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[Film] Improvvisamente l'estate scorsa


Fabio Castorino

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Fabio Castorino

Qualche sera fa ho rivisto "Improvvisamente l'este scorsa" (Suddenly, Last Summer), film del 1959 di Joseph L. Mankiewicz . con Katherine Hepburn, Liz taylor e Montgomery Clift. Tratto da un dramma di Tennessee Williams (grandissimo autore di teatro americano gay) è uno dei primi film hollywoodiani a far riferimento in modo (abbastanza) esplicito al tema dell'omosessualità.

 

TRAMA. La storia è quella di una ricca vedova (interpretata dalla Hepburn) che coltivava un rapporto morboso con il figlio Sebastian (nome non casuale), giovane poeta morto appunto l'estate precedente durante un viaggio in Europa con la cugina. La vecchia si rivolge ad un noto neuropsichiatra (M. Clift), promettendo una lauta donazione al suo ospedale se in cambio lobotomizzerà questa cugina (Liz Taylor) apparentemente pazza. Durante i suoi colloqui col dottore la vecchia parla in realtà soprattutto ed ossessivamente di Sebastian, presentandolo come di un essere purissimo, innocente e perfetto, e racconta i viaggi compiuti con lui, durante i quali il giovane aveva dato prova di grandissima sensibilità e profondissima intelligenza. Anche la donazione all'ospedale dovrà essere indirizzata alla costruzione di un nuovo reparto intitolato proprio al compianto figlio.

 

SPOILER. Alla fine si scoprirà che il vero interesse della vecchia è far sì che la ragazza venga lobotomizzata affinché non possa più rivelare le vere circostanze della morte di Sebastian, legate alla sua omosessualità: infatti il "caro" Sebastian durante i suoi viaggi in giro per il mondo usava prima la madre e poi la cugina come "esche" per attirare ragazzi che poi convinceva a concedersi sessualmente a lui in cambio di denaro. In una piccola località della Spagna una turba di questi ragazzi si era "vendicata" massacrandolo in un rito orgiastico ispirato ai riti dionisiaci dell'Antica Grecia. La cugina aveva assistito a quest'orrore ed era impazzita. Il dottore, invece di lobotomizzarla, la cura facendo riaffiorare questi ricordi traumatici attraverso l'ipnosi. Il rinsavimento della ragazza causa però l'impazzimento della vecchia, incapace di affrontare la realtà della vera natura dell'adorato figliolo.

 

Seppure in tutto il film non venga mai detto espressamente che Sebastian era omosessuale e che pagava i ragazzi per il sesso, viene fatto capire abbastanza chiaramente nel finale, e questo per il 1959 era sicuramente innovativo e anche rischioso.

Molto significativo che il personaggio di Sebastian, in un certo senso il vero protagonista del film, appaia solo nel finale, nelle sequenze che ricostruiscono i ricordi sotto ipnosi della cugina e che anche in queste non venga MAI mostrato il suo volto (metafora della condizione di invisibilità dei gay nella società del tempo?).

 

 

La locandina:

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Questa è la Taylor con indosso il costumino bianco che quel furbone di Sebastian aveva comprato alla cugina perché, quando lei si tuffava nelle acque del mare della Spagna, diventasse trasparente, attirando così un maggiro numero di giovanotti arrapati.

 

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Sebastian (come sempre di spalle) e cugina circondati dalla folla di ragazzi che si appresta a compiere il massacro sacrificale dell'"empio frocio".

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La vecchia nel suo inquietante giardino:

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  • 2 weeks later...

Uno dei miei film preferiti. Impressionante il suo ritorno d'attualità. Bella la tua descrizione della metafora dell'invisibilità dell'omosessuale nella società, la stessa nella quale una certa classe politica vorrebbe ricacciarci. Grande esempio di cinema, in tutti i sensi, recitazione: eccelsi tutti gli interpreti con una Taylor, secondo me, al culmine della bellezza, Hepburn che lascia senza fiato per la spietata freddezza con la quale pianifica tutta l'operazione, coinvolgendo anche i familiari della sciagurata nipote allettandoli con una discreta quantità di denaro ed abiti smessi da Sebastian. Magistrale la descrizione che Violet fa delle tartarughe alle Galapagos che cercano di scampare ai predatori...

 

Magnifico il testo teatrale da cui il film è tratto, se ne riconosce la struttura appositamente costruita per il palcoscenico e superbamente adattata al cinema. Non a caso un grande film.

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