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Omofobia interiorizzata e paura, succede anche a voi?


nihal

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Premessa: ho 23 anni, sempre stata con ragazzi, anche se avevo capito di avere da sempre una certa attrazione per le donne, che non ho mai voluto approfondire, forse per paura, forse per vergogna, forse per mancanza della persona adatta, chi lo sa.

 

 

Da quest'anno ho deciso di riprendere gli studi, scegliendo di fare un'Università che mi piace davvero, andandomene dal mio paesino di provincia. Sono finita così in una grande città del centro Italia. 

 

Me ne sono andata oltre che per ovvi motivi di studio, anche per “respirare” un po’, allontanandomi dal clima oppressivo del mio paesello. Io, che non ho mai fatto scelte di cuore, ma quasi sempre solo di testa. Ho troncato una relazione con un ragazzo, che era ormai morta da tempo. Nessuno dei due aveva il coraggio di mettersi davvero in discussione, né di cambiare le cose. Dopo quasi quattro anni così mi sentivo soffocare da una monotonia e un’indolenza che fa di tutto perché le cose non cambino. Ho sofferto molto, ma mi sono sentita libera.

 

 

Ma questa è un’altra storia.

 

 

Da due anni faccio un gruppo teatrale nella mia città e ho conosciuto una ragazza. Stessa età, anche lei universitaria, grandi occhi scuri, capelli ribelli e carattere chiuso, ma intelligente, aperta al dialogo e simpaticissima. Stava passando un brutto periodo, e non so come mai (forse il cuore aveva già scelto senza che me ne fossi resa conto) le sono rimasta vicino e le ho dato una mano a capire chi veramente fosse, cosa volesse dalla sua vita.

 

Abbiamo avuto il tempo di innamorarci tutte e due l’una dell’altra.

 

 

Mentre ero nella nuova città, ho conosciuto persone nuove, ragazzi e ragazze, mi sono fatta degli amici; tuttavia ho passato mesi pensando a lei e non riuscivo a capire cosa cavolo stessimo facendo (tornavo giù praticamente tutti i fine settimana per il teatro), amiche come prima non eravamo più, insomma era un limbo nebuloso di cui non si capisce niente; e siccome detesto le situazioni poco chiare, un bel giorno prendo il toro per le corna, le chiedo di parlarci e l’affronto a muso duro, chiedendole di spiegarmi cosa stesse facendo e cosa stessimo facendo. E la risposta fu, a muso altrettanto duro (a pensarci mi viene da sorridere) “come fai a non capire che mi piaci, come fai?” e a quel punto tutto mi è stato chiaro, anche quel che provavo. E da marzo stiamo insieme, sono venuti i primi baci teneri, gli abbracci appassionati, le ore insieme, la prima tenera e imbarazzante prima volta per entrambe, che è stata stupenda e dolcissima, come ogni prima volta dovrebbe essere. E la cosa bella è che ciò che non manca mai è proprio il dialogo.

 

 

Quello però di cui vorrei parlarvi è questo ...

 

 

Da fine maggio, mi sembra che tutto il sentimento che ho provato per lei sia scomparso, o almeno, se ne sia andato a nascondersi da qualche parte. Mi è rimasta solo una grandissima paura, e vergogna. Vergogna di questa storia, come se dovessi continuamente nascondermi, come se il mondo intero me la facesse apparire come sbagliata. Come se io, per prima, la vivessi come sbagliata. Si tratta di omofobia interiorizzata…?

 

Mi dispiace atrocemente di non poter vivere questa cosa alla luce del sole, di nascondermi, di far finta davanti agli amici che siamo solo amiche (alcuni sanno che stiamo insieme, ma non tutti). Mi manca, in poche parole la normalità, la libertà di camminare mano nella mano senza che la gente ci guardi male, di dire “viene anche la mia ragazza a cena”, oppure di poterci abbracciare e baciare davanti a tutti, come un normale coppia etero. È come se il fatto di essere due donne “valesse meno” agli occhi miei e a quelli del mondo. E qualcuno direbbe: ma a me che ‘zzomifrega di quello che pensano gli altri?

 

 

Ci vuole tanto coraggio, lo so.

 

 

Di questo ne abbiamo a lungo parlato, lei non si è mai tirata indietro, ammettendo spontaneamente che spesso questa cosa le pesa e che le scoccia a volte di provare, come me, invidia nei confronti di coppie di amici che sono liberi di fare ciò che dicevo prima; mi ha detto che comunque le cose vadano, mi rimarrà vicino. E di questo le sono assolutamente grata, è davvero una fortuna avere una persona così al proprio fianco.

 

Le famiglie non sarebbero assolutamente d’accordo: per farvi capire, un giovedì eravamo a casa mia, dopo cena. Siamo uscite un attimo che dovevo ritirare dei soldi, lei torna a casa, io rincaso e trovo mia madre che alle due di notte pulisce (chi cavolo fa le pulizie alle due di notte??), la invito ad andarsene a dormire, si volta e vedo che piange, e mi fa: “Ma in che rapporti sei con lei?”. Mi è preso un colpo e mi sono sentita morire dentro, non ero assolutamente preparata a una cosa del genere e peggio mi son sentita quando le ho dovuto rispondere che per me è solo un’amica. È stato uno shock.

 

E spesso mi sono ritrovata a pensare cosa sarebbe successo se lei fosse stata un ragazzo: probabilmente sarebbe stato tutto molto più semplice.

 

Insomma, mi sento a un punto di non ritorno.. Avere il coraggio di ammettere questa cosa, pubblicamente, oppure troncarla. Entrambe le scelte mi dilaniano.

 

Mi sembra di non avere la forza di fare nessuna delle due scelte, perché in entrambi i casi, il prezzo da pagare sarebbe davvero altissimo.

 

 

Anche a voi è capitato di trovarvi in una situazione del genere? 

 

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Ah! Fermati e rifletti: solo una delle due scelte ha un prezzo altissimo: quella di tornare a nasconderti, soffocare nell'omertà la tua bellissima relazione, darla vinta ai pregiudizi altrui e ai piagnucolamenti isterici di genitori stupidi e ignoranti! Solo questa ha il prezzo altissimo di renderti di nuovo una persona in fuga, l'ombra di te stessa, di isolarti da chi ami, di vergognarti per qualcosa che invece è il tuo giusto e sacrosanto diritto di vivere la tua vita e realizzarla nel modo in cui ti rende felice!

 

Combattere per i propri diritti non è un prezzo da pagare, anzi è un privilegio perché ti fa capire quanto sia estremamente importante ad un certo punto della propria vita dire BASTA alle stronzate degli altri e combattere ferocemente per affermarsi e imporre con la forza dei fatti e la determinazione delle parole la tua identità e il tuo diritto a difenderla contro ogni attentato isterico!

 

E' quello che mesi fa dicevo ai miei genitori: "a me non frega nulla del vostro appoggio o della vostra accondiscendenza, io vi faccio coming out per la curiosità di capire se sarete un ostacolo nella mia vita oppure no: voi avete questa  scelta, essere un ostacolo o non esserlo: se lo sarete vi calpesterò come chiunque altro tenti di opporsi alla mia realizzazione personale". Io non ho bisogno di voi, posso fare a meno di voi in qualunque momento, sta a voi decidere se darmi una ragione per considerarvi dei nemici oppure degli alleati nella mia vita".

 

Combatti per la tua relazione, urla, infuriati, punisci la stupidità dei tuoi genitori con la concretizzazione della tua felicità!

 

Non c'è nulla di più dirompente e soddisfacente che distruggere i pregiudizi cagasotto di un genitore omofobo attraverso un sorridente: "VAFFANCULO, come ti permetti di essere così idiota di fronte a me e di fronte alla razionalità dei fatti di cui ti parlo!" "la mia ragione è totale perché io lotto per me stesso, per l'essenza di quella che sarà la mia vita, i tuoi tentativi di opprimermi non sono altro che il motivo stesso per cui io lotterò con forza ancora più determinata e inarrestabile per realizzarmi!". "Io ti impongo di essere razionale e non smetterò di gridare finché non ti avrò spurgato il cervello dalla tua stupidità omofoba!".

 

Wow che momenti che mi hai fatto rivivere :)

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@Sampei, quanti anni hai? Giusto per capire...

 

Onestamente, non mi trovo d'accordo con quello che hai scritto, trovo che sia un modo un po' arrogante di porsi. I genitori non sono un ostacolo alla felicità, gente da calpestare senza pietà. Sono persone che ci hanno dato la vita, e in ogni caso meritano rispetto. Possono non condividere le nostre scelte, ma sono tenuti a rispettarle, come noi faremmo. 

 

Hanno un'altra età, una cultura diversa, non credo siano stupidi, semplicemente possono NON capire certe cose perchè nessuno gli ha dato modo di farlo veramente, e purtroppo non è un caso se l'Italia è fra i paesi più omofobi al mondo.

A questo punto, beh ognuno per la sua strada, sanno che ci sono se dovessero avere bisogno, ma mai e poi mai li tratterei così.

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Io ho 25 anni.

 

Non parlo a priori: un genitore che è omofobo, che non abbia intenzione di cambiare idea e che non venga doverosamente incanalato verso l'eliminazione dei pregiudizi, alla fine risulta ECCOME un ostacolo alla realizzazione della vita del figlio gay o della figlia lesbica.

 

E infatti guarda l'effetto che sortisce il ricatto psicologico delle riprovevoli lacrimucce di tua madre: ti spinge a vergognarti, a farti dubitare di te stessa, a farti quasi lasciare la tua ragazza! No, questo non devi permetterlo!

 

Ma scherziamo? Il ricatto psicologico non solo va punito, ma deve anche essere immediatamente ribaltato: sei tu che hai in pugno i tuoi genitori, e puoi negargli per sempre il riconoscimento di qualsiasi ruolo nella tua vita futura finché non cesseranno del tutto di avere atteggiamenti omofobi.

 

Scegli tu il modo concreto con cui porti, ma sappi che la "sceneggiata di mami e papi addolorati" potrebbe fagocitarti in un vortice di pericolosissimi sensi di colpa infondati ancor prima che tu riesca a far passare il messaggio che non devono romperti le scatole. Solo tu puoi educare i tuoi genitori a non essere omofobi, e a questo proposito volevo farti presente che potrebbe essere necessario combattere. Ebbene se serve, si combatte.

 

Mai e poi mai devi pensare di dover "portate rispetto" verso chi, perfino in buona fede, cerca di schiacciare la tua identità, foss'anche perché è la società che gli insegna a comportarsi così. Se non sono stupidi, allora puoi a buon diritto esigere da loro un comportamento non omofobo.

Edited by Sampei
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i tuoi genitori sono molto religiosi? Hai motivo di credere che, se confessassi la verità, oltre allo shock iniziale ne sarebbero feriti? Io sinceramente non l'ho ancora detto in famiglia, solo a mio fratello, pensavo a questo punto ormai di dirlo quando avrò un rapporto un minimo stabile con una ragazza. l'omofobia interiorizzata senza meno viene fuori per strada, purtroppo poi ecco quando si tratta di amiche, è ovvio che è molto più facile continuare a presentarle come tali, anche se ci fa sentire vermi. Ma lei che ne pensa? Vuole dirlo almeno a tutti gli amici? O poi la voce si spargerebbe inevitabilmente alle famiglie?

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Lei prima o poi vorrebbe dirlo, piano piano, a tutti.

I miei genitori non sono particolarmente religiosi, sono solo perbenisti e posso pensare che una cosa del genere per loro desterebbe scandalo. Credo che ne rimarrebbero assolutamente feriti. Ho una sorella molto ma molto religiosa a cui desidererei dirlo, ma non la prenderebbe bene per niente. 

Lei è un po' dispiaciuta della situazione, ma se ne è fatta una ragione.

Ci dispiacerebbe che i genitori lo sapessero per bocca di altri e non da parte nostra....

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@nihal: dovresti accumulare la forza sufficiente per saper ribattere con la corretta violenza verbale ai rigurgiti omofobici con cui i tuoi potrebbero risponderti. Dovresti prepararti anche ad esagerare, ad abbondare, a lasciar da parte le questioni come il rispetto delle gerarchie e la pietas erga parentes che ti frena molto e ti blocca. Dovresti prepararti a scavare con le unghie la crosta putrefatta del loro perbenismo e affrontare l'imbarazzante ma gloriosa nudità della verità fissandoli negli occhi mentre esigi gridando che si comportino da adulti forniti di raziocinio.

 

Prova a fare una valutazione prognostica sulle loro reazioni di lungo periodo e su quanto tempo devi ancora sopportare la convivenza con loro.

 

Credi che siano forniti di razionalità sufficiente per poter essere "esorcizzati" dall'omofobia con un certo lavoro di martellamento da parte tua?

Qual è il loro orientamento politico? Qual è il loro livello di istruzione?

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Sampei ha i suoi modi di rapportarsi alle persone e alla famiglia, però ha ragione a dire che rinunciare ad una storia perché gli altri non possono accettarla è la cosa più sbagliata del mondo.
Tu nihal abiti ancora nella grande città? La tua ragazza potrebbe trasferirsi? Vivere insieme in un contesto più tollerante, meno bigotto, potrebbe farvi un gran bene.

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amare, sentirsi amati, è un miracolo, nihal.

perché lasciarsi già afferrare dalla paura, mi domando, leggendo la tua storia.

siete insieme da poco tempo. forse, semplicemente non è ancora arrivato il momento, per voi, di affrontare a cuore aperto la luce del sole.

comprendo che tu possa esserti sentita morire dentro, rinnegando la tua lei, di fronte alle lacrime di tua madre.

e rispetto la considerazione che nutri nei confronti dei tuoi genitori.

ma, a meno che tu non stia inconsapevolmente mettendo in discussione i tuoi sentimenti per la tua donna, non capisco come ci si possa vergognare del fatto di amare.

omofobia interiorizzata?

è la prima volta che ami una donna: non pretendere da te quello che evidentemente non è in tuo potere ancora di fare.

non lasciarti fottere dal tuo giudizio.

amatevi, e la paura starà alla larga da voi.

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Ci dispiacerebbe che i genitori lo sapessero per bocca di altri e non da parte nostra....

eh infatti pensavo a questo..vale anche per me, anche se non mi sento pronta a dirlo ancora, penso che come i tuoi facciano finta di niente..

Per tua sorella non so che dire, io ho fatto la bizarra scelta di dirlo al mio cugino più perbenista, in parte per dargli il tempo di abituarsi, ma anche perché sicura che non sarebbe andato a "vantarsene" in giro :D

poi pure mio fratello non si può dire l`abbia presa proprio male, ma comunque è caduto dalle nuvole, ha chiesto rassicurazioni sul fatto che continuerò a guardare anche ai ragazzi, etc..

Non so, se è di religione cattolica potresti dirle le solite cose, dal farle notare che Gesù Cristo non ha mai parlato male degli omosessuali a fare simpatiche battute tipo: i cattolici si sposano solo per avere rapporti sessuali che non possono avere al di fuori del matrimonio :)

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Sampei ha i suoi modi di rapportarsi alle persone
Non dico che i miei metodi siano gli unici, ce ne sono tanti, anche se, in certe circostanze... Comunque sia mi piacerebbe anche solo che @nihal si accorgesse che lei è indiscutibilmente nel giusto. Nessun ricatto psicologico, perfino involontario, deve azzardarsi a farle credere di essere in difetto perché ama una ragazza. Niente dubbi, niente esitazioni: sei nel giusto. Scegli poi tu il tuo modo di combattere, ma sappi che ne vale la pena.
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Non lasciare che le tue paure possano rovinare la tua storia.

E lotta per ottenere ciò che realmente ti può far stare bene.

 

Lo so, sembra che io la faccia facile.

 

Ma non vorrei che tu un giorno possa guardarti alle spalle e avere il rimpianto di aver perso qualcosa di importante senza sapere se, lottando, avresti potuto tenerla ancora con te.

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Tu nihal abiti ancora nella grande città? La tua ragazza potrebbe trasferirsi? Vivere insieme in un contesto più tollerante, meno bigotto, potrebbe farvi un gran bene.

 

Studio a Firenze, ora sono a casa per le vacanze estive; lei non può ancora trasferirsi perché deve terminare gli studi, se tutto va bene si laureerà ad aprile 2015. Poi dovrà fare fior di concorsi in tutta Italia (e sto pregando in tutte le lingue che riesca ad entrare in un ospedale tipo il Meyer, Careggi, Santa Maria Nuova o simili xD). Firenze da questo punto di vista è relativamente più aperta e meno bigotta.

 

è la prima volta che ami una donna: non pretendere da te quello che evidentemente non è in tuo potere ancora di fare.

 

Che intendi? 

Non so se si è capito, ma il problema non sono solo i genitori. Il problema è il resto del mondo che fatica ad accettare sta cosa. E io per prima. In passato ero una persona veramente omofoba.

Forse è per questo che sto anche inconsapevolmente mettendo in discussione pure i sentimenti che provo per lei. 

 

Non lasciare che le tue paure possano rovinare la tua storia.

E lotta per ottenere ciò che realmente ti può far stare bene.

 

Lo so, sembra che io la faccia facile.

 

Ma non vorrei che tu un giorno possa guardarti alle spalle e avere il rimpianto di aver perso qualcosa di importante senza sapere se, lottando, avresti potuto tenerla ancora con te.

 

Già, questa è una cosa di cui veramente ho il terrore, se dovesse andar male. Di occasioni perdute che rimpiango ne ho già abbastanza.

Perché adesso come adesso, tutto può succedere.

 

@nihal: dovresti accumulare la forza sufficiente per saper ribattere con la corretta violenza verbale ai rigurgiti omofobici con cui i tuoi potrebbero risponderti.

Prova a fare una valutazione prognostica sulle loro reazioni di lungo periodo e su quanto tempo devi ancora sopportare la convivenza con loro.

Credi che siano forniti di razionalità sufficiente per poter essere "esorcizzati" dall'omofobia con un certo lavoro di martellamento da parte tua?

Qual è il loro orientamento politico? Qual è il loro livello di istruzione?

 

I miei genitori sono due persone molto tranquille, casa e chiesa, orientamento politco (DICE) di sinistra, ma di fatto non lo hanno. Sono il cliché dell'italiano medio che rimpiange gli allori del passato, ma per il presente ha una mentalità polemica e talvolta arraffona. Mi sembrano più ex DC che socialisti come dicono di essere. Pur essendo brave persone, non sono capaci (soprattutto mia madre) a pensare in maniera obiettiva e lucida con la propria testa, ma quasi sempre per sentito dire. Tra i due, dovessi dire, è papà quello che sa capire le cose per come stanno.

GIà è stata una battaglia fargli accettare il fatto che avevo deciso di studiare fuori sede, figuriamoci un coming out.

Torno a casa nel finesettimana praticamente sempre. Dovrò sopportare la convivenza con loro almeno finché non sarò laureata e con un lavoro stabile (almeno due\tre anni) anche perché sono loro a pagarmi l'affitto di casa. Il resto me lo pago da sola facendo lavoretti saltuari, e in ogni caso la facoltà che faccio, per i ritmi che ha non mi permette di lavorare stabilmente a tempo pieno.

 

Con tutto il bene che posso volere alla mia ragazza, in questi giorni, stando al paesello mi sento letteralmente soffocare da questa cosa. Già il pensare a lei come "la mia ragazza" mi spaventa. Ho paura della reazione dei miei, di quella degli amici che ancora non lo sanno. In questo percorso ci sono state anche belle soddisfazioni.. Per esempio un amico, che era una persona davvero omofoba, dopo che gli abbiamo spiegato la situazione ha iniziato a capire che non è IL MALE, che quando due persone si vogliono bene in maniera sana è giusto. Tant'è che proprio lui ci ha messe in guardia che nel gruppo di amici (ai quali non abbiamo detto a tutti la verità) stanno facendo battute poco carine su di noi, e a lui dispiace. O una compagna di corso che ha invitato (inaspettatamente!!!!) tutt'e due a casa sua e lo ha detto ai suoi, i quali l'hanno presa benissimo, senza farsi problemi.

 

Sono una persona che solitamente è aperta e solare, chiacchiera un sacco. Ora sono un orso nella sua caverna che risponde a mugugni e gli amici che sanno si stanno un po' preoccupando. La mia risposta è stata che da bravo Capricorno qual sono, ogni tanto ho bisogno di rifugiarmi nelle vette montane, macerando nel mio stambecchismo totale.

 

Come vi dicevo prima, In passato sono stata una persona davvero omofoba, i gay mi facevano letteralmente schifo, ma pensate un po', dovetti mettermi in discussione quando il mio primo ragazzo dopo che la storia naufragò miseramente, mi confessò di essere gay. All'inizio non l'ho presa bene, poi me ne sono fatta una ragione. Considerate che ho una forte educazione cattolica, senso del peccato, anche se non condivido alcune cose della Chiesa e a messa non vado da un bel pezzo. Eppure al catechismo ero quella che faceva le domande "scomode" xD

 

Fortunatamente dal primo agosto io e lei saremo all'estero fino all'8... Un po' di pace e di relax. A Londra ;)

 

PS: Leggendo questo articolo mi sconvolge vedere come gli italiani siano i più omofobi d'Europa. NOVANTUNPERCENTO.

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nihal, intendo dire che, essendo la prima volta che vivi un rapporto omosessuale e considerando la soffocante realtà del tuo "paesello", dal quale evidentemente traeva (e trae?) origine la tua "passata" omofobia, non mi stupisce il buco nero nel quale precipitano i tuoi sentimenti, oggi.

prentendere, ora, tu abbia già quel "coraggio", comunque di certo necessario prima o poi, per mettere a tacere "il resto del mondo" e vivere liberamente il tuo amore, a mio avviso, non potrebbe che sortire l'effetto di tarpare le ali alla tua storia.

ovviamente non nego le difficoltà, il mio non è un invito a far finta di nulla: piuttosto, a concentrarti su di te, su di lei, su di voi, e a fare in modo che, col tempo, sia il respiro del vostro amore a spazzare via la densità delle nuvole, di qua dal vostro orizzonte. 

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pensi potrebbe aiutarti provare a frequentare a firenze circoli/associazioni gay dove incontrare persone che affrontano i tuoi stessi dubbi e problemi? In fondo abitando in un altro paese non ti vedrebbe nessuno, non verrebbero a saperlo i tuoi familiari nè gli amici.

 

Poi magari ci focalizziamo più sui genitori nel darti consigli perché loro non li puoi scambiare con altri genitori, mentre gli "amici" stronzi o ignoranti sì, per quanto riguarda il paesello puoi trasferirti in futuro, e la tua mentalità anche di certo con il tempo cambierà.

Avere amici omosessuali dal vivo aiuta comunque, se non altro a concentrarti meno su te stessa e a trovare insieme strategie per affrontare il mondo esterno e nello specifico la realtà che si vive insieme in quel determinato momento e luogo. Molto meglio che arrovellarsi come uno stambecco eremita sui monti, scendendo di tanto in tanto a valle come un orso svegliato dal letargo.

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Difatti Firenze a quanto ne so è abbastanza friendly e posti dove andare ce ne sono.

Ed è una cosa che ti potrebbe far bene, dato che in situazioni come queste il non sentirsi isolate aiuta a costruire un po' di certezze e a rafforzare l'autostima, oltre che ovviamente parlarne piuttosto che farti prendere dalle ansie in solitudine.

Un po' come hai fatto adesso iscrivendoti ad un forum, il passo successivo è quello di incontrare dal vivo persone a te simili.

 

L'omofobia interiorizzata è una brutta bestia che molti all'inizio devono affrontare, proprio perché siamo tutti cresciuti in un ambiente in cui vieni su a pane e omofobia.

 

Tutto sta nel capire che la tua felicità viene prima di ogni altra cosa.

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Di amici gay a Firenze ne ho parecchi, anzi, dovessi dire sono la maggiore xD

Ok perfetto allora! Quindi puoi passare al punto in cui si mandano a quel paese gli "amici" paesani omofobi che vi fanno battutine alle spalle :)

Io ne ho affrontati a muso duro, soprattutto dato che molti miei amici e conoscenti si ritengono tanto di sinistra, politicamente e socialmente impegnati, e così via. Sono stata terrorizzata per anni anch`io, poi l`orgoglio è arrivato quest'anno all`improvviso (ho due anni più di te, e due anni fa ero molto più indietro di te credo, non mi sognavo neance di concretizzare i peccaminosi pensieri) Forse come dice bastian devi solo darti tempo, prima o poi qualcosa farà scattare anche te.

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Ciao,
attraverso il tuo messaggio rileggo una parte di me di qualche anno fa: 
lascio casa per una grande città, conosco un ragazzo, ho la vita "perfetta", un sacco di progetti, tanti amici, è tutto "come dovrebbe essere".
Ma improvvisamente tutto cambia, la storia naufraga e, a 23 anni, mi rendo conto di essere lesbica e da sola in questa mia scoperta, senza sapere che fare o a chi dirlo.

SE dirlo.

Ho avuto (e ho ancora) i tuoi stessi dubbi, ho provato la tua stessa sensazione straniante accanto a una ragazza di cui sono stata innamorata, mi sono guardata e mi sono chiesta se ero io, ci guardavo abbracciate e mi chiedevo se realmente fossi io quella vicino a lei, se potevo provare quello che provavo, se quella sarebbe stata la mia vita e, a volte, pensare che la sarebbe stata non mi andava assolutamente, il solo pensiero mi sembrava uno scoglio  insormontabile, una strada senza uscita.
Mi sono creata mille scenari possibili, mi sono chiesta se fosse solo una fase o se quello che provavo fosse reale o fosse solo un'infatuazione casuale che volevo costringermi a vedere come amore, mi sono chiesta perché le ragazze, perché complicare tutto, come fossi arrivata a quel punto.
E più passava il tempo più mi sentivo opprimere, ogni volta che tornavo a casa dai miei mi portavo dietro un macigno enorme, mi sentivo diversa e che tutti avrebbero visto la mia diversità. 
Mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, mi sono trovata a volere sempre di più qualcosa che mi attirava a sé con una forza mai conosciuta prima e al tempo stesso a cercare di scacciare quel pensiero, provando a fare finta di niente e sperando che sarebbe passato da solo. 
E tutte le ragazze che ho conosciuto all'inizio di questa scoperta sono finite in mezzo ai miei tormenti, all'angoscia, all'altalena di sentimenti, un giorno sicurissima, il giorno dopo quasi evitante. 

Detto questo, il mio consiglio è temporeggia.

Temporeggia per quanto ti sia possibile e per quanto tempo ti sarà necessario a schiarirti le idee e interiorizzare CHI sei ora e soprattutto quello che vuoi veramente per te e per la tua felicità.
Goditi la fortuna di stare in un'altra città in cui non conosci nessuno, inizia da lì a rafforzare la nuova te, a costruire nuovi legami, nuovi percorsi, esplora le possibilità di quella città per darne a te.
Pensa che chiunque conoscerai a Firenze parte da una te "senza qualità", non ha una te da rielaborare dopo anni di conoscenza, una te da "eventualmente accettare", potrebbe essere più semplice aprirsi, porre le cose come un dato di fatto, con assoluta naturalezza.
Prendi tutto quello che ti arriva a piene mani, prova a vedere come va, come ti trovi.
Prenditi tutto il tempo del mondo, prenditi giorni, settimane, mesi o anni, non avere fretta, non mettertene e non fartene mettere, se vuoi viverti quella storia, vivitela, se davvero non te la senti, dillo apertamente, se pensi che potresti pentirtene, riflettici sopra.
Se non hai il coraggio di dirlo ad altri o ai tuoi (tra l'altro, condivido quanto hai scritto sui genitori al 100%), o se semplicemente ancora non vuoi, ricordati che la scelta è solo tua e che non sei obbligata, perciò se ancora non vuoi, non lo fare.
Non lasciarti opprimere dal macigno del senso di colpa fintanto che fai qualcosa che ti fa stare bene, anche a costo di dire qualche bugia o di nascondere la verità a persone molto importanti per te. 
Omettere non è per forza IL MALE, può essere un vantaggio se viene usato per ritagliarsi del tempo per sé e capire, lavorare su se stessi, è darsi un'occasione per fermarsi un momento a ragionare e, volendo, seguire l'istinto.

Non è facile, mentire FA stare male, FA venire i sensi di colpa, specialmente se si è cresciuti in un ambiente in cui la propria coscienza ricopre un valore elevatissimo, ma è un percorso, a volte anche lungo e ci vuole un sacco di coraggio per cambiare la propria vita, per cambiare il proprio punto di vista, per accettare altre realtà, anche quelle che si pensava fossero così lontane dal proprio io. 
Vedere un genitore piangere, o sentirsi dire "non sarai anche tu un'invertita!" "io voglio dei nipoti!" "non starai mica con x? perché io non lo accetto!" È uno shock e va benissimo negare se si è presi alla sprovvista, specialmente se è la prima volta in cui ci si trova in una situazione simile, ci vuole tempo per queste cose, e una domanda del genere non sempre deve trasformarsi in una crociata al coming out sbattuto in faccia, pretendendo di essere accettati all'istante. 

Forse sarò cinica e andrò controcorrente ma in questo momento dovresti essere leggermente "individualista", coming out e eventuali fidanzati o fidanzate non devono c'entrare nulla, o comunque molto poco, ovviamente senza per questo mancare loro di rispetto. 
E' giustissimo parlarne CON loro, è tuo diritto dire "mi dispiace se ti fa stare male ma per il momento non me la sento di dirlo ai miei", così come va benissimo farsi forza a vicenda, chiedere aiuto, consigli, anche spronarsi, osservare il loro comportamento, ma la vita che si è stravolta è la tua (non dico che quella della persona con cui stai non lo sia, ma che quello che va bene per X non per forza deve andare bene per te) e soltanto tu puoi decidere cosa fare per il tuo bene e, per quanto giustamente si voglia pensare al bene delle persone che amiamo, non è il loro il primo bene di cui tenere conto in questo istante. 
I genitori sono i TUOI, gli amici fanno parte del TUO vissuto e, in fin dei conti, tu non sei lesbica perché stai con X, un eventuale coming out riguarda solo il fatto che SEI fatta così, X non deve diventare un pensiero angosciante per un coming out, tu sarai sempre lesbica, indipendentemente da chi avrai accanto.

Scusate tutti, ho scritto tanto ma ho pensato che all'epoca avrei voluto un consiglio da qualcuno nella mia stessa identica situazione e, anche se non avevo trovato nessuno, ora vorrei poter essere d'aiuto per qualcuno.

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Forse la difficoltà maggiore è dare un senso di continuità alla te che credevi essere e quella che senti d'esser ora. Non so dire se sia più semplice crescere con la consapevolezza di ciò che si è o ritrovarsi a fronteggiare la scoperta una volta che la tua identità è stata faticosamente costruita. So solo che ogni storia è diversa, che le differenze sono nei gesti, che la differenza la fai te. Non sento di poter dire "se fossi al tuo posto..." perchè necessariamente scioglierei nelle parole le verità che mi sono costruita con anni ed esperienze. Ci sarà sempre chi ti dirà di metterti a nudo davanti al mondo, chi di far finta ancora di nulla. Leggi ed ascolta ogni parola, immagina il futuro, le tue prospettive. Nessuno sa ora, se non te, se mai ti pentirai di una scelta ma son certa che sai che una scelta è esattamente ciò che il tuo cuore ti chiede. Ascoltati, fai fluire i tuoi pensieri più profondi e i tuoi desideri. Prendi una penna, scrivi. il futuro, dai forma al futuro che vorresti. E poi realizza il tuo obiettivo, la ricetta ti verrà presto data (magari da qualche amico o perfino da qualche utente qui sul forum). Apporre una firma non è cosa semplice, nel contratto accetti ogni esito possibile. Pensa, non dar per scontato nulla. Ti posso solo consigliare di non fare mai passi indietro, la differenza la fai te. :) 

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  • 3 weeks later...

Ho avuto (e ho ancora) i tuoi stessi dubbi, ho provato la tua stessa sensazione straniante accanto a una ragazza di cui sono stata innamorata, mi sono guardata e mi sono chiesta se ero io, ci guardavo abbracciate e mi chiedevo se realmente fossi io quella vicino a lei, se potevo provare quello che provavo, se quella sarebbe stata la mia vita e, a volte, pensare che la sarebbe stata non mi andava assolutamente, il solo pensiero mi sembrava uno scoglio  insormontabile, una strada senza uscita.

Mi sono creata mille scenari possibili, mi sono chiesta se fosse solo una fase o se quello che provavo fosse reale o fosse solo un'infatuazione casuale che volevo costringermi a vedere come amore, mi sono chiesta perché le ragazze, perché complicare tutto, come fossi arrivata a quel punto.

E più passava il tempo più mi sentivo opprimere, ogni volta che tornavo a casa dai miei mi portavo dietro un macigno enorme, mi sentivo diversa e che tutti avrebbero visto la mia diversità. 

Mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, mi sono trovata a volere sempre di più qualcosa che mi attirava a sé con una forza mai conosciuta prima e al tempo stesso a cercare di scacciare quel pensiero, provando a fare finta di niente e sperando che sarebbe passato da solo. 

I genitori sono i TUOI, gli amici fanno parte del TUO vissuto e, in fin dei conti, tu non sei lesbica perché stai con X, un eventuale coming out riguarda solo il fatto che SEI fatta così, X non deve diventare un pensiero angosciante per un coming out, tu sarai sempre lesbica, indipendentemente da chi avrai accanto.

 

 

In questi giorni mi sento veramente di merda. Semplicemente perché mi pare di avere una lettera scarlatta cucita sul petto, come se mi si legga in faccia quello che ho fatto. Ho diecimila pensieri e scenari nella testa, uno più catastrofico dell'altro. Non mi sento lesbica. Mi sento solo una persona orribile, un mostro che non ha un verso. La sensazione che ho è quella di tradire me stessa, lei e gli altri perché non ho la forza di dire la verità.

Tant'è che mi è pure scappato detto con un ragazzo se mi presentava i suoi amici. Mi sento davvero una merdaccia perché non ho idea di come affrontare 'sta cosa e non vorrei fare errori peggiori.

Ho paura da morire.

 

Forse la difficoltà maggiore è dare un senso di continuità alla te che credevi essere e quella che senti d'esser ora. Non so dire se sia più semplice crescere con la consapevolezza di ciò che si è o ritrovarsi a fronteggiare la scoperta una volta che la tua identità è stata faticosamente costruita. So solo che ogni storia è diversa, che le differenze sono nei gesti, che la differenza la fai te. Leggi ed ascolta ogni parola, immagina il futuro, le tue prospettive. Nessuno sa ora, se non te, se mai ti pentirai di una scelta ma son certa che sai che una scelta è esattamente ciò che il tuo cuore ti chiede. Ascoltati, fai fluire i tuoi pensieri più profondi e i tuoi desideri. Prendi una penna, scrivi. il futuro, dai forma al futuro che vorresti. E poi realizza il tuo obiettivo, la ricetta ti verrà presto data (magari da qualche amico o perfino da qualche utente qui sul forum). Apporre una firma non è cosa semplice, nel contratto accetti ogni esito possibile. Pensa, non dar per scontato nulla. Ti posso solo consigliare di non fare mai passi indietro, la differenza la fai te. :) 

 

So che di base sono sempre io, ma questa scoperta, anzi questa consapevolezza sta sconvolgendo in toto la visione che ho di me stessa, e in peggio. E' più semplice nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che questa parte di me non esiste, piuttosto che affrontarla. Vivere con la vecchia me stessa, sapendo che comunque c'è anche questa parte di me, ignorata per tanti anni. 

Mi sento così di merda che mi vergogno pure a baciare la mia ragazza davanti a gente che sa benissimo tutta la faccenda e approva... Fate voi. Sto diventando anche più scontrosa e scostante con lei. Non riesco a mettere ordine ai miei pensieri. 

Mi pare pure assurdo pensare "la mia ragazza" quella che era un'amica fino a qualche mese fa. 

Davvero, non ci sto capendo più un c***o. E quella che ne fa le spese è lei. Che con tutta la pazienza del mondo mi sta vicino, però mi ha anche detto "se non ci credi anche tu, è difficile farcela. Posso combattere contro il mondo intero, ma non contro di te". E vi giuro che stavo per scoppiare a piangere....

 

Vi è successo pure a voi di sentirvi così? Cosa avete fatto?

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Santo cielo nihal, devi combattere! Non lasciare che l'educazione omofobica con cui la società ti ha bombardato fin da piccola ti strozzi! Non dimenticare la direzione verso cui devi andare, che è quella della tua realizzazione personale, non quella del tuo autospiaccicamento contro il parabrezza del perbenismo omofobico cagasotto e cagacazzo della gente che ti circonda e della cultura schifosa in cui viviamo: tu sei superiore a questo, sei sufficientemente forte e sveglia per accorgertene e per lottare PER te stessa e non CONTRO te stessa!

 

La vita è una, è tua, e non puoi assolutamente permettere che possa essere inquinata e impiastricciata dalla paura del giudizio altrui, per farla diventare alal fine il muffoso zerbino su cui gli altri si puliscono i piedi e soddisfano le loro aspettative... aspettative che poi magari non ci sono neanche, perché al 90% sono create dalle tue paranoie.

 

E' un aut-aut, nihal: un bivio in cui da un lato imbocchi il lugubre sentiero polveroso e puzzolente d'incenso in discesa verso la valle della schiavitù psicologica autoimposta, valle dove ti accoglieranno cardinali obesi pronti a banchettare con la tua carne, dall'altro la stradina sassosa e ripidissima che ti porta in cima alla montagna dalla quale potrai ammirare il panorama... su una panchina nel verde accanto a chi ami.

 

Nihal, sii egoista, pensa al tuo bene. Quello vero, non quello posticcio che ti dicono gli altri.

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Se essere bisessuali fosse facile, allora gli etero non sarebbero assolutamente la maggioranza, e non ci sarebbero questi problemi, dai problemi che hai affrontato, che affronti e che affronterai capirai benissimo per quale motivo molta gente si nasconde e/o reprime questa parte, essere etero e fare una vita socialmente accettabile non ti causa questi tipi di problemi, e la gente preferisce fuggire dai problemi piuttosto che affrotnarli, tuttavia dentro di te sai che stai reprimendo una parte di te stessa.

Hai due scelte, e ognuna di questa porta a delle conseguenze, la prima, cioè stroncare con quella ragazza e reprimere la tua parte gaya, ti porterà a capire che hai fatto soffrire una persona perchè non hai avuto il coraggio ne i mazzi nell'affrontare te stessa, che soffrirai anche te, e che nonostante tu scelga di reprimere quella parte rimarrà sempre dentro di te, e non sarà facile come il nascondere un cadavere sotto terra, con il rischio che in futuro tu non riesca più a controllare questa cosa fino ad esplodere.

La seconda, è sicuramente quella più difficile per ovvi motivi che è inutile stare ad elencare, ma facendo questo vivrai "te stessa".

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i miei due cents di pensieri

 

intanto stai il più lontano possibile del paesetto: anche io sono cresciuto in un piccolo buco del nord est per poi "fuggire" a fare l'università in una grande città.

ti assicuro che per qualunque "problematica" ogni volta che tornerai nel paesino ti sentirai schiacciare e soffocare, perchè i paesetti sono così; io non ho dovuto affrontare un coming out (non sono omosessuale) e nonostante ciò per altre cose infinitamente meno "problematiche" (problematiche perchè te le fanno vivere come un problema) ho sentito questa pressione.

quindi dal paese stacci il più lontano possibile, tornaci un weekend su due, invece che ogni we, poi uno su tre e poi una volta al mese

 

da quello che mi è parso leggendoti, mi vien da consigliarti che prima di affrontare i tuoi genitori, affronta te stessa e le TUE rémore

quando finalmente sarai in pace con te stessa e con i tuoi sentimenti/pulsioni, allora considera di dirlo ai tuoi genitori

altrimenti avranno gioco facile nel convincerti che stai sbagliando a fare quello che fai (ovvero star bene con una persona che ami e che ti ama)

ah, e quoto a palla sampei: non sei tu quella nel torto! se i tuoi genitori non riescono ad accettare che tu ami una persona per bene, anche se di sesso opposto rispetto a quello che si aspetterebbero loro, è appunto un LORO problema ed una loro mancanza, non tua

 

(ps. cmq prendi quello che ti dico tenendo presente che il mio è il parere di un "esterno" e che io posso solo immaginare come ti senti e cosa stai passando)

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  • 3 weeks later...

In questi giorni mi son fatta le mie brave riflessioni.

L'unica cosa che ho da perdere in tutta questa storia è la mia serenità, se continuo a torturarmi su quello che gli altri pensano di me, e tutte le varie cose. 

Ho deciso di smettere di preoccuparmi. Sto accettando la mia parte gay, voglio essere serena, perchè sennò stiamo male in due, io e lei. Mi sostiene, mi ama e altrettanto faccio io.

E ora, pensando così, sto molto meglio. Mi scivolano addosso pure le battute omofobe della gente ignorante, e fra le righe cerco di "educare" in maniera delicata chi è vittima dei pregiudizi e ce l'ha contro, in attesa di sentirmi pronta a fare il mio coming out. Grazie per le cose che m'avete scritto, hanno aiutato parecchio! Vorrei potervi ringraziare tutti, ad uno ad uno perchè davvero inizio a capire e a stare bene...

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Che tu stia trovando un equilibrio che riesca a far convivere la tua serenità e la tua  natura, è un'ottima notizia, nonché a mio avviso l'unica strada da percorrere per avvicinarsi di un altro passettino verso la felicità che spetta a ciascuno di noi ;)

 

In bocca al lupo!

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Sono felicissima per te! Vai avanti con coraggio, pensando che tanto la gente trova sempre un buon motivo per rompere le scatole, che quel che non uccide fortifica, che è meglio morire piuttosto che continuare a vivere in preda a mille paure senza senso, che è l'amore a dar senso alla vita, e tutti gli aforismi e le banalità e luoghi comuni che ti vengono in testa e possono aiutarti nei momenti di scoramento.

Io personalmente penso anche che rivendicare la nostra identità anche in situazioni poco accoglienti, fra persone ignoranti come dici tu, sia un atto politico, lo vedo come un diritto/dovere in sostanza.

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