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primo CO in famiglia (2011)


valent

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Un parcheggio. La vibrazione del motore e la voce strascicata di un dj alla radio ti hanno appena abbandonato nel silenzio. Attendi il nulla occupando il sedile fino a quando anche l'ultima luce dell'abitacolo si spegne, decidi che era quello che aspettavi e apri la portiera. Il contatto con l'aria invernale ti induce ad aggiustarti il bavero e a passi rapidi raggiungi l'ingresso dell'edificio. Porta girevole, atrio, saluti dal cameriere, sala principale. Da una rapida ricognizione individui l'obiettivo a 30° est, l'incedere è rallentato dall'imbarazzante cigolio delle sneakers sul marmo, ma in poco raggiungi il tavolo. Nell'attesa giochi col polsino del camicia e osservi i tre presenti, padre, madre e fratello, chiedendoti perchè debba essere così difficile parlarne. Ti rappresenti l'omofobia come il convitato che non è mai mancato a questi pranzi dalla tua adolescenza e aspetti la solita battuta, oggi cade scontatamente su quel ricchione di vendola. Decidi di farlo terminato l'antipasto; arriva il primo, il secondo, il dolce, il caffè. Guardi il fondale della tazzina che hai appena bonificato dal ristretto e ti fai coraggio. "Devo dirvi qualcosa". È in questi momenti che la biologia ti dichiara guerra: legioni di ghiandole lacrimali e sudoripare si mobilitano, i capillari del viso impazziscono e le corde vocali vanno in sciopero. Resti lì sopraffatto, mentre ti immagini il panico che si sta disegnando sul volto dei tuoi genitori. A fatica sollevi lo sguardo e ne hai conferma. Pensano ad una malattia, lo sai, nn hanno il minimo sospetto. Dal fondo della tua inoperosa laringe emerge un sussurro: "sono gay". Ti ripeti, poi una terza volta. Resti lì esausto pensando che fino a cinque minuti fa nessuno al mondo aveva mai saputo nulla sulla tua vera sessualità. Tuo fratello interviene, rude come al solito, i tuoi genitori lo interrompono, discutono tra loro, ti fanno domande, tu sei assente, ogni tanto annuisci, ma desideri solo tornare nel silenzio dell'auto. Finalmente qualcosa li ha indotti ad alzarsi, tua madre ti saluta, tuo padre ti dà una pacca sulla spalla. Chiudi la portiera e finalmente piangi, piangi come nn avevi fatto da anni. Poi inaspettatamente ridi e spossato ti distenti sul sedile, sollevato e smarrito.

Edited by valent
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Molto epico questo racconto..

Peró scrivi davvero bene anche se avrei preferito

una rissa con calci e pugni stile nonno fascista.. XD

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 avrei preferito una rissa con calci e pugni stile nonno fascista.. XD

Per mia fortuna il co con mio nonno è una mosca bianca

 

che disse tuo fratello in modo rude ? e i tuoi genitori subito dopo che discutevano e che ti chiesero ?

Solite robe, ma me le ricordo in parte, ero piuttosto perso, cmq tipo: "ma che cazzo dici? ti passo io un po' di porno con delle lesbiche che nemmeno un gay resisterebbe?" questo mio fratello, mio padre ha detto che non avrebbe mai accettato la cosa, ma l'avrebbe tollerata, mia mamma ha sostenuto che avessi le idee confuse e mi  ha proposto uno psicologo. insomma credo un co un po' comune

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@valent

 

e ora tuo padre accetta la cosa o la tollera solo ?

 

che hanno detto i tuoi dei porno di tuo fratello ? è maggiore o minore di te ?

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Troppo melò e prolisso.

Dolente, ma concordo, i pomeriggi estivi di ozio danno questi magri risultati. ah, le velleità. Quantomeno è fedele. cmq l'ho scritto su richiesta, non mi ci sarei mai cimentato motu proprio.

Edited by valent
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Guarda, la reazione del piangere è normale, ti si scaricano tutta la tensione e l'ansia che hai accumulato dentro. Anche se tanta gente non lo ammetterebbe mai, piangere fa bene. Ora, riguardo al tuo co: tuo padre tollera la cosa ma non l'accetta, ma spero possa cambiare idea. Tua madre ti ha detto che hai le idee confuse ma, fidati, non c'è psicologo che tenga quando ormai hai capito chi sei. Beh, i fratelli son sempre un po' troppo diretti, soprattutto tra maschi. Spero che adesso la situazione in famiglia sia per te più vivibile e non ci siano stati casini di nessun tipo...

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Oh mamma mia che racconto emozionante :) innanzitutto complimenti per il coraggio e i tuoi genitori, nonostante siano spossati tra la psicologa e il tollerare ma non accettare, non l'hanno presa malaccio, ci sono situazioni ben peggiori..

Magari la penseranno così dato che sono freschi di notizia, ma credo che col passare del tempo se vedono che sei felice tu saranno felici loro..

Poi oh io parlo senza cognizione di causa perché i miei non sanno di me, e lo sapranno a natale quando torno a casa.. Ho la fortuna di avere accanto un ragazzo con cui sto da dio e mi sento davvero felice.. Per cui ho deciso di dirglielo attendendo l'incontro faccia a faccia invece che su skype..

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