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Una ciellina omofoba alla Corte Costituzionale


Fabio Castorino

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Fabio Castorino

Nell'indifferenza generale, anche di chi si occupa dei diritti civili, il Presidente della Repoubblica Giorgio Napolitano ha recentemente nominato giudice della Corte Costituzionale la professoressa Marta Cartabia, vicina a CL, e già dichiaratamente schierata in vari articoli contro i matrimoni gay, contro il diritto a rifiutare le cure del fine-vita e a favore dei finanziamenti alle scuole private.

 

Leggete questo articolo fazioso dove viene incensata proprio per queste sue posizioni contro i diritti civili:

http://www.ilvelino.it/articolo.php?idArticolo=1427296&t=Consulta_una_buona_scelta_di_Napolitano

 

Adesso possiamo stra pur certi che ogni volta che la Corte dovrà occuparsi dei nostri diritti, almeno un voto contrario è assicurato!

Non c'è che dire: grazie Presidente!

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Dall'articolo, che mi sembra orientato, appare una donna sicuramente brillante ed intelligente. Quello che mi lascia perplesso è come descrive la posizione di questa donna nei confronti di alcune tematiche: una posizione violenta, o almeno così è stata dipinta. Perchè le persone non si mettono mai nei panni degli altri? E per fortuna che è madre di tre figli XD, io immagino una madre di tre figli dolce e comprensiva, non la moglie di Hitler.

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Fabio Castorino

Ecco il suo articolo sui matrimoni gay a New York:

 

 

NEW YORK/ Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti

 

Marta Cartabia

 

martedì 28 giugno 2011

 

Sabato notte lo stato di New York ha approvato una legge che consente il matrimonio fra omosessuali e nei giorni successivi la stampa americana ha posto una grande enfasi su questa decisione. In effetti non capita tutti i giorni che un istituto giuridico di tradizione plurisecolare come il matrimonio e la famiglia sia modificato in uno dei suoi connotati essenziali. Si tratta di un cambiamento che potrà esplicare un grande impatto sociale, soprattutto nel lungo periodo. Le comunità gay hanno esultato e riempito le strade di New York. Altri hanno protestato energicamente.

Chi scrive non esulta di fronte a questa decisione. Proviamo a mettere da parte la pura reattività e a porci qualche interrogativo più in profondità.

In che cultura si radica una decisione di questo tipo?

Gli argomenti che ricorrono nel dibattito sul matrimonio omosessuale sono essenzialmente due. Il primo: se sposarsi è un diritto, occorre che ciascuno sia libero di sposarsi con chi preferisce, senza condizioni. Il secondo: impedire il matrimonio agli omosessuali è una discriminazione.

Il primo argomento esprime una idea di individuo in-dipendente, dis-incarnato, che non dipende da nulla e da nessuno, la cui libertà si risolve nella possibilità di svincolarsi da qualunque dato e da qualunque condizione, compresa la propria identità sessuale. Secondo questa concezione il genere, si dice, non è dato, ma è scelto. Ma esiste nel mondo reale una condizione umana in cui la scelta, la preferenza, la volontà, l’aspirazione si realizza svincolata da ogni condizione data? Questo argomento, se portato a piena coerenza, dovrebbe indurre ad eliminare ogni condizione che la legge prevede per il matrimonio: età, divieto di matrimonio tra consanguinei, monogamia, etc.

Il secondo è frutto di una difficoltà tipica della nostra epoca che tende a confondere differenziazione e discriminazione. È vero che nel passato ci sono state molte legislazioni e costumi sociali aspri e inospitali verso gli omosessuali, se non addirittura impietosamente discriminatori: ancora negli anni 90 alcuni stati americani prevedevano il reato di sodomia, punito con il carcere. Questo retaggio del passato ha innescato una giusta sensibilità avverso le discriminazioni subite dagli omosessuali.

 

Tuttavia, altro è discriminare altro è mantenere delle distinzioni: non ogni differenziazione è discriminazione. Mantenere su un piano distinto il matrimonio e la famiglia rispetto ad altre forme di convivenza è discriminare o operare distinzioni? Se il legislatore non potesse mai distinguere, classificare, selezionare i destinatari delle sue norme nessuna scelta politica sarebbe mai permessa, perché tutte si basano su classificazioni e opzioni. Il punto, piuttosto, è valutare se la distinzione è ragionevole e se è finalizzata a realizzare un obiettivo ritenuto meritevole di tutela, come si è ritenuto finora nella maggior parte del mondo nelle legislazioni sul matrimonio e la famiglia.

Che impatto può avere una decisione di questo genere? Che effetti diretti o indiretti in altre parti del mondo?

Qui occorre distinguere la portata giuridica da quella culturale. Giuridicamente parlando, la decisione dello stato di New York vale solo entro i suoi confini: oggi già alcuni (pochi) stati americani ed europei riconoscono il matrimonio omosessuale, mentre la maggior parte riserva il matrimonio alle coppie eterosessuali, e così continuerà ad essere. Si tratta, infatti, di una decisione politica e molto controversa, assunta dal parlamento dello stato di New York, in un clima acceso, e a prezzo di una spaccatura tra le diverse parti politiche. Alla fine è passata una legge valida a livello locale, ma di per sé non esportabile. Su queste materie ogni Stato decide autonomamente. Per quanto riguarda l’Italia, la Corte costituzionale ha chiaramente affermato (sent. 138 del 2010) che la Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenze e non permette il matrimonio omosessuale.

Diverse le considerazioni sul piano culturale: è chiaro che una decisione come quella che stiamo commentando risuonerà in molti ambiti, e in particolare in molte sedi internazionali. Non ci sarà da stupirsi se presto le agende politiche e giuridiche riproporranno in una forma o nell’altra questa problematica anche nel vecchio continente.

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Pessima notizia. L'ennesima dimostrazione di inadeguatezza all'Europa che conta da parte dell'Italia. Le cose non cambieranno presto, meglio farsene una ragione.

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Articolo 29 della costituzione:

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

 

Cito dall'Articolo 3 della costituzione:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ...

 

Basterebbe questo per farmi capire che primo, la corte costituzionale non capisce un cazzo, e in secondo luogo che la costituzione non viete un bel niente. E' pur logico che è stata scritta il più generica possibile proprio per includere tutti i casi, dicerto non sarebbero potuti andare sullo specifico, ma a 'sto punto forse sarebbe stato meglio. Magari fare un volume di migliaia di pagine con la scusa che: Quei deficienti vogliono gli esempi specifici!

 

Ora, passiamo a Marta Cartabia. Da quel che scrive e come scrive si vede che è uno che sa scrivere, e sa di quel che parla, da un certo punto di vista è bene che non sia stupida almeno. Ottima carriera universitaria, del suo aspetto poco ci frega, e madre. Bene. Comunione e Liberazione, tuttavia, è un movimento politico e religioso cristiano, perciò, in linea con l'attuale pensiero del clero e della comunità cristiana. Questo non vuol dire che tutti i cristiani siano contrari a matrimoni gay o alle adozioni per i gay, no, vuol dire che almeno i loro vertici lo sono. Ed a noi non interessa il tizio che va alla messa la domenica e che ci abita sotto casa, il nostro problema risiede in un corpo decadente seduto su poltrone che ognuna sfamerebbe cento o forse più bambini del terzo mondo.

 

Il resto del mio intervento è una critica ed analizzazione dell'articolo che avete postato, è lunga e la metto sotto spoiler. Comunque non cambia il senso di quello che ho scritto prima, è solo in più.

 

 

 

Andiamo ad analizzare quello che ha scritto però, se no non ce ne accorgiamo, ah, io non faccio il giornalista perciò perdonatemi gli errori e lo stile non adatto ad un articolo.

 

"Sabato notte lo stato di New York ha approvato una legge che consente il matrimonio fra omosessuali e nei giorni successivi la stampa americana ha posto una grande enfasi su questa decisione. In effetti non capita tutti i giorni che un istituto giuridico di tradizione plurisecolare come il matrimonio e la famiglia sia modificato in uno dei suoi connotati essenziali. Si tratta di un cambiamento che potrà esplicare un grande impatto sociale, soprattutto nel lungo periodo. Le comunità gay hanno esultato e riempito le strade di New York. Altri hanno protestato energicamente..."

 

Sostanzialmente cosa ci dice qui, ci spiega che a nuova York, New York, è stato approvato il matrimonio tra omosessuali. Io ci noto già alla prima frase un errore, come l'ha scritta lei sembra che sia solo lo stato di New York ad approvare tale legge. In realtà non è così, lo sappiamo noi che siamo informati sulla cosa, New York è l'ultimo (Per il momento) stato americano ad aver approvato tale legge. Questi comprendono in ordine d'approvazione: Massachusetts, California, Connecticut, Iowa, Washington D.C., ed ora al fine New york. Un altro motivo per il quale non mi piace questo pezzo, l'introduzione dell'articolo, è che per come è scritto sembra che la legge approvata da New york sia valida per tutto il resto del mondo, col senno di poi lo scriverà che è circoscritta al solo stato americano, ma uno così più che informare disinforma. Anche perché uno legge convinto che la legge valga per tutti, poi legge che vale solo in quello stato, e non puoi cambiare le carte in tavola te che sei una giornalista e non una romanziera, c'è differenza se invece di scrivere di draghi ed eroi, scrivi sulla stampa specialistica (Più o meno). Ma continuiamo. Dicevo, in sostanza ci dice che la legge è stata approvata e che "non capita tutti i giorni che un istituto giuridico di tradizione plurisecolare come il matrimonio e la famiglia sia modificato in uno dei suoi connotati essenziali".

 

Concordo sul plurisecolare, la famiglia però, relativamente alla storia dell'uomo, è un'invenzione piuttosto recente. Sappiamo tutti che l'Homo Sapiens Sapiens, cioè noi, ha una datazione di 130.000 anni. Un bel po' di tempo. Il primo esempio di famiglia risale a più o meno 4.600 anni fa, chiamata Famiglia di Eulau. Si parla in breve di resti in una tomba contenenti padre, madre e due bambini, l'esame del DNA ha stabilito la parentela con certezza. Se la famiglia ha una storia che comincia più o meno 2.589 anni prima di Cristo. Stessa cosa non possiamo dire del matrimonio, questo è un sacramente cristiano e di fede, perciò non accade prima dell'anno 0 sicuramente, la nascita di cristo. da questo togli ad occhio una ventina d'anni, età più o meno potrebbe aver cominciato ad allargare i confini della sua religione. Nei restanti 13 Gesù Cristo ha unito nel sacro vincolo del matrimonio, anche se non è detto, potrebbe benissimo essere stato introdotto dopo. Il matrimonio dunque, risale più meno (Con i nostri calcoli molto approsimativi su Gesù) a più o meno 1.991 anni fa. Quindi plurisecolare, millenaria, ma non troppo rispetto alla famiglia. Ma comunque la famiglia è da sempre esistita, noi abbiamo analizzato superficialmente solo la famiglia mononucleare. L'uomo viveva in branchi, e quelle dopotutto, sono una forma di famiglia allargata. Ma continuiamo con l'articolo. Ci dice che sarà un cambiamento che potrà "esplicare un grande impatto sociale, soprattutto nel lungo periodo". Sta bene, anche se chi scrive crede che questo impatto sia dovuto a voglia di non sfigurare mista a paura in un certo senso. L'america, stati uniti, se dovessero domani approvare in toto una legge per i matrimonio gay, verrebbe subito imitata perché "è l'america". Siamo talmente circondati da questa che non ci siamo accorti che un po' siamo diventati americani anche noi, il prezzo della globalizzazione è emorme. Purtroppo credo che l'impatto però sia maggiore ora che nel lungo periodo, dopo che la gente s'abituerà a sentire: Sono sposato col mio uomo. Allora vedrete che tutto questo non creerà lo stesso impattosociale che ha ora. Fermo restando che prima non ci colpisca la terza guerra mondiale.

"Chi scrive non esulta di fronte a questa decisione." S'era capito di già, tra le altre cose.

 

"In che cultura si radica una decisione di questo tipo?" Tenete a mente questa domanda, io ho letto tre volte l'articolo e non gli ho ancora trovato risposta tra le parole. Ci troviamo di fronte alla cultura americana degli anni 2000. Una nazione potente che sta comprendendo solo con la crisi il risparmio (Amata 500). Una nazione abituata ad avere tutto, più grande di tutti. E soprattutto, io amo definirli, i moderni Conquistadores.

 

"Gli argomenti che ricorrono nel dibattito sul matrimonio omosessuale sono essenzialmente due. Il primo: se sposarsi è un diritto, occorre che ciascuno sia libero di sposarsi con chi preferisce, senza condizioni. Il secondo: impedire il matrimonio agli omosessuali è una discriminazione.

Il primo argomento esprime una idea di individuo in-dipendente, dis-incarnato, che non dipende da nulla e da nessuno, la cui libertà si risolve nella possibilità di svincolarsi da qualunque dato e da qualunque condizione, compresa la propria identità sessuale. Secondo questa concezione il genere, si dice, non è dato, ma è scelto. Ma esiste nel mondo reale una condizione umana in cui la scelta, la preferenza, la volontà, l’aspirazione si realizza svincolata da ogni condizione data? Questo argomento, se portato a piena coerenza, dovrebbe indurre ad eliminare ogni condizione che la legge prevede per il matrimonio: età, divieto di matrimonio tra consanguinei, monogamia, etc."

 

Questo è difficile. Sposarsi in effetti non è un dovere, è diventato un diritto con le agevolazioni e le comodità che lo stato offre ad una coppia sposata, se tutto ciò fosse rimasto circoscritto alla sola morale cattolica, non ci sarebbe stato alcun diritto. In breve, se fosse stato per la chiesa, non sarebbe mai capitato che una moglie per comprare l'aspirapolvere a rate avrebbe potuto usare la busta paga del marito. Se sia o no un diritto ce lo dice la costituzione, prendete i sunti che vi ho fatto prima, specialmente l'articolo 3. Le paroline "Condizioni personali", dicono tutto. E niente. Sono messe lì come: "nel caso ce ne fossimo scordata qualcuna", e includono anche il nostro caso. Ricordate il mio discorso all'inizio? Bene, se ci fosse stato scritto: senza distinzione di sesso, orientamento sessuale, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Ora forse (Utopicamente parlando), nemmeno ci saremo posti il problema. Perlomeno di sicuro non ci saremo chiesti se fosse stato o no un diritto. Lo diceva la costituzione. Però le parole sono un gioco ed ognuno ci vede quel che vuole dopotutto. La seconda parte allarma, ed è futile visto che per ogni motivo che lei spiega c'è - a sua volta - una spiegazione. Non sono vietati i rapporti tra consanguinei solo perché siamo belli, no, sono vietati per un motivo legato alla genetica. Difatti questi tipi di rapporti hanno un'alta probabilità di sfociare in figli con handicap tanto più la parentela è stretta. Semplicemente. La monogamia è un'invenzione rafforzata dall'avvento del cristianesimo, convinzione radicata. Ma è meglio per la legge, e per tenere sott'occhio le parente nei gruppi familiari, che già son complicate come sono. E per letà è ancora più semplice, esistono casi di matrimoni tra minorenni, sedicenni, la legge li prevede se questi due hanno avuto/stanno avendo un figlio. Purtroppo due sedicenni non sono autosufficienti, inoltre nel nostro paese si acquisisce la maggiore età a diciotto anni. Due più due. Ora, io trovo delle spiegazioni per tutti gli altri motivi, ma se dovessi trovare una spiegazione logica per vietare un matrimonio tra gay, non la saprei trovare. A sforzarmi potrei dire che non procreano, ma a questo punto dovremmo vietare il matrimonio anche alle coppie sterili. Perciò dico che questa parte allarma e basta, mette sullo stesso piano un divieto dato per una ragione logica (Rapporti tra consanguinei, maggiore età, monogamia) con un divieto dato dal semplice fatto del: A me non piace. Coperto e ricorperti da strati di: E' contraio a... Scardina il concetto di.... Se ora gli diamo questo diritto dovremmo anche dargli tutto il resto...

Io tutto il resto lo voglio, eccome!

 

"Il secondo è frutto di una difficoltà tipica della nostra epoca che tende a confondere differenziazione e discriminazione. È vero che nel passato ci sono state molte legislazioni e costumi sociali aspri e inospitali verso gli omosessuali, se non addirittura impietosamente discriminatori: ancora negli anni 90 alcuni stati americani prevedevano il reato di sodomia, punito con il carcere. Questo retaggio del passato ha innescato una giusta sensibilità avverso le discriminazioni subite dagli omosessuali.

Tuttavia, altro è discriminare altro è mantenere delle distinzioni: non ogni differenziazione è discriminazione. "

 

Se una minoranza sociale non gode dei diritti sanciti per la maggioranza, è discriminata. Partiamo da questo presupposto. Può non esserlo fisicamente, ma non stiamo parlando di percosse (Che pure quelle ci sono), bensì di diritti. Gli omosessuali sono sempre stati discriminati, come i neri, la differenza è che il nero lo riconosci al volo, un gay non sempre lo riconosci al volo. Alcuni stati americani hanno, per legge, espressamente vietato il matrimonio gay. La cosa che mi rende felice, almeno per il mio ego umano da persona (Più o meno) coerente, è che loro hanno almeno una legge scritta sulla quale si può, con i mezzi del caso, tentate di lavorare. Noi in Italia in un certo senso combattiamo contro i mulini a vento, e benché poetico, è solo fatica sprecata.

 

"Mantenere su un piano distinto il matrimonio e la famiglia rispetto ad altre forme di convivenza è discriminare o operare distinzioni? Se il legislatore non potesse mai distinguere, classificare, selezionare i destinatari delle sue norme nessuna scelta politica sarebbe mai permessa, perché tutte si basano su classificazioni e opzioni. Il punto, piuttosto, è valutare se la distinzione è ragionevole e se è finalizzata a realizzare un obiettivo ritenuto meritevole di tutela, come si è ritenuto finora nella maggior parte del mondo nelle legislazioni sul matrimonio e la famiglia."

 

Mi dirai piuttosto: Se approvassimo il matrimonio tra gay, e due ragazzi etero conviventi decidessero di sposarsi (Sopprimendo il loro schifo per il bacio di matrimonio, e baciandosi dunque) avrebbero dei diritti in più. E ben presto tanti seguirebbero l'onda anche solo per dei diritti come l'intestazione della casa, anche solo per poter prendere un mutuo con due buste paghe. La domanda è, come faccio ad estirpare questo dalla mente degli italiani?

Non lo so, siamo un popolo fottuto di approfittatori, perciò, non lo so davvero. Di certo, però, parliamo del matrimonio gay come convivenza perché chi ha scritto l'articolo da per scontato che sia una convivenza e non un matrimonio come un altro. Nella sua mente è così tanto sbagliato che per una convivenza che sfocia nel desiderio di unirsi almeno davanti al comune, e siamo onesti con noi stessi, di godere di quanche dirittuccio che ci renderebbe la vita non più facile, ma almeno vivibile in due. Sinceramente a me, dell'unione dei redditi mi frega poco, ma che la famiglia possa allontanarmi da un ipotetico mio amore, mentre questo sta in ospedale, ucciderei, credo.

Il giudice deve valutare sempre, tutta la legge è interpretata, e lo sappiamo bene. Mantenere su un piano distinto il matrimonio e la famiglia rispetto ad altre forme di convivenza è operare distinzioni. Negare il matrimonio è discriminare, visto che va oltre la semplice convivenza. Almeno per chi lo fa nel modo giusto, e non - ripeto - solo per godere dei diritti che, tra l'altro, fanno comodo a tutti quanti.

 

"Che impatto può avere una decisione di questo genere? Che effetti diretti o indiretti in altre parti del mondo?

Qui occorre distinguere la portata giuridica da quella culturale. Giuridicamente parlando, la decisione dello stato di New York vale solo entro i suoi confini: oggi già alcuni (pochi) stati americani ed europei riconoscono il matrimonio omosessuale, mentre la maggior parte riserva il matrimonio alle coppie eterosessuali, e così continuerà ad essere. Si tratta, infatti, di una decisione politica e molto controversa, assunta dal parlamento dello stato di New York, in un clima acceso, e a prezzo di una spaccatura tra le diverse parti politiche. Alla fine è passata una legge valida a livello locale, ma di per sé non esportabile. Su queste materie ogni Stato decide autonomamente. Per quanto riguarda l’Italia, la Corte costituzionale ha chiaramente affermato (sent. 138 del 2010) che la Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenze e non permette il matrimonio omosessuale.

Diverse le considerazioni sul piano culturale: è chiaro che una decisione come quella che stiamo commentando risuonerà in molti ambiti, e in particolare in molte sedi internazionali. Non ci sarà da stupirsi se presto le agende politiche e giuridiche riproporranno in una forma o nell’altra questa problematica anche nel vecchio continente. "

 

L'ultimo blocco va commentato tutto insieme, c'è un'incongruenza bestiale, ma ci arriveremo a breve. Innanzitutto solo ora ci dice che la legge è valida nello stato di New York, abbiamo finito di leggere l'articolo al grido di "Al lupo! Al lupo! I froci si sposeranno anche qui!" ed ora ci dice che vale solo in quella "cagatina" di posto. Mi dispiace sia così, ma sotto un certo aspetto è meglio, che sia circoscritto intendo. La gente guarda, osserva, vede che funziona e che non si uccide nessuno e si dice: Se funziona lì, a questo punto la cosa è ingranata, a pproviamola.

Ma va bene. Ci dice che l'opinione pubblica è spaccata, ti credo, ma dai tempo al tempo. Che anche in alcuni stati europei era possibile sposarsi lo sapevamo. Al fine ci dice che la corte costituzionale emana quello che emana, e rinnovo la mia sentenza semplice e diretta, per me la corte costituzionale in questo caso non ha capito un cazzo.

E poi ci parla del piano culturale, mi sono espresso prima, decisamente anche troppo. Ora è una novità che mette paura, domani sarà consuetudine, un pezzetto per volta. Ma finché ci saranno più carri allegorici che convegni credo che la gente ci prenderà poco sul serio.

Ed ora la chicca, l'incongruenza narrativa! :-P

 

"Non ci sarà da stupirsi se presto le agende politiche e giuridiche riproporranno in una forma o nell’altra questa problematica anche nel vecchio continente. "

 

E poco prima aveva scritto che in alcuni stati europei ci si può già sposare.

In definitiva, questo articolo va anche bene ma, come al solito, da poche nozioni.

Marta Cartabia per me può anche andare a morire, che non me ne importerebbe nulla, e mi chiedo a quando un articolo del genere da Gasparri, mi divertirebbe troppo, Crozza ormai qui non fa più ridere a vedere la classe politica.

 

Grazie per aver letto, se lo avete fatto.

 

 

 

messermanny

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Spezzo una lancia ipotetica in favore dell'accusata.

Marta Cartabia è una docente della mia università (Bicocca), e sebbene sia indubbiamente vicina a CL almeno nel suo ruolo di insegnante sembra essere molto corretta e, a detta di chi ha frequentato i suoi corsi, non li influenza con le sue opinioni personali.

Spero che si mantenga su questo piano anche sulle decisioni che prenderà in Corte Costituzionale.

 

Non che mi faccia particolarmente piacere vedere una signora che scrive tali articoli a discernere sulla nostra costituzione, ma meglio una ciellina corretta che un sinistroide scorretto. Poi è tutto da dimostrare eh...

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Ma nessuno oltre a me è profondamente turbato da queste parole?

 

Il primo argomento esprime una idea di individuo in-dipendente, dis-incarnato, che non dipende da nulla e da nessuno, la cui libertà si risolve nella possibilità di svincolarsi da qualunque dato e da qualunque condizione, compresa la propria identità sessuale. Secondo questa concezione il genere, si dice, non è dato, ma è scelto.

 

E questa donna estremamente confusa e non poco ignorante fa parte della Corte Costituzionale.

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In effetti è una frase che mi era sfuggita, diciamo che fa un po' specie e rivela una concezione della sessualità da inizio '800.

Ma in fondo dopo aver appreso da Berlusconi che grazie alla divisione delle cellule produciamo energia nucleare tutto può essere possibile...

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Basterebbe questo per farmi capire che primo, la corte costituzionale non capisce un cazzo, e in secondo luogo che la costituzione non viete un bel niente. E' pur logico che è stata scritta il più generica possibile proprio per includere tutti i casi, dicerto non sarebbero potuti andare sullo specifico, ma a 'sto punto forse sarebbe stato meglio. Magari fare un volume di migliaia di pagine con la scusa che: Quei deficienti vogliono gli esempi specifici!

 

Non che io abbia approfondite conoscenze giuridiche, ma, che io sappia, della Costituzione non vale solo "la lettera". Si tiene conto anche dell'intenzione del costituente, per interpretarla, e dubito fortemente che nel '48 qualcuno volesse implicitamente includere la possibilità del matrimonio omosessuale.

 

Ciò ovviamente non toglie che la Costituzione non è questo mostro sacro di perfezione e saggezza intoccabile - come a volte vogliono farcela passare - e se ci fosse la volontà di permettere il matrimonio omosessuale si troverebbe certamente il modo.

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Fabio Castorino

Esiste anche l'interpretazione evolutiva, che permette di interpretare il testo alla luce dei cambiamenti che sono avvenuti nel frattempo nella società.

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nessuna interpretazione evolutiva, essendo ciellina sarà sicuramente creazionista :frusta:

 

 

(ovviamente è una battuta)

 

 

chiaramente una persona del genere non potrà essere imparziale nel suo ruolo, è lo stesso discorso del vicedirettore del CNR.

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AndrejMolov89

Non credere coe, un mio compagno di facoltà è ciellino da quando è nato, e alle superiori ha fatto una tesina sulla paleontologia ( che schifo!), i commissari d'esame e i professori gli hanno impedito di accennare all'evoluzione nella sua tesina paleontologica e ha fatto una scuola privata ciellina xD non mi stupirebbe che quella donna sia fottutamente creazionista.

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Comunque una cosa è sicura, è una vergogna che dopo insomma l'evoluzione degli altri stati Europei non sia stato almeno riconosciuto qui in Italia dei diritti per le coppie omosessuali. Sarò anche contento di avere una persona corretta, ma in effetti egoisticamente preferivo qualcuno che si battesse per i nostri diritti qui in Italia visto che non si riesce ad ottenere nemmeno il minimo indispensabile.

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Fabio Castorino

Comunque Obama è meglio di Napolitano, perché ha nominato alla Corte Suprema USA due giudici donne entrambe progressiste.

Napolitano invece è cretino perché per fare il super-partes nomina giudici un po' progressisti e un po' conservatori, senza capire che se dopo di lui ci sarà un Presidente che viene dalla destra, tipo Letta ( o addirittura Berlusconi! :aiuto: ), questi se ne fregherà delle stronzate super partes e nominerà solo giudici schierati a destra.

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Se tutto va bene, il prossimo PdR sarà eletto da una maggioranza di "sinistra" (si fa per dire).

Se le cose continuano così, almeno. Ovviamente non è detto, ma ci sono ottime probabilità che ciò accada.

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non ci resta che sperare in quel mischione di contraddizioni che é il PD, con l'aiuto di fini(ex militante fascista ora convertitosi) e udc. Sempre che non facciano le rivoluzionarie riforme del governo Prodi :D questa donna quantomeno ha le idee chiare, come d'altronde la maggioranza. Screzi da poltrona a parte.

Forse un cambio di governo non é la panacea al malessere gay italiano, soprattutto se si ritrova ancora con vecchie carcasse dalla mentalità ristretta.

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  • 3 years later...

Se un medico è razzista questo non vuol dire che non curi i neri, gli zingari o gli omosessuali. Il compito di un giudice costituzionale è un altro e non è certamente in quella sede che può essere fatto il riconoscimento dei nostri diritti. Faccio inoltre presente che è consolidata la giurisprudenza della cassazione e non solo a favore dei gay. La questione è solo ed esclusivamente in mano al legislatore!

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Iron: in teoria hai ragione. In pratica in tutti i paesi del mondo i giudici giudicano anche secondo le loro convinzioni e la loro appartenenza politica purtroppo.

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Se un medico è razzista questo non vuol dire che non curi i neri, gli zingari o gli omosessuali.

Mi domando come li curerà però... vogliamo escludere che possa appositamente trascurare il suo dovere?

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 Per questo esistono vari gradi di giudizio caratterizzati dalla collegialità.......... e poi non essere professionali è grave non l avere idee discutibile

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orodeglistupidi

Vabbé ragazzi... ve lo siete dimenticato che Giuliano Amato l'anno scorso è stato nominato giudice della Corte Costituzionale? Da wikipedia:

 

 

Da presidente del Consiglio dei ministri affermò di essere dispiaciuto di non poter impedire il corteo del Gay Pride, perché purtroppo c’è la Costituzione. Nel 2007, invece, con una circolare (numero 55 del 18 ottobre) da ministro dell'interno ha impartito a tutti i prefetti e sindaci italiani la disposizione di non trascrivere i matrimoni gay celebrati all’estero, perché considerati contrari all'ordine pubblico.

Edited by orodeglistupidi
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