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Corpi intersessuali tra realtà biologica e costruzione sociale


Amelie21

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Ciao!

Come ho già spiegato nella sezione "Presentati" sono una studentessa di Sociologia di Torino.

Apro questa discussione per rivolgermi in modo particolare a persone intersessuali iscritti al forum (qualora ce ne siano) o che semplicemente passassero da qui. Sto conducendo una serie di interviste (per la mia tesi di laurea) a specialisti e persone intersessuali con l'obiettivo di analizzare le influenze socio-culturali sulla percezione e il trattamento dei corpi intersessuali. In particolare m'interesserebbe saperne di più sui criteri di assegnazione a un sesso piuttosto che all'altro (ma questa più che altro è una domanda per gli specialisti) e su come le scelte compiute da medici e genitori vengono vissute dalla persona intersessuale. Preciso che la mia non vuole essere una critica a priori all'operato degli specialisti (anzi, ho avuto modo di parlare con due di loro e mi sembra che le cose siano cambiate in meglio negli ultimi dieci anni).

 

Inoltre, vorrei anche indagare sul perché in Italia l'intersessualità sia ancora pressoché invisibile e non esistano associazioni trasversali per la rivendicazione dei diritti degli intersessuali quali la INSA (Intersex Society of North America).

 

Il mio intento non è ovviamente quello di suscitare curiosità o morbosità ma piuttosto m'interessa mettere in discussione il binarismo sessuale rigido che sta alla base anche, in alcuni casi, delle definizioni di cosa è "patologico" e cosa non lo è.

 

Se qualcun altro non intersessuale vuole intervenire per riflessioni personali o consigli è benvenuto!

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Io invece parlerei del rapporto di dipendenza

che si instaura tra le laureande in scienze sociali

e la comunità GLBT.

 

Il record del nostro circolo territoriale

sono tre laureande lo stesso giorno:

ciascuna con i suoi questionari sotto il braccio

(su carta o direttamente sul portatile).

:)

 

L'intersessualità è una condizione molto rara

e in questo forum è già una fortuna

trovare due transessuali che scrivano nello stesso periodo.

 

Persino in gruppi come il MIT credo sia difficile

riuscire a intercettare l'esperienza di un solo intersessuale.

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come ti ho già scritto in Presentati, io ricordo dall'esame di genere fatto all'università qualche anno fa che i medici, in caso si pensi di fare un maschio, valutano le dimensioni (presunte) del pene. Se si ha il sospetto che il soggetto avrà un pene troppo piccolo si opterà per fare una femmina onde evitare al maschietto "problemi psicologici". Ovviamente l'antropologia critica questo metodo. Ora non ricordo perfettamente ma mi sa che il criterio era questo...

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Io invece parlerei del rapporto di dipendenza

che si instaura tra le laureande in scienze sociali

e la comunità GLBT.

 

Il record del nostro circolo territoriale

sono tre laureande lo stesso giorno:

ciascuna con i suoi questionari sotto il braccio

(su carta o direttamente sul portatile).

:)

 

:D Immaginavo un commento del genere e mi rendo conto possa risultare antipatico, infatti ci ho pensato molto prima di iscrivermi e iniziare una discussione.

Prima di rivolgermi a circoli (o forum) GLBT mi sono rivolta ad associazioni che si occupano di specifici "disordini della differenziazione" ma mi sono resa conto che questo tipo di associazioni tendono a privilegiare un approccio del tipo "sono una donna/un uomo con una sindrome" mentre a me interesserebbe parlare anche con qualcuno che abbia un approccio più vicino a quello di alcune associazioni internazionali.

Per il resto, lo so che l'intersessualità è molto rara, ma forse non così tanto come si crede (dipende anche dal tipo di definizione che se ne dà). Il fatto che sia molto poco visibile, anche all'interno dei circoli GLBT, FORSE (e dico forse perché non esistono stime ufficiali sul numero) dipende anche da una certa impostazione, ancora piuttosto "patologizzante".

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io ricordo dall'esame di genere fatto all'università qualche anno fa che i medici, in caso si pensi di fare un maschio, valutano le dimensioni (presunte) del pene. Se si ha il sospetto che il soggetto avrà un pene troppo piccolo si opterà per fare una femmina onde evitare al maschietto "problemi psicologici". Ovviamente l'antropologia critica questo metodo. Ora non ricordo perfettamente ma mi sa che il criterio era questo...

 

Sì, sicuramente c'è stata questa tendenza. C'è stata anche una critica (da parte di associazioni come la INSA, appunto, oppure da parte di studiose femministe) alla tendenza a "femminilizzare", pensando che una vagina fosse "più facile" da ricostruire rispetto a un pene (salvo poi appurare che le vaginoplastiche erano fallimentari in un gran numero di casi).

Tuttavia, pare che negli ultimi anni i criteri si siano modificati e gli specialisti tendano a tenere ora in considerazione diversi criteri, quali la funzionalità sessuale e la potenziale fertilità, oltre che un citerio puramente estetico. Per esempio, pare siano diminuiti gli interventi di riduzione del clitoride (che prima avevano il fine di "normalizzare" i genitali femminili).

 

P.S.: mi sono accorta di aver scritto due messaggi di seguito e lo so che non si farebbe...ma...ehm...mi spiegate come si elimina?:look:

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mi sa che non si elimina, fai modifica e cancella tutto :D magari aggiungendo questo intervento sul post precedente.

 

hai letto Genere sesso e cultura di Mila Busoni?

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No, quello mi manca! Mi è piaciuto però particolarmente Sexing the body: gender politics and the construction of sexuality di Anne Fausto-Sterling (in realtà ho letto la versione spagnola "Cuerpos sexuados", in italiano forse non è stato tradotto).

 

[OT]: se faccio modifica e cancello tutto mi dice che devo inserire un messaggio...boh...:hm:

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se faccio modifica e cancello tutto mi dice che devo inserire un messaggio...boh...:hm:

quand'è così io metto solo un puntino :D e poi lascio aggiustare dagli amministratori.. :sisi:

 

il libro della Busoni se lo trovi in biblioteca dacci un'occhiata perchè mi sa che era quello il libro che parlava di intersessualità, credo in uno dei primi due capitoli (forse il 2.)

 

(purtroppo non so se qui sul forum troverai qualche spunto per la tua tesi...)

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Grazie mille Divine, darò un'occhiata!:)

In realtà non nutro molte speranze di trovare persone da intervistare ma comunque questo forum mi piace assai!

 

(comunque il tasto modifica è scomparso dagli altri miei post!:unsure: spero intervenga qualcuno)

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Ho conosciuto un discreto numero di intersex, di cui una buona percentuale all'interno dell'ambiente trans, però effettivamente molti che lo sono non ne parlano volentieri per evitare di essere oggetto di morbosità o perchè lo ritengono un fatto loro.

Purtroppo c'è molto poco sull'argomento sia a livello informativo che a livello di associazioni. Credo che però la correzione chirurgica del sesso nei neonati intersex sia un'enorme forma di violenza nei loro confronti, successivamente potrebbero manifestare un'identità di genere opposta a quella che gli è stata assegnata si ritrovano con dei genitali corretti chirurgicamente verso il sesso di cui non vogliono essere.

Spero che sia come dici tu, che ultimamente stiano cambiando protocollo sulle riassegnazioni chirurgiche :undecided:

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In realtà non esistono veri e propri "protocolli", per cui sì, le cose stanno pian piano cambiando ma la mia percezione è che le decisioni dipendano principalmente dalla sensibilità individuale e dalle conoscenze dei diversi specialisti. Sulla base delle poche interviste che ho condotto finora mi sembra di poter dire che comunque i medici ritengono ancora che non si possa rimandare la scelta del sesso perché il "contesto sociale" non è pronto per accettare un individuo che non abbia un sesso definito. Non metto in dubbio il fatto che lo facciano in buona fede e per "il bene del bambino (o della bambina)" ma le associazioni internazionali hanno appunto messo in luce, come dicevi tu, che interventi non necessari possono fare più male che bene.

Per questo ritengo che, per cambiare davvero le cose, si dovrebbe parlare di più di intersessualità (la maggior parte delle persone a cui parlo dell'argomento della mia tesi mi guarda così: :shocked: e mi chiede: "Ma esistono???").

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perché il "contesto sociale" non è pronto per accettare un individuo che non abbia un sesso definito. Non metto in dubbio il fatto che lo facciano in buona fede e per "il bene del bambino (o della bambina)" ma le associazioni internazionali hanno appunto messo in luce, come dicevi tu, che interventi non necessari possono fare più male che bene.

 

 

bè ma il bene del bambino lo decide lui, non i medici, non i genitori, non la società. L''ideale sarebbe che sia il bambino, arrivato a una certa età, a scegliere lui. io se avessi un figlio intersessuato non mi permetterei di scegliere io x lui una cosa simile. E se sbagliassi sesso?? mi dovrei tenere sto peso sulla coscienza x tutta la vita???

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Sono abbastanza certo che il bambino sceglierà un genere

prima del fatale contatto con le scuole Elementari.

 

Cinque anni mi paiono più che abbastanza

per farsi un'idea sull'identità di genere un bambino.

Quanto meno glielo si può chiedere: "Tesoro, sei un bimbo o una bimba?"

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Credo che comunque, perchè il bambino sia iscritto all'anagrafe, è necessario che gli sia assegnato un genere in tenera età. (Credo che la cosa che sta facendo quella coppia americana che cresce un bambino genderless non sia molto saggia nei confronti del suo sviluppo personale)

Ma un conto è assegnargli un genere (cioè chiamarlo magari Luigi invece che Luisa), un altro è assegnargli un sesso.

 

Nel caso il genere risultasse poi quello sbagliato basterebbe cambiare il suo ruolo sociale e il nome all'anagrafe (è parte della procedura che fanno anche le persone transessuali poi), nel caso gli fosse assegnato invece un sesso (operandolo, asportando magari l'abbozzo di pene per creare una vagina), il discorso sarebbe molto più complicato e doloroso per il bambino.

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Non credo che il problema anagrafico sia un problema reale.

Basta una riassegnazione chirurgica a cinque anni

e chiamarlo con un nomignolo finché è piccolo.

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Sono d'accordo con voi riguardo al fatto che la decisione spetti al bambino.

Una cosa che gli specialisti che ho intervistato hanno messo in luce è però anche il fatto che spesso sono i genitori a non accettare una sospensione dell'assegnazione (oppure partono con l'idea che sia un maschio o una femmina e non accettano di metterlo in discussione!). Loro mi dicevano che si deve tener conto anche del contesto sociale in cui sono inseriti, per alcuni viene vissuto come un vero e proprio "stigma" e perciò si preferisce mantenere il segreto (e ciò non sarebbe possibile rimandando la decisione).

Che fare in questi casi?

Il problema anagrafico nasce dal fatto che esiste l'obbligo di dichiarare un sesso all'anagrafe. Di certo si dovrebbe pensare anche a un aggiornamento legislativo in questo senso.

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Loro mi dicevano che si deve tener conto anche del contesto sociale in cui sono inseriti, per alcuni viene vissuto come un vero e proprio "stigma" e perciò si preferisce mantenere il segreto (e ciò non sarebbe possibile rimandando la decisione).

 

non ho capito... che significa che viene vissuto come uno stigma?

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Che si immaginano cosa direbbe il prete al momento del battesimo, no?

E le zie e i fratellini e i cuginetti e i nonni e i vicini di casa...

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Non ti accettano neanche se sei un ragazza etero

e ti metti con un operaio invece che con un avvocato;

figuriamoci se sei intersessuale :D

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Beh, il discorso dell'intersessualità (o almeno, della forma che prevede genitali diversi da quelli "standard", perchè ci sono anche altre forme che vengono alla luce durante lo sviluppo) in un bambino non credo sia particolarmente grave durante l'infanzia del bambino... Alla fine la gente va in giro vestita, che ne sa il prete che sta battezzando un bambino (o una bambina, a secondo del genere che si scelga) che il pupo ha dei genitali misti?

Comunque Almy ci potrebbero anche essere persone intersex che potrebbero decidere di non volersi operare, o che magari non hanno genitali misti ma durante lo sviluppo potrebbero presentare delle caratteristiche sessuali secondarie miste. Ad esempio la sindrome di Klinefelter (che ha un'incidenza di 1 su 1000 nati, quindi neppure rarissima) in alcuni casi può portare a una ginecomastia nei ragazzi che ne sono affetti. O anche il caso di Caster Semenya, che creò diverso scandalo.

 

Comunque un bel film a riguardo è XXY, di Lucia Puenzo, ma immagino che Amelia l'abbia già visto :P :)

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Credo che un bambino - seguito da psicologi -

a 5 anni potrebbe dire "sono una bambina!";

ma difficilmente direbbe: "Rispettate la mia intersessualità!"

Quindi temo che il probolema nella pratica non si ponga.

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@Frattaglia: Sì, l'ho visto il film, molto bello!:)

L'unica cosa negativa è che c'è stato un errore (anche piuttosto grossolano per chi sceglie di farci un film): il titolo rappresenta la configurazione cromosomica delle persone con sindrome di Klinefelter. Il problema è che le persone con questa sindrome NON presentano ambiguità genitale (al massimo una ginecomastia, come hai ricordato tu, o testicoli piccoli). Mentre la protagonista del film aveva genitali ambigui (più probabilmente poteva essere affetta da Iperplasia surrenale congenita).

Infatti l'Unione Italiana Sindrome di Klinefelter ha divulgato un comunicato ufficiale in cui ne contestava il titolo. Alcuni specialisti e l'Associazione Klinefelter Italia addirittura ritengono che le persone con sindrome di K. non debbano essere considerati intersessuali. In realtà, secondo me, dipende tutto da quale definizione si vuole dare di intersessualità e anche da come si sente di identificarsi l'individuo.

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Alcuni specialisti e l'Associazione Klinefelter Italia addirittura ritengono che le persone con sindrome di K. non debbano essere considerati intersessuali. In realtà, secondo me, dipende tutto da quale definizione si vuole dare di intersessualità e anche da come si sente di identificarsi l'individuo.

In realtà concordo con te.

C'è una ragazza che studia con me all'università che, in base alla sua conformazione fisica, sono quasi sicura che abbia una sindrome intersessuale, però mi risulta che viva normalmente come una ragazza qualsiasi, e almeno a quel che vedo non ha problemi nei confronti della sua identità di genere nè si comporta in maniera genderqueer... A quel punto, a parte i trattamenti medici di cui potrebbe aver bisogno per la sua salute, ha qualcosa di diverso rispetto alle persone cisgender che vivono tranquillamente nel loro ruolo di genere?

 

Insomma, il discorso intersessualità è spesso molto sfumato :undecided:

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La sindrome di Klinefelter è data da un'anomalia cromosomica, in cui le persone affette hanno in genere un genotipo XXY (o qualche variante). Il fenotipo è maschile, cioè ne sono affetti i maschi, tra le varie caratteristiche sviluppate ci sono alta statura, testicoli poco sviluppati e ipospadia, a volte disturbi cognitivi e comportamentali. Ci sono spesso anomalie durante la pubertà e non è infrequente la ginecomastia (cioè lo sviluppo di un piccolo seno). Tra l'altro è una delle sindromi più comuni.

http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Klinefelter

 

Caster Semenya invece è una corridrice sudafricana. Ci furono molte polemiche su di lei un paio di anni fa perchè ottenne dei risultati record alle gare di atletica, e tra le altre concorrenti ci furono alcune che sollevarono polemiche sul suo sesso. In realtà ha anche lei una sindrome intersessuale che ha causato uno sviluppo del suo corpo in direzione maschile (dandole un gran vantaggio rispetto alle altre atlete).

A riguardo c'è da dire che non è l'unica atleta ad aver avuto problemi a livello sportivo riguardo al suo sesso, negli ultimi anni c'era una transessuale MtF judoka di cui non ricordo il nome su cui avevano sollevato diverse polemiche, dato che dicevano che aveva avuto vantaggi dalla sua struttura fisica maschile...

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molto interessante questo argomento!

Ma quindi... voglio dire... non è obbligatorio fare l'operazione se una persona non ne sente necessità? o se non ti operi hai dei problemi fisici?

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In realtà credo dipenda da caso a caso, ma sono sicura che Amelie ne sappia molto di più.

Fino a qualche anno fa i medici alla nascita facevano comunque pressioni per assegnare al bambino un sesso definito, se la situazione però è cambiata penso che ora opereranno solo in caso di problemi di salute o in base alla scelta dei genitori.

Però riguardo al discorso dei genitali ambigui, credo che ogni persona sia un caso a sè

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