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Mancuso: DIECI nomi di politici omosessuali non dichiarati e omofobi


coeranos

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http://www.repubblica.it/politica/2011/09/15/news/faremo_i_nomi_dei_politici_gay_ma_omofobi_l_ora_x_il_23_settembre_sul_web-21726095/?ref=HRER2-1

 

ne avevo sentito parlare ma sinceramente pensavo che non l'avrebbero nemmeno fatto.

il 23 alle ore 10 verranno diffusi i primi 10 nomi di politici gay, io sono perfettamente d'accordo con quest'idea.

ho già pure qualche presentimento su chi ci potrebbe essere...

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Io mi domando a cosa serva questo sputtanamento. Però sarei d'accordo per vedere la faccia dell'uomo pubblico che ci disprezza.. anche se alla fine sarà un tutto querelare..

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L'outing, a prescindere dalle motivazioni di fondo, è sempre una lesione della privacy... Però non penso che importi davvero nel momento in cui si parla di politici e dei loro comportamenti ipocriti.

Dubito tra l'altro che abbiano deciso di giocare a "Indovina Chi" perché una cosa del genere comporta dei rischi e almeno deve poggiare su basi certe, ben differenti dalle illazioni (o supposizioni) che può fare chiunque.

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Beh... nel torinese si conoscono bene alcune... diciamo... deviazioni dalla retta via di politici in carica, ma se ne parla sottovoce.

Fra le lelle c'è anche qualche aneddoto sulla figlia di uno di questi... :sisi:

Vedremo che ne verrà fuori, sono curioso...

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A prescindere che sia giusto o sbagliato ma, come si fa a sapere se sono veramente gay o si inventano tutto?

 

anch'io ho avuto questo ragionevole dubbio. Cioè cosa fanno allegano delle prove?

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Il 23 Mancuso pubblicherà il nome di 10 politici omofobi, tutti scelti esclusivamente nel centrodestra.

Tra questi inserirà, per eccezione, il suo stesso nome e quello della Concia, visto il filo che fanno a D'Alema

e alla Bindi, e viste le cose dette sulla sentenza 138/2010 sul matrimonio gay. (L'Unità di oggi riporta

articoli con interpretazioni errate e strumentali della sentenza, una delle quali a firma della Concia).

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Ci vogliono le prove, ovviamente (allora sì che l'operazione, giustissima sotto ogni punto di vista, potrebbe essere portata avanti seriamente). Con le prove, i diretti interessati potrebbero ovviamente smentire (e Giovanardi sarebbe in prima fila), ma potrebbero convincere solo gli idioti, certo non le persone con un minimo di buon senso. Anche perché le smentite di una classe politica ampiamente screditata servono a poco. Senza prove il discorso cade, certo.

Comunque dieci sono pochi, ma per iniziare può andare bene.

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Pensate se esce GIOVANARDI tra quei 10 nomi, ci sarebbe da ridere da qui all'eternità :roll:

 

Beh... nel torinese si conoscono bene alcune... diciamo... deviazioni dalla retta via di politici in carica, ma se ne parla sottovoce.

Fra le lelle c'è anche qualche aneddoto sulla figlia di uno di questi... :sisi:

Vedremo che ne verrà fuori, sono curioso...

Ma io ho sentito chiacchiere su colui che dirige le varie province sabaude e che porta il fazzoletto verde, chissà se rientra nella lista...

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Devo dire che trovo questa iniziativa un po' ridicola.

Però non è detto che questa azione possa smuovere un po' l'opinione pubblica...

Certo che ridurre l'attivismo gay al livello di una rivista di gossip, non mi piace per niente come idea :)

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L'iniziativa in sè, proprio in quanto lesiva della privacy e, se riferita

a politici omofobi, "sputtanante" non è ridicola, lo diventa se viene

gestita male...soprattutto in un paese come l'Italia dove la propensione

naturale della pubblica opinione non è orientata alla verifica sulla coerenza

dei comportamenti pubblici e privati dei personaggi pubblici, come negli USA.

 

Inoltre deve percepirsi una chiara ragione politica, inattaccabile, sia da

parte dei promotori, che nella scelta dei personaggi a cui l'outing è diretto.

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Temevo che quando quest'estate aveva detto "ve lo diremo a settembre", Mancuso intendeva solo far passare del tempo per farci scordare tutto.

Invece mi ha sorpreso. Sarà che in fin dei conti, l'idea è sua ma la realizzazione è di questo misterioso gruppo di ragazzi conosciuti su internet e mai incontrati di vista? :asd:

 

Sono favorevolissimo all'outing, purché si limiti solo alle persone che hanno avuto rilasciato esplicite dichiarazioni omofobe, come fortunatamente è questo il caso.

 

Temo l'effetto che teme anche Hinzelmann: l'Italia è un paese in cui si tende più a spettegolare e fare gossip che a prendere veramente coscienza di uno scandalo.

Basti notare che stiamo tutti a disquisire di Ruby e troiette varie che girano intorno a B, ma la gente che pensa alla questione della ricattabilità di un capo di stato è veramente poca.

Insomma, è un argomento di cui dovrebbero parlare i tg, non Mara Venier e Barbara d'Urso. Ci riusciranno?

 

Ad ogni modo, dall'articolo linkato a inizio topic leggo che questi dieci nomi sono solo i primi di oltre un centinaio (!), e che non riguardano solo il mondo della politica, ma anche la Chiesa, l'informazione e lo spettacolo (anche se non ho capito se i primi dieci saranno solo di politici che hanno votato contro la legge sull'omofobia o se saranno da subito un assaggio di ogni "categoria").

Attendiamo con ansia. :pop:

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È chiaro che quella di Mancuso è almeno anche una ricerca di popolarità, un lancio personale.

Decaduto da presidente di Arcigay, Mancuso ha ora fondato Equality Italia, un'associazione

moderatamente progressista sui diritti civili che va da Fli alla sinistra, con la quale cerca un rilancio.

È pure cattolico. Perché non dovrebbe, dpo Grillini, dopo la Concia, attrarre l'attenzione su di sé e

proporsi anche lui come futuro deputato in uno schiaramento di sinistra?

 

Certo l'outing non ha niente a che vedere con la sua formazione di militante glbt. L'outing

è una scelta radicale, che è sempre stata praticata da un militantismo serio, severo, intransigente,

come in USA, come anche in UK e in Francia. Quanto di più lontano dalla mentalità e dalla prassi di

Mancuso, che non si è mai schierato a favore del matrimonio gay, e nel 2007 si è rifiutato di firmare

il Manifesto per l'Uguaglianza dei Diritti.

 

La questione dell'outing di politici gay è vecchia di almeno 6 anni. Grillini conosce perfettamente i nomi,

ma non li ha mai fatti:

 

http://archiviostori...050923045.shtml

 

Non c'è nulla di nuovo, dunque, salvo che stavolta i nomi saranno fatti. Perché? Per la rabbia che la cosiddetta legge

contro l'omofobia (dizione pesantemente inesatta) non è passata. Legittimo il sospetto che la decisione abbia in sé

qualche cosa di non sufficientemente meditato. Grillini è contrario, con argomentazioni razionali e sensate

(ma qualcuno le ritiene dettate da invidia...)

 

http://notizie.tisca...i.html#comments

 

Patané è contrarissimo e considera l'iniziativa «spregevole» (ma qualcuno ritiene che parli così perché non è tenuto in

considerazione da nessuno, e scalpita di fronte all'attivismo di Mancuso...):

 

http://daily.wired.i...ting-14488.html

 

Il testo pubblicato sul sito su cui è promessa la rivelazione intanto si presenta in modo confusionario e incoerente:

 

1 «Disponiamo dei nominativi di una decina di alti prelati, di altre personalità del mondo dello spettacolo e della tv».

2 «Abbiamo deciso di iniziare con questi primi dieci nomi per far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano viga

la regola dell’ipocrisia e della discriminazione».

3 «I politici di cui conosciamo le vere identità sessuali sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare

un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull’omofobia».

 

Punto 1: che c'entrano le personalità del mondo dello spettacolo e della tv con la non-approvazione della presunta legge

contro l'omofobia? Niente. Come niente c'entrano, fino a prova contraria, gli alti prelati.

Punto 2: Mancuso vuole scatenare questo putiferio per far comprendere come in Parlamento viga la regola dell'ipocrisia.

Ma ci prende per scemi? Non lo si sapeva? E vale questo per il solo Parlamento? E lui è Savonarola? E infine, ha valutato il ritorno d'impopolarità di una simile azione, che configura una violazione della privacy? Tecnicamente, lui potrà evitare l'accusa di violazione

della privacy perché pubblicherà i nomi su un sito straniero, o con altro stratagemma: ma l'eventuale biasimo della pubblica opinione si riverserà indistintamente sulla comunità glbt.

Punto 3: Se la questione riguarda l'intero Parlamento, e se è fatta da un punto di vista veramente gay, e non per altri fini, personali ad

esempio, sarebbe stato necessario dare un estratto di aderenti a tutti i partiti, perché l'ipocrisia e l'omofobia della classe politica non cominciano certo da quest'anno di grazia 2011, ma hanno una lunga storia, anche a volersi limitare all'ultimo decennio.

 

Certa è una cosa: presentato così, e con quella che è la storia di Mancuso come presidente di Arcigay, non sembra un atto di forza, ma di rabbia impotente, con un che di confusionario e un po' scaduto.

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@ Isher:

 

Sono abbastanza su quello che hai scritto, voglio solo chiarire un paio di punti:

 

1) I nomi dei prelati c'entrano. Secondo Barney Frank l'outing è legittimo ogni

qual volta un gay non dichiarato si macchia di omofobia.

 

2) Questa vicenda non avrà ovviamente nessuna risonanza, se non per qualche post

su alcuni blog. Negli USA l'outing è una cosa seria che si fa con le prove: foto,

testimonianze ecc. Qui dubito fortemente che vedremo nulla del genere.

E' solo una pagliacciata. L'ennesima.

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Fabio Castorino

Mancuso vuole copiare gli outing degli attivisti gay americani contro i politici omofobi, ma gli outing USA che hanno avuto successo erano suffragati da prove certe: fotografie postate su siti di incontri gay, filmati compromettenti, testimonianze dirette e non anonime di escort che avevano avuto rapporti sessuali coi politici. Se gli outing di Mancuso non saranno suffragati da prove si ridurranno a gossip di bassa lega, oltre ad esporlo a cause per diffamazione, e non avranno alcun impatto significativo.

 

Inoltre Mancuso deve tener presente che gli USA sono un paese puritano, dove l'incoerenza tra posizioni pubbliche e comportamenti privati è considerato un grave peccato che porta alla fine della carriera politica in quanto lo smascheramento di una menzogna distrugge l'immagine di onestà e affidabilità dell'uomo pubblico agli occhi dei cittadini; mentre l'Italia è un paese cattolico dove il "si fa, ma non si dice" è considerato con indulgenza e addirittura incoraggiato come "valvola di sfogo" che permette di concedersi qualche "peccatuccio" senza mettere in discussione l'ordine costituto.

 

Ricordatevi che quando ci fu l'outing di Boffo da parte del Giornale di Feltri (fatto per motivi completamente diversi) nessuno discusse dell'incoerenza tra la presunta omosessualità del direttore di Avvenire e le posizioni anti-diritti civili espresse dal suo quotidiano: per tutti la "vergogna" a cui Boffo sarebbe stato esposto dall'outing era quella di essere gay.

 

Se anche gli outing di Mancuso si rivelassero veritieri, i politici di destra "vittime" rischierebbero di essere condannati dai loro elettori omofobi non per la loro incoerenza, ma per il loro orientamento sessuale: così Mancuso avrebbe ottenuto l'effetto opposto a quello sperato, avrebbe alimentato ulteriormente l'omofobia.

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Tutto questo spiare i politici dal buco della serratura è segno più che dell'imbarbarimento della vita politica, dell'incapacità dei politici di governare e soprattutto dell'incapacità dei cittadini di cacciarli e di metterne altri che sappiano farlo.

Il politico non ci dà il matrimonio per ragioni che possono essere condivisibili o meno, ma che sono o dovrebbero essere politiche? Allora lo spiamo se va a uomini e lo sputtaniamo per vendetta.

A nessuno viene in mente che la politica è l'arte del possibile ed un buon politico è tale proprio quando nella sua azione politica non si fa guidare dalle convinzioni personali ma dall'utilità comune?

Francamente non mi darebbe fastidio il politico, omosessuale nella sua vita privata, che mi dicesse <non posso politicamente darti quello che chiedi come omosessuale, per queste e queste altre ragioni>. Non sarei d'accordo con lui, gli opporrei le mie ragioni, voterei per un altro, ma non lo metterei alla gogna per la sua vita privata omosessuale.

La coerenza di un politico si dimostra nell'azione politica e dio sa quanto in Italia ce ne sia bisogno, non si dimostra nell'adeguamento della vita privata ai principi espressi in pubblico.

Esigiamo uomini che sappiano governare bene, non moralisti che si preoccupino di "purificare" la loro camera privata per renderla degna della Camera

pubblica (che tra l'altro manca molto di dignità...)

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@ Isher:

 

Sono abbastanza su quello che hai scritto, voglio solo chiarire un paio di punti:

 

1) I nomi dei prelati c'entrano. Secondo Barney Frank l'outing è legittimo ogni

qual volta un gay non dichiarato si macchia di omofobia.

 

2) Questa vicenda non avrà ovviamente nessuna risonanza, se non per qualche post

su alcuni blog. Negli USA l'outing è una cosa seria che si fa con le prove: foto,

testimonianze ecc. Qui dubito fortemente che vedremo nulla del genere.

E' solo una pagliacciata. L'ennesima.

 

1 Sia pure: ma Mancuso non segue i principi di Barney Frank, segue un altro criterio, sia

pure in prima istanza, quello di pubblicare i nomi di coloro che non hanno votato per l'aggravamento

della pena nei confronti di crimini compiuti verso persone omosessuali.

 

2 È certamente una pagliacciata, per le ragioni che tu dici, ma anche rispetto all'effettivo operato di Mancuso

come presidente Arcigay: non c'entra nulla; e fa pensare che voglia riciclarsi in una veste "dura e pura" lui, che

fu il più conciliante dei conciliatori, per usare parole rispettose. Per completare una certa qual assurdità di questa

storia c'è poi la strana precisazione di Mancuso stesso: :hm:

 

l’idea dell’outing, che è stata presa in carico da un gruppo di persone anonime, che autonomamente stanno operando.

Non so cosa avverrà il 23 settembre, anche perché questo gruppo mi ha escluso da qualsiasi coinvolgimento.

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Fabio Castorino
Non so cosa avverrà il 23 settembre, anche perché questo gruppo mi ha escluso da qualsiasi coinvolgimento.

 

Macuso lancia il sasso e poi nasconde la mano per pararsi il c*lo dalle conseguenze legali.

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Ivan Scalfarotto si è dimesso con una lunga lettera dal comitato d'onore di Equality Italia indirizzata a

Mancuso (che di Equality è presidente). Esprime e motiva il suo dissenso dall'annunciata campagna di outing

mettendo in luce le profonde differenze tra l'etica pubblica dei paesi angloamericani in cui l'outing è stato

particato e l'Italia. E accusa senza mezzi termini, anche se con educazione, Mancuso di ricercare una sua

personale affermazione mediatica con questa iniziativa. Ora, al di là di questo, è incredibile la risposta di

Mancuso:

 

Ripeto come un mantra, a tutti e tutte che l'idea dell'outing nacque all'indomani della bocciatura della legge

di Paola Concia contro l'omotransfobia. La lanciai come moto personale di indignazione di getto su FB, tante

adesioni, tanto sostegno, ma poi non si concretizzò nulla. Ora la cosa è in mano a questo gruppo di persone

anonime, di cui niente so e niente voglio sapere.

 

Ma:

 

1 Mancuso ha annunciato tale outing lui personalmente, e ha parlato a nome di questo gruppo, usando la

prima persona plurale;

2 ammesso e non concesso che la cosa ora sia in mano a un gruppo anonimo, siamo al colmo dell'irresponsabilità.

3 In ogni caso, se l'attore di questa iniziativa è un gruppo anonimo, mai Mancuso avrebbe dovuto annunciare lui

stesso l'iniziativa. E d'altra parte è sicuramente falso che Mancuso nulla sappia di questo gruppo, dato che ammette

di avere avuto contatti con esso.

 

Insomma, politicamente un ammasso di confusionismo spicciolo, moralmente pure peggio.

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Fabio Castorino

Ecco la lettera che Scalfarotto ha pubblicato sul suo sito: http://www.ivanscalfarotto.it/2011/09/17/lascio-equality-italia/

 

Lascio Equality Italia

 

17 settembre 2011

 

Aurelio Mancuso ha annunciato il lancio di una campagna di outing di personaggi pubblici. Trovo questa una decisione molto grave e sbagliata. Ho deciso quindi di dimettermi dal Comitato d’Onore di Equality Italia con la lettera che ho inviato pochi minuti fa ad Aurelio e che riporto qui di seguito.

Londra, 17 settembre 2011

Caro Aurelio,

ho appreso dalla stampa della tua volontà di avviare nei prossimi giorni un programma di outing che denuncerebbe, al di là o addirittura contro la loro volontà, l’omosessualità – o presunta tale – di un numero imprecisato di personalità pubbliche.

Trovo questa una decisione molto grave, che non condivido e che mi preoccupa molto. Si tratta di un modo di fare politica che trovo intrinsecamente violento, poiché combatte e colpisce le persone e non le loro idee.

Ho vissuto a lungo all’estero e ho lavorato per più di dieci anni gomito a gomito con gli anglosassoni. Posso dire che rifarsi all’esperienza di quei Paesi per lanciare questa iniziativa non ha molto senso. Esiste infatti una grande differenza tra il senso dell’etica pubblica e del comportamento che si pretende dagli uomini pubblici in Italia e nelle grandi democrazie liberali.

Da noi, scoprire e denunciare l’omosessualità perfino di un Giovanardi o di un Gasparri, e indico i peggiori omofobi che mi vengano in mente, ci darebbe forse un’effimera soddisfazione ma non toglierebbe nessuna carica né all’abiezione né, purtroppo, alla popolarità delle loro tesi. Siamo governati da una persona i cui discutibili comportamenti e i cui vizi privati sono stati resi pubblici (“outed”) in ogni modo e questo non impedisce a questa persona di sedere a Palazzo Chigi e di decidere dei destini del Paese nel momento di peggiore crisi che l’Italia ha conosciuto dal dopoguerra.

Il tuo progetto non è altro che una modalità innovativa per replicare le solite dinamiche da cortile della politica italiana e che trascinerà verso il basso il livello, già infimo, della lotta politica in Italia. Finiremo con il confondere le sacrosante ragioni di milioni di cittadini GLBT e la vita delle loro famiglie con gli urlatori e i guastatori televisivi della destra e con la tecnica della “macchina del fango” dei loro giornali.

Sarà probabilmente un’efficace campagna promozionale che assicurerà una copertura mediatica gratuita a te ma certo non ai milioni di concittadini che confidano in persone con la tua storia e il tuo profilo: il prezzo sarà la distrazione di energie preziose, che servirebbero in questo momento come il pane. Energie che andrebbero rivolte ad educare sia gli italiani che il partito stesso in cui entrambi militiamo sulla necessità che alle persone GLBT sia riconosciuta – senza tentennamenti, prudenze e distinguo – la stessa dignità e lo stesso diritto a una piena cittadinanza. Uno sforzo probabilmente oscuro e faticoso, estraneo alla luce dei riflettori, ma quello che a mio avviso è richiesto oggi a una classe dirigente responsabile.

Qualche mese fa mi hai chiesto di entrare a far parte del Comitato d’Onore della tua costituenda associazione, Equality Italia, invito che avevo accettato con gratitudine e piacere. Ero convinto di partecipare alla costruzione di una nuova voce che laboriosamente si mettesse al servizio del progresso dei diritti civili in Italia.

E invece i metodi che intendi utilizzare sono diametralmente opposti a quelli che ho inteso perseguire e ho perseguito dal momento in cui ho cominciato a fare politica: fare dell’Italia un paese normale, aumentare il livello di civiltà del Paese, contribuire a transitare l’Italia a una democrazia matura come compete a una grande civiltà come la nostra.

Non posso condividere la responsabilità di una scelta che mi pare scorretta e sbagliata e, anche per rispetto all’incarico che ricopro nel Partito democratico, ti chiedo di voler accettare con effetto immediato le mie irrevocabili dimissioni dal Comitato d’Onore di Equality Italia.

Con la cordialità di sempre,

Ivan

 

Scalfarotto ha ragione da vendere quando scrive che se in Italia le carriere politiche venissero danneggiate dallo smascheramento dell'ipocrisia di chi fa il moralista in pubblico e il maialone in privato, allora Berlusconi si sarebbe già dimesso da un pezzo.

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Infatti è quello il problema... Fare outing di per sé potrebbe anche essere una strategia politica efficace, ma non in Italia. Esempi di ipocrisia ce li abbiamo tutti i giorni anche senza tirare in ballo Berlusconi eppure sono ancora tutti là.

Inoltre come faceva notare Isher questa campagna sembra essere condotta con troppa faciloneria.

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Anch'io non capisco che vantaggio potrà dare questa cosa nella lotta per i diritti lgbt.

Mi pare controproducente anche su un piano di principio: un diritto non acquista più valore dimostrando l'ipocrisia di chi lo osteggia, ha valore di per sé, va affermato anche se tutti i pidiellini fossero etero e coerenti fin nel midollo.

 

E non credo che uno solo di coloro che appoggiano Giovanardi diventerà meno omofobo scoprendo che in realtà è gay: al massimo, scaricherà la propria omofobia anche su di lui.

Il che può darci un certo gusto sadico, ma nulla di più.

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Favorevole al 100%,

 

L'outing è il minimo, quando si ostacolano i diritti di gay, lesbiche e trans

si ostacolano i diritti civili sanciti in Costituzione, non è una questione di opinioni,

è discriminazione pura e semplice, nonché un comportamento giuridicamente

illegale. In altri paesi per dichiarazioni come quelle di Giovanardi o di Borghezio

si rischierebbero sanzioni molto più severe di un outing.

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