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Gli irresponsabili


conrad65

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Obama tra qualche mese lascerà la Casa Bianca e ha cominciato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: pare si sia rotto i coglioni di inglesi, francesi e sauditi

sapesse noi, signor presidente...

 

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/omaba_libia_francesi_inglesi_scrocconi-1602147.html

 

In una serie di interviste con The Atlantic magazine pubblicate oggi, il presidente Usa Barack Obama sostiene che alcuni alleati americani nel Golfo Persico, come pure in Europa, sono degli «scrocconi» («free riders») che «mi indispettiscono», impazienti di trascinare gli Stati Uniti in pesanti conflitti settari che talvolta hanno poco a che fare con gli interessi americani. Nella lista mette l'Arabia Saudita ma pure la Francia e la Gran Bretagna, almeno per quanto riguarda l'operazione in Libia contro Gheddafi.

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  • 3 weeks later...

le notizie più interessanti sulle occulte ragioni strategie della "guerra islamica" in atto vengono date dai media israeliani

riporto questo interessante articolo

 

http://www.timesofisrael.com/islamic-state-explains-why-it-doesnt-attack-israel-yet/

 

in cui viene a sua volta citato un articolo di Isis

Isis dice che la causa palestinese non è per loro primaria, almeno in questo momento, e questo giustificherebbe la sostanziale tregua in atto tra Stato Islamico e Israele

viene altresì detto che l'obiettivo primario è la riconquista dei luoghi santi dell'Islam, defenestrando la dinastia saudita, accusata di "apostasia" e di occupazione illegale delle città sante di Medina e La Mecca

 

questo a mio avviso chiarisce che, nell'attuale fiammata di imperialismo islamico, ci sono 3 forze che si stanno contendendo la supremazia: i sunniti alleati con il wahabismo saudita, i sunniti alleati con i turchi, nella cui orbita rientra Isis, e gli Sciiti

Isis sembra essere la copertura della longa manus turca e "ottomana", e questo spiega molto bene il perché sia fortemente avversata da tutte le minoranze mediorientali, dagli Alauiti (cui appartiene il clan Assad), ai cristiani, comprese le enclavi maronita e probabilmente copta in Egitto, ad altre minoranze come gli Ismailiti, i Curdi etc.

alcune di queste, come ad esempio gli Alauiti di Assad, si sono alleate con gli sciiti iraniani, a sua volta alleati con i russi; altre sono legate ai finanziamenti sauditi

la situazione giustifica i motivi dell'imbarazzo e dell'inazione americana, visto che gli USA si trovano alleati sia dei sauditi che dei Turchi, essendo la Turchia in questo momento uno dei paese chiave della NATO per arginare l'espansionismo Russo

nell'imbarazzo Obama ha fatto una mossa spiazzante, ovvero l'accordo con l'Iran, il terzo interlocutore in campo, e ha riservato all'America un ruolo super partes che finora non è stato pienamente esercitato

ci sono poi gli europei, in ordine sparso, con i paesi francofoni, in particolare la Francia, esposti in prima persona per via del passato coloniale in Siria e dei legami politici e culturali tra il baathismo siriano e irakeno (per quello che ne rimane) con la Francia

la Francia inoltre ha le mani impastate negli affari africani, dal Mali, culla del reclutamento dei "foreign fighters", alla Libia che fu attaccata per iniziativa di Sarkozy

per questo io ritengo che nello scenario attuale non ci siano imminenti rischi di attentati in Italia: ci potrebbero essere tuttavia se l'Italia prenderà posizione in Libia (prospettiva rispetto alla quale il governo si sta mostrando reticente nonostante le pressioni degli americani)

 

è possibile, in prospettiva, che gli americani si schierino dalla parte dei Saud, e questo chiarirebbe anche lo scenario delle alleanze internazionali:

- USA con i Sunniti sauditi

- Russia con gli Sciiti iraniani

- Europa, in ordine sparso, con gli Sciiti turchi

 

quest'ultimo punto merita un approfondimento: l'alleanza di fatto tra Turchia e Germania mi sembra ormai assodata, anche alla luce dell'ultimo accordo tra Unione Europea e Turchia, chiaramente appoggiato dalla Germania; questo spiega anche indirettamente le bastonate tedesche ai greci, che sono ovviamente contrarissimi, per ragioni storiche, a un riavvicinamento con la Turchia (ricordo anche che la Germania è da decenni luogo di elezione dell'emigrazione turca)

spiega anche i motivi dell'attentato di Gennaio a Istanbul, dove morirono soprattutto turisti tedeschi: fu probabilmente un atto mirante a frenare l'accordo tra Germania e Turchia, che ha come obiettivo l'ingresso della Turchia nella UE

gli attentati che stanno devastando la Francia sono dovuti a una probabile contrarietà francese a questo progetto tedesco, visti gli interessi ex coloniali del paese e il suo legame con il regime siriano: come dissi già a suo tempo, l'attentato al Bataclan mirava a colpire il "Clan Baat", cui appartiene Assad, storicamente filofrancese

gli attentati a Bruxelles sono rivolti alla comunità europea e avrebbero come obiettivo politico l'accelerazione dell'adesione della Turchia alla UE

Edited by conrad65
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A me sembra chiaro perche l'isis non attacca israele. Perche' israele e' abituato al terrorismo e sa difendersi. Agli arabi e e mussulmani frega poco dei palestinesi. Li usano come pretesto per dar contro a israele.

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Agli arabi e e mussulmani frega poco dei palestinesi. Li usano come pretesto per dar contro a israele.

 

questo lo credo anch'io: alle elite sunnite, in particolare saudite e giordane, interessa mantenere Israele sotto pressione ed evitare l'azione che sarebbe stata la naturale soluzione del problema palestinese, ovvero il reintegro dei palestinesi come cittadini giordani

è vero che l'attuale Israele occupa una "fetta" dell'antecedente protettorato britannico, ma è anche vero che quella zona è sempre stata a fortissima presenza ebraica e che, dopo la seconda guerra mondiale, centinaia di migliaia di ebrei residenti nei paesi arabi da secoli sono stati cacciati e spogliati di tutto, in modo del tutto speculare a quanto accaduto ai palestinesi nell'attuale territorio di Israele

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Esodo_ebraico_dai_paesi_arabi

 

buon senso avrebbe voluto che la cosa si risolvesse con un pacifico seppure doloroso "travaso incrociato" di popolazioni, e non con l'incancrenirsi della presenza, in zone ristrettissime e in condizioni di sovraffollamento, di quelli che attualmente sono chiamati "palestinesi", con un neologismo nato solo dopo la nascita del nuovo Israele, sebbene riprenda un termine antico, che fu usato per denominare quella provincia romana a partire da Adriano dopo la terza guerra giudaica e la ridenominazione di Gerusalemme in Aelia Capitolina

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  • 5 months later...

segnalo la presentazione avvenuta ieri di un libro sull'ISIS, intitolato "ISIS: il marketing dell'apocalisse", che Radio Radicale ha ripreso e messo in rete

 

 
riprende gli argomenti "caldi" del momento, alcuni presentati in modo forse polemico ed emotivo, ma ricchi di spunti interessanti
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  • 2 months later...

La Repubblica

 

Non ci sono più ospedali operativi ad Aleppo. Pesanti e ripetuti bombardamenti governativi siriani sulla parte est della città, hanno messo fuori uso tutti gli ospedali da campo e le cliniche mobili della zona ancora controllata dai ribelli anti-Assad.

Lo annuncia l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) citata dalla Bbc anche se altre fonti sostengono che alcuni ambulatori sarebbero ancora in grado di accogliere malati ma la paura dei civili di essere vittima di bombardamenti li tiene chiusi nelle loro case. Secondo quanto riferisce telefonicamente a Efe il direttore dell'ospedale chirurgico Al Bayan, Mahmud Rahim Abu Bakr, uno sarebbe ancora funzionante: "Resta aperto solo quello di Al Quds, ma attualmente la zona in cui si trova è sotto i bombardamenti". Medici senza frontiere (Msf) ha confermato in una nota che quattro ospedali della parte orientale di Aleppo sono stati colpiti direttamente da proiettili: "Si tratta della peggiore campagna di bombardamenti degli ultimi anni" sulla città.

 

Dal punto di vista della situazione umanitaria afferma un funzionario dell'Onu siamo in un "un momento tragico", per la carenza di rifornimenti alimentari e di medicinali. Un medico della Independent Doctors Association sottolinea: "Siamo riusciti a spostare altrove i nostri pazienti, ma ormai gli ospedali sono degli obiettivi". Un filmato girato da un reporter di al-Jazeera mostra l'ospedale dei bambini immerso nel buio dopo essere stato colpito da un missile, con medici e infermieri che si danno da fare per portare i piccoli pazienti al riparo nel seminterrato.

Sono cinque giorni che Aleppo viene attaccata dal cielo, i raid sono infatti ripresi martedì, come scrive il Financial Times, dopo il primo colloquio tra il presidente eletto Usa Donald Trump e il russo Vladimir Putin. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani solo oggi si contano 27 vittime dei raid nella zona orientale di Aleppo. Negli ultimi 5 giorni le vittime sarebbero in totale 100.

Aleppo, una volta la seconda città siriana e 'capitale economica' del Paese, è di fatto divisa in due dal 2012 tra la zona orientale controllata dalle forze anti-Assad ed il resto dal regime di Damasco. Il 22 settembre, due settimane dopo aver circondato la zona est e imposto un assedio in un'area dove si stima vivano 275mila persone, le truppe di Assad hanno lanciato un assalto, aiutate dalle milizie sciite, sostenute dagli iraniani, e con il supporto dei jet russi. Mosca ha però tenuto a sottolineare che continua i raid in altre parti della Siria ma non su Aleppo.

La condanna per gli "atroci" bombardamenti sugli ospedali, arriva anche dal Consigliere Usa per la sicurezza nazionale Susan Rice che ammonisce il regime di Damasco e la Russia chiedendo loro di assumersi la responsabilità per le conseguenze a lungo termine. "Gli Usa condannano nei termini più forti questi orribili attacchi contro le infrastrutture mediche e gli operatori umanitari. Non ci sono scuse per queste azioni atroci" si legge in una nota diffusa da Rice, "il regime siriano e i suoi alleati, la Russia in particolare, sono responsabili per le conseguenze a breve e a lungo termine".

 

 

Chissà cosa dicono i forumisti filo-russi (conrad, Hinzelmann, R.POST)

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Chissà cosa dicono i forumisti filo-russi (conrad, Hinzelmann, R.POST)

 

Io ti pongo una semplice domanda a cui aspetto risposta da 3-4 anni

 

Chi sono questi oppositori di Assad?

 

Al Qaeda? l'Isis? Sunniti finanziati dalla Turchia?

Dall'Arabia Saudita? Foreign Fighter o Siriani?

 

Quando saprò chi sono, potrò stabilire se sono migliori o peggiori

di Assad, ciò che so perchè già successo è che prima che Assad

lanciasse l'offensiva su Aleppo ed intervenissero i Russi Palmira era

stata occupata dall'Isis

 

PS   A stalingrado 27 vittime si facevano in 10 minuti, francamente cercherei

anche di soppesare bene le informazioni anche perchè si sta anche bombardando

nei dintorni di Mosul e sempre di bombe si tratta...ma nessuno ne parla

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Io ti pongo una semplice domanda a cui aspetto risposta da 3-4 anni

 

Chi sono questi oppositori di Assad?

 

Al Qaeda? l'Isis? Sunniti finanziati dalla Turchia?

Dall'Arabia Saudita? Foreign Fighter o Siriani?

 

Al Qaeda, ISIS, gruppi armati democratici e non anti-Assad

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  • 1 month later...

La Stampa

Sarà un accordo in più punti, che ricalcherà quelli del 2008 e del 2012, il prossimo memorandum tra Italia e Libia che il nostro ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha impostato ieri a Tripoli. Un accordo per combattere «insieme» gli scafisti come il terrorismo, e «tutti i traffici illeciti, dalla droga agli idrocarburi». In cambio, il governo italiano promette aiuti di ogni genere: mezzi navali e terrestri, strumenti, formazione, soldi. 


Minniti è volato a Tripoli, dove ha incontrato il premier al-Serraj e il ministro degli Esteri, Mohammed al-Taher Siyala, per un investimento politico a tutto tondo sul governo sponsorizzato dalle Nazioni Unite. La semplice presenza al suo fianco del nuovo ambasciatore designato, Giuseppe Perrone, che già stamani presenterà ufficialmente le credenziali e riaprirà l’ambasciata, la prima di un Paese occidentale, è stato un messaggio potente. «L’ambasciatore designato - spiegherà più tardi il ministro degli Esteri, Angelino Alfano - è uno dei migliori conoscitori della regione. La riapertura dell’ambasciata è un importantissimo segnale di amicizia ed è un segnale di forte fiducia nel processo di stabilizzazione di quel Paese». Anche Minniti è stato esplicito. «Sono venuto qui - ha scandito in conferenza stampa - innanzitutto per confermare il pieno impegno dell’Italia a supporto degli sforzi del Governo di Accordo Nazionale». 

L'accordo che il nostro governo si appresta a siglare con al-Serraj, secondo Minniti «si muoverà lungo 3 direttrici: stabilizzazione, che significa crescita economica sociale e civile; cooperazione antiterrorismo, per creare tutte le condizioni affinché non ci sia un ritorno di terroristi e foreign fighter verso i nostri territori ora che l’Isis è sulla difensiva in Siria e Iraq; contrasto comune ai trafficanti di uomini». 

Un pacchetto complesso per una lotta a tutto tondo innanzitutto all’immigrazione clandestina. Ben sapendo che una vera battaglia agli scafisti significa entrare in urto con potenti clan criminali. 

Il comunicato del Viminale è abbastanza sibillino al riguardo: «È stato espresso l’impegno congiunto a lottare contro l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani». A Tripoli, Minniti ha detto qualche parola in più: «Tenendo conto di accordi già fatti tra Italia e Libia, uno nel 2008, l’altro più recente del 2012, abbiamo comunemente deciso di raggiungere un accordo nei tempi più brevi possibili che consenta a Italia e Libia di combattere insieme gli scafisti». 

Trasparente è il riferimento agli accordi suggellati dai suoi predecessori, Bobo Maroni e Annamaria Cancellieri. Il primo prevedeva il pattugliamento misto delle acque libiche con respingimento di tutti i migranti intercettati e finanziamento dei centri di accoglienza: lo predispose il prefetto Alessandro Pansa, allora responsabile della polizia di frontiera, oggi capo dei nostri servizi segreti. Il secondo, mai attuato, rinviava alla «programmazione di attività in mare negli ambiti di rispettiva competenza nonchè in acque internazionali, secondo quanto previsto dagli accordi bilaterali in materia e in conformità al diritto marittimo internazionale». Siccome è rimasta a mezza strada la missione navale europea «Sophia» che non ha mai avuto il permesso di entrare nelle acque libiche, è da vedersi se il via libera arriverà ora. 

«Obiettivo comune - ha spiegato Minniti - è stroncare il traffico di esseri umani. Per fare questo, c’è bisogno di un’attività di cooperazione a trecentosessanta gradi, a partire dalla messa in sicurezza dei confini, con particolare riferimento ai confini del Sud della Libia». 

L’Italia promette dunque aiuti ai libici per «sigillare» la frontiera meridionale della Libia, quella del Sahara, attraverso cui affluiscono centinaia di migliaia di disperati da ogni Paese africano, nonché rotta di jihadisti.

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  • 3 months later...

riprendo questo topic per commentare la politica trumpiana di law & order

dopo i missili sparati in Siria, e la bomba MOAB sganciata sull'Afghanistan, sembra che si prepari un attacco alla Corea del Nord

non mi è chiaro se Trump e i suoi consiglieri abbiano presenti gli enormi rischi cui si stanno esponendo: sparare missili e bombe a casaccio non può surrogare una strategia di politica estera chiara e univoca, che sembra del tutto assente dalle odierne azioni statunitensi; e i generali di tutte le latitudini sanno bene che se non hai una strategia politica chiara che guidi la mano militare, le guerre si perdono e anche rovinosamente, non importa quale sia la tua superiorità tecnologica sul nemico

 

la vicenda siriana è stata un flop da tutti i punti di vista: i missili sparati sono serviti a ben poco, se non a far alzare di qualche dollaro il prezzo del petrolio, cosa di cui ringraziano (paradossalmente) soprattutto i russi

la macchina propagandistica messa in campo per accusare Assad dell'uso di armi chimiche non sembra molto convincente: i maggiori giornali d'occidente, dal New York Times fino al Corriere della Sera, si sono spesi per accreditare una versione dei fatti che non ha prove a supporto, rilanciando imbarazzanti articoli in cui venivano citati i pareri di supposti esperti, senza nome, che avrebbero voluto spiegare come mai Assad avrebbe commesso una azione tanto illogica (senza riuscirci)

chiedere un'adesione acritica e un'apertura di credito a quanto ci veniva raccontato, basato su ipotetici dati di intelligence, potrebbe anche andar bene e potrebbe anche essere accettabile, ma arrivare al punto di ribaltare le risultanze sulle vere responsabilità degli attacchi chimici del 2013 in Siria è una pessima idea, dato che basta poco per rileggersi i rapporti stilati dall'ONU e i pareri di quegli stessi esperti che oggi negano o ribaltano quanto a suo tempo dissero a proposito di quelle vicende

 

la faccenda coreana è ancora peggio: basta un niente per trasformare una passeggiata di conquista in una ignominiosa ritirata, e la portaerei mi pare un bersaglio facile... sottovalutare quello che possono fare i coreani sarebbe esiziale

esibire il potenziale bellico espone alla possibilità che questo si riveli molto meno incisivo e determinante di quanto non si creda... gli USA si basano su una superiorità tecnologica che non potrà mai sostituire i pochi uomini disponibili per piantare gli stivali sul terreno, tuttavia non credo che la tecnologia cinese in questo momento sia da meno, e i cinesi con linguaggio felpato ma chiaro stanno ripetendo in queste ore che è preferibile il negoziato, che equivale a dire che non abbandoneranno la Corea del Nord al suo destino

dato che gli USA sono i gendarmi dell'occidente, risvegliarsi con un mondo meno convinto della loro supremazia militare potrebbe essere un incubo per tutti noi... sarebbe saggio non esporsi troppo

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Non esiste una politica trumpiana, direi che in questo

momento Trump si è affidato ai Generali ed al Pentagono

anche perchè tutti gli esponenti della sua amministrazione

civili o politici, sono stati fatti fuori e allontanati

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  • 3 months later...

TPI

Il generale libico Khalifa Haftar, uomo forte del governo che controlla la Cirenaica, in Libia orientale e Fayez al-Sarraj, a capo del governo internazionalmente riconosciuto di Tripoli, si sono incontrati in Francia, alla presenza del presidente Emmanuel Macron.

L’incontro si è tenuto presso il castello di La Celle Saint Cloud, alle porte di Parigi.

“Oggi la causa della pace in Libia ha fatto un grande progresso. Voglio ringraziarvi per gli sforzi fatti”, ha detto il presidente Emmanuel Macron, annunciando che il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli Fayez al-Sarraj e il comandante dell’Esercito nazionale libico Khalifa Haftar hanno adottato la dichiarazione congiunta sul futuro del paese, che prevede il cessate il fuoco ed elezioni la prossima primavera, nel marzo 2018.

“Oggi vi siete impegnati a rinunciare alla lotta armata, tranne quella che riguarda i gruppi terroristici, lavorerete per elezioni presidenziali e parlamentari. Tramite questo cammino la pace e la riconciliazione nazionale potranno essere ricostruite” ha dichiarato ancora Macron.

“Ci impegniamo ad un cessate il fuoco e ad astenerci da qualsiasi uso della forza armata per scopi diversi dalla lotta al terrorismo”, si può leggere nella bozza di dichiarazione diffusa dopo il primo incontro tra i due uomini forti libici. “La sfida è costruire uno stato capace di rispondere ai bisogni fondamentali dei libici, dotato di un esercito regolare unificato sotto l’autorità del potere civile”.

Sarraj e Haftar, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, si sono quindi impegnati a lavorare insieme per indire le elezioni nel paese al più presto possibile. Il progetto di dichiarazione è il risultato di negoziati tra vari emissari delle fazioni libiche e i funzionari francesi.

L’iniziativa dell’Eliseo inizialmente non è piaciuta al governo italiano che da anni è impegnato a riportare la pace nella sua ex colonia nordafricana e tuttora sopporta il peso delle migliaia di migranti che dalla Libia attraversano il canale di Sicilia per raggiungere il vecchio continente.

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha comunque lodato lo sforzo diplomatico francese, confermando però il sostegno del governo di Roma all’inviato dell’Onu Ghassan Salamé.

“Ci sono troppi formati aperti in Libia, troppi mediatori, troppe iniziative, dal Golfo all’Egitto, dall’Algeria alla Tunisia, dall’Unione europea agli interessi dei singoli stati membri: è necessario unificare gli sforzi e concentrarli su Salamé, se ognuno dovesse andare per i fatti suoi finiremmo per delegittimarlo”, ha detto Alfano in un’intervista al quotidiano La Stampa.

“Noi guardiamo con favore le iniziative che favoriscono il dialogo e dunque anche quella francese”, ha aggiunto il ministro.

I tentativi di ricomporre il quadro libico sono stati in passato frustrati dalle divisioni interne alle fazioni libiche, composte da una miriade di gruppi armati concorrenti che hanno cominciato a operare nel paese dopo la caduta del dittatore libico Muammar Gheddafi nel 2011.

Non solo i governi europei sono interessati alla situazione in Libia. Le potenze regionali locali sono infatti coinvolte nel conflitto, appoggiando le diverse parti impegnate sul campo. Al-Sarraj è sostenuto da numerose milizie nell’ovest del paese, compresi alcuni gruppi islamisti sostenuti dalla Turchia e dal Qatar.

Egitto ed Emirati Arabi Uniti appoggiano invece il governo di Tobruk, di cui il generale Haftar rappresenta il braccio militare.

Secondo i diplomatici occidentali e del Medio Oriente, non ci sarà pace nel paese nord-africano senza un coinvolgimento del generale libico che aveva servito sotto il precedente regime di Muammar Gheddafi.

Attualmente, il generale Haftar è riuscito ad allontanare tutti i gruppi jihadisti dalla città di Bengasi e ha iniziato a lanciare l’attacco contro la città di Derna, in mano a gruppi islamisti.

“Non so se questo summit sarà molto di più di una photo opportunity per Macron”, ha commentato Mattia Toaldo, esperto di Libia presso l’European Council on Foreign Relations di Londra.

“L’Italia non deve avere complessi di inferiorità verso la Francia sulla Libia”, ha aggiunto Toaldo. “Noi abbiamo l’ambasciata aperta, noi abbiamo un rapporto con Haftar che dura da più tempo, noi negoziamo anche con gli attori locali”, ha puntualizzato l’esperto. “La Francia parte da diversi goal sotto zero”.

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c'è da dire che l'Italia ha rinunciato da tempo ad esercitare un ruolo forte in Libia, quindi Macron riempie un vuoto (ovviamente a vantaggio della Francia ma ringraziando l'Italia, che gli lascia il proscenio)

lo si capisce bene, oltre dalla storia pregressa, da questo articolo della Stampa, giornale che con la direzione di Molinari è forse quello maggiormente focalizzato sulle notizie di politica estera

Qualunque seguito abbia il vertice di Celle Saint-Cloud tra Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar, emerge l’intento di Emmanuel Macron di infilarsi sul terreno libico dove l’Italia ha cercato di ritagliarsi un ruolo di interlocutore privilegiato negli ultimi anni. E lo fa anche sfruttando gli spazi vuoti lasciati dalla stessa Italia in merito al dossier del Paese maghrebino, come ad esempio l’incarico di rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite in Libia. Incarico oggi ricoperto da Ghassan Salamè, politico e diplomatico libanese con vigorosi legami proprio con la Francia, ma che poteva essere di titolarità italiana. A confermarlo sono funzionari del Palazzo di Vetro tanto quanto fonti vicine agli ambienti governativi di Roma e Tripoli.

.............

«Sembra che Guterres sia rimasto sorpreso dalla posizione defilata di Roma al Palazzo di Vetro per quanto riguarda la Libia - spiegano fonti Onu - così come Ban Ki-moon rimase interdetto osservando lo stesso atteggiamento qualche anno prima», quando a farsi avanti per la Libia fu Romano Prodi. L’ex premier italiano era visto come la persona che aveva tutte le carte in regola per «tentare l’impresa», anche per la conoscenza della regione circostante sviluppata durante il suo incarico di inviato speciale per la crisi nel Sahel, dal 2012 al 1° maggio 2014. «Opportunità mancate del tutto incomprensibilmente» affermano fonti vicine all’esecutivo di Roma, e «quand’anche Prodi fosse stato ritenuto troppo “politico” avremmo potuto lanciare un diplomatico di frontiera in uscita dal secondo mandato alla guida dell’Osce».  Da Palazzo Chigi e dalla Farnesina, la linea di fatto seguita in materia è stata sempre quella del «siamo un’ex potenza coloniale, non è opportuno». O forse c’è dell’altro.

http://www.lastampa.it/2017/07/26/esteri/ecco-perch-litalia-ha-rinunciato-ad-avere-linviato-onu-in-libia-HQTUUEgl4FJRJsyTsJ9gTI/pagina.html

per quanto riguarda l'incontro organizzato da Macron, mi pare che l'interpretazione di Limes sia quella più centrata

L’incontro di oggi in Francia tra il primo ministro libico Faiez Serraj e il generale anti-islamista Haftar è un’iniziativa quasi personale di Emmanuel Macron. Il neopresidente transalpino e il suo ministro degli esteri Le Drian vengono da un tour regionale e da contatti sia con l’Egitto che con il principe ereditario emiratino Mohammed Bin Zayed, entrambi grandi sponsor del generale libico.
Haftar viene da un filotto di vittorie militari: la conquista della base aerea di Jufra dalla quale può tenere sotto scacco le maggiori città libiche, la “liberazione” di Bengasi dagli islamisti e il ritiro dal sud del paese delle milizie di Misurata a lui avverse. È il risultato del sostegno emiratino-egiziano ma anche francese nel caso di Bengasi. Non da oggi, Parigi è un partner privilegiato di Arabia Saudita, Emirati ed Egitto anche nella gestione di altre crisi regionali.
Il vertice di oggi, al di là di quanto è stato concordato oggi, è già una vittoria per Haftar: lo consacra come attore internazionalmente riconosciuto e ricevuto in una delle maggiori capitali occidentali. In secondo luogo, innesca un processo che porta alle elezioni presidenziali ad inizio 2018 nelle quali Haftar correrà e potrebbe facilmente vincere per assenza di veri rivali.
Nell’immediato, la formula del “cessate il fuoco eccetto che per la lotta al terrorismo” propugnata dall’Eliseo autorizza Haftar a continuare le operazioni militari che per lui sono tutte contro i terroristi – chiunque non concorda con il suo programma anti-islamista lo è.
Per Serraj invece si tratta di una resa concordata. Il processo di dialogo lo indebolirà sia a Tripoli sia a Misurata ma potrebbe riservargli, è questa la sua speranza, un posto nel futuro assetto del paese; senz’altro prolunga il suo mandato, perlomeno fino alle prossime elezioni.

http://www.limesonline.com/vertice-ue-turchia-germania-francia-macron-libia-serraj-haftar-notizie-mondo-oggi-25-luglio/100620

in sostanza, ha vinto Haftar

 

Edited by conrad65
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Siamo d'accordo sul fatto che fregare l'Italia sia più o meno come picchiare una suora e quindi come minimo ci si scusa...

Tutta la presidenza Macron sarà una iniziativa personale...a partire dalla polemica sulla foto presidenziale d'ordinanza di formato più grande rispetto agli altri presidenti, o all'uso di Versailles, siamo in presenza di un "ducetto" senza partito, il problema è che ciò che appariva a me ( e a pochi altri ) come il segno di una degenerazione politica, agli Italiani è stato venduto come luminoso esempio di europeismo progressista e modello per un rilancio del Renzismo

Le bugie hanno le gambe corte...e nessuno spauracchio Le Pen ( la cui vittoria avrebbe indebolito la Francia e ci conveniva ) può servire a coprire l'amara realtà, oltre la durata di una campagna elettorale

Non è una colpa neanche fare gli interessi nazionali della Francia, beninteso, salvo il fatto che contrastano con quelli italiani

Se deve essere Nazionalismo, ci venga risparmiato l'Europeismo

Edited by Hinzelmann
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La Repubblica

All'indomani dell'intesa di Parigi tra Macron e i leader delle due principali fazioni nella guerra civile in Libia: Fayez al Serraj, primo ministro, e Khalifa Haftar, capo dell’Esercito nazionale, Gentiloni ha ribadito che l'incontro è stato l'occasione per "confermare la cooperazione tra i nostri due Paesi che si basa anche su accordi sottoscritti alcuni mesi fa. Cooperazione che si sviluppa su più fronti e diversi livelli, e ci auguriamo che sia anche sempre più una cooperazione economica, una cooperazione sul terreno delle infrastrutture, contro il terrorismo e naturalmente sul terreno cruciale per noi del contrasto all'immigrazione clandestina. Lavoriamo contro i trafficanti di esseri umani insieme alle autorità libiche, alle autorità centrali e alle comunità locali".

Il presidente del Consiglio ha dichiarato che al Serraj "chiede al governo italiano un sostegno tecnico con unità navali italiane nel comune contrasto al traffico di esseri umani da svolgersi in acque libiche. La richiesta è attualmente all'esame del nostro ministero della Difesa. Le scelte saranno valutate dalle autorità libiche e con il parlamento italiano. Ma se valuteremo la possibilità di rispondere positivamente, come credo necessario, può rappresentare un punto di novità molto rilevante per i contrasto al traffico di esseri umani".

E Gentiloni incassa il sostegno di Merkel. Contro i trafficanti "lavoriamo insieme alle autorita' libiche - ha dichiarato - Ne ho parlato due ore fa con la cancelliera Merkel che mi ha confermato l'impegno della Germania a sostenere le iniziative italiane per contrastare il traffico di esseri umani"

Immediate le reazioni politiche. "Nella conferenza stampa congiunta con al-Serraj, il presidente Gentiloni ha finalmente dato l'annuncio che attendevamo da tempo - hanno dichiarato congiuntamente il presidente dei senatori di Forza Italia Paolo Romani e il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri - è arrivata la richiesta dal governo libico di intervenire nelle acque territoriali con unità navali italiane a supporto tecnico al comune impegno nel contrasto al traffico di esseri umani". E aggiungono: "Chiediamo dunque che Gentiloni venga a riferire quanto prima degli sviluppi degli ultimi giorni nella crisi libica e soprattutto venga a proporre la risposta operativa che il suo esecutivo intende fornire alla richiesta libica".

Così la senatrice del Gruppo Misto, Manuela Repetti: "Gradualmente e seppure a piccoli passi si profila per la prima volta un disegno chiaro sul futuro della Libia. L'incontro del leader libico con il premier Gentiloni dimostra che l'Italia è protagonista sulla scena internazionale della soluzione della crisi libica, da cui dipende anche l'arresto di un'immigrazione ormai incontrollata".

Edited by Rotwang
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7 hours ago, Hinzelmann said:

appariva a me ( e a pochi altri ) come il segno di una degenerazione politica

degenerazione ben visibile dal fatto che nella campagna elettorale da cui è uscito eletto Macron la magistratura francese sia intervenuta pesantemente ed abbia avuto un ruolo chiave: con queste premesse non c'era da aspettarsi niente di buono

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  • 5 months later...

Riprendo questo thread, visto che in altri è stata posta la questione dell'incursione turca in Kurdistan. 

Naturalmente è un attacco che conviene a tutti gli attori in campo, infatti i curdi sono stati lasciati soli.

Conviene ovviamente ai turchi che così possono annichilire un vicino scomodo. Conviene ad Assad, che fa fare il lavoro sporco ad Erdogan per indebolire ciò che considera una minaccia per una futura integrità statale, dal momento che i curdi poco tempo fa hanno rifiutato di riconciliarsi con lui rigettando una concessione di ampia autonomia. Conviene ai russi, che infatti si sono subito defilati dando il via libera ai turchi, perché appoggiano Assad e perché così possono avvicinarsi ulteriormente ad Erdogan, avvicinamento graduale che sta avvenendo da tempo. Conviene ai ribelli del FSA, che ora fanno i mercenari per i turchi, come occasione per riscattarsi dopo aver fallito su tutti i fronti. Conviene agli USA, che, pur mantenendosi ambigui, riforniscono entrambi gli schieramenti di armi per arricchirsi, tanto a loro interessa solo questo in fondo. 

Il neo-ottomanesimo di Erdogan con la volontà di assumere un ruolo di protagonismo in Medio Oriente è sempre più evidente, così come è evidente il suo parallelo graduale smarcamento dall'influenza degli USA e l'Occidente per assumere una posizione di equidistanza fra essi e la Russia. 

Quella in Siria è la conferma maggiore di ciò, ma non è ovviamente l'unica. Ad esempio durante la crisi diplomatica fra Arabia Saudita (USA quindi) e Qatar, la Turchia ha prontamente dato il suo appoggio, anche militare, al Qatar. 

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Al di là del fatto che i patrioti democratici anti-Assad si prestano ad essere mercenari al soldo della Turchia ( cosa che  erano fin dall'inizio...o comunque da quando provocarono un esodo in Turchia di Profughi assai redditizio per il governo turco, cioè da tre anni ) quelle che i Turchi chiamano organizzazioni curde terroriste sarebbero le milizie finanziate e addestrate dagli Americani

Se la Turchia in cambio del via libera di Mosca, riconoscerà il regime di Assad, potremo dire che tutti ne hanno tratto un vantaggio: Assad che formalmente protesta perchè è territorio siriano, guadagna il riconoscimento internazionale, la Russia l'appoggio del secondo esercito della NATO ad un accordo di pace regionale che taglia fuori gli USA etc

Resta da vedere se Erdogan, incassato il vantaggio, mantiene fede ad un accordo di questo tipo altrimenti ci guadagna solo la Turchia

Per la medesima ragione però, non potrebbe esistere che una sconfitta americana oltrechè curda ( ovvio ) che sarebbe mascherata, perchè pur sempre si tratta del secondo esercito NATO che flirta con il Nemico ( Russia ed Iran ) ma resta tangibile

Il ché peraltro implicitamente non potrebbe che chiamare in causa i soldi che l'Europa ha letteralmente dissipato in Turchia:

Prima coi programmi di assistenza per l'evoluzione democratica delle sue istituzioni in funzione degli accordi di preadesione all'Europa ( IPAB I ) poi coi programmi IPAB II - che continuano fino al 2020, nonostante sia chiaro a tutti che stiamo sovvenzionando un regime che va nel senso contrario, cioè quello autoritario ed infine coi trattati sulla immigrazione ( ragionevolmente provocata ad arte con la complicità dei "patrioti siriani" )

Se volete farvi due risate leggetevi gli obiettivi UE della politica di buon vicinato con la Turchia

https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/instruments/funding-by-country/turkey_en

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  • 2 months later...

Come era prevedibile le cose per Assad continuano nel momento della vittoria a volgere  al peggio, del tutto imprevedibilmente il suo istinto "animalesco" ( cit. Trump: è un animale ) lo avrebbe condotto ad impiegare per la terza volta armi non convenzionali esponendosi alle rappresaglie di Israele e forse di nuovo di Trump.

Da quando gli USA hanno tracciato una cd  "linea rossa" che notoriamente costituirebbe per chiunque altro il via libera a fare ciò che vuole, non oltrepassandola Assad ogni volta che si prospetta la vittoria si ostinerebbe a calpestarla ( e per di più infierendo sistematicamente e per pura malvagità su bambini )

E questo nonostante l'appoggio operativo di Russi e Iraniani che dovrebbero limitarne gli istinti masochisti

La Turchia che ha incassato il vantaggio al Nord, dopo lo spregevole tradimento occidentale nei confronti dei Curdi, come sospettavo : "condanna con vigore l'attacco" dimostrando ancora una volta che ad Erdogan premono solo i propri interessi e concepisce le relazioni internazionali come un "prendere" unilaterale ( la proposta di mediazione francese sui Curdi è stata sdegnosamente respinta, come prevedibile, dal momento che si garantiva ai Turchi che non erano previste operazioni militari al Nord se non in funzione anti-Isis ; il via libera di Mosca e Teheran al Nord una volta incassato viene non ricambiato )

Israele, che notoriamente teme l'influenza iraniana nella Siria del Sud attacca ( violando la sovranità del Libano ma vabbè ci sono abituati e per distogliere l'attenzione dalla questione palestinese ) e si presta all'ennesima uscita di Trump che teoricamente aveva annunziato un disimpegno militare dal paese, ma poi sposa il militarismo della "guerra umanitaria" di Sinistra in una oscillazione incoerente di atteggiamenti.

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Russia vows to shoot down any and all missiles fired at Syria. Get ready Russia, because they will be coming, nice and new and “smart!” You shouldn’t be partners with a Gas Killing Animal who kills his people and enjoys it!

e

La marina militare russa non sembra aver intenzione di arretrare. Effettuerà esercitazioni belliche nei pressi delle acque territoriali siriane oggi e domani (11 e 12 aprile), dal 17 al 19 aprile e dal 25 al 26 aprile. Lo riporta Interfax che cita il Notam, strumento di notifica delle condizioni dello spazio aereo internazionale. La zona interessata alle esercitazioni sarà chiusa. Secondo Interfax, sono 15 i vascelli russi coinvolti, tra cui le fregate Grigorovich ed Essen, dotate di missili da crociera Kalibr, e sottomarini.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia "annuncerà le sue decisioni nei prossimi giorni. In nessun caso le decisioni che prenderemo avrebbero tendenza a colpire alleati del regime o colpire chicchessia, ma saranno mirate alle capacità chimiche del regime". Macron dà per scontato che ci sarà un'operazione militare.

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  • 1 month later...

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