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Lamentele in un momento di sconforto...


Ibisco

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Buongiorno a tutti. Da anni ho seguito con interesse le discussioni di questo forum ma solo pochi minuti fa ho deciso di condividere con voi alcuni pensieri personali sforzandomi di far breccia nel mio radicato atteggiamento renitente e rinunciatario. Difatti se da una parte è vero che ho scritto parecchio sul tema dell'omosessualità è d'altro canto innegabile che ho sempre avuto molte reticenze nel raccontare dettagli privati: sia per la paura (ancora lungi dall'essere accantonata) di poter essere scoperto e identificato e sia perché ho sempre provato una certa inquietudine nel riscontrare una sinistra risonanza fra il mio vissuto e le storie di altri ragazzi con le stesse istanze conflittuali e gli stessi dubbi e timori tormentosi sui cui mi sembra di aver trascorso una vita ad arrovellarmi indarno.

 

Senza che sto a girarci attorno arrivo al dunque: mi piacerebbe moltissimo avere un ragazzo e questo desiderio innato stride sempre più con la consapevolezza delle infinite ostruzioni alla effettiva concretizzazione e ancora di più con il senso di disillusione ormai inveterato stratificatosi negli anni: proprio ieri stavo leggendo un mio scritto del 2012 e mi sono reso conto che in sostanza non è cambiato nulla (o se preferite, non sono riuscito a cambiar nulla), anzi, semmai sono diventato ancora più pessimista e chiuso di quanto non lo ero in passato.

 

Ho quasi 27 anni e trovo profondamente frustrante vedere la maggior parte dei miei coetanei etero completamente realizzati sul piano affettivo: sono stanco di dovermi nascondere e di non potere nemmeno comprare dei libri a tema omosessuale che mi interessano pur di non incorrere infaustamente nel rischio di destare sospetti (che almeno in minima parte è probabile che già ci siano).

 

Ho passato gli ultimi tre anni a desiderare ardentissimamente un ragazzo di un'altra regione che avevo conosciuto in una chat. Sapevo che era impegnato con un altro ragazzo, ma quando nell'ormai lontano 2011 scrisse velatamente di poter essere interessato a me persi completamente la ragione, la felicità si irradiava come se fosse inesauribile. Purtroppo è una sensazione intrinsecamente ineffabile e credo che le parole siano inadatte perché chi non ha mai provato qualcosa di simile possa intendere l'intensità meravigliosa con la quale tutte queste emozioni erano prorotte senza che me lo aspettassi. Malgrado questo ragazzo mi avesse invitato diverse volte nella sua regione non ebbi mai il coraggio di andarci: avevo molte ritrosie specie per il fatto che fosse ufficialmente impegnato. Gli ho sempre inviato dei regali per posta, nella speranza che non si dimenticasse di me. Un paio di mesi fa mi aveva scritto un sms dicendomi che doveva passare per lavoro nella mia città, inutile che vi dica che ci siamo finalmente incontrati e che non è andata come speravo. Non c'è stato nemmeno bisogno che me lo dicesse o che trattassimo l'argomento: lui ha un compagno e malgrado la loro relazione possa esser stata un po' scricchiolante in passato non c'è alcun margine per poter sperare nel seguito che per tanto tempo avevo bramato. Forse da una parte è stato anche meglio così, però paradossalmente adesso che le mie utopie si sono irrimediabilmente infrante mi sembra di aver perso tutto, di non avere più alcuna forma di progettualità o di speranza. Non me la prenderò se giudicherete irrazionale o anche folle quello che sto per scrivere: quell'illusione aveva per me un significato, mi rendeva felice. Adesso non ho più nulla, specie nell'ultimo anno un lutto inaspettato ha accentuato terribilmente il mio senso di solitudine e il mio pessimismo cosmico.

 

Conosco di persona molti ragazzi omosessuali, alcuni di questi li stimo profondamente e vi sono molto affezionato, ci sono anche dei bellissimi ragazzi ma non desidero nessuno di loro come potenziale compagno e se mi chiedeste perché io stesso non saprei fornirvi una spiegazione se non molto parziale. Solo per due ragazzi mi è capitato un innamoramento così profondo e autentico: è qualcosa di rarissimo e con entrambi ho dato prova di totale inettitudine e incapacità di gestire delle opportunità così inusitatamente preziose. Ed è anche per questo che proprio non riesco a dimenticare. Vedo che spessissimo per la paura di restar soli molti ragazzi omosessuali miei coetanei si fidanzano con qualcuno per cui non c'è un reale innamoramento: anche io stavo per cedere a questa tentazione ma mi sono fermato in tempo, credo che cadere in questa trappola, umanissima, possa alla lunga acutire ancora di più la sensazione di solitudine.

 

Mi sento davvero solo. Vorrei contattare delle persone che non sento da tempo ma non ho il coraggio di farlo, vorrei parlare della mia omosessualità con l'unica persona della mia famiglia che è rimasta ma la mia pusillanimità mi blocca, vorrei denunciare all'Ordine degli Psicologi un "signore" che continua a scrivermi esulceranti mail in cui sono caldamente invitato al suicidio ma mi trattiene il fatto che nella denuncia dovrei indicare il mio nome e cognome. Vorrei tantissimo amare riamato un ragazzo ma la mia codardia e la mia assoluta mancanza di iniziativa e inventiva mi trattengono nell'immobilità, nel non sapere come agire e nel vedere trascorrere gli anni nell'eterno ritorno dell'uguale.

 

Insomma, oggi non sono particolarmente giubilante... A voi capitano pensieri di questo tipo? Come ne uscite o tentate di uscirne?

Edited by Ibisco
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Guarda, puoi avere una cerchia di conoscenze sterminata, magari con bellissimi ragazzi, ma non trovare la persona giusta.

Quella persona che ti fa accendere la fiamma. Non sarà il più Figo, non sarà il più bello, ma è quello con cui provi felicità, spensieratezza, quello per cui quello che succede nel mondo a te non frega nulla.

È difficile da trovare, ma non perdere la speranza ;)

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Finché non ti accetterai completamente e non vivrai senza paranoie il tuo orientamento sessuale, sarà impossibile trovare l'attitudine adatta ad un rapporto a due.

Prima del noi c'è l'io, e se l'io è deficitario di fondamenta, non sperare che il "noi" si concretizzi.

 

Lavora prima su te stesso!

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Fai un gesto folle e rivoluzionario per ridare colore alla tua esistenza: denuncia il figlio di puttana che ti minaccia e perseguita da tempo impunemente. Fai finalmente giustizia.

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Stai reprimendo, e questa cosa ti sta portando a chiuderti e ad isolarti da tutto e da tutti, quanto credi di resistere ancora cosi ?

Sai gia le risposte alle domande che hai fatto, sai gia cosa devi fare ma non lo vuoi fare, tutti noi ti daremo la stessa risposta che tu stesso ti dai ma dove non fai nulla.

Hai anche paura che dichiarandoti perderesti l'unica persona vicina (familiare) che ti è rimasta.

Non è facile per nessuno.

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Non ti buttare giù' così, a 27 anni dovresti spaccare il mondo e non continuare ad incassare colpi.. Ogni tanto bisogna essere egoisti e pensare solo a se stessi, e si fiducioso che la persona che ti ruberà il cuore arriverà anche per te ok???

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In riferimento alla risposta di Sampei: è vero, forse è l'unico aspetto su cui potrei agire senza subire passivamente. Per cominciare ho tentato con una segnalazione anonima.

Ringrazio in particolare "Il Beppe" e Cangrande per il loro supporto.

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Non ti buttare giù' così, a 27 anni dovresti spaccare il mondo e non continuare ad incassare colpi.. Ogni tanto bisogna essere egoisti e pensare solo a se stessi, e si fiducioso che la persona che ti ruberà il cuore arriverà anche per te ok???

ma perchè siete sempre co' 'sta storia del "spaccare il mondo"?

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Mi sento davvero solo. Vorrei contattare delle persone che non sento da tempo ma non ho il coraggio di farlo, vorrei parlare della mia omosessualità con l'unica persona della mia famiglia che è rimasta ma la mia pusillanimità mi blocca, vorrei denunciare all'Ordine degli Psicologi un "signore" che continua a scrivermi esulceranti mail in cui sono caldamente invitato al suicidio ma mi trattiene il fatto che nella denuncia dovrei indicare il mio nome e cognome. Vorrei tantissimo amare riamato un ragazzo ma la mia codardia e la mia assoluta mancanza di iniziativa e inventiva mi trattengono nell'immobilità, nel non sapere come agire e nel vedere trascorrere gli anni nell'eterno ritorno dell'uguale.

 

Insomma, oggi non sono particolarmente giubilante... A voi capitano pensieri di questo tipo? Come ne uscite o tentate di uscirne?

 

Puoi entrare un po' nel merito di questa faccenda del "signore" che ti invita al suicidio? Ma dico stiamo scherzando? Rispondi alle sue mail invitandolo ad andare a farsi fottere e, se proprio non lo vuoi denunciare ché diventa spiacevole, almeno minaccia di farlo! Non so quali rapporti intercorrano tra te e lui, ma a meno che non si tratti del tuo datore di lavoro (nel qual caso una denuncia sarebbe sacrosanta, anche se rischiosamente "controproducente") scrivigli che se non la smette gli sguinzagli contro la polizia postale.

 

Comunque, sì, anche a me capita di far pensieri simili ai tuoi, e in effetti sono una persona con tendenze depressive neanche troppo nascoste.

Si tenta di uscirne facendo qualcosa che piace fare o, se si dispone di un po' di tempo libero, frequentando qualche associazione (che ne so, anni fa io bazzicavo i centri sociali per uscire un po' dal guscio). 

Mi sembri un tipo tendenzialmente romantico -nel senso bello della parola- e scrivi pure bene...sii almeno un po' felice di queste tue qualità...ché son sicuro ce ne sono anche molte altre :)

 

In senso generale poi, è quasi normale che un ragazzo gay ci metta un po' pi di tempo a realizzarsi "professionalmente&affettivamente" rispetto ad un ragazzo etero, specie se nel vissuto della propria omosessualità ci sono ombre o dubbi irrisolti (es., dici di doverti nascondere -da chi?- ma al contempo parli di amici gay su cui sai di poter contare...)

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ma perchè siete sempre co' 'sta storia del "spaccare il mondo"?

 

,,,a me pare che vada già disfacendosi da solo, che spaccare e spaccare... :D

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Puoi entrare un po' nel merito di questa faccenda del "signore" che ti invita al suicidio? Ma dico stiamo scherzando?

Si tratta di uno psicoterapeuta (iscritto all'Albo!) che ha letto i miei scritti sull'omosessualità, mi ha contattato per mail e ha sciorinato una lasciva sequela di insulti razzisti dileggiando rabidamente il mio orientamento sessuale e guarnendo il tutto con invereconde allusioni esplicite e inviti al suicidio. Niente di particolare alla fine, solo che in questi giorni sono di umore assai mediocre e sono poco disposto a sopportare l'ennesima aggressione come se nulla fosse, tanto più da uno psicoterapeuta.

 

denuncia chi ti minaccia

se proprio non lo vuoi denunciare ché diventa spiacevole, almeno minaccia di farlo

Penso che abbiate ragione, almeno vale la pena tentare, per ora in forma anonima. Peraltro come dicevo sopra, benché assai marginale, è uno dei pochi aspetti sgradevoli della mia vita sul quale posso agire auspicando un piccolo cambiamento positivo.

Edited by Ibisco
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Mina Vagante

Ti ho letto con estremo piacere per l'indiscusso tenore linguistico di quanto scrivi, e altrettanto dolorosamente per ciò che racconti.

Non credo di poterti dire altro che già non ti sia già stato detto: ti esorto solo a concentrarti su te stesso, ti invito ad un movimento centripeto che escluda il mondo dalle tue sofferenze per quanto basti a trovare il meglio di te che è indubitabilmente meraviglioso.

Dopodiché porta chi sei -la splendida persona che sei!- nel mondo: o meglio, direbbero Bergson e Nietzsche, modellalo -questo mondo ignobile- con la forza creatrice e lo slancio vitale di chi ha una "stella danzante" nel cuore!

Sei troppo intelligente per illuderti che sarà facile, ma anche per disperarti nel nichilismo.

Hai 27 anni, ti restano 3/4 di secolo per illuminare te e chi ti circonda della luce che ognuno di noi deve essere conscio di possedere: fai della tua vita un'opera d'arte senza che essa sia macchiata dalla stanche e vigliacche parole di professionisti mendaci (denuncialo pure!).

 

In bocca al lupo,

un abbraccio.

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ma perchè siete sempre co' 'sta storia del "spaccare il mondo"?

perché non sopporto sentire i giovani così pessimisti e arrendevoli. Sarà perché io ho sempre agito e reagito di polso in ogni situazione, alcune anche a dover alzare le mani, ( le mie sono belle pesanti) oggi all'età di 36 anni non lo farei più ma quando avevo vent'anni ero un leone, ora sono un tigrotto hihihihihi
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perché non sopporto sentire i giovani così pessimisti e arrendevoli. Sarà perché io ho sempre agito e reagito di polso in ogni situazione, alcune anche a dover alzare le mani, ( le mie sono belle pesanti) oggi all'età di 36 anni non lo farei più ma quando avevo vent'anni ero un leone, ora sono un tigrotto hihihihihi

 

Mmm, mi sa che non sei mai stato picchiato da in padre che pesa 140 kg....

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Mmm, mi sa che non sei mai stato picchiato da in padre che pesa 140 kg....

mio papà non pesa 140kg ma 90 tutti e qualche scapellotto l'ho preso, ma se hai bisogno di aiuto chiamami pure
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mio papà non pesa 140kg ma 90 tutti e qualche scapellotto l'ho preso, ma se hai bisogno di aiuto chiamami pure

Tranquillo ora ho imparato a rispondere per le rime ;)

 

Ringrazio Mina Vagante e Schopy degli elogi e dei bellissimi incoraggiamenti che mi hanno scritto.

@Ibisco mi spiace non saper darti qualche conforto, leggendo ciò che hai scritto mi viene un nodo in gola, io mi sarei chiuso in me stesso a piangere, già per il semplice fatto che tu abbia ancora un poco di forza per tirare avanti è un buon segno :)):
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Non serve piú.

 

Convincitene.

 

La sofferenza ci culla, ci chiudiamo in noi stessi, ci rifugiamo nella solitudine solo perchè a volte il dolore ci fa sentire vivi, soffro quindi vivo.

 

Ma ora non serve piú.

 

Passivi nella vita si puó essere solo a letto: la questione dello psicologo è sconcertante, dici che sia il problema minore, ma è una scusa per non agire, denuncialo e via.

 

Ma vedo che la retorica è il tuo forte, quindi non ti faccio tanti discorsi astratti, hai bisogno di concretezza.

 

Il ragazzo in chat non è niente: frequenta qualche locale gay e le varie app, qualcuno puoi trovare non si sa mai.

 

Mi pari troppo intelligente per soffrire di solitudine, abbi cura di splendere, anche da solo.

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  • 11 months later...

E' passato quasi un anno dal post iniziale... potrei ripetere quasi lo stesso discorso con la differenza che adesso sto anche molto peggio. A volte piango e/o penso al suicidio. Avendo una concezione eudemonistica se dopo svariati anni mi sono reso conto che le condizioni per realizzare la mia felicità sono ben lungi dall'essere attuabili mi chiedo che senso abbia rimanere in vita in questo stato di perpetuo malessere e frustrazione. Spero che sia solo un periodo temporaneo, ma questo l'ho già detto (sbagliandomi) tutti gli anni e trovo molto verosimile che non sarà così. Rimarrò in vita giusto per rispetto verso alcune persone, ma ormai sento sempre più soffocante la cappa della tristezza e dello scialbore esistenziale. E' lecito aspettarsi un miracolo? Ormai mi è difficile crederlo. Sono esaurito da anni e non vedo più soluzioni.

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piano piano. fai un respiro profondo.

devi iniziare a scacciare tutti i pensieri negativi... il problema non è la realtà, ma come tu vedi la realtà. è la tua percezione che è distorta.

io per risolvere alcuni problemi mi sono rivolto ad un professionista... perchè non provi anche tu?

non sto assolutamente dicendo che tu sia pazzo; ti sto solo dicendo che talvolta, in situazioni di difficoltà è difficile uscirne da soli, perchè la spirale della tristezza è terribile e fagocita tutto ció che sta intorno.

ascolta il mio consiglio. concedi tregua a te stesso. parla dei tuoi problemi con un professionista che sappia aiutarti... e ricordati che noi siamo qui

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Ti ringrazio Feffe89, un professionista lo vedo già da parecchio: il fatto è che molto del mio malessere non è tanto conseguenza di una fatalistica indolenza ma soprattutto di condizioni esterne che purtroppo sono effettivamente immodificabili o molto difficilmente modificabili. Scusate se vi deprimo.

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Non bisogna mai arrendersi, anche quando non si vede una possibile soluzione. I periodi no capitano a tutti, io in primis ne sto vivendo diversi, però dobbiamo avere la forza di rialzarci! Non pensare al suicidio, se ti va di piangere sfogati pure, ma dopo devi asciugare il viso e lottare! Ce la farai :) non mollare

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Intervengo in ritardo sperando di essere utile.

 

Da quello che mi pare di capire stai passando un prolungato periodo di isolamento. Se così è, capisco quello che stai provando.

 

Spero che sia solo un periodo temporaneo, ma questo l'ho già detto (sbagliandomi) tutti gli anni e trovo molto verosimile che non sarà così.

 

Avevo un rapporto travagliato con la speranza fino a qualche anno fa, poi ho capito tre cose:

 

1 - Vivere una condizione come questa senza sperare in un futuro migliore non è possibile;

2 - Riporre speranze in un futuro migliore non deve coincidere con l'aspettarsi il migliore degli scenari possibili: le aspettative eccessive non sono realizzabili e nella loro irrealizzabilità si può soltanto trovare frustrazione e sconforto;

3 - Sperare troppo, anche se in maniera ragionevole, porta all'esasperazione se le proprie speranze non si rivelano essere soddisfatte in breve tempo. Un giorno si potrebbe uscire dalla condizione di disagio nella quale ci si ritrova, ma quel giorno non sarà di certo né oggi né domani, considerata l'entità degli ostacoli da sormontare.

 

Quindi, per riassumere: spera, ma non sperare troppo né troppo spesso e cerca invece di vivere il presente godendo delle soddifazioni che hai ora.

 

E' lecito aspettarsi un miracolo?

 

No. Nessuno ti aiuterà e non succederà alcun miracolo.

Puoi contare soltanto su te stesso e prima te ne renderai conto, prima smetterai di perdere tempo aspettando un deus ex machina.

 

non è tanto conseguenza di una fatalistica indolenza ma soprattutto di condizioni esterne che purtroppo sono effettivamente immodificabili o molto difficilmente modificabili.

 

Spesso ci si convince che il fato ci sia avverso per giustificare l'assenza di una nostra reale volontà o capacità uscire dal disagio. Potrebbe non essere il tuo caso, ma cerca di essere sincero almeno con te stesso pensando in maniera critica a quello che stai vivendo. Capire che gran parte dell'impedimento sei tu stesso non serve tanto per sapere contro di chi puntare il malefico dito accusatore, quanto per capire dove è insito l'ostacolo da superare.

 

Per concludere vorrei soltanto consigliarti di incontrare nuove persone e di cercare di renderti utile agli altri, anche facendo volontariato perché così facendo ti esporrai a un maggior numero di contatti sociali e se anche nessuno di essi si rivelerà essere un "urto efficace", perlomeno avrai l'impressione di vivere una vita sociale dignitosa.

Anche se dovessi rimanere solo cerca comunque di essere la migliore versione possibile di te stesso e persegui i tuoi interessi cercando di soddisfare le tue aspirazioni anche nell'inospitalità dell'isolamento per renderlo perlomeno sopportabile.

 

Non prendere nulla di ciò che ho appena scritto come oro colato: come ti dicevo, sono immerso nel merdone fino al collo, nonostante queste elargizioni di presunta saggezza lascino intendere il contrario...

Edited by wwspr
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