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Il dialetto, mille sfumature italiane.


Icoldibarin

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Icoldibarin

Dopo il topic sull'esperanto apro un topic quasi parallelo sul dialetto regionale e locale e sul suo utilizzo.

 

In molte località italiane l'uso del dialetto si sta affievolendo, relegato a poche espressioni tipiche della zona, in altre invece è ancora vivido.

 

Inutile girarci in torno, a me i dialetti e le inflessioni regionali piacciono assai, adoro sentirlo proiettato dalle bocche di persone provenienti dai più disparati posti. Portano ovunque andiamo il sapore delle nostre origini e inoltre li trovo dannatamente erogeni (OK sto esagerando).

 

Voi come vi rapportate con queste lingue? Ne fate uso, le parlate quotidianamente? Nella vostra zona sono ancora diffuse?

 

Io sono cresciuto in un contesto, quello dell'hinterland milanese, dove né il meneghino né il brianzolo hanno molto spazio perlopiù relegato a semplici modi di dire e frasi fatte. Eppure ho sempre desiderato apprenderne la famigliarità e l'uso. Mi piacerebbe parlare un pidgin delle mie radici brianzole, venete e lariane ma per ora mi limito ad averne solo una buona comprensione.

 

Da qualche anno sembra che l'interesse per queste "lingue senza esercito" sia in aumento soprattutto forse per lo spazio che trovano, ora più frequentemente di qualche lustro fa, nella musica. Si pensi ai pionieristici (per il periodo) testi in ligure antico e sardo gallurese di De André, alla produzione artistica quasi completamente dialettale di Davide Van De Sfroos ma anche ai tanti artisti che cantano alcuni loro brani in lingua dialettale.

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viva i dialetti!!!

 

io non farò mai a meno del fighissimo voooccapèèèèèèèèèèè abruzzese!!!!!!!

ovunque vado porto con me il mio uèèèè!! vooooccapèèèèèè!!!!!!!!

 

e capiscono subito da dove vengo!!! ;)

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Voi come vi rapportate con queste lingue? Ne fate uso, le parlate quotidianamente? Nella vostra zona sono ancora diffuse?

 

Dunque, nella mia zona il dialetto milanese è molto diffuso, specialmente tra le persone di una certa età (per ovvi e risaputi motivi).

Non abito proprio in città, bensì in un paese dell'hinterland, e mi pare di accorgermi che il dialetto sia ancora più diffuso che in città, non so se stia vaneggiando o meno :D.

Io non so parlarlo, come non so parlare nessun dialetto: la mia parlata è neutra, un italiano libero da qualunque inflessione, ma i dialetti non mi dispiacciono.

Mi piacciono molto il romanesco, l'emiliano e il napoletano, mentre il milanese stesso per esempio non mi piace. Siciliano e calabrese mi fanno sbellicare dalle risate. :D

 

Concordo con te sul fatto che siano molto importanti per la preservazione della cultura locale, ma ci sono certi punti in cui l'italiano è quasi assente in favore del dialetto, e la cosa mi irrita non poco LOL.

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Nella mia zona il 25% dei parlanti non conosce l'Italiano

e ha come unica lingua il dialetto veneto (unici in Italia), ti basta?

 

Nessuno della mia famiglia parla speditamente in Italiano

e con mia nonna è necessario una "mutua comprensione".

 

Io sono il primo della mia famiglia ad essere "di madrelingua italiana"

(quindi penso in Italiano e non in Veneto) e così mio fratello minore.

 

Ho una certa cadenza ma so correggermi per renderla non avvertibile

(Evitando "Témpo" invece di "Tèmpo"; "Rè" o "Trè" invece di "Ré" di "Tré": "Spo'sa invece di "Spòsa")

Ovviamente mi costa fatica e non so bene perché dovrei farlo...

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eh, la cadenza veneta è difficile da scrollarsela di dosso... io non sono molto amante del mio dialetto, sebbene lo conosca bene :)

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Noi di roma siamo automaticamente esclusi però visto che roma un dialetto nun ce l'ha, ma ha solo una calata (che io, peraltro, neanche so fare bene...)

 

Anche se esistevano modi di dire niente male che capirebbe quasi solo un romano... peccato che visto che li usava il mio bisnonno e nessun'altro in famiglia me ne ricordi solo mezzo.

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io il dialetto abruzzese lo parlo ma non sempre, lo parlo un po' con le amiche, o con certe amiche, mi piace, il dialetto ha il potere di rafforzare certi stati d'animo, certi momenti.

 

mi piace molto anche il dialetto umbro.

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Personalmente io parlo con i miei amici, conoscenti, familiari in napoletano perchè per abitudine è più facile e subito ti capiscono... però ho riscontrato una cosa, nelle zone dove abito io si parla un napoletano più soft per alcuni punti di vista, mentre se si va in altre zone trovo difficile seguire la parlata perchè si usano termini che manco io conosco o.O in pratica a napoli ci sono più di ben 10 dialetti.

 

per chi non lo sapesse il dialetto napoletano deriva dal francese u.u

 

Una cosa indiscutibile è l'amore che provo per il dialetto calabrese :* amo i ragazzi che parlano in calabrese e sono calabresi u.u

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Ah... il dialetto calabro era il mio incubo da bambina... ogni volta che andavo a trovare i parenti ci mettevo un mese a imparare quel po' di dialetto che mi serviva... e tornata a roma ci mettevo due mesi pr perderlo di nuovo XD

(e anche del calabrese di reggio non mi ricordo niente)

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Io non so parlare benissimo il dialetto, ma non tanto perché nelle mie zone non si parli, semplicemente in casa mia mi hanno abituato a parlare più l'italiano che affidarmi al dialetto.

Ora come ora vivo con amore e odio il mio accento confuso tra il bergamasco e il bresciano. Insomma non mi piace che mi si dica che si sente che vengo da Bergamo, perché trovo la nostra cadenza davvero poco delicata XD Ma trovo comunque che il bergamasco abbia un forte effetto comico: lo uso spesso per le battute (lessico permettendo) proprio perché poco delicato. Peccato che i miei amici qui a Milano non mi capiscano perché sono tutti o del sud o stranieri XD

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Esatto, come dice Saint Roma (come tutto il Lazio) è forse l'unica zona d'Italia a non avere un vero

e proprio dialetto, ma solo un accento più o meno marcato.

 

Le ragioni storiche sono ben note, lo Stato Pontificio ha sempre mantenuto vivo l'uso del latino per quasi tutto

il medioevo, finché il volgare fiorentino (poi italiano) non si diffuse in tutta la penisola col Rinascimento.

 

Ad esempio nelle campagne romane si sente spesso il verbo ire utilizzato al posto di andare, il quale è esattamente

lo stesso ire che utilizzavano gli antichi romani col medesimo significato.

 

Oltre a questo, il centro-Italia non ha mai subito dominazioni rilevanti, per cui dalla Romagna fino al Molise abbiamo

un insieme di dialetti e cadenze molto vicine all'Italiano mentre allontanandoci verso nord o verso sud le parlate sono

via via sempre più "incomprensibili" per via delle contaminazioni straniere (francesi, spagnole, austriache...).

 

La mie cadenze preferite sono romano e toscano mentre i dialetti che più mi divertono sono il veneto (favoloso!),

il friulano (un'altra lingua) e poi il mio preferito in assoluto: il romagnolo!

 

Quelli del sud, senza offesa, li trovo proprio fastidiosi all'orecchio, in particolare napoletano (specie quello della periferia)

e pugliese, poi anche certi dialetti bergamaschi li trovo proprio irritanti.

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Icoldibarin

Bergamasco e bresciamo sono molto carichi, ma non per questo li trovo meno gustosi.

Però rimanendo in lombardia quelli che preferisco sono decisamente il laghé ed il basso e alto tellino. Il milanese con le sue influenze francesi mi piace forse un po' meno.

Delle altre regioni di dialetti ne conosco pochi, veneto avendo una nonna che parla un pidgin brianzolo-veneto, il ligure che riesco a conoscere un pochino dai versi di De André ed ovviamente qualche infarcitura di quelli più famosi dentro e fuori l'Italia come siciliano, napoletano e romano (che anche se dite non essere un vero e proprio dialetto, la parlata dei romani è riconoscibile in tutto il mondo).

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In Toscana non ci sono dialetti.. ma cadenze o intercalari almeno credo che rendono caratteristica la nostra parlata tipo la C aspirata, saltare alcune lettere per parlare più velocemente ecc..

Io mi sforzo a parlare il più italiano possibile ma a volte mi capita di saltare qualche lettera mentre parlo :)

Per il resto da zona a zona cambiano i termini o intercalari: dal Boia di Pisa, al Deh di Livorno (che io odio.. scherzo :grin: ) e altri ancora.

Negli anziani invece si riscontra un vero e proprio dialetto (alla fine penso comprensibile) che però penso vada scomparendo sempre di più: più che altro si tratta di coniugare alcuni verbi al passato remoto es: essi mangiarono - essi mangionno; essi andarono - essi andonno o itonno; questi sono posti belli - enno bei posti... e così via :)

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In realtà devo dire che alla zona di Roma un idioma affine al dialetto è (era) riconosciuto... L'ebreaico-romanesco, ma non so se esista ancora... E si era sviluppato proprio a causa della chiusura del ghetto rispetto al resto della città, per cui a quanto ne so (poco) era un romanesco che aveva mantenuto la costruzione e le parole che si sono perse con l'avvento del toscano in città mischiato, ovviamente, a parole prettamente ebraiche che avevano peró subito modifiche "romanizzate"... Non credo comunque esista più...

 

La calata romana è vero che è riconosciuta ovunque, ma è anche vero che un italiano capisce perfettamente un romano che parla, ovunque... Può sembrare strano il ritmo, o alcuni accenti e alcune doppie... Ma sempre italiano è (che poi è il motivo per cui non si può parlare, realmente, di dialetto)

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Esatto, per dialetto intendo proprio parole diverse dall'italiano corrente. I romani e i fiorentini

certo li riconosci ovunque ma solo per l'accento, non abbiamo un vocabolario indipendente come

può averlo un siciliano o un val d'ostano.

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Giusto per puntualizzare, in Italia quasi non esistono "dialetti" in senso tecnico.

Un dialetto è una variante di un'altra lingua e il Veneto o il Siciliano

non sono affatto varianti dell'Italiano, che è appunto un "Toscano standard".

 

A essere precisi quindi l'unico dialetto è il Romanesco;

ma visto che il termine "dialetto" si usa in modo improprio

frequentemente si sente il termine "calata".

 

A essere precisi quindi tutti i "dialetti italiani" sono lingue

(riunite in vari ceppi distinti, con varianti locali - queste sì - dialettali).

in quanto si differenziano autonomamente dal Latino.

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Almadel non t'ho capito... mi sembra che ti sei contraddetto da solo, però vabbè! :D

 

Comunque quello che volevo dire è che il veneto ha un vocabolario proprio, il romanesco

ed il toscano no.

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Saprei parlare il dialetto, mi mancano solo alcuni termini molto particolari o diversi dall'italiano che si stanno estinguendo....tuttavia mi limito al suo utilizzo solo raramente anche in famiglia, diciamo che mi è indispensabile alcune volte per capire mio padre quando a cena :D

Mi piacciono i dialetti emiliani,marchigiani,pugliesi e sardi le varie parlate toscane (li trovo divertenti XD) e anche il patois valdostano, mentre non mi piacciono gli accenti del triveneto, tutti gli altri in linea di massima mi lasciano indifferente...

 

Per il resto, io mi limiterei a non definire dialetti in senso stretto solo quelli di area laziale e toscana (romanesco e fiorentino), tutto il resto dell'ex stato Pontificio ha sviluppato parlate ben distinte dall'antico latino a causa delle dominazioni longobarde o bizantine.....

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Ma il discorso di Almadel è giusto. Quando si parla di dialetti sembra che l'Italia avesse una volta una sola lingua che poi si è frammentata a causa degli influssi stranieri (vedi anche questo topic, dove si parla di dialetti che derivano dal francese). Invece è il contrario: l'Italia è sempre stata divisa linguisticamente, ogni "dialetto" è una lingua autonoma e solo recentemente si è raggiunta una certa unità linguistica con un italiano standard.

 

Alla fine la vera differenza tra lingua e dialetto è una: il dialetto non si scrive, ed è relegato quindi al ruolo di lingua delle persone ignoranti o culturalmente inferiori.

 

Io non so nulla di dialetto. I miei nonni paterni parlavano brianzolo ma anche italiano, quindi non ho mai imparato né a parlarlo né a capirlo.

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Ma il discorso di Almadel è giusto. Quando si parla di dialetti sembra che l'Italia avesse una volta una sola lingua che poi si è frammentata a causa degli influssi stranieri

 

Rispetto al latino, che era la lingua ufficiale dell'Impero, gli influssi linguistici delle invasioni barbariche si sono fatte sentire.

 

Rispetto al fiorentino (che poi sarà italiano) la cosa non cambia molto. Di fatto il Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio

e gli altri stati centrali non hanno mai subito invasioni di altre potenze europee quindi è normale che abbiano conservato una

forma più "pura" e meno contaminata.

 

E' vero che non esisteva, dopo il latino una lingua nazionale e vi erano bensì diverse parlate locali ma è altrettanto vero che se

il volgare fiorentino è divenuto lingua ufficiale italiana un motivo c'é: esso dopo il Rinascimento era di fatto parlato in tutta Italia

anche se solo dalle classi intellettuali o comunque più agiate.

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Icoldibarin

Difatti i sistemi per trascrivere i dialetti sono piuttosto recenti, potrebbe essere in piccolo quanto avviene/avveniva in Cina dove la lingua parlata è molto differente da quella scritta.

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Quello che dice loup, alla fine, non fa che avvalorare la tesi che il romanesco non sia un dialetto... Abbiamo avuto fiorfiori di poeti e scrittori che scrivevano in romanesco XD

Comunque sfido chiunque sappia parlare in italiano a non capire cosa dice un romano che parla romanesco... XD

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Non capisco cosa non si sia capito...

 

Non esistono "dialetti": esistono "lingue regionali".

Alcune di essere hanno anche una letteratura importante.

 

L'unico dialetto (ovvero il Romanesco) ha anch'esso

una rispettabilissima letteratura.

 

 

Rispetto al latino, che era la lingua ufficiale dell'Impero, gli influssi linguistici delle invasioni barbariche si sono fatte sentire.

 

Altair, non è così.

 

Nella Linguistica Neolatina si parla di "sostrato"

ovvero della lingua parlata prima del Latino.

 

dialetti_italiani.gif

 

Come puoi vedere dalla cartina, le differenze sono assai più antiche.

Ci sono "dialetti" il cui sostrato era celtico e altri dove era sannitico;

si noti il Veneto (che non aveva una lingua celtica) e la Toscana (dove parlavano in Etrusco).

 

In tutti i casi la lingua precedente si è fusa con il Latino;

tranne che in Toscana perché l'Etrusco non era una lingua indeuropea

e quindi era troppo diversa per mescolarsi.

 

Mentre il Celtico, il Sannitico e il Veneto si sono ibridati,

l'Etrusco è semplicemente scomparso lasciando un "Latino Volgare" più puro.

 

Il Lombardo "somiglia al Francese" non perché abbia subito la dominazione Francese

(non più di quella Austriaca o Spagnola...)

ma perché entrambi hanno un sostrato celtico (o gallico, se ti suona meglio).

 

Dalla cartina puoi addirittura distinguere altre lingue di sostrato

come il Greco in Meridione e addirittura la zona in cui erano insediati i Messapi in Salento!

 

Non voglio sminuire l'importanza dei prestiti linguistici da parte di altre lingue,

ma questo è un fenomeno totalmente differente.

I maggiori prestiti linguistici che ha avuto il Veneto provengono dall'Arabo,

ma non siamo mai stati conquistati dagli Ottomani.

(E poi dal Veneto sono passati in Italiano: dogana, tariffa, caraffa, arancia*, eccetera...)

Della breve dominazione austriaca abbiamo solo la parola schèi (da schelling) e spritz :D

 

*Arancia: non giurerei che arrivi dall'Arabo all'Italiano attraverso il Veneto e non attraverso il Siciliano o lo Spagnolo...

 

Un discorso a parte meriterebbe il Sardo, le cui caratteristiche sono somprendenti

anche rispetto a tutte le altre lingue neolatine e non solo a quelle sviluppatesi in Italia.

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Comunque non è del tutto vero che nel Lazio non ci sono dialetti: al paese di mia madre si parla un dialetto, che secondo me non somiglia affatto al romanesco, visto che ha dei termini unici e anche regole grammaticali sue.

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Domanda: se il dialetto è, per definizione, Un sistema linguistico, di una delimitata area geografica, che si differenzia dalla lingua nazionale, in cosa il romano moderno sarebbe un dialetto mentre tutti gli altri no? Col fatto che il romano moderno è dannatamente uguale all'italiano per costruzione, sintassi e parole (eccezion fatta per la perdita di alcune doppie o l'aggiunta di altre)?

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io sono pugliese, qui in puglia ogni città ha il suo dialetto e non sempre io riesco a comprendere i dialetti delle città limitrofe...il mio è questo:

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Almadel: forse il romanesco era.

Il romano è a tutti gli effetti italiano. Ormai.

Nessuno, neanche i miei nonni usavano più i termini di trilussa o belli, o le loro costruzioni logiche, nel parlato.

 

Ma questo è solo un discorso di definizioni.

 

Semmai discutiamo del fatto che il romanesco ha coniato alcuni termini per la nostra comunità offensivi, che è più interessante XD

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Scusate, ma questo topic mi sta tirando scemo. Mi sembra che non riusciate a capirvi. :D

 

SaintJust, Almadel sta dicendo che il romanesco è un dialetto proprio perché è a tutti gli effetti italiano. Il dialetto infatti dovrebbe essere semplicemente una variante regionale di una lingua.

Se invece si è in presenza di qualcosa di diverso, di indipendente, allora non si dovrebbe più parlare di dialetto, ma di lingua.

 

 

Ovviamente il termine "dialetto" viene utilizzato anche con altri significati. Ma si tratta di significati che si basano più su dati sociologici, piuttosto che linguistici.

Dal punto di vista linguistico, non c'è ragione per cui l'italiano debba essere considerato una lingua mentre il siciliano un dialetto. Il siciliano non deriva dall'italiano, il siciliano non ha nulla di meno dell'italiano, ecc.

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