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Padre, in crisi con la moglie dopo scoperta omosessualità del figlio, scrive a Famiglia Cristiana


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Sembra vagamente la trama del film "Prayers for Bobby" dove l'omosessualità del figlio mal si concilia con le credenze religiose ben radicate nella madre, fervente cattolica.

Anche in questo caso la madre del ragazzo omosessuale (e moglie di chi scrive la lettera) è catechista.

 

 

 

"Mio figlio è gay": risponde Famiglia Cristiana

 

Famiglia Cristiana risponde ad un padre sconvolto dal coming out del figlio gay, dandogli conforto e denunciando "ogni forma di discriminazione e emarginazione".

02 Settembre 2011

La Chiesa Cattolica non si riduce al Vaticano. Quotidianamente, abbiamo continua esperienza di cattolici che non condividono la visione del mondo chiusa e discriminatoria promossa dal Papa ma che promuovono un'altra idea di cristianita, d'accoglienza, di rispetto, di solidarietà - l'abbiamo visto a Milano con Tettamanzi, per esempio, e a come si è sempre opposto alle politiche islamofobe e anti-immigrazione di certa politica di destra. Non ci coglie quindi completamente di sorpresa questa lunga risposta del settimanale cattolico Famiglia Cristiana ad un padre che racconta la sua esperienza con il coming out del figlio gay.

 

L'uomo scrive alla rivista da fedele e sposato dopo che il figlio, un infermiere, si era confidato riguardo alla sua omosessualità. La confessione ha causato gravi problemi in famiglia, perchè, spiega il padre, la moglie non ha preso bene la scoperta che il figlio fosse gay e ha innalzato subito un muro di silenzio sia verso il giovane sia verso il marito, che è rimasto vicino al figlio e al compagno. La cosa che la moglie non riusciva a sopportare, spiega il padre, era la vergogna: non sopportava l'idea di ciò che potevano dire parenti e amici e ha iniziato a chiedersi ossessivamente cosa avevano sbagliato loro due nell'educare il figlio.IL padre spiega, invece, di essersi sentito responsabile per non aver saputo stare vicino al figlio: "Quando ho chiesto a mio figlio di parlarne tranquillamente, mi sono trovato davanti una persona a me sconosciuta. Ha raccontato di aver avuto certezza del suo orientamento all’età di sedici anni. Mi ha confidato di non avercelo mai detto per non darci un dolore. Ma io come ho fatto a non capire e a non capirlo? Ha parlato delle sue tante sofferenze e derisioni. A volte, sino a sfiorare il razzismo. E anche della non facile scelta nel trovare un compagno che, come lui, coltiva sani princìpi morali e cristiani. Ora mio figlio convive con questo ragazzo, un medico del suo stesso reparto, che ho conosciuto a casa loro, durante una cena" La moglie l'ha criticato pesantemente per aver accettato di conoscere il ragazzo del figlio ma per il padre "la cosa più importante è sapere mio figlio sereno e felice. Posso io giudicare?" In casa, però, l'uomo è ora costretto a vivere da separato con una moglie che "si è dimenticata di essere anche madre. E tuttora fa la catechista. Ci parliamo poco. E, per sua volontà, dormiamo anche in camere separate. Come può un genitore dimenticarsi del proprio figlio? Certo, tutto si può dire delle coppie omosessuali: che non sono legalizzate, che non dureranno nel tempo, che danno scandalo… ma dimentichiamo che sono anche due esseri umani. Tutti siamo figli di Dio. Le coppie eterosessuali danno sempre il buon esempio? Non aggiungo altro. Forse, in un futuro non troppo lontano, anch’io andrò a far parte di quelle coppie “eterosessuali separate”.

Un padre avvolto dai dubbi, confuso, sorpreso dall'omosessualità del figlio. Un figlio che, però, non vuole né abbandonare né giudicare. E per il quale è costretto a scontrarsi con la moglie, e per lo stesso motivo anche con la sua fede.

 

La risposta di Famiglia Cristiana, con Don Sciortino, resta una risposta cattolica. Ovviamente, in molte parti, non la condividiamo. Però la riportiamo integralmente perchè ci sembra un buon esempio di un messaggio cristiano lontano dall'ideologia severa e chiusa di altre voci cattoliche. E' importante far vedere come il Cristianesimo e la religione cattolica non vanno necessariamente di pari passo con l'omofobia. Anzi.

"Un figlio rivela ai genitori di essere omosessuale e di convivere con un compagno. Non l’ha detto prima per non recare dolore. La reazione è di profondo sconcerto. I genitori si dividono. Anzi si oppongono tra loro. Al punto da far prefigurare una possibile separazione. Nel frattempo, si pongono tante domande. Soprattutto il padre. Interrogativi comprensibili ma inconcludenti. In base alle acquisizioni scientifiche finora disponibili, non sappiamo ancora se l’orientamento omosessuale è attribuibile a fattori biologici o psicologici. Vale a dire, se è innato o acquisito. Una cosa è certa, ed è il presupposto da cui partire: l’orientamento o la tendenza omosessuale non è una libera scelta dell’individuo che, invece, si scopre tale con profonda difficoltà a farsene una ragione. Quel che conta è aiutare la persona a riconciliarsi con sé stessa e ad accertarne il limite, che nulla toglie alla sua dignità. E alla realizzazione umana e cristiana, se credente. L’insegnamento del Magistero è esplicito: «La Chiesa rifiuta di considerare la persona puramente come un eterosessuale o un omosessuale e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna» (Congregazione per la dottrina della fede, Cura pastorale delle persone omosessuali, 16). La dignità della persona, omosessuale o eterosessuale che sia, è il punto fondamentale di partenza per affrontare gli altri problemi. Il primo riguarda il comportamento, cioè il modo di vivere la tendenza omosessuale. Se, infatti, non si è responsabili della condizione omosessuale, lo stesso non si può dire dei comportamenti Sia pure con tutti i condizionamenti interni ed esterni che esistono. La biologia e la psicologia potranno, forse, spiegare l’orientamento omosessuale, ma non possono indicare come viverla. La morale cattolica indica queste direzioni: accettare e rispettare la persona; proporre la realizzazione umana e cristiana attraverso l’accettazione della propria condizione omosessuale; vivere la relazione in termini di amicizia. Per questo, la Chiesa disapprova la convivenza omosessuale in base al significato del rapporto sessuale che è unitivo e procreativo. E, come tale, ha senso solo nel matrimonio. I conviventi omosessuali (ma anche quelli eterosessuali) non possono accedere ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Ma, in quanto battezzati, sono nella Chiesa e possono partecipare alla vita liturgica e caritativa della comunità ecclesiale. I genitori che non ne condividono la decisione di convivere, sono forse obbligati a interrompere la relazione con il figlio? La rottura dei coniugi tra di loro e con il figlio aggiunge solo male al male. D’altra parte, mantenere il rapporto con il figlio non significa approvare e condividere la scelta della convivenza omosessuale. Occorre mantenere sempre aperto il dialogo e il confronto. La Chiesa, da parte sua, difende sempre la dignità della persona. Di ogni persona umana. E denuncia ogni forma di discriminazione, emarginazione e offesa. Nella società, nella legislazione, nel lavoro."

 

Fonte: Famiglia Cristiana

http://www.gay.tv/ar...iglia-Cristiana

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I conviventi omosessuali (ma anche quelli eterosessuali) non possono accedere ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia.

 

Giuro di non sapere di essere automaticamente scomunicato!

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Vabbè, pazienza XD

Che brutta cosa però avere una madre così...mi dispiace per il figlio.Se non altro è stato furbo a dichiarare la cosa quando ormai si è sistemato :)

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«La Chiesa rifiuta di considerare la persona puramente come un eterosessuale o un omosessuale e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna» (Congregazione per la dottrina della fede, Cura pastorale delle persone omosessuali,

 

Questa cosa, giuro, che onestamente mi mancava....Peccato che quasi nessuno la pensi così.

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C'è un problema di fondo. Se la chiesa disapprova il rapporto sessuale tra omosessuali per i motivi 'bla bla bla' cosa centra la convivenza fra persone dello stesso sesso?

Perché dovrebbe essere vietata, non consigliava di vivere la relazione in modo "amicale"?

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C'è un problema di fondo. Se la chiesa disapprova il rapporto sessuale tra omosessuali per i motivi 'bla bla bla' cosa centra la convivenza fra persone dello stesso sesso?

Perché dovrebbe essere vietata, non consigliava di vivere la relazione in modo "amicale"?

 

Ecco una domanda sensata!

Il motivo? E' che si tratta unicamente di fuffa.

 

I gay non devono né fare sesso, né convivere, né sposarsi;

perché se rimangono infelici hanno più possibilità

di venire arruolati come preti.

 

E questo sarebbe anche il motivo più "sano".

In realtà la Chiesa condanna tutte le pratiche

(omosessualità, masturbazione,

sesso etero non procreativo, contraccezione e aborto)

che diminuiscano il numero potenziale di bambini.

 

Volete che vi spieghi perché alla Chiesa interessa avere più bambini?

Quante centinaia di link volete che vi posti?

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Ragazzi, per piacere...

 

«La Chiesa rifiuta di considerare la persona puramente come un eterosessuale o un omosessuale e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna» (Congregazione per la dottrina della fede, Cura pastorale delle persone omosessuali, 16). La dignità della persona, omosessuale o eterosessuale che sia, è il punto fondamentale di partenza per affrontare gli altri problemi.

 

 

Non vedete che è un messaggio privo di significato preciso? La Chiesa riconosce la dignità della persona, etero o omo che sia.

Ma vorrei vedere che una chiesa che è nata e ha compiuta tutta la sua storia in Occidente disconoscesse il principio fondamentale che la civiltà

occidentale ha compiuto nel corso dei secoli eche altri, non la Chiesa, ha elaborato e difeso!

 

Per il resto nulla di nuovo: la "condizione" omosessuale è qualcosa di cui non si è "responsabili" (tutto il frasario mi sembra offensivo).

Responsabili si è della scelta di come viverla e la si può vivere solo uccidendo amore (a casa mia "amicizia" è cosa diversa da "amore")

e sessualità. La chiesa cattolica propone cioè una soluzione mostruosa.

 

Non è in questi pronunciamenti che possiamo trovare qualcosa di nuovo o interessante.

 

Nuovo e interessante è invece questo padre, che invece di biasimare, colpevolizzare o rendere la vita difficile al figlio,

si sforza di capirlo, e, soprattutto, scrive a Famiglia Cristiana una lettera di cui costoro devono tenere conto. Non devono

esserci molti precedenti, non devono esserci molti padri che fanno così. La prova ne è che l'orribile madre (catechista) disapprova

il marito e, lei sì, è apertamente omofoba.

 

Se poi Famiglia Cristiana ritiene (per la verità in ampia e diffusa compagnia) che omofobia significa solo prendere a calci o a insulti

le persone omosessuali, e non è omofobia il disconoscimento delle unioni gay e la relegazione a "condizione" del nostro

orientamento sessuale, questo dimostra soltanto che ne hanno ancora da mangiare di panini, prima di poter pervenire al concetto

di dignità della persona umana, enunciato ma certo non compreso e vissuto. Ed enunciato, tra l'altro, in un contesto,

la Lettera per la cura pastorale delle persone omosessuali, che lo nega vistosamente.

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Fabio Castorino

La risposta di Don Sciortino, pur rimanendo nei limiti dell'ortodossia cattolica, mi sembra più "umana" e meno integralista delle posizioni di certi prelati: almeno riconosce che l'omosessualità è una caratteristica innata ed immodificabile e condanna le discriminazioni.

 

E' allucinante invece che la madre di questo ragazzo sia talmente omofoba da allontanare non solo il figlio gay, ma addirittura anche il marito "colpevole" di aver accettato la relazione del figlio: nella lettera il padre scrive che addirittura la moglie si rifiuta di dormire nella stessa camera con lui!

Angosciante che sia una catechista, quindi una persona in grado di influenzare le menti di bambini innocenti inoculando loro il germe del suo fanatismo.

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E, ma Isher ha sottolineato (scusa se ripeto un concetto che hai già espresso tu) cose veramente importanti Fabio Castorino. Che Don Sciortino non condanna le discriminazioni. Condanna solo le violenze fisiche e verbali nei confronti degli omosessuali. Non tenendo conto che anche opporsi al nostro diritto di unirci in matrimonio e cose simili sono violenze, ben più gravi degli insulti secondo me.

 

Faccio un esempio: preferisco che mi si dia della brutta lesbicaccia e del diritto di sposarmi.

Piuttosto che mi si dicano tante parole carine di accettazione, ma non mi si dia il diritto di sposarmi.

 

Per il resto ripeterei solo cose che ha scritto Isher e che codivido pienamente.

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D'accordissimo con Isher e Madoka.

Fabio, il riconoscere che è una caratteristica innata e immodificabile è molto lontano dal progresso. Il vero progresso, ovviamente, sarebbe ammettere che anche nel caso di una scelta (che ti assicuro, per alcuni, a livelli variabili, esiste) è assolutamente legittima, non c'è nulla di male in essa.

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Fabio Castorino

Il vero progresso, ovviamente, sarebbe ammettere che anche nel caso di una scelta (che ti assicuro, per alcuni, a livelli variabili, esiste) è assolutamente legittima, non c'è nulla di male in essa.

 

Questo nessun eterosessuale lo ammetterà mai. Gli eterosessuali che sono favorevoli ai diritti dei gay lo sono perché si sono convinti che gay si nasce e non si può farci niente. Se invece si dimostrasse che l'omosessualità è una libera scelta (cosa fortunatamente impossibile in quanto falsa)anche gli etero pro-gay diventerebbero omofobi, e persino le fag hag più frociarole odierebbero i loro (ex) amici per aver "scelto" di non innamorarsi di loro.

E' proprio per questo motivo che tutte le organizzazioni più anti-gay puntano la loro propaganda sul fatto che l'omosessualità sia una scelta o uno stile di vita. Il fatto che Don Sciortino, esponente della più potente organizzazione anti-gay del mondo, ammetta chiaramente che l'omosessulità non è una scelta, ma un orientamento sessuale mi sembra un fatto positivo.

Il fatto stesso che utilizzi il termine "orientamento sessuale" è una novità abbastanza sorprendente, dato che contro questa espressione la Chiesa cattolica conduce una guerra spietata, perché non entri in nessun testo legislativo nazionale (vedi legge della Concia) nè in nessuna Convenzione internazionale o documento ONU. In occasione del dibattito sulla legge dell'omofobia la Chiesa ha fatto addirittura sostenere ai suoi tirapiedi che l'espressione "orientamento sessuale" comprenderebbe anche la pedofilia e la zoofilia, mentre quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione contro le persecuzioni basate sull'orientamento sessuale il Vaticano si è opposto in ogni modo all'utilizzo di questa espressione in un documento internazionale. Secondo me il fatto che Don Sciortino la usi tranquillamente su Famiglia Cristiana farà arricciare il naso a più di un prelato iperconservatore.

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Beh se la madre era tanto scontenta poteva adottare un robot, quello era perfetto la soddisfaceva in tutto. Peccato che è una profonda ipocrita perchè non si dice da sola di essere una razzista e per fortuna fa la catechista, consiglierei a tutte le famiglie di tenere i propri figli alla larga da un mostro del genere.

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Indubbiamente il fatto che sia stato usato il termine "orientamento" (sia pure in alternanza con "tendenza") è

qualcosa che va rilevato. Importante è anche che sia denunciata ogni forma di discriminazione, emarginazione

e offesa. Una volta che si ha chiaro che il discorso d'insieme è inaccettabile per un omosessuale che voglia

viversi come persona, questi elementi di lento, parziale emergere di una posizione meno tetra vanno rilevati.

 

D'altro canto, ciò che è veramente mostruoso, nel cristianesimo e nel cattolicesimo, è che se la chiesa si riferisse

all'insegnamento e alla prassi di vita di Gesù Cristo, le sarebbe difficile prendere le posizioni che prende e,

soprattutto, con i toni e gli accenti che usa. Quindi, quando talora emerge almeno il ricordo di questo insegnamento

(ed è ciò che, secondo me, in certo modo, è successo al padre), emerge un contesto meno tetro e disumano.

 

Ma per l'appunto questo è successo al padre (non alla madre, però) ed è per questo che Famiglia Cristiana

deve tenerne conto. Non è la risposta del don, che deve essere rilevata, ma il fatto che tra i fedeli padri e madri di

omosessuali emergano posizioni che, portate fino in fondo, significherebbero: "noi non siamo d'accordo con

questo cattolicesimo di questa Chiesa".

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Avevo letto l'articolo nel giornale di mia nonna...

ho apprezzato lo sfogo del padre.. perchè c'è sempre qualcuno che punta al bene dei figli.. si è piegato fino a comprendere le sue sofferenze e a capire..

Non mi è piaciuta la risposta del Don.. capisco che se ne discosta dalla madre omofoba.. ma c'è sempre la posizione della Chiesa contro gli omosessuali nelle sue parole.

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Non tenendo conto che anche opporsi al nostro diritto di unirci in matrimonio e cose simili sono violenze, ben più gravi degli insulti secondo me.

Faccio un esempio: preferisco che mi si dia della brutta lesbicaccia e del diritto di sposarmi.

Piuttosto che mi si dicano tante parole carine di accettazione, ma non mi si dia il diritto di sposarmi.

 

Il finto tentativo di comprendere e forse più subdolo dell'odio aperto e diretto.

Però non mi sento di mettere sullo stesso piano chi espone e porta avanti civilmente un idea per quanto beota e pregiudizievole che sia e chi per dimostrare la sua virilità, evidentemente scarsa, si mette ad insultare o peggio ad aggredire e uccidere persone solo perché non condividono la loro idea perversa di mondo e società.

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Buono. Ma famiglia cristiana si è sempre contraddistinta per non essere dalla parte destra-omofoba della chiesa (ci sono molte varianti). Anzi diciamo che non è proprio dalla parte destra :) (vedi Tettamanzi, che di certo non vota Lega, per usare un eufemismo). Quindi buono ma non ancora abbastanza, soprattutto perchè queste parole vengono solo da famiglia cristiana. Mannaggia

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Qui alcuni dimenticano che la chiesa puo' essere progressista fino ad un certo punto.

Considerato che tutta la religione si basa su dei manoscritti di secoli e secoli fa, se si evolvesse tanto da non rientrare nei "parametri" di quegli stessi libri, la religione stessa non esisterebbe più.

Il comportamente omosessuale NON potrà mai essere accettato ne tantomeno condiviso dalla chiesa, ed è giusto cosi.

QUello in cui sbaglia la chiesa, è immischiarsi in fatti che non dovrebbe nemmeno vedere da lontano.

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Posso dire che non mi trovo per nulla d'accordo con questo ultimo parere.

Di aree innovative e riformatrici nella stessa chiesa cattolica ce ne sono e non vedo per quale motivo dovrebbero dare la battaglia per persa.

Altre chiese cristiane inoltre sono molto più aperte e mature verso tematiche come la sessualità, l'eutanasia e via dicendo.

La chiesa di adesso già non rientra certo nei dettami biblici (e perfortuna) e non potrebbe farlo a meno di diventare una chiesa palesemente illegale viste le soluzioni proposte dalla bibbia.

 

L'errore della chiesa non credo sia disquisire anche di temi più "secolari", più che altro non dovrebbe avere il potere di condizionare le decisioni nazionali sia riguardo a tematiche religiose che non.

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Fabio Castorino

E' vero che la Chiesa si basa su manoscritti immutabili, ma è comunque riuscita ad evolversi per lo meno in certi campi attraverso nuove interpretazioni di quei testi.

1)Nella Bibbia c'è scritto che il Sole gira intorno alla Terra, e per questo la Chiesa perseguitò Galileo, ma oggi è stata costretta dalle scoperte scientifiche ad adottare un'interpretazione non letterale di quel passo.

2) Secondo S. Agostino (considerato uno dei Padri della Chiesa) sussiste un fondamento teologico all'antisemitismo: gli ebrei, in quanto assassini di Cristo, dovrebbero essere puniti e perseguitati come Caino. Dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa ha completamente abbandonato queste posizioni antisemite ormai totalemte screditate (soprattutto dopo la Shoah).

3) San Paolo, lo stesso che dice che sodomiti ed effeminati non entreranno nel Regno dei Cieli, dice anche che le donne devono tacere e rimanere chiuse in casa sottomesse al marito. Oggi la Chiesa è stata costretta dai cambiamenti sociali ad accettare il ruolo delle donne nella società, ed anzi utilizza donne in posizione di potere per far avanzare la sua agenda (ad esempio la Binetti, che secondo un'interpretazione letterale di San Paolo non avrebbe mai potuto diventare parlamentare.).

Penso che l'elenco potrebbe continuare con altri esempi di capovolgimenti di rotta giustificati con nuove interpretazioni dei testi biblici, evangelici e dei padri della Chiesa: questi esempi ci dimostrano come la Chiesa Cattolica non evolve mai spontaneamente, ma può vedersi costretta ad evolvere se teme che l'intestardirsi su certe posizioni ormai troppo impopolari possa compromettere il suo prestigio ed il suo potere nella società.

Nulla esclude quindi che, quando la società si sarà evoluta al punto di rendere totalmente inaccettabile l'omofobia, la Chiesa Cattolica si trovi costretta a cambiare posizione anche su questo punto, ed adottare un'interpretazione non letterale dei passi biblici che condannano l'omosessualità. D'altronde già oggi le Chiese cristiane che accettano i gay non hanno cancellato i passi omofobi dai testi sacri, ma li hanno contestualizzati ed interpretati in modo innovativo.

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Che per altro tra le singolarità della bibbia, i riferimenti all'omosessualità sono ambigui, mal definiti e per lo più derivanti da imprecise traduzioni del testo nelle lingue moderne. Vedasi l'interessante blog di Alex93 a rigurdo.

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Non mi pare che la condanna del Levitico sia ambigua.

Prima che la Rivoluzione Sessuale costringesse le religioni a pensarci sopra

nessun monoteismo ha mai messo in dubbio la condanna della sodomia.

 

E' pur vero che quella condanna nella Torah è solo una delle innumerevoli;

anche se per il mangiar maiale non è prevista la pena di morte.

 

Personalmente se fossi credente troverei difficile

considerare ispirati da Dio dei testi palesemente omofobici

a meno di non avere un approccio gnostico

(Gesù è buono, mentre il Dio della Torah è il cattivo Demiurgo);

ma essendo fortemente contrario alla morale proposta dal Vangelo

non potrei mai pensare neppure a un approccio simile.

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Non credo abbia molta importanza in realtà, visto che la bibbia mi risulta inaccettabile per altri mille motivi se la si considera come testo sacro e non come reliqua di un prontuario tuttologo in forma sacrale.

Dato che la considero in quest'ultimo modo non mi sconvolge affatto vedere la pratica della sodomia deprecata insieme alla consumazione di molluschi e alla rasatura.

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  • 1 month later...

su "Famiglia cristiana" di questa settimana n. 41 del 9 ottobre 2011 c'è la lettera di una giovane mamma allo psicologo, nella rubrica "Essere genitori" preoccupata perché il suo bimbo di quattro anni indossa i suoi vestiti e le scarpe col tacco e che da grande vuole fare la mamma. La mamma ha paura che il figlio da grande diventerà gay.

Il medico le risponde che per prima cosa che il padre del bimbo è assente, forse ha il complesso di Edipo. Poi che ancora non si sa il perché un soggetto diventi eterosessuale o omosessuale, perché la scienza non ha dato spiegazioni ne risposte definitive. E che sia gli etero che gli omo hanno avuto lo stesso comportamento di suo figlio da piccoli. Infine consiglia la presenza del padre nella vita del figlio.

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