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Il bullismo uccide ancora. Ora usa Facebook


JayB

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In questo articolo si racconta la vicenda di Kenneth Weishuhn, ragazzo americano che si è tolto la vita per le violenze psicologiche ricevute dopo il coming-out, a scuola, dai compagni, ma anche dagli amici.

Non è il primo ed è triste dover dire che non sarà l'ultimo, ma non credo che le tante attività di sensibilizzazione riusciranno da un giorno all'altro a sradicare questo problema che è fortemente presente nella società. E mi riferisco a tutte le società di questo mondo globalizzato.

 

Questa volta il bullismo non si è limitato alle pareti scolastiche. Questi giovani hanno ben pensato di aprire un gruppo denigratorio su Facebook, in cui dichiarare l'omosessualità del loro compagno ed invitare tutti i suoi contatti.

Kenneth il 15 Aprile si è tolto la vita.

Ha secondo voi il social network una qualche responsabilità ?

Sicuramente sapere che tutte le persone care sono state invitate ad un gruppo che è un insulto alla propria persona o che comunque fornisce informazioni che si volevano mantenere private, è grave e fa molto, molto male.

Devono esserci più moderatori ? Più controlli ed internventi tempestivi, secondo me.

Ma prima di tutto dovremmo cercare di risolvere il problema alla radice.. sensibilizzando. E non solo i colpevoli, ma tutti, in generale.

Educando al rispetto della diversità. La diversità di tutti.

 

A chi ha facebook, segnalo questo link, da condividere: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=325473087519514&set=a.268671903199633.61230.253244568075700&type=1

Edited by JayB
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Facebook non è che possa fare chissà cosa, in realtà, con la marea di contenuti che vengono postati ogni ora dovrebbe lavorarci la metà della popolazione mondiale per controllare davvero...

Facebook agisce, ma solo dietro denuncia, normalmente, o almeno così è capitato a mio nipote.

 

Comunque a parte la razionalità sulla questione facebook...

 

è una notizia orribile, la prima cosa che ho pensato è stata: è vero, anche faccialibro può essere un'arma, e brutta.

 

L'unica possibilità, temo, sia cercare di educare...

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Un social network può avere le stesse responsabilità di una scuola dove vengono lasciate scritte o fogli omofobi nei confronti di qualcuno o di tanti, con la differenza che nel primo caso esistono dei nomi e vi è la possibilità di limitare il "gioco" (orrendo) di questi individui tramite segnalazione/denuncia.

Nell'articolo non viene specificato se lui si era dichiarato anche a casa, come poteva avere reagito la famiglia o meno (sembrerebbe che lo sapessero e che non ci fossero stati problemi, almeno lì), ma mi stupisco di come questo adolescente sia rimasto probabilmente solo di fronte ad un accanimento nei suoi confronti; se poi non è rimasto solo in senso stretto, evidentemente nessuno è stato in grado di difenderlo - perché a 14 anni puoi anche stare in fase di crescita, ma non hai le spalle larghe di chi è più grande o rimane "estraneo" alla situazione - e questo fa quasi più male del pensare ad un branco di menti bacate che si mette assieme per dare la vita maledetta ad una persona che li reputava amici.

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Penso anche io che un controllo sufficiente su facebook sia fuori portata. Missione impossibile per missione impossibile è molto meglio, anche moralmente, e forse persino più realizzabile (per quanto sembri ancora fantascienza) sensibilizzare. Ma io dico sensibilizzare al punto che la sessualità di una persona non dovrebbe mai essere scontata. I genitori non dovrebbero più pensare "oh che bello, sto per avere un figlio eterosessuale" ma solo "oh che bello, sto per avere un figlio che sarà quello che vuole". Allora facebook non sarà più un problema.

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a quell'eta' i ragazzi sanno essere davvero cattivi ... io mi ricordo che alle medie avevamo preso di mira un mio compagno e lo tartassavamo ... pero' ricordo anche che dopo qualche mese io mi sono detto : ma se quello non ce la fa piu' e si ammazza ??? chi ci vive con un rimorso del genere ??? ... e a quanto pare anche gli altri c'avevano pensato , cosi' abbiamo smesso ... poi a maggior ragione oggi .... questi stronzi probabilmente avevano gia' sentito di casi in cui un ragazzo si e' tolto la vita a causa del bullismo ... nonostante cio' , hanno continuato , quindi penso che il loro scopo fosse proprio quello di costringere il ragazzo a non trovare una via d'uscita ... questi non vanno chiamati bulli ma assassini , perche' e' di questo che si tratta .

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Facebook è popolato da persone, pertanto ciò che si trova ha la fonte nella testa umana: non fosse esistito, i bullacci avrebbero trovato un altro modo per denigrarlo e portarlo così all'esasperazione, per esempio tappezzando la scuola di manifesti o altro di 'eclatante'.

Questo per dire che non è facebook il problema, ma lo sono le maligne intenzioni di chi lo popola: è chiaro quindi che bisogna partire alla fonte del problema, ovvero cercare di sensibilizzare, ma mi rendo conto che non sia facile.

Se dovessimo attribuire le colpe di tali azioni ai social network o ai siti in generale, la rete dovrebbe essere fatta solo di wikipedia e poco altro. Purtroppo sotto questo punto di vista molte persone sono ancora arretrate, e non so quando ci sarà un'apertura che dovrebbe essere normale ma che per ora è ancora lontana anni luce.

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Ogni volta che leggo notizie come questa mi si riempono gli occhi di lacrime, non è possibile morire alla sua età per la cattiveria delle persone. Non è possibile che un ragazzo così giovane sia così solo. Facebook è uno strumento in mano alla società, se la società è omofoba e perfida anche facebook lo sarà.

 

Non mi sento di aggiungere altro, ho il cuore a pezzi :(

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freud_sucks

io darei il carcere, piu i lavori forzati, a quei ragazzi che lo hanno preso in giro e che hanno fatto quel gruppo denigratorio.

hanno sulla coscienza la morte di un ragazzo di 15 anni, ma siccome dubito che la loro coscienza reagisca o abbia stimoli, credo che la soluzione migliore sia la reclusione e la privazione di ogni libertà, in fondo hanno privato di libertà e di vita un altro ragazzo, seppure indirettamente

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In Italia l'istigazione al suicidio è giustamente un reato

 

L'istigazione o aiuto al suicidio è un reato previsto dal Codice Penale italiano tramite l'articolo 580, che recita: « Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1) e 2) dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere e di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio »

 

 

speriamo che an che negli Usa esista una legge del genere

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