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Relazione e dichiarazione


Giuseppe91

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Ciao regaz.

Volevo chiedevi un consiglio su un paio di cose.

Da un po' di tempo sto con un ragazzo, stesso anno, qualche mese più giovane di me. Lui non è della mia città, ma riusciamo a frequentarci.

A questo ragazzo, ovviamente gli voglio bene e gli devo molto.

Lui ha dei valori molti forti come la lealtà, l'amicizia e la fede, è cattolico, ma vi assicuro che non è il classico bacchettone che condanna, bigotto, ecc...anzi mi ha insegnato molto e anche se abbiamo idee differenti ci vogliamo bene.

Quello che volevo esporvi è che lui ovviamente non è dichiarato, e neanche sospettabile.

Con la famiglia e gli amici anche se ha ottimi rapporti non ne parla e nessuno sa di lui, e dice sempre "preferisco che non lo sappiamo perché so come la pensano su certe cose e non voglio farli soffrire o metterli in imbarazzo"

Anche se riesce a mascherare bene le emozioni, vedo che ci soffre per questo e a me dispiace anche perché sa di non essere del tutto se stesso.

Provo a parlarci e a dirgli di essere se stesso con tutti, ma lui continua a pensare che sia giusto così, preferisce, passatemi il termine, "soffrire in silenzio".

Detto questo il nostro rapporto va bene nel complesso, mi dispiace però per questa cosa.

Voi cosa fareste al mio posto? Vi è mai capitato che il vostro ragazzo non fosse dichiarato?

 

Grazie in anticipo

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Penso che ci sia un limite fin dove può arrivare un fidanzato.

Sono cose complesse che la persona in questione deve affrontare da solo.

Ovviamente nel momento in cui chiedesse aiuto tu dovresti correre a braccia aperte, ma fino a quel momento dovresti lasciar andare così la cosa.

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Forse ha solo bisogno di tempo. Io penso che prima o poi questa cosa dovrà dirla e penso anche che se ne renderà conto da sé, a meno che non voglia tenerlo nascosto all'infinito (ma si può? io ad esempio per quanto volessi non ci riuscirei!). Quello che puoi fare è essergli di supporto sempre, già questo può aiutarlo molto. Poi se vorrà parlartene e vorrà un tuo consiglio sul da farsi esponigli la tua opinione, molto semplicemente.

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Quello che volevo esporvi è che lui ovviamente non è dichiarato, e neanche sospettabile.
Con la famiglia e gli amici anche se ha ottimi rapporti non ne parla e nessuno sa di lui, e dice sempre "preferisco che non lo sappiamo perché so come la pensano su certe cose e non voglio farli soffrire o metterli in imbarazzo"

 

l'ovviamente è tutt'altro che ovvio.

 

ha ragione che la sua famiglia soffrirebbe ma il torto sta ugualmente dalla parte della famiglia che con il modo con cui concepiscono la vita condizionano il figlio al punto che il figlio si sacrifica per loro.

 

purtroppo sono cose che spesso succedono. anche mia madre mi disse che fui egoista a dirle di essere gay perché lei soffriva troppo per questo fatto.

 

alla fine però trovo sia meglio che sia la famiglia a soffrire, rispetto a lui perché è la famiglia in torto, non lui.

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In un certo senso lo capisco...se sai che le persone intorno a te la pensano diversamente e che le metti in difficoltà allora puoi decidere di evitare casini

Purtroppo non tutti sono disposti ad accettarti ed è molto triste

 

 

Forse ha solo bisogno di tempo. Io penso che prima o poi questa cosa dovrà dirla e penso anche che se ne renderà conto da sé, a meno che non voglia tenerlo nascosto all'infinito (ma si può? io ad esempio per quanto volessi non ci riuscirei!). Quello che puoi fare è essergli di supporto sempre, già questo può aiutarlo molto. Poi se vorrà parlartene e vorrà un tuo consiglio sul da farsi esponigli la tua opinione, molto semplicemente.

Ha ragione ...se ha te come confidente forse è già contento così....

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Con la famiglia e gli amici anche se ha ottimi rapporti non ne parla e nessuno sa di lui, e dice sempre "preferisco che non lo sappiamo perché so come la pensano su certe cose e non voglio farli soffrire o metterli in imbarazzo"

 

Da come parli di questo ragazzo mi sono fatto l'idea che sia equilibrato e che almeno con se stesso ha accettato e vive pacificamente il suo orientamento sessuale. Quindi, se questa scelta di non parlare con i suoi e con gli amici non nasconde una questione irrisolta con se stesso (e da come dici non sembra sia il caso), debbo dire che è una cosa bella e apprezzabile, lo vedo come un gesto di amore. Anche io sono cattolico e so che un modo maturo di vivere la fede cattolica è il sacrificio per amore. Se lui è capace di continuare a vivere questo sacrificio con quell'amore che è capace di giustificare e valorizzare la sofferenza, allora andrà avanti felice. Ma non tutti sono pronti a questo genere di amore e se questo sacrificio cominciasse a diventare frustrante e smettesse di essere vissuto nella consapevolezza di un gesto di amore non è tenuto a continuare.

Mi associo a chi ti ha detto che è una questione che lo riguarda personalmente e che tu non puoi fare niente se non sostenerlo in questa decisione e accoglierlo a braccia aperte quando avrà bisogno che queso pesa sia un po' alleggerito. D'altronde se tu la ami così com'è, anche se non è dichiarato, ti è chiesto il sacrificio di stare con lui senza che si dichiari. E soprattutto fagli capire che condividere con te le difficoltà di questa situazione non sviliscono il suo sacrificio per amore.

IMHO

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Per come la penso io.. siete voi che dovete stare bene insieme, senza reprimervi solo perché una terza persona ci potrebbe stare male. 
Se lui pensa di ragionare sempre così "soffrire per non far soffrire gli altri", sbaglia.. e di grosso. 

L'importante è raggiungere un equilibrio che ha quanto pare ha raggiunto. Ma ora. Ora che è sempre giovane ci sta e può stare.. ma in futuro? Quando avrà finito di studiare.. quando sarà in un'età dove (purtroppo per la società eterosessuale è così) sarà scontato sposarsi.. che farà? 
I genitori ci rimarranno male comunque.. anche perché saranno più vecchi e faranno molta più fatica ad accettare questa cosa (della serie.. perché non me l'hai detto prima??). 

Ma d'altra parte se lui è convinto così.. non si può certo forzarlo :) L'importante è, come già detto, che stiate bene insieme.

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Anche io sono cattolico e so che un modo maturo di vivere la fede cattolica è il sacrificio per amore.

 

questa è una cosa che molti cattolici pensano ma molto discutibile.

 

come i cattolici alla binati che portano il cilicio per glorificarsi a dio:

 

scr24.jpg?resize(400x400)

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Mi verrebbe da dire che è una cosa personale ed è un problema suo.. In realtà dipende da che tipo di rapporto avete e dove volete arrivare come coppia. Uscite fuori insieme o solo in contesto privato? Viaggiate? Se la cosa ti dà sconforto perchè non siete liberi di vivere come una coppia "normale", allora credo che dovresti dirgli che ci stai un po' soffrendo. Ma se state vivendo una storia in assoluta intimità allora penso che sia facoltativo che lui si dichiari o no, il vostro stare insieme non ne verrebbe condizionato.

 

Per quanto riguarda la sua fede, credo che l'amore venga al primo posto su tutto e non deve lasciarsi condizionare da credi, ideologie o dettami.

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Icoldibarin

Lui ha dei valori molti forti come la lealtà

 

leale agg. [dal fr. ant. leial, mod. loyal, che è il lat. legalis «legale»]. – Di persona che parla e agisce con sincerità e franchezza, che ha vivo il sentimento dell’onore e rifugge così dalla finzione come dal tradimento[...]

 

Quello che volevo esporvi è che lui ovviamente non è dichiarato,

 

Credo che la sua finzione di uomo etero contrasti con i suoi valori molto forti di lealtà.

Questo non vuole essere un giudizio, quasi sempre inopportuno, quanto uno sprone a "regolarizzare" la sua situazione.

Concordo però sul fatto che è una passo che deve essere infine personale, anche se ciò non deve impedire (e di fatto non impedisce) che la sua scelta influisca anche pesantemente sulla relazione di coppia.

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~soulthunder

Purtroppo non c'è niente da fare, è una cosa delicata che dovrà fare lui quando si sentirà pronto davvero. Soffrire per questo è normale, ma non bisogna forzare un coming out. 

L'unica cosa che puoi fare è fargli presente che ti dispiace vederlo soffrire, e che quando vorrà tu ci sarai!

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Non potrei mai dirti di forzarlo a fare coming out. Ma di forzarlo a piantarla di essere cattolico in stile "totally sacrifice boy" assolutamente sì.

Spiegagli tutto il male che si fa da solo a volersi convincere ad ogni costo della bontà di un'ideologia che lo condanna a priori come una merda fritta che deve annegare nella vergogna schifosa di quello che è. Litiga con lui, fagli capire quanto sia stupido pendere dalle labbra di un branco di vecchie sottanone centomila volte più omosessuali di lui.

 

Digli che "soffrire in silenzio" è ciò che fanno normalmente solo due categorie di persone:

1) le persone in fin di vita

2) i plagiati.

 

Alla fine sappiamo molto bene che il problema è la religiosità del tuo ragazzo. Se fosse uno sconosciuto, lo eviteresti: ma siccome tu ci tieni, credo che valga la pena intavolare un discorso su questi aspetti, senza purtroppo nemmeno la più microscopica garanzia che possa ravvedersi anche solo di pochissimo.

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Dal topic iniziale non si capiva se lo fosse anche lui.

Tanto peggio!

 

Oppure, dal tuo punto di vista, tanto meglio, perché così il tuo ragazzo cattolichetto, nel momento in cui affronterai con lui l'argomento "evitiamo di essere integralisti nel 2014" si sentirà più "consigliato da un fidanzatino cattolico relativista" piuttosto che attaccato da un sordido e infernale fidanzatino miscredente.

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Ma tutto questo amore per l'idea di essere cattolici(non parlo di fede, ma di confessione, di fedeltà alla chiesa istituzione), come la coniugate col fatto che il vostro abominandum vitium vi condanna all'inferno?

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Da come parli di questo ragazzo mi sono fatto l'idea che sia equilibrato e che almeno con se stesso ha accettato e vive pacificamente il suo orientamento sessuale. Quindi, se questa scelta di non parlare con i suoi e con gli amici non nasconde una questione irrisolta con se stesso (e da come dici non sembra sia il caso), debbo dire che è una cosa bella e apprezzabile, lo vedo come un gesto di amore. Anche io sono cattolico e so che un modo maturo di vivere la fede cattolica è il sacrificio per amore. Se lui è capace di continuare a vivere questo sacrificio con quell'amore che è capace di giustificare e valorizzare la sofferenza, allora andrà avanti felice. Ma non tutti sono pronti a questo genere di amore e se questo sacrificio cominciasse a diventare frustrante e smettesse di essere vissuto nella consapevolezza di un gesto di amore non è tenuto a continuare.

Mi associo a chi ti ha detto che è una questione che lo riguarda personalmente e che tu non puoi fare niente se non sostenerlo in questa decisione e accoglierlo a braccia aperte quando avrà bisogno che queso pesa sia un po' alleggerito. D'altronde se tu la ami così com'è, anche se non è dichiarato, ti è chiesto il sacrificio di stare con lui senza che si dichiari. E soprattutto fagli capire che condividere con te le difficoltà di questa situazione non sviliscono il suo sacrificio per amore.

IMHO

Diciamo che anche lui la pensa come te, ha accettato la sua omosessualità e il fatto di non dichiararsi con certe persone (genitori e amici) anche per me e una scelta d'amore.

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Credo che la sua finzione di uomo etero contrasti con i suoi valori molto forti di lealtà.

Questo non vuole essere un giudizio, quasi sempre inopportuno, quanto uno sprone a "regolarizzare" la sua situazione.

Concordo però sul fatto che è una passo che deve essere infine personale, anche se ciò non deve impedire (e di fatto non impedisce) che la sua scelta influisca anche pesantemente sulla relazione di coppia.

Infatti per questo ho lanciato il forum, riesce ad affrontare tutto. Questo passo non lo fa :-( e come giustamente hai detto è in contrasto con la sua persona.

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questa è una cosa che molti cattolici pensano ma molto discutibile.

 

come i cattolici alla binati che portano il cilicio per glorificarsi a dio:

 

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È cattolico, è vero. Ma fidati non è il classico che parte a giudicare e a credersi perfetto. La condanna, il giudizio e le solite cazzate non le fa. È questo che mi piace di lui, il discorso del sacrificio che fa e' per amore per le persone che gli stanno attorno, e sa che alcuni non lo capirebbero, poi io non lo condivido, per questo chiedo un po' di opinioni ;-)

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l'ovviamente è tutt'altro che ovvio.

 

ha ragione che la sua famiglia soffrirebbe ma il torto sta ugualmente dalla parte della famiglia che con il modo con cui concepiscono la vita condizionano il figlio al punto che il figlio si sacrifica per loro.

 

purtroppo sono cose che spesso succedono. anche mia madre mi disse che fui egoista a dirle di essere gay perché lei soffriva troppo per questo fatto.

 

alla fine però trovo sia meglio che sia la famiglia a soffrire, rispetto a lui perché è la famiglia in torto, non lui.

Quello che penso anche io, come in una prendente risposta ho detto, lui non è se stesso al 100% e dovrebbe avere il coraggio di affrontare questa cosa

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cattolicesimo a parte: secondo me il discorso è:

 

è egoista colui che si rivela facendo star magari male i famigliari per questo o sono i famigliari che stanno dalla parte del torto quando preferiscono illudersi e questo loro illudersi fa stare male il loro figlio ?

 

la "colpa" iniziale secondo me ce l'hanno i genitori che hanno aspettative sui figli, cosa sbagliatissima. si aspettano che i figli si sposino e facciano loro i nipotini con una brava ragazza. magari anche se fossi stato etero non avrei voluto figli, avrei voluto far carriera o andarmene all'estero. chi si credono i genitori per condizionati i figli ? questo è egoismo per me, non il dire la verità su chi si è.

 

mio madre mi disse che ero stato egoista ad averle detto di essere gay perché lei stava troppo male. mi disse che un mio cugino forse gay è più intelligente di me perché lui non lo disse a sua madre. in pratica mia madre mi ha detto che lei preferiva vivere nelle sue illusioni piuttosto che sapere la verità.

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Ma tutto questo amore per l'idea di essere cattolici(non parlo di fede, ma di confessione, di fedeltà alla chiesa istituzione), come la coniugate col fatto che il vostro abominandum vitium vi condanna all'inferno?

Diciamo che i metodi medioevali sono stati ampiamente superati. :-)

Il mio ragazzo parte dal l'accoglienza delle persone per come sono, non dalla condanna. In poche parole non giudica i comportamenti gay. Purtroppo la chiesa istituzione a volte non fa questo, ma come dice lui "la chiesa è fatta di uomini e a volte sbagliano".

Fosse per me io direi molto di più di certa gente che si spaccia per fare del bene e poi.... Ma lasciamo stare.

Poi ripeto il fatto di non esprimere se stesso con i suoi genitori e amici non lo condivido, ma come mi hanno detto tutti, il passo deve farlo lui alla fine.

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Ma voi fate sesso o è solo un'amore platonico? O_o 

Cioè sapete almeno che la Chiesa cattolica condanna l'atto omosessuale e non l'essere omosessuale.. ma voi come equilibrate questa cosa? 

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cattolicesimo a parte: secondo me il discorso è:

 

è egoista colui che si rivela facendo star magari male i famigliari per questo o sono i famigliari che stanno dalla parte del torto quando preferiscono illudersi e questo loro illudersi fa stare male il loro figlio ?

 

la "colpa" iniziale secondo me ce l'hanno i genitori che hanno aspettative sui figli, cosa sbagliatissima. si aspettano che i figli si sposino e facciano loro i nipotini con una brava ragazza. magari anche se fossi stato etero non avrei voluto figli, avrei voluto far carriera o andarmene all'estero. chi si credono i genitori per condizionati i figli ? questo è egoismo per me, non il dire la verità su chi si è.

 

mio madre mi disse che ero stato egoista ad averle detto di essere gay perché lei stava troppo male. mi disse che un mio cugino forse gay è più intelligente di me perché lui non lo disse a sua madre. in pratica mia madre mi ha detto che lei preferiva vivere nelle sue illusioni piuttosto che sapere la verità.

Su questo hai perfettamente ragione, spesso i genitori hanno aspettative sui figli che non dovrebbero avere. Dovrebbero accettare i figli per come sono, poi molto spesso non è così. Questo in tutti i campi (al di la della religione), anche nella scelta dello sport, lavoro ecc...

Invece basterebbe solo ascoltare il proprio figlio.

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Ma voi fate sesso o è solo un'amore platonico? O_o 

Cioè sapete almeno che la Chiesa cattolica condanna l'atto omosessuale e non l'essere omosessuale.. ma voi come equilibrate questa cosa?

 

Ottima domanda. Qui si potrebbe aprire un dibatto infinito. :-)

Per il discorso della chiesa sappiamo che condanna l'atto, ma non il fatto di essere gay.

Io ti dico da parte mia non ci sono problemi per atti sessuali o altro. Il discorso che lui mi fa, e di questo ne abbiamo parlato molto, e che bisogna partire dal l'accoglienza delle persone, non perché uno è gay allora deve essere condannato.

L' atto sessuale se c'è è per amore, anche un rapporto sessuale etero senza amore allora è sbagliato.

Il discorso che faccio, poi il forum si è concentrato molto su questo aspetto della religione, è quello del fatto di essere se stesso con gli altri.

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