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Voi credete nel "destino" ??


Doctoralf88

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Anzitutto, visto che sono le 04.12 del mattino del 1 gennaio 2014 colgo l'occasione per augurare a tutti un FELICE NUOVO ANNO nella speranza che sia anche più positivo di quello passato :)

Passando al dunque, voi credete nel destino ??

Destino non inteso come Dio o religioni varie....io ci penso da un po' e più vado avanti più mi rendo conto che qualcosa c'è ed esiste.

ripeto, chiamatelo "destino"....chiamatelo "fato"....chiamatelo come vi pare.....

Riporto un esempio che proprio poche ore fa mi é successo per farvi capire meglio.

Come senza dubbio saprete, io sono perdutamente PERSO per questo ragazzo che viene in palestra con me.......♡♡ Andrea ♡♡

Praticamente cosa é successo ??...sapevo che per la vigilia di capodanno la mia palestra era aperta solo al mattino. Dopodiché chiudeva fino al giorno 2 gennaio. Era la mia occasione per vedere Andrea e per fargli i miei auguri di buon fine anno esattamente come feci per natale. Ero sicuro che sarei andato in palestra....non potevo non vederlo ancora.....

ma, ahimè, per varie dicissitudini quella mattina (che poi é stata ieri) non sono riuscito a presentarmi in palestra. Tiro un sospiro......e penso "vabbe, ci saranno altre occasioni. Mica la palestra chiude oggi......"....

Decido di andare con i miei a quel punto al centro commerciale per fare la famosa spesa per la cena di capodanno che abbiamo fatto dai miei nonni.

Fatta la spesa, ci sediamo a mangiare un veloce trancio di pizza. Si fanno le 13.30 circa....facciamo per salire in macchina quando mia mamma mi dice: "ma tu non dovevi andare a tagliati i capelli oggi ??"...."cavoli, hai ragione !!"...rispondo...e penso... "già che ci sono, resto direttamente qui al centro commerciale visto che dentro ci sono 3 parrucchieri"...e così faccio....rientro nel centro commerciale, prelievo e vado a tagliare i capelli. Taglio i capelli, pago.....faccio per andarmene ma ricevo un messaggio da una mia amica: "vieni con me al carrefour oggi ??...devo prendere 2 cose"...."certo !!"...rispondo io...."io sono già qui, ti aspetto"...

si fanno circa le 3...la mia amica arriva con un'altra nostra amica....facciamo merenda....entriamo a prenderele cosé che servivano.....entriamo qui arriva il bello...

facciamo per uscire dal centro commerciale.....entriamo da dietro mi sbuca un ombra....

lo riconosco subito....io cuore a mille....figura di emme all'istante...lui mi saluta... "non ti avevo riconosciuto con i capelli tagliati ;)"....é ANDREA ♡♡♡♡

Ci diamo i famosi auguri di capodanno e poi....corre via.

Non potete neanche immaginare la mia faccia....e questo non sarebbe "destino" ??...cioè é come se io dovevo in un modo o nell'altro vederlo.....

io dovevo restare in quel centro commerciale....poi il messaggio...la merenda.....é come se tutto fosse scritto da qualche parte....

io ci credo a queste cose....voi no ??

Dite la vostra.......e ancora BUON ANNO ; )

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Jung la chiamerebbe una sincronicità...

in generale secondo me esistono dei meccanismi, degli ingranaggi che fanno girare le cose in un certo modo: ci sono delle leggi

il funzionamento di questi meccanismi, che regolano le nostre vite, e il contenuto delle leggi, che sono le leggi che presiedono il destino (potremmo chiamarlo "fato"), ci sono palesati da simboli, occorrenze e fatti che ci capitano continuamente, però non sappiamo quasi mai leggerli

se li sapessimo leggere, potremmo sfruttare i meccanismi stessi a nostro vantaggio: questa è la vera saggezza, non opporsi ma assecondare e assecondando cambiare

non abbiamo l'arbitrio, ma possiamo secondo me indirizzare in un certo senso gli eventi

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Credo che le cose vadano sempre nel modo in cui devono andare, e che ogni cosa che accade ha dietro un valido motivo per accadere. (Ok, un po' scontato ma vabè.) Penso che ogni minima sciocchezza porta ad una sciocchezza un po' meno minima, e così via, e il senso e il legame di tutte le sciocchezze casuali che ci accadono lo si capisce solo con il tempo.

 

Io credo che si, delle volte accadono cose, o sentiamo inconsapevolmente delle cose, che ci permettono di dare un' "occhiata" su quel che accadrà, prima del tempo. Questi segni, però, non penso siano così comuni come spesso pensiamo, o speriamo, che siano. Alla fine, l'occhio vede quasi sempre quello che vuole vedere. Soprattutto quando non si è più "lucidi" o con la mente "neutra" si vedono segni del destino ovunque. Si, le cose stanno scritte, a volte possiamo avere la fortuna di dare una sbirciatina alle righe che ancora non ci sono date da leggere, ma quando si spera ardentemente qualcosa si finisce col leggere in ogni parola, in ogni frase (= in ogni avvenimento) un secondo significato, che spesso va molto al di là di ciò che semplicemente sta scritto.

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Il fatto è che vuoi vedere un legame fra te e questo ragazzo, ma questo legame in realtà non esiste.

 

Poi l'argomento in sé è molto interessante. Pure a me capitano coincidenze assurde, come se certi eventi fossero forgiati per essere in un certo modo, ma niente di sovrannaturale.

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Minchia gli hai fatto gli auguri di capodanno... che destino fantastico...

 

Ora ti ricorderà indelebilmente nella sua memoria e resterai sempre nel suo cuore.... :pausa:

 

Vabbè, io vado a smaltire il mio destino di capodanno in bagno...

 

Tanti auguri!!!

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Mi è capitata una cosa simile giusto una settimana fa e, guarda caso, sempre con un ragazzo della palestra. Concordo con @conrad65, queste sono a tutti gli effetti sincronicità, ma la grande difficoltà sta nella loro interpretazione, che non è mai scontata come si può pensare.

 

Solo perché lo hai incontrato non significa "è gay, vai tranquillo, vi sposerete". A volte il significato delle sincronicità è opposto, ma l'ottusità con cui si vogliono conseguire le proprie passioni le sottomette a quello che si vuole vedere perché la loro interpretazione non può che partire dal soggetto esperente.

 

Il fatto che io abbia incontrato quel ragazzo, ad esempio, più che il segno di una possibilità che tra noi possa esserci qualcosa (qualsiasi cosa: una relazione, un rush sessuale in spogliatoio eccetera) mi è sembrato, per citare una canzone di Alanis Morissette, tremendamente ironico (e l'ironia è forse la cosa che più ricorre nella mia vita, davvero). Ci siamo parlati una volta in palestra ("hai bisogno del bilancere da 7 chili?") e da quella volta quando ci si incrociano gli sguardi tento di salutarlo ma niente. Quel giorno, mentre mi avviavo verso il negozio in cui lavoro, ho pensato per tre secondi a lui e chi mi ritrovo lì? Ovviamente lui. È stato ironico perché in quel contesto lui era praticamente obbligato a salutarmi, perché la situazione (c'erano poche persone in negozio e io servivo) lo ha richiesto. Vabè, per farla breve lo ho salutato. E una mia collega, una dai gusti difficili cui è molto raro che possa piacere un ragazzo, mi ha detto che lui, nonostante sia uno un po' tamarro, le piace un sacco perché ha un carattere fantastico. Mi ha anche detto che in negozio viene spesso e che si porta dietro un bambino (fratellino?) cui compra un sacco di cose.

 

Detto ciò, ripeto: mi è sembrato tutto più che altro ironico ancor prima che dotato di significati più simili a una telenovela stile Beautiful.

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Anzitutto, visto che sono le 04.12 del mattino del 1 gennaio 2014 colgo l'occasione per augurare a tutti un FELICE NUOVO ANNO nella speranza che sia anche più positivo di quello passato :)

Passando al dunque, voi credete nel destino ??

Destino non inteso come Dio o religioni varie....io ci penso da un po' e più vado avanti più mi rendo conto che qualcosa c'è ed esiste.

ripeto, chiamatelo "destino"....chiamatelo "fato"....chiamatelo come vi pare.....

Riporto un esempio che proprio poche ore fa mi é successo per farvi capire meglio.

Come senza dubbio saprete, io sono perdutamente PERSO per questo ragazzo che viene in palestra con me.......♡♡ Andrea ♡♡

Praticamente cosa é successo ??...sapevo che per la vigilia di capodanno la mia palestra era aperta solo al mattino. Dopodiché chiudeva fino al giorno 2 gennaio. Era la mia occasione per vedere Andrea e per fargli i miei auguri di buon fine anno esattamente come feci per natale. Ero sicuro che sarei andato in palestra....non potevo non vederlo ancora.....

ma, ahimè, per varie dicissitudini quella mattina (che poi é stata ieri) non sono riuscito a presentarmi in palestra. Tiro un sospiro......e penso "vabbe, ci saranno altre occasioni. Mica la palestra chiude oggi......"....

Decido di andare con i miei a quel punto al centro commerciale per fare la famosa spesa per la cena di capodanno che abbiamo fatto dai miei nonni.

Fatta la spesa, ci sediamo a mangiare un veloce trancio di pizza. Si fanno le 13.30 circa....facciamo per salire in macchina quando mia mamma mi dice: "ma tu non dovevi andare a tagliati i capelli oggi ??"...."cavoli, hai ragione !!"...rispondo...e penso... "già che ci sono, resto direttamente qui al centro commerciale visto che dentro ci sono 3 parrucchieri"...e così faccio....rientro nel centro commerciale, prelievo e vado a tagliare i capelli. Taglio i capelli, pago.....faccio per andarmene ma ricevo un messaggio da una mia amica: "vieni con me al carrefour oggi ??...devo prendere 2 cose"...."certo !!"...rispondo io...."io sono già qui, ti aspetto"...

si fanno circa le 3...la mia amica arriva con un'altra nostra amica....facciamo merenda....entriamo a prenderele cosé che servivano.....entriamo qui arriva il bello...

facciamo per uscire dal centro commerciale.....entriamo da dietro mi sbuca un ombra....

lo riconosco subito....io cuore a mille....figura di emme all'istante...lui mi saluta... "non ti avevo riconosciuto con i capelli tagliati ;)"....é ANDREA ♡♡♡♡

Ci diamo i famosi auguri di capodanno e poi....corre via.

Non potete neanche immaginare la mia faccia....e questo non sarebbe "destino" ??...cioè é come se io dovevo in un modo o nell'altro vederlo.....

io dovevo restare in quel centro commerciale....poi il messaggio...la merenda.....é come se tutto fosse scritto da qualche parte....

io ci credo a queste cose....voi no ??

Dite la vostra.......e ancora BUON ANNO ; )

 

Ciao caro, innanzitutto tanti auguri di buon anno! 'Mmmazza quante risposte acidule :P 

 

Sono felice che tu lo abbia incontrato malgrado non so quanto ti stia a cuore questo Andrea! Certo, forse chiamare questa coincidenza destino è qualcosa di esageratoma se pensi che al mondo esiste gente come Manuela Arcuri in grado di definirsi grandissimaattrisceh, possiamo dare alle cose l'etichetta che vogliamo! 

 

Viva il destino, viva i centri commerciali e viva Manuelona!

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Il fatto ragazzi fondamentalmente é che io ho parlato di Andrea....ma potrei fare altri esempi...

vogliamo parlare del fatto che io voglia studiare medicina ?...

L'altro giorno mi alzo, accendo la tele su un canale qualsiasi e stavano parlando di neurochirurgia....

vado per prendete il treno...e mi trovo 2 signore che parlano di un intervento subito dalla figlia di una delle due... arrivo dai miei nonni e sento parlare anche qui di chirurgia eccetera.....

tutto come se ci fosse qualcosa che mi suggerisce.... che la medicina sia la mia strada da percorrere.....

e non é la prima volta che succede.....

poi potrei fare altri e altri esempi....

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Per me ti stai facendo solamente suggestionare un po' da quelle che sono pure e semplici coincidenze... Certo, anche a me è capitato di pensare che possa non esser così in relazione ad eventi a dir poco inquietanti ma ti vorrei soprattutto dire di non fare scelte importanti in base a queste sensazioni (o come altro vuoi chiamarle) come quella della tua facoltà e di conseguenza carriera da intraprendere!

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Beh é ovvio che non si possono prendere scelte di vita solo sulla base di quello che ti capita e quindi solo sulla base di una personale interpretazione delle cose...

però. ...in quei momenti in cui si hanno delle sottospecie di "crisi" (chiamiamole cosi) in cui ti chiedi se quello che vorresti fare é veramente quello che vorresti fare......ti viene, per lo meno a me, di dire/pensare a tipo...."cavoli!...allora é un segno !".....

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io credo che un conto sia il caso, un altro conto il destino.

 

che la mia vita possa prendere una piega anziché un'altra è una possibilità oggettivamente condizionata dal caso, che il fatto stesso di venire al mondo, ogni istante della nostra vita, comporta.

volendo prestare ascolto alla logica dei fatti, una cosa ci accade, dietro l'altra. 

se quel giorno non avessi trovato la ruota della mia bicicletta bucata, non avrei preso la metro, se quel giorno non avessi preso la metro, non avrei incontrato tizio, se quel giorno non avessi incontrato tizio, la mia vita ora non sarebbe quella che è: un pensiero simile, che intraveda in qualcosa che ci accade la possibilità, anche, del "se non" - ossia, di ogni altra cosa che ci sarebbe potuta accadere, se soltanto quella catena di eventi possibili che designiamo come il caso non ci avesse condizionato in quel modo o non avesse preso quella determinata piega - , non farà fatica a ritrovarsi presto nel vicolo cieco della fatalità.

 

è evidente che la vita di ognuno di noi, alla pari con qualsiasi altra specie vivente, è condizionata da qualcosa come un fato, una sorte fortuita, favorevole o avversa che, se ci si sbaglia a credere sia la sola in grado di decidere del senso della nostra esistenza, ugualmente non ci si sbaglia mai, comunque, a ritenere presente, a portata di mano, e dal momento in cui apriamo gli occhi svegliandoci al momento in cui li richiudiamo, abbandonandoci di nuovo al sonno.

il caso è una legge costante della nostra esistenza. qualsiasi cosa che ci accade, limitandoci all'evidenza, è infatti quella che è, perché la catena di eventi che l'ha preceduta è stata tale da fare sì fosse quella, e non un'altra. 

ma è chiaro che portare alle estreme conseguenze un tale ragionamento lascia il tempo che trova, non servendo che a farci toccare con mano se non la nostra impotenza, ovvero a farci sentire nient'altro che in balìa dell'ineluttabile. 

 

ognuno di noi, però, si imbatte pure in quelle che chiamiamo coincidenze: quelle strane conferme di una singolare affinità tra ciò che dentro ci anima e ciò in cui, fuori, inevitabilmente ci imbattiamo, il cui potere è tale che, se anche non possiamo arrivare razionalmente a spiegarle, è come se consentissero al nostro pensiero, comunque, di stare lì lì, quasi per squarciare il velo di chissà cosa, di avvicinarci a una soglia invisibile nei pressi della quale il nostro pensiero alla lunga, però, non può che retrocedere.

a meno di non credere al destino.

 

credere in qualcosa come un destino è credere, innanzitutto, in qualcosa che si sottrae alla logica o all'alea del caso e che, sfuggendo all'evidenza dei meri accadimenti, alla concatenazione delle cose che semplicemente accadono, è indice di una forza, di una volontà, di un desiderio che ci anima, tali talvolta da riuscire a piegare l'imperscrutabilità inscritta nella natura delle cose in direzione di una illuminante, anche se in fondo indimostrabile, corresponsione tra ciò che ci anima e ciò cui andiamo incontro. 

sviscerare dall'apparente casualità un ordine altro dalla successione meccanica del tempo, è possibile soltanto facendo entrare in gioco la possibilità, per noi, di determinare in qualche modo il corso della nostra esistenza, di non essere soltanto vittime del caso, di essere liberi e liberi quel tanto da divenire, un giorno, quelli che fino a ieri immaginavamo soltanto di (potere) essere - a prescindere o nonostante i contrattempi, le svolte, gli ostacoli, le vie e quant'altro il fatto di vivere comporta di subire, compiere, aggirare, arrischiare a prendere o tentare.

 

quanto a me, l'idea che il mio destino sia già scritto da qualche parte mi riguarda poco: non ci penso, forse, che quando ho male alla testa. il fatto di non potere arrivare che ad averne di volta in volta una sensazione, mai una certezza una volta per tutte, mai una conferma definitiva, fa sì che m'importi o mi prema, di più, vivere nella consapevolezza che, fintanto sono qui, quello che la vita mi rivelerà domani, dipende (anche) da me. dal mio desiderio, dalla mia attenzione, dalla mia forza d'animo, dalla coerenza tra ciò che penso, ciò che dico, ciò che faccio e, last but not least, dai miei piedi.

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Esiste o no? Il mio rammarico più grande è non poter avere una risposta; e visto il longevo (22 anni) susseguirsi di eventi non proprio positivi, mi auguro che da qualche parte non ci sia un copione scritto apposta per me. ;)

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Beh é ovvio che non si possono prendere scelte di vita solo sulla base di quello che ti capita e quindi solo sulla base di una personale interpretazione delle cose...

però. ...in quei momenti in cui si hanno delle sottospecie di "crisi" (chiamiamole cosi) in cui ti chiedi se quello che vorresti fare é veramente quello che vorresti fare......ti viene, per lo meno a me, di dire/pensare a tipo...."cavoli!...allora é un segno !".....

 

io invece non darei affatto per scontato che non si possono prendere scelte di vita sulla base di quello che ci capita

in realtà accade esattamente il contrario: noi facciamo continuamente delle scelte di vita sulla base di quello che ci capita, e come potrebbe essere diversamente?

e quello che ci capita di per sé non esiste come fatto oggettivo ma solo nella nostra interpretazione

la sincronicità junghiana è esattamente il rispecchiamento simbolico tra esteriorità e interiorità, e il legame che mette in moto il meccanismo è uno solo, è il significato, perché certi fatti hanno per noi una risonanza speciale perché portano significato e prospettiva

c'è un rispecchiamento tra l'interno e l'esterno, un venirsi incontro che in una certa misura squarcia a noi stessi la realtà di quello che vogliamo e che siamo davvero

quindi se tu trovi significato in una serie di coincidenze in cui l'argomento "medicina" ti si ripropone continuamente, vuol dire che c'è una effettiva affinità tra la medicina e quello che desideri davvero essere: è più che sufficiente a confermarti su una strada o a farti prendere una decisione per una scelta di vita

queste non sono affatto superstizioni, il mondo e l'inconscio ci parlano e si incontrano attraverso i simboli

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Non so dirti se ci credo, magari è solo un caso, magari le cose sono già scritte oppure le decidiamo noi, però ho avuto diverse coincidenze che mi hanno portato a dove sono ora. A giugno ricevo un messaggio da @Fab_90, iniziamo a parlare, penso che sia davvero un bravo ragazzo e decidiamo di vederci. Un paio di giorni prima dell'incontro mi sento male, secondo il medico una specie di intossicazione alimentare, lo avviso e penso che non vorrà vedermi più perchè sembra una cosa "fatta apposta". Fortunatamente chiariamo l'equivoco e ci sentiamo finchè ci vediamo qualche giorno dopo. Sto divinamente con lui, e quando lo riaccompagno in stazione mi sento tristissimo perchè poi non lo rivedrò più per sei mesi (io partivo per le vacanze con gli amici il giorno dopo, e sarei tornato a casa il giorno dopo che lui fosse partito per l'Australia, quindi...). Mi mangio le mani per non averlo baciato, per non avergli detto che lui mi piace davvero tanto, e restiamo d'accordo di sentirci in amicizia. Durante le vacanze una mia amica ritorna prima a Milano, giusto 2-3 giorni prima del concordato, e risalgo con lei. Appena lui viene a saperlo si precipita dalle mie parti, passiamo una serata piacevolissima e finalmente ci baciamo. :D Lui parte due giorni dopo, ma ormai giochiamo a carte scoperte: sappiamo di piacerci e in questi mesi di distanza forzata siamo sempre in contatto con skype e whatsapp. Appena ritorna a dicembre io salgo dalle sue parti e passiamo un altra giornata fantastica, e a capodanno lui è venuto da me e si è fermato un paio di giorni. Ora, se io non fossi rientrato prima dalle vacanze, e se lui non fosse sceso quella sera di luglio, magari saremmo rimasti solo amici, invece per un motivo o per un altro le cose sono andate in porto e adesso sto davvero bene con lui.

Edited by Kador88
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Mi pare piuttosto banale dire che se uno ha la fissa che vuol fare il medico si accorgerà di due passanti che parlano di interventi chirurgici, se uno vuol fare il poliziotto non farà altro che notare sui giornali notizie di arresti eclatanti ed eroiche retate, se uno vuol fare l'avvocato non potrà che notare notizie di sentenze e sentire gente che parla di processi.

 

Ma se io voglio fare il maestro di musica o l'ingegnere non è che i passanti smetteranno di parlare di interventi chirurgici, di processi o di crimini, semplicemente non cagherò di striscio il loro chiacchiericcio perchè lo percepirò come irrilevante.

 

Così, se mi fa gli auguri di buon anno un amico qualsiasi percepirò la cosa come assolutamente ordinaria, mentre se me li fa il tipo cui sbavo dietro lo percepirò come un inequivocabile segno della meravigliosa et imperscrutabile volontà della Predestinazione Divina.

 

Signori, di grazia, il Medioevo è finito attorno al 1300 con l'Umanesimo, non pensavo fosse necessario ricordarlo.

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@Sampei hai espresso perfettamente quello che volevo dire anch'io col mio messaggio precedente.

 

Mi sembra un po' campato per aria che uno decida di intraprendere medicina (e non quale gusto di gelato prendere) solo perché ha sentito due vecchiette che parlavano di un intervento in treno o perché ha sentito qualcosa in tv riguardo la medicina, che tralaltro mi sembrano argomenti comunissimi e all'ordine del giorno in tutte le conversazioni che le persone possono avere per strada.

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La storia di @Kador88 è l'emblema che il destino esiste. Ritiro il mio messaggio precedente. Sono commosso come una Susan Mayer qualunque (spero che abbiate colto ;D)

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La storia di @Kador88 è l'emblema che il destino esiste. Ritiro il mio messaggio precedente. Sono commosso come una Susan Mayer qualunque (spero che abbiate colto ;D)

Vero...

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Ma allora non avete capito.....

io non ho deciso di fare medicina solo per aver sentito due persone parlare sul treno.

Ho tentato il test a settembre nel tentativo di entrare e novanta su cento lo proverò quest'anno. Il fatto che il voglia fare il medico deriva da una serie di altro fattori molto più seri e delicati.

io parlo del momento in cui mi chiedo se "sia o meno la cosa giusta da fare" perché appunto non si sta decidendo di che colore farsi i capelli. E allora ci sono quei momenti in cui ti dici "non ci voglio più pensare almeno per un po' altrimenti mi va in tilt il cervello"...ma non appena ti dici questo, non fai in tempo ad accendere la tele o prendere un treno che la faccenda "medicina" riemerge....quasi appunto come per dire... "stai proseguendo sulla strada giusta"....

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Quelle raccontate da Doctoralf88 sulla scelta da fare per l'università effettivamente non sono proprio delle sincronicità. Quella è solo una spinta interpretativa provocata dalla passione per la materia: semplicemente il suo modo di autoaffermarsi gli dice di continuo che deve fare medicina e lo spinge a "sentire" discorsi, a vedere notizie, insomma, a vedere tutti quegli eventi ordinari come dotati di significato.

 

La sincronicità in effetti ha un carattere particolare: avviene contro ogni probabilità e solo quando è impossibile anche per i più scettici attribuirla al caso. Detto ciò, il discorso fatto da Bastian è tra i più sensati della discussione.

 

Credo che si possa definire sincronicità la prima cosa che hai raccontato, Doctoralf, ma il resto è nientemeno che una proiezione della tua volontà di fare il medico.

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No, sono le nostre scelte che determinano la nostra vita, non credo ci sia nulla di scritto a priori. Sono convinto che siamo noi a voler vedere un significato dietro eventi che in realtà non l'hanno, solo perché per noi sono significativi. A mio avviso, siamo psicologicamente portati a voler credere che le cose che ci capitano siano l'effetto del "destino", soprattutto quando vanno bene e ci guidano verso la felicità.

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Vabbe ma questo é un tuo pensiero.....e ci sta.

Ognuno poi la vive come crede.io ho sempre pensato che le cose che accadono non siano li messe campate per aria ma che dietro ci sia sempre un motivo...anche per quelle piú brutte.

poi ovviamente ognuno é libero di pensare e credere a ciò che vuole...

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Destino e sincronicità (nel senso junghiano) non c'entrano niente fra loro: sono due concetti molto diversi.

 

Io non credo nel destino. Credo però che alcune persone, le quali abbiano certe determinate caratteristiche psicologiche e caratteriali (fissità di comportamento, coazione a ripetere, grande fiducia nella rappresentazione di sé che danno a sé stessi, estrema fedeltà ai propri comportamenti, etc.), contribuiscano in certa misura a costruire e predeterminare in qualche modo il corso della propria vita, e se vogliamo chiamare questo 'destino', allora chiamiamolo così.

 

Le caratteristiche che ho elencate viene spontaneo declinarle in senso negativo, anche se le formulazioni che ho adottato sono abbastanza neutre, ma possono essere non solo negative, ma anche positive.

 

Del resto il training autogeno si basa su questa autopersuasione 'in positivo' che l'individuo fa a sé stesso instillandosi nel cervello determinate parole-chiave del cui contenuto il soggetto dovrebbe convincersi.

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Dunque, i romanzi di Harry Potter possono non essere una fonte molto autorevole, ma mi ricordo di una frase che mi ha colpito perché descrive efficacemente la mia opinione al riguardo: "Destiny is a name often given in retrospect to choices that had dramatical consequences".

Ovviamente ognuno ha un'idea soggettiva e molto legata alla propria vicenda personale di cosa renda una conseguenza "dramatical", ma la parte importante è "in retrospect". Sono dell'idea che siamo noi a creare a posteriori connessioni tra eventi che sono accaduti indipendentemente l'uno dall'altro e hanno prodotto "a loro insaputa" un effetto significativo nella nostra vita.

Poi non metto in dubbio che la convinzione che esista un destino possa influenzare la nostra vita, facendoci agire per far avverare il futuro a cui ci sentiamo destinati, ma si tratta comunque della conseguenza delle nostre azioni, non di un piano predeterminato da forze esterne. Naturalmente la prospettiva può essere ribaltata: come facciamo a sapere che il nostro credere o meno nel destino e comportarci di conseguenza non faccia parte del percorso che ci porta alla realizzazione del nostro destino? Se ne può chiacchierare all'infinito.

Io scelgo di non credere al destino su una sorta di calcolo costi/benefici: i benefici che avrei se ci credessi (conforto all'idea di agire per uno scopo, minore ansia quando si prendono decisioni) mi sembrano inferiori ai rischi (una certa tendenza al fatalismo e alla passività, nella convinzione che tanto le cose si evolveranno indipendentemente dalla nostra volontà).

Edited by Samwise
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