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sindrome di Asperger


otamarco

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Uhm, sei invalido? Contando sul fatto che l'Asperger ti renda piuttosto impermeabile ad eventuali "mancanze di tatto" da parte nostra, ci dici qualcosa di più al riguardo?

veramente mi pesa molto il modo in cui vengo trattato dagli altri, ci sono molte cose che mi fanno star male più della media

 

cosa vorresti sapere esattamente? :sorriso:   

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Mi sono espresso male, forse sono solo le tue reazioni alla sofferenza emotiva meno "macroscopiche" di chi non presenta tratti di personalità autistici...?

Ero curioso di sapere quali sono i segni e i sintomi che hanno portato i medici a questa diagnosi.

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Dopo circa 2 anni di dubbi e attese, finalmente nell'autunno 2010 un team di esperti dello spettro autistico mi ha dato una diagnosi affermativa. Il test al quale mi hanno sottoposto ha confermato che i miei parametri sono compatibili con quelli di un individuo autistico ad alto funzionamento. Quest'ultimo è il termine tecnico col quale viene definita la sindrome di Asperger. Non sono mai stato una persona ottimista e pertanto non mi sono mai aspettato cure miracolose una volta accertata la natura esatta della mia condizione e quindi anche del mio male di vivere. Il solo beneficio che ne ho tratto è stato quello di avere ora le idee più chiare e il sollievo di poter ormai cessare la ricerca affannosa di cause astruse dietro la mia depressione e le tare sociali che mi trascino dall'infanzia. Prima era più arduo accettare la possibilità che tutti i miei limiti socio-affettivi, uniti al crollo psicologico che ho vissuto negli ultimi anni, avessero una spiegazione meramente caratteriale. Quest'ultima era la spiegazione che fin da piccolo mi sentivo ripetere da familiari, parenti e conoscenti; non di rado accompagnata da prediche e rimproveri. Ero quasi arrivato ad accettarla finché, alla fine del 2007, è avvenuto un fatto spiacevole ma decisivo; la mia prima esperienza sentimentale. Per la prima volta ho tentato di aprire il mio cuore a una persona e, nel fallire, sono precipitato in una depressione che - ristagnando in profondità dentro di me - non mi ha più abbandonato fino ad oggi. Quella prima delusione, inizialmente, avevo cercato di considerarla come un doloroso ma necessario passo verso una nuova e più completa fase della mia vita. E invece, a distanza di qualche mese, è seguito un secondo fallimento ancor più vivido e lacerante del primo, grazie al quale la mia depressione ha toccato il suo apice più nero. Da tutto ciò ho imparato a non mettere mai più in ballo i miei sentimenti e ad affrontare con la maggiore freddezza possibile le mie frequenti infatuazioni. Di conseguenza ho sopportato con molto meno dolore la mia terza delusione e poi anche la quarta, la quinta, la sesta, la settima, l'ottava, la nona, la decima e l'undicesima. Tuttavia la depressione in sé, il senso di vuoto e il desiderio di morire non cessavano affatto. Continuavo a chiedermi perché, tranne me, tutti i miei coetanei - pur avendo sofferto - avevano comunque portano a compimento da anni quella fase della vita in cui i giovani hanno le loro prime esperienze amorose (sia fisiche che sentimentali). Spesso sentivo di dovermi rassegnare al fatto di essere un asociale che doveva pagare un giusto castigo. Tuttavia era inevitabile cercare delle vie d'uscita, anche solo per raggiungere uno stato di pace ed imparare ad abbracciare un destino da misantropo felice, o quasi. Finché un giorno non mi si è palesata una spiegazione clinica, che mi è parsa plausibile non appena ne ho esaminato i sintomi, caratteristici in gran parte anche della mia persona. La sindrome di Asperger era descritta come un disturbo pervasivo dello sviluppo con una serie di conseguenze negative nella vita socio-affettiva dell'individuo che ne è affetto. Trovavano finalmente una spiegazione univoca sia le mie sofferenze degli ultimi anni sia le rarissime amicizie che sono riuscito a stringere dall'infanzia ad oggi, ma anche la diversità dagli altri per la bizzarria e l'originalità dei miei interessi e la perenne inadeguatezza in qualunque contesto sociale (specie fra coetanei). E finalmente ho cominciato a capire le ragioni dei miei fallimenti sentimentali, dovuti al fatto di non comprendere istintivamente il linguaggio delle persone neurotipiche, e quindi di non saperlo riprodurre per ottenere l'empatia necessaria - che nel corteggiamento assume ancor più importanza. Fin da piccolo non capivo come mai le persone mi giudicassero tanto serio o inespressivo, o perché tanti atteggiamenti che gli altri assumevano io li trovassi del tutto insensati. Ho capito che le persone come me sono nate prive della capacità d'interpretare inconsciamente il linguaggio non verbale, che nella comunicazione è indispensabile quasi quanto quello logico/astratto. Ho capito perché le persone come me interpretano i rapporti umani in maniera rigidamente logica, senza sapersi mai affidare all'istinto. Ho capito perché le persone come me sono sempre così esageratamente sincere e coerenti in quello che pensano e dicono; mentre per i neurotipici è del tutto naturale celare una parte di sé e comunicare con gli altri in una maniera sempre un po' "recitata". Comincio a capire che dietro un'espressione del volto ci sono tante sfumature che io non riesco a cogliere e che, diversamente dagli altri, dovrei imparare a riconoscere come se fosse una materia di studio. Se una persona mi sorride non so ad esempio se è un sorriso amichevole, malizioso, derisorio o solamente emotivo. Ho capito che tutte le ragazze da me corteggiate si sono tenute a distanza poiché dubitavano della genuinità delle mie parole dinanzi alla mia apparente apatia esteriore. Molte persone le ho turbate per aver loro rivelato fatti molto personali, che non avrebbero mai avuto la spontaneità di ammettere a loro volta; al punto che la mia sincerità è stata spesso messa in dubbio, come se io fossi un mitomane intenzionato solo ad attirare l'attenzione.
Tutta la mia vita ora ho potuto inquadrarla in quadro più chiaro da interpretare. La sofferenza però rimane, poiché continuo a sentire la dolorosa privazione di quelle cose che inevitabilmente mancano a molti di quelli come me e di cui spesso non sentono la necessità le persone autistiche più gravi, quelle la cui diversità è palese anche agli occhi dei non esperti (è il più noto autismo a basso funzionamento). L'esperienza mi ha insegnato che molte delle perplessità altrui di cui ho già fatto accenno riappariranno anche qui, lo so per certo.

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La trovo una spiegazione abbastanza convincente; non conoscendoti né conoscendo molto bene altri ragazzi autistici non saprei come consigliarti (io ho trascorsi di depressione, non credo di presentare tratti autistici anche se pure io fatico a stringere delle vere "amicizie")...

quello che mi chiedo, da ignorantone, è se la tua apparente apatia, la tua mancanza d'empatia...possano venire in qualche modo mitigate da un'attività che richieda il confronto con altri; hai mai pensato ad un corso di teatro?

Hai mai pensato che forzarti ad imitare persone con un'emotività "normale", in un contesto protetto dove però tu sia in qualche modo obbligato all'interazione, possa darti un po' di sollievo?

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ho tentato varie vie ma è tutto inutile, faccio sempre conoscenza con persone di età molto variabile e che comunque hanno già la loro cerchia di amici, partner e familiari. E' molto improbabile avere a che fare con chi ha grossi handicap sociali e che perciò ha le mie stesse necessità

 

una diecina di anni fa avevo militato in politica ed ero circondato da persone mediamente parecchio più vecchie di me, tutte con una famiglia e un lavoro 

 

l'autunno e inverno scorsi ho frequentato un corso di recitazione al quale partecipava qualche ragazzetta delle superiori e un bambino, che poi si sono defilati quasi tutti

 

qualche anno fa, quando ancora andavo all'università a Roma, ho fatto enormi sforzi per inserirmi in un gruppo di amici, ma che non sono riuscito a conquistare sia in termini affettivi, tanto meno amorosi: ho fatto fiasco con ben 4 ragazze diverse che m'interessavano 

Edited by Catilina
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Non capisci se è un sorriso di gioia o di malizia,

Sei sfigato con le tipe e le amicizie,

Un po' asociale..

 

Praticamente mezzo forum (me compreso) dovrebbe essere autistico.

 

Le sfighe capitano a tutti, c'è poco da fare.

L'importante è non frignare come un bambino ma andare avanti.

 

Sta sicuro che quasi tutti quelli che conosci sono stati rifiutati da diverse ragazze o hanno perso degli amici.

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Uhm, un po' mi riconosco in alcune dinamiche, anche se io sono uno che tende molto a defilarsi, perché le mie difficoltà riguardano l'ansia in genere...

 

ho tentato varie vie ma è tutto inutile, faccio sempre conoscenza con persone di età molto variabile e che comunque hanno già la loro cerchia di amici, partner e familiari. E' molto improbabile avere a che fare con chi ha grossi handicap sociali e che perciò ha le mie stesse necessità

 

Eh sì; a meno che tu non voglia trovarti solo amici eremiti TUTTI hanno già una cerchia amicale, familiare, etc...

questo non significa che tu non possa "inserirtici" un po'...

tu parli spesso di handicap sociali...come si manifestano? Perché riesci a passare del tempo colle persone (hai fatto politica, la recitazione l'hai provata), riesci ad avere un gruppo di amici (non c'entra il fatto che non c'hai trovato la fidanzata, delusioni sentimentali ne subiamo tutti)...

 

Parli di depressione e desideri di morte; si sono mai concretizzati in tentativi definiti?

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Pensieri suicidi ne ho spesso, certe volte sono arrivato al punto da estrarre un coltello e premere la lama sui polsi per capire quanta forza dovrei applicare per.....

 

fin'ora mi ha frenato soprattutto la consapevolezza d'infliggere a mia madre un'ulteriore dolore

 

gli handicap sociali che mi caratterizzano sono variegati:

quando mi trovo insieme a un gruppo di persone mi sento a disagio e tendo inevitabilmente a trarmi in disparte, poiché se cerco d'inserirmi non so mai quando mi converrebbe e incorro facilmente in comportamenti goffi o inopportuni. Ho già parlato della mia rigidità facciale, che mi fa apparire come un tipo molto serio e riservato e che non vuol'essere disturbato (perciò nel momento in cui cerco di comunicare il mio interesse a una ragazza l'effetto è strano). Io rido e sorrido solo quando avverto un forte senso d'ilarità, mentre la maggior parte dei sorrisi altrui sono anche uno strumento di comunicazione. Altra caratteristica degli asperger è la difficoltà a guardare gli altri negli occhi: quando parlo con qualcuno non posso fare a meno di guardare in basso o lateralmente e a certe persone può sembrare un segno di maleducazione o d'insofferenza. Inoltre gli autistici sono iperrazionali e prendono le cose alla lettera, quindi quando si usa un linguaggio allusivo si confondono: se intorno a me si parla con mezze frasi o per metafore è facile che non capisca. Le rare amicizie che ho avuto sono confinate all'infanzia e alla prima adolescenza, oggi sono solo. Le poche persone con cui ho avuto rapporti di amicizia avevano la caratteristica di concedermi un po' del loro tempo per parlarci a 2, poiché io posso cavarmela come interlocutore e poco più.         


Non capisci se è un sorriso di gioia o di malizia,
Sei sfigato con le tipe e le amicizie,
Un po' asociale..

Praticamente mezzo forum (me compreso) dovrebbe essere autistico.

Le sfighe capitano a tutti, c'è poco da fare.
L'importante è non frignare come un bambino ma andare avanti.

Sta sicuro che quasi tutti quelli che conosci sono stati rifiutati da diverse ragazze o hanno perso degli amici.

infatti i frequentatori assidui dei forum sono quasi tutti asociali, ho una lunga esperienza a riguardo

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infatti i frequentatori assidui dei forum sono quasi tutti asociali, ho una lunga esperienza a riguardo

 

Se non proprio asociali certo un filino nerd...cioè gente cui non piace stare a cazzeggiare davanti al pc difficilmente tornerà spesso su di un forum gay...

 

quando mi trovo insieme a un gruppo di persone mi sento a disagio e tendo inevitabilmente a trarmi in disparte, poiché se cerco d'inserirmi non so mai quando mi converrebbe e incorro facilmente in comportamenti goffi o inopportuni. Ho già parlato della mia rigidità facciale, che mi fa apparire come un tipo molto serio e riservato e che non vuol'essere disturbato (perciò nel momento in cui cerco di comunicare il mio interesse a una ragazza l'effetto è strano). Io rido e sorrido solo quando avverto un forte senso d'ilarità, mentre la maggior parte dei sorrisi altrui sono anche uno strumento di comunicazione.      

 

Io ho l'impressione che se ti concedessi maggiori opportunità di interazioni qualcosa si smuoverebbe.

Puoi sempre mascherare certe tue caratteristiche facendole apparire buffe, o utilizzarle per darti un tono...non voglio minimizzare eh, ma siccome come ideazione suicidaria pure io non sono andato più in là del livello cui ti sei spinto tu mi sento "in diritto" di consigliarti ;)

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negli ultimi anni ho fatto del mio meglio per mascherare la mia depressione quando ho avuto l'opportunità d'inserirmi in dei gruppi, ma mi sono reso conto che gli sforzi da fare per ottenere risultati erano molto maggiori di quelli che mi riuscivano e che già mi costavano sforzi enormi. Sentirsi mentalmente spossati nel sembrare sereni in mezzo agli altri e restare ugualmente con un pugno di mosche è a dir poco esasperante  :suicide:    

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