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[Film] Farinelli - Voce regina


Nathan

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Trama:A Napoli, nei primi anni del 700, con il padre vivono Riccardo e Carlo Broschi: il primo ha dieci anni più del fratello e scrive canzoni sacre e pezzi d'occasione nello stile - ma non certo con il talento - di molti musicisti operanti in quella coltissima città, mentre il fratellino, che fa parte di una cantoria in Chiesa, possiede per natura una voce d'angelo. Un giorno non riesce a farsi uscire dalla gola un solo suono davanti al grande Nicola Antonio Porpora (che ha accettato di sentirlo, perché colpito dal suicidio di un amico cantore, terrorizzato dalla castrazione, di cui si abusava quando le donne non potevano in Chiesa ricoprire ruoli vocali femminili, Riccardo Broschi, però ambizioso com'è (ha cominciato a comporre "l'Orfeo"), profittando di una malattia di Carlo, ridotto in stato di incoscienza, gli somministra dell'oppio, lo immerge in una tinozza di latte e lo castra. La sua voce gli preme troppo: essa deve restare per sempre purissima e con Carlo - ribattezzato Farinelli - i due condividono onori e gloria per anni e anni. Cominciano così i concerti gremiti ed i fastosi spettacoli teatrali a Napoli, a Vienna, a Londra e, con la protezione del Re, in Spagna. A Londra pontifica Georg Friedrich Haendel, che detesta Farinelli, diventato ormai il più splendente degli astri. Le donne cadono in delirio per il cantante napoletano, ma il castrato trionfante sulla scena, ai vertici della celebrità non è felice: egli sa di non essere un uomo completo e la malinconia lo incupisce. Una bella vedova inglese, Margareth Hunter, non accetta la richiesta di sposarlo e Carlo ripiega sulla nipote Alexandra Keene, innamorata di lui ed insorta in difesa. Intanto ferve a Londra la lotta tra il pubblico del Covent Garden - regno di Haendel - e quello del Teatro della Nobiltà, dove Porpora ha moltissimi ammiratori. Tre anni dopo Riccardo ha ultimato il suo faticosissimo "Orfeo"; lo offre al fratello, che lo rifiuta. Ormai a Madrid egli canta solo per Re Filippo V che, malato, crede di trovare in Farinelli la sola medicina efficace a calmarlo. Riccardo si taglia le vene durante un'eclissi solare ed ecco che il cantante gli è fraternamente vicino: i due non possono separarsi. Poi come è accaduto in passato con tante altre donne, Carlo, innamoratosi di Alexandra lascia al fratello di completare e rendere fertile la propria vana passione. Un bambino deve nascere, mentre Riccardo fugge a cavallo da Madrid dopo aver distrutto lo spartito de "l'Orfeo".Alcune immagini:http://img390.imageshack.us/img390/2954/2lo3.jpghttp://img69.imageshack.us/img69/7677/2xc9.gifhttp://img167.imageshack.us/img167/7131/2bd1.jpghttp://img220.imageshack.us/img220/7851/2do4.jpgFilm molto molto interessante.Mi ha colpito tanto il travaglio di Carlo, in questo limbo: la sofferenza di non essere "un maschio completo". Una splendente vita sul palconescenico del teatro, acclamato e osannato dalla società bene dell'epoca in contrapposizione col tormento nella sua vita privata (i dubbi sul fratello) e sessuale (l'incapacità di procreare essenzialmente).Tutto questo unito ad una ricostruzione accurata dell'epoca. Splendidi i costumi e le musiche.

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Un gran bel film, sinceramente toccante nelle scene della castrazione e nel tinteggiare un rapporto tra fratelli sin dal primo momento assai dubbio. Interessante, indubbiamente da vedere.

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Un film pieno di errorucci, imprecisioni, omissioni (come, ad esempio, raccontare la vita di Farinelli senza menzionare il suo rapporto con Metastasio, che era per di più il più influente letterato dell'epoca) e qualche vanto esagerato (il gran chiasso pubblicitario fatto all'epoca - il film ha una quindicina d'anni - su chissà quali avanzatissime tecnologie utilizzate per ricostruire la voce del castrato).

 

Se si dimenticano questi dettagli è un film originalissimo, molto curato nelle scelte iconografiche e nell'apparato musicale, ma soprattutto nella sceneggiatura: le inesattezze storiche sono tutte al servizio di una scrittura tesa a indagare sul rapporto a volte morboso tra i due fratelli, sulla solitudine del divo (Farinelli come Elvis o Marylin), sul suo lacerarsi tra ispirazione e commerciabilità, sulla psicologia del diverso (indimenticabile il confronto di Farinelli col bimbo deforme).

Il montaggio è intenso e visionario. Ricordo che dopo la visione del film ho sognato cavalli per una settimana. I cavalli ossessionano Farinelli, perché gli è sempre stato detto che è stato castrato da bambino a causa delle ferite riportate dopo una caduta da cavallo, non perché il fratello maggiore ha deciso di sacrificare la virilità del piccolo a fini artistici e lucrativi: compaiono dunque dapprtutto dalle corse in carrozza fino addirittura al pomo del bastone di Haendel, che riproduce appunto una testa di cavallo. Un simbolismo dichiarato e suggestivo.

 

Un valore aggiunto è l'italianità del film. Oltre a buona aprte della produzione, i due protagonisti sono italiani e tanto è insoportabile Lo Verso quanto affascinante Dionisi, capace di microespressioni facciali straoridnarie.

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A parte le incomprensioni sopra citate di Yrian, io sono rimasto un pò deluso dalla scelta degli attori. La loro recitazione mi ha deluso. Trovo la storia di Farinelli davvero molto bella e interessante e sono molto affezionato a quel periodo e a quella musica, ma trovo eccessivo il rapporto tra i due fratelli, a parer io la regia ha calcato troppo questo apetto della storia, tralasciando invece aspetti che sarebbero stati molto più incisivi e interessanti. Il doppiaggio inoltre è inascoltabile...è come sentire 3 voci su una stessa persona. La prima è immaginaria, del vero attore, poi quella doppiata e poi quella cantata! Mamma mia....

Inoltre sono rimasto sorpreso del rilievo che in questo film hanno dato al fratello di Carlo Broschi, che era compositore...nei miei libri di nusica manco veniva citato!

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Rano, Broschi era un compositore come un altro: non è passato alla storia non solo perché non era granché, ma perchè è vissuto in un'epoca in cui svettavano giganti della musica come Haendel e in cui venivano prodotte opere liriche con la stessa facilità con cui oggi vengono prodotti cd pop. Hanno scelto di dare rilievo a Broschi appunto per questo: per creare la figura di un artista "mediocre" all'ombra di un altro eccelso, un po' come Salieri e Mozart in "Amadeus". Da questo punto di vista non mi sembra si possa obiettare nulla agli autori del film: volevano fare un film sui due fratelli (e su ciò che si vuol far loro simboleggiare) e mi sembra strano rimproverare loro di aver dato rilievo proprio all'argomento centrale del film.

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  • 2 weeks later...

Lo so Pyer. Fatto sta che la recitazione generale di questo film sia un pò scadente. Capisco che l'argomento centrale del film è il rapporto tra i due fratelli ma dal punto di vista del periodo e del contesto in cui è inserito ha davvero poco rilievo, e ho trovato questo punto a volte anche noioso, cosa che mi ha reso impossibile simpatizzare anche un minimo con gli attori.

Bel film, ma un pò troppo "freddo" a parer mio.

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  • 2 weeks later...

Cosa ben diversa non trovi? La regia qua dava davvero a intendersela con non so cosa...visto che (ripeto), anche il doppiaggio non era granchè.

 

Ok fine "discrosini scemi tra rano e pyer". =)

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