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Relazione e lavoro all'estero


Articric

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Ciao a tutti,

da marzo 2014 sono felicemente fidanzato con M., 35 anni. Io ne ho 24, facciamo due lavori davvero differenti: lui lavora da oltre 12 anni nella stessa grande azienda di metalmeccanica, come operaio e si occupa di controllo qualità (purtroppo spesso in cassa integrazione causa fragilità del marchio e processo di vendita aziendale ancora in corso), io sono designer digitale a Milano per un'agenzia che è ancora sulla cresta dell'onda della "novità" in Italia: Internet.

E' da diverso tempo, ancora prima di conoscere M., che ho intenzione di cercare un nuovo ambiente lavorativo: non ho alcuna possibilità di crescita all'interno dell'azienda per la quale lavoro dal 2011 e le condizioni a cui io e numerosi altri colleghi siamo sottoposti quotidianamente, con un nullo riconoscimento professionale, sono devastanti. La punta dell'iceberg è il classico straordinario non pagato, oltre ad una scarsa motivazione comune.

Possibilità di trovare un nuovo ambiente lavoro ci sono e so che cambiare è la strada giusta. Spesso mi capita di essere anche ricercato (anche se il più delle volte in Italia mi propongono contratti molto inferiori) e riesco tutto sommato a stringere collaborazioni occasionali e relazioni che possono fare solo bene alla mia crescita come professionista.

Veniamo al dunque:
è da poco più di un anno che esiste anche la strada dell'estero. Diversi manager del settore mi spingono ad andare via dal Paese: effettivamente di realtà accattivanti ce ne sono e la qualità della mia vita personale migliorerebbe notevolmente.

Cosa c'entra M. in tutto ciò?
Ne abbiamo accennato una volta, molto brevemente e senza perderci in parole inutili, forse perchè mi era arrivata proprio in quel periodo una proposta di lavoro su Amsterdam. Lui molto brevemente mi fa:

 

"Non posso essere quello che ti vieta di crescere nel lavoro e di intraprendere la tua carriera, ma considera che se decidi una strada del genere, tra noi due non potrà andare avanti".

 

 

Da quel momento (ok, in realtà da quando mi sono innamorato di lui) il mio filtro di ricerca lavoro è cambiato: da "Ovunque" a "Vicino casa" e il mio obiettivo si è evoluto. Da trovare un nuovo ambiente lavorativo, a trovarlo garantendo la mia vicinanza a Marco e alla nostra situazione di coppia.

A distanza di tempo di annunci ne ho visti, di candidature ne ho inviate, ma il ventaglio di offerte che l'Italia mi offre si sta sempre più assottigliando. L'estero mi tenta. 

Ma c'è M..
E' il primo uomo con il quale io abbia davvero iniziato a progettare a lungo termine (convivenza? famiglia?). C'è un forte affiatamento reciproco oltre che grande serenità. Ci prendiamo costantemente cura l'uno dell'altro. Sto Bene con lui. Si sono creati dei forti legami anche con i nostri amici e le nostre famiglie e non potrebbe andare meglio. Ha un lavoro che, nonostante lo costringa a periodi di cassa integrazione, è notevole. E' rispettato dall'azienda, tiene al suo posto e al rimanere in questa azienda dove per oltre 10 anni ha sudato sangue. E' il mio esempio quotidiano per non arrendermi.

Ho pensato al parlargli di un lavoro all'estero finalizzato alla serenità di coppia e al benessere famigliare, o magari di seguirmi, ma credo sia poco probabile lui acconsenta ad un cambiamento simile. E poi io non voglio costringere una persona ad abbandonare tutte le sue certezze per seguirmi in un luogo e rifarsi da zero una vita.

Non so davvero che pesci pigliare. So che un cambiamento di rotta nella mia vita serve.

Riccardo

P.S. Ok, è da anni che non entro nel forum. A breve mi ripresenterò nel topic opportuno.

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Dal tuo post si evince che il tuo ragazzo " lo stimi molto" .  Serenità, cura dell'altro, Stare Bene . Termini molto polverosi da vedovi che si mettono assieme per non stare da soli . Ma la complicità e la passione ?  

Hai pensato di parlargliene ma immagini già cosa potrebbe risponderti, e quindi non lo fai . Dagli l'opportunità di dirtelo lui . Ma come la prenderesti se ti dicesse "ok vengo con te" ?

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Hai solo 24 anni, vai avanti per la tua strada se è quello che vuoi...Mi fa un pò paura quando dici progetto una vita con lui, ci sta eh...È che a 24 anni mi sembra davvero troppo presto per pensare a questo...Comunque anche lui ha ragione se vai all'estero la tua relazione finirà...Devi deciderti se conta più lui è quello che hai con lui o più la tua vita lavorativa...

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Te la caverai benissimo anche se rimarrai in Italia

e troverai un altro uomo facilmente anche se andrai in Olanda o altrove.

 

Questa risposta è da incorniciare

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Ti dico quello che dico a tutti: i fidanzati vanno e vengono, il conto in banca (se sei intelligente) resta. Mira sempre alla tua realizzazione personale, il resto è accessorio.

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Boh io non capisco chi vive per il lavoro.. Boh

Credo che ci siano cose ben più importanti nella vita

...tipo l'amore..

 

Detto ció boh dipende dalle TUE prioritá

E dal rapporto che hai con lui..

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Sì effettivamente quello che dice @, per quanto possa apparire cinico, ha una sua logica: di omosessuali ce ne sono tanti, di proposte di lavoro olandesi che calzano alla perfezione col tuo profilo... un po' meno.

 

Io credo che le tue scelte alla fine non dipenderanno da un aut-aut nel quale paragoni i pro della conservazione di questa relazione con i pro di lavorare ad Amsterdam per vedere dove il pro è maggiore; penso dipenderà da quanto riesca ad essere autentico ed esplosivo nella tua testa quel briciolo di follia che s'impossessa della mente di qualcuno quando si mette a progettare un totale ribaltamento di prospettive di vita e se ne va all'estero.

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Personalmente rimango scettico di fronte al parere di chi consiglia senza mezze misure di preparare le valigie e bye-bye.... Se mi "fidanzo" (per capirsi! Non mi piace molto 'sto termine XD) è perché ci credo al 100% in quella storia, cosa che nella vita potrebbe succedere magari altre una/due volte o forse mai più.... quindi ci andrei cauto a dire a me stesso "i fidanzati vanno e vengono".... Quello che voglio dire è che sono valutazioni molto, anzi, troppo personali.

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decisione molto difficile, se vuoi spesso quello che capitano alle donne in Italia, in cui devono scegliere di dedicarsi alla famiglia o alla carriera.

Inoltre guardiamo anche dalla parte del tuo compagno. Fidanzato da alcuni mesi, in piena felicità e empatia, stabilizato da tempo rispetto a situazioni andate male nel tempo o addirittura assenti da parecchi anni  (questo ultimo punto molto inventato, non conoscendo la sua storia). Bene quindi da alcuni mesi tutto ok insomma e ora il mio fidanzato mi dice che si sente stretto e incmpreso in Italia e vuole andare all'estero. Mi chiede di seguirlo accettando la situazione. Che fare?

Prima cosa che avrà pensato  sarà stato immagino, quanto voglio bene al mio lui. Seconda domanda, immagino sempre, da quanto tempo stiamo insieme. Fato queste due valutazioni terza e definitiva domanda: posso rivoluzionare la mia vita, le mie conoscenze, ripartire da zero per di più in Paese straniero per lui?

 

Tu Riccardo che faresti?

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Dal tuo post si evince che il tuo ragazzo " lo stimi molto"

 

Mi viene in mente la Pina che risponde a Fantozzi ("Mi ami?"-"Io ti stimo moltissimo Ugo") :D

 

Comunque, l'andare a lavorare all'estero ha diversi vantaggi. Sul fronte lavoro in media c'è più meritocrazia, più prospettive di carriera, non corri il rischio di vederti soffiare un posto meritatissimo dal nipote di tizio che è amico di caio che ha messo una buona parola, le retribuzioni sono spesso più alte. Da un punto di vista meramente qualitativo, lo spostarsi all'estero può essere molto stimolante, sicuramente una esperienza importante anche in caso dovessi poi tornare definitivamente in patria (e anche spendibile a livello lavorativo, da mettere sul tuo CV).

C'è poi il lato personale: all'estero avresti, paradossalmente, più possibilità di formarti una famiglia; andresti in Olanda dopotutto, quindi avresti più diritti in quanto individuo gay e più diritti in quanto - eventuale - coppia gay (nel caso trovassi un compagno o ti portassi dietro il tuo attuale).

 

Se vuoi salvare capra e cavoli potresti ritentare di convincere il tuo compagno a seguirti: se non ha un impiego altamente specializzato può trovare benissimo anche in Olanda, basta cercare. Potresti allettarlo con la prospettiva di una vita migliore in quanto coppia (per la questione diritti di cui sopra), così da passare da un "è solo per me" ad un "è anche per noi".

Edited by NewComer
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A me verrebbe naturale rispondere che se è vero amore il mio fidanzato non mi direbbe: "se vai all'estero la cosa finisce qua".

In passato ho rifiutato trasferte di lavoro per amore e poi? E poi sono rimasto senza lavoro, aggiungo che era un lavoro che mi piaceva molto e ora me ne pento della scelta fatta. In primis devi pensare a te stesso, poi vengono gli altri. Non vi conoscete nemmeno da secoli, se mi trovassi di fronte ad un ragazzo che mi dice una cosa così non so come reagirei. Io ci penserei per bene comunque. 

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Dunque,se io fossi il tuo ragazzo e ti conoscessi da Marzo,non credo ,anzi ne sono certo,che non stravolgerei di netto la mia vita.Però se io fossi in te il lavoro lo accetterei di corsa.

Il resto sarà una conseguenza,se vi mancherete a vicenda e se la lontananza inizierà a far danni,lui ti seguirà o tu ritornerai in Italia.Non credo nelle relazioni a distanza prolungate.Insomma,accetta il lavoro e vedi come vanno le cose con il fidanzato.Se veramente vi amate la soluzione si trova.

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A me verrebbe naturale rispondere che se è vero amore il mio fidanzato non mi direbbe: "se vai all'estero la cosa finisce qua".

 

 

E no eh? Oggi se mi mettessi con un ragazzo che per fare carriera vuole costringermi a vederlo una volta al mese gli dò il benservito seduta stante. Un conto è volevr fare un'esperienza, allora lì concordo, anche qualche anno una vera storia resiste, diverso però è il trasferirsi, sono scelte di vita forti, non puoi imporle.

Ma cos'è questa visione servile e lesionistica dell'amore?

 

Ci si costruisce una vita, una serie di relazioni sociali, c'è la famiglia, ci sono gli amici, la vita è fatta di tante cose oltre il lavoro soprattutto quando ce l'hai.

 

In base a questo discorso è vero anche l'inverso "è evidente che non lo ami abbastanza per pensare di andare all'estero"

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E no eh? Oggi se mi mettessi con un ragazzo che per fare carriera vuole costringermi a vederlo una volta al mese gli dò il benservito seduta stante. Un conto è volevr fare un'esperienza, allora lì concordo, anche qualche anno una vera storia resiste, diverso però è il trasferirsi, sono scelte di vita forti, non puoi imporle.

Ma cos'è questa visione servile e lesionistica dell'amore?

 

Ci si costruisce una vita, una serie di relazioni sociali, c'è la famiglia, ci sono gli amici, la vita è fatta di tante cose oltre il lavoro soprattutto quando ce l'hai.

 

In base a questo discorso è vero anche l'inverso "è evidente che non lo ami abbastanza per pensare di andare all'estero"

Io parlo per esperienza personale. Quando il mio ex mi ha detto che molto probabilmente sarebbe dovuto andare all'estero per lavoro, non mi sono di certo opposto. Del resto se non aveva valide alternative non potevo obbligarlo a restare in Italia. Poi ha scelto da solo. Certo che una delle idee che ci era balenata nella testa di entrambi era quella di cercarmi un lavoro all'estero. 

Stesso discorso quando mi era stata fatta una proposta in un'altra regione dell'Italia: non mi ha detto nè baf nè maf, libera scelta. Anche in quel caso ho scelto da solo. 

 

Ma ho anche rinunciato ad un lavoro per amore e poi? poi dopo un mese sono stato scaricato, motivo per cui ora come ora NON rinuncerei mai più ad un lavoro, soprattutto se è anche la mia passione!

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Si ma io ho capito quello che dici ho solo contestato il presupposto dell'amore.

Anzi io credo che ogni persona nella vita abbia delle priorità e certamente alla nostra età se si ha la fortuna, come te, di avere le idee chiare fai benissimo a fare come hai fatto a prescindere dall'esperienza negativa che convalida la tua scelta.

 

Poi andare all'estero è sempre diverso, guarda puoi cambiare regione d'Italia, pure è un evento traumatico ma quando vivi all'estero anche se geograficamente vicino, hai la vita stravolta.....in negativo o in positivo ma è comunque un impatto molto ma molto più violento.

Edited by Iron84
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Boh io non capisco chi vive per il lavoro.. Boh

Credo che ci siano cose ben più importanti nella vita

...tipo l'amore..

Detto ció boh dipende dalle TUE prioritá

E dal rapporto che hai con lui..

C'è gente fidanzata...Con il lavoro...Poi arrivano a 50 anni e si chiedono perché sono single...
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Io parlo per esperienza personale. Quando il mio ex mi ha detto che molto probabilmente sarebbe dovuto andare all'estero per lavoro, non mi sono di certo opposto. Del resto se non aveva valide alternative non potevo obbligarlo a restare in Italia. Poi ha scelto da solo. Certo che una delle idee che ci era balenata nella testa di entrambi era quella di cercarmi un lavoro all'estero. 

Stesso discorso quando mi era stata fatta una proposta in un'altra regione dell'Italia: non mi ha detto nè baf nè maf, libera scelta. Anche in quel caso ho scelto da solo. 

 

Ma ho anche rinunciato ad un lavoro per amore e poi? poi dopo un mese sono stato scaricato, motivo per cui ora come ora NON rinuncerei mai più ad un lavoro, soprattutto se è anche la mia passione!

Ma questo discorso può succedere pure a lavoro, molli il ragazzo, scegli il lavoro e dopo un mese ti licenziano...La vita è fatta di scelte...
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Posso dare un punto di vista diverso?

Sì, lo do. 

Io ancora sono fuori dal mercato del lavoro. O meglio, a metà... studente di dottorato. E' praticamente un lavoro ma non dà nessuna garanzia. Fra qualche mese sarò senza lavoro e senza amore: il primo sto per perderlo e il secondo non l'ho mai avuto.

Ora, io so molto precisamente due cose di me:

1) Il lavoro non mi riempie la vita, quindi non è la mia priorità. Devo mangiare ovviamente, e raggiungere stabilità economica di base, ma non pretendo di più. 

2) Trovare una relazione non è così facile. Nel MIO caso quasi impossibile. 

Come ho detto fatico ad immaginare il mio futuro lavorativo, ma penso che all'estero le occasioni ci siano alla fin fine. Ecco, nel mio caso se trovassi una relazione ora come ora il problema non si porrebbe: farei anche il receptionist pur di mantenerla. E intendo che non sarei nemmeno sfiorato dal dubbio su cosa scegliere, perché nella mia situazione non c'è confronto fra il valore delle due cose.

So che ci sono persone che trovano nuove relazioni facilmente. Se è il tuo caso, ok, vai per il lavoro. Ma se non lo è ti conviene tenerti stretto quello che hai. Io so che per me quello che dice Almadel non sarebbe sicuramente vero per quanto riguarda le relazioni... temo che non lo sarebbe neanche per il lavoro (ma a quello cerco di non pensarci perché soffro seriamente di tendenze suicidarie e mi prende facilmente la crisi d'ansia su questo tema), ma diciamo che, consideratemi un inguaribile ottimista, non credo che un ambito della mia vita in generale possa andarmi peggio di come va quello sentimentale. 

Quindi il mio consiglio è di tenerti stretta la cosa che avresti più difficoltà a sostituire, in generale. 

 

La seconda considerazione/obiezione/puntiglio che voglio fare è di più ampio respiro... QUALE RELAZIONE MAI NELLA VOSTRA VITA POTRA' DURARE, se nessuno è mai disposto a spostarsi per seguire l'altro, se nessuno è mai disposto a restare per stare insieme all'altro?

Il posto fisso è morto. Lo avete capito questo, sì? Lo ascoltate Renzi in TV, no? Non vi deve piacere per forza, ma sentite cosa dice. Il posto fisso non esiste più, se non forse raggiunte età venerabili tipo 45-50 anni; quindi se ogni relazione che si intraprende non può reggere alla flessibilità lavorativa questo implica necessariamente che almeno fino a 45-50 anni si resta soli, o si passa di fiore in fiore, per così dire.

Che nel mondo gay è il modello predominante, in effetti, quindi forse questo è il posto sbagliato in cui fare questo tipo di predicozzo. Comunque lo sottolineo perché mi pare che questa implicazione non sia stata chiara negli interventi letti finora: se da entrambe le parti si sceglie sempre il lavoro, il nomadismo sentimentale è praticamente un obbligo: non una possibilità, non un'opzione, ma un'inevitabilità. 

Lo dico ad uso e consumo di un'immaginario lettore che progettasse la propria vita sulla base di criteri non nomadistici in senso sentimentale. Che in realtà è una specie in via di estinzione, ma non si sa mai...

 

Tuttavia io posso dirvi che al momento i miei coinquilini sono tutti gente che viene da varie parti del mondo: c'è un'argentina, una del Costa Rica, un brasiliano, un finlandese. Tutti molto giovani. Sono tutti sposati, due di loro hanno figli, eppure fanno un lavoro precarissimo e che li costringe a spostarsi periodicamente per il mondo alla ricerca di un nuovo laboratorio che sia interessato al loro profilo professionale. 

Funziona, lo fanno lo stesso. Ci riescono perché loro sono etero?

Che dire... può darsi, a questo punto. 

Edited by FreakyFred
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La seconda considerazione/obiezione/puntiglio che voglio fare è di più ampio respiro... QUALE RELAZIONE MAI NELLA VOSTRA VITA POTRA' DURARE, se nessuno è mai disposto a spostarsi per seguire l'altro, se nessuno è mai disposto a restare per stare insieme all'altro?

 

Sì vabé però a questo punto io ti rigiro la frittata facilmente dicendo: perché l'operaio trentacinquenne in pianta stabile in Italia deve obbligare senza compromessi il fidanzato architetto venticinquenne precario a restare in Italia dove si trova molto male lavorativamente imponendogli un aut-aut fra la conservazione della relazione e la realizzazione di un futuro lavorativo migliore all'estero?

 

Al di là delle questioni di principio ci sono molti punti di vista, insomma.

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Sì va bo, ragazzi... il punto è semplice: dipende se uno vuole puntare sulla carriera lavorativa o preferisci volare basso e pensare a costruirsi una famiglia. Se uno pensa solo al lavoro, che sia etero o gay, difficilmente avrà una relazione stabile. 

 

Iron, io faccio presto a dare consigli eh, ma perchè non sono innamorato. Da innamorato magari ricommetterei lo stesso sbaglio di tre anni fa, chi lo sa. 

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Beh ovviamente la questione può essere vista da entrambe le parti

 

C'è del vero nel fatto che in un contesto di vita che rischia di diventare

sempre più precario e difficile, il fatto di poter disporre della scatola istituzionale

del matrimonio può aiutare

 

Fermo restando il fatto che non ci dice chi deve fare cosa per l'altro.

E non ce lo dice sicuramente in una coppia gay dove tutto è contrattato

( cioè non esistono ruoli sociali di genere )

 

Per come sono fatto io - ma è del tutto soggettivo - dopo 6 mesi è un po'

presto per usare parole come "serenità" "benessere" "progetti a lungo termine"

perché non ci vedo quella complicità vera, quella passione che - come Ghosthunter77

presumo debba animare una coppia innamorata, un giovane etc

 

Se manca questo, manca il motore per una decisione così impegnativa

 

Se parliamo di matrimonio vero, convivenza, girare per strada mano nella mano ad

Amsterdam la libertà etc, tutte le cose che qui ancora non abbiamo, non mi pare

proprio si possa parlare di "volare basso" sarebbe una bella avventura

 

Tanto più che in realtà qui avremmo un giovane demansionato ed un 35nne

cassintegrato, cioè nessuno dei due in realtà sta poi così bene in Italia

 

@Diabolik, un discorso però è rinunciare ad una opportunità unilateralmente

per rimanere vicino ad una persona, un discorso diverso sarebbe farlo per

realizzare una convivenza, fare delle scelte coraggiose insieme, che fanno fare

un salto di qualità

 

Nel primo caso si rinuncia solo per  poter"continuare", nel secondo caso si

rinuncia anche per "realizzare" ( poi magari va male lo stesso ma c'è una

contropartita )

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Sì vabé però a questo punto io ti rigiro la frittata facilmente dicendo: perché l'operaio trentacinquenne in pianta stabile in Italia deve obbligare senza compromessi il fidanzato architetto venticinquenne precario a restare in Italia dove si trova molto male lavorativamente imponendogli un aut-aut fra la conservazione della relazione e la realizzazione di un futuro lavorativo migliore all'estero?

 

Al di là delle questioni di principio ci sono molti punti di vista, insomma.

Esatto, la questione non è così semplice sul modello "i fidanzati vanno e vengono e ne trovi quanti ne vuoi invece il lavoro che figata".

Non è detto che i fidanzati vadano, soprattutto non è detto che vengano, e comunque se ne vuoi uno a lungo termine a qualche ambizione lavorativa devi rinunciarci. 

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Esatto, la questione non è così semplice sul modello "i fidanzati vanno e vengono e ne trovi quanti ne vuoi invece il lavoro che figata".

Non è detto che i fidanzati vadano, soprattutto non è detto che vengano, e comunque se ne vuoi uno a lungo termine a qualche ambizione lavorativa devi rinunciarci. 

 

Concordo in linea di massima, ma tutto ciò indipendentemente se uno è etero, gay, bisessuale o quant'altro.

 

Carriera lavorativa e relazioni stabili non vanno di pari passo.... 

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Secondo me è comprensibile questo dilemma. Né le relazioni né il lavoro sono cose che possono essere date per certe. Io ti consiglierei il lavoro.

E comunque non date colpa a chi ritiene di dover concludere una relazione a causa della distanza, c'è chi ci ha provato e non ci è riuscito.

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Io poi vorrei sapere tutte ste opportunità all'estero chi ce l'ha.

Parlate voi dall'alto dei vostri dottornadi, ignegneri o cose varie ma un umanista all'estero fa la fame come se la fa in Italia e manco è pensabile che nel giro di pochi anni padroneggi la lingua del posto, alla fine si ritrova a fare il commesso da Berskha è questa la verità.

Tutta la mandria di italiani che se ne vanno a Londra, salvo quelli che partono già con il lavoro dato dlal'università o con l'azienda che li abbia chiamati ma cosa possono fare li?

Lavorano nei bar, commessi, camerieri per vivere in città dove solo il fitto di una stanza ti leva il 50% dello stipendio e solo per il fatto magari di guadagnare 2000 euro al mese non te ne accorgi che vivi lontano da casa, fai un lavoro di merda e non potrai permetterti mai una csa di proprietà. fai la vita del fallito in italia solo che hai l'illusione nominale della moneta.

 

Insomma è facile parlare bisogna vedere cosa si fa e quali siano le reali opportunità, non dico che l'estero non ne abbia ma non è così per tutti e non ovunque ovviamente.

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Scelta non facile ed è difficile pure dare un consiglio...non me la sentirei di dire con leggerezza e in due parole "fai così, fai cosà", troppo semplice e indice di poco interesse.

Parti dal discorso che è una scelta che devi ponderare per bene, se ci stai già ragionando da un po' meglio così, vuol dire che avrai molti lati e variabili a cui guardare. Niente è sicuro, non è che se scegli il lavoro lavorerai per sempre felice là, così come se scegli il ragazzo non potrai pensare con certezza che sarà il tui lui per sempre. Perciò devi capire tu a cosa tieni di più ora e quale cosa, in prospettiva, potrà crearti meno problemi o darti più vantaggi, non parlo solo in senso materialistico ma in base alle tue prerogative anche di soddisfazione. Fin che si persegue solo la soddisfazione personale, difficile che questa coincida esattamente con quella di un altra persona in modo da camminare insieme. Sembri una persona molto attenta e pacata quindi peserai bene la decisione.

 

Riguardo a chi dice che manca la passione nelle sue parole...a me sembra che fare un ragionamento e valutare una tale decisione come questa sia indice di grande passione per il suo ragazzo che per il lavoro. Non tutti abbiamo il lato passional-sessuale stile telenovela o teen-movie, mica una coppia è migliore solo perchè fa sentire i richiami d'amore a 5 km di distanza. Ricade sempre nella soggettività del carattere e non crediamo troppo alle scene di film, libri e serie tv che sono fatti apposta per ipnotizzarci, l'amore comune è molto meno teatrale e pirotecnico. Chiedere ad amici e amiche e poi fare una statistica.

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valutare una tale decisione come questa sia indice di grande passione

 

Ma no, affatto!

 

Significa che è una persona pacata, attenta, scupolosa o quel che vuoi tu

e che hai scritto anche tu

 

Tutte cose positive, beninteso

 

Ma che entrano in gioco per qualunque altra scelta di vita, in cui si tratta

di soppesare due situazioni alternative 

 

A 24 anni e dopo 6 mesi di fidanzamento...parlare di amore nei termini di

"grande serenità" è proprio l'opposto di ciò che comunemente si intende

per passione...cioè a me fa venire in mente un amore senile

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A 24 anni e dopo 6 mesi di fidanzamento...parlare di amore nei termini di

"grande serenità" è proprio l'opposto di ciò che comunemente si intende

per passione...cioè a me fa venire in mente un amore senile

 

 

Bè dai addirittura senile! Guarda, con tutto il puttanaio di oggi, chiedere grande serenità nell'amore di coppia non mi pare una roba per anziani. E poi si può "serenamente" trombare anche 10 volte al giorno senza doverlo scrivere qua :)

 

Attendiamo dettagli dal diretto interessato (giusto per non far capire che siamo curiosi)

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Se il mio ragazzo volesse andare a lavorare all'estero

- e io non intendessi o potessi seguirlo -

lo consiglierei di farlo anche a scapito della nostra relazione.

 

Forse fingerei di consigliarlo in questo senso per un estremo altruismo,

ma in realtà la considerazione è banale e piuttosto egoistica.

Sia che la storia proceda sia che la storia finisca

non potrei convivere con una simile disparità morale,

sapendo che il mio ragazzo ha rinunciato alla sua carriera per me:

in pratica me lo potrebbe rinfacciare ad ogni litigio.

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