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Definizione di "Bello" e "Meglio"


yrian

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Nel topic "Ars gratia artis" avevo promesso che saremmo tornati su argomenti che sul momento ho censurato per non mettere troppa carne al fuoco.

 

Ora che quel topic si è - per il momento - esaurito, mantengo la promessa ed apro una discussione sui più scottanti tra gli interrogativi ivi sorti.

 

Come si definiscono il Bello e il Meglio?

 

Cosa è bello? Il Bello è soggettivo o oggettivo? E' assoluto o relativo, ad esempio al contesto storico dell'operao al grado di istruzione del pubblico? Duchamp (ammesso che piaccia Duchamp) è bello nello stesso modo in cui lo è Michelangelo? E Sanguinetti lo è come Petrarca? E cosa è Meglio? In base a cosa pronunciamo dei giudizi di valore? Perché diamo per scontato che Mozart valga più di Jesse MacCartney? Si può concordare con Baricco quando sostiene che la maggior parte della musica di Mozart è stata composta con modalità e finalità non troppo diverse da quella di MacCartney? E, in caso affermativo, cosa li distingue?

 

Attendo - se ne avete - di leggere le vostre risposte a queste domande. Magari ne nasce una discussione stimolante e pacata come la precedente.

 

:(

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True_Vampire

Parto col dire che, secondo me, il bello è totalmente soggettivo.

E' soggettivo perché riguarda i gusti di una persona e non la collettività. E' inoltre relativo: quando mai potremmo dire che una persona (o un'opera letteraria od artistica) sia la più bella del mondo o di tutti i tempi? Se ci pensiamo, dovremmo sempre e comunque aggiungere qualche cosa che limiti il campo d'azione del superlativo (od obbligatoriamente del comparativo) che usiamo.

E' relativo anche perché riguarda l'iter che una persona ha vissuto nel corso della sua esistenza. Riguarda l'ambiente dove è cresciuto. Noi occidentali (o comunque chi ha conoscenza di altre civiltà) potremmo dire che un asiatico sia brutto. Ma se un asiatico (ragionando per assurdo) non ha mai visto un occidentale (o ha gusti propri) troverà senz'altro bello un suo "simile".

Se una persona cresce con determinate impostazioni culturali o artistiche, è naturale che questa persona tenderà a dire che è bello ciò che preferisce e magari a far diventare l'oggetto bello in generale.

Il bello è pure sempre cangiante e riguarda anche la crescita fisica e mentale di una persona.

 

In conclusione, il bello ha molteplici forme e non può essere inquadrato, secondo la mia modestissima opinione, in canoni pre-impostati e validi per tutti a prescindere.

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Cioò che penso: definiamo bello un bene che non possediamo (e spesso non possiamo possedere), quindi parliamo di bellezza quando godiamo di qualcosa per quel che è, senza possederla.

è bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se non lo è.

 

il resto lo ha detto true_Vampire... con cui sono d'accordo.

è soggettivo, è cangiante, è relativo.

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Io credo fermamente che il Bello non sia nè soggettivo nè oggettivoù; che queste siano le categorie sbagliate per classificarlo.

La Bellezza è una forma di Verità: non è oggettivo perchè non è Reale e non è soggettivo perchè sarebbe altrimenti una mera Opinione.

 

Un Oggetto Bello (o una persona bella) è come una Cosa Verde.

Chi negherà mai che una foglia sia Verde?

Eppure la foglia del Gelsomino è più verde di quella del Caprifoglio.

Vi saranno casi-limite autunnali in cui una persona potrebbe considerare Verde, quello che per me è ormai Giallo.

Di sicuro è folle credere che una foglia debba per forza essere Verde, solo perchè è spuntata da un ramo; così non tutto è Arte anche se nasce da un artista.

 

Il Verde è Oggettivo o Soggettivo?

Se davvero fosse Oggettivo, casi-limite non ce ne sarebbero.

Se fosse Soggettivo, sarebbero tutti casi-limite.

Ed è falsa sia la prima che la seconda considerazione.

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  • 2 weeks later...

Piuttosto che scegliere se il Bello è soggettivo o oggettivo, preferisco concentrarmi su due dei quesiti posti da Yrian:

- "Perché diamo per scontato che Mozart valga più di Jesse MacCartney?" Ma qui ci troviamo a distinguere una elaborazione compositiva di una certa complessità da un pattern ritmico-armonico prestabilito. Non c'entra nulla la Bellezza. -_-

- "Si può concordare con Baricco quando sostiene che la maggior parte della musica di Mozart è stata composta con modalità e finalità non troppo diverse da quella di MacCartney?" Non del tutto. Riguardo alle finalità, molte (ma non tutte) opere di Mozart sono nate per il puro gusto di divertire il pubblico, e quindi in tal senso accostabili ad un'idea diciamo "pop". Ma le modalità, come detto sopra, sono diverse.

Tornerò comunque sull'argomento quando mi verrà in mente qualcos'altro da dire.

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In pratica, secondo te, ciò che rende tale un'opera d'arte è la "complessità"? Cioè, quanto più una cosa è difficile tanto più è artistica? (Be', d'altra parte, leggendo quello che hai scritto nel topic "Ars gratia artis" dovevo prevederlo...) Immagino che "Là ci darem la mano" sia un brano di complessità vertiginosa... -_-

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Risorto dal torpore ideologico che mi ha attanagliato questa settimana, torno a rispondere a yrian, che chiaramente non può aver compreso a pieno un post scritto frettolosamente come il mio precedente (pardon :P).

 

Dunque, per "complessità" di un'opera musicale, io non intendo il numero di note per secondo, la fittezza del contrappunto o la mole dell'organico strumentale. Sennò basterebbe saper contare per poter affermare con certezza la superiorità artistica di Mahler su Dj Francesco.

 

Adesso il brutto è spiegare che volevo dire con "complessità". :cool:

 

Quel che differenzia anche la più infima sonatina di Mozart da una canzone di MacCartney è l'atto creativo stesso: il processo compositivo che sta alla base anche del più infimo pezzo "classico" (termine improprissimo) prevede un'elaborazione tematica, armonica e ritmica che non è minimamente paragonabile a cioè che avviene per la musica pop strettamente commerciale. Non mi venire a dire che "Là ci darem la mano" è come una canzone pop qualsiasi, per piacere. :P

Poi, te lo ripeto, non metto in dubbio che quasi tutti i divertimenti, le serenate, qualche sinfonia, qualche concerto e qualche altra opera di Mozart siano nati per il solo scopo di intrattenere qualcuno, ma, come ho già detto, la finalità è una cosa, la modalità è un'altra.

 

Ma soprattutto, tornando all'anima vera del topic: questa manifesta superiorità artistica di certa Musica ( :zzz: ) non vieta in alcun modo che si possa preferire altro: cioè, alla "complessità" - e con questo termine indico cioè che ho spiegato sopra - di un brano musicale (ma anche di una qualsiasi altra opera di'Arte) non corrisponde necessariamente, assolutamente la Bellezza.

I gusti sono gusti.

 

:P

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Sul bello io sto con Socrate: è bello ciò che ispira pensieri e sentimenti elevati e positivi, che dà gioia, piacere, che ispira ed amplia la visione del mondo. Ho detto "bello", non ho detto "arte". Il Cristo del Giudizio Universale di Michelangelo è più bello del "Cristo Morto" del Mantegna, ma ciò non toglie che entrambi siano arte.L'urlo di Munch è arte, ma direste che è "bello"?

Sicuramente c'è molta soggettività nel concetto di "bello", ma in genere è bello ciò che iispira pensieri positivi, che è gradevole.

Quanto al concetto di "Meglio", è ancora più soggettivo, ma secondo me il  David di Michelangelo è senz'altro "meglio" di quattro scatolette con su scritto "merda d'artista". Quest'ultima è solo una provocazione di pessimo gusto, molto stupida, a mia opinione.

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Vedo che siete quasi tutti dei "relativisti". True Vampire, Saint Just... persino Quint si "smaschera" (:gha:) nell'ultima parte del suo post... specie nell'ultima riga (:asd:).

 

(A Quint faccio anche notare un paradosso nella sua visione. Affermi di poter stabilire cosa sia Meglio ma non cosa sia Bello: non ti sembra una contraddizione voler confrontare due termini sulla misura di qualcosa che non sai misurare?)

 

A tutti chiedo semplicemente: se il Bello è COMPLETAMENTE relativo come dite, allora come mai più o meno tutti alla fine concordiamo su una definizione almeno intuitiva di Bello?

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Innanzitutto, ci tengo a precisare che io non ho mai nascosto le mie idee estremamente relativiste; è che non mi piace molto dire sempre "i gusti sono gusti"... però quanno ce vo', ce vo'.

 

Innanzitutto, per Cosgrove: io dico che l'Urlo di Munch è bello. Come la mettiamo? Tu dici, direi giustamente, che è bello "ciò che ispira pensieri positivi, che è gradevole": non ci crederai, ma a me Munch ispira pensieri positivi. Dunque? :asd:

 

Rispondo ora ad Yrian.

Riguardo alla domanda fra parentesi, credo mi basti fare una precisazione: io ho affermato di poter stabilire cosa è Meglio non dal punto di vista estetico, ma dal punto di vista, per così dire, "qualitativo". Non ho detto che le canzoni di Jesse McCartney siano meno belle del Requiem di Mozart, ho detto che sono, per complessità stilistica e profondità d'intenti, decisamente ed oggettivamente inferiori. Poi è ovvio che credo anche che siano meno belle :gha: , ma un buon 90% dei partecipanti di questo forum mi smentirebbe. Adesso potrei dire di nuovo che i gusti sono gusti, ma non mi va. Ops, l'ho fatto.

Riguardo alla domanda finale, non ne capisco il senso: essere d'accordo sul fatto che il Bello è relativo ti sembra un paradosso? Ma non stiamo parlando di essere d'accordo su cosa è Bello e cosa no, ma di essere d'accordo sulla "definizione" oggettiva del Bello. Trovi inconcepibile che esista una definizione assoluta di una cosa relativa?

 

:D

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No, non è questo. Non hai capito. Non è un problema di definizioni, è un problema di applicazioni pratiche.

 

Io contesto - come avvocato del diavolo, si intente: non è detto che io la pensi davvero così - l'affermazione che il Bello sia COMPLETAMENTE relativo, perché chiunque tu possa fermare per strada, anche una persona poco istruita, ti dirà probabilmente che la Divina Commedia, la Cappella Sistina, il Requiem di Mozart sono "belli".

 

Se il Bello è davvero relativo come mai il novanta per cento della gente si trova d'accordo sulla sua manifestazione?

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Cioè, secondo te se fermo una persona per strada, mi dice che la Cappella Sistina, la Divina Commedia e il Requiem sono Belli? :rotfl:

Ma in che strada abiti?!?

Nella mia strada (che è una strada normale), il 90% delle persone non saprebbe riconoscere un opera di Michelangelo, non ha mai letto Dante e non ha mai ascoltato Mozart. E se glieli poni davanti, ne rimane completamente indifferente.

Ora ho capito perché ti ostini a tentare invano di acculturare la massa: perché tu sei veramente convinto che sia possibile. Io non so dove vivi, ma le persone che incrocio io per strada non hanno tutta questa cultura né mai l'avranno, perché non possono averla. E lo sai perché? Perché il Bello è relativo (tanto per non andare OT). :asd:

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Ahahah! :rotfl:

 

No no, tesoro.

 

Io non intendo "acculturare la massa", perché questo presuppone che io sia una persona migliore delle altre, che eserciti un atteggiamento paternalistico, che voglia insegnare alla gente cosa deve pensare: niente di più sbagliato. Io intendo che uno Stato (e una intera classe "intellettuale") debba offrire alla gente (o, se preferisci al "popolo", ma non mai alla "massa") un servizio culturale, che è non meno importante di quello sanitario o postale, consistente in iniziative culturali di ogni tipo, che forniscano insieme nozioni e strumenti, ma soprattutto stimoli.

 

Questo è ciò che ho fatto e sempre faccio ogni momento: quando ho compilato la mia tesi, quando mi sono occupato di didattica nelle scuole, quando mi occupo di divulgazione nell’ambito territoriale, quando concepisco delle regie che dialoghino con lo spettatore invece che cercare di sopraffarlo, quando scrivo testi che siano comprensibili senza essere scialbi, finanche quando lavoro nel Forum (anche se questo mi viene rinfacciato da certa gente appunto come paternalismo o protagonismo).

 

Come ripeto sempre, l’etimologia di “cultura” è “coltivare”: la “testa della gente” non va riempita a forza, va coltivata con pazienza. Io so per esperienza diretta – su di me e sugli altri – che una cosa apparentemente “difficile” come l’arte o, in genere, la cultura “seria” (in contrapposizione alla cultura “di massa”), quando si sono acquisiti gli strumenti per comprenderla, comincia a “piacere”.

 

Come fare questo è oggetto del mio personalissimo percorso di persona e di professionista. Perché fare questo è oggetto appunto di questo topic e dell’altro ad esso collegato, cioè “se è vero che l’arte migliori la vita” e “cosa sia arte e cosa no”. Magari un domani torneremo anche sulla divulgazione e sulla possibilità di una autentica divulgazione. argomento sul quale tu ed io abbiamo di certo visioni opposte.

 

Adesso, invece, per rispondere strettamente al tuo ultimo post, ti dirò che, nella mia esperienza, la quasi totalità della gente, anche quella che non ha potuto o voluto (ma le due cose per me coincidono!) studiare, riconosce intuitivamente un’opera d’arte “tradizionale”, sia essa di Dante o Michelangelo o Mozart. Magari non riconosce l’autore, l’epoca, lo stile, magari non gliene importa niente, ma la riconosce. Questo perché in noi viene coltivata un’idea di “bello” che coincide con “gradevole”, “pittoresco”, “orecchiabile” eccetera. Jesse McCartney sarà orecchiabile come Mozart, ma la presenza mettiamo di un’orchestra o di una voce impostata farà scattare nell’ascoltatore la spia dell’arte “seria”, magari non classificata, magari non apprezzata, ma comunque riconosciuta. E questo, oserei dire, nella stragrande maggioranza della gente: almeno quella che abbia fatto la quinta elementare (e/o un televisore: sembra ridicolo, lo so).

 

Ora, allo stesso modo di Dante-Michelangelo-Mozart io trovo belli Gadda-Pollock-Stockhausen. Presumibilmente perché mi sono “coltivato” in modo diverso. E, come me, non pochi.

 

A noi: se il Bello è completamente relativo il fenomeno di cui sopra non si spiega, se è completamente assoluto non si spiega quest’ultimo esempio.

 

:asd:

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uhmmm c'è un problema di fondo... michelangelo, mozart e dante sono belli perchè è quello che ci viene detto.

Io personalmente trovo i promessi sposi uno dei libri piu' brutti che abbia mai letto (oh, ho letto pure un paio di harmony eh...  :rotfl:) ma per tutti, anche quelli (come mia madre) che non l'hanno letto è bello, perchè così è stabilito.

Li sfociamo nell'universalità stabilita per alcune cose.

A me, personalmente, la cappella sistina non piace un granchè, o almeno non le parti affrescate da michelangelo, preferisco le scene del botticelli... ma botticelli, per moltissimi, è brutto perchè: le donne hanno la pancetta, i nasi sono assurdi, il noventa percento delle opere sono miniature (in pratica).

Volendo girare il coltello nella piaga... Vedo leonardo come il peggior esempio d'artista che il mondo abbia (e abbia avuto)... ma la venere con l'ermellino è bella per tutti...

 

Bisogna dividere l'idea di bello che un essere umano, con una certa cultura, e che conosce piu' dei sei artisti in croce  che studia al liceo o all'università ha, e bisogna ancora discernere quali di queste idee di bello siano personali o vengano (in un certo senso) dall'alto.

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Guest Irish Dragon

Credo che il "bello in assoluto", in effetti sia dettato troppo spesso da parametri che hanno ben poco a che fare con la soggettività...

Io apprezzo Leonardo e posso reputarlo un "genio", ma difficilmente sarà per gli stessi motivi di chi lo reputa a priori "un genio" o SA che è "un genio".

C'è una differenza di fondo che a volte sta fra l'ignoranza totale ("Io non conosco Leonardo") e l'opinione condizionata ("Si dice che Leonardo da Vinci -> guardo qualcosina -> "Leonardo da Vinci è un genio")

Come diceva giustamente Saint, spesso le opinioni "universali", altro non sono che condizionamenti esterni o forzati.

Che poi alla fine ricadano in pareri che seguono un pò i tempi o gli stati d'animo di chi si può permettere una professione che personalmente non apprezzo (quella del critico), credo che sia spesso un dato di fatto.

Stesso discorso in fondo, lo applicherei a ciò che viene reputato meglio o peggio, dato che spesso va di pari passo con situazioni ed eventi differenti (un talento anacronistico come quello di Mozart, probabilmente nell'antica Roma non avrebbe riscosso "successo", perché esistevano altri dettami in quanto a pittura, raffigurazioni scultoree e musica)

E' un discorso esteso per certi versi (e purtroppo non ho tempo per approfondirlo ulteriormente :ok: ), però ecco, in linea di massima sono propensa a dire che si il bello è relativo a ciò che ci trasmette, ma in ogni caso non è del tutto possibile, dato che volente o nolente, spesso si è forzati da idee legate ad un periodo storico o da situazioni proprie.

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[Premessa: Yrian, ovviamente io per "acculturare le masse" intendevo tutto quel complesso di intenzioni e attività che tu hai scritto in due paragrafi; come mio solito, riassumendo un concetto con una parola sola, non mi sono fatto capire. Pardon. :cry: ]

 

Per quanto riguarda una mia risposta al resto dell'ultimo intervento di Yrian, i post precedenti di SaintJust e Irish Dragon mi sembrano già molto più esaustivi di quanto avrei saputo fare. Anche io colgo una certa differenza tra ciò che una persona ritiene effettivamente Bello e ciò che ritiene Arte (e quindi, per una bizzarra quanto errata analogia, Bello) perché glielo hanno insegnato a scuola.

 

Adesso io potrei insistere nel dire che se fermo una persona per strada e gli faccio ascoltare il Requiem di Mozart, nel 90% dei casi mi dirà che non gli piace. Ma siccome sono un relativista, non posso pensare che Yrian sia un pazzo visionario, ma devo prendere in considerazione l'ipotesi di essere così paranoico da credermi circondato da ignoranti. Diciamo che uno dei due, conscio o meno, mente.

 

:ok:

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Ma guarda: Quint arriva ad accusare me (o addirittura se stesso) di mendacia piuttosto che accettare l'idea - probabilmente troppo "democratica" - di una concezione del Bello e di una percezione del Meglio che siano non astratte e monolitiche bensì concrete e "coltivabili".

 

:ok:

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Piccola precisazione, non per il gusto di ritirare su una discussione, ma per puntualizzare una questione molto semplice che a qualcuno sembra sfuggita... :look:

Yrian, non ti sto dando del pazzo: sto semplicemente decidendo che, per mia esperienza, questa presupposta cultura della massa (massa che riconoscerebbe come "Bello" il Requiem di Mozart o la Divina Commedia) non esiste. Questo è quello che io ho potuto vedere e sperimentare; non so che zone del mondo bazzichi te, ma qui la gente è ignorante. :eek:

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OK. Mi hai fatto perdere la pazienza. Questa discussione volevo solo moderarla, ma mi ritrovo a dovermi esporre in prima persona. :P

 

Il "Bello", per me, è relativo nell'assoluto e assoluto nel relativo.

 

Mi spiego. Sono d'accordo con tutti quelli che dicono che una definizione di Bello universalmente valida sia impossibile. Questo intendo quando sostengo che il Bello è relativo (soggetivo) nell'assoluto (cioè nella totalità degli esseri umani di ogni luogo o di ogni epoca).

 

Contemporaneamente, però, un elevato numero di persone prese all'intenro di un dato contesto storico-culturale hanno grosso modo una idea comune di Bello. Questo intendo quando sostengo che il Bello è assoluto (oggettivo, riconoscibile da tutti) nel relativo (cioè relativamente a un dato contesto culturale).

 

Mi avrete letto più volte scrivere che "cultura" significa "coltivazione" e qui lo ribadisco: l'umanità forma dei sistemi culturali che contengono persone i cui gusti sono omogenei. Immaginateli un po', se volete, come degli insiemi matematici.

 

Attualmente viviamo in un sistema culturale che riconosce come "belli" un certo tipo di viso, un certo tipo di immagine, un certo tipo di suono, un certo tipo di lingua, eccetera. All'interno di questo insieme c'è un sottoinsieme di persone (diciamo pure persone più istruite) che riconoscono come bella anche l'arte contemporanea che sfugge ai criteri appena elencati. Così come all'estenro del nostro sistema culturale c'è un insieme di altre culture (esotiche, per esempio) che hanno tutt'altre idee.

 

il discorso si può ampliare e complicare considerando il fatto che gli insiemi non solo si includono ma si intersecano oppure introducendo la variabile "tempo" oppure il concetto di "moda".

 

Credo sia l'unica teoria che permetta di conciliare fenomeni apparentemente inconciliabili: come faceva notare qualcuno, ci sono dati che smentiscono l'una e l'altra delle due tesi sul bello "oggettivo" o "soggettivo".

 

Rimane aperto l'interrogativo sulla qualità.

 

:awk:

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Intervengo a sproposito in un topic estremamente interessante e culturalmente elevato. Intervengo, dicevo, a sproposito, sia perchè è mezzanotte passata, sia perchè in Msn non mi caga nessuno, sia perchè son single e son tre mesi che non si batte chiodo, e sia perchè mi sono acceso una sigaretta, e quindi ho un po' di tempo per riflettere e esporre.

 

Cappella iniziale a parte, ecco la mia tesi sul soggetto.

 

L'identificazione di ciò che è bello parte, a mio avviso, nella capacità o incapacità relativa di una persona di assimilare, ovvero rendere fruibile a sè stesso un qualcosa.

 

Già nel mio diario mi sono espresso riguardo all'estraneità della bellezza, che viene identificata in qualcosa che non ci appartiene, in ciò che è fuori dalla nostra portata.

 

Questa riflessione mi era nata in seguito alle pulsioni puramente ormonali createsi guardando un ragazzo (quale opera d'arte più sublime di questa?). Pulsioni che estratte da un contesto semi-segaiolo di tarda serata, erano la versione più rozza e istintiva del mio rapportarsi a questa entità straniera, erano il mio veicolo, il mio filo d'Arianna per riuscire a comprendere ed a decodificare l'immagine presentata.

 

Ora mi sovviene una questione: la capacità di riconoscere ciò che è singolarmente bello, non viene forse data dalla nostra capacità di riuscire a stabilire un legame con l'oggetto in questione?

 

Buona parte di ciò che definiamo bello innanzitutto non lo capiamo. In questo sono d'accordo con Irish e Saint, dove affermano che gli stereotipi culturali ci condizionano. Io aggiungerei anche che l'assoluta nostra incapacità di riprodurre l'oggetto in questione ci fa sentire di fronte a qualcuno nostro superiore, l'artista, che ha creato l'opera, e per sillogismo di puro orgoglio, se qualcuno è a noi superiore allora sicuramente ciò che ha creato è necessariamente bello.

 

Ma a ben guardare, anche questo è relazionarsi all'opera. Semplicemente una relazione fondata sulla stima delle nostre capacità confrontate con quelle dell'artista.

 

Difficilmente, come dice Quint, un oscuro passante apprezzerebbe il Requiem di Mozart. D'altra parte, e qui Yrian mi è testimone, io stesso non riesco a relazionarmi efficacemente con la musica Jazz, laddove essa non sia cantata.

 

Un "non mi piace", in questo caso, assume il significato di "non riesco a stabilire legami con questo oggetto", più che uno stimolo negativo di risposta datami dall'opera (non considerando ovviamente la frustrazione legata alla froidianamente repressa nostra presa di coscienza di non avere gli strumenti adeguati per allacciare il rapporto).

 

E quindi mi ritrovo a dare ragione a Yrian, laddove afferma che, se si rendessero fruibili i mezzi strumentali per avvicinarsi all'arte, in tutte le sue forme, la soddisfazione personale di interpretare personalmente l'oggetto in questione varierebbe di molto il nostro giudizio, tanto per iniziare, e successivamente riusciremmo a capire se esso (l'oggetto) rientra nel nostro pattner assolutamente ed egoisticamente privato di ciò che ci aggrada o ci disgusta.

 

Un'ultima istanza. Forse anche questo è da considerare nell'ipotesi bello: è bello tutto ciò che ci assomiglia, a noi o alla nostra immagine mentale.

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In tutta onesta` mi ero riproposto di rispondere a questo topic, poi per un motivo o per l'altro ho abbandonato. Ora mi ritrovo a scrivere avendo focalizzato meglio un paio di pensieri.

 

Il bello "visivo" ha delle caratteristiche matematiche quali la simmetria e l'armonia che ne determinano la bellezza. Sono stati condotti studi al riguardo che l'hanno dimostrato. La tentazione quindi di dire che il bello sia Assoluto sarebbe facile, tuttavia bisogna considerare il lato emotivo.

 

Molte volte qualcosa e` bello non solo per la sua componente visiva, ma anche per la sua componente trascendentale. Qualcosa a cui noi diamo significato di bello e cio` puo` accadere per vari motivi. A mio parere esistono prevalentemente 3 tipi di motivi: per sentito dire, per separazione e per valore affettivo.

 

Il primo dei 3 motivi e` quello che molti di voi hanno nominato nella sfera del sociale, il bello comunemente riconosciuto. Questa sfera che sembra per molti sia una cosa di sola pertinenza delle masse, in realta` condiziona tutti indistintamente. E` come l'ideologia per cui "se le donne andassero al governo...", fa parte del senso comune di tutti. Quindi se mi si dice e mi si ripete che un'opera moderna e` bella, prima o poi ci credero`, altrimenti senza scomodare l'arte moderna. Semplicemente i canoni diffusi di uomo o donna propinati dai mass media vengono assorbiti dalla nostra mente che li fa propri.  Diciamo che ci condizioniamo senza un vero lato cosciente.

 

Il secondo dei motivi riguarda la separazione/privazione. Qualcosa e` bello perche' e` difficile da raggiungere da toccare, da tenere proprio. Siamo attratti da quella cosa che a noi sembra bella perche' non ci appartiene ancora, allora facciamo di tutto per ottenerla. Puo` succedere che sia anche qualcosa che per noi sembrava indifferente, ma che una volta che ci viene tolta acquista uno straordinario valore di bellezza e di attrazione. Cio` puo` valere benissimo per quanto concerne la sfera d'apprendimento, cercare di conoscere sempre di piu` e toccare le vette della conoscenza.

 

 

Il terzo e` quello piu` comune che e` parte del secondo motivo, ma lo supera, si tratta del valore affettivo. Qualcosa e` bella perche' appartiene alla sfera dell'affetto, dell'amore, ci sentiamo attratti perche' e` parte di qualcosa che amiamo. Non so, la voce stridula di un ragazzo che amate puo` di colpo diventare bella, oppure un ragazzo che altrimenti sarebbe indifferente lo si percepisce come carino e bello. E questo si estende anche alle azioni/opere di questo.

 

Questi tre motivi, che sicuramente non saranno esaustivi, per me contemplano la sfera della relativita` in fatto di "Bello". Personalmente come gia` espresso nel topic Ars gratia Artis sostengo che il bello come anche l'arte sia un'arma potentissima o abbia un potere enorme, piu` o meno lo stesso che ha un bel ragazzo di far fare a qualcuno quello che vuole. E` la ricerca del "sole platonico", la ricerca del bello che ci spinge a fare e a creare, ad impegnarci per qualcosa, a studiare qualcosa. Gli artisti possono tramite il bello rendere piu` facile l'istruzione, possono essere il motore della societa`.

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