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So di non essere etero, ma non sono sicura del mio orientamento


MorganLeFlay

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Salve a tutti.

 

Sono nuova su questo forum, mi sono appena presentata e ora scrivo qui per avere qualche consiglio. 

Mi scuso sin d'ora se il mio post risulterà lungo, ma sento di avere la necessità di spiegare tutto per bene per aiutarvi a capire la mia situazione. 

Dunque, sono una ragazza di 22 anni e sono attualmente al terzo anno di università. Al momento sono in Erasmus. 

Ho cominciato ad avere le prime cotte all'età di 13 anni, come tanti. Si è sempre trattato di quelle classiche cotte verso personaggi famosi, ed erano sempre uomini, sempre molto più grandi di me. All'età di 15 anni ho conosciuto il quello che per molto tempo sarebbe stato il mio unico ragazzo. Era anche lui più grande di me, ma un bravo ragazzo, fondamentalmente, molto innamorato di me. All'apparenza stavamo bene insieme, ma io non ho mai provato una vera attrazione nei suoi confronti. Certo, provavo affetto verso di lui, e lo trovavo carino, e quindi ci stavo insieme. Non abbiamo mai avuto rapporti completi, ma ogni volta che facevamo qualcosa io pensavo: "Dovrei provare piacere qui? Davvero dovrei sentire qualcosa? Io non sento niente". Dopo un anno mi sono stancata di dover fingere che mi piacesse qualcosa che non mi interessava, gli ho detto tutto e l'ho lasciato. 

 

Da allora sono passati circa 5 anni senza che avessi nessuno. Mi innamoravo sì, ma sempre di persone per me impossibili, come insegnanti, e quindi lasciavo che il mio sentimento per loro si consumasse in silenzio, senza dire nulla per non rovinare anche quel minimo di rapporto che poteva esserci tra un insegnante e un' allieva. 

Ora, va detta una cosa molto importante: in tutti questi anni io non ho mai provato una vera attrazione sessuale per queste persone. Il massimo che riuscivo a immaginare era dar loro un bacio, ma non desideravo il sesso. E questo era così anche prima che cominciassi a stancarmi del rapporto con il mio ragazzo. Mi sono anche chiesta: "Ma forse il motivo per il quale non ti senti sessualmente attratta da loro è che sei lesbica." Ma no, non avevo mai provato attrazione per alcuna ragazza, quindi no.

 

Poi all'università ho conosciuto varie persone, tra le quali una ragazza con la quale mi trovavo molto bene. Per il primo anno siamo state amiche, poi durante l'estate ci siamo rese conto entrambe di quanto bene, di quanto a fondo ci capissimo e abbiamo iniziato a provare nostalgia l'una verso l'altra, a provare sentimenti che andavano oltre la semplice amicizia. Io avevo paura di confessarlo a lei, perché credevo fosse etero, e lei, per lo stesso motivo, aveva paura di confessarlo a me, ma entrambe avevamo capito di provare un sentimento romantico per l'altra. A un certo punto non c'è l'ho più fatta, ho introdotto il discorso, ne abbiamo parlato a lungo entrambe molto timorose e ci siamo dette tutto. All'inizio credevamo che ci fosse solo un'attrazione romantica, ma poi, quando siamo tornate all'università, abbiamo finito con il sesso. Entrambe pensavamo che non ci piacesse affatto (anche lei veniva da un'esperienza simile alla mia), ma tra di noi era tutto diverso: ci capivamo alla perfezione, nessuna faceva la minima pressione sull'altra... insomma, percepivamo il sesso come qualcosa di bello da condividere l'una con l'altra, eravamo perfettamente a nostro agio a parlarne, e così via. E così pian piano ci siamo messe insieme. 

Ovviamente è sorta la domanda: ma allora cosa siamo? Etero no, a giudicare dallo scarso interesse verso gli uomini, quantomeno dal punto di vista sessuale. Tuttavia io sarei restia a definirmi lesbica perché questa è finora la mia unica esperienza e, per quanto sia un'esperienza meravigliosa, continuo a dirmi che se è l'unica forse non conta moltissimo, forse non è sufficiente a definirsi lesbica. 

Sia ben chiaro: non ho assolutamente nulla contro la comunità LGBT, anzi. Il fatto è che ancora prima di conoscere questa ragazza io mi ero resa conto di non essere proprio etero, nel senso di "etero come tutti". E quindi mi sono sempre sentita naturalmente propensa a sostenere i diritti di questa comunità, sentendomi, come dire, "unita nella diversità", se così vogliamo dire. Ho conosciuto persone omosessuali e vi posso assicurare che sapere del loro orientamento non ha cambiato nulla nei nostri rapporti. Questo lo dico per farvi capire che la mia riluttanza a definirmi lesbica non deriva da una qualche forma di omofobia interiorizzata o cosa. Semplicemente, è la prima volta che ho un'esperienza con una ragazza. Si tratta di un'esperienza bellissima, io sto benissimo così, amo la mia ragazza e provo verso di lei qualcosa di mai provato, sono convinta al 100% della nostra relazione e vorrei che i nostri genitori lo sapessero, vorrei poter vivere in libertà questa relazione. Semplicemente, è la sola e unica relazione di questo tipo, e se provo a pensare ad altre ragazze per vedere se mi sento attratta (non perché voglia tradire la mia ragazza, solo per chiarire quest'orientamento) non provo nulla. Esattamente come con gli uomini. 

 

Continuo a trovare gli uomini esteticamente più attraenti, ma non riesco a vedermi in alcun contesto sessuale con loro, e se penso al futuro, mi vedo con la mia ragazza. So che tutto può succedere, so che non posso avere la certezza che starò con lei per altri 20 anni, ma se ci penso o mi vedo con lei, o da sola. Gli uomini non li considero granché, ma li trovo comunque esteticamente attraenti, più delle donne. In pratica se guardo un film noto gli uomini, non le donne. Ma attrazione sessuale zero, non mi ci vedo assolutamente. 

 

Ora la questione è: io e la mia ragazza stiamo insieme da quasi un anno, nel quale abbiamo finto di essere solo amiche. Vorremmo dire di noi alle rispettive famiglie. Perché non lo facciamo?

Vari motivi:

1) l'anno scorso convivevamo nello stesso appartamento all'università. Quest'anno siamo in Erasmus (siccome non siamo in destinazioni lontane l'una dall'altra, riusciamo a vederci una volta al mese o ogni due settimane) ma al nostro ritorno non saremo più nella stessa casa. Io temevo che dire ai miei: "Guarda, hai presente la mia amica, sai, la mia coinquilina? E' la mia ragazza" avrebbe provocato una reazione negativa, perché temo che i miei avrebbero avuto da ridire su questa "convivenza precoce". Non l'avevamo programmata, avevamo già deciso di convivere prima di capire i nostri sentimenti... insomma è successo. Ma io volevo aspettare la fine della convivenza. 

2) non crediamo che le nostre famiglie siano omofobe, non ce ne sono mai stati segni. Per il momento io sto tastando il terreno, sollevando argomenti di natura LGBT e valutando la reazione. Con mia madre tutto bene. Con mio padre ho qualche timore: non ha mai detto nulla di apertamente omofobo, però da lui percepisco un atteggiamento come: "Sì, beh, non vedo motivi per i quali i gay non debbano avere i loro diritti, però la cosa non mi riguarda e io personalmente li considero un po' strani". Una volta avevo sul telefono come sfondo l'immagine di un bell'attore, e lui vedendolo ha fatto un commento tipo: "Beh, bel tipo, segno di un sano orientamento". Io all'epoca mi arrabbiai e lo rimproverai dicendogli che non c'era niente di più sano in un orientamento piuttosto che in un altro, e che se anche si fosse trattato di una bella donna, non c'era niente di male. Lui, devo dire, si è scusato subito e ha ammesso di essere stato fuori luogo. Però insomma, mi preoccupa. 

3) Volevamo capire meglio quale fosse il  nostro orientamento. Io penso di riassumere il tutto con la bisessualità, e finirla lì. E a dirla tutta io pensavo di esordire con la relazione, più che con l'orientamento, perché alla fine mi interessa che i miei accettino le mie relazioni indipendentemente dal sesso del partner. 

In sintesi, pensiamo di parlare ai nostri genitori a febbraio, di ritorno dall'Erasmus, quando la situazione sarà più tranquilla. 

 

Io stessa non so bene cosa sono. Secondo voi a grandi linee "bisessuale" è azzeccato? Insomma, "statisticamente parlando" io trovo gli uomini più attraenti, ma non mi vedo in un contesto sessuale con loro. A volte mi dico che devo solo aspettare, che sarà il futuro stesso a farmi capire qual è il mio orientamento, e che in ogni caso non importa, l'importante è che io sia felice con le relazioni che ho, che sono solo etichette. Però mi sentirei più sicura se avessi qualche certezza in più.

Mi rendo conto di aver scritto tanto e me ne scuso, ma ho davvero bisogno di sentire il nostro parere e per questo avevo bisogno di spiegare tutto per bene. 

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Mi sembri mentalmente predisposta ad accettare il tuo orientamento qualsiasi esso sia, quindi credo che i tuoi dubbi siano reali e non di facciata per non ammettere la propria omosessualità. Questo mi sembra importante, poi sei giovane, hai voglia a tempo per definirti in maniera certa.... di sicuro etero non sei, il resto al momento è un falso problema. Gradiresti maggiori certezze? Certo, posso capirlo benissimo, ma di certezze nella vita non è che ce ne siano poi molte.... Le incertezze a volte possono essere un blocco, ma questo non è decisamente il tuo caso.... Pensa a vivere tranquillamente la tua storia, e se deciderai di parlare con le persone a te vicine, beh, secondo me dovresti soltanto essere sincera.... e (come dici te) esordire con la relazione. Poi, vabbè, non saresti ne la prima ne l'ultima che spazza via il "problema" dichiarandosi bisessuale (e nel tuo caso -in effetti- ci sono anche i presupposti per pensarlo....). Comunque frequentare un po' il forum e interloquire con altre ragazze non può che farti bene.... Benvenuta! :-)

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Grazie di aver letto tutto, effettivamente è una cosa lunga.  

Aspetterò altre risposte, magari anche come dici tu da qualche ragazza del forum. 

Sì, come noti io non avrei problemi ad accettare un orientamento diverso dall'eterosessualità, che io ricordi non ho mai avuto problemi in tal senso: anche quando ho conosciuto delle persone omosessuali, non mi sono mai fatta grandi problemi, la mia reazione era sempre un: "E quindi? Che problema c'è?" e francamente proprio non capisco dove sia la difficoltà nell'accettare che ad alcuni piacciano persone dello stesso sesso. Non ci vedo nulla di strano. 

In effetti non ti nascondo di aver desiderato, in passato, di scoprirmi lesbica per il semplice fatto di avere almeno la certezza di quello che sono: non mi importa se sono etero, lesbica o bisessuale, mi interessa solo sapere cosa sono. Forse ci vuole appunto solo un po' di tempo. 

Prima ho fatto riferimento alla statistica, quello a cui mi riferisco è effettivamente questo: per ora c'è una maggioranza di innamoramenti verso persone dell'altro sesso, ma l'unico caso davvero significativo è quello verso la mia ragazza, che invece è appunto del mio stesso sesso. Quindi se i miei mi chiedessero: "Ma quindi, in pratica sei lesbica?" credo che risponderei: "Guarda, io direi più che altro bisessuale. Preferisco gli uomini, ma le donne non sono escluse, quello che conta per me è la relazione che si crea".

 

Grazie ancora della risposta! Ciao!

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Benvenuta nel forum. La tua autopresentazione è molto completa e chiara, quindi credo che le persone che decideranno di dialogare con te avranno elementi molto precisi per i loro commenti, specialmente se proverranno da parte di ragazze.

 

Da quello che scrivi emerge che per te, finora, gli uomini e le donne si qualificano in due modi analoghi, ma con una differenza, essenziale. Gli uomini non ti attraggono, né in generale (se li vedi e li osservi) ma neppure in un rapporto duale, reale, concreto: ne hai fatto l'esperienza. Certo, non puoi escludere che un uomo, che devi ancora incontrare, potrà piacerti e fare scattare i tuoi desideri. ma per il momento non è successo.

 

Anche le donne, come insieme, non ti attraggono, però una è riuscita a piacerti, a fare emergere la tua sessualità, i tuoi sentimenti. È vero che questo 'vantaggio' potrebbe essere compensato dal fatto che hai avuto vari innamoramenti verso uomini, però si è trattato di innamoramenti-attesa, di carattere romantico. Voglio dire che non puoi affatto escludere di essere bisessuale, come molte lesbiche, o meglio come non poche donne, sono, ma questo discorso riguarda il futuro. Spero non ti dia ansia il non poterti ancora definire del tutto, oggi, a 22 anni. Per il momento disponi comunque della solida realtà dei tuoi sentimenti e desideri verso la tua ragazza e questo mi sembra sufficiente sia per sentirti appagata e serena, sia per fare CO a febbraio. 

 

Né ti manca una definizione, quel minimo di definizione che è necessario per non sentirti confusa. Se stai con una donna, provi desideri sessuali, sentimenti, avverti complicità, benessere, insomma un complessivo stato di appagamento e di serenità con lei, sei molto più lesbica di una lesbica che è attratta indifferentemente da tante donne ma che, ad esempio, e per le più svariate ragioni, non riesce ad avere una relazione reale, che progredisce, che soddisfa, che è scelta, che è immaginata esistente e desiderata anche per il futuro, con una donna in particolare.

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Grazie per la risposta, Isher. 

C'è una cosa che non capisco però: dal tuo ultimo paragrafo mi par di capire che tu mi definiresti più lesbica che bisessuale. 

Lo faresti sulla base di questo mio rapporto attuale? Io ci avevo pensato, però considerati gli innamoramenti passati, sarei restia a definirmi solo lesbica. Finora mi sono sentita attratta solo da una donna, ma da diversi uomini, con i quali, è vero, un rapporto concreto non c'è. Per cui io sarei portata a definirmi più bisessuale perché come ho conosciuto una donna speciale, potrei, un domani, conoscere un uomo speciale. Insomma, di mio non lo escludo. 

Per te quindi è determinante nel definire il proprio orientamento anche l'immagine che si ha del proprio futuro? Cioè, se io in futuro mi vedo o con la mia attuale ragazza o da sola, questo è molto influente? Lo chiedo per capire, eh, non voglio giudicare le tue opinioni, alla fine sono venuta qui per confrontarmi e chiedere consiglio.

Devo anche aggiungere una cosa: negli ultimi tempi avevo appunto letto qualcosa su "come ci si vede nel futuro", ossia "Ti vedi con un uomo o con una donna in futuro?". Io ci ho riflettuto e devo dire che sì, la mia idea rimane fondamentalmente quella di "o con la mia ragazza o niente" (mi rendo conto benissimo che possono succedere tante cose e la certezza matematica non ce l'ho, ma è così che mi vedo per ora). Tuttavia negli ultimi tempi ho provato a immaginare uno scenario futuro qualsiasi con una ragazza generica (mi riferisco a scene quotidiane, non sessuali) ed effettivamente la cosa potrebbe funzionare. E' un'idea molto vaga, ma diciamo che se con un uomo non riesco a vedermi, con una donna l'idea non mi è avversa. Rimane molto vaga, sì, e anche se lo so che sembra un cliché, io credo di aver trovato la ragazza ideale per me e vorrei che la nostra storia continuasse il più a lungo e felicemente possibile, quindi non ho proprio la necessità di immaginarmi con qualcun altro. Ma così, per così dire, a scopo sperimentale, c'è forse una piccola possibilità che io riesca a concepire un rapporto affettivo più con le donne che con gli uomini".

Tuttavia resta il fatto che gli uomini mi colpiscono di più esteticamente. Non riesco comunque a vedermici in un contesto sessuale però, come si spiega questa?

Edited by MorganLeFlay
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Ma figurati! Comunque, fino a circa la tua età attuale avevo avuto soltanto esperienze etero, qualche storia più o meno lunga, anche innamoramenti (in un caso molto forte), ma dal punto di vista sessuale, beh, "facevo fatica".... comunque mi ritenevo etero, realmente, non è che non mi accettassi, e non avevo alcuna preclusione verso il mondo gay, per quanto fossi ignorante in materia. Poi, dal nulla spuntò Lui.... mi incuriosiva, facemmo amicizia, divenne un grande amico, ci volle un po' di tempo, ma mi cucinò a puntino e arrivai a capire che per me era moooolto più che un amico. Lui mi voleva bene, sul serio, ma da amico/mentore/fratello maggiore, era etero, tra l'altro sposato.... ovviamente nisba! Fatto sta, che mi ha aperto un mondo davanti! Lo potrei definire il mio uomo-chiave, che mi ha aperto le porte dell'omosessualità. Arrivo al punto.... All'inizio pensavo fosse un unicum, non mi sentivo molto attratto da altri, quindi -come Te- faticavo ad etichettarmi sulla base di questa sola esperienza, di sicuro non ero etero, però boh.... Ecco, sono passati anni, e il risultato è stato che l'interesse -soprattutto affettivo e poco sessuale- che avvertivo verso le ragazze è scaduto in tutto e per tutto, è di pari passo è aumentata la consapevolezza di essere omosessuale, dubbi spariti. Ovviamente su questo ha pesato aver conosciuto "un altro unicum", dove invece c'è stato modo di vivere realmente la cosa. Ma questo è il mio vissuto, è anche se noto qualche punto in comune, beh, va preso con le pinze! :-) Ciao!

Edited by dogriver
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Secondo me è significativo come ci si sente e conseguentemente come ci si immagina; tanto più che un presente puntillare è astratto e quindi non esiste: il presente è sempre già un'apertura verso il futuro, il mio presente inonda già il mio futuro, se almeno è un presente accettato e sposato, che coincide davvero con i miei sentimenti e le mie sensazioni: se io mi sento vero in esso.

 

Gli uomini ti attraggono esteticamente. Questo indica, appunto, una possibilità. Non c'è un divieto, per te, non c'è un'impossibilità, un rifiuto, verso gli uomini: ma questo è ancora solo una possibilità. Per questo ho detto che potresti essere bisessuale. Forse addirittura è probabile che tu lo sia. Ma quello che è essenziale nella vita è quello che si realizza; le nostre potenzialità e possibilità sono molto superiori a quanto, di fatto, una vita riesca a realizzare, e quindi, per un verso, sono molto importanti, ma, per un altro verso, non sono tanto importanti - finchè non si realizzano; e, a mano a mano che la vita procede e si consuma, diventano sempre meno importanti, se non si sono realizzate, fino a diventare un niente, un non-qualcosa.

 

Per me, ma anche 'scientificamente', credo, l'orientamento sessuale è qualcosa che si definisce sempre a posteriori, quindi su una base espressa, esperita, reale. Per questo ho detto che quanto finora hai vissuto e vivi ti permette di dare una definizione, e una definizione vera, del tuo orientamento. Poi, ci sono molti modi diversi di essere gay, o lesbica: il fatto di appartenere a uno stesso insieme non significa che esprimiamo l'omosessualità tutti nello stesso modo. 

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Ho capito, grazie a tutti delle risposte! 

Vorrà dire che al momento del coming out mi limiterò a parlare della mia relazione e, alla domanda dell'orientamento, cercherò di spiegare che per ora mi definirei bisessuale visto che alla fine una forma di attrazione c'è verso entrambi i sessi. 

Se qualcun altro vuole intervenire, io sono contenta di leggere le vostre esperienze e i vostri consigli!

Grazie, ciao!

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Il tuo racconto mi ricorda un po' la mia situazione.

Ho fatto le mie prime esperienze sessuali con delle donne perché mi sembrava la cosa più "naturale", però poi mi chiedevo se era questo il sesso del quale tutti parlavano e per il quale impazzivano.

Sessualmente le donne non mi attraggono, però mi piacciono anche se sono omosessuale.

Visto che l'importante è stare con la persona giusta, al di là del sesso, sarei anche disposto a convivere con una donna sulla base di un rapporto platonico.

Forse è quello che potresti desiderare anche tu, da quello che ho capito.

Certo però che mettere assieme amore e sessualità è tutta un'altra cosa, quindi ti consiglierei di vivere la tua omosessualità.

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Il tuo racconto mi ricorda un po' la mia situazione.

Ho fatto le mie prime esperienze sessuali con delle donne perché mi sembrava la cosa più "naturale", però poi mi chiedevo se era questo il sesso del quale tutti parlavano e per il quale impazzivano.

Sessualmente le donne non mi attraggono, però mi piacciono anche se sono omosessuale.

Visto che l'importante è stare con la persona giusta, al di là del sesso, sarei anche disposto a convivere con una donna sulla base di un rapporto platonico.

Forse è quello che potresti desiderare anche tu, da quello che ho capito.

Certo però che mettere assieme amore e sessualità è tutta un'altra cosa, quindi ti consiglierei di vivere la tua omosessualità.

Sì, io personalmente non do molta importanza al sesso. Credevo non mi interessasse affatto, prima di conoscere la mia ragazza, poi ho cambiato idea. In definitiva, direi che fare l'amore per me è bello se c'è un forte sentimento per l'altro/a, ma non è la cosa essenziale del rapporto. Sono fortunata perché anche la mia ragazza la vede così. 

In definitiva tu quindi diresti che potrei essere omosessuale? Non lo escludo, considerato che se penso al mio futuro non mi vedo con un uomo. La domanda che mi pongo però è: ma com'è che gli uomini comunque mi piacciono? Per capirci, io se vedo un uomo e una donna, ad esempio in un film, tendo a guardare l'uomo. Non avverto desiderio sessuale per lui, però lo trovo comunque più attraente. Con le donne questo non accade, di solito non mi interessano, però questa ragazza è stata un'eccezione, e con lei mi sembra di avere il rapporto più naturale del mondo. Per questo non mi sento di escludere la bisessualità: così come c'è stata una donna speciale, non potrebbe in futuro esserci un uomo speciale?

In definitiva, io per il momento mi definirei bisessuale, pronta però a modificare la definizione in futuro se dovessi capire di essere definitivamente lesbica. Non è che non voglio definirmi lesbica, semplicemente non mi sembra rispecchi la mia attuale situazione. 

 

Quello che non capisco è: perché comunque trovo gli uomini attraenti (anche più delle donne) se poi però non ho alcun desiderio sessuale verso di loro?

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Così su due piedi direi che ti piacciono solo le donne, ma... non starci a pensare troppo. Le definizioni a volte son gabbie, non chiuderti dentro una parola e... vivi la tua vita seguendo i tuoi istinti e le tue voglie, che sicuramente sono indicatori di ciò che ti piace più validi e precisi di qualunque definizione :)

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Morgan siamo sulla stessa barca, o quasi, e purtroppo non ho una risposta, che forse richiede un approfondimento che solo uno specialista potrebbe fare.

A me le donne piacciono, come a te gli uomini, ma non mi attraggono sessualmente.

Allora anch'io mi chiedo se sono forse bisessuale: ma se con questo termine indichiamo chi vuole vivere una vita affettiva e sessuale con entrambi i sessi non ci siamo.

Potrei amare una donna ma non divertirmi con lei facendo l'amore, due cose che invece con un uomo potrei fare.

Ripeto, una bisessualità che esclude l'attrazione sessuale per uno dei due sessi non so se sia concepibile, ci vorrebbe uno psicosessuologo... :-)

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Grazie ancora delle risposte.

Fergus: io vedevo una psicoterapeuta tempo fa per altre questioni, al momento non posso vederla perché sono all'estero, però quando tornerò cercherò di prendere un appuntamento e magari le esporrò la situazione. 

 

In generale il motivo per il quale vorrei capire è che quando farò coming out, mi piacerebbe poter offrire delle certezze. So che i miei genitori si faranno delle domande, non mi sembrano omofobi ma sicuramente saranno sorpresi, e mi sentirei meglio se potessi dire loro con certezza: "Sì, sono lesbica/bisessuale" invece di dire "mah, non so, sto cercando di capire", una risposta che secondo me rischia di essere seguita dal classico "Magari è solo una fase". Tutto qui. 

 

A proposito del coming out, voi che ne dite della reazione che potrebbe avere mio padre? Nel mio primo post ho citato un episodio e in generale ho detto che mi pare che lui, anche se non proprio omofobo, consideri comunque chi non è etero come una persona un po' strana. Mi sembra che non voglia toccare l'argomento, ogni volta che io parlo di omosessualità riferendomi a fatti di attualità, persone famose, e così via, mi pare che lui liquidi il discorso... insomma, qualche timore ce l'ho. Voi che dite?

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