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Il libro come "oggetto"


yrian

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Post apparsi in alcuni topic (come questo) mi hanno suggerito di dare forma a una riflessione che perseguo da parecchio tempo.

 

Spesso agli occhi di “chi-non-legge”, la lettura appare – e viene fatta apparire da parte di “chi-legge” – come una semplice attività funzionale all’ammaestramento o al divertimento.

Invece la mia diretta esperienza personale e quella indiretta relativa ai miei conoscenti mi suggeriscono che la volontà di istruirsi o distrarsi sono solo una componente della “lettura”, laddove per me, per molti di quelli che conosco e – suppongo – anche per molti di voi, leggere è una sorta di passione, non del tutto razionale e tanto meno esclusivamente funzionale.

Sto proprio parlando di una sorta di “innamoramento” per i libri, tanto che senza un libro che mi faccia compagnia in un viaggio o anche solo prima di addormentarmi mi sento come un amante abbandonato.

 

L’argomento del topic che vi propongo è dunque questo: tiriamo fuori tutto ciò che di istintivo, impulsivo, irrazionale, paranoico, maniaco c’è nel nostro rapporto con la lettura, portando così in luce la dimensione “fisica” di questo meraviglioso oggetto che è il “libro”.

 

Il decoro mi impone di aprire le danze. Ecco dunque le manie che ho ritrovato in me stesso, almeno quelle che mi sono venute in mente finora.

– La veste grafica per me è importante. Certi libri mi piacciono più di altri. Certe case editrici mi piacciono più di altre. Se trovo una edizione più “bella” esteticamente di un libro che ho già… lo ricompro. Non mi piacciono le carte patinate tipo rivista o enciclopedia, mentre adoro quelle goffrate o comunque quelle “materiche”, magari anche di bassa qualità, come nei fumetti.

– Lo stesso vale per il profumo. Certe carte di libri appena acquistati mi inebriano. Purtroppo ho una leggera allergia agli acari ed evito il più possibile di maneggiare libri polverosi, per quanto questo mi piaccia e per quanto sia indispensabile anche causa lavoro.

– I miei libri sono intonsi. Nonostante io legga principalmente a letto, in treno, in spiaggia e in situazioni comunque estreme riesco a non rovinarli minimamente. Se un libro si rovina ci sto male come se mi fossi ferito io.

– Nonostante questo, trovo che anche i libri “vissuti” abbiano il loro fascino, per cui posso tollerare tomi sgualciti o ingialliti. Non tollero invece ferite volontarie, come le “orecchie”, ragion per cui possiedo un gran numero di segnalibri “a fascia”, nonché alcuni “angolari” di mia creazione (che a volte regalo agli amici).

– Per lo stesso motivo dai miei libri sono bandite le sottolineature. Se proprio ho bisogno di “lavorare” su un testo, ne compro una seconda copia o lo fotocopio. Questo, ad esempio, è il motivo per cui ho numerose copie delle opere di Rimabud, una delle quali è sempre con me nel mio zaino ovunque io vada: quando quella è distrutta ne prendo un’altra.

– Ho sempre in casa qualche copia in più de “Le città invisibili” da regalare ai visitatori di passaggio (è il libro che regalo più spesso) e ho una piccola collezione di edizioni diverse della “Gerusalemme liberata”, tanto per il gusto – del tutto irrazionale – di possederle e ammirarle.

– Amo le dediche sui libri, anche se il galateo lo vieta (le uniche permesse sono infatti quelle dell’autore), sia su quelli che regalo sia su quelli regalatimi.

– Ho una libreria imponente in cui i volumi sono ordinati con un “Dewey” modificato da me e, siccome possiedo una certa memoria e un grande senso dell’ordine, sono in grado di prelevare qualsiasi libro anche a occhi chiusi perché so perfettamente dove si trova e che aspetto ha.

– I miei libri “sacri”, invece, li tengo da parte, nel ripiano inferiore del comodino; anche perché così sono a portata di mano per leggerli e rileggerli, come in effetti faccio, specie la sera a letto.

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Splendido topic, e in gran parte condivido il rapporto fisico di pyer con i libri. Io adoro i volumoni belli corposi, con carta poros che assorbe bene l'inchiostro. Le edizioni con sovraccoperta mi piacciono poco, perchè 9 volte su 10 quest'ultima si rovina (e dato che ha un rgan peso nella scelta del libro anche la copertina - ammetto molto la mia ignoranza sugli autori e le opere, tante volte mi avvicino ad un libro sullo scaffale attratto dalla copertina, poi chiaramente l'acquisto è determinato dalla lettura della sinossi sul retro o sulla terza di copertina).

Sul mantenimento dei libri sono considerato dai miei un maniaco. Guai a chi si avvicina ai miei volumi (sia romanzi saggi che fumetti): normalmente mi ritrovo con le costine tutte spiegazzate, cosa che odio. A mio padre ho fatto perdere il vizio delle orecchie, a mia madre quasi (dietro minacce :zzz: ).

 

Nonostante odi vedere spiegazzature varie, libri vecchiotti, dalla carta un po' ingiallita e con quel profumo di biblioteca mi affascinano non poco (ecco perchè molto spesso quando sto in liguria vado nella biblioteca civica della mia città, molto ricca e rifornita di testi di vario genere, a prendere qualche volume da leggere :cool: )

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Il senso che uso senza dubbio maggiormente è l'olfatto. Annuso i miei libri. Lascio che l'aria prodotta dalle pagine sfogliate velocemente del libro mi inebri le narici. Non dico che scelga un libro solo ed esclusivamente dal suo odore, ma è la prima cosa che faccio quando me ne capita in mano uno. Amo l'odore della carta stampata di recente. Apprezzo le pagine lucide, che sono quelle che normalmente profumano di più.

 

Non mi piace non avere dei libri miei (per esempio in prestito o fotocopiati). Voglio che un libro sia io a possederlo, così da poterlo prendere in mano e citare frasi di esso quando più mi aggrada. E' per questo che tendo sempre a comprare testi originali (anche usati) e a non fotocopiarli.

 

Tendo a non prestare i miei testi. Soprattutto i miei Testi Sacri (grammatiche, dizionari, corsi di lingua ecc.).

 

Non amo che vengano fatte le orecchie al libro per tenere il segno dell'ultima pagina visitata. Preferisco usare dei segnalibri. Le orecchie rimangono e rovinano l'estetica del libro.

 

Ho una particolare passione per i libri vecchi con copertine monocrome tutt'altro che rigide. Amo vedere le pagine ingiallite e il carattere anziano con cui è stato scritto quel tal libro. L'odore polveroso e vissuto dell'oggetto lascia intravedere quasi la fatica dell'autore.

 

Mi piacciono inoltre quei libri privi di figure (sto parlando di alcune mie grammatiche) con solo nozioni scritte e null'altro.

 

Non scrivo né sottolineo mai sui miei libri di narrativa (a differenza dei miei libri di studio, ma solo con matita leggera e righello). Preferisco prendermi un foglio a parte e segnare o trascrivere le parti che mi interessano o varie riflessioni scaturitemi dalla lettura di un libro.

 

Se un libro ce l'ho in edizione italiana, nulla mi vieta di ricomprarlo in edizione originale. Oppure possiedo anche dei libri che sono bilingui. Anche se ciò non mi impedisce di ricomprare lo stesso testo in un'edizione magari più ricca e con saggi critici e note aggiuntive.

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I libri che leggo sono sempre presi in prestito dalla fornitissima biblioteca di Buccinasco, anche se ho incominciato a comprarmi quegli scritti che, in assoluto, mi hanno affascinato.

Questi volumi sono custoditi con la massima cura. Ci tengo tantissimo!

Confesso di preferire alcune edizioni rispetto ad altre: osservo sempre l'impaginazione e il modo in cui sono stampate le pagine dato che, nel corso delle vacanze di Natale dell'anno scorso, ho nolleggiato un libro che, a metà, presentava ristampati tutti i capitoli fino ad allora letti... :kiss:

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OT parziale ma d'obbligo: George, per guarire dal gravissimo trauma da errore di impaginazione, in cui tutti noi lettori accaniti incappiamo prima o poi, suggerisco la lettura - caso mai ti fosse ignoto - del capolavoro di Calvino "Se una notte d'inverno un viaggiatore", in cui tutta la vicenda (una sorta di thriller) prende le mosse appunto da un libro che è "fisicamente" sbagliato... anche se poi lo diventa anche "concettualmente"... con una uqantità di colpi di scena, non solo esilaranti ma anche stimolanti.

 

In effetti il romanzo di Calvino descrive attentamente il popolo dei lettori. Calvino ha anche lasciato pagine memorabili nonsolo sulla "lettura", ma anche sulla "scrittuta" come atto fisico e materico: chissà che non ne venga fuori un altro bel topic.

 

Intanto, dalle vostre risposte, non senza piacere constato ancora una volta che - sì - è verissimo che la lettura non è solo un fatto di scelta intellettuale finalizzata alla formazione di un sapere ma anche (forse sopratutto) una passione viscerale simile all'amore e, come quest'ultimo, spesso irrazionale e pressoché inspiegabile.

 

Attendiamo altre storie di libri vissuti.

 

:kiss:

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Un pochino OT anche io, la prima volta che mi è capitato un errore di stampa...

Ci sono rimasta malissimo quando stavo leggendo per la prima volta il Signore degli Anelli...mi mancavano solo un centinaio di pagine, giro pagina e la trovo....bianca! Completamente!  :kiss:

Alla fine il libro l'ho ricomprato subito il giorno dopo (purtroppo la copia che stavo leggendo mia madre l'aveva comprata anni prima, quindi era impossibile da riportare indietro per farla cambiare).

 

Anche io ho un certo feticismo per le edizioni dei libri, la carta possibilmente senza cloro e cose così...Li tratto benissimo, anche se da piccola avevo il vizio di farci le orecchie come segnalibro...Ora per fortuna ho smesso, come segnalibro uso in genere il primo pezzetto di carta che trovo in giro...E' divertente riaprire un libro a anni dall'ultima lettura e trovare biglietti di cinema, numeri di telefono di gente che non frequento più, francobolli o buste di lettere...Di tutto e di più insomma!  :kiss:

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- Il momento che avverto come più bello, è l’istante in cui apro il libro per la prima volta: l’attimo euristico… Anche se in libreria non importa, perchè so che sarà mio.

Un momento figliale e paterno in cui i segreti cominciano a stemperarsi.

 

- Ho una passione particolare per alcune case editrici: le trovo maggiormente adatte ai miei "standard di lettura". Quando trovo volumi di difficile reperibilità ne faccio incetta, nel timore di non riuscire più a trovarne, anche se sono volumi che ho letto e riletto.

 

- Amo in modo quasi maniacale le copie "ad personam" di piccole case editrici che raccolgono testi rari. (Ad esempio le edizioni "Via del Vento")

 

- Non sottolineo nulla, se non i libri su cui studio, ma solo con matita leggera o pastello bicolore, rigorosamente accompagnate dal righello.

 

- Ho due pareti intere adibite a libreria.

I libri sono rigorosamente divisi in:

1. Letteratura italiana.

2. Classici greci, latini e sanscriti.

3. Letteratura straniera.

4. Enciclopedie e vocabolari.

5. Edizioni Mondadori delle collane "I Meridiani" e "Lorenzo Valla".

6. I volumi antichi che ho collezionato dai diciotto anni sino ad ora.

7. I cataloghi e i testi di storia dell’arte.

8. Fumetti e testi sull’animazione.

 

- I biglietti che accompagnano i libri/regalo rimangono custoditi all’interno.

 

- I libri antichi (mia passione e vizio  :kiss:…) li faccio restaurare da una mia amica che utilizza carte e veline originali, dove possibile.

 

- Raramente presto i miei volumi: quando e se lo faccio, li presto a persone fidate che so li restituiranno intonsi.

 

- Uso solo ed esclusivamente segnalibri, in linea di massima plastificati. Pieghe o strappi sulle pagine dei miei libri non ci sono mai state.

 

- Due quadrifogli sono gli unici segnalibri che si differenziano: l’uno lo trovai pochi giorni prima della maturità, e abbraccia ancora le pagine della mia edizione de "Il fu Mattia Pascal". L’altro lo trovai a Pasturo, poco distante dalla casa di Antonia Pozzi: legge ancora le sue "Parole".

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  • 4 months later...

Posso azzardare una provocazione?Una cosa è il libro come «oggetto», un'altra il libro come «feticcio».Da un lato c'è vitalità, dall'altro un pericolo di reificazione.Ma forse la mia è solo la 'cattiveria' di un disordinato, ad esempio. Passo del tempo a cercare un libro, che chissà dove s'è cacciato, e, nel corso del tempo, modifico l'ordine in cui tengo i miei libri, con il risultato che a volte mi è capitato di cercarne uno in una sezione della libreria dove sicuramente stava, ma... due anni prima. Sottolineo, ma molto moderatamente. Certi libri non sopporterei di sottolinearli, tuttavia se la cosa s'impone, faccio un leggero punto a matita a margine. Dipende dall'edizione. Li presto, e qualche volta (raramente) non sono tornati indietro. Una volta prestai a un amico i tre più bei romanzi di fantascienza che avevo, serie Urania (tra cui il mitico, per me, Le armi di Isher): purtroppo li ho perduti.Non sopporto le edizioni di autori importanti senza corredo dotto (quel minimo che c'è nell'editoria italiana): la nudità di un testo di Nietzsche o di Zweig senza una prefazione, o una Nota magari di tre pagine, o una postfazione, mi sembra una cattiva nudità, una ingenua nudità, impari al libro, o se volete un «libro» incapace di tener dietro al «testo». Sul lato dell'impulsivo o irrazionale: non posso andare a dormire senza libro o peggio senza libri. Se un libro comprato giace per troppo tempo non letto, mi sento in colpa. Al tempo stesso i libri vecchi, che ho da 30 anni, mi suscitano idee strane e irrazionali: perché li ho amati e ora non li leggo più? Non dovrei ogni tanto rileggerli per confermare l'amore o l'abbandono? E i libri che scordo? Scandalo!Io ho anche letto insieme a qualcuno alcuni libri. E qui mi viene spesso una grande tristezza: possibile che non riusciamo ad avere (parlo al plurale perché penso che il problema riguardi molti) dei rapporti non dico fondati ma sostanziati dall'abitudine di leggere insieme qualcosa, di studiarlo? Ovviamente la cosa non potrebbe riguardare tutti i libri, ma, ad esempio, ogni anno un certo libro, magari un classico, o un testo molto impegnativo, o un testo in lingua straniera.Ecco: spesso i libri mi fanno pensare che avrebbero bisogno di lettori più creativi e seri, capaci di creare un'ospitalità per il leggere, una dimensione importante sia singola sia anche comune per la lettura. Perché naturalmente si legge da soli, ma si potrebbe anche leggere di più insieme. Come se i libri, alla fin fine, richiedessero una vita e forme di vita alla loro altezza.

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ombra della notte

io con i mie libri sono molto materiale,nel senso che gli faccio le orecchiette per ricordarmi dove sono arrivata,sottolineo le frasi più bele equelli più vecchi cadono a pezzi... :love: e mi piace...perchè li sento miei...io non percepisco i libri come oggetti,ma come esseri viventi che fanno parte di me...anche se devo dire che sonomolti di più i libri che mi hanno prestato... :kiss: se volessi comprare tutti i libri che vorrei leggere...finirei in mezzo alla strada...però i miei libri li leggo e rileggo per imparare sempre più i loro insegnamenti...apprezzo tanto pollyanna e gioco sempre al suo gioco...secondo me i libri non hanno grandipretese...vogiono soloessere amati...

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  • 3 months later...
funeralblues

Avendo lavorato in una libreria non posso esimermi dal prendere parte a questa discussione.Ho impacchettato, scellofanato, spolverato, impilato centinaia di libri. Ne ho acquistati a peso, come se si trattasse di frutta e verdura, altri li ho marchiati come si marchia il bestiame, per degradarli, definitivamente, al rango di seconda scelta.Ho conosciuto ladri di libri di ogni specie, per alcuni dei quali ho provato una certa tenerezza. Tra le cataste di libri mi sono innamorato per la prima volta consapevolmente di un altro uomo. Dei libri tutto mi piace.La legatura sopra ogni cosa che preferisco notevolemente all'incollatura.La qualità della carta (Sellerio! Sellerio!).Il profumo.Il fruscio veloce delle pagine.Il rumore ruvido di un singolo foglio.Ma sono me stesso anche in compagnia dei miei libri.DisordinatoPressapochistaFaccio una fatica infinita quando cerco quelli che voglio.Sottolineo (a matita) interi paragrafi usando una simbologia tutta mia.Piego le pagine. Li tengo ammassati in pile informi.I miei libri ingialliscono prima degli altri.Li presto con malcelato ottimismo a chiunque.E soffro immensamente quando non tornano indietro(ancora ricordo il secondo volume di Under25 curato da Tondelli nell'edizione originale Transeuropa mai recuperato!)

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