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Ai timidi.


penna

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Quindi: mangiauomini, leader carismatici, sverginati a 14 anni, levatevi dai piedi :)

Questo è un topic per chi ci ha messo un bel po' di tempo, prima di trovare qualcuno con cui stare, o anche solo prima di dare un semplice bacio. Per chi magari ha dubitato di poterci riuscire. Per chi si è sentito brutto/a, indesiderabile, sfigato, inguaribilmente timido; e magari per anni non ha rimediato nemmeno quel po' di sesso che, a sentire alcuni, sembrerebbe così facile da trovare. E con "per anni" intendo anche oltre quel classico periodo adolescenziale in cui è frequente sentirsi in questo modo.

 

...C'è qualcuno così, su questo forum?

 

La domanda mi è sorta perché, soprattutto da quel che dicono i gay maschi, sembra che chiunque, volendo, possa trovarsi un ragazzo in breve tempo, quantomeno per il sesso. Volevo quindi sapere se è davvero così per tutti, o c'è qualcuno che è rimasto fuori da questa giostra, nonostante l'ampia offerta di siti internet e, in certi posti, di locali gay.

 

Naturalmente il discorso vale anche per le lesbiche, che anzi hanno forse meno possibilità; e vale altrettanto per chi ha avuto questi problemi quando era ancora nella fase etero.

 

Preciso che non parlo di chi è stato single per scelta, o per disinteresse; ma di chi lo è stato e ne ha sofferto, di chi si è innamorato invano troppe volte, di chi si è sentito solo e inadeguato, eccetera.

 

Mi piacerebbe che qualche "timido" - per semplificare - o ex timido raccontasse la sua esperienza.

Lascio qualche domanda - giusto per dare una traccia alla discussione, non c'è bisogno di rispondere punto per punto ^^

 

Riguardo al periodo di singletudine:

Come vi sentivate? Come vedevate gli altri (possibili partner), e come vi sentivate visti e giudicati da loro? Vi attribuivate dei gravi difetti (es. fisici, o caratteriali), e quali? Che speranze/aspettative avevate (es. "non troverò mai nessuno" o "forse basterà aspettare")? Vi piacevano molte persone, o vi fissavate su qualcuno al quale andavate dietro per mesi/anni, inutilmente e magari senza nemmeno dichiararvi?

Cercavate di fare qualcosa per uscire da questa situazione (e cosa?) oppure pensavate che tanto non ci fosse nulla da fare? Credevate che la situazione fosse "colpa" vostra, o degli altri, o delle circostanze? Eravate più arrabbiati o più tristi?

 

E poi, se siete riusciti a dare una "svolta" alla vostra vita:

A che età vi siete sbloccati, e come avete fatto a cambiare? Cosa/chi vi ha aiutato? Avete capito qualcosa di voi stessi?

Riconoscete di aver fatto degli errori, prima?

 

 

*Chiederei per favore di evitare commenti da parte di chi questi problemi non li ha avuti, grazie, lo sappiamo già che voi siete più bravi! Prendetelo come un... gruppo di mutuo aiuto! Se sei astemio, non andare a sbatterlo in faccia agli alcolisti anonimi ;)

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Definirei questo post molto adatto al momento.

Sono nata con il gene della timidezza, ed oltre che avercelo, è super espresso.

21 anni e ancora single, mai stata impegnata.

Grazie al coming out di qualche mese fa, con alcune persone sono riuscita ad allargare il giro di conoscenze ma, ciò nonostante, La mia timidezza impedisce di esprimermi al meglio. Spesso mi invitano in qualche locale ma non riesco proprio a dire di sì.

La mia è una forte insicurezza che però va e viene. Direi che questo indugiare non sia da attribuire al "non piacersi" ma più al fatto di non riuscire a sapere al "cosa potrebbe succedere se...". Per non parlare di cosa dover dire o fare.

Nelle situazioni di impaccio vado in tilt, rispondo in stile robot, divento estremamente goffa e mi chiudo a riccio evitando almeno ennesime figuracce.

Lo stare single mi ha fatto soffrire ma non tantissimo. Sono sempre riuscita a uscire fuori dal "che angoscia, sono single" e mi attaccavo (e tutt'ora lo faccio xD) al "prima o poi troverò anche io qualcuno da amare".

Direi di essermi innamorata per la prima volta, qualche mese fa. A parte qualche cotta degli anni passati, non mi è mai capitato di avere una tempesta simile di sentimenti e sono stra-fissata.

Con la persona che mi piace divento stranissima. Innanzitutto (non sapendo MAI l'orientamento sessuale della persona che ho di fronte, anche se quest'ultima lancia dei segnali che... beh fanno pensare) mi pongo dei paletti pensando che, se dovessi avvicinarmi, la ragazza di turno potrebbe capire ciò che ho in testa. Nell'approccio iniziale riesco anche a fare la prima mossa per rompere il ghiaccio ma nelle occasioni successive, a causa dell'innamoramento verso "l'oggetto del desiderio", cambio carattere e divento acida. Alle domande dò risposte insensate (dio che figuracce) e come ho detto prima divento scontrosa.

Riferendomi alla super cotta/innamoramento di adesso, la ragazza che mi piace sta lentamente sfuggendo via di mano e mooolto probabilmente la causa è proprio questa mia caratteristica. Ci sono state due, tre occasioni in cui non sono stata tanto gentile.. e cavoli me ne sto pentendo tantissimo.

Rispondendo alla domanda "se faccio qualcosa per uscire da questa situazione": beh sì. Cerco di prendere il toro per le corna e chissene frega delle figuracce, mi butto. Voglio diventare un pò più sicura di me stessa, perchè da esperienza, ho peggiorato le cose. Se c'è da parlare vado e le parlo se c'è da scriverle lo faccio anche, insomme voglio riparare in qualche modo ai danni fatti... purtroppo l'acidume è passato da me a lei.. xD vedremo più avanti :)

Comunque sì, alla fine sto cercando di fare qualcosa per migliorare questo lato del mio essere perchè è colpa mia (qualche volta la causa deriva dagli altri ma poche volte) e mi fa parecchia rabbia l'esser così.

Le cose si devono prendere, se stiamo ad aspettare non casca nulla dal cielo.

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Eccomi! Credevo di essere un'ex timida ma poi ho avuto alcuni terrificanti episodi di timidezza anche in tarda età quindi purtroppo devo confessare.

Sembra incredibile perché con le amicizie o le nuove conoscenze non sono timida per niente (non più almeno) ma quando mi piace una persona divento uno stoccafisso.

Da piccola mi arrabbiavo moltissimo se qualcuno mi dava della timida. Ero sempre sola, non avevo amici, non uscivo mai (colpa anche di una "famiglia" un po' troppo restrittiva).

Il primo bacio l'ho dato a 18 anni, quasi 19, e negli anni prima avrei tanto voluto una ragazza da amare, tuttora se qualcuno mi parla di cotte e amori ai tempi della scuola io rosico perché in quegli anni non ho combinato un bel niente. Peraltro ero brutta (tuttora non ho bei lineamenti, ma con l'abbigliamento, il trucco e le foto strategiche riesco a sembrare piacevole), non mi curavo, ero praticamente un maschio. Quindi nessuno mi si filava. Aggiungo che sono cresciuta in una cittadina sperduta della Campania e vestivo di nero, quindi già solo per questo venivo presa di mira da tutti, sfottuta e derisa. I maschi non erano attratti da me, anzi mi schifavano (e per fortuna perché da quando sono a Roma invece ci provano - non so cos'è cambiato, forse qui sono abituati a vedere persone vestite così e non le giudicano male, mentre a Benevento avevano paura di me), e le donne figuriamoci... mai vista una ragazza omosessuale dichiarata!

Sono stata fidanzata seriamente solo due volte, ed entrambe le relazioni hanno superato i due anni. Nell'anno passato tra le due, ho avuto "avventure" ma non mi hanno lasciato niente ed ho comunque avuto una grossa difficoltà a "reperire la materia prima". Ho capito che non fa per me, non sono una persona molto sicura di sè quindi per me è praticamente impossibile rimorchiare in discoteca o chissà che.

E' brutto, davvero brutto. Per fortuna, come dicevo prima, adesso che sono cresciuta la mia timidezza si manifesta solo i primi tempi in cui sto conoscendo una persona che mi piace molto. Per il resto, sono a volte introversa e scontrosa e a volte spontanea e solare con le persone nuove, dipende da quando mi ispira chi ho davanti e da come mi gira!

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Il mio problema principale è che non riesco a nascondere l'imbarazzo quando sono a disagio, mi infiammo subito come un peperone. E' una cosa che mi irrita parecchio, perché molte volte mi basta anche avvertire una potenziale situazione di disagio per andare in tilt. Però non posso farci niente, non riesco proprio a controllarmi, anzi quando ci provo è peggio.

 

Nonostante questo però mi sforzo di superare la timidezza, se lì per lì non voglio fare qualcosa per paura di fare brutte figure la faccio anche controvoglia, e ne esco quasi sempre soddisfatto.

Sentimentalmente negli anni delle medie/superiori era un disastro, principalmente perché pensavo che nessuna ragazza potesse interessarsi a me (ai ragazzi facevo finta di non pensarci). Non è un caso se il primo bacio l'ho dato a un ragazzo a 21 anni e fino ad allora la frustrazione di non esser mai riuscito a farlo era parecchia. Ripensadoci ora so di aver sprecato molte occasioni per il mio sentirmi inadeguato, perché in fondo non avevo niente in meno di tanti altri, ed è anche per questo che ad un certo punto ho deciso che era ora di "svegliarsi".

 

Penso di essere molto migliorato adesso, un po' grazie a tanta buona volontà, ma sono ancora ben lontano dal poter ad esempio approcciare dal vivo qualcuno che conosco pochissimo o non conosco affatto. Ecco questa cosa mi dà parecchio fastidio, più che altro perché dubito che riuscirei mai ad avere questa sfacciataggine, che pur mi piacerebbe.

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parole_alate

Io aggiungerei un'altra domanda, se posso: la timidezza vi ha bloccati di più nel trovare amici o nel trovare partner? Perchè per quanto riguarda me, soprattutto nelle amicizie. Non so, il corteggiamento e il flirtare hanno regole e comportamenti determinati, e, soprattutto con internet, bene o male si capisce se il possibile partner ci può stare o meno. Avvicinarsi ad una persona senza avere questo obiettivo/stimolo in mente è tutta un'altra storia!

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luposolitario

Eccomi! Mi hai scovato........... da quanto si può dedurre dal mio nick, sono un grande timidone............. ho quasi 20 anni e non ho mai avuto una storia nè con una ragazza, nè tantomeno con un ragazzo. Della mia sessualità non ho parlato con nessuno, e ho paura che non troverò mai il coraggio di farlo. Questa cosa di tenere tutto dentro allo stesso tempo però mi fa stare male, e non ho neanche mai provato ad avvicinarmi ad ambienti gay perchè sono frustrato dal mio aspetto fisico, pensando che non troverò mai nessuno nella mia vita.........................

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allora sono un ragazzo di 19 anni, è sono molto timido..

Ragazzi in giro se ne trovano ma per sesso e basta, quelli per una storia sera sono, non dico rari, ma quasi.

Il primo bacio??? pensavo di non riuscirlo a dare invece, e stato normalissimo dipende dal tuo ragazzo se ti mette a tuo agio...

Nel periodo di singletudine ero depresso; pensavo che ero l'unico gay della mia zona invece iscrivendomi su varie chat o scoperto che ce ne sono a migliaglia in questa zona ehehe

Ora la la solitudine è solo un brutto ricordo, e spero che lo rimanga...

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Ripensadoci ora so di aver sprecato molte occasioni per il mio sentirmi inadeguato, perché in fondo non avevo niente in meno di tanti altri, ed è anche per questo che ad un certo punto ho deciso che era ora di "svegliarsi".

 

Esatto. Qualunque cosa si dica o si pensi, non c'è altra strada che questa: è l'azione che redime e risolve ogni problema.

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Io ero timido e credo che fosse dovuto al fatto che ero insicuro.

Acquisendo maggiore consapevolezza delle mie capacità e quindi crescendo ho smesso di farmi troppe pippe mentali.

 

 

In passato mi chiedevo come gli altri avessero tutta questa naturalezza e sicurezza nel conoscere una ragazza

e credevo di non essere niente di che quindi mi sottovalutavo. Pian piano notavo che alla fine io non volevo conoscere ragazze

per trombare e basta, ma cercavo una relazione, perché il sesso occasionale non mi è mai piaciuto.

 

Per quanto riguarda la timidezza in generale, posso dire che ho amato e amo ancora più la praticità e i fatti che le parole.

 

Ora rimango silenzioso se devo parlare in pubblico, invece parlo parecchio con una o poche persone intorno a me.

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Il mio problema principale è che non riesco a nascondere l'imbarazzo quando sono a disagio, mi infiammo subito come un peperone. E' una cosa che mi irrita parecchio, perché molte volte mi basta anche avvertire una potenziale situazione di disagio per andare in tilt. Però non posso farci niente, non riesco proprio a controllarmi, anzi quando ci provo è peggio.

 

Nonostante questo però mi sforzo di superare la timidezza, se lì per lì non voglio fare qualcosa per paura di fare brutte figure la faccio anche controvoglia, e ne esco quasi sempre soddisfatto.

Sentimentalmente negli anni delle medie/superiori era un disastro, principalmente perché pensavo che nessuna ragazza potesse interessarsi a me (ai ragazzi facevo finta di non pensarci). Non è un caso se il primo bacio l'ho dato a un ragazzo a 21 anni e fino ad allora la frustrazione di non esser mai riuscito a farlo era parecchia. Ripensadoci ora so di aver sprecato molte occasioni per il mio sentirmi inadeguato, perché in fondo non avevo niente in meno di tanti altri, ed è anche per questo che ad un certo punto ho deciso che era ora di "svegliarsi".

 

Penso di essere molto migliorato adesso, un po' grazie a tanta buona volontà, ma sono ancora ben lontano dal poter ad esempio approcciare dal vivo qualcuno che conosco pochissimo o non conosco affatto. Ecco questa cosa mi dà parecchio fastidio, più che altro perché dubito che riuscirei mai ad avere questa sfacciataggine, che pur mi piacerebbe.

 

sembra la mia descrizione :D

anch'io sono migliorato decisamente, ma il diventare rosso è ormai una mia caratteristica indelebile, a volte semplicemente se succede cerco di sdrammatizzare. Diciamo che questo mi rende anche un libro aperto circa le mie sensazioni

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Io fino a qualche anno fa ero timidissimo, al punto che non avevo praticamente amici.

Poi crescendo, facendo esperienze, mi sono aperto ed ora ho quasi del tutto eliminato la timidezza.

Ormai non ho più problemi a socializzare, mentre prima conoscere gente nuova era sempre una tortura, avevo il terrore che quello che dicevo potesse farmi risultare antipatico, adesso invece me ne fotto di quello che pensa l'altro e così sono più "sciolto".

Putroppo però, conservo ancora una certa soggezione nei confronti delle persone che mi piacciono, mi sento giudicato, e non mi piace. Tendo sempre a non sentirmi all'altezza della situazione, forse perchè idealizzo troppo i ragazzi che mi interessano? Bho...

Poi ho notato che non riesco ad aprirmi, anche se la persona in questione mi fa morire, io tendo sempre a nascondere il mio interesse... come se fare il disinteressato mi mettesse in una situazione di vantaggio.. anche se razionalmente so che non è così che funziona .-.

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Oh un topic dove posso riconoscermi : )

io sono un disastro, ora sono un po' meno timido, ma comunque rimango sempre un disastro. Beh che dire la mia prima ragazza ce l'ho avuta a 18 anni,

ne avevo una alle medie, ma sai era una di quelle cose che nascono con le lettere, insomma le solite cacchiate di quando si è piccoli.

Fino ai 18 anni mi sono sentito molto solo, inadeguato, strano. Insomma gli altri stavano lì con tremila relazioni, cambiavano il partner come fossero

la biancheria intima e invece io per trovare una persona dovevo pagarla XD immagino che sia stato proprio la mia estrema timidezza a bloccarmi

perché se avessi voluto, credo, ci sarebbero state le occasioni. Poi non parliamo del discorso verginità, tutti quanti sembravano averla ormai persa,

da anni, non che mi interessasse troppo perderla con il primo/a che capitava però mi sentivo un po' indietro, un po' tonto a non aver fatto ancora nulla.

Pene d'amore non ne ho mai sofferte fortunatamente, ma ho fatto un sacco di macelli con i pochi rapporti che ho avuto, sinceramente non credo di essere

riuscito a dare una svolta, né credo riuscirò prossimamente XD se vado avanti così mi ritroverò da solo con tremila gatti dentro casa XD

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C'è l'1% di possibilità ch'io risponda a questo (bel) topic,

mi piacerebbe, mi costerebbe però un'immaaane faticaccia!

 

Penna, mannaggia a te! ^_^

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Icoldibarin

Ma come funziona questo gruppo di auto-aiuto, mi iscrivo e subito mi spedite a casa un pacco con un altro "timido" per fare terapia di gruppo? :ling:

 

A parte ciò direi che posso buttarmi a pesce nella categoria "timidi in approcci amorosi" o "cacciatori inadeguati che inseguono ghepardi sul dorso di una tartaruga".

Il mio problema è che sono assolutamente improbabile ed inefficace come seduttore, potrei dare solo in parte colpa all'aspetto fisico, credo sia un buon 80% di problema caratteriale.

È sfortunatamente non ho quasi mai avuto occasione nemmeno di essere predato cosa che ha creato in me un sentimento di scarsa stima.

È che sono rude, tagliato col fulĉiott come si dice dalle mie parti, e di tattiche, doppi giochi etc. non ne voglio proprio sapere.

Il mio metodo di caccia è la composizione di poesia, la preparazione di dolci o l'attacco diretto stile "Mi sono innamorato di te".

Ma per ora non hanno dato frutti, accettansi consigli!

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Hai due strade.

 

1 la prima deve essere scientifica: devi trovare uno come te. Uno che sia semplice, schietto, timido, magari anche un po' impacciato, che ami fare i dolci e mangiarli. Certo, in questa fase, devi farti quel minimo di forza necessaria per sentirti tu più propositivo, più deciso: ti devi far un po' di forza e coraggio. Ma l'operazione vale la pena di esser fatta e ripeto deve essere scientifica. Cioè: i tuoi occhi devono imparare a cercare e trovare questo tipo (non un altro!)

 

2 cambiare tu, modificarti un po', farti istruire da qualche amico.

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Non potevo non entrare e commentare questo topic, la timidezza fatta persona si fa avanti! Vi racconto un aneddoto :)

 

Come ho scritto nella mia presentazione ( sì.. il poema omerico che qualcuno è riuscito a finire di leggere ) la prima, vera, e forse unica volta in cui mi sono innamorata di una ragazza è stato un'anno fa. Non so perchè, non so come, dove e quando, ma è bastato un suo sguardo e sono andata in tilt, black out, corto circuito!

Qualche timidino/a sicuramente capirà di cosa sto parlando.. Sono sensazioni che difficilmente si dimenticano.

La super-timida qui presente ha convissuto per ben 2 mesi con questa sensazione martellante, ogni santo giorno, cercando di reprimerla.. Fino a quando non ce l'ho più fatta, vederla passarmi a fianco ad ogni intervallo a scuola, mi faceva impazzire.

Allora decido, dopo aver architettato una scusa stupida che tutto faceva pensare meno che io fossi interessata a lei (..o almeno credo), di cercarla su facebook: l'unico scopo che avevo era quello di capire se io fossi davvero interessata a lei o meno, magari con una chiacchierata avrei capito molte cose.. Voi direte - alla faccia della timida! - e io vi rispondo - ci ho messo ben una settimana, se non di più, per andarla a chiamare in classe! -, dopo suoi ripetuti messaggi e lamentele perchè non mi davo una mossa.

 

Abbiamo parlato tranquillamente (bhe più o meno.. avevo il terrore che il cuore potesse uscirmi dal petto per quanto battesse forte, e che lei potesse perfino sentirlo! Haha, come sono melodrammatica! Per non parlare delle gambe che continuavano a tremarmi... Vabbè non dilaghiamo in particolari imbarazzanti!!) e con mio grande stupore noto che inizia a cercarmi lei, parliamo tutte le sere, mi viene a chiamare in classe diverse volte con scuse che non stanno ne' in cielo ne' in terra, da una nostra amica in comune vengo a sapere che le ha chiesto il mio numero perchè era da un po' che non ci sentivamo. Poi pian piano siamo uscite, abbiamo iniziato a sentirci tutti i giorni, 24 ore su 24 (e non è un'esagerazione..), battutine e doppi sensi non mancano, abbracci, carezze, sogni.. e poi mi sono praticamente trasferita a casa sua.

Io comunque ho continuato ad avere sempre una grande timidezza nei suoi confronti, non riuscivo mai a sentirmi a mio agio e tranquilla come se fossi con una semplice amica.. Ho notato che ciò che provavo con lei non era niente nulla di nuovo, era lo stesso disagio che provavo quando ero sola con un ragazzo che mi piaceva.

 

Però una cosa non ho mai capito, o forse non volevo capirla e la evitavo. Se lei fosse interessata a me o meno.. Qualche volta lei mi ha chiesto se io fossi interessata e con grande sforzo (eh, la vergogna..) ho tentato di farglielo capire, ma forse non ne ero sicura nemmeno io, al tempo. Dal canto mio, non sono mai riuscita a chiederle se fosse ricambiato questo mio sentimento, per paura di un rifiuto.

Oh, era lei quella sfacciata non io! Era plausibile che mi aspettassi qualcosa da lei ed invece non è mai successo nulla.

 

Alla fine si è messa con un'altra ragazza.

 

Morale della storia: dovevo farmi più furba? Cosa ne pensate?

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Io vorrei capire una cosa da qualcuno con un po' più di esperienza... Esiste qualcuno che viene da te, o devi sempre essere tu ad andare dalla persona che ti piace?

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Icoldibarin

La teoria delle divisioni mi direbbe che in ogni coppia almeno il 50% delle persone è stato conquistato dal conquistante, ma evidentemente è una teoria che non funziona.

 

Hai due strade.

 

1 la prima deve essere scientifica: devi trovare uno come te. Uno che sia semplice, schietto, timido, magari anche un po' impacciato, che ami fare i dolci e mangiarli. Certo, in questa fase, devi farti quel minimo di forza necessaria per sentirti tu più propositivo, più deciso: ti devi far un po' di forza e coraggio. Ma l'operazione vale la pena di esser fatta e ripeto deve essere scientifica. Cioè: i tuoi occhi devono imparare a cercare e trovare questo tipo (non un altro!)

 

2 cambiare tu, modificarti un po', farti istruire da qualche amico.

Penso che le due vie vadano combinate in fondo, rispetto alla prima per ora credo di non aver trovato scientificamente un individuo con le caratteristiche sovracitate e apprezzante il sesso maschile.

Ogni tanto mi viene anche da pensare che sarebbe angosciosa una coppia con due timidi estremi, ma visto che io mi apro in fretta la situazione sarebbe (forse) solo temporanea.

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privateuniverse

Però una cosa non ho mai capito, o forse non volevo capirla e la evitavo. Se lei fosse interessata a me o meno.. Qualche volta lei mi ha chiesto se io fossi interessata e con grande sforzo (eh, la vergogna..) ho tentato di farglielo capire, ma forse non ne ero sicura nemmeno io, al tempo. Dal canto mio, non sono mai riuscita a chiederle se fosse ricambiato questo mio sentimento, per paura di un rifiuto.

Oh, era lei quella sfacciata non io! Era plausibile che mi aspettassi qualcosa da lei ed invece non è mai successo nulla.

 

Alla fine si è messa con un'altra ragazza.

 

Morale della storia: dovevo farmi più furba? Cosa ne pensate?

 

Credo che tu sia stata te stessa. E' una storia molto tenera, dico sul serio, per il candore che ne traspare. Dovevi essere più furba? Forse a quell'età ci si può ancora permettere il lusso dell'innocenza. Più in là si rischia di pagare un prezzo alto, molto alto, per questo.

 

(Premessa: userò il maschile per comodità, ma quanto sto per dire vale, indistintamente, per uomini e donne, indipendentemente dall'orientamento sessuale).

 

Per dirti cosa ne penso ti racconto una storia simile riferita a me. Quando avevo 37 anni (ora ne ho 44), a una cena di amici, conobbi un ragazzo tedesco, più o meno coetaneo. Si era trasferito in Italia, nel mio ambiente di provincia, da alcuni anni per stare con un ragazzo con cui poi era finita. Non era bellissimo ma era attraente. Era un ragazzo simpatico, sostanzialmente anche di buon cuore, ma un po' farfallone e al quale piaceva il gioco della seduzione. Deve aver capito subito che mi piacevano i maschi; perché quelli così sono anche scaltri.

 

Non ricordo bene i dettagli, ma ricordo che capitava di incontrarsi ogni tanto, un po' per caso un po' meno, a cene con altre persone.

Per farla breve, lui spesso era espansivo e deve aver pensato che avesse qualche chance con me, impacciato e ben contento che uno dei pochi maschi gay che mi fossero capitati a tiro sembrasse dimostrare un certo interesse per me. Lanciava segnali in parte contrastanti: ci provava, ma mai fino in fondo; e quando ero io che, magari, cercavo goffamente di manifestare un interesse senza scoprirmi troppo, non era necessariamente incoraggiante. Insomma, in definitiva lanciava segnali contraddittori. Alla fine, ovviamente, non è successo niente, e ora lui vive ad Amsterdam.

 

Credo ci siano persone, che timide non sono, alle quali piace giocare, in particolare con chi è timido e/o inesperto. Non sono necessariamente cattive: ma a loro piace soprattutto piacere, tenere sulla corda i poveracci che non hanno la loro stessa audacia, o che non ci sanno fare come loro, ma che vorrebbero tanto essere corteggiati, avere a che fare una volta tanto con qualcuno che mostra interesse per loro, e magari lasciarsi andare, fantasticare di una relazione, o magari anche solo di una storia di una notte. Per vedere l'effetto che fa.

 

In una puntata dell'edizione americana di "Queer as Folks", Ted, il personaggio dello sfigato instabile e che ha poco successo con i maschi, ha la possibilità di fare sesso con uno strafico; rifiuta quando si ricorda di avergli sentito dire che, per questo tizio, che aveva molto successo, era un gioco: una volta all'anno puntava lo sfigato di turno per regalargli "la scopata della vita", un'illusione di una sola notte.

 

Insomma: per quelli così è solo un gioco. Sono loro a decidere se iniziare, se continuare, fin dove spingersi, quando smettere.

 

Il punto chiave è che, se a Seduttore interessa veramente Imbranato, Seduttore ha molti modi per vincerne le resistenze; anche perché Imbranato non desidera altro. Può essere rassicurante, può essere incoraggiante, può dire e fare molte cose per avvicinarsi a Imbranato, per dargli il tempo di capire. La differenza tra Seduttore e Imbranato, in effetti, è tutta qui: Seduttore è quasi sempre in grado di "leggere" il comportamento dei suoi interlocutori e di reagire di conseguenza, modulando il suo comportamento: "la sicurezza di chi è sempre a tempo", come dice il testo di una canzone dei Subsonica. Al contrario, Imbranato, che non padroneggia le regole del gioco della seduzione, non ne è capace.

 

Ma allora, perché Seduttore certe cose non le fa, pur potendo farle, pur sapendo come farle?

 

In parte perché non vuole. Non vuole perché Seduttore, spesso, non è innamorato dell'oggetto della sua seduzione, ma solo di sé stesso e, soprattutto, dell'effetto che fa su chi seducente non è, o è convinto di non esserlo. Una persona timida, che si sente, a torto o a ragione, non attraente o un po' sfigata, sa quando le piace qualcun altro. Magari non ha il coraggio di dirlo, perché teme non tanto di essere respinta, ma di sembrare ridicola, o di essere presa in giro, o di perdere persino anche solo l'opportunità di stare vicino a chi le piace; ma, se potesse, lo direbbe. La prima cosa che una persona del genere vorrebbe dire a chi le interessa non è "t'interesso", ma "tu m'interessi", "tu mi piaci". Seduttore, invece, non vuole dirlo.

 

Non è un caso che questa ragazza, pur essendo perfettamente consapevole di quel che stava facendo, e pur essendo disposta ad agire in maniera persino spericolata, non ti abbia mai detto "tu mi piaci", bensì "io t'interesso?", lasciandoti nel dubbio se lei fosse interessata. Stava vendendo sé stessa come una commessa vende un articolo: "le piace, vuole comprarlo?" Invece, l'amore, persino nelle sue forme più acerbe e adolescenziali, è sempre qualcosa che ti porta verso qualcun altro. L'innamorato dice: "sì, ti compro, perché per me vali più del tuo prezzo, non importa quanto questo sia alto. Ti compro a qualsiasi prezzo, perché per me, in effetti, tu non hai prezzo."

 

Ma c'è anche un altro motivo per cui i seduttori non dicono e non fanno certe cose: ed è che, per quanto possa sembrare paradossale, non ne sono capaci.

Proprio perché loro sono innamorati di sé stessi e della loro stessa capacità di seduzione, a loro non passa minimamente per la testa che, se per una volta mettessero da parte le tecniche che hanno appreso, o che padroneggiano istintivamente, e si limitassero ad esprimere quel che provano per l'oggetto della loro seduzione, avrebbero la partita in pugno.

 

Se sarai intelligente e fortunata, ci saranno occasioni in cui tu sarai la preda, e altre in cui sarai la cacciatrice; situazioni in cui sarai tu a giocare con altri, magari con la loro complicità, e altre in cui saranno altri a giocare con te, magari con la tua compliticità.

 

Ci saranno altre occasioni, mi auguro, in cui, che si tratti di amore o di sesso o di una combinazione di entrambi, tu non giocherai, e neanche la tua controparte.

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Come direbbe Alanis Morissette: Thank U Shyness!

 

Sono conscio del fatto che a causa della timidezza ho perso diverse occasioni, ma sono anche grato per avermi impedito di cedere alle lusinghe di chi, dolce e gentile in apparenza, mi voleva solo sfruttare. Certo, le batoste le ho prese pure io, ma forse sono state limitate, quantomeno nel numero. Il mio primo ragazzo non è stato certo in età adolescenziale, al massimo in quel periodo ho dato un bacio o poco più, e solo verso i 23-24 anni ho iniziato ad uscire dal guscio. Non grandi passi, però, almeno, mi sono avventurato fuori dalle mura conosciute.

La timidezza era per me patologica, tanto che entrare in un negozio e chiedere il costo di un oggetto, mi faceva venire i sudori freddi. Per non parlare del fatto che avvampavo come un tizzone ardente se mi veniva rivolta parola.

Saranno stati i numerosi esami e gli anni universitari passati tra aule e corridoi pieni di ragazzi, ma la mia timidezza ha perso quel tocco patologico e si è tinta di toni più tenui. In breve, rispondo al telefono senza troppo titubare o balbettare, ma se uno sconosciuto mi rivolge parola, foss'anche un vecchio turista che richiede aiuto, vado in confusione e dico cose a caso.

 

I periodi di singletudine sono avvolti nella nebbia della paranoia più che della timidezza: non troverò più nessuno, meglio se mi cerco un bel convento in montagna, è il mio destino rimanere da solo etc. etc.

Fortuna che è primavera e Roma mi sembra piena di bei tipi e bei sogni ad occhi aperti. (p.s. nei sogni, quelli ad occhi chiusi, non sono affatto timido. Almeno lì...)

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Comunque non sono totalmente d'accordo sul fatto che ad un timido serva un timido.

Io sono estremamente timida.

Quando non stavo ancora con la mia ragazza, che non è affatto timida direi, la prima volta che mi ha fatto capire che le interessavo, la mia faccia è diventata viola e poi rosso peperone.

 

Ora son sempre timida, ma con lei no e credo di stare un poco migliorando in generale. All'inizio della nostra relazione avevo grandissime difficoltà a mostrarle quello che provavo per lei ed il suo modo di fare (non timido) mi ha aiutato molto, di sicuro nel mio relazionarmi con lei. Nel sentirmi più libera di esprimermi a pieno.

Ed ora con lei sono totalmente sbloccata e credo che nessuno crederebbe ai suoi occhi se vedesse quanto la mia timidezza sparisce nel momento in cui siamo sole.

 

Quindi se si è fortunati non è male essere anche un po' spronati al risveglio :).

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Ok, adesso tocca anche a me.

(Sì, mi piace aprire topic per fare agli altri domande a cui in realtà vorrei rispondere io :D )

 

Io ho passato molti anni a credere che non sarei mai stata amata da nessuno, o che sarebbe accaduto forse, chissà, in un futuro remoto e incontrollabile.

Pensavo fosse colpa del mio aspetto fisico, o meglio, del fatto che la maggior parte delle persone percepiva il mio corpo come poco attraente.

 

Da adolescente mi sono innamorata - perdutamente - di alcuni ragazzi, pensavo che per conquistarli avrei dovuto costruire con loro un'amicizia profonda, un rapporto così bello e intimo da far sì che riuscissero a innamorarsi di me, nonostante il mio aspetto. Naturalmente ho fallito: non bastava essere interessante, intelligente, buona, affettuosa o che altro. Ci volevano le tette grosse e un paio di belle gambe, se avevi quelle il resto non serviva. Ho odiato la bellezza, ho odiato la facilità con cui qualsiasi gallina riusciva a scoparsi chi voleva, mentre io mi sbattevo anni interi per essere praticamente l'amica perfetta - ma restavo sempre, sempre, soltanto un'ottima amica.

 

Qualche fortunato episodio mi ha fatto pian piano prendere consapevolezza dei miei errori.

 

1. Provavo troppo poco. Se consideriamo gli anni del liceo, ad esempio, mi sono fissata su due ragazzi. Due in cinque anni. Con uno dei quali chattavo soltanto, figuriamoci. Hanno occupato il cento per cento delle mie fantasie ed energie emotive, nonostante non mi avessero mai dato veri segnali positivi. Oggi, li avrei scartati dopo una settimana, e sarei passata oltre, nella consapevolezza che non posso piacere a tutti, anzi, forse posso piacere a pochi; e proprio per questo devo mettermi a cercare quei pochi, e investire lì le mie energie.

Ma all'epoca non sapevo leggere i segnali di rifiuto, o forse non volevo, nella convinzione che avrei potuto... persuadere la gente a innamorarsi di me. Oh, non parlo di sedurli, non sapevo ancora cosa volesse dire.

 

2. Sedurre, ecco. Ho iniziato a cogliere il punto della questione quando ho incontrato una ragazza che mi stuzzicava, forse solo per gioco, ma sapeva come farlo. Così scoprii che l'attrazione non scatta - solo - facendo mille fantastici discorsi sull'universo, ma anche sfiorandosi un braccio, guardandosi più intensamente del solito, lanciando qualche allusione sulla propria disponibilità sessuale.

Questa dimensione del gioco seduttivo mi era del tutto estranea e sconosciuta; esisteva, confusamente, solo nella mia immaginazione. Ma non sapevo affatto come gestirla, da che parte cominciare; probabilmente non ce l'avevo nemmeno come abilità inconsapevole, non lanciavo neanche quei segnali che persino il più imbranato, anche senza volerlo, finisce per inviare.

Credo che inviassi solo segnali di disperato bisogno e solitudine, con striature di rabbia e tristezza. Non molto attraente, mi rendo conto.

 

3. Usare il sesso. Sì, il sesso, quella cosa magica e misteriosa che mi sembrava lontanissima e irraggiungibile, mi era di ostacolo, proprio perché carico di enormi aspettative e tensioni. Lo vedevo come il mostro finale di un lunghissimo videogioco, in cui bisognava prima superare innumerevoli livelli, in ciascuno dei quali guadagnavamo qualche punto Conoscenza e Intimità, finché al penultimo livello ci si baciava romanticamente, ci si diceva ti amo e si era finalmente pronti.

 

Poi ho fatto sesso la prima volta con un tale che non avevo mai visto prima, e ho risolto i miei problemi.

Non era il mostro finale, maledizione, era il primo livello. Averlo saputo prima, avrei perso meno tempo. Fare sesso subito allenta le tensioni, crea rapidamente una strana intimità, nonostane in realtà magari ci si conosca molto poco. Mi ha aiutato un sacco con la mia timidezza. Fatto quello, per me è stato immediatamente più facile stare vicini, reggere il silenzio, scambiarsi carezze e gesti affettuosi che, se guadagnati uno per volta, avrebbero richiesto settimane, mesi di progressivo panico ("oddio, posso toccargli un braccio? Posso accarezzargli il viso? Posso posargli la testa sul petto?").

Fare sesso sblocca subito gran parte dei livelli successivi. Rende più facile iniziare a parlare, perché mentre parli non sei più ossessionato dal costante retropensiero "cazzo vorrei baciarlo" "potrò allungare una mano?" "è il momento giusto?" eccetera.

 

Sembra che abbia parlato di tutto meno che di timidezza, ma credo che anche il timore di non piacere e l'incapacità di comunicare, soprattutto fisicamente, ne facciano parte.

Naturalmente sono stata e sono tuttora timida anche più in generale, ma oggi credo sia una parte di me che si vede soprattutto al primo impatto, quando non mi sento del tutto a mio agio o quando non mi metto troppo d'impegno - penso sia una timidezza molto vicina alla... pigrizia, e al generale disinteresse nel relazionarmi con persone che non mi abbiano colpita in qualche modo. Come dire: comunicare mi costa una certa fatica, devo deciderlo, non mi viene naturale e spontaneo. Quindi lo faccio se ci vedo uno scopo.

Comunque, per rispondere a @parole_alate, mi sono sentita molto più penalizzata nella ricerca di partner che in quella di amici (almeno dopo i 15 - 16 anni, diciamo).

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Credo che tu sia stata te stessa. E' una storia molto tenera, dico sul serio, per il candore che ne traspare. Dovevi essere più furba? Forse a quell'età ci si può ancora permettere il lusso dell'innocenza. Più in là si rischia di pagare un prezzo alto, molto alto, per questo.

 

(Premessa: userò il maschile per comodità, ma quanto sto per dire vale, indistintamente, per uomini e donne, indipendentemente dall'orientamento sessuale).

 

Per dirti cosa ne penso ti racconto una storia simile riferita a me. Quando avevo 37 anni (ora ne ho 44), a una cena di amici, conobbi un ragazzo tedesco, più o meno coetaneo. Si era trasferito in Italia, nel mio ambiente di provincia, da alcuni anni per stare con un ragazzo con cui poi era finita. Non era bellissimo ma era attraente. Era un ragazzo simpatico, sostanzialmente anche di buon cuore, ma un po' farfallone e al quale piaceva il gioco della seduzione. Deve aver capito subito che mi piacevano i maschi; perché quelli così sono anche scaltri.

 

Non ricordo bene i dettagli, ma ricordo che capitava di incontrarsi ogni tanto, un po' per caso un po' meno, a cene con altre persone.

Per farla breve, lui spesso era espansivo e deve aver pensato che avesse qualche chance con me, impacciato e ben contento che uno dei pochi maschi gay che mi fossero capitati a tiro sembrasse dimostrare un certo interesse per me. Lanciava segnali in parte contrastanti: ci provava, ma mai fino in fondo; e quando ero io che, magari, cercavo goffamente di manifestare un interesse senza scoprirmi troppo, non era necessariamente incoraggiante. Insomma, in definitiva lanciava segnali contraddittori. Alla fine, ovviamente, non è successo niente, e ora lui vive ad Amsterdam.

 

Credo ci siano persone, che timide non sono, alle quali piace giocare, in particolare con chi è timido e/o inesperto. Non sono necessariamente cattive: ma a loro piace soprattutto piacere, tenere sulla corda i poveracci che non hanno la loro stessa audacia, o che non ci sanno fare come loro, ma che vorrebbero tanto essere corteggiati, avere a che fare una volta tanto con qualcuno che mostra interesse per loro, e magari lasciarsi andare, fantasticare di una relazione, o magari anche solo di una storia di una notte. Per vedere l'effetto che fa.

 

In una puntata dell'edizione americana di "Queer as Folks", Ted, il personaggio dello sfigato instabile e che ha poco successo con i maschi, ha la possibilità di fare sesso con uno strafico; rifiuta quando si ricorda di avergli sentito dire che, per questo tizio, che aveva molto successo, era un gioco: una volta all'anno puntava lo sfigato di turno per regalargli "la scopata della vita", un'illusione di una sola notte.

 

Insomma: per quelli così è solo un gioco. Sono loro a decidere se iniziare, se continuare, fin dove spingersi, quando smettere.

 

Il punto chiave è che, se a Seduttore interessa veramente Imbranato, Seduttore ha molti modi per vincerne le resistenze; anche perché Imbranato non desidera altro. Può essere rassicurante, può essere incoraggiante, può dire e fare molte cose per avvicinarsi a Imbranato, per dargli il tempo di capire. La differenza tra Seduttore e Imbranato, in effetti, è tutta qui: Seduttore è quasi sempre in grado di "leggere" il comportamento dei suoi interlocutori e di reagire di conseguenza, modulando il suo comportamento: "la sicurezza di chi è sempre a tempo", come dice il testo di una canzone dei Subsonica. Al contrario, Imbranato, che non padroneggia le regole del gioco della seduzione, non ne è capace.

 

Ma allora, perché Seduttore certe cose non le fa, pur potendo farle, pur sapendo come farle?

 

In parte perché non vuole. Non vuole perché Seduttore, spesso, non è innamorato dell'oggetto della sua seduzione, ma solo di sé stesso e, soprattutto, dell'effetto che fa su chi seducente non è, o è convinto di non esserlo. Una persona timida, che si sente, a torto o a ragione, non attraente o un po' sfigata, sa quando le piace qualcun altro. Magari non ha il coraggio di dirlo, perché teme non tanto di essere respinta, ma di sembrare ridicola, o di essere presa in giro, o di perdere persino anche solo l'opportunità di stare vicino a chi le piace; ma, se potesse, lo direbbe. La prima cosa che una persona del genere vorrebbe dire a chi le interessa non è "t'interesso", ma "tu m'interessi", "tu mi piaci". Seduttore, invece, non vuole dirlo.

 

Non è un caso che questa ragazza, pur essendo perfettamente consapevole di quel che stava facendo, e pur essendo disposta ad agire in maniera persino spericolata, non ti abbia mai detto "tu mi piaci", bensì "io t'interesso?", lasciandoti nel dubbio se lei fosse interessata. Stava vendendo sé stessa come una commessa vende un articolo: "le piace, vuole comprarlo?" Invece, l'amore, persino nelle sue forme più acerbe e adolescenziali, è sempre qualcosa che ti porta verso qualcun altro. L'innamorato dice: "sì, ti compro, perché per me vali più del tuo prezzo, non importa quanto questo sia alto. Ti compro a qualsiasi prezzo, perché per me, in effetti, tu non hai prezzo."

 

Ma c'è anche un altro motivo per cui i seduttori non dicono e non fanno certe cose: ed è che, per quanto possa sembrare paradossale, non ne sono capaci.

Proprio perché loro sono innamorati di sé stessi e della loro stessa capacità di seduzione, a loro non passa minimamente per la testa che, se per una volta mettessero da parte le tecniche che hanno appreso, o che padroneggiano istintivamente, e si limitassero ad esprimere quel che provano per l'oggetto della loro seduzione, avrebbero la partita in pugno.

 

Se sarai intelligente e fortunata, ci saranno occasioni in cui tu sarai la preda, e altre in cui sarai la cacciatrice; situazioni in cui sarai tu a giocare con altri, magari con la loro complicità, e altre in cui saranno altri a giocare con te, magari con la tua compliticità.

 

Ci saranno altre occasioni, mi auguro, in cui, che si tratti di amore o di sesso o di una combinazione di entrambi, tu non giocherai, e neanche la tua controparte.

 

Ho la tentazione di stampare il tuo messaggio ed appenderlo sul muro! Dio mio.. Mi sono venute le lacrime leggendo le tue parole.

Che liberazione! E' stato come se finalmente avessi compreso ciò che mi sfuggiva da tempo, eppure era così evidente.. Ma, come si suol dire "non c'è più ingenuo di chi non vuol capire" (okay, forse non faceva proprio così!).

Mi hai davvero aperto gli occhi e te ne ringrazio davvero tanto, aspettavo da tempo che qualcuno mi sbattesse in faccia la cruda verità. Mi sono sentita nuda nel rileggere fra le righe più e più volte, ho visto Lei, ho visto Me. Semplicemente ho capito tutto e sento come se mi fossi levata un peso che mi trascinavo dietro da fin troppo tempo.. Ho dato una risposta ai miei interrogativi.

 

Grazie per avermi illuminata, credo di esserti debitrice :)

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privateuniverse

Prego. ;)

 

La verità è che, ovviamente, ci sono passato anch'io.

 

Anche il tizio che ogni tanto lanciava qualche segnale non mi ha mai chiaramente detto "mi piaci"; e quand'ero io, a fargli capire che mi piaceva, non raccoglieva, non mi dava spago, non m'incoraggiava.

 

Mi sono fatto le tue stesse domande. Ma gli piaccio? Non sono stato abbastanza furbo? Me lo sono giocato? Se fossi stato più intraprendente, me la sarei almeno spassata?

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Esiste qualcuno che viene da te, o devi sempre essere tu ad andare dalla persona che ti piace?

Io sono andato dal mio attuale ragazzo,

quindi lui ha atteso me.

 

In generale è meglio andare dalla persona che ti interessa, se aspetti che facciano gli altri la prima mossa, stai fresco :)

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Questa sembra la descrizione della mia vita. Non sono mai riuscito a incontrare altri come me, perché in Italia si nascondono tutti dietro relazioni etero per salvare le apparenze, come è accaduto a Caserta, mia città di origine dove, ufficialmente "l'omosessualità non esiste!" A me è accaduto che a Caserta uno di questi gay nascosti mi ha fatto delle avances, ma per salvare le apparenze si è coperto con un matrimonio etero, così la moglie mi ha mandata a quel paese quando l'ho contattato, perché io sarei il distruttore della famiglia felice! E non è stato l'unico che fa rispondere dalla moglie e dalla fidanzata. Solo se sei molto ricco nessuno ti sfotte!

Purtroppo in Italia ci ha rovinato la cultura maschilista dell'epoca democristiana dal secondo dopoguerra che faceva disprezzare i contatti fisici tra maschi. E contro i gay è più il non detto che quello detto esplicitamente. In questi tempi di sparizioni di bambini e di violenze quotidiane sono tutti diffidenti, che se si vedono due persone dello stesso sesso che si appartano, subito immaginano spazzatura. Io stesso, per fare un esempio, sono stato distrutto da questa cultura, perché emarginato come ricchione già dalla prima media, se qualcuno si fosse fatto vedere in giro con me, avrebbero pensato che fossimo fidanzati e avrebbero emarginato anche il malcapitato. Se in Italia la legge punisse col carcere o con multe salate gli sfottò ai gay, saremmo tutti più rilassati e non avremmo problemi per incontrarci. Gli etero possono dire: mi piace quella ragazza, chissà com'è nuda, e che ci farei a letto; i gay devono evitare di dire la stessa cosa di un ragazzo, perché sarebbero maltrattati, derisi ed evitati come malati contagiosi. I miei compagni di classe del liceo, che erano gli unici contatti con coetanei che avevo a causa dell'emarginazione, per sfottermi e ridere a crepapelle, mi chiedevano cosa avrei fatto con una donna nuda su un letto matrimoniale. Io non rispondevo proprio perché per me era maleducato parlare di cose ponografiche proprio perché la cultura italiana fino a qualche decennio fa era sessuofoba. Me lo confermò uno psicologo che mi seguiva - a 100.000 lire l'ora! - che il fatto di non parlare proprio di sesso è la stessa cosa del dire che il sesso è male ed è una cosa cattiva. Allora a quei ragazzi rispondevo che ero povero e non mi sarebbe mai capitata una fortuna così perché nessuna donna mi avrebbe rivolto la parola a causa della mancanza di soldi. Adesso, a 36 anni, potrei rispondere che con una donna nuda non so cosa fare, ma con un uomo nudo lo so benissimo. Anzi per controbbare direi a uno di questi: con te mi piacerebbe farlo. Perché gli italiani si sentono forti in tanti contro uno solo che conosce il disprezzo e la buona educazione. In Italia il gay adulto che lavora è odiato dalle donne perché non possono sposarlo, fargli avere i bambini, divorziare e poi togliergli i soldi e la casa per vivere da parassite. Anche questo succede solo in Italia. Se la legge ci proteggesse, non ci sarebbero questi problemi di depressione. L'ultima psichiatra le lo ordinò: devi fuggire da Caserta e non tornarci più! Ho seguito il suo consiglio e vivo in un altro luogo, dove nessuno mi conosce, perché se sapessero che sono di quel luogo pericoloso, mi eviterebbero. Infatti gli abitanti della mia città mi rispettano perché lavoro onestamente, sono educato, pago le bollette, non ho l'arroganza, cioè tutte le qualità che a Caserta mi facevano etichettare come sfigato. La cosa che ancora non riesco a capire è: ma di 80.000 abitanti ero l'unico della mia specie? Addirittura pensavo di essere nato con una disfunzione fisica.

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Può anche darsi che di sesso facile se ne trovi facilmente... il problema è che magari qualcuno cerca qualcosa di più.

Io sono abbastanza timido, ma il vero problema è che non sono attratto dalle relazioni "in sé"... se mi innamoro sono una spece di piattola, non mi stacco più, il problema è che per innamorarsi sarebbe necessario frequentare posti in grado di offrire opportunità, e io qui mi sento un perfetto estraneo. Non sono attratto dalla gente in genere, non so cosa fare all'aperto o nei locali di ritrovo, mi sento a disagio e non provo nessun piacere a frequentare questi posti... Anche se ultimamente ho deciso di provare ad uscire di più...

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