenza pazzesca.

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Hinzel, Freedog, quanto mi volete fare scrivere stamattina?

 

Sono sostanzialmente d'accordo con il tuo intervento 

 

E' un criterio valido ma non sufficiente, altrimenti si perde il mio riferimento iniziale

alla diversità ed alla carica polemica di questi registi e non si può capire perchè il NQC

ad un certo punto fisiologicamente si esaurisce, con lo sdoganamento dell'omosessualità

 

Se noi ci appiattiamo su "immagine positiva" in modo banale chi ci legge finisce per pensare

a Banchetto di Nozze e ci perdiamo i reietti, gli sbandati, gli adolescenti allo sbando, che invece

caratterizzano quel cinema.

 

Spiegandone invece il significato e collocandolo nel quadro di quei personaggi,  si capisce il significato

di queer oltre che di New

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Philadelphia, semplicemente, non lo considero valido a terminare il momento NQC.

ma perchè hai/avete deciso che sto filone debba essere terminato?

forse si è evoluto con lo sdoganamento delle majors, sarà diventato più global colle produzioni asiatiche che dicevo ieri eccetera;

però, se le caratteristiche del NQC debbono essere quelle che abbiamo fin qui elencato, di film così ne escono ancora.

E molti

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Beh l'impostazione al topic l'ho data io, quindi mi assumo anche

la responsabilità di voler porre un inizio e ( possibilmente  ) una

fine.

 

Però devi ammettere che :qualunque film dia una immagine positiva

dei gay, e sia post-stonewall...sarebbe una definizione estremamente larga

tale da venire a coincidere di fatto con gay themed

 

Oltre al fatto che ci dice poco sotto il profilo estetico-formale, nel senso

che allora ci rientra veramente quasi tutto

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privateuniverse

Quali film o autori che possono rientrare in questa descrizione prediligete?

 

Secondo me in questa definizione rientrano "Le notti selvagge" di Collard e "Happy Together", che sono i miei film preferiti in questa categoria.

 

Non mi vengono in mente film italiani che possano rientrare nella definizione che è stata data.

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Il tuo problema è che certamente esageri, perché neghi tendenzialmente l'evidenza

cioè quei film in cui pur non pronunciandosi la parola gay ( perché non si poteva )

la derivazione da testi teatrali o sceneggiature gay è innegabile o il regista era un

gay dichiarato ( Whale ) o - come fu in alcuni casi - sia il regista sia lo sceneggiatore

sia alcuni attori erano gay per quanto non dichiarati etc

 

Non amo fare il primo della classe, ma se bastasse davvero uno sceneggiatore gay o un regista gay per fare di un film Hollywood anni 30-40-50 un film Old Queer...dovremmo ritenere queer tutte le commedie di George Cukor o una buona metà dei film interpretati da Elizabeth Taylor in cui, per un verso o per l'altro, l'omosessualità maschile e femminile fa capolino, o ancora un film peplum come Ben Hur dove (si sa da sempre) v'era sottintesa una trama omoerotica nell'amicizia tra il Ben Hur e Messala? Di questo passo, di non-queer o non-gay themed rimane solo qualche western...

 

Perché altrimenti non capisco come mai mi proponi qualche Hitchcock come film old queer; se è perché lo si cita in qualche libro a tema "cinema gay"...bah, indicamelo, lo leggo, e poi son disposto a ridiscutere la cosa.

 

Io non ho scritto che Philadelphia non è gay-themed; ci mancherebbe altro! Lo è eccome (...)

Philadelphia, semplicemente, non lo considero valido a terminare il momento NQC perché, visto da un'ottica militante, può sembrare il film che cerca di far digerire l'omosessualità al grande pubblico in primis tramite la pietà per la condizione di malattia del protagonista (con contorno di avvocati omofobi dipinti come viscidi e sgradevoli). La sessualità e l'affettività del protagonista devono restare in secondo piano, non sono sbattuti in faccia... ed è per questo che parlo di Brokeback mountain del 2005, non si nasconde dietro a nulla, i sentimenti e il sesso sono lì, a nudo per il pubblico. Ang Lee riesce a portare nel mainstream quello sbattere in faccia le cose tipico del NQC (...)

 

Non a caso, come scrive Hinz (e su questo siamo d'accordo) Philadelphia (che ritengo sia un film davvero ruffiano) e Brokeback Mountain (che invece ho molto apprezzato già sul piano stilistico e formale) sono film-ponte...confrontandomi con pubblico etero, questi sono film a tema gay che piacciono.

Edited by schopy
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Non ho detto che "basta", ti ho fatto l'esempio di un filone intero di film che discendono da quelli

di J. Whales, si trattasse solo di un critico che vuole vederci qualcosa a tutti i costi potresti anche

avere ragione ( a parte il fatto che ad un regista etero MAI sarebbe neanche venuto in mente di fare 

la "moglie di Frankenstein" - ma questo è un pur parler perché è indimostrabile Lol )

 

Ma se Isherwood-Bachardy ci hanno tratto uno sceneggiato TV, Warhol-Morrisey un film e poi ci

viene tratto un biopic ( Gods and monsters ) fino ad arrivare ad American Horror Story, cioè ad oggi

quello che io ho scritto e sostengo è che sarebbe diventato vero ( per i posteri gay ) anche qualora

non lo fosse stato per Whale quando lo ha girato, nel 1930

 

E questo vale in una certa misura anche per Cukor, che certamente è e rimane un "regista di donne"

ma guarda caso partorisce film sulle donne di cui i gay dell'epoca imparavano le battute a memoria

( questo vale più di Sylvia Scarlett che è cmq un film en travesti, ma rimane un caso isolato )

 

Lo stesso non si può dire di Ben Hur - che fu censurato  nelle parti chiaramente gay - ma non aveva

( secondo me, almeno ) quelle caratteristiche "queer" che potevano parlare varcando le maglie della

censura ( a parte l'omoerotismo di tutti i peplum che però non basta )

 

Mai detto che Hitchcock è queer, ho scritto che ha fatto tre film sull'omosessualità e tu lo negavi contro

ogni evidenza, cioè negavi addirittura che la trilogia dell'omosessualità di Hitchcock trattasse di omosessualità

pur essendo un fatto noto dagli anni '50 e per bocca di Rohmer e Chabrol ( peraltro omofobi ). Si tratta di

omosessualità & crimine non credo che questo renda in automatico quei film "queer". Il primo del 1930 esamina

l'omosessualità sotto il profilo morale ed è omofobo; il secondo la inquadra sotto il profilo realistico-narrativo ( e

quindi resta il più importante, nonostante rispetto al dramma teatrale queer scompaia l'omosessuale buono ) il 

terzo sotto il profilo psicoanalitico (che poi resterà la cifra degli altri suoi film successivi ) ed è quindi omofobo 

 

Poi c'è chi sostiene vi sia omosessualità in tutti i suoi film o quasi ma questi 3 è impossibile negarlo 

 

 

 

Secondo me in questa definizione rientrano "Le notti selvagge" di Collard e "Happy Together", che sono i miei film preferiti in questa categoria.

 

 

Mi pare una scelta che rientra totalmente nei criteri che ho pensato io

( si può ovviamente scartare e dare anche altre definizioni o dire qlcs di

diverso )

 

A parte il fatto che è una scelta di qualità, perché sono bei film, è una scelta

che mi fa venire in mente il concetto di Acting Out cinematografico ( diventare

protagonista della propria malattia scrivendoci, filmandola, interpretandola ed

interpretandosi pure con la telecamera in mano mentre ci si filma ; o fare un

viaggio etc )

 

Secondo me, questo elemento è molto presente in questi film, nel caso di Le

Notti selvagge è proprio clamoroso ( e non è un caso che il film sia francese,

perchè a futura memoria dei più giovani ,la Francia in quegli anni era il paese più vicino

al movimento LGBT nel mondo )

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Il primo del 1930 esamina l'omosessualità sotto il profilo morale ed è omofobo; il secondo la inquadra sotto il profilo realistico-narrativo ( e

quindi resta il più importante, nonostante rispetto al dramma teatrale queer scompaia l'omosessuale buono ) il 

terzo sotto il profilo psicoanalitico (che poi resterà la cifra degli altri suoi film successivi ) ed è quindi omofobo

 

A onor del vero non ricordo d'averlo negato, ricordo d'aver detto che nella critica che leggevo io non si evidenziava granché l'elemento omosessuale di questi film...

rimando a quanto scrive Almadel a proposito di crivelli più fini per capirci ed accordarci sull'OQC ed il NQC :D

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Questo perché leggi i libri sbagliati!

 

I miei criteri sono stati giustamente rimproverati per il fatto di

essere troppo restrittivi da freedog

 

Ed in effetti è una critica che posso accogliere!

 

D'altronde bisogna essere rigorosi visto la diffidenza che

in Italia circonda la cultura gay

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rimproverarti mi sembra un parolone un filo eccessivo, dài!

ho solo scritto che secondo me sto filone è vivo e lotta con noi.

poi, certamente col tempo si è evoluto; ma è naturale che sia successo.

 

Si potrebbe discutere se st'evoluzione abbia fatto diventare il NQC qualcos'altro non ben definito, ed eventualmente quando ciò sia successo;

ma mi pare puro esercizio accademico

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D'altronde bisogna essere rigorosi visto la diffidenza che

in Italia circonda la cultura gay

 

Non ho mai capito quale sia il canone, e quindi quale genere di rigore, si debba tenere nell'ambito dei cultural studies :D

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In estrema sintesi per te l'omosessualità deve servire a rappresentare

o narrare altro, per acquisire una certa dignità sul piano culturale

Lo si capisce dai film e dagli autori che citi ( Fellini Pasolini Visconti )

altrimenti è un sottogenere

 

Quindi il tuo atteggiamento personale è avverso a "queer" e a "new queer"

che presuppongono invece l'esatto opposto:

 

1) che anche "altro" possa servire a rappresentare o parlare di omosessualità

 

E questo sarebbe il vecchio cinema "queer" in cui l'omosessualità non può essere

espressamente "detta" e "mostrata" quindi si ricorre come nell'esempio da me fatto

al "mostro" ( simbolo ) o al criminale ( se non ci si ferma al movente criminale, ma

si rappresenta un personaggio ) o a situazioni legittimanti ( il collegio, il carcere )

 

A questa chiave poi se ne affiancherebbe un'altra il camp ( i cui esiti più radicali

e out of the closet sono ben rappresentati dal cinema di John Waters )

 

2) che l'omosessualità possa valere di per sé ed anche parlare d'altro e agli altri

 

E questo dovrebbe essere il "new queer" che rovescia il canone

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Non riesco a farne un discorso propriamente storico,

ma i modi in  cui può venire affrontata l'omosessualità

sono a mio avviso quattro, anche con qualche combinazione.

 

1) Il film richiama l'omosessualità senza citarla o accennandola vagamente

un po' per le atmosfere camp, un po' per i temi scelti, un po' per le attrici.

Può essere l'amicizia virile o la diva al tramonto, può essere il freak o il mutante o lo zombie.

 

2) Il film usa l'omosessualità per caratterizzare un antagonista o l'amico fragile del protagonista,

in altre parole si sfrutta un aspetto dell'omosessualità per rendere più perverso o patetico un personaggio.

 

3) Il film parla esplicitamente di omosessualità e ne fa il tema principale.

Non descrive propriamente "una storia gay" ma fa dell'omosessualità stessa una storia:

il genere è romantico e gli antagonisti sono sempre e solo omofobi (o l'AIDS)

e spesso il coming out è l'evento centrale della narrazione.

 

4) L'omosessualità del protagonista o dei co-protagonisti è imprescindibile dall'intreccio

MA non esaurisce affatto la trama della narrazione (come in Almodovar o Greg Araki).

 

Mi rendo conto che ci sia stata un'evoluzione in una direzione,

ma non saprei fissare con esattezza i momenti di passaggio che cercate.

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Beh un primo elemento che secondo me ci condiziona e rende ostico il concetto di "Queer"

se riferito al vecchio cinema è il fatto che in Italia c'era anche la censura teatrale

 

C'era durante il Fascismo ma continuò fino al primo governo di centrosinistra in modo generalizzato

e dopo il 1963 per il teatro popolare ( riviste, musical etc ; fino a naturale esaurimento del genere )

Le commissioni di censura teatrale sono state formalmente abolite solo nel 1998

 

Esempio l'Opera teatrale francese del 1932 "Fior di Pisello" di Eduard Bourdet, nonostante

adattamenti ed autocensure fu respinta nel 1945, nel 1947 e nel 1949, l'adattamento di Visconti

di Adamo di Achard del 1938, portato in scena nel 1945 fu bloccato sempre per il tema omosessuale

 

Ovviamente l'avvento della Democrazia Cristiana non attenuò minimamente la censura "morale" o

"sessuale", anzi Andreotti fu preso in giro perché arrivò a censurare la Mandragola di Machiavelli

( ufficialmente per "eccessiva classicità dell'opera" ) 

 

Noi non abbiamo quindi la possibilità di valutare il doppio standard Teatro VS Cinema o la trasposizione

di opere teatrali a tema in campo cinematografico, né siamo abituati a prenderlo in considerazione come

fanno gli anglosassoni per il loro cinema, che invece obbediva a questo doppio canone. 

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se è per questo, la commissione censura è ancora viva e lotta insiem.. ehm.. contro di noi!

adesso si limita a decidere se un film vada vietato o meno ai minori (e se ai minori di 14 o 18 anni);

divieti che, nell'epoca di eMule & dei file sharing, fanno abbastanza tenerezza; ma ancora esistono!

 

Se poi vi volete divertire con un bell'excursus storico su divieti, aneddoti & co, c'è un bel sito che mi pare di conoscere di vista..

http://www.italiataglia.it/bancadati

 

Edited by freedog
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Beh il problema principale, attualmente, sono le "sforbiciate" di pezzi di film

cioè non il blocco alla circolazione o alla distribuzione, ma la circolazione di

copie - doppiate in italiano - parzialmente manipolate

 

Inoltre - secondo me - c'è un problema di forma mentis, di difficoltà di interpretazione

ad esempio io non so dire - letteralmente lo ignoro - se la copia italiana di Harriet Craig

sia stata tagliata, ma in Italiano sul soggetto si proietta una visione cattolica "peccaminosa"

e diventa "Sola con il suo rimorso" ( già il titolo trasmette un significato morale )

 

L'italiano ignora che l'opera teatrale originale fu scritta da George Kelly ( zio di Grace, gay 

velato che convisse 55 anni con il suo "cameriere" ) che al soggetto teatrale si interessò Dorothy

Arzner - regista lesbica - che ne trasse La moglie di Craig nel 1936 e che la terza versione cinematografica

interpretata da Joan Crawford ha alle spalle questa storia

 

Ciò che vede è solo la terza versione cinematografica, con una attrice che si sa essere di "culto"

e quel confezionamento del prodotto di cui sopra

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