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Trentenni ( e oltre) perduti...


DivoAugusto

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Notte/Giorno a tutti,

a distanza di qualche giorno dal mio primo topic, ne apro un secondo, di tono differente. Non vorrei annoiare nessuno, è solo che in questo periodo sono abbastanza confuso e spero di trovare qui le risposte ad alcune domande che mi assillano, o almeno un confronto di opinioni ed esperienze. Come suggerisce il titolo, sono appartengo alla generazione dei trentenni perduti (per la verità ho superato i trenta da qualche anno). Laureato, diversi anni all'estero, attualmente senza lavoro né prospettive... né via d'uscita all'orizzonte. Ma la cosa più dura da sopportare, più pesante, è la mia totale incapacità/difficoltà a costruire relazioni di amicizia intorno a me...Sono stato adolescente in un periodo in cui non esisteva neanche internet, dovendo sempre tenere per me tutto quel che mi passava per la testa, non potendo parlarne con nessuno, situazione che è poi continuata durante gli anni universitari, in una piccola città di provincia chiusa e bigotta dove non ho avuto modo di coltivare grandi relazioni. Dopo diversi anni all'estero, sono dovuto tornare al paesello, a vivere dai miei...il che rende tutto estremamente difficile. Penso ci siano altri trentenni (e oltre=) che vivono o hanno vissuto il mio disagio, forse qualcuno puo' consigliarmi su come uscirne fuori. 

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Ho (solo) 24 anni e mi trovo quasi nella tua stessa situazione, pochi amici, lavoro scarso, ma non ho la laurea, e mi sto organizzando per trasferirmi all'estero...in questo momento sono perduto ma ho la speranza di poter migliorare la mia situazione

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@divoaugusto... capisco la tua situazione e per quanto riguarda il lavoro posso aiutarti ben poco perche' anche io ne sto cercando uno dopo che un mese fa mi sono preso un bel calcio in c**o dopo 3 anni di impegno in un lavoro che detestavo! Ho qualche anno meno di te (25) ma ho provato anche io la sensazione di non aver via d'uscita... pero' ho imparato che piu' ci si deprime e piu' la soluzione si allontana... sei giovane, ora internet ce l'hai e con lui la possibilita' di ampliare le tue amicizie e per quanto riguarda l'assenza di rapporti guarda il lato positivo.... sei libero! puoi fare quello che vuoi della tua vita... inventarne una nuova nel paesello o dovunque tu voglia, non e' facile ma tieni a mente che sei tua ad avere in mano le redini della tua vita!!! in bocca al lupo!!

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io pure sono alla soglia dei 30 anni, ancora non ho un lavoro stabile pur avendo diversi titoli, ma non dobbiamo mai mollare. purtroppo l'italia è un paese per "vecchi", quindi noi trentenni ancora siamo troppo giovani in questo paese e dobbiamo pazientare ancora per trovare una stabilità professionale e in generale nella vita...Il trentenne oggi ha ancora una vita davanti secondo me, quindi cerchiamo di essere positivi (anche se è difficile)...

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La laurea oggi serve davvero a poco, in particolare un certo tipo di laurea (come quelle umanistiche, ad es., che poi è la mia). Ti auguro tanta fortuna, anch'io ho vissuto all'estero diverso tempo, ma poi son dovuto rientrare.

 

 

Ho (solo) 24 anni e mi trovo quasi nella tua stessa situazione, pochi amici, lavoro scarso, ma non ho la laurea, e mi sto organizzando per trasferirmi all'estero...in questo momento sono perduto ma ho la speranza di poter migliorare la mia situazione

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Grazie Andrea :)

 

@divoaugusto... capisco la tua situazione e per quanto riguarda il lavoro posso aiutarti ben poco perche' anche io ne sto cercando uno dopo che un mese fa mi sono preso un bel calcio in c**o dopo 3 anni di impegno in un lavoro che detestavo! Ho qualche anno meno di te (25) ma ho provato anche io la sensazione di non aver via d'uscita... pero' ho imparato che piu' ci si deprime e piu' la soluzione si allontana... sei giovane, ora internet ce l'hai e con lui la possibilita' di ampliare le tue amicizie e per quanto riguarda l'assenza di rapporti guarda il lato positivo.... sei libero! puoi fare quello che vuoi della tua vita... inventarne una nuova nel paesello o dovunque tu voglia, non e' facile ma tieni a mente che sei tua ad avere in mano le redini della tua vita!!! in bocca al lupo!!

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si potrebbero aprire altri topic simili sulla generazione dei quarantenni o dei cinquantenni perduti...

@DivoAugusto perché non sei rimasto all'estero? se avevi trovato un lavoro, dopo tanti anni la lingua la conoscerai benissimo, e allora cosa sei tornato a fare in Italia?

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unmondomigliore

mi pongo la stessa domanda di conrad : che senso ha tornare in Italia? considerando che all'estero le condizioni erano migliori e tu ti trovavi bene, non dovendo dipendere dal tuo ambiente familiare chiuso e bigotto?

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privateuniverse

Innanzitutto, mi dispiace che tu ti trovi in questa situazione. "Crisi di mezza età", intese come periodi in cui ho dovuto ristrutturare e reindirizzare la mia vita, cambiando direzione, ne ho sperimentate anch'io, e capisco che possa essere molto difficile. Conosco anche persone in situazioni analoghe alle tue.

 

Io terrei distinto il problema della "sistemazione" (lavoro, reddito etc.) da quello delle amicizie e delle relazioni, anche se comunque un legame, inevitabilmente c'è, almeno sotto due forme: in primo luogo, la frustrazione che deriva dalla sensazione di non avere né un presente, né un futuro (perché si è disoccupati o si ha un lavoro precario, per esempio), incide comunque sui nostri rapporti con gli altri, dato che non siamo fatti a compartimenti stagni; in secondo luogo, perché la possibilità di fare vita sociale dipende anche dalla disponibilità economica.

 

Detto questo, si tratta di due ambiti qualitativamente diversi. Io ho sperimentato fasi di maggiore e minor ricchezza e abbondanza di rapporti di amicizia e di conoscenza. In ogni caso, è sempre richiesta una certa capacità di adattamento all'ambiente nel quale ci si trova. Anch'io sono cresciuto in una piccola città di provincia e, sebbene non fossi esattamente la persona più popolare, ho quasi sempre avuto un piccolo gruppo di persone da frequentare (e i gruppi sono cambiati completamente con gli anni), che non erano necessariamente le persone con cui avevo in comune molti interessi. I miei interessi li coltivavo per conto mio.

 

Da adulti le occasioni di socializzazione cambiano rispetto a quelle dei primi venti o trent'anni. Fino all'adolescenza e, al limite, agli anni dell'università, si frequentano soprattutto i propri vicini e i propri compagni di scuola, più o meno direttamente, e uscire significa, soprattutto, andare a bere qualcosa o in discoteca, e simili. Da adulti, il modo migliore per stringere dei rapporti è condividere attività con le persone con cui ci sono interessi comuni, e direi che questo è il principale canale di socializzazione; anche perché con i propri amici dei periodi precedenti, spesso, ci si perde di vista, in gran parte a causa del lavoro e dei matrimoni, con annessi e connessi (i matrimoni e le convivenze sono, per la mia esperienza, il fattore singolo più devastatore di qualsiasi amicizia, soprattutto tenuto conto che il maschio etero, una volta accasatosi, tende ormai a rinchiudersi ottusamente nell'ambito angusto della sua vita familiare e a perdere interesse per qualsiasi altra cosa). Ovviamente, è difficile che, in questo modo, nascano grandi sodalizi amicali, ma almeno si riesce ad avere un po' di vita sociale. Nel mio caso, negli ultimi dieci anni la gran parte delle mie amicizie precedenti si è sfasciata, per vari motivi; per altri versi, mi è capitato di uscire con persone con cui ho frequentato dei corsi di nuoto o di lingua, oppure con cui facevo una vita associativa legata ad altri fattori (la politica, gli scacchi, etc.).

 

 

PS @conrad65, @unmondomigliore: magari @DivoAugusto è dovuto tornare per cause di forza maggiore.

Edited by privateuniverse
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Privateuniverse, grazie dell'articolata risposta. Effettivamente, alla mancanza di lavoro è legata la sensazione di non avere un posto nella societa', di essere fuori luogo, di non saper bene chi siamo, quale sia la nostra strada. Penso che per un gay sia ancora più difficile sopportarlo. Sopportare gli sguardi interrogatori e incuriositi di gente che chiede, anche senza cattiveria, come mai alla mia eta' non abbia ancora una famiglia, mentre tutti i tuoi ex compagni di scuola ce l'hanno, o hanno un lavoro da anni, è complicato. Per questo mi rinchiudo in casa. E poi, più si va avanti più è peggio. Una donna non sposata è socialmente più accettata di un uomo, che viene spesso avvertito come ingombrante, anche nelle compagnie (specie quelle formate da coppie). Sono pieno di interessi (leggere, arte, musica di ogni genere, etc...), sono presentabile,  ho vissuto diversi anni all'estero, penso di saper stare tra la gente, anche se ho il mio carattere ed all'inizio ho bisogno di piu' tempo forse...purtroppo non sono gli interessi che posso trovare nelle persone del mio paesino (che potrebbe essere al nord, come al sud, non cambia): dove i ragazzi si interessano perlopiù a cose che non mi hanno mai attratto: il calcio, le macchine, le moto,le donne, etc... le tipiche cose da "etero", per intenderci.

Per gli altri: sono tornato dal Paese in cui mi trovavo, quando è terminata l'opportunita' che mi aveva portato li. Ho cercato lavoro, ma trattandosi di un paese più povero rispetto all'italia, da quelle parti non c'e' molta opportunita' per un laureato straniero, se non ingegnere, geometra, o laureato in economia (io ho una laurea umanistica, il classico pezzo di carta che non serve a nulla, per intenderci).

 

Innanzitutto, mi dispiace che tu ti trovi in questa situazione. "Crisi di mezza età", intese come periodi in cui ho dovuto ristrutturare e reindirizzare la mia vita, cambiando direzione, ne ho sperimentate anch'io, e capisco che possa essere molto difficile. Conosco anche persone in situazioni analoghe alle tue.

 

Io terrei distinto il problema della "sistemazione" (lavoro, reddito etc.) da quello delle amicizie e delle relazioni, anche se comunque un legame, inevitabilmente c'è, almeno sotto due forme: in primo luogo, la frustrazione che deriva dalla sensazione di non avere né un presente, né un futuro (perché si è disoccupati o si ha un lavoro precario, per esempio), incide comunque sui nostri rapporti con gli altri, dato che non siamo fatti a compartimenti stagni; in secondo luogo, perché la possibilità di fare vita sociale dipende anche dalla disponibilità economica.

 

Detto questo, si tratta di due ambiti qualitativamente diversi. Io ho sperimentato fasi di maggiore e minor ricchezza e abbondanza di rapporti di amicizia e di conoscenza. In ogni caso, è sempre richiesta una certa capacità di adattamento all'ambiente nel quale ci si trova. Anch'io sono cresciuto in una piccola città di provincia e, sebbene non fossi esattamente la persona più popolare, ho quasi sempre avuto un piccolo gruppo di persone da frequentare (e i gruppi sono cambiati completamente con gli anni), che non erano necessariamente le persone con cui avevo in comune molti interessi. I miei interessi li coltivavo per conto mio.

 

Da adulti le occasioni di socializzazione cambiano rispetto a quelle dei primi venti o trent'anni. Fino all'adolescenza e, al limite, agli anni dell'università, si frequentano soprattutto i propri vicini e i propri compagni di scuola, più o meno direttamente, e uscire significa, soprattutto, andare a bere qualcosa o in discoteca, e simili. Da adulti, il modo migliore per stringere dei rapporti è condividere attività con le persone con cui ci sono interessi comuni, e direi che questo è il principale canale di socializzazione; anche perché con i propri amici dei periodi precedenti, spesso, ci si perde di vista, in gran parte a causa del lavoro e dei matrimoni, con annessi e connessi (i matrimoni e le convivenze sono, per la mia esperienza, il fattore singolo più devastatore di qualsiasi amicizia, soprattutto tenuto conto che il maschio etero, una volta accasatosi, tende ormai a rinchiudersi ottusamente nell'ambito angusto della sua vita familiare e a perdere interesse per qualsiasi altra cosa). Ovviamente, è difficile che, in questo modo, nascano grandi sodalizi amicali, ma almeno si riesce ad avere un po' di vita sociale. Nel mio caso, negli ultimi dieci anni la gran parte delle mie amicizie precedenti si è sfasciata, per vari motivi; per altri versi, mi è capitato di uscire con persone con cui ho frequentato dei corsi di nuoto o di lingua, oppure con cui facevo una vita associativa legata ad altri fattori (la politica, gli scacchi, etc.).

 

 

PS @conrad65, @unmondomigliore: magari @DivoAugusto è dovuto tornare per cause di forza maggiore.

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Ciao@DivoAugusto

 

Mi dispiace davvero tanto per la tua situazione lavorativa, mi rendo perfettamente conto che purtroppo oggi viviamo una situazione veramente drammatica soprattutto per noi giovani.Io mi ritengo davvero fortunatissimo.Ho 39 anni e da 25 lavoro

stabilmente sempre nella stessa ditta.Ho scelto,dopo le medie di lasciare

gli studi e di iniziare subito a rendermi indipendente.Ai tempi a tutta la mia famiglia sembro una scelta assurda; oggi,con

il senno di poi posso dire che mai scelta fu più azzeccata.

Il tuo problema principale però mi sembra la tua difficoltà nel crearti amicizie.

Quando stavi all'estero com'erano i tuoi rapporti con gli altri?

Per poterti aiutare meglio forse bisognerebbe conoscere un po meglio la tua situazione.

Tanto per iniziare,sei sereno nel tuo essere gay?Qualcuno sa'di te?

Certo, oggi c'è internet,ma tu sei davvero disposto a metterti in gioco totalmente per migliorare la tua situazione?

Guarda che non ti voglio giudicare senza conoscerti,solo senza ulteriori informazioni su di te diventa difficile darti un consiglio.

Pure io faccio parte di quella generazione che non aveva internet ( pensa che ad oggi non mi sono ancora munito di computer,uso solo il cellulare per connettermi) e da quando ho quindicianni vivo in un paese di 1.200 abitanti

e il primo locale gay è a 70 km di distanza.Pero' con un po di buona volontà

qualche amicizia sono riuscito a costruirmela.

Quindi mi chiedo come mai tu ti senta cosi'perduto per quanto riguardano i rapporti personali.

Da quello che hai scritte nel tuo post precedente credo che tu abbia ancora dei grossi problemi di autoaccettazione.

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privateuniverse

Di certo stare in casa non aiuta. Probabilmente, per il lavoro, dovrai pensare a qualcosa di completamente diverso da quello per cui hai una formazione.

 

Non per essere indiscreto, ma in che parte d'Italia abiti?

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Ciao ospite74

 

grazie della tua risposta. Ho letto anche il tuo post "Racconti di vita" e mi ci sono ritrovato parecchio, in particolare per quel che riguarda esperienze del'infanzia e dell'adolescenza. Le mie difficolta' relazionali diciamo cosi, non penso siano dovute all'autoaccettazione o meno, quel che è vero è che in famiglia nessuno sa, è un argomento che non è mai stato affrontato esplicitamente anche se sicuramente tutti percepiscono. Non vedo al momento neanche il bisogno di affrontare apertamente la questione, visto che non vedo come potrebbero aiutarmi i miei famigliari, se non aggiungere ulteriori discussioni o complicazioni. Il problema più che altro è con la gente, nel senso che non riesco a trovare persone "simili" a me caratterialmente. Quando stavo all'estero era tutto differente, tieni pero' presente che ho vissuto in capitali o grandi citta', per cui anche se durante la mia ultima esperienza all'estero ho vissuto in un Paese più indietro dell'italia, ho comunque fatto amicizia facilmente. Forse la spiegazione sta nel fatto che quando sono lontano da casa, tendo a mettermi facilmente in gioco, a presentarmi per quello che sono in realta' (gay, con un carattere un po' pazzerello, etc...) senza preoccuparmi troppo di quello che pensano le persone che via via conosco (pensando: in fondo se non piaccio, avanti il prossimo), mentre quando sono qui sono estremamente controllato, spesso freddo e formale con la gente. Il motivo di tale mio atteggiamento dipende sicuramente da tante cose: anch'io come te da piccolo sono stato deriso come gay, ed anziché impormi ho progressivamente allontanato la gente (in particolare da quando ho fatto il liceo in un altro paese, e poi l'università). Poi, se anche tu come ho letto vivi in un paesino, sai bene che nei paesi ci si conosce tutti da generazioni, e che ci sono i pro e i contro: ad es. io amo troppo la mia famiglia, per accettare che qualcuno metta in giro su di me anche solo pettegolezzi maligni e privi di fondamento. Inoltre non so, spesso non mi riconosco nei maschi intorno a me: non ho la loro grossolanità, anche solo nel parlare, non ho il loro machismo. Tu cosa pensi? Spero presto di trasferirmi in una grande citta' per fare cosi la mia vita, libero.   

 

Ciao@DivoAugusto

Mi dispiace davvero tanto per la tua situazione lavorativa, mi rendo perfettamente conto che purtroppo oggi viviamo una situazione veramente drammatica soprattutto per noi giovani.Io mi ritengo davvero fortunatissimo.Ho 39 anni e da 25 lavoro
stabilmente sempre nella stessa ditta.Ho scelto,dopo le medie di lasciare
gli studi e di iniziare subito a rendermi indipendente.Ai tempi a tutta la mia famiglia sembro una scelta assurda; oggi,con
il senno di poi posso dire che mai scelta fu più azzeccata.
Il tuo problema principale però mi sembra la tua difficoltà nel crearti amicizie.
Quando stavi all'estero com'erano i tuoi rapporti con gli altri?
Per poterti aiutare meglio forse bisognerebbe conoscere un po meglio la tua situazione.
Tanto per iniziare,sei sereno nel tuo essere gay?Qualcuno sa'di te?
Certo, oggi c'è internet,ma tu sei davvero disposto a metterti in gioco totalmente per migliorare la tua situazione?
Guarda che non ti voglio giudicare senza conoscerti,solo senza ulteriori informazioni su di te diventa difficile darti un consiglio.
Pure io faccio parte di quella generazione che non aveva internet ( pensa che ad oggi non mi sono ancora munito di computer,uso solo il cellulare per connettermi) e da quando ho quindicianni vivo in un paese di 1.200 abitanti
e il primo locale gay è a 70 km di distanza.Pero' con un po di buona volontà
qualche amicizia sono riuscito a costruirmela.
Quindi mi chiedo come mai tu ti senta cosi'perduto per quanto riguardano i rapporti personali.
Da quello che hai scritte nel tuo post precedente credo che tu abbia ancora dei grossi problemi di autoaccettazione.

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abito in un paesino del Sud, ma voglio fare una precisazione: pur non avendolo mai amato, devo precisare che non si tratta del paese da cartolina stereotipato, dove le donne vestono di nero, etc... Credimi, non c'e' nessuna differenza fra il mio paese ed un altro della provincia di milano, o trento o di qualunque altra regione del nord. Penso che la condizione di chi vive in un paese piccolo, sia più o meno la stessa.  A volte, penso che uno degli ostacoli, sia forse la presenza della mia famiglia, il timore che possa giungere alle loro orecchie qualche maldicenza.

 

Di certo stare in casa non aiuta. Probabilmente, per il lavoro, dovrai pensare a qualcosa di completamente diverso da quello per cui hai una formazione.

 

Non per essere indiscreto, ma in che parte d'Italia abiti?

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unmondomigliore

le lauree umanistiche purtroppo sono inutili, ma perché viviamo in Italia dove la cultura è disprezzata. L'unico modo in cui la potresti spendere è  l'insegnamento, ma non so se ne vale la pena. 

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credimi, le lauree umanistiche sono inutili un po' dappertutto, e lo dico per esperienza diretta di paesi che si ritengono molto più avanzati dell'italia e con possibilita' occupazionali molto maggiori.

 

le lauree umanistiche purtroppo sono inutili, ma perché viviamo in Italia dove la cultura è disprezzata. L'unico modo in cui la potresti spendere è  l'insegnamento, ma non so se ne vale la pena. 

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@DivoAugusto

 

Sai cosa penso?Che a volte il troppo amore per i nostri cari ci condiziona tanto.

Ma capisco i tuoi timori,li comprendo.Potrei dirti tante cose,che la tua vita e' più importante

dell'ipotetico dolore che potresti causare ai tuoi famigliari, potrei dirti che dovresti essere sempre te stesso

senza paura del giudizio altrui.Ma a te non lo diro'.Non esiste una legge universale che valga per tutti; ci sono persone

come te che pensano prima al benessere dei propri cari e in un secondo tempo al proprio.

Ci sono sensibilita' diverse e ognuna va rispettata.Spesso la vita non ci mette nelle condizioni migliori per poter esprimere noi stessi

A volte è sbagliato il luogo, a volte non si incontrano le persone giuste.

Certo non bisogna completamente arrendersi agli eventi.Andare in una grande citta' potrebbe aiutarti.

Se non te la senti di rimanere al paesello molla tutto e vai!!

Non vederla come una fuga ma come un modo per tornare a sentirti vivo!Davvero non siamo tutti

uguali, ognuno deve cercare la sua strada.Devi farlo, se per caso non dovesse andare come speri

non avrai il rimpianto di non averci nemmeno provato.

Per quanto riguarda le tue difficoltà nel rapportarti con i maschi credimie' una cosa abbastanza comune

soprattutto in piccoli paesi .Spero davvero che tu posso trovare un lavoro in un posto dove tu possa veramente sentirti te stesso.

Nel frattempo non demoralizzarti.Siamo troppo giovani per gettare la spugna!!

Edited by ospite74
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Grazie della tua risposta cosi equilibrata! Spero di trasferirmi presto a Milano, effettivamente.

@DivoAugusto

Sai cosa penso?Che a volte il troppo amore per i nostri cari ci condiziona tanto.
Ma capisco i tuoi timori,li comprendo.Potrei dirti tante cose,che la tua vita e' più importante
dell'ipotetico dolore che potresti causare ai tuoi famigliari, potrei dirti che dovresti essere sempre te stesso
senza paura del giudizio altrui.Ma a te non lo diro'.Non esiste una legge universale che valga per tutti; ci sono persone
come te che pensano prima al benessere dei propri cari e in un secondo tempo al proprio.
Ci sono sensibilita' diverse e ognuna va rispettata.Spesso la vita non ci mette nelle condizioni migliori per poter esprimere noi stessi
A volte è sbagliato il luogo, a volte non si incontrano le persone giuste.
Certo non bisogna completamente arrendersi agli eventi.Andare in una grande citta' potrebbe aiutarti.
Se non te la senti di rimanere al paesello molla tutto e vai!!
Non vederla come una fuga ma come un modo per tornare a sentirti vivo!Davvero non siamo tutti
uguali, ognuno deve cercare la sua strada.Devi farlo, se per caso non dovesse andare come speri
non avrai il rimpianto di non averci nemmeno provato.
Per quanto riguarda le tue difficoltà nel rapportarti con i maschi credimie' una cosa abbastanza comune
soprattutto in piccoli paesi .Spero davvero che tu posso trovare un lavoro in un posto dove tu possa veramente sentirti te stesso.
Nel frattempo non demoralizzarti.Siamo troppo giovani per gettare la spugna!!

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Per uscirne fuori potresti adattarti a trovare un lavoro qualsiasi soprattutto all'estero se puoi perche' in Italia e' difficile e andare che ne so a Londra anche a fare il cameriere,magari per un periodo e continuare a cercare qualcosa per cui hai studiato,conosco persone che l'hanno fatto!

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divo ti capisco, ho avuto una situazione come la tua, non all'estero ma in italia, ho vissuto e viaggiato molto in italia  ma dopo un grave problema familiare e un'esperienza in liguria non troppo felice sono tornata in abruzzo e non sono più riuscita a ripartire.

 

e non c'è cristo e nè madonna, le persone possono dirti quanto vuoi che devi partire ma finchè uno non ce la fa, non ce la fa. e ti dirò di più... partire, come sai, implica dover sopportare certe situazioni perciò bisogna partire convinti e armati di forza. raccogli prima questi elementi.

 

comunque dopo 3 anni di depressione ed immobilità io sono riuscita a farmi un biglietto per ripartire, almeno per riprovarci.

penso di poterti capire molto e fidati, ce la farai pure tu a uscire dal tunnel :)

Edited by Divine
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Grazie anche a te Divine! Spero presto di andar via, lontano! Il problema è trovare lavoro, sto cercando disperatamente. E' anche che, nonostante abbia viaggiato tanto e sia abbastanza avventuroso, adesso il fatto di andar via senza aver nessuna proposta in mano mi fa una certa paura...chiedere soldi ai miei, mettermi a cercare sul posto, magari potrebbero passare mesi prima di trovare. spero di riuscire a trovare qualcosa anche solo per iniziare, qui da casa...anche se so quanto sia difficile!

 

divo ti capisco, ho avuto una situazione come la tua, non all'estero ma in italia, ho vissuto e viaggiato molto in italia  ma dopo un grave problema familiare e un'esperienza in liguria non troppo felice sono tornata in abruzzo e non sono più riuscita a ripartire.

 

e non c'è cristo e nè madonna, le persone possono dirti quanto vuoi che devi partire ma finchè uno non ce la fa, non ce la fa. e ti dirò di più... partire, come sai, implica dover sopportare certe situazioni perciò bisogna partire convinti e armati di forza. raccogli prima questi elementi.

 

comunque dopo 3 anni di depressione ed immobilità io sono riuscita a farmi un biglietto per ripartire, almeno per riprovarci.

penso di poterti capire molto e fidati, ce la farai pure tu a uscire dal tunnel :)

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ti posso dire che io ho provato in questi 3 anni a fare come stai facendo tu ma è difficile perchè per essere preso in un lavoro fuori devi dire che già vivi lì. ti converrebbe, se hai amici fuori, andarli a trovare per qualche giorno e farti un giro, oppure andare 5 giorni in una città che ti piace e farti un giro e consegnare cv. io l'ho fatto e sai che alla fine mi hanno fatto pure qualche colloquio?

 

solo che devi dire che vivi lì. e devi farti due conti... ti conviene prenderti un appartamento condiviso perchè con gli stipendi di oggi in italia, pure se ti va bene, cmq non ti bastano. comunque sono giunta alla conclusione che tocca buttarsi un po' all'avventura perchè non ci sono alternative, a meno che uno non è proprio fortunato. d'altronde io in liguria feci così e pure se non mi trovavo bene, comunque un lavoretto lo avevo trovato...

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PietroUomoDiPietra

Per uscirne fuori potresti adattarti a trovare un lavoro qualsiasi soprattutto all'estero se puoi perche' in Italia e' difficile e andare che ne so a Londra anche a fare il cameriere,magari per un periodo e continuare a cercare qualcosa per cui hai studiato,conosco persone che l'hanno fatto!

 

E io conosco persone che l'hanno fatto e son dovute tornare indietro lo stesso. La crisi purtroppo c'è praticamente ovunque in Europa e dobbiamo farcene una ragione. Gli unici che finora non ho ancora visto tornare sono gente ultraqualificata in materie scientifiche e ingegneristiche ma non so, alla lunga, fino a quando il vento tirerà dalla loro parte: spero a lungo perché non pochi fuori dall'Italia hanno pure messo su famiglia ma i tempi sono e per ora rimangono quel che sono.

 

Non deprimetevi comunque: nessuno ha la sfera di cristallo, nemmeno i menagramo! :-) In bocca al lupo e crepi il lupo!

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Si Divine, penso che continuero' ancora cosi a cercare "a distanza", perché sono un tipo a cui tutto sommato piace programmare un po', se non dovessi riuscire penso mi trasferiro' per qualche settimana nella speranza che sia più facile trovare essendo presente sul posto.

Sono d'accordo con te Pietroumododipietra, andare allo sbaraglio puo' rivelarsi pericoloso e comportare un ulteriore dispendio di soldi ed energie!

 

E io conosco persone che l'hanno fatto e son dovute tornare indietro lo stesso. La crisi purtroppo c'è praticamente ovunque in Europa e dobbiamo farcene una ragione. Gli unici che finora non ho ancora visto tornare sono gente ultraqualificata in materie scientifiche e ingegneristiche ma non so, alla lunga, fino a quando il vento tirerà dalla loro parte: spero a lungo perché non pochi fuori dall'Italia hanno pure messo su famiglia ma i tempi sono e per ora rimangono quel che sono.

 

Non deprimetevi comunque: nessuno ha la sfera di cristallo, nemmeno i menagramo! :-) In bocca al lupo e crepi il lupo!

 

 

ti posso dire che io ho provato in questi 3 anni a fare come stai facendo tu ma è difficile perchè per essere preso in un lavoro fuori devi dire che già vivi lì. ti converrebbe, se hai amici fuori, andarli a trovare per qualche giorno e farti un giro, oppure andare 5 giorni in una città che ti piace e farti un giro e consegnare cv. io l'ho fatto e sai che alla fine mi hanno fatto pure qualche colloquio?

 

solo che devi dire che vivi lì. e devi farti due conti... ti conviene prenderti un appartamento condiviso perchè con gli stipendi di oggi in italia, pure se ti va bene, cmq non ti bastano. comunque sono giunta alla conclusione che tocca buttarsi un po' all'avventura perchè non ci sono alternative, a meno che uno non è proprio fortunato. d'altronde io in liguria feci così e pure se non mi trovavo bene, comunque un lavoretto lo avevo trovato...

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io invece vedo gente che parte e non torna.

 

uno è andato a londra, ingegnere informatico, e dopo 2 settimane ha trovato lavoro e ha portato su pure la moglie e il gatto.

 

un'altra, che non so neanche se ha il diploma, è andata a barcellona, fa la barista lì e non è più tornata. so che si è fidanzata e sta bene, si diverte.

 

la crisi c'è ovunque, e per questo, meglio viverla nel migliore dei modi.

 

L'unico modo per non rischiare è in un certo senso accontentarsi e rassegnarsi. Ma alla fine ci si logora perchè nessuno è nato per vivere di frustrazioni e repressioni. Non è che ci sono molte alternative, parliamoci francamente. Io per lo meno non ne ho.... e sto andando via più che altro per disperazione.

 

ps: divo augusto, visto che sei laureato, perchè non provi con i progetti Leonardo? io ho fatto varie domande... partiresti con un progetto serio e non allo sbando. io ci spero sempre, nei progetti Leonardo, e guardo sempre il sito scambieuropei.

Edited by Divine
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certo, poi penso che le variabili siano tante: le competenze che uno ha, un pizzico di fortuna, etc... io pero' al momento vorrei rimanere in italia, conosco bene l'estero, e per quel che mi riguarda ho capito che la mia serenita' posso trovarla sia a milano che a londra. credo ancora che l'italia sia un paese meraviglioso

io invece vedo gente che parte e non torna.

 

uno è andato a londra, ingegnere informatico, e dopo 2 settimane ha trovato lavoro e ha portato su pure la moglie e il gatto.

 

un'altra, che non so neanche se ha il diploma, è andata a barcellona, fa la barista lì e non è più tornata. so che si è fidanzata e sta bene, si diverte.

 

la crisi c'è ovunque, e per questo, meglio viverla nel migliore dei modi.

 

L'unico modo per non rischiare è in un certo senso accontentarsi e rassegnarsi. Ma alla fine ci si logora. Non è che ci sono molte alternative, parliamoci francamente. Io per lo meno non ne ho....

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io ci credo perché ho vissuto diversi anni all'estero, in paesi peggiori e "migliori" (all'apparenza, secondo alcuni) dell'italia, ed ho potuto confrontare. Personalmente, ho capito che la mia serenità e stabilita devo cercarle dentro di me ;)

 

 

che bello, mi fa piacere sentire qualcuno che crede ancora nell'italia :) davvero!

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unmondomigliore

c'è però un discorso di cui secondo me bisogna tener conto : L'italia per quanto bella, non dà diritti legali alle coppie gay (né matrimoni né adozioni) e quindi uno potrebbe trasferirsi - in linea teorica - non solo per trovare lavoro ma anche alla ricerca di un'uguaglianza sociale che di fatto viene riconosciuta già in molti paesi europei. Poi ovviamente se ti vai a scegliere il paese colpito da crisi, dove gli stessi abitanti non hanno lavoro (la Spagna), a quel punto è meglio rimanere in Italia. Se uno vuole trasferirsi all'estero lo deve fare con una certa motivazione e con la consapevolezza che non sarà semplice, ma una volta entrati nel 'sistema' si è vinto.

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tu hai ragione.

Penso anche però che  una forte motivazione ti viene anche dal sapere che stai andando in un paese che ti piace, o per lo meno che un po' ti attiri.

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