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Nuova Legge Elettorale


Sbuffo

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Se si istituisce una Camera delle Autonomie, ovviamente molte di quelle -inutili!- Autonomie ora sul territorio verrebbero (mi auguro) prima svuotate di potere esecutivo e, poi, progressivamente dismesse.

Purtroppo la proposta di Renzi galleggia in un inquietante limbo, molto democristiano.

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Per ora la Corte sembra essersi espressa in senso opposto.

La Corte ha censurato il sistema di premio di maggioranza del porcellum, ma non vedo come questo conduca a ritenere che un premio di maggioranza assegnato su base nazionale sarebbe legittimo.

 

Un premio di maggioranza a base nazionale per il Senato mi sembra incompatibile con il dettato costituzionale.

Per fare un esempio terra terra: nella Regione R il partito X ottiene lo 0% di voti, ma lo stesso partito vince a livello nazionale. La conseguenza sarebbe che candidati del partito X nella Regione R diventerebbero senatori senza che nessuno abbia votato per loro.

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Sì però adesso si parlava di legge elettorale.

 

Il superamento del bicameralismo perfetto con l'istituzione di un Senato della Autonomie è anche un progetto che rientra nel pacchetto di riforme proposto da Renzi però richiede una riforma costituzionale, non basta la legge ordinaria.

Quello taglierebbe la testa al toro perchè il Senato delle Autonomie non voterebbe la fiducia al governo quindi anche se non ci fosse la maggioranza in Senato si potrebbe cmq governare.

 

Però le riforme costituzionali richiedono più tempo, si spera che si possa arrivare ad un'approvazione definitiva senza intoppi e senza che cada prima il governo.

 

 

La Corte ha censurato il sistema di premio di maggioranza del porcellum, ma non vedo come questo conduca a ritenere che un premio di maggioranza assegnato su base nazionale sarebbe legittimo.

 

Un premio di maggioranza a base nazionale per il Senato mi sembra incompatibile con il dettato costituzionale.

Per fare un esempio terra terra: nella Regione R il partito X ottiene lo 0% di voti, ma lo stesso partito vince a livello nazionale. La conseguenza sarebbe che candidati del partito X nella Regione R diventerebbero senatori senza che nessuno abbia votato per loro.

 

Come ho detto prima l'ipotesi avanzata da senatori del Pd è di operare in modo che il premio sia attribuito a livello nazionale ma la ripartizione avvenga poi su base regionale in base ai voti raccolti nelle singole regioni.

 

Ciò significa prevedere che il premio di maggioranza sia attribuito alla lista o alla o alla coalizione di liste più votata sul piano nazionale ma che sia ripartito su base regionale in rapporto ai voti raccolti nelle singole regioni e dunque facendo salva la « base regionale » prevista dall’articolo 57 della Costituzione.

 

 

 

 

Edited by Sbuffo
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Come ho detto prima l'ipotesi avanzata da senatori del Pd è di operare in modo che il premio sia attribuito a livello nazionale ma la ripartizione avvenga poi su base regionale in base ai voti raccolti nelle singole regioni.

Il che sarebbe ancora peggio. Primo perché violerebbe il principio che hai quotato tu stesso prima: il voto dei cittadini avrebbe un peso diverso a seconda della loro collocazione geografica.

E secondo, perché in base ai principi costituzionali, i seggi al Senato devono essere proporzionali alla popolazione delle singole Regioni, mentre in questo modo una Regione dove il partito vincente a livello nazionale ha ottenuto più voti riceverebbe più seggi di una dove ne ha ottenuti meno.

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No il problema del valore diverso dei cittadini prima era dato appunto dal premio di maggioranza regionale ma ora non ci sarebbe più perchè verrebbe distribuito in maniera omogenea in tutte le regioni alla coalizione vincente.

 

Cmq è inutile discuterne ora che non c'è un testo domani verrà presentato il testo quindi aspettiamo domani, ora si possono solo fare supposizioni.

 

La cosa importante è che si sia trovato un accordo poi le modalità tecniche per realizzarlo vengono di conseguenza se c'è la volontà politica.

Edited by Sbuffo
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No il problema del valore diverso dei cittadini prima era dato appunto dal premio di maggioranza regionale ma ora non ci sarebbe più perchè verrebbe distribuito in maniera omogenea in tutte le regioni alla coalizione vincente.

Invece il problema c'è anche in caso di premio di maggioranza a base nazionale.

 

Facciamo qualche esempio. Ipotizziamo che in Sicilia tutti votino il PDL e in Toscana tutti votino il PD e che a livello nazionale vinca il PDL.

Ipotizziamo che la regola sia assegnare il 64% dei seggi proporzionalmente e il restante 33% come premio di maggioranza. Se la ripartizione di quel premio avviene su base regionale, il risultato sarebbe che nessuno di quel 33% di seggi andrebbe alla Toscana e un sacco alla Sicilia. Con la conseguenza che si violerebbe il principio di ripartizione dei seggi proporzionale alla popolazione delle singole Regioni.

Se invece ipotizziamo di fare il contrario, ovvero prima dividere i seggi per Regioni e all'interno di ciascun gruppo assegnare il premio di maggioranza, ci ritroviamo il problema che il voto di un elettore del PDL in Toscana non ha lo stesso peso del voto di un elettore del PDL in Sicilia.

 

Francamente non riesco a trovare un solo modo per conciliare un premio di maggioranza a base nazionale con un sistema elettorale che, per imperativo della stessa Costituzionale, deve essere a base regionale.

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Ma il Pdl anche prendendo meno in Toscana non prende mai lo 0% quindi il premio di maggioranza in Toscana gli verrebbe cmq attribuito pur non prendendo più voti del Pd in quella regione.

Poi se parliamo di casi di scuola per assurdo quello potrebbe accadere anche con un proporzionale puro senza premi di maggioranza se in una regione nessuno andasse a votare per nessun partito in quella regione non verrebbero assegnati i seggi in modo proporzionale.

 

In ogni caso come dicevo non ha senso discutere se tanto non c'è un testo definitivo perchè si parla per pure ipotesi.

 

Inoltre nell'accordo con Forza Italia c'è anche il superamento del bicameralismo perfetto con apposita riforma costituzionale che taglierebbe la testa al toro su questo problema.

Edited by Sbuffo
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Se si istituisce una Camera delle Autonomie, ovviamente molte di quelle -inutili!- Autonomie ora sul territorio verrebbero (mi auguro) prima svuotate di potere esecutivo e, poi, progressivamente dismesse.
Secondo me con la scusa della semplificazione stanno facendo uno dei peggiori casini della storia della Repubblica...guarda cosa è successo con le province ( non si sa ancora se verranno abolite o meno, la legge è in discussione al Senato ) non solo non le aboliscono, ma aumentano sia i costi degli enti e creano un caos a livello di istituzioni locali che non ha precedenti, inoltre rimangono come istituzioni locali ma non sono elettive..un disastro ...tra Città metropolitane, province che non spariscono, consorzi comunali etc. raddoppiano solo la confusione e la spesa...

Poi che secondo me le province non vadano assolutamente abolite è un altro discorso, se fosse per me abolirei le regioni visto la riuscita che hanno fatto in tutta Italia, e trasferirei i loro poteri alla provincia, che è, dopo il comune, l'ente più vicino al popolo e alla sua volontà, la regione rimane lontana dai bisogni immediati della gente e centrata, praticamente inutile e davvero dispendiosa...

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Sulle province non vedo disastri semplicemente si volevano eliminare i costi "politici" delle province e una provincia ha fondamentalmente 2 costi politici che sono dati dai costi delle elezioni e dal costo degli emolumenti pagati ai rappresentanti della provincia, con il disegno di legge di Delrio vengono eliminati questi costi perchè diventando organi di secondo livello e non richiedono l'organizzazione di elezioni quindi da quel lato non ci sono più costi e allo stesso tempo i rappresentanti del nuovo ente saranno i sindaci e i consiglieri dei comuni della provincia quindi non richiede nemmeno il pagamento di stipendi ai rappresentanti visto che sono già pagati.

Edited by Sbuffo
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Ma il Pdl anche prendendo meno in Toscana non prende mai lo 0% quindi il premio di maggioranza in Toscana gli verrebbe cmq attribuito pur non prendendo più voti del Pd in quella regione.

Ribadisco, quindi il voto dei cittadini non ha lo stesso peso indipendepentemente dalla loro collocazione geografica, che è un principio che è stato appena ribadito.

Il mio esempio con lo 0% è solo un modo per semplificare il discorso, il concetto non cambia se invece dello 0% è il 10, il 20 o il 30%.

 

 

Alla revisione costituzionale ci credo poco. E viste le proposte che in passato il PDL ha cercato di far passare sul Senato e quelle che adesso sta proponendo Renzi, meglio che si concentrino sulla legge elettorale...

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Sulle province non vedo disastri semplicemente si volevano eliminare i costi "politici" delle province e una provincia ha fondamentalmente 2 costi politici che sono dati dai costi delle elezioni e dal costo degli emolumenti pagati ai rappresentanti della provincia, con il disegno di legge di Delrio vengono eliminati questi costi perchè diventando organi di secondo livello e non richiedono l'organizzazione di elezioni quindi da quel lato non ci sono più costi e allo stesso tempo i rappresentanti del nuovo ente saranno i sindaci e i consiglieri dei comuni della provincia quindi non richiede nemmeno il pagamento di stipendi ai rappresentanti visto che sono già pagati.

Io ne vedo eccome invece, dal momento che le province verranno abolite solo se i comuni della stessa lo decidono, devono decidere se passare sotto la giurisdizione delle città metropolitane, se fare un consorzio dei comuni oppure se mantenere la provincia, quindi non hanno abolito niente...e i costi si innalzano ( parole della Corte dei Conti )...quindi era meglio se lasciano il mondo come sta e pensano piuttosto a togliere di mezzo i ladrocini e lo spreco nelle regioni...

fra l'altro i costi fra regioni e province sono totalmente inequiparabili, i consiglieri regionali stanno a stipendio fisso ( a volte prendono pure più dei parlamentari ) mentre quelli provinciali vanno a gettoni come quelli comunali...hanno tolto il dente sano invece di quello cariato

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Ripeto non ha senso continuare a fare ipotesi su una legge di cui non c'è il testo, poi le modalità tecniche se si vuole si possono sempre trovare se c'è la volontà politica.

 

Anche il bicameralismo fa parte dell'accordo tra Renzi e Berlusconi, siamo per altro uno degli ultimi paesi in europa ad avere ancora il bicameralismo perfetto, ed entrambe le coalizioni sia centrodestra che centrosinistra sono d'accordo al suo superamento.

 

Poi mi sembra un  controsenso dire che è impossibile dare un premio di maggioranza al Senato e poi dire di continuare a puntare sulla legge elettorale visto che senza un premio di maggioranza al Senato non può esserci governabilità e stabilità con un sistema tripartito politicamente come quello che abbiamo oggi.

 

 

Io ne vedo eccome invece, dal momento che le province verranno abolite solo se i comuni della stessa lo decidono, devono decidere se passare sotto la giurisdizione delle città metropolitane, se fare un consorzio dei comuni oppure se mantenere la provincia, quindi non hanno abolito niente...e i costi si innalzano ( parole della Corte dei Conti )...quindi era meglio se lasciano il mondo come sta e pensano piuttosto a togliere di mezzo i ladrocini e lo spreco nelle regioni...

fra l'altro i costi fra regioni e province sono totalmente inequiparabili, i consiglieri regionali stanno a stipendio fisso ( a volte prendono pure più dei parlamentari ) mentre quelli provinciali vanno a gettoni come quelli comunali...hanno tolto il dente sano invece di quello cariato

 

 

 

Non hanno ancora abolito perchè la riforma non ha ancora concluso il suo iter ma quando la riforma sarà approvata definitivamente le province che abbiamo oggi non esisteranno più e diventeranno organi di secondo livello con rappresentanti che non percepiranno nulla e senza elezioni quindi senza alcun costo politico per il cittadino.

Poi le città metropolitane sono prevista sono in un numero limitato solo una decina in tutta Italia, cioè nei grandi centri densamente abitati e saranno cmq in sostituzione delle province.

Edited by Sbuffo
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Non hanno ancora abolito perchè la riforma non ha ancora concluso il suo iter ma quando la riforma sarà approvata definitivamente le province che abbiamo oggi non esisteranno più e diventeranno organi di secondo livello con rappresentanti che non percepiranno nulla e senza elezioni quindi senza alcun costo politico per il cittadino.
Poi le città metropolitane sono prevista sono in un numero limitato solo una decina in tutta Italia, cioè nei grandi centri densamente abitati e saranno cmq in sostituzione delle province.

Se non ricordo male l'unica differenza è che diventeranno delle assemblee dei sindaci locali...è vero che si tagliano i costi delle elelzioni e delle retribuzioni, ma quelli minori...se segui il mio ragionamento e se vuoi giocare al risparmio, allora converrai con me che magari, visto il porcaio che è venuto fuori dappertutto, avrebbero dovuto abolire le regioni e trasferire i loro poteri alle province.

Poi il fatto che questa riforma è inutile e fa lievitare i costi  non lo dico io, ma la Corte dei Conti come ho già detto.

 

Sulle città metropolitane è proprio quello il problema, per favorire le grandi città si trascurano le piccole comunità e i piccoli comuni...

Personalmente io mi sento molto più  rappresentato, a livello amministrativo, politico ed istituzionale dalla provincia che non dalla regione, che vedo come un qualcosa di più lontana e meno immediato che non la provincia...

 

Anche tu, vedo che sei della provincia di Asti, se avessi un qualunque problema e vorresti risolverlo rivolgendoti all'istituzione superiore al comune, preferiresti raggiungere Asti o Torino ? Penso proprio Asti.

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Le regioni sono in numero minore, sono solo 20, le province invece sono 110, quindi meglio abolire 110 enti che diventano poi 110 centri di spesa.

Poi trovo che sia anche meglio per non disperdere eccessivamente le risorse fra enti troppo piccoli.

Inoltre tra stato e città penso ci voglia un ente di medie dimensioni piuttosto che un altro piccolo ente come la provincia.

 

Poi la Corte dei Conti ha fatto un'analisi più sfumata non ha detto che aumentano i costi ha detto che nelle province dove dovranno sorgere le città metropolitane può esserci un'aumento di spesa nel caso in cui non ci sia l'automatica decadenza della provincia sostituita dalla città metropolitana, se cioè dovesse verificarsi una sovrapposizione di enti.

Ma questo prima cosa potrebbe accadere solo in quei limitati casi dove possono nascere per legge le città metropolitane che possono essere solo 10 in tutta Italia(Roma,Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) e poi c'è un SE cioè solo nel caso in cui non dovessero essere subito sciolte le vecchie province.

Edited by Sbuffo
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@Sbuffo In genere noi due non concordiamo...anche se veniamo dallo stesso retaggio in fin dei conti ;) ma comunque voglio replicare :

 

Si, le regioni sono di meno ma costano di più solo di consiglieri, ti faccio l'esempio del Lazio, i consiglieri regionali percepiscono uno stipendio di 11.000 euro mensili, i consiglieri della provincia di Latina al massimo ( se sono presenti a tutti i lavori d'aula e di commissione ) arrivano a 5000 o giù di lì...se poi calcoli che ci sono consiglieri regionali, come quelli della Sicilia che arrivano a 17.000 euro e li moltiplichi per tutti i consiglieri regionali d'Italia, ti accorgerai che i costi sono gli stessi se non superiori, anche perchè devi aggiungere le spese per i vitalizi ( ai quali in regione hanno diritto e in provincia no ) post-mandato e quelle per macchine, privilegi, rimborsi etc. tutte cose che nelle province non sono previste...

 

Scusami ma la Corte dei Conti da dei pareri sul bilancio come la Costituzionale o la Cassazione ne danno sulle leggi, se non sanno loro cosa dicono chi può saperlo ?

 

Io rimango del parere che gli enti e le istituzione devono essere vicine al popolo che di cui sono espressione e quindi privilegio le province rispetto alle regioni...poi ognuno ha il suo parere, io spero solo che non vengano abolite.

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Renzi ha presentato poco fa il suo modello di legge elettorale(chiamato Italicum), queste sono le caratteristiche:

 

-sistema di base proporzionale.
 
-un premio di maggioranza alla coalizione che supera una soglia del 35/38% dei voti consistente in un 18% dei seggi portando quindi la maggioranza al 53/55% dei seggi.
 
-secondo turno di coalizione per l'assegnazione del premio di maggioranza nel caso nessuno raggiunga la soglia del 35/38% al primo turno.
 
-liste bloccate corte con pochi seggi su base provinciale/subprovinciale.
 
-distribuzione dei seggi a livello nazionale e non a livello circoscrizionale.
 
-sbarramenti del 5% per i partiti coalizzati, dell'8% per i partiti non coalizzati e del 12% per le coalizioni.

 

Renzi impegna poi il Pd su 2 cose:

-primarie per decidere l'ordine dei candidati delle liste.
 
-alternanza uomo/donna nelle liste.

 

Alla riforma della legge elettorale Renzi accompagna poi una riforma costituzionale su 2 aspetti:

 

-superamento del bicameralismo perfetto con la cancellazione dell'attuale Senato e la sostituzione con una camera delle autonomie formata dai rappresentanti delle regioni.

 

-riforma del Titolo V con la razionalizzazione della ripartizione di competenze fra stato centrale e regioni. 

Edited by Sbuffo
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Sbarramento dell'8% per i partiti non coalizzati? Alla Camera?

Questa legge elettorale fa schifo (anche solo per questo motivo, ma ce ne sono ben altri). In pratica, nelle idee di qualcuno non può esistere il dissenso dei piccoli partiti (neanche se sono in coalizione, praticamente, perché il 5% è un'enormità: se guardassimo alle ultime elezioni, a SEL basterebbe aver perso neanche troppi voti per non farcela a queste).

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Beh a me pare giusto che ci sia una soglia di sbarramento (inutile avere 20 partitini), su quale sia la soglia giusta impossibile mettersi d'accordo.

Tra l'altro sarebbe un problema per UDC - Scelta civica, o quello che ne rimane. E questo sarebbe un bene. Pure la Lega rischierebbe molto (yay) e, purtroppo, SEL.

Le liste bloccate non le concepisco se non in minima parte.

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Se non si inventano qualche sgamotto con queste soglie

praticamente nessun partito in coalizione sarebbe entrato

in coalizione nel 2013

 

Il Centro non si può dire....perchè in teoria Scelta Civica prese l'8%

anche se non è facile ripetersi senza Monti Pres Cons. potrebbero

superare il 5% se coalizzati ( a Berlusconi e magari con Alfano )

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Le soglie di sbarramento sono accettabili fino al 2%, per quanto mi riguarda (e solo per agevolare la distribuzione numerica dei parlamentari). Dopo non dovrebbero essere tollerate. La soglia di sbarramento del 4% alla Camera sarebbe dovuta essere un delle prime cose ad essere corrette, ma così hanno peggiorato la situazione, e lo hanno fatto per uno squallido calcolo di convenienza politica, con un bel "vaffanculo" alla rappresentanza parlamentare dei cittadini.

I partitini (che se superano il 2%, o anche l'1%, tanto -ini non sono) hanno tutto il diritto di stare in Parlamento e di poter rappresentare quella che, tra tutti i vari partiti che si attestano al 2, 3, 4, 5, 6%, finisce per essere una parte consistente della popolazione che il giorno delle votazioni sarebbe potuta tranquillamente andare al mare piuttosto che al seggio, a veder umiliato il proprio diritto alla rappresentazione in Parlamento da una legge elettorale indegna.

Edited by Max Dorian
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Lo sbarramento secondo me ci vuole perchè evita l'eccessiva frammentazione politica visto che in particolare i partiti italiani hanno la tendenza alla divisione dell'atomo.

 

Però effettivamente il 5% e l'8% mi sembrano un po' altini, potevano anche metterli qualche punto più bassi.

 

Io per altro da elettore di Sel non è che sia entusiasta di questo sbarramento visto che Sel attualmente nei sondaggi sta al 3/4% e quindi si troverebbe con un alto rischio di rimaner tagliata fuori da uno sbarramento al 5% .

 

C'è anche da dire che probabilmente rimarrebbero tagliati fuori anche altri partiti che personalmente non ho mai amato come Lega Nord e Udc.

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La soglia di sbarramento così alta è stata fatta appositamente non per favorire il bipolarismo, ma il bipartitismo...insomma chi ce la farà con uno sbarramento così alto ?

PD : si

FI : si

M5S : si

SEL : rischia

UDC : no

SC : no

LN : rischia

FDI : no ( meno male )

NCD : non credo proprio ( che ne dica Alfano )

 

Insomma io sono perchè tutti possano avere la loro rappresentanza, e questo sbarramento così alto non mi piace.

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Io credo che eliminare i vari "partitini" sia una pessima idea, anche perché di essi c'è un bisogno concreto spesso ed è necessario avere anche qualche idea un po' "fuori dalla massa"

Credo però che sarebbe corretto utilizzare un modello di doppio turno, che però non andrebbe bene a FI e a Berlusconi che probabilmente perderebbe

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Io credo che eliminare i vari "partitini" sia una pessima idea, anche perché di essi c'è un bisogno concreto spesso ed è necessario avere anche qualche idea un po' "fuori dalla massa"

 

Non ti preoccupare!  in Italia i partitini si riformano sempre per decomposizione dei partitoni o, per male che vada, si dissimulano all'interno dei partitoni stessi, chiamandosi "correnti": pare che il PD, partitone formalmente integro, nasconda (per modo di dire......) più d'una decina di correnti, tra cui Bersaniani doc e non doc......

 

Francamente non credo che il problema in Italia sia di produrre idee "fuori della massa", ma semmai quello di avere poche idee, ma serie e realisticamente applicabili nella congiuntura attuale per reggere il timone d'una nave piena di falle  e chiudere progressivamente le falle.

Invece si ascoltano moltissime idee stravaganti ed inapplicabili, ma "fosforescenti" che attraggono gli elettori come la carte moschicide attraggono le mosche.

E intanto l'economia sprofonda sotto il peso della crisi mondiale in Italia aggravata, forse irrimediabilmente, da un'oppressione burocratica e fiscale ineguagliabile ed inaudita, ma che è funzionale al mantenimento della nostra voracissima classe politica ed ammministrativa e delle sue abnormi clientele.

Edited by Mario1944
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Non si può però ragionare in base a chi entra e chi rimane fuori

( quello mi piace, questo non mi piace...)

 

Bisogna vedere intanto se c'è lo sgamotto....perchè noi abbiamo

in Parlamento l'UDC con l'1,78% in quanto migliore escluso di coalizione

ed un pugno di eletti ce l'ha pure il Centro Democratico di Tabacci

 

Tutte queste diversità di trattamento del voto, per me sono intollerabili

a prescindere dalla mia opinione sui singoli

 

Se si stabilisce una soglia di rappresentanza dovrebbe essere uguale

per tutti e non l'8%, che però diventa 5% se si sta in una coalizione che

prende il 12% e magari scompare se si è il migliore escluso di coalizione etc.

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La regola del "miglior perdente di coalizione", della quale si sono avvantaggiati UDC, Centro Democratico e altri, è da togliere e non lo dico perché non mi piacciono i partitini che se ne sono avvantaggiati, anche perché la situazione in futuro potrebbe cambiare: una legge elettorale fatta a vantaggio di un partito, se i consensi cambiano, diventa a favore di quello "avversario".

Penso che bisognerebbe mettere una soglia del 5% per tutti e su questo mi trovo d'accordo con @Hinzelmann. 

 

Inoltre penso sia una porcata il fatto che in questa legge ci siano di nuovo le liste bloccate tanto criticate da tutti fino a poco fa. Poi con  il premio di maggioranza che va solo a chi raggiunge il 35%, se questa soglia non dovesse essere raggiunta, avremmo di nuovo le larghe intese, cosa che io preferirei evitare come la peste.  È una legge che serve a soddisfare le richieste dell'attuale classe politica (e infatti alla fine va bene anche a SC e NCD).

 

 

@Mario1944 Non sempre i partitini sono disposti a scendere a patti coi grossi partiti come il PD e spesso hanno idee molto differenti. Senza contare che entrare a far parte di un altro partito ed essere eletti con esso senza averci fatto carriera all'interno è molto difficile.

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Un premio di maggioranza a base nazionale per il Senato mi sembra incompatibile con il dettato costituzionale.

Per fare un esempio terra terra: nella Regione R il partito X ottiene lo 0% di voti, ma lo stesso partito vince a livello nazionale. La conseguenza sarebbe che candidati del partito X nella Regione R diventerebbero senatori senza che nessuno abbia votato per loro.

Non c'entra niente. La repubblica è una ed indivisibile e le elezioni sono nazionali. Più volte ho ritenuto che ci volesse non poca approssimazione nel ritenere come quel "su base regionale" del senato consistesse nel frammentare 20 piccoli staterelli con una singola maggioranza per ciascuno (di qui la totale irragionevolezza del porcellum: ultra governabilità ai limiti democratici alla camera e massima frammentazione al senato, più grave ancora delle liste bloccate che sono una scelta, certo discutibile, politica giustificabile). La base regionale secondo me dovrebbe significare che, ad esempio, vanno eletti senatori veneti in veneto, campani in campania ecc ecc...ad esempio: partito X ottiene il 20% nazionale, ha diritto a 20 senatori i quali proverranno proporzionalmente nelle regioni in cui quel partito è più rappresentativo (3 in lombardia, lombardi, 2 in veneto, veneti, 2 in sicilia siciliani, 1 per altre regioni...). Più probabilmente nella prossima legge elettorale verranno eletti, sempre dall'esempio di prima, senatori dal veneto nella lista veneta (non necessariamente veneziani).

Questo discorso è perché trovo ad es. ridicolo Bersani capolista in Sicilia o Berlusconi in Molise (come direbbe Di Pietro: ma chec'azzecc'?!?!)

 

Sull'Italicum-Pastrocchium  http://www.termometropolitico.it/96557_legge-elettorale-altro-che-italicum-per-sartori-e-un-pastrocchium.html

Edited by Chris
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La tesi per cui il premio di maggioranza in base all'art. 57 della Costituzione debba essere al Senato regionale è un'interpretazione (nefasta), ispirata da Ciampi, che prevalse in sede di dibattito nel 2005, ma non è detto che sia l'unica proponibile. Si potrebbe ipotizzare anche per il Senato un premio di maggioranza a livello nazionale, seppur vincolato al rispetto dell'integrità della rappresentanza regionale e dalla ripartizione dei seggi spettanti sulla base della popolazione di ciascuna di esse. Del resto se davvero dovesse valere l'interpretazione restrittiva dell'art 57, non vedo perché allora la formazione delle coalizioni elettorali (con annesso deposito del programma elettorale e indicazione del capo unico di coalizione) non dovrebbe essere a sua volta vincolata al rispetto di questa interpretazione. Quindi, mi pare francamente superabile come problema. Poi, se così non fosse, mi auguro che sia modificato anche quell'articolo.

Ad ogni modo il mio giudizio sulla legge riflette quanto detto D'Alimonte oggi all'Huffington Post. 

http://www.huffingtonpost.it/2014/01/21/italicum-legge-elettorale-roberto-dalimonte_n_4635073.html?utm_hp_ref=italy

Non è il migliore dei sistemi. È il punto di incontro tra i desideri e la realtà. Chi scrive ha collaborato sul piano tecnico a questa riforma. Avrebbe preferito un sistema con i collegi uninominali maggioritari e il doppio turno. In questo modello c'è il doppio turno ma non ci sono i collegi. Però è un sistema che può funzionare.

 

Edited by Orfeo87
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Beh se D'Alimonte faceva parte della "banda" mi pare

ovvio debba darne una valutazione positiva.

 

Io in quell'articolo vedo già emergere "una clausola di 

salvaguardia Lega"

 

Per la Lega è prevista una clausola di salvaguardia che le consentirà

di sopravvivere nei suoi territori anche nel caso in cui non arrivi al 5%

a livello nazionale".

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Non è questione di far parte di una banda.
D'alimonte, come tutti i politologi della Cesare Alfieri di Firenze, sono bipolaristi e solitamente forti sostenitori di leggi elettorali maggioritarie. :-) io penso che la legge per così come è stata presentata non è una cattiva legge (sopratutto per il doppio turno), certo si può sempre migliorare, ma più che insistere sulle preferenze, su cui c'è tanta demagogia (dimenticandosi ad esempio delle logiche clientelari che spesso alimenta e che, contrariamente a quanto si pensa, non è il miglior sistema per favorire il "ricambio politico") io avrei insistito sul calcolo dei resti e sull'applicazione della soglia di sbarramento a livello circoscrizionale e non nazionale. Poi, se fosse dipeso da me, ci sarebbero stati i collegi uninominali, ma tralasciamo...

Inoltre, D'alimonte ha ragione da vendere sulla necessità di una democrazia dell'alternanza. È uno dei requisiti fondamentali di quella che in scienza politica si chiama "accountability". Senza accountability va a farsi fottere qualsiasi teoria democratica.

Infine, sulla clausola di salvaguardia per la Lega: beh, in molti sistemi elettorali (tra cui quello spagnolo) si cerca di trovare dei congegni atti a dare un'equa rappresentanza alle forze parlamentari che hanno un consenso elettorale limitato in certe aree del paese (La lega in alcune province della Lombardia e del Veneto prendeva a volte oltre il 20 % dei voti). Pur odiando la Lega e i leghisti, mettendomi in un'ottica di riscrittura delle regole per tutti, non mi pare una cosa sbagliata. 

Edited by Orfeo87
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