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Chiedo aiuto, non so chi sono


Peppe90

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Buongiorno,

premetto di non avere nulla contro gli omosessuali, anzi, vi stimo per come affrontate quelle che sono sicuro non sono delle situazioni facili, e sono a favore dei matrimoni gay.

Sono un ragazzo di 22 anni che frequenta l'università. Sono sempre stato etero, ma avendo alcuni dubbi ho pensato che meglio di voi non ci sarebbe stato nessuno al quale poter rivolgersi per chiedere aiuto e un parere.

Da un paio d'anni non so più chi sono. In breve cerco di riassumervi la mia storia così potete farvi un'idea: fin da quando ho ricordi, sono sempre stato attratto fisicamente dalle ragazze, e non ho mai avuto alcun dubbio al riguardo. Ho anche avuto un'esperienza sessuale ("gioco del dottore") con mia sorella all'età di 6 anni... lei più grande di me di 7 anni. Cosa abbastanza squallida, se ci penso, ma da allora non ne abbiamo mai più parlato. A quell'età, ovviamente, non si sa nulla, anche se ricordo di provare grande eccitazione e di chiederle spesso di "farlo" quando i miei erano a lavoro.Tutto era cominciato col fatto che lei voleva insegnarmi a baciare le ragazze per quando ero più grande. Poi sono cresciuto in modo, penso, normale, alternando i miei ottimi risultati a scuola, ai mediocri risultati calcistici, malgrado un buon talento che non riuscivo ad esprimere. Mi ci ha giocato la timidezza, che nel calcio si accentuava. Chiamato da una società importante ho dovuto, ahimè, accettare la panchina. In un mondo, quello del calcio, dove il più sbruffone e il più egoista vince. Una dura realtà per un bimbo di 8 anni. Dover vedere i compagni essere stimati dagli allenatori mi distruggeva l'autostima, per uno come me che ha sempre voluto essere il migliore. Da lì in poi non vi nascondo che sia stata una parabola discendente, fino a quando ho smesso, a 16 anni.

Con l'inizio della pubertà ho imparato a conoscere il mio corpo e la masturbazione, sempre attratto dalle ragazze e dai filmini porno che a quel tempo cominciavano a girare tra i compagni di calcio, e a scuola. Come ho già detto, mai attratto dai ragazzi o dal corpo maschile. Vorrei sottolineare una cosa, però: mi sono sempre affezionato ad un amico in particolare, ho sempre cercato di avere un amico che volesse essere mio amico quanto io volevo essere suo amico, fin da piccolo. E questo mi recava dolore quando non ci riuscivo. O quando ero solamente uno dei tanti amici. In poche parole, ho sempre cercato di avere un punto di riferimento, un amico migliore. Di affezionarmici succedeva abbastanza facilmente, e diventavo anche geloso dei miei amici delle volte. Ecco che piangevo quando dovevo salutare l'amico della montagna alla fine delle vacanze estive a 6 anni, e che ho pianto quando ho salutato un mio amico tedesco, con il quale ho condiviso un appartamento in Inghilterra durante il mio anno sabbatico, quando sono ritornato qui in Italia. Durante il liceo procede tutto normalmente, con le solite cotte per certe ragazze che affollavano i miei pensieri erotici. Al liceo, tuttavia, divento grande amico di un mio compagno di classe. L'amicizia sembrava essere corrisposta, e con lui mi ci trovavo sempre bene. Tanti erano gli scherzi e le risate che si faceva a scuola. Tanto che in terza mi è anche sorto un dubbio: Cacchio, ma sono gay? Tale domanda mi ha turbato solamente per un paio di giorni, fino a quando ho realizzato che mi faceva ribrezzo l'idea di baciare un maschio, e nel particolare, baciare questo mio compagno, che posso dire di aver amato come amico. Anche tra le "toccate" o inculate simulate tra compagni in spogliatoio per scherzo, anche con lui, non ho mai provato niente di niente. Aggiungo che nemmeno a calcio mi è mai successo nulla in spogliatoio. Sì, ok, ci si guarda il membro per confronto, ma finisce lì. Niente attrazione o pensieri "strani".

Dopo il liceo ho fatto un anno sabbatico in Inghilterra (lì ho parenti) e ho conosciuto una ragazza fantastica (lei inglese), con cui tuttora vivo una relazione a distanza. E' stata la mia prima vera ragazza, prima avevo soltanto avuto una piccolissima storia con una con la quale mi ero solo baciato al tempo delle medie (grande eccitazione, ricordo di essermi "bagnato"). Certo, a quasi 20 anni ero stufo di non aver mai trombato, vedendo tutti i miei amici provavo tanta invidia. E allora, sarà stato grazie al mio forte accento italiano, al ruolo di ragazzo un po' "cool" perché viene dall'estero, ho trovato il coraggio per approcciare una ragazza che mi piaceva molto con l'intento di farci sesso e fare quest'esperienza. Ne è nata una storia, che io fossi davvero innamorato, ho i miei dubbi. Nella cultura anglosassone sono veloci a sposarsi, pianificare il futuro, fare figli, ma allo stesso tempo anche a divorziarsi, e io mi ci sono lasciato travolgere. Lei parla spesso di matrimonio e si aspetta che io le regali l'anello di fidanzamento e le chieda ufficialmente di sposarla a breve. Ancora, io ero in cerca solo di sesso, e mi sono ritrovato in una relazione già pianificata dalla mia Lei e dalla sua famiglia (hanno visto un bravo ragazzo, che non si droga e che pensa a studiare, lì, a quanto pare, ragazzi del genere sono una rarità, e mi hanno letteralmente braccato). Futuro che, per voler loro, mi vuole in Inghilterra, e non Italia. Una relazione, comunque, fuori dal normale. Da due anni ogni sera la trascorro su Skype a parlare con lei, tralasciando i momenti di relax e di svago, come il guardare la tv e lo stare con la propria famiglia. Al punto che diviene anche stancante, fisicamente. Per non dire che l'ho sempre fatto abbastanza controvoglia.

Arriviamo al dunque: un paio di mesi dopo esserci messi assieme, circa un mese dopo la nostra prima volta (il sesso mi è piaciuto da subito, forse ne ero rimasto un pelo deluso dopo anni di video porno e grande attesa, ma mi piaceva), dopo un erezione non delle migliori (tra l'altro l'avevo convinta a farlo in macchina anche se aveva lavorato una giornata intera in un fast food e puzzava un po' di cipolla :) ) mi è sorto un dubbio: "ma sono gay che non mi viene duro"? Da quella sera in poi, quel dubbio mi ha attanagliato. Non ho la forza di lasciarla anche se penso di non essere innamorato di lei quanto lei lo è di me, forse non lo sono mai stato veramente. Lei, invece, è convintamente innamorata di me, e lo si vede nel modo in cui mi guarda e mi cerca continuamente. Tanto che verrà in Erasmus alla fine di Agosto, per un anno, solo per starmi più vicino.

Non riesco a capire chi sono veramente. Cerco perfino di interrogarmi per strada o quando sono in giro con gli amici: mi chiedo se mi piacciano i tipi che vedo sebbene sotto sotto sappia di essere attratto solamente dalle ragazze. Tutto questo procede da due anni, con alti e bassi. Alterno periodi in cui mi dico: "cavolo però, sei proprio un coglione, finalmente ti rendi conto che i ragazzi ti fanno schifo e che non ne toccheresti uno, eppure delle volte passi momenti a credere che sei gay, anche se chiaramente non sei attratto da alcuna persona dello stesso sesso" e momenti in cui mi auto-convinco di essere gay anche se so di non essere attratto da alcun maschio. In questi momenti entra in gioco anche la mia mente, con una vocina che mi sussurra "eh ma pensa agli amici per cui hai pianto, pensa alle volte in cui eri geloso se tizio aveva altri amici o se non ti considerava quanto tu consideravi lui, poi lo te lo eri già chiesto con il tuo compagno, sotto sotto sei gay". Insomma, cerca di farmi indagare il passato analizzandone i minimi dettagli per provare che io sono gay. E' diventata un'ossessione, non sto scherzando.

Tutto ciò, anche se nel frattempo continuo ad eccitarmi solo con il porno etero. Anzi, direi di esserne dipendente, mi masturbo compulsivamente molte volte al giorno, quasi per poter alleviare il mio dolore interno. Ho provato a guardare video gay, ma proprio mi fa ribrezzo. Non mi ci vedo, non è quello che sono, o almeno, non è quello che sotto sotto penso di essere.

Ne sono consapevole, è' un controsenso, ma è un controsenso che rende la mia vita infelice ed un autentico inferno. Trovo difficoltà a contrarmi nello studio, anche se ho ottime capacità e mi reputo un ragazzo brillante. Ho anche pensato al suicidio, tali sono i pesi e i dubbi che mi porto dentro. Ma sono sicuro che non lo farei mai.

Potrebbe essere che la difficile situazione con la mia attuale fidanzata, ma lo so, me lo sto volendo io. Come dice mia mamma, sono partito per l'anno sabbatico bambino, e sono tornato adulto. Forse è successo tutto troppo in fretta. Non so nemmeno io chi sono al momento, e mi trovo con una fidanzata e con dei "suoceri" che parlano di matrimonio e del mio futuro a 10 anni e più anni. Forse sono talmente debole che, oltre ad non avere gli attributi per far valere un po' di sano egoismo e lasciarla, dato che penso di non essere innamorato di lei, mi stia dando la colpa a me stesso per questo amore non riuscito. Potrebbe essere che sto pensando di dover per forza essere gay perché questa relazione per me non è una relazione felice, anche se la ragazza con cui mi trovo è bella e intelligente, buona e simpatica e che forse so che non ne troverei di migliore? Non so, ultimamente mi sto auto-convincendo di essere bisessuale, perché ho accettato che sicuramente mi piacciono le ragazze (anche se l'ho sempre saputo), anche se delle volte, mi convinco non sia vero. Mah, i ragazzi non mi hanno mai attizzato, ma questo è quello che la mia mente vuol farmi credere.

Cerco un parere, cosa ne pensate, voi che siete sicuri della vostra omosessualità? Lo sono anch'io? Sono bisex? E' un'oosessualità latente? Non so più cosa pensare, so solo che certi periodi, come questo, sono un inferno.

Grazie in anticipo.

Edited by Peppe90
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Due cose appaiono molto chiare dal tuo racconto.

 

La prima è che non sei gay: non ti piacciono gli uomini, non ti attira l’idea del sesso con uomini, non ti eccitano i porno gay. Direi che non c’è molto altro su cui elucubrare. Probabilmente hai delle insicurezze legate al sesso, dovute magari ad una tua timidezza di fondo (anche l’eccessiva dipendenza dai porno non aiuta in questo senso).

 

 

La seconda è che dovresti lasciare la tua ragazza perché, come dici tu, non la ami. Soprattutto perché lei ha già pianificato le vostre vite e ha in mente qualcosa di molto serio per il vostro rapporto, dovresti lasciarla libera al più presto per non ingannarla ulteriormente.

Edited by wasabi
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Sarà l'estate, ma ultimamento molti ragazzi come te scrivono qui.

Se le cerchi troverai le loro testimonianze.

(Tutti con grossi problemi di dipendenza dalla masturbazione)

Noterai che molti hanno scritto quello che ha scritto Wasabi

e che tutti alla fine sono "spariti" con un fidanzato.

 

Ovviamente mi piacerebbe dirti: "Sì, sei gay".

Ti risolverei moltissimi problemi: ti convincerei a provare con un maschio,

ti troveresti da dio e l'unico tuo pentimento sarebbe quello di non avercelo chiesto prima.

 

Ci sono però alcuni gay - "quelli che lo hanno sempre saputo" -

che sono molto gelosi della loro omosessualità

e che cercheranno di convincerti del contrario.

 

C'è però ancora qualcosa che non ci hai detto.

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Sarà l'estate, ma ultimamento molti ragazzi come te scrivono qui.

Se le cerchi troverai le loro testimonianze.

(Tutti con grossi problemi di dipendenza dalla masturbazione)

Noterai che molti hanno scritto quello che ha scritto Wasabi

e che tutti alla fine sono "spariti" con un fidanzato.

 

Ovviamente mi piacerebbe dirti: "Sì, sei gay".

Ti risolverei moltissimi problemi: ti convincerei a provare con un maschio,

ti troveresti da dio e l'unico tuo pentimento sarebbe quello di non avercelo chiesto prima.

 

Ci sono però alcuni gay - "quelli che lo hanno sempre saputo" -

che sono molto gelosi della loro omosessualità

e che cercheranno di convincerti del contrario.

 

C'è però ancora qualcosa che non ci hai detto.

 

E cioè?

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BruisePristine

ciao!

secondo me ti fai troppo seghe mentali (e non solo..), prova con un uomo se davvero non provi piacere sai di essere etero

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Ho anche avuto un'esperienza sessuale ("gioco del dottore") con mia sorella all'età di 6 anni... lei più grande di me di 7 anni. Cosa abbastanza squallida, se ci penso, ma da allora non ne abbiamo mai più parlato.

non sentirti male per questo i rapporti incestuosi tra minorenni sono più comuni di quello che si pensa.

dopo tutto eravate consenzienti giusto?

la mia prima esperienza è stata con un mio cugino coetaneo, non ne abbiamo più parlato ma il nostro rapporto familiare è normalissimo.

 

per il resto ha totalmente ragione wasabi,se non provi attrazione non sei ne gay ne bsx.

probabilmente sei solo insicuro cerca aiuto da un amico, il tuo medico o i tuoi familiari.

vedrai che starai meglio.

ciao e buona fortuna

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Ci sono però alcuni gay - "quelli che lo hanno sempre saputo" -

che sono molto gelosi della loro omosessualità

e che cercheranno di convincerti del contrario.

 

Figuriamoci, per me più siamo meglio è :-)

 

Il fatto è che, secondo me, Peppo confonde, o addirittura giustifica, la propria insicurezza e debolezza con una presunta omosessualità (nonostante non gli piacciano gli uomini).

E' un fenomeno che io ho già potuto osservare dal vivo e la persona in questione non è affatto sparita con un fidanzato, ma con una fidanzata ...

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Non sai chi sei; eppure mi sembra chiaro quello che non sei... perché non sei gay.

Per quante paranoie chiunque si possa fare, c'è una cosa fondamentale che serve per esserlo, cioè l'attrazione fisica per un altro maschio. Non se ne sfugge. Quello che hai sentito per i tuoi amici è probabilmente un'amicizia molto forte, e siccome non hai particolare omofobia, sai riconoscere che assomigliava ad un innamoramento platonico.

Anche a me anni fa è capitata una situazione di forte amicizia e sintonia con una ragazza, tanto che a un certo punto sono arrivato a considerarlo un amore platonico... ma privo di ogni attrazione sessuale, perciò non mi sono mai considerato etero, né tantomeno bisex.

 

Mi sembra che tu stia soffrendo e che ti senta confuso, però non ti manca la capacità di ragionare su te stesso, su quel che senti e provi; hai mai pensato di rivolgerti a uno psicologo?

 

(Il tutto secondo la mia umile opinione, poi magari sbaglio e ha ragione Almadel)

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La cosa scomoda da dire è che gli etero non si pongono il problema e se uno si fa paranoie lascia pensare.

In ogni caso è meglio lasciare la ragazza inglese e penso sia farlo prima che venga in Italia.

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O non ci hai detto qualcosa, come sostiene Almadel, oppure, se questo è tutto, il tuo è un caso di omofobia interiorizzata, per cui, di fronte ad alcune tue insicurezze, e di fronte a scarso coinvolgimento affettivo, forse chissà a scarsa capacità affettiva, ed eventualmente anche a una certa immaturità (il che, se hai 21/22 anni, sarebbe tremendamente normale), tu tremi all'idea di essere gay.

 

La frase che hai virgolettato e che una voce ripete dentro di te, è la classica voce del portavoce dell'omofobia (una madre, un padre, ad esempio). Per cui se non ti viene duro una volta con la ragazza, sei gay, se ti affezioni agli amici o anche hai un grande trasporto per essi (cosa stranormale), sei gay: in breve, tutto diventa occasione della tremenda ossessione eterosessuale: mio dio, non sarò frocio?

 

Non vedo poi perché tu dovresti orientarti a crederti bisessuale se, come ci dici, il corpo maschile non ti eccita, e se l'idea di fare sesso con un uomo ti fa schifo.

Edited by Isher
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Non sai chi sei; eppure mi sembra chiaro quello che non sei... perché non sei gay.

Per quante paranoie chiunque si possa fare, c'è una cosa fondamentale che serve per esserlo, cioè l'attrazione fisica per un altro maschio. Non se ne sfugge. Quello che hai sentito per i tuoi amici è probabilmente un'amicizia molto forte, e siccome non hai particolare omofobia, sai riconoscere che assomigliava ad un innamoramento platonico.

Anche a me anni fa è capitata una situazione di forte amicizia e sintonia con una ragazza, tanto che a un certo punto sono arrivato a considerarlo un amore platonico... ma privo di ogni attrazione sessuale, perciò non mi sono mai considerato etero, né tantomeno bisex.

 

Mi sembra che tu stia soffrendo e che ti senta confuso, però non ti manca la capacità di ragionare su te stesso, su quel che senti e provi; hai mai pensato di rivolgerti a uno psicologo?

 

(Il tutto secondo la mia umile opinione, poi magari sbaglio e ha ragione Almadel)

 

Ci ho pensato, ci sto pensando, però non trovo il coraggio per chiamare ed informarmi. Più che altro, continuo a ripetermi che posso capirmi da solo, che non ho bisogno di sentire il parere di uno psicologo, però più ci provo, più insicuro mi dimostro ai miei occhi. Poi, come ho detto, va a periodi. Delle volte mi dico "Ahhh viva la serenità, finalmente ti sei capito, ma come puoi essere stato così stupido!!" Altre volte, beh, mi auto-convinco. Tutto scaturisce dal fatto che il mio dubbio è sorto dai dubbi che avevo su di mia morosa, che già parlava di amore un mese dopo la nostra relazione, cosa che ingenuamente faceva parlare di amore anche a me (illudendola e forse anche illudendomi). MI sono lasciato travolgere da questa situazione, e tuttora ci sono dentro. Adesso probabilmente non riesco a lasciarla perché non voglio vederla soffrire. Ad infierire coi miei dubbi è la storia degli amici. Nel senso, ci rifletto e la mia mente mi dice che un etero non possa provare sentimenti di amore -come dici tu- platonico, verso amici, e allora mi convinco di essere gay/bisex (dipende dai giorni).

Comunque, sì, penso di aver amato il mio amico da amico. Di questo ne sono certo. Ma non per questo ho avuto fantasie su di lui, o attrazione fisica.

Vorrei aggiungere che andando all'estero è forse stata la prima volta che mi sono approcciato al mondo omosessuale perché, purtroppo, all'estero l'omosessualità viene accettata molto più che nel Belpaese con la conseguenza che se ne parla di più, e più molte persone si dichiarano: per esempio la sorella di mia morosa è lesbica, e il suo migliore amico gay, cosa che mi sembrava strana all'inizio, ma che non mi ha mai creato alcun problema nel relazionarmi con loro, anzi! Si ride, si fanno battute, e si scherza assieme!

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O non ci hai detto qualcosa, come sostiene Almadel, oppure, se questo è tutto, il tuo è un caso di omofobia interiorizzata, per cui, di fronte ad alcune tue insicurezze, e di fronte a scarso coinvolgimento affettivo, forse chissà a scarsa capacità affettiva, ed eventualmente anche a una certa immaturità (il che, se hai 21/22 anni, sarebbe tremendamente normale), tu tremi all'idea di essere gay.

 

La frase che hai virgolettato e che una voce ripete dentro di te, è la classica voce del portavoce dell'omofobia (una madre, un padre, ad esempio). Per cui se non ti viene duro una volta con la ragazza, sei gay, se ti affezioni agli amici o anche hai un grande trasporto per essi (cosa stranormale), sei gay: in breve, tutto diventa occasione della tremenda ossessione eterosessuale: mio dio, non sarò frocio?

 

Non vedo poi perché tu dovresti orientarti a crederti bisessuale se, come ci dici, il corpo maschile non ti eccita, e se l'idea di fare sesso con un uomo ti fa schifo.

 

Eppure è proprio questo il mio grande dilemma/paradosso. Delle volte ne sono convinto, anche se so che non mi piace. E' questo il casino che mi sta creando.

Riflettendoci, però, potresti aver ragione: io sono uno che si è sempre preoccupato o fissato, anche troppo, su cose che potrebbero segnare uno disfacimento della mia vita. Un esempio stupido quanto banale: quando ero piccolo a sentir parlare i miei o al telegiornale di droga e di ragazzi che si drogavano come di una brutta cosa, che in realtà lo è, avevo certi pensieri involontari, che in inglese si direbbero "intrusive thoughts", di me stesso che usava droga e siringhe, o pasticche e quant'altro. Succedeva abbastanza spesso, e poi mi dicevo basta pensare a queste brutte cose, non vuoi diventare così e deludere la mamma. (in misura minore lo sono sempre stati i brutti risultati a scuola e il fumo di sigarette). Nel senso, avevo paura di diventare un drogato e "far star male" i miei genitori. Mi è successo anche per esempio di pensare e preoccuparmi sul che cosa succederebbe se, alla vista di un coltello, prendessi a pugnalate uno dei miei genitori. Lo so, mi vergogno per quello che sto dicendo, lo so anche io che delle cose di tale genere non dovrei nemmeno pensarle. A dire il vero succede spesso, quando per esempio passo un coltello su richiesta ad un famigliare.

Purtroppo in Italia l'omosessualità è vista come un male incurabile, una sciagura, come potrebbe esserlo la droga ecc... e probabilmente è possibile che abbia fatto lo stesso tipo di ragionamento: che abbia paura di "diventare" gay per il fatto che così facendo deluderei i miei genitori. Quello che intendo è che forse mi preoccupo anche se il "problema", la fattispecie, non c'è. La mia insicurezza di fondo, (che si è vista e acutizzata grazie al calcio che tanto ho amato e che tanto mi ha distrutto la personalità), che alimenta la mia incapacità di mettere fine ad una relazione infelice per la paura di deludere la mia controparte che innamorata di me lo è pazzamente, unita alla mia timidezza di fondo e aiutata dai dubbi che sorgono dai ricordi degli amici, potrebbe avermi condotto a dubitare della mia personalità/sessualità.

Concludo che forse è veramente buona cosa che vada a parlare con uno psicologo, perché così rischio di incasinarmi ancora di più.

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Non sono assolutamente d'accordo con @Isher

Lo stato di confusione in cui potrebbe essersi venuto a trovare non dipende da una sorta di spauracchio interiorizzato quasi a super es mascherato da fantoccio materno e paterno che è sempre pronto a puntar il dito ed accusarlo. Non completamente e non sicuramente.

 

La società contemporanea sta affrontando il tema dell'omosessualità non come una parte FISSA della sessualità ma come una variante altalenante va e vieni dove chiunque può scoprirsi omosessuale, chiunque può andare a letto con un uomo (o una donna) passando dall'altro lato del fiume come fosse un cambio di moda. In un contesto come questo diventa mal comune l'idea che l'omosessualità sia nascosta dietro ogni vicolo e non sempre è l'omofobia interiorizzata a farla vivere questa sensazione in mal modo piuttosto il fatto di NON SAPERE cosa si è e cosa si sta diventando.

Ecco che si pesca nel passato episodi da far combaciare a tutti i costi, frecce che indicano il percorso e che ci aiutino a cercare quella sicurezza che abbiamo perduto.

 

Per tornare a Peppe, non leggo episodi che possano darti una risposta in tal senso. A mio avviso sei un normale (eh sì) etero che sente il bisogno di esprimere la propria individualità, le proprie necessita di autorealizzazione e che passa troppo tempo ad indagare in campi che non sono i propri.

L'omosessualità non si svela nè si esprime in questa maniera. I tuoi desideri paiono orientati definitivamente verso le donne e questo non ti rende certo meno speciale, particolare o interessante rispetto all'eventualità d'essere etero. Piuttosto direi che hai una scarsa confidenza con la tua sessualità e con le gioie che questa può dare quando viene vissuta pienamente.

 

Essere etero non vuol dire non affezionarsi, non amare un altro uomo. Essere etero significa voler bene ad un altro uomo senza però volerlo vedere.. Nudo. xD

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mah, sinceramente da quello che scrivi non credo proprio tu sia gay, insomma, sei attratto dalle ragazze, ti piacciono i porno etero (mentre gli altri ti schifano) magari quello che ti sta capitando è il fatto che ti stai rendendo conto che questa relazione non ti soddisfa.

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Dividiamo i problemi e partiamo da quello piu grave:

Tu non sei innamorato di quella ragazza e ti stai avviando verso un matrimonio che non vuoi.

In quello che scrivi risulti confuso su molte cose ma non su questa.

 

Che ne pensi?

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Dividiamo i problemi e partiamo da quello piu grave:

Tu non sei innamorato di quella ragazza e ti stai avviando verso un matrimonio che non vuoi.

In quello che scrivi risulti confuso su molte cose ma non su questa.

 

Che ne pensi?

Che non ho le balle per lasciarla e per decidermi. In alcuni momenti mi sembra di essere innamorato, in altri invece.... Solo che non accetto il fatto che questa relazione non mi stia rendendo felice. Io la vedo, è sempre estasiata quando mi guarda, quando si parla le parte un sorriso immenso. Forse il problema di tutto è proprio questo. Io non riesco a lasciarla, e mi sto auto-lesionando incolpandomi per il fatto che non riesco ad amarla. Amare non è una scelta, e questo lo so per certo. Però anche in momenti in cui si bisticcia e si è là là per lasciarsi, non ce la faccio, pensando che perdendo lei perderei me stesso. Ma forse mi ci sto perdendo lo stesso. Questo fatto alimenta la mia auto-convinzione di essere gay (delle volte) sebbene sappia di non essere attratto dai maschi... fate un po' voi che casino sono diventato.

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Non ti rendi conto che è lei che ha scelto te, come futuro sposo e futuro padre, mentre tu non hai scelto un bel niente? La tua ragazza e la sua famiglia vedono in te il futuro bravo marito e bravo padre e genero. Ma tu, se per caso sei del 1990, non hai né l'età né la maturità per fare una scelta del genere: praticamente nessun ragazzo a 20/22 anni vuole sposarsi, o ha la quadratura mentale e la maturità per farlo, la voglia e la capacità di mettere su casa, fare figli. Non sei per caso un po' abulico, rispetto a questa storia? Non farti vivere la tua vita dagli altri, da chi decide per te. Tu devi crescere, fare esperienze, prenderti il tuo tempo, divertirti anche, e arrivare convinto a una scelta come il matrimonio o la coabitazione, con donna o uomo che sia. Mi sembra che tu ti sia lasciato trascinare in una storia la cui regia non è tua.

 

 

Eppure è proprio questo il mio grande dilemma/paradosso. Delle volte ne sono convinto, anche se so che non mi piace. E' questo il casino che mi sta creando.

Riflettendoci, però, potresti aver ragione: io sono uno che si è sempre preoccupato o fissato, anche troppo, su cose che potrebbero segnare uno disfacimento della mia vita. Un esempio stupido quanto banale: quando ero piccolo a sentir parlare i miei o al telegiornale di droga e di ragazzi che si drogavano come di una brutta cosa, che in realtà lo è, avevo certi pensieri involontari, che in inglese si direbbero "intrusive thoughts", di me stesso che usava droga e siringhe, o pasticche e quant'altro. Succedeva abbastanza spesso, e poi mi dicevo basta pensare a queste brutte cose, non vuoi diventare così e deludere la mamma. (in misura minore lo sono sempre stati i brutti risultati a scuola e il fumo di sigarette). Nel senso, avevo paura di diventare un drogato e "far star male" i miei genitori. Mi è successo anche per esempio di pensare e preoccuparmi sul che cosa succederebbe se, alla vista di un coltello, prendessi a pugnalate uno dei miei genitori. Lo so, mi vergogno per quello che sto dicendo, lo so anche io che delle cose di tale genere non dovrei nemmeno pensarle. A dire il vero succede spesso, quando per esempio passo un coltello su richiesta ad un famigliare.

Purtroppo in Italia l'omosessualità è vista come un male incurabile, una sciagura, come potrebbe esserlo la droga ecc... e probabilmente è possibile che abbia fatto lo stesso tipo di ragionamento: che abbia paura di "diventare" gay per il fatto che così facendo deluderei i miei genitori. Quello che intendo è che forse mi preoccupo anche se il "problema", la fattispecie, non c'è. La mia insicurezza di fondo, (che si è vista e acutizzata grazie al calcio che tanto ho amato e che tanto mi ha distrutto la personalità), che alimenta la mia incapacità di mettere fine ad una relazione infelice per la paura di deludere la mia controparte che innamorata di me lo è pazzamente, unita alla mia timidezza di fondo e aiutata dai dubbi che sorgono dai ricordi degli amici, potrebbe avermi condotto a dubitare della mia personalità/sessualità.

Concludo che forse è veramente buona cosa che vada a parlare con uno psicologo, perché così rischio di incasinarmi ancora di più.

 

Quello che scrivi mi comferma nella mia ipotesi, e, se ti rileggi con un minimo di lucidità, credo che anche tu te ne possa persuadere. Il tuo problema è non deludere le aspettative altrui, ed è anche una certa mancanza di carica autonoma, con tendenza a confonderti e farti influenzare (in modo anche nevrotico: vedi gli intrusive thoughts). Tu ti sei messo attualmente in una situazione che non sai dominare e che non ti appartiene veramente. Il tuo «chi sono? non so chi sono» è un tentativo inconscio di fermarti per tempo, di prendere fiato, e io credo che dovresti proprio farlo, rafforzando la tua stima, la tua personalità, la chiarezza dei tuoi obiettivi, prediligendo ciò che ti piace, ciò che veramente vuoi fare (a tutti i livelli: studio, svaghi, obiettivi di ogni tipo).

 

Il tuo "non sarò gay?" è un modo contorto, ma efficace, di uscire da una relazione che non ti convince e soprattutto da una prospettiva di vita che ti si sta cucendo addosso senza che tu sia preparato ad affrontarla e nemmeno desideroso di farlo.

Edited by Isher
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Non ti rendi conto che è lei che ha scelto te, come futuro sposo e futuro padre, mentre tu non hai scelto un bel niente? La tua ragazza e la sua famiglia vedono in te il futuro bravo marito e bravo padre e genero. Ma tu, se per caso sei del 1990, non hai né l'età né la maturità per fare una scelta del genere: praticamente nessun ragazzo a 20/22 anni vuole sposarsi, o ha la quadratura mentale e la maturità per farlo, la voglia e la capacità di mettere su casa, fare figli. Non sei per caso un po' abulico, rispetto a questa storia? Non farti vivere la tua vita dagli altri, da chi decide per te. Tu devi crescere, fare esperienze, prenderti il tuo tempo, divertirti anche, e arrivare convinto a una scelta come il matrimonio o la coabitazione, con donna o uomo che sia. Mi sembra che tu ti sia lasciato trascinare in una storia la cui regia non è tua.

 

Complimenti, non avresti potuto dirla in modo migliore. E' esattamente quello che i miei genitori e sorella mi dicono da due anni a questa parte. E' qualcosa più grande di me, ed io, grazie alla mia debolezza di fondo e ingenuità (pensa che io non volevo nemmeno continuarla questa relazione quando ci siamo staccati perché dovevo tornare in Italia, solamente 3 mesi dopo che ci eravamo conosciuti. Lo so, sono un po' masochista, e anche un po' coglione), ci sono cascato, ed ora non ho la forza per uscirne. E' stato un vero trauma, anche per i miei genitori. Sono partito bambino, e sono tornato "sposato". Ma con una maturità di un adolescente. Per una persona che, come me, deve fare un percorso lungo di maturazione, è stato uno shock non indifferente. E forse è proprio per questo che ho cominciato a farmi venire tutti questi dubbi.

Lei ha fatto esperienze, ma soprattutto appartiene ad un'altra cultura, dove ci si sposa e si pianifica velocemente, ma si divorzia altrettanto velocemente. Una cultura che dista anni luce dalla nostra.

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Non ti rendi conto che è lei che ha scelto te, come futuro sposo e futuro padre, mentre tu non hai scelto un bel niente? La tua ragazza e la sua famiglia vedono in te il futuro bravo marito e bravo padre e genero. Ma tu, se per caso sei del 1990, non hai né l'età né la maturità per fare una scelta del genere: praticamente nessun ragazzo a 20/22 anni vuole sposarsi, o ha la quadratura mentale e la maturità per farlo, la voglia e la capacità di mettere su casa, fare figli. Non sei per caso un po' abulico, rispetto a questa storia? Non farti vivere la tua vita dagli altri, da chi decide per te. Tu devi crescere, fare esperienze, prenderti il tuo tempo, divertirti anche, e arrivare convinto a una scelta come il matrimonio o la coabitazione, con donna o uomo che sia. Mi sembra che tu ti sia lasciato trascinare in una storia la cui regia non è tua.

 

 

 

 

Quello che scrivi mi comferma nella mia ipotesi, e, se ti rileggi con un minimo di lucidità, credo che anche tu te ne possa persuadere. Il tuo problema è non deludere le aspettative altrui, ed è anche una certa mancanza di carica autonoma, con tendenza a confonderti e farti influenzare (in modo anche nevrotico: vedi gli intrusive thoughts). Tu ti sei messo attualmente in una situazione che non sai dominare e che non ti appartiene veramente. Il tuo «chi sono? non so chi sono» è un tentativo inconscio di fermarti per tempo, di prendere fiato, e io credo che dovresti proprio farlo, rafforzando la tua stima, la tua personalità, la chiarezza dei tuoi obiettivi, prediligendo ciò che ti piace, ciò che veramente vuoi fare (a tutti i livelli: studio, svaghi, obiettivi di ogni tipo).

 

Il tuo "non sarò gay?" è un modo contorto, ma efficace, di uscire da una relazione che non ti convince e soprattutto da una prospettiva di vita che ti si sta cucendo addosso senza che tu sia preparato ad affrontarla e nemmeno desideroso di farlo.

 

Mi sa che mi sto avvicinando pian piano ad una possibile risposta. Spero solo di riuscire a fare quello che mi ero detto avrei fatto più di un anno fa. Perché questa situazione mi sta distruggendo. Dentro.

Ti ringrazio, come ringrazio anche tutti gli altri che mi stanno aiutando a capire me stesso.

E viva l'amore, quello vero, che sia etero o omo non importa!

E viva la serenità, che spero di ritrovare al più presto. Mentre dico ciò mi scendono delle lacrime.

Ps: anche oggi non ho studiato, ahimè

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Allora, caro Peppino, fermati in tempo e non fare il coglione. E soprattutto smettila di viverti a 22 anni come un 90enne, che non ha la forza di fare, dire, rivedere, niente! Ti stai crogiolando nella tua presunta debolezza, che è fondamentalmente timore di scatenare reazioni punitive (= negative, giudicanti, tali che ti colpevolizzano, etc.) nei tuoi confronti da parte di persone (genitori, suoceri, forse anche la tua lei, e chi sa quante altre figure con le quali hai avuto e hai a che fare) percepite come potenti, più potenti di te.

 

Ma tu devi ancora crescere, fare esperienze, fare prove, e prenderti il tuo tempo per farlo :-)

Edited by Isher
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Allora, caro Peppino, fermati in tempo e non fare il coglione. E soprattutto smettila di viverti a 22 anni come un 90enne, che non ha la forza di fare, dire, rivedere, niente! Ti stai crogiolando nella tua presunta debolezza, che è fondamentalmente timore di scatenare reazioni punitive (= negative, giudicanti, tali che ti colpevolizzano, etc.) nei tuoi confronti da parte di persone (genitori, suoceri, forse anche la tua lei, e chi sa quante altre figure con le quali hai avuto e hai a che fare) percepite come potenti, più potenti di te.

 

Ma tu devi ancora crescere, fare esperienze, fare prove, e prenderti il tuo tempo per farlo :-)

 

Non so come ringraziarti. Mi sembra di sentire mia madre. "Stai vivendo da sposato, devi fare esperienze, non sai se lei è quella giusta, perché non esci e non vedi gente....", forse non ha tutti i torti.

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Sono abbastanza in accordo con questi ultimi discorsi di Isher.

Aggiungo solo: se vedi che sei troppo in difficoltà, se vedi che ti stai incasinando e non sai più come muoverti, se la sofferenza sorpassa il livello di guardia, non avere paura di chiedere aiuto. Mettici il fegato e chiama uno psicologo. Ce ne sono di bravi.

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Mah...

Anche a me all'inizio della mia accettazione l'idea di baciare un ragazzo mi faceva schifo (pure il primo bacio a un ragazzo mi ha fatto schifo)...

E il solo pensiero di fare sesso anale mi disgustava.

Secondo me il fatto di avere una vocina che ti dice "ma sarò mica gay?" è un campanello d'allarme non indifferente...

Io ti do per gay :D

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via, eh, con questo caldo non c'è verso di mettersi a leggere tutto il papello

alle tre del mattino mi manca la tempra, e poi non c'è neanche un finale..

 

sei frocio o non lo sei? uhmm, e io che ne so? e un forum di sconosciuti che ne sa? la vedo dura coi vantaggi concreti di un aiuto.. se cerchi un sito che possa aiutarti, non aprire un forum: c'è gaytube, tanto per misurare le reazioni; ci sono i gruppi giovani sparsi qua e là, ci sono persino in sardegna, pensa! :o e poi ci sono i maschi anche loro sparsi qua e là, se vivi da queste parti ne troverai a mazzi come il prezzemolo

va beh, per piantarla, che a una certa poi divento fastidioso, gente che non sa un bel nulla di te e della tua vita, se non quello che scrivi (il che è sempre di parte e/o falsato) non basterà: è l'esperienza diretta e concreta che ti darà le risposte che vuoi

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