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Coming Out e indipendenza economica


gius1989

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Io ho sempre pensato che se un giorno, mi auguro di si, trovi il coraggio di dirlo, vorrei avere una minima indipendenza economica. Ma non tanto per il fatto che i miei mi manderebbero via di casa, questo non accadra' mai ne sono convintissimo al 100%, e quindi potrei avere anche una stanza in affitto tutta mia, ma perchè secondo me è importante, quando si affrontano fasi importanti della vita, contare solo su se stessi.

Non ricordo chi è che l'ha detto, in un libro credo sull'emigrazione italiana in Argentina, mi ha colpito questa frase:"studio, cosi nessuno potra' prendermi in giro". Ecco io la penso anche cosi. Voglio finire i miei studi, fare tutto quello che devo fare per essere indipendente, e poi mi sentirei piu' sicuro a dirlo.

 

Io ho quasi 24anni ma mi sento ancora un bambino per certi versi (:D) nel senso che devo dare conto di tutto ai miei, anche la quantita' di aria che respiro' al giorno, Come posso fare un passo cosi importante in questa situazione? Io si' sono una persona decisa, mi ritengo forte, sono tranquillo, pero' secondo me non ho le basi per uscire allo scoperto. I miei mi considerano grande solo di età, ma mi  considerano ancora il piccolo di casa indifeso.

 

Tutti i ragazzi che ho conosciuto mi hanno sempre detto che sono troppo vincolato alla mia famiglia. Ma detta cosi puo' sembrare che i miei sono tipi all'antica ecc ecc. ma non è cosi. Loro mi dicono di uscire, di farmi una vacanza. Benissimo. Ma nel momento in cui io decidessi di fare una vacanza con un mio ipotetico ragazzo, io potrei dire una bugia ai miei e dire"vado al mare con Concetta(la mia amica) ma mia mamma mi direbbe"ma se non l'hai mai fatto? Ma chi c'è con voi?" insomma il terzo grado.

 

Oppue in questa settimana: mio fratello non c'è, i miei vogliono andare due giotni al mare, e io non voglio andarci, vorrei restare solo a casa cosi potrei fare venire il mio "ex" (:D vabè no comment su questo :D ) e stare un po' tranquilli assieme. Ammesso che ci riesca a convingerli che non c'è nulla di male se non vado con loro, mi telefonerebbero 100 volte al giorno o peggio ancora mia mamma mi direbbe"faccio venire la nonna cosi ti cucina e sistema la casa" :o cioè vi pare normale?? Ho 12 anni ebbene si, ho bisogno delle babysitter. Oppure ancora mia mamma che mi dice "non chiuderti a chiave nella stanza" :D Cavoloo ma se voglio chiudermi a chiave che te frega?? Ma potrei continuare all'infinito

 

Dunque: come posso fare una cosa se sono controllato?? Mio padre telefona ancora mio fratello che ha 30 anni se il sabato sera alle 2 ancora non è rientrato! Pensate un po'.

Io se lo dicessi adesso passerei, agli occhi dei miei genitori, come uno che "non sa' quello che dice" perchè non ha esperienze nella vita.

 

Ora per questo penso che se fossi laureato, cominciassi a fare qualcosina nel mondo del lavoro, sarebbe piu' semplice, Ovviamente parlo di laurea perchè sono uno studente, ma anche se facessi il muratore quindi guadagnassi qualcosa, mi sentirei piu' motivato a dirlo. Ma questo anche agli occhi dei miei capite? Mia mamma potrebbe pensare"vabè tanto stupido non è s'è laureato, contento lui" invece cosi potrebbe pensare" questo è folle"

 

Bho spero' che abbiate capito il mio pensiero, forse sbagliato. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi

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Io ho sempre pensato che se un giorno, mi auguro di si, trovi il coraggio di dirlo, vorrei avere una minima indipendenza economica. Ma non tanto per il fatto che i miei mi manderebbero via di casa, questo non accadra' mai ne sono convintissimo al 100%, e quindi potrei avere anche una stanza in affitto tutta mia, ma perchè secondo me è importante, quando si affrontano fasi importanti della vita, contare solo su se stessi.

Non ricordo chi è che l'ha detto, in un libro credo sull'emigrazione italiana in Argentina, mi ha colpito questa frase:"studio, cosi nessuno potra' prendermi in giro". Ecco io la penso anche cosi. Voglio finire i miei studi, fare tutto quello che devo fare per essere indipendente, e poi mi sentirei piu' sicuro a dirlo.

 

 

In genere, alle persone che non hanno fatto CO, consiglio sempre quello che vuoi fare tu. I tuoi genitori, come hai detto, non ti caccerebbero di casa, però stando a come si comportano nei tuoi confronti (ovvero come una persona che non sa provvedere a se stesso) non credo sia prudente dire loro "Mamma, papà, sono gay".

 

Potrebbero diventare ancora più oppressivi e "azzeccosi" :D

 

Invece, se diventi indipendente economicamente, ti laurei ecc. la cosa si fa diversa: innanzitutto tu assumi più sicurezza in te stesso, a prescindere al CO o no, poi i tuoi potrebbero vederti più responsabile, magari diventano più sciolti con te e meno apprensivi...

Edited by Mikafan
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Ventiquattro anni sono abbastanza anche se non hai un'indipendenza economica

e quest'ultima è importante solo se temi delle ripercussioni serie.

 

Come dimostra anche l'esempio di tuo fratello che di anni ne ha 30

i genitori continuano a essere protettivi verso i figli fintanto che i figli glielo lasciano fare.

Se da parte vostra non c'è una reazione negativa continueranno per sempre

e - in fondo - perché dovrebbero smettere di loro spontanea iniziativa?

 

Il problema sta tutto nella tua paura del loro giudizio,

nell'ansia di deluderli e di non venir preso sul serio.

Ed è improbabile che con una laurea o dei soldi in tasca cambi qualcosa:

se però te lo sei posto come obiettivo per il coming out è già positivo.

 

Penso però ogni tanto che tragedia sarebbe per gli eterosessuali

se non potessero vivere liberamente la loro vita sentimentale

fino a che non avessero una laurea o uno stipendio... 

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@mikafan hai colto appieno il mio pensiero :P

 

@almadel si dopo la laurea(ma ci tengo a precisare che non è la laurea in se', ma anche se un giorno mi sveglio e mando tutto a rotoli e mi cerco un lavoto) lo voglio dire, ne sono abbastanza sicuro! Non è tanto il fatto di deluderli, sinceramente non mi interessa piu' di tanto, ma appunto la mia puara è che loro non possano prendermi sul serio! Ecco questo si!

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Io non capisco che problemi ti fai..

Cioè se oggi ti chiedono "ma vai al mare con la tua ragazza?"

Domani ti chiederanno "ma vai al mare con il tuo ragazzo?"

Nel senso che continueranno ad assillarti!

Forse un pelo in piú ma cosa cambia?

 

Cioé devi solo dire che dovranno stressarti sui ragazzi

e non sulle ragazze..

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Ma cosa vuol dire che "non ti prendono sul serio"?

Ti diranno "Sei sicuro? Hai provato con le ragazze? Sarà solo una fase!"

Ma te avrebbero detto anche a 15 anni e te direbbero pure a 30.

In ogni caso la tua risposta sarà sempre la stessa:

"Sì, sono sicuro. Ho già avuto un ragazzo, sono sempre stato così."

 

Se ti aspetti che invece loro ti dicano:

"Ma come fai a saperlo? Non sei neanche laureato!"

Oppure che la tua risposta possa essere

"Certo che ne sono sicuro! Faccio il muratore da tre mesi!"

forse dovresti fare lo sceneggiatore per il Teatro dell'Assurdo :)

 

In realtà penso che la storia della laurea e dello stipendio

sia solo un modo che hai tu per esorcizzare l'ansia del coming out.

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@almadel esatto mi diranno cosi. Che siccome sto sempre a casa e non ho una vita sociale (come loro la intendono) penseranno che sia tutto frutto della mia mente :)

No no ti assicuro che se avessi una mia autonomia l'avrei detto gia' da un pezzo

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Guarda, per il fatto dell'essere protettivi pure i miei (soprattutto mia madre) lo sono a livelli a volte insopportabili. Non capisco il perché non ti debbano prendere sul serio: alla fine non è che gli dici che domani andrai a fare il clown al circo, o sbaglio? Su questo genere di argomenti, abbastanza delicati tra l'altro, non è che l'esperienza e la vita sociale di una persona abbiano tutto quel gran peso...cioè, o si è gay, oppure no.

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Mi sembra che i tuoi genitori siano un po' troppo ansiosi.
O forse possessivi? Non lo so, tu saprai rispondere a questa domanda, però oltre al bisogno di fare CO mi sembra che tu abbia bisogno anche di fargli allentare un po' la presa

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Io sono figlio unico ma i miei genitori non sono troppo protettivi, si mi vogliono bene ma mi hanno sempre lasciato i miei spazi.. Per adesso non sanno ancora di me, ma lo sapranno a natale quando rientro a casa..

Cerca in primis di fargli capire che devono allentare la presa a prescindere dal tuo orientamento sessuale e poi tiragli qualche frecciatina..

Scusa prova a parlarne con tuo fratello magari.. essendo "sotto tiro" anche lui siete sulla stessa barca e potreste darvi una mano (anche riguardo al tuo co)

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@fab_90 tra me e mio fratello c'è il classico "amore per forza", cioè ci vogliamo bene perchè siamo fratelli, esattamente come non puoi non volere bene ai tuoi genitori. Ma con lui non ho confidenza, purtroppo anche in questo "sono sfortunato".

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Sembra davvero che tu abbia un legame con la tua famiglia che ti tarpa le ali e siccome i genitori non cambiano (vedi con tuo fratello) sta a te non farti soffocare, prendere i tuoi spazi, la tua indipendenza, magari gradualmente e senza ostilità ma con determinazione. Quella economica potrebbe aiutare, certo, soprattutto se temi qualche ostilità da parte loro, non tanto per il CO quanto per un atteggiamento più adulto e autonomo che loro potrebbero non accettare.

Ma se non temi questo, allora puoi stare più tranquillo e mettere un po per volta qualche paletto alla loro invadenza...

Se però pensi che i tuoi non ti stimino molto e tendono a sminuire ciò che fai perché ti vedono ancora piccolino, ciò che conta per me é che tu sia sicuro di te, di quello che sei e che vuoi fare, anche se loro non approvano. Non sara magari facile, ma non hai bisogno di un titolo di studio o di un lavoro per sapere che vali, che non sei uno stupido. Che i tuoi lo capiscano o meno.

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  • 2 weeks later...

è indubbio che un CO una volta economicamente indipendenti è più facile. Si ha la certezza che se qualcosa dovesse andare storto i ponti si possono sempre tagliare e ciao. Io ho fatto CO a 22 anni, da studente mantenuto. Non ho aspettato una mia indipendenza perchè avrei dovuto aspettare almeno altri 2 anni per averla e non avrei sopportato (anche se ammetto che avevo un piano B in tasca, avendo una laurea in tasca e qualche soldino da parte). Mio papà mi ha ovviamente rinfacciato che avrebbe preferito aspettassi di andarmene di casa, perchè in quel caso sarebbe stata effettivamente la mia vita. Una cazzata colossale ovviamente a cui ho risposto a tono: la mia vita è la mia vita e punto, anche a 22 anni, anche da mantenuto. E' evidente che mio papà, primo, avrebbe preferito non saperlo del tutto, e secondo, avrebbe fatto storie anche fossi stato indipendente. Il punto è che se i genitori non approvano la tua omosessualità beh non la approvano in ogni momento, un appiglio lo trovano sempre e comunque. Il discorso dell'indipendenza è semplicemente una tua comodità, ti evita qualche problema in più e ti regala più tranquillità. Ma i genitori pur mantenendoti non hanno alcun diritto di tenere in scacco la tua vita: e a 24 anni di tua vita si tratta senza dubbio.

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NamelessDreamer

 

 


In realtà penso che la storia della laurea e dello stipendio

sia solo un modo che hai tu per esorcizzare l'ansia del coming out.


Secondo me non è così. Io mi son trovato nella sua stessa identica situazione: volevo finire gli studi prima di dirlo ai miei. Però alla fine ho fatto CO con qualche anno di anticipo e ho rischiato di mandare tutto a rotoli.
Il consiglio che ti posso dare è di tenere duro, mettercela tutta per finire il prima possibile l'università, dopodiché potrai dirlo in famiglia. Farlo prima comporta numerosi rischi e, secondo me, non ne vale proprio la pena di incasinarsi la vita (magari in mezzo ad una sessione d'esami!).
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Non capisco quale sia il punto. Se anche i tuoi genitori non ti prendessero sul serio e quindi ti giudicassero anticipatamente, tu non devi dimostrargli nulla!
È la tua vita, non la loro. Le tue scelte le fai tu, quindi non devi sempre avere la loro approvazione su tutto. Loro possono prenderne atto e magari potranno reagire alla notizia, ma non capisco come un lavoro o l'indipendenza o la responsabilità possano agevolarli nel capire il tuo orientamento o in generale chi sei veramente.
Quello arriva solo con il dialogo, non certo con atti di maturità.
Poi ovviamente se concludi i progetti che hai in mente, loro saranno fieri di te, ma non per questo prenderanno più seriamente la questione su chi sei veramente.
I tuoi obiettivi non servono a loro, servono a te! Per avere più ordine mentale, per avere l'indipendenza che ti manca e la responsabilità di cui hai bisogno per affrontare la vita. Devi star bene con te stesso per star bene con gli altri. Non è con l'approvazione dei tuoi genitori che la vita diventerà esattamente come nei tuoi scopi.

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NamelessDreamer

@Dreamer_93
l'indipendenza economica non fa capire il proprio orientamento sessuale ma dà un (bel) po' di sicurezza e tranquillità. Nel senso che, dopo aver fatto CO in famiglia, almeno non rischi di rimanere in mezzo a una strada (ipotesi estrema) o creare tensioni in famiglia che distoglierebbero l'attenzione dallo studio :)

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@Dreamer_93

l'indipendenza economica non fa capire il proprio orientamento sessuale ma dà un (bel) po' di sicurezza e tranquillità. Nel senso che, dopo aver fatto CO in famiglia, almeno non rischi di rimanere in mezzo a una strada (ipotesi estrema) o creare tensioni in famiglia che distoglierebbero l'attenzione dallo studio :)

concordo pienamente su tutto con te :)

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Secondo me, se uno non nutre nessuna illusione, se

sa che la notizia sarà recepita negativamente al 99%

per mille motivi ed indizi...ha buoni motivi per rinviare

ma se il problema è "non mi prenderanno sul serio" non

credo che di per sé vi siano motivazioni valide.

 

Un genitore protettivo, se ne ha la possibilità, può cercare

di creare i presupposti perchè il figlio lavori grazie alle proprie

conoscenze o nel circolo della rete familiare di conoscenza

 

[ ebbene sì, per un Italiano che lamenta il fatto che in Italia il

merito non è premiato ce n'è un altro a cui la famiglia trova lavoro ]

 

Quindi trasponendo queste considerazioni in termini generali, il rinvio

a tempi "maturi" in cui si avrà l'indipendenza dalla famiglia, mediamente

può risultare una "trappola" perchè quei tempi potrebbero non arrivare

mai.

 

A livello individuale, se si sa che bisognerà andarsene, cavarsela da soli

o se si è coerenti nel rifiutare qualunque aiuto dalla propria famiglia ( non

è facile rifiutarlo, quando spesso è la possibilità più comoda ) non ci sono

obiezioni, ognuno può regolarsi come crede, ovvio.

 

In generale però credo sia una pratica negativa e a livello individuale

bisogna tenere presenti i rischi che evidenzio: cercheranno di tenervi al

guinzaglio anche dopo la laurea...se sono in grado di farlo.

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l'indipendenza economica non fa capire il proprio orientamento sessuale ma dà un (bel) po' di sicurezza e tranquillità. Nel senso che, dopo aver fatto CO in famiglia, almeno non rischi di rimanere in mezzo a una strada (ipotesi estrema) o creare tensioni in famiglia che distoglierebbero l'attenzione dallo studio :)

 

Sicuramente, infatti a livello personale indipendenza economica ecc. sono una buona precauzione per situazioni del genere! In casi estremi è addirittura FONDAMENTALE.
Sembrava che questi obiettivi che cercava servissero ai suoi genitori per facilitarli nell'accettazione del CO.

citando me stesso:

 

 


I tuoi obiettivi non servono a loro, servono a te! Per avere più ordine mentale, per avere l'indipendenza che ti manca e la responsabilità di cui hai bisogno per affrontare la vita.
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Di solito quando ci si rende indipendenti e si esce di casa

si ha l'impressione che "dirlo" non sia poi così importante

e si lascia che ci arrivino da soli, se ci arrivano.

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dipende da cosa vuoi ottenere

il tuo pensiero non è giusto e nemmeno sbagliato, è una questione di risultati possibili: non capirò mai perché una laurea agli occhi di un genitore dovrebbe qualificare un figlio. Tendenzialmente questi si qualifica da solo, sulla base della sua tempra, una madre - credo io - non è tanto orgogliosa di un pezzo di carta, quanto del fatto che il figlio se l'è cavata.

Ha ragione chi ti dice che i tuoi hanno tanto ascendente su di te proprio perché sei te a permetterglielo. Bisogna ad un certo punto chiarire le posizioni, fissare le priorità e mettere in chiaro che la tua vita e le loro non sono la stessa cosa. Certo è un passo costoso, dacché i punti di riferimento vanno a dissolversi e devi poi tu per te stesso diventare bussola.. la domanda, semplice, è: sei pronto?

Posticipare gli obiettivi penso sia uno degli espedienti peggiori per rimandare la crescita, oggi no ma domani.. e poi domani ne succede un'altra, un'ennesima validissima ragione per rinviare. Ma se le cose stanno davvero così è una cosa che puoi sapere solo tu, se davvero conti sul successo post laurea.. è anche vero che l'indipendenza economica facilita di molto le cose, come però è vero che il senso dell'autonomia ce l'hai dentro oppure no, non viene coi soldi.

In realtà questo post sarebbe anche inutile, dal momento che non dico nulla di nuovo, e non tanto rispetto a quel che è già stato detto, ma rispetto a quel che sai da solo.. di questo son convinto. Solo una cosa mi preme di aggiungere, e te lo dico da tuo coetaneo.. siamo in un'età bellissima, 24 anni, che dovrebbe essere fatta di incoscienze e leggerezze, di libertà e spensieratezza.. sono anni che non tornano, pieni di un'energia che non sarà lì per sempre. La vita è tua e puoi decidere di farne quel che ti pare, ma tieni d'occhio il tempo, perché quando lo sprechi non lo riavvolgi.. almeno per me, non amo i rimpianti :)

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il coming out secondo me non è la tua priorità: la tua priorità è affermare un'indipendenza psicologica dai tuoi genitori

è un processo lungo e che può anche essere spiacevole purtroppo... da attuare con una certa gradualità

tuo fratello forse potrebbe darti una mano

 

 

Edited by conrad65
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@gius1989

capisco bene di cosa parli...io son caduto in una sorta di limbo depressivo per aver dato retta a tutte le preoccupazioni dei miei...

la cosa buffa è che credevo d'aver già superato questa fase, nell'adolescenza, ed ora di nuovo son sotto una campana.

 

Mamma molto apprensiva, il CO l'ha preso malino...tipo pianti e tristezza sconfinata, pesante da sopportare.

Papà tradizionalista, CO recente, sorprendentemente l'ha presa "bene"...anche se m'ha invitato alla "riservatezza" in pubblico. 

Eh vabbè, lo sapevo.

 

Capisco quel che scrivi a proposito di vacanze, "controlli", etc...

ehm...comunque un momento "ideale" per fare CO non c'è  :no2:

Genitori ansiosi -purtroppo- crescono figli ansiosi

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@gius1989

 

Ti riporto la mia esperienza personale.

 

24 anni, studente universitario che a definirmi "ritardatario" si userebbe un eufemismo (sono quasi al settimo anno della triennale), non lavoratore, completamente mantenuto dai miei.

Il rapporto che avevo con mia madre era per certi versi simile a quello che tu hai descritto con i tuoi genitori, con la sola differenza di 900 km di distanza a catalizzare l'ansia di controllo materna. A partire dai 21 anni circa, ho via via fatto guerra al modo d'essere e d'agire di mia madre, sino a vincerla (non con le buone).

 

Con lei ho fatto coming out che ne avevo 19, e solo per ragioni tecniche e congiunturali, non per spinta alla confidenza.

Ho completato il coming out in famiglia (padre e sorella) a 24 anni cogliendo al balzo l'occasione di una crisi famigliare (c'è chi direbbe "battere il ferro finché è caldo", prima che l'abitudine e le brutte convinzioni del quieto vivere tornino a raffreddarlo).

 

Come dice @Almadel, salvo casi particolari relativi a situazioni cliniche (malattia) o di costrizione fisica (qualsiasi cosa ti renda difficile o impossibile vivere da solo senza il supporto più o meno costante di un famigliare o persona X), credo che a 24 anni l'indipendenza economica o l'avere un titolo di studio non valgano nulla nel rendere un coming out più funzionale o accettabile, né nella realtà, né nella tua percezione, né in quella dei tuoi genitori.

 

Da quel che scrivi, e da quella che è la mia esperienza personale, credo che il tuo voler aspettare di avere una laurea o un lavoro abbia più una valenza a te e per te di emancipazione personale dai tuoi genitori, piuttosto che in relazione al tuo coming out.

E sottolineo "a te e per te", perché in ogni caso non ne avranno alcuna per i tuoi genitori: laureato, impiegato, sposato, re del mondo, continueranno a comportarsi con te allo stesso modo, e a vederti allo stesso modo, perché l'emancipazione personale passa primariamente, e forse unicamente, dal personale.

Se non li affronti, se non poni loro dei limiti netti, se non salvaguardi quei limiti, non ti emanciperai da loro, nemmeno con otto lauree e quattro lavori.

 

Ti consiglio di iniziare la tua "guerra" personale ai modi e all'ottica dei tuoi genitori, ma soprattutto alla parte di te che decide di sottostare ai loro modi e alla loro visione nel vivere quotidiano. Una volta presa cognizione di te stesso, di quella che è la tua posizione, e delle distanze che gli altri devono rispettare, il coming out ti verrà in automatico anche da mantenuto.

 

Una volta che avrai capito che è la tua vita, la tua, e non quella di qualcun altro, tutto il resto verrà da sé.

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AndrejMolov89

La mia esperienza è stata negativina.Non lo è eccessivamente, però mia madre mi ostacola attivamente, avendo l'arma di ricatto, ovvero vuotare il sacco con mio padre che potrebbe prenderla molto molto male. Questo non fa decisamente bene al mio rapporto con il mio fidanzato il quale ogni tanto da' segni di cedimento .-. 

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La mia esperienza è stata negativina.Non lo è eccessivamente, però mia madre mi ostacola attivamente, avendo l'arma di ricatto, ovvero vuotare il sacco con mio padre che potrebbe prenderla molto molto male. Questo non fa decisamente bene al mio rapporto con il mio fidanzato il quale ogni tanto da' segni di cedimento .-.

La psichiatra cosa dice ai tuoi? Guariranno?! -.-"

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@Greed89

 

Te l'ho già detto di persona, ma te lo ripeto anche qui. Le persone si interfacciano con te in funzione dei limiti che si pongono da sole e dei limiti che poni tu.

 

Il fatto che tua madre arrivi non solo al sabotaggio, ma anche al ricatto ai fini di sabotaggio, dimostra che tu non hai posto limiti alle sue azioni, e che lei da sola non sente assolutamente la necessità di darsene (atteggiamento che non costituisce un'eccezione tra le madri che ho conosciuto direttamente o indirettamente).

 

Il punto è che porre dei limiti a una persona alla quale non li si è mai posti prima, specie se questa sente di avere un'autorità su di noi, come nel caso di tua madre (o di mia madre a suo tempo), non è facile, e non è facile perché è rischioso, non perché sia difficile dire "Mamma, basta.".

Il soggetto in questione si sente tradito, preso in contropiede, privato di un potere che era abituato a pensare come suo di diritto. Un po' come reagivano i nobili europei ai tempi delle prime rivendicazioni e rivoluzioni popolari, un po' come reagivano i bianchi ai tempi delle prime rivendicazioni dei neri non più schiavi, un po' come reagiscono certi padroni quando un cane evade i loro ordini: sclerano, sbraitano, azzardano tentativi di repressione violenta, fanno cose stupide.

 

Il rischio sussiste solo nel disobbedire e rivendicare la propria autonomia personale (non economica, bensì personale), nel dire "Io sono così, e voglio fare questo: non sono affari tuoi, non hai voce in capitolo, e stacce.", perché nel non disobbedire, nell'adeguarsi al proprio ruolo di sottomessi, nello scendere a patti con il ricatto e il sabotaggio o nel giocare su quello stesso livello, non sussistono rischi, ma solo certezze: il problema di base della tua situazione, che è la situazione di molti, e che è stata anche la mia situazione, non è nel fatto che i comportamenti di un genitore possano mandare a puttane una bella relazione d'amorosi sensi, ma nel fatto che si ha la certezza matematica di continuare ad essere oppressi, non liberi, succubi, e che le cose non miglioreranno ottenendo una laurea, trovandosi un lavoro, mantenendosi da sé.

Al più ne sentiremo di meno il peso, ma resteranno questioni irrisolte, libertà che ci spettavano e che non ci siamo presi, sottomissioni vive e vigenti con le quali scegliamo di convivere, sotto le quali scegliamo di vivere.

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Per quanto mi riguarda, visto che oggi è veramente difficile trovare un lavoro che mi permetta di andare via di casa, questo mi porta dei fastidi con i miei genitori, soprattutto perchè tendono a controllare tutto e in uno strano modo facendomi sentire in colpa proprio perchè non credo di avere il diritto a questa libertà se dipendo economicamente da loro..

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