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Sono in depressione ma non capisco perche'


mwt76

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Premetto che ho capito (e cominciato ad accettare) di essere gay tardi.

Avevo 28 anni, storie etero copiate ai miei amici alle spalle, sesso svogliato e non cercato con le ragazze ed un'ossessiva curiosità nei confronti dei corpi maschili. Reprimevo le pulsioni sessuali e le fantasie ma, alla fine, ho cominciato ad ascoltarmi ed ho deciso di fare il grande passo e parallelamente ad intraprendere un percorso di supporto psicologico per affrontare il disagio che provavo.

I primi periodi furono atroci perché vedevo solo ciò che credevo di aver perso: anni di stereotipi etero inculcati da tutti ormai irraggiungibili ( famiglia, coppia, convivenza, figli...).

Poco a poco ho capito che ero soddisfatto come non mai della sessualità raggiunta e credevo che la tristezza ed il disagio che avvertivo erano dovuti al vivere di nascosto.

Ho quindi cominciato a fare coming out certo che, una volta fatto, sarei stato libero e sereno.

Nel frattempo avevo le prime avventure ed i primi amori e continuavo a dire di me a chi chiedeva perché mi faceva sentire libero: al lavoro, con gli amici ed infine la famiglia.

Ora tutti sanno... Ma io, che all'inizio volevo accelerare per costruirmi la mia nuova vita affettiva, mi son ritrovato che ora che sono allo scoperto non riesco ad immaginare cosa sarà un domani perché, contrariamente alla accettazione fatta ed archiviata, sento una nuova infelicità che cresce a cui non so dare un nome.

Può essere un nuovo periodo di depressione? Voi ci siete passati? Se si come ne siete usciti?

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Ma io, che all'inizio volevo accelerare per costruirmi la mia nuova vita affettiva, mi son ritrovato che ora che sono allo scoperto non riesco ad immaginare cosa sarà un domani perché, contrariamente alla accettazione fatta ed archiviata, sento una nuova infelicità che cresce a cui non so dare un nome.

 

Se non sai darci un nome tu, figurati noi :D

Da quel che scrivi si può ipotizzare che tu presenti dei tratti del temperamento tendenzialmente malinconici...ma di questo ne avrai parlato collo psicologo "al tempo", o no?

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In realtà ne ho parlato a due psicologi... Il primo è stato cambiato quando parlando fi ciò mi disse "... E cosa ti aspettavi? Fattelo andar bene".

Il secondo mi spiegò che avrei avuto bisogno di far sedimentare il tutto e che col tempo le cose sarebbero andate a posto da sole... Ma dopo 3 anni non è proprio andata così.

Aspetterò ancora: forse è ancora poco tempo...

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Adessi sei semplicemente senza binario, prima avevi un obiettivo che ti dava anche la speranza adesso che l'hai raggiunto ti senti spaesato e perso.

Inoltre, spesso, si vede il co come la panacea di tutti i mali, in realtà è solo uno strumento che può aiutarti ed anceh in piccola parte.

 

Datti del tempo, è una depressione salutare la tua, ti aiuterà a capire ciò che vuoi veramente. Anche io l'ho avuta per qualche mese, dopo un pò di terapia si è aperto il periodo più bello della mia vita, sarò sempre grato a quel periodo.

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Scrivi di aver iniziato ad accettarti tardi - 28 anni - e di averne 38,

cioè sono passati 10 anni dall'inizio del tuo percorso di accettazione

 

Non so quando hai terminato di fare i CO importanti - se 9 anni fa o

9 mesi fa - ma certo non puoi pretendere solo per questo di essere

felice tutta la vita

 

O dire che siccome ti sei sentito oppresso - faccio per dire - 28 anni

allora sarò felice - a titolo risarcitorio - per altri 28

 

Non funziona così, sia la sensazione di liberazione sessuale che quella

dalla paura del giudizio degli altri non possono bastare a renderti felice

una vita intera, sono semmai dei presupposti a partire dai quali per un

gay la felicità diventa possibile.

 

Magari inizialmente puoi sentire una euforia, o una intensa felicità, essendo

stato molto infelice, ma chiaramente questo ha un suo termine

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Intanto grazie del confronto! Il co l'ho fatto gradualmente in circa due anni.

Non credo, ovviamente, di dover avere un periodo risarcitorio... Più che altro, a volte, mi trovo appunto spaesato, come dice iron84, senza binario ed è li che cominciano i guai. Spero infatti di poter trovare un periodo di serenità e questo anche a discapito della felicità: non perché non la cerchi ma perché la serenità è lo stato che più mi manca!!! :-)

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Non so quante volte leggo dei problemi legati al CO ma, secondo me, dall'alto dei miei 20 anni.... I veri problemi non sono il CO, se l'amico ti accetta o meno, se il padre per mesi non ti parla o no,

i veri problemi vengono dopo il CO!

 

Perché prima si vive in uno stato di limbo, ci sentiamo protetti dal nostro segreto, pensiamo che la nostra felicità sia parziale solo perché ancora non abbiamo fatto outing: poi lo facciamo, ci togliamo quel gran peso, e le cose sembrano andar meglio.

 

Si...Ma poi? C'è tutto un altro mondo dietro, che è quello che veramente conta, c'è tutto un processo di accettazione personale, non tanto della propria sessualità, quanto della vita gay in se.

 

Intanto, consiglio spassionato, non torturarti con gli psicologi: servono solo per periodi estremamente fragili di stampo adolescenziale o per gravi traumi o complessi da superare (non è il tuo caso):tu sei solo confuso e, almeno io leggo questo, un po' infelice (ma lo siamo un po' tutti..)

 

Dici che possa essere un nuovo periodo di depressione ed io ti chiedo: ma tu sei realmente soddisfatto della tua vita?
E lascia stare che sei gay, sei innanzitutto una persona.. Non hai accennato ad altri aspetti se non alla tua omosessualità, e già questo mi pare un bel punto da cui partire, perché circoscrivere il tutto alla componente gay mi pare... troppo facile.

Edited by Luchetto93
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Ma non potresti darci altri elementi o dirci altro di te? Da come scrivi sembra di capire che non hai un compagno; non sarà semplicemente questa la mancanza che causa la tua infelicità o malinconia che sia? Hai un lavoro, hai un contesto familiare, hai degli amici? Hai degli interessi che coltivi? Ci sono delle cose che non vanno bene nella tua vita, su qualunque fronte (lavoro, famiglia, posto in cui vivi), e se sì quali?

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mi son ritrovato che ora che sono allo scoperto non riesco ad immaginare cosa sarà un domani perché, contrariamente alla accettazione fatta ed archiviata, sento una nuova infelicità che cresce a cui non so dare un nome.
...mio modestissimo parere: questa tua angoscia non dipende dal tuo orientamento sessuale, ma bensì dall'età, dalla condizione umana, sono pensieri e dubbi che (in teoria) tutti si pongono ad un certo punto della loro vita. Pensi che se avessi continuato a mentire a te stesso e agli altri a quest'ora non avresti avuto queste sensazioni? Peggio... saresti stato sicuramente peggio: almeno una parte di te è stata scoperta e hai potuto vivere la tua identità. Ma quel vuoto che senti non dipende da questo, è intrinseco dell'uomo. Chi non percepisce questo vuoto finge o è un completo idiota. 
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i veri problemi vengono dopo il CO!

Sottoscrivo.

 

E non sei l'unico a sentirti smarrito anche dopo che hai fatto c.o.

 

Allo stato attuale, con tutto che a Roma son super-dichiarata, mi ritrovo a pascolare come una pecorella lesbica smarrita :asd:

 

Diciamo che dal momento in cui superi il discorso "orientamento sessuale", ti scontri con tutto il resto e cioè sul significato che ha l'omosessualità nella tua vita e, in generale, anche con la tua indole se mal si sposa con la realtà che ti circonda: non solo quella etero, anche quella di appartenenza è capace di generarti conflitti qualora la tua individualità mal si sposa col messaggio predominante che viene per lo più veicolato.

 

Se appunto poi ci aggiungi che siamo in Italia e perciò c'è l'aggravante...

 

Per uscirne?

Pensaci di meno e goditi di più il presente, tanto sarà eventualmente la vita a metterti davanti prima o poi qualche opportunità.

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Grazie a tutti per gli spunti di riflessione che mi date. Devo sicuramente darvi più indizi.

Caratterialmente sono sempre stato molto esigente con me stesso su tutti i fronti (e questo perché dovevo dimostrare di essere perfetto proprio perché nascondevo la verità a tutti).

Dicevo le cose giuste, mi sforzavo di essere sempre più in avanti, dovevo essere inappuntabile ed impenetrabile per non dire mai realmente nulla di me... Una vita di facciata.

Quando alla fine non ho retto più ho detto la verità ma, nel frattempo, ovviamente, non mi accontentavo più dei miseri traguardi raggiunti cercandone altri da superare.

Non ho problemi in famiglia: con mia madre ho un ottimo rapporto e sa di me da anni.

Magari il conflitto nasce dal fatto che ho perso mio padre improvvisamente quando avevo cominciato a prendere il discorso.

Ho alcuni amici etero ed altri gay. I primi sono di sostegno ma se cerco riscontro non possono far molto. I secondi non li vedo da tempo: problemi di intrecci sentimentali... Mio ex con mio migliore amico, mio amico con amico del mio ex e così via... Per non vedere e riaprire ferite semplicemente mi sono tirato fuori.

Lavorativamente sono abbastanza appagato e, nonostante tutto ho anche una relazione sentimentale che, fortunatamente, va avanti con naturalezza.

Potrei Sembrare quindi assurdo ma la verità, ad esempio, è che a volte non mi sento all'altezza del mio compagno: lui è sempre con lo sguardo rivolto all'orizzonte, non vacilla, non ha momenti di sconforto così grandi.

Spesso affrontò con lui il problema perché penso che magari possa avere la sindrome della crocerossina e non vorrei essere per lui solo un caso da recuperare.

Quando parlo dei miei dubbi si trincera dietro un "non so cosa dirti/come aiutarti" e finisce li.

Proprio per questo ho pensato di scrivere... Per capire, per capirmi... E per affrontare questi dubbi senza nuove paure.

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Forse quello che non ti fa stare bene è il fatto che tu non sia mai venuto fuori interamente, non ti sia mai espresso per intero e in forma veramente assertiva, in modo profondo, o appassionato - come se tu avvertissi che non hai ancora espresso veramente del tutto te stesso. 

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