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Dubbi spirituali


Pix

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Ciao a tutti! Eheh forse sarete sorpresi che apro un post proprio qui, in effetti lo sono anche io ma sento la necessità di avere un consiglio per questa cosa che sento pressante in me.

E' da 10 anni che bazzico in ambienti neopagani, rimanendone sempre ai margini perché "qualcosa non mi quadra, qualcosa non mi va bene". Da un anno o poco più la svolta: rifacendomi alla cultura pagana concepisco un prototipo di spiritualità personale. Ero molto eccitato all'idea di poterne parlare agli altri ma dai miei conoscenti neopagani ho ricavato solo rifiuti e schernimento. A maggio scorso sono entrato in contatto con un movimento "buddista" molto conosciuto. Mi sono documentato, ho letto libri, ho fatto esperienze in gruppi. Ho da subito scoperto l'impressionante affinità formale e contenutistica tra il mio credo e quello buddhista. Senza battere ciglio, ho cominciato a praticare, pensando che fosse meglio aggregarsi ad una scuola di milioni di iscritti invece di proseguire da solo. Da qualche tempo però, qualcosa non va: sento il mio credo scalciare dentro di me, come se volesse uscire. Non è una crisi mistica, sia chiaro: cambierebbe solo la forma ma non ciò in cui credo! Sto cominciando a pensare che il Buddhismo l'ho incontrato solo per fare esperienza, solo per arricchire il mio culto personale. Voi cosa ne pensate? Dovrei assecondare le mie pulsioni o rimanere in una "casa solida"? C'è anche da dire che il Buddhismo è molto stimato ( nonostante ho constatato ci sono alcune idee che davvero fanno gridare alla superstizione più becera ) e che ho remora che non venga preso sul serio in quanto fedele di un culto personale.

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Per esperienza personale posso solo consigliarti vivamente di fare una lunga riflessione e seguire ciò che ti dice il tuo cuore. Per quanto mi riguarda, sono cresciuto in una famiglia Cristiana DOC ma io non ne sono mai stato entusiasta anche se lo praticavo per forza. Comunque crescendo ho capito che non esiste nessun Essere Superiore; Dio o come lo si voglia chiamare ed ho deciso di passare direttamente all'Ateismo, il quale mi fa star bene con me stesso, perchè credo che la nostra vita la comandiamo e ce la creiamo noi e non abbiamo bisogno di nessuna forza spirituale esterna se non la nostra voglia di credere in NOI STESSI :D

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@@nicoocin invece per me è l'esatto opposto: io credo fermamente e ho avuto anche prove di fede. Il problema sta nel fatto di scegliere e di portare avanti una fede in qualcosa di nuovo o in qualcosa di già costruito. Hanno la stessa essenza ma nomi diversi.

 
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Infatti, il problema sta proprio nel fatto di saper portare avanti una fede, come hai specificato tu. Ad esempio, per un omosessuale, sarà un pò difficile credere nel cristianesimo e in un Dio che non li accetta per quello che sono. Adesso io non so il Buddhismo come si espone al riguardo, ma comunque sono contento per chi può e vuole ancora credere in qualcosa :)

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@@nicoocin il Buddhismo in generale non si esprime. Comunque io sono sempre stato buddhista per ciò in cui credo. E' solo che cerco un modo per aiutare meglio il prossimo. Il Buddhismo lo può fare davvero? Ho alcuni dubbi di origine pratica e non teorica.

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Non puoi semplicemente dire a te stesso che c'è un Dio.. ma che non lo conosci.. non sai che forma ha.. e non c'è nessun bisogno di adorarlo o praticare?

Le religioni, Buddismo compreso, sono nate dagli uomini.. e io degli uomini non mi fido.
Ne salta uno che dice di aver sognato una rivelazione e tutti o quasi automaticamente si aggregano a lui.. ci fanno delle regole da rispettare e scacciano o discriminano chi non le rispetta.
Alcuni sono arrivati a fare guerre e attentati in nome di Dio..

 

la dottrina buddista sarà anche quella più pacifica.. ma come hai detto tu.. ha qualcosa che non ti torna.
Davvero vale la pena seguire una corrente religiosa?? Non è meglio fare quello che è bene per te.. ammesso che tu sappia cosa è il bene e tu reagisca al male.. piuttosto che rispettare delle regole dettate dagli uomini in nome di Dio, Allah, JHWH, Buddha, Visnu ecc ecc ecc.??? ;)

alla fine per credere ci vuole sempre una prova.. e ciò cozza con la fede dove tutto dovrebbe essere dogma.

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@@yalen86 la mia fede si basa su prove concrete nella mia vita del Dharma Meraviglioso ( che precedentemente io iconizzavo in una divinità ). Il problema sta se proseguire nel mio percorso orientale o iniziare un progetto nuovo.

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Questa discussione mi incuriosisce molto!

Premetto di essere assolutamente profano e impreparato, dal momento che io alla religione, semplicemente, non ci ho mai pensato più di tanto (mh, forso posso essere definito agnostico); spero di non risultare offensivo o scettico, esprimendoti le mie curiosità!

Cosa intenderesti fare? Cercare nuovi adepti? Dare una forma normata al tuo nuovo credo?

In cosa consiste il tuo credo?

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@@Patroclo adepti è una parola grossa. Mi piacerebbe fondare un'associazione, un movimento di persone che hanno la mia stessa concezione dell'esistenza. La pratica che seguo è di meditazione e di preghiera, mi piacerebbe mettere nero su bianco tutto ciò in cui credo perché, grazie al Buddhismo, ho scoperto che le mie idee non sono poi così folli. :D

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Caro Pix, nessuno ti vieta di fare ciò che dici di voler fare... Anzi... Semplicemente fallo, tenendo presente, però, che riflettendo troppo sulle cose o troppo con altre persone delle disparità di opinione arrivano sempre.

Quello che voglio dire io, è che in ogni religione troviamo ALMENO una piccola contraddizione con il nostro pensiero, e ciò è testimoniato dal fatto che all'interno di stesse religioni vi siano infinite correnti diverse.

Inoltre, questo è facile da capire anche con un altro genere di riflessione: domani la penserai come oggi?

Su questo credo che tutto (almeno in forma "micro", non per forza macro) è mutevole, almeno i"dettagli" ci distanzieranno da certe posizioni e talvolta anche da noi stessi, se presi in momenti diversi, tuttavia è bene anche riconoscerci in una corrente, in un credo che almeno indicativamente ci indichi una strada da percorrere.

Anche i discorsi teologici sono mutevoli all'interno delle stesse religioni e degli stessi studi, non a caso...

Ad ogni modo, se tu ti senti di fare qualcosa, e questa cosa è un pensiero profondo.. Falla, se questo è la TUA forma di bene...

Ti faccio un esempio non proprio calzantissimo, ma molto vicino al mondo in cui siamo cresciuti: all'interno della stessa Chiesa, per esempio, ci sono delle visioni particolareggiate che danno, talvolta, origine ad infinite congregazioni religiose diverse.

Se ne esistono tante, sarà pur vero che in qualcosa differiranno l'una dall'altra... Ma non per questo non si rifanno tutte a QUEL credo, che opinabile o meno viene interpretato (e talvolta anche "concepito") in maniera (quantomeno leggermente) diversa...

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Tutte le religioni sono frutto dell'uomo, ergo: tutte le religioni sono artificiali e finte.

Non esiste nulla; l'unico metodo utile per sentirti in pace con te stesso e con gli altri è fare del bene a tutto ciò che ti sta intorno.

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Guarda Io ho avuto un "Cammino spirituale" estremamente doloroso ma da quando sono buddista devo dire che sto rinsaldando il mio spirito e sono piuttosto certo che il buddismo sia la strada verso la felicità e la pace interiore, mia e del prossimo.

Ma ci tengo a precisare che il buddismo è una FILOSOFIA e non una RELIGIONE ^_^

Per l'appunto è un movimento laico.

Anche se poi le questioni teologiche si complicano

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L'etica personale, quindi i fattori di bene/male, giusto/sbagliato e il rapporto di se con l'ambiente circostante, è un aspetto importante per ogni persona.

 

Il benessere personale, quindi l'equilibrio psicofisico, l'autoanalisi, il sentirsi in pace con se stessi, è un altro aspetto.

 

La spiritualità, ovvero il nostro rapporto con la morte e "oltre", con ciò che, se vogliamo, possiamo chiamare "metafisico" (anche se il termine non è corretto), e non necessariamente parla di divinità, è ancora un altro aspetto.

 

Una religione è un corpus standard che cerca di dare risposte e metodi  più o meno soddisfacenti a tutti e tre gli aspetti, in un sistema più o meno coeso e coerente. Il buddhismo è a tutti gli effetti una religione, si basa sulle "quattro nobili verità" che sono quanto di più metafisico esista, e non è certo laico.

 

Bisogna chiarirsi quando si parla di percorso spirituale. A quale bisogno interiore vogliamo rispondere? Perchè se il bisogno è di "stare bene con se stessi", allora non è un percorso spirituale quello che si segue, ma è della buona pratica di autoanalisi e di meditazione/rilassamento. Se è "lo stare bene con gli altri", non è un percorso spirituale che si segue, ma è un percorso di determinazione etico/sociale, del proprio ruolo del mondo, lavoro, volontariato, ideal, hobby etc.

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@korio, mi sa che secondo il tuo riassunto

sia una religione anche l'essere Platonico o Nietzschiano

 

Perché la Religione è composta anche da riti, devozioni e gerarchie

che - ad esempio - sono assenti nella filosofia.

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@korio, mi sa che secondo il tuo riassunto

sia una religione anche l'essere Platonico o Nietzschiano

 

Perché la Religione è composta anche da riti, devozioni e gerarchie

che - ad esempio - sono assenti nella filosofia.

 

Io non sono un esperto di filosofia, sono un ingegnere, quindi mi scuso per le imprecisioni o per gli errori.

 

In generale una filosofia, come l'essere Platonico, non da risposte in tutti e tre i campi, anche se in alcuni casi lo fa. E non sono un esperto di filosofia, ma se prendiamo alcune scuole filosofiche greche, c'erano riti, devozioni e gerarchie da seguire, ovviamente contestualizzate all'insegnamento.

 

Non è necessario, per una religione, avere riti, devozioni e gerarchie, per dire i wikka non hanno gerarchie, mentre il buddhismo non ha riti e devozioni in senso stretto ma ha solo "mantra" che sono strumenti atti alla meditazione e al raggiungimento dei vari step dell'ottuplice cammino. In alcune sue derivazioni notevoli, come lo Zen, non ci sono riti o gerarchie, ci sono Maestri, i quali però sono tali per la conoscenza che hanno, così come avviene nelle scienze in generale.

Lo sciamanesimo non ha gerarchie. Scientology non ha devozioni, ma ha riti (in senso lato) e gerarchie.

 

Diciamo che i focus sono differenti. Una filosofia diventa religione quando cambiano i numeri dei seguaci, e quindi alcuni passaggi diventano stereotipizzati e più rigidi. Si passa quindi da un pensiero interiore da elaborare a una serie di dogmi da accettare così come sono, almeno in una fase iniziale.

 

Credo che sia in questi due aspetti, la differenza: nelle dimensioni e nel dogmatismo.

 

Per dire: il confucianesimo, pur non essendo molto legato ad una spiritualità, pur non avendo riti e devozioni, essendo principalmente un concetto "estremamente laico", è spesso associato concettualmente a una religione ed è strutturato come una religione, ed ha avuto una influenza molto forte in Cina, paragonabile al Cristianesimo in Europa.

Edited by korio
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